analita sono stati sciolti in un unico volume di solvente; la proporzionalità vale anche per le masse, essendo la concentrazione C pari a (massa/volume):
dove SSI è l'area del picco dello SI, Si è l'area del picco di ogni analita, M SI è la massa di SI pesata ed Mi la massa dell'analita, da calcolare. Da questa proporzione si ricava: che sostituita nella proporzione precedente fornisce:
che consente, in base ai dati delle pesate iniziali ed al calcolo delle aree dei picchi del cromatogramma, di calcolare le percentuali Pi di ogni singolo componente della miscela. Anche in questo caso, se il rivelatore non potesse essere considerato totalmente aspecifico, occorre introdurre i coefficienti correttivi delle aree dei picchi, da valutare nel solito modo:
Mediante questo metodo è possibile realizzare delle vere e proprie rette di taratura, riportando in diagramma i dati delle aree Si e delle relative percentuali Pi ottenute da cromatogrammi di miscele standard, utilizzando la regressione lineare per tracciare la retta di taratura. La retta può in seguito essere utilizzata per leggere direttamente la % di quel componente in varie miscele analitiche e questa possibilità costituisce il principale vantaggio del metodo che, per altri versi, è piuttosto lungo e laborioso. 3.
Standardizzazione esterna: è analogo al metodo precedente ma qui lo standard e l'analita sono presenti in due soluzioni diverse; inoltre lo standard esterno SE deve essere la stessa sostanza presente nella miscela analitica. Si sottopongono a cromatografia due volumi rigorosamente identici di due diverse soluzioni: una prodotta sciogliendo in un certo volume di solvente lo SE, l'altra ottenuta sciogliendo, in un identico volume di solvente, la soluzione analitica. Al termine si misurano le aree dei 2 picchi che rappresentano lo SE e l'analita (che sono in realtà la stessa sostanza); si ha la seguente relazione di proporzionalità: da cui si ricava: dove PSE è nota e le aree SSE ed Si sono calcolate dal gascromatogramma. Anche in questo caso è possibile la costruzione di rette di taratura, per determinare in modo immediato la % di un determinato componente presente in diverse miscele analitiche. E' un metodo che richiede tempi relativamente lunghi e richiede l'uso di particolari microsiringhe, molto costose, che garantiscono l'identità dei due volumi iniettati.
5.5.13 - Applicazioni gascromatografiche Sono numerose, anche se oggi si preferisce usare, quando possibile, la tecnica HPLC; ricordiamo: 1. Analisi di frazioni petrolifere (benzine, gasoli, ecc.): si utilizzano generalmente colonne impaccate o capillari e il FID come rivelatore, per i controlli di qualità sui prodotti delle raffinerie 2. Analisi delle sostanze grasse, come ad esempio gli oli di oliva: essi sono miscele di trigliceridi liquidi, che hanno una modesta volatilità; pertanto vengono preliminarmente metilati, cioè fatti reagire in opportune condizioni con metanolo, in modo da provocare una transesterificazione: gli acidi grassi che inizialmente sono legati alla glicerina nei trigliceridi, vengono trasformati in esteri metilici, maggiormente volatili e quindi sottoposti a GLC, giungendo a determinare la composizione in acidi grassi dell'olio, allo scopo di verificare eventuali sofisticazioni ed alterazioni del prodotto. Si utilizzano colonne impaccate o capillari e FID come rivelatore
ITIS “G.C.FACCIO” - Dipartimento di Chimica - 2010
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