Il Veneto e i mutui Pag VII
L’età media di chi ne ha sottoscritto uno è 38,9 anni
La caldaia è pronta? Pag XIII
Manutenzione: tutto quello che bisogna sapere
E tu di che casa sei? Pag XVII
La tua dimora parla di te
Il Veneto e i mutui Pag VII
L’età media di chi ne ha sottoscritto uno è 38,9 anni
La caldaia è pronta? Pag XIII
Manutenzione: tutto quello che bisogna sapere
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La tua dimora parla di te
Redazionale n. 18 del 17 ottobre 2024
Non solo ville venete e torri medievali: il patrimonio architettonico novecentesco della città
fa gola tra residenze, castelletti e edifici in attesa di ristrutturazione
Aveva fatto scalpore, qualche tempo fa, l’annuncio della messa in vendita sul mercato immobiliare di lusso della villa un tempo proprietà della famiglia Malvolti, residenza settecentesca inserita nella rocca fortificata di Conegliano e di cui fanno parte addirittura una torre risalente al Duecento e la struttura edilizia neomedievale che sormonta porta Ser Belle.
Del resto, se per un momento si lasciano da parte le questioni economiche, a Conegliano non è così difficile entrare in possesso di una residenza storica, anche di una prestigiosa villa veneta che può essere una più modesta (e assolutamente da ristrutturare) villa settecentesca in zona Paré o l’imponente Villa Semenzi, Cornaggia-Cappello, Morpurgo, Paccagnella a Calpena, con i suoi 47.000 metri quadri di parco e quasi 13 milioni di euro di prezzo. Più “democratico”, e certamente eterogeneo, il mercato degli edifici risalenti al periodo della Belle Époque, un vero e proprio viaggio all’interno della piramide sociale delle abitazioni, partendo dagli impeccabili e colorati villini che a distanza di un secolo sono ancora efficacissimi simboli di affermazione sociale, per arrivare a case decadenti e “popolari” che magari di liberty conservano solo delle inferiate arrugginite.
Il liberty coneglianese è una prateria ancora inesplorata come argomento di studio storico-artistico, ma solitamente si fa il nome di Bernardo Carpené come volto di questo periodo, visto che fu l’architetto che firmò tra i progetti più belli delle ville “art nouveau” della città, alcune ancora visibili in viale Spellanzon e viale XXIV maggio.
Era lungo questi stradoni, tipicamente le direttrici di espansione urbana del tempo, che la nuova borghesia industriale era solita costruire le proprie residenze, nei casi più felici dei veri e propri sfoggi di ricchezza che volevano richiamare le residenze nobiliari del passato, ma in una chiave più moderna, al passo coi tempi soprattutto da un punto di vista estetico.
Proprio per la sua estetica così moderna ed elegante il gusto liberty finì per “invadere” un po’ tutta la città, trovando spazio in riedificazioni a ri-
dosso del centro storico e persino in ristrutturazioni degli edifici delle vie più antiche. Il quartiere a sud della collina del castello, tra parco Rocca e l’ex ghetto, fu uno dei più interessati da questa
diffusione di nuovi edifici, e proprio all’incrocio tra via Armando Diaz e via Gorizia è da poco stato messo in vendita un villino di inizio Novecento da molti anni disabitato ma che conserva l’innegabile fascino
(e molte decorazioni) di quel periodo.
Proseguendo lungo via Gorizia si trova, non distante dall’antico cimitero ebraico, lo splendido “castelletto” sulla cui origine si è dibattuto molto, essendoci pochi documenti storici che lo riguardano, ma che presenta un’innegabile commistione tra liberty e stile eclettico comune a vari edifici di inizio novecento, soprattutto del vittoriese. Barbara Maschio, architetto che si sta occupando della ristrutturazione dell’edificio, racconta come il suo stile peculiare abbia affascinato fin da subito gli attuali proprietari, e che anche per questo l’ammodernamento sta tutelando il suo aspetto originale.“Non ci sono molti dati storici sicuri, ma l’analisi dei materiali e delle tecniche di costruzione racconta di un edificio successivo all’epoca del liberty – spiega l’architetto – più propriamente un rifacimento in stile degli anni Quaranta”. “Comunque stiamo lavorando in contatto con la Soprintendenza per portare avanti una ristrutturazione che salvaguardi tutto ciò che c’è di interessante in questo edificio, vogliamo certamente mantenere gli stilemi che richiamano il liberty anche se lo scarto di materiali utilizzati ci dice che
probabilmente è stato costruito qualche decennio dopo”.
Si tratta appunto del fascino di un’epoca in cui la voglia di costruirsi una villa che fosse un po’ residenza nobiliare e un po’ castello medievaleggiante poteva trovare la quadra in una soluzione che alla fine risultava incredibilmente elegante, o comunque perfettamente in linea con il profilo di quella che allora era la città moderna.
Sempre in zona, rigorosamente con vista del castello, si trova non a caso un’altra villa, questa costruita negli anni Venti con elegante profilo squadrato che richiama il liberty più mitteleuropeo e che, ci tiene a sottolineare l’agenzia incaricata della vendita, è stata minuziosamente restaurata per mantenere l’aspetto originario. Il prezzo, oltre il milione di euro, e il design interno elegantemente “imperiale”, raccontano meglio di tutto quanto questi edifici, nelle giuste condizioni, siano oggi considerati delle primizie del mercato di lusso.
In zona Monticella una residenza molto più semplice delle precedenti sfog-
gia comunque con orgoglio un ingresso che richiama una torre, con tanto di acroteri (le decorazioni poste in cima a una facciata) che fanno il verso a dei merli medievali. Prezzo certamente più abbordabile, visto che costa circa un terzo del villino di lusso di Parco Rocca, anche se il tempo è stato meno clemente con questo edificio e sono necessarie ristrutturazioni.
Sono abitazioni nate qualche gradino sotto la scala sociale, e anche per questo negli anni hanno attirato meno interesse per quanto riguarda ristrutturazioni e rifacimenti. In via Carpené, ad esempio, si trova anche una casa diroccata e abbandonata che da qualche anno attende interventi di recupero, ma per il momento mantiene quel tipico aspetto lugubre e malinconico degli edifici che si stanno poco a poco sgretolando.
Nonostante tutto, anche questa residenza esibisce la sua appartenenza a quell’epoca lontana, con le sue porte e balconi decorati con ferri battuti che saranno arrugginiti, ma sono di un’eleganza che è veramente da altri tempi.
Fabio Zanchetta
Sono il 28,8% degli acquirenti, i più attivi sul mercato immobiliare
L’analisi delle compravendite nel 2023 evidenzia che l’età media degli acquirenti in Italia si attesta sui 43,7 anni, in crescita rispetto al 2022 quando si fermava a 42,7 anni.
Analizzando le diverse fasce di età, si evidenzia che il 28,8% degli acquirenti ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 25,5% tra 35 e 44 anni, il 21,5% tra 45 e 54 anni, il 14,4% tra 55 e 64 anni e il 9,9% oltre 64 anni. Gli acquirenti under 34 compongono quindi la fascia di età più attiva sul mercato italiano, con una quota però in calo rispetto al 2022 quando arrivavano al 31,2%.
Gli under 34 nell’89,4% dei casi acquistano l’abitazione principale, l’8,9% compra per investimento, mentre solo l’1,7% degli acquisti riguarda la casa vacanza. La percentuale di acquisti per investimento è in crescita rispetto agli anni passati quando si attestava intorno al 7%, mentre nel 2023 si sfiora il 9%. Si tratta di un trend che non riguarda solo gli under 34, in Italia nel 2023 si è
registrato un aumento generale degli acquisti per investimento. Rimane sempre molto bassa la quota di acquisti di case vacanza da parte di under 34, si tratta infatti di un segmento di mercato sostenuto maggiormente da acquirenti compresi nelle fasce di età superiori e mediamente dotati di maggiori disponibilità economiche.
La tipologia più compravenduta dagli under 34 è il trilocale con il 38,2% delle preferenze, a seguire ci sono i bilocali (20,3%). Quote intorno al 17% sia per i 4 locali sia per le soluzioni indipendenti e semindipendenti. Rispetto al 2022 non si registrano particolari variazioni nelle quote percentuali delle diverse tipologie abitative, da segnalare solo nel 2020 e nel 2021 un aumento delle percentuali di acquisto di soluzioni indipendenti in seguito all’arrivo della pandemia. Nel 2023 tra gli under 34 cresce la percentuale di acquisto da parte di single, che supera quota 40%. In ogni caso la maggior parte delle compravendite è conclusa da coppie e famiglie (59,4% nel 2023), con quote che hanno superato anche il 64% nel 2019.
Gli under 34 nel 68,1% dei casi acquistano grazie all’ausilio di un mutuo, mentre nel 31,9% dei casi la compravendita avviene senza l’accensione di un finanziamento.
Un’indagine completa sul settore dei mutui ipotecari deve prendere in esame anche il profilo sociodemografico di coloro che sottoscrivono i finanziamenti
La rilevazione di Kìron Partner SpA, Gruppo Tecnocasa, riferita all’anno 2023, prende in esame parametri quali area di provenienza, localizzazione in cui è avvenuta la stipula, età anagrafica e professione di chi ha sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le agenzie a marchio Kìron ed Epicas.
In Veneto vengono finanziati prin-
cipalmente cittadini italiani, infatti il 47,9% dei mutui è stato erogato a persone di origine italiana, ma stanno aumentando le percentuali degli stranieri: attualmente quasi il 24,1% è rappresentato da cittadini europei e 27,9% è rappresentato da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena, albanese e moldava, mentre la maggior parte dei non europei proviene dall’Asia, seguiti a brevissima distanza dai latinoamericani e dagli africani.
ETÀ
L’età media di chi ha sottoscritto un mutuo in Veneto nel 2023 è 38,9 anni. L’analisi per fasce d’età mostra che il 37,3% della popolazione ricade nella fascia più bassa, 18 - 34 anni; il 36,3% ha un’età compresa tra 35 e 44 anni; il 19,6% ricade nei 45 - 54 anni; il 5,9%
si colloca nella fascia 55 - 64 anni; lo 0,9% ricade nella fascia più alta, 65 ed oltre.
PROFESSIONE
Dall’analisi della professione del mutuatario emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. Tale caratteristica identifica il 90,4% del campione (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati), a fronte del 6,9% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (liberi professionisti/lavoratori autonomi e titolari d’azienda) e dell’1,4% di lavoratori a tempo determinato.
rete di azioni
formativo,
risolvere il della
violenza
Parla
Collaltina
Bortolot, presidente provinciale
Fiaip di Treviso
Quali sono i vantaggi di essere iscritti a Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali)? Ce lo siega Collaltina Bortolot, presidente provinciale di Treviso, titolare dell’Agenzia Bortolot di Vittorio Veneto e una delle voci più autorevoli nel panorama immobiliare veneto. “Entrare a far parte della famiglia di Fiaip dà accesso a servizi che aiutano l’operatività dell’agente immobiliare – spiega la presidente -. In questo modo i nostri associati possono contare su un metodo di lavoro ben preciso e collaborare con altri professionisti, condividendo una linea di lavoro ben precisa che consente di velocizzare tutte le pratiche e le formalità del caso”. Il lavoro di squadra incide sia sulla valutazione professionale sia sulla formazione dei singoli agenti. “I nostri associati seguono abitualmente corsi di formazione professionale e di aggiornamento, oltre ad avere l’opportunità di conseguire la certificazione di qualità Uni Pdr 40:2018 che stabilisce le abilità, competenze e conoscenze dell’agente immobiliare professionale e le linee guida della formazione continua in linea con la normativa europea UNI EN 15733 - aggiunge Bortolot –. Il nostro agente è orientato a seguire la metodologia di lavoro UNAFIAIP, che, anche tramite una piattaforma informatica dedicata, ha la finalità di promuovere sul mercato immobili preventivamente controllati e al valore di mercato congruo rendendo l’intero percorso della compravendita immobiliare sicuro e sereno per entrambi i contraenti”. Di recente, la FIAIP è stata invitata a partecipare al tavolo dei
ministri per discutere il decreto "Salva Casa", un riconoscimento importante del ruolo chiave svolto dalla federazione nel panorama immobiliare. Guardando al futuro, Bortolot si mostra ottimista: "Oggi i giovani vedono il settore immobiliare come un'opportunità e non solo come una spesa. Questo ci spinge a diventare sempre più settoriali e competenti, offrendo servizi di qualità e formazione continua ai nostri associati". Il suo secondo mandato come presidente FIAIP terminerà nel 2025, e il bilancio del suo operato è decisamente positivo. "Porto a casa un bagaglio impressionante di relazioni umane", racconta con orgoglio. "Sono riuscita a risollevare le sorti della nostra provincia, puntando fortemente sulla formazione e sulla qualità dell’offerta formativa".
Piazza Medaglie d’oro,11
VITTORIO VENETO
Tel. 049.8722025 / 0438.53218
segreteria@veneto.fiaip.it
Le case dell’Alta Marca, a Vittorio Veneto, Conegliano e Pieve di Soligo, rappresentano un patrimonio architettonico ricco di storia e cultura, riflettendo le tradizioni venete e l’evoluzione sociale del territorio
C’è uno stile “di Marca” nell’abitare? La risposta è positiva. Nonostante le differenze costruttive che saltano immediatamente all’occhio in un contesto rurale o prevalentemente cittadino, esiste uno stile di Marca.
Le caratteristiche?
Le abitazioni tipiche della Marca trevigiana hanno muri in pietra e/o mattoni anche a vista, tetti a falde e ampie finestre. Gli edifici residenziali della tradizione spesso presentano decorazioni artistiche, come affreschi o stucchi, che conferiscono un aspetto personale e raffinato all’edificio. La casa paterna di Andrea Zanzotto a Pieve di Soligo è un esempio emblematico di questa architettura, risalente alla metà dell’Ottocento.
Andrea Zanzotto ha spesso parlato della sua casa natale come di un luogo fondamentale per la sua formazione artistica. La casa non è solo un semplice edificio; è un simbolo delle radici culturali e affettive che hanno influenzato la sua opera. Zanzotto descrive la casa come un “luogo dove l’arte è sbocciata”, sottolineando l’importanza del contesto domestico nella sua crescita intellettuale. Recentemente, la casa eretta da Giovanni Zanzotto è stata oggetto di un restauro significativo, grazie al supporto della Regione Veneto e alla Fondazione Casa Paterna
Andrea Zanzotto. Questo intervento ha avuto come obiettivo quello di preservare il valore storico dell’edificio mentre si promuove come centro culturale per eventi letterari e visite guidate.
Le “case di casa nostra” quindi non sono solo strutture fisiche; rappresentano una parte vitale della memoria collettiva veneta. Raccontano storie di vita, arte e cultura che continuano a parlare alle generazioni future. La loro valorizzazione è però essenziale per mantenere viva la tradizione e l’identità del territorio.
Funzionalità e spazi
Le abitazioni sono progettate per essere funzionali, con spazi ampi e luminosi. Le stanze sono spesso collegate da corridoi che consentono una buona circolazione dell’aria e della luce naturale. Le cucine, tradizionalmente il cuore della casa, sono spaziose e – nel caso delle abitazioni rurali - dotate di camini, riflettendo limportanza della convivialità nella cultura veneta.
Curiosità
Molte case della Vallata presentano decorazioni artistiche, come affreschi e stucchi, che raccontano storie locali o rappresentano scene mitologiche. A volte gli interventi pittorici adornano il sottoportico. Uno spazio coperto che offre un accesso protetto alle abitazioni e crea un’atmosfera accogliente. Le case sono generalmente articolate su più livelli. Il piano terra include un ingresso, un salotto e una cucina. Al primo piano si trovano le camere da letto e i bagni. In molte abitazioni è
presente un granaio o spazi di stoccaggio, che riflettono l’uso pratico degli ambienti domestici. Sono pensate per integrarsi nel paesaggio circostante. Le ampie aperture consentono una vista panoramica sulla campagna, creando un forte legame tra interno ed esterno.
Le proprietà che una casa dovrebbe avere, specie nelle regioni vulnerabili come il
La casa rappresenta un rifugio sicuro, ma la sua importanza si estende oltre il semplice aspetto abitativo. Essa deve garantire comfort, salubrità e sostenibilità.
Con l’aumento degli eventi climatici estremi, la progettazione e la costruzione di abitazioni devono tenere conto di fattori come l’efficienza energetica, la resistenza agli eventi atmosferici e l’impatto ambientale.
Efficienza energetica
La casa dovrebbe essere progettato per ridurre al minimo il consumo energetico. Ciò include l’uso di materiali
isolanti di alta qualità, finestre a triplo vetro e sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti. Le abitazioni a emissioni zero stanno guadagnando popolarità, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.
Resilienza agli eventi climatici
In Veneto, dove il rischio di allagamenti e frane è elevato, le case devono essere costruite con materiali resistenti all’acqua e progettate per resistere a tali eventi. È fondamentale implementare misure di protezione, come barriere contro le inondazioni e sistemi di drenaggio adeguati.
Sostenibilità ambientale
Le abitazioni devono incorporare pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili (pannelli solari, pompe di calore) e la raccolta dell’acqua pio-
vana. L’integrazione della natura attraverso giardini verticali o tetti verdi può migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’effetto isola di calore urbano.
Salubrità degli ambienti interni
La qualità dell’aria interna è essenziale per il benessere degli abitanti. L’uso di materiali non tossici e sistemi di ventilazione efficaci può prevenire problemi respiratori e allergie.
Accessibilità e inclusività
Le case devono essere progettate per essere accessibili a tutti, compresi gli anziani e le persone con disabilità. Questo implica spazi ampi, assenza di barriere architettoniche e servizi facilmente fruibili.
Le politiche abitative
Il governo italiano sta promuovendo
iniziative per incentivare la costruzione di edifici sostenibili attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le misure adottate mirano a garantire che gli investimenti nel settore edilizio contribuiscano in modo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In Veneto, le amministrazioni locali possono svolgere un ruolo chiave nel promuovere le normative che favoriscono l’edilizia sostenibile.
In un contesto globale segnato da sfide climatiche crescenti, la casa deve evolversi per diventare un bene primario non solo economico ma anche ecologico e sociale. In Veneto e nella provincia di Treviso, è essenziale che le nuove costruzioni siano progettate con una visione lungimirante che tenga conto della sostenibilità e della resilienza agli eventi climatici estremi. Solo così potremo garantire un futuro sicuro e salubre per le generazioni a venire.
Secondo
Eurostat in Italia quasi il 9% della popolazione soffre per un sovraccarico del costo dell’abitare con una spesa pari al 40% del reddito disponibile, una percentuale che sale all’11,2% se si prende a riferimento la popolazione tra i 25 e i 34 anni. E secondo Housing Europe la percentuale di nuclei in grande difficoltà o in difficoltà supera in Italia il 25%, a fronte del 15% di media in Austria e Francia. Sono alcuni dei dati contenuti in una report di Legacoop Abitanti che lancia il Manifesto per la Casa e propone una piattaforma finanziaria innovativa per attrarre investimenti europei. “La nostra proposta -sottolinea Simone Gamberini, presidente Legacoop- va in direzione di un nuovo modello di welfare, che includa non solo la casa, ma anche la presenza dei servizi necessari alla creazione di comunità coese ed integrate, offrendo al contempo opportunità di crescita e sviluppo economico e occupazionale a sostegno dell’interesse collettivo”. Secondo Legacoop Abitanti serviranno 50.000 alloggi di edilizia residenziale sociale, per coprire il fabbisogno abitativo emergente dei prossimi 10 anni per quelle categorie che non possono accedere all’alloggio pubblico.
della caldaia è un obbligo stabilito dalla legge.
Infatti, la normativa in materia regola, a seconda dell’obsolescenza e della tipologia dell’impianto, la frequenza con cui effettuare i dovuti controlli. Ecco tutte le informazioni necessarie per non farsi trovare impreparati.
In cosa consiste il controllo della caldaia?
Il controllo della caldaia consiste in una serie di test diagnostici che consentono di valutare in modo approfondito lo stato generale dell’impianto per garantire la sicurezza dell’apparecchiatura e scongiurare il rischio di anomalie o guasti. Il “check up” della caldaia si compone di due interventi principali: la manutenzione ordinaria e il controllo dei fumi.
Quale è la differenza tra manutenzione ordinaria e controllo dei fumi della caldaia?
La manutenzione ordinaria consiste in
una verifica dei parametri di funzionamento e delle regolazioni della caldaia, seguita da un intervento di pulizia dell’apparecchio. Durante questa operazione, vengono esaminate diverse parti della caldaia che, a causa dell’intenso e ripetuto utilizzo, sono maggiormente soggette al deterioramento, e ne vengono testate le prestazioni. Il controllo dei fumi consiste invece nell’analisi della combustione dei fumi e ha lo scopo di verificare la sicurezza e l’efficienza energetica dell’impianto.
Con quale frequenza bisogna procedere alla manutenzione della caldaia? Ad oggi non è previsto alcun obbligo annuale, ma è possibile ricorrere ad alcuni semplici criteri per capire con quale frequenza è necessario eseguire questo tipo di controllo: • osservare le disposizioni fornite dal
tecnico che ha installato la caldaia, il quale dovrebbe avere indicato la periodicità con cui effettuare i controlli.
• altrimenti è possibile seguire le indicazioni contenute nel libretto relativo all’utilizzo e alla manutenzione del proprio impianto rilasciato dalla casa produttrice
Con quale frequenza bisogna procedere al controllo dei fumi della caldaia?
L’obbligo per legge di effettuare delle verifiche secondo una precisa cadenza è invece previsto nel caso del controllo dei fumi. Infatti, l’allegato A del D.P.R n. 74/2013 stabilisce la periodicità secondo la quale è obbligatorio procedere al controllo:
• Impianti termici a combustibile liquido o solido, con potenza inferiore o uguale a 100 kW: ogni 2 anni
• Impianti a gas metano o GPL, con potenza inferiore o uguale a 100 kW: ogni 4 anni
• Impianti termici a combustibile liquido o solido, con potenza superiore a 100 kW: ogni anno
• Impianti a gas metano o GPL, con potenza superiore a 100 kW: ogni 2 anni
Il controllo va effettuato anche per gli scaldacqua a gas?
All’articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n 192, viene affermato che i sistemi volti unicamente alla produzione di acqua calda sanitaria per singole unità abitative non sono da considerarsi impianti termici. Di conseguenza, lo scaldacqua a gas, non rientra tra gli impianti termici e dunque non è soggetto ai controlli imposti per legge.
A chi bisogna rivolgersi per la manutenzione della caldaia?
Gli interventi di controllo e revisione della caldaia possono essere effettuati unicamente da tecnici abilitati, autorizzati a rilasciare la documentazione che certifichi il corretto funzionamento della caldaia.
Quanto costa effettuare la manutenzione con il controllo obbligatorio?
Prima di provvedere alla manutenzione dell’impianto termico e ai controlli di efficienza energetica, è importante conoscere l’entità della spesa relativa
a questa tipologia di interventi. In linea generale, la manutenzione ordinaria della caldaia ha un costo che oscilla tra i 80 euro e i 140 euro. Il controllo dei fumi, invece, può costare indicativamente dai 50 euro ai 80 euro.
Tutti siamo a conoscenza della consueta manutenzione annuale della nostra caldaia con la “prova dei fumi”, che ora si chiama controllo di efficienza energetica.
Reperibili
7 giorni su 7
Mauro e il suo staff non vi lasceranno mai al freddo
Ma forse non tutti sono a conoscenza che anche le nuove tecnologie, dette a pompa di calore, di riscaldamento e raffrescamento delle nostre abitazioni necessitano di una manutenzione tecnica periodica.
Via Benedetto Croce,1
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Con l’avvento del mondo delle pompe di calore per il riscaldamento, ci siamo trovati di fronte a dei nuovi macchinari, diversi dalle caldaie che tutti conosciamo, ma non per questo esenti da controlli tecnici che possono essere eseguiti solo da personale abilitato e patentato. Le pompe di calore sfruttano l’energia elettrica per riscaldare (o anche raffrescare) l’acqua tramite un circuito frigorifero al loro interno, sono una sorta di grandi climatizzatori dotati di un compressore che, tramite la compressione del gas, generano del calore. Come ci spiega Mauro, titolare di A.VENTI : “ Anche le pompe di calore ed i sistemi ibridi (formati da una caldaia abbinata ad una pompa di calore) hanno la necessità di essere verificati periodicamente, come anche riportato sul libretto di impianto di climatizzazione fornito a corredo di ogni generatore di calore che ogni utente deve possedere. Nelle pompe di calore non si ha l’obbligo di eseguire la famosa “prova dei fumi”, ma possiamo trovarci a dover eseguire dei controlli dettagliati sui circuiti frigoriferi delle macchine stesse. Le pompe di calore hanno al loro interno dei gas refrigeranti che, in base alla tipologia ed alla quantità presente nel circuito, possono rendere obbligatoria la ricerca delle eventuali perdite dei gas, da eseguire annualmente. Tutte le nuove pompe di calore e climatizzatori devono essere registrati in un portale dedicato, chiamato Banca dati Nazionale F-GAS. Su questo portale noi tecnici dobbiamo compilare (se necessario) i rapporti di ricerca perdita annuale eseguita, sia che questa abbia effetto positivo o meno. Qualora la macchina non venisse controllata, il conduttore dell’impianto sarà eventualmente passibile di sanzioni ministeriali. Se ci dovessimo trovare di fronte ad una perdita non ci sarà possibile ricaricare il gas senza prima riparare in maniera sicura la perdita stessa”
Quali sono, quindi, le operazioni di manutenzione periodica che voi eseguite sulle pompe di calore?
“Eseguiamo ogni anno la pulizia della batteria alettata dell’unità esterna della macchina con specifici prodotti ed attrezzature, questa può sporcarsi in maniera tale da interrompere il corretto funzionamento della macchina oppure aumentando notevolmente i consumi di energia elettrica. Controlliamo e verifichiamo tutti gli organi di controllo e protezioni, quali i vasi di espansione
ed i vari filtri a protezione dell’impianto idraulico, e mediante uno strumento elettronico certificato effettuiamo la ricerca delle perdite del circuito frigorifero. Terminiamo le operazioni aggiornando il libretto di impianto e la banca dati f-gas, al fine di consegnare al cliente tutta la documentazione necessaria.”Dobbiamo, quindi, ricordarci di far eseguire la manutenzione periodica delle pompe di calore e dei sistemi ibridi, oltre che delle caldaie come normalmente facciamo. Ma se dovessimo aver necessità di riparare una pompa di calore? Chiediamo a Mauro come possiamo fare: “Ovviamente, anche per i clienti con le pompe di calore e sistemi ibridi, noi di A.VENTI, siamo disponibili a dare assistenza in caso di guasto. Ora che ci avviciniamo all’inverno ricordiamo che siamo reperibili dal 15/10 al 15/04 anche nei fine settimana e durante le festività, 7 giorni su 7, ed eccezione del Santo Natale di Capodanno. Chiamando i nostri uffici un tecnico vi risponderà i sabati dalle 08:00 alle 16:00, le domeniche ed i giorni festivi dalle 08:00 alle 12:00” Sempre operativi, lo staff di A.VENTI è quindi al servizio di ogni cliente che avesse necessità di assistenza sul proprio impianto termico.
Con la pubblicazione
dell’Avviso nella Gazzetta
Ufficiale e sul sito del Ministero è ufficialmente entrata in esercizio la Banca Dati delle Strutture
Ricettive tramite cui è possibile richiedere il
Codice Identificativo
Nazionale, obbligatorio per gli affitti brevi.
La Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche (BDSR) rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela del consumatore, della concorrenza e della trasparenza del mercato. “Un passo importante per garantire, legalità, piena trasparenza agli utenti, favorire l’emersione del sommerso e dell’evasione fiscale e maggior qualità dei servizi offerti ai turisti. Una riforma epocale se pensiamo anche al fatto che le OTA (Online Travel Agencies) si stanno allineando in tal senso e non proporranno le strutture sprovviste di CIN” commenta il Ministro del Turismo Daniela Santanchè.
La BDSR è uno strumento che implementa, tramite meccanismi di interoperabilità, il coordinamento informativo tra i dati dell’amministrazione statale e territoriale ed è volto a fornire una mappatura degli esercizi ricettivi su scala nazionale, anche utile al contrasto di forme irregolari di ospitalità.
Le informazioni contenute nella banca dati riguardano, tra l’altro:
• tipologia di alloggio
• ubicazione
• capacità ricettiva
• soggetto che esercita l’attività ricettiva
• codice identificativo regionale, ove adottato, o codice alfanumerico univoco.
Tramite la BDSR è attivata la procedura telematica di assegnazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN).
Il CIN dovrà essere esposto all’esterno dello stabile in cui sono collocati gli appartamenti o le strutture e andrà indicato in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.
Il portale del BDSR: https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/mappa-italia
Cos’è l’arredamento minimalista?
Essenza e filosofia
L’arredamento minimalista si basa sul concetto “less is more”, meno c’è, meglio è. Questo stile predilige linee pulite, colori neutri e pochi elementi ben selezionati, puntando su funzionalità e semplicità. Il minimalismo nasce come una risposta al caos visivo e al sovraccarico di oggetti, promuovendo un ambiente ordinato che favorisca la tranquillità e la concentrazione.
I colori del minimalismo
I colori tipici di questo stile sono i toni neutri: bianco, grigio, beige e nero. Questi colori, abbinati tra loro, creano un’atmosfera calma e rilassante, perfetta per chi cerca un rifugio dal caos
quotidiano. Si possono aggiungere tocchi di colore attraverso piccoli dettagli, come cuscini, quadri o piante.
Come arredare la tua casa in stile minimalista
Selezione dei mobili
Nel minimalismo, ogni mobile ha una funzione specifica e deve contribuire all’armonia complessiva dell’ambiente. Opta per mobili dalle linee semplici e dai materiali naturali, come legno chiaro, metallo o vetro. Evita decorazioni eccessive e preferisci pezzi dal design essenziale. Meno mobili hai, più spazio guadagnerai. Organizzazione degli spazi Una delle chiavi del minimalismo è
mantenere gli spazi liberi e ordinati. Utilizza mobili con capacità di contenimento, come cassettiere e armadi integrati, per evitare accumuli di oggetti. Ogni cosa deve avere il suo posto: organizzare in modo intelligente gli spazi ridurrà il disordine e favorirà una sensazione di leggerezza e apertura. Accessori ridotti al minimo
Gli accessori in una casa minimalista devono essere pochi e ben scelti. Evita soprammobili superflui e preferisci oggetti che abbiano una funzione, come lampade dal design semplice, vasi in ceramica o specchi senza cornice. Un’opera d’arte o un quadro possono diventare il punto focale di una stanza, ma senza appesantirne l’atmosfera.
I vantaggi dell’arredamento minimalista
Ambiente sereno e rilassante Uno dei principali vantaggi di questo stile è la creazione di un ambiente sereno e rilassante. L’assenza di oggetti superflui e il design semplice favori-
scono una sensazione di calma, ideale per riposarsi dopo una lunga giornata. Facile da pulire e mantenere Meno oggetti significano meno polvere e meno tempo dedicato alla pulizia. Il minimalismo rende la manutenzione della casa molto più semplice e veloce, risparmiando tempo ed energia che possono essere dedicati ad altre attività.
Consigli per un perfetto stile minimalista
Scegli materiali naturali Per ottenere un vero stile minimalista, scegli materiali naturali e sostenibili. Il legno, la pietra, il lino e il cotone sono perfetti per creare un ambiente caldo e accogliente, pur mantenendo la sobrietà tipica del minimalismo. Mantieni solo ciò che è essenziale Il minimalismo si fonda sul concetto di essenzialità. Prima di acquistare un nuovo oggetto, chiediti se è veramente necessario. Riduci al minimo tutto ciò che non ti serve e impara a godere della bellezza della semplicità.
L’arredamento minimalista non è solo una scelta estetica, ma un vero e proprio stile di vita. Adottare questo approccio ti permetterà di vivere in
un ambiente più ordinato, funzionale e rilassante, dove ogni elemento ha il suo posto e il suo scopo. E dove tutto sembra sempre in ordine.
Leggi le domande e scegli un’opzione. Alla fine leggi il profilo che ti rappresenta.
Qual è la tua stanza preferita nella tua casa?
a) Cucina
b) Soggiorno
c) Camera da letto
Quanto tempo passi a decorare la tua casa?
a) Molto, mi piace farlo spesso
b) Qualche volta, quando ho tempo
c) Poco, non è una mia priorità
Come ti senti quando sei a casa?
a) Molto rilassato e felice
b) E’ un posto come un altro
c) A volte annoiato, preferisco uscire
Qual è l’aspetto più importante per te in una casa?
a) Comfort e accoglienza
b) Funzionalità e praticità
c) Stile e design moderno
Se potessi scegliere un miglioramento per la tua casa, quale sarebbe?
a) Un giardino o uno spazio esterno
b) Una cucina più grande e attrezzata
c) Una sala giochi o un home theater
Quanto spesso organizzi eventi o cene a casa tua?
a) Spesso, mi piace avere amici e famiglia
b) Di tanto in tanto, ma non è una cosa abituale
c) Raramente, preferisco uscire con gli amici
Quale di queste attività pratichi di più a casa?
a) Leggere o guardare film
b) Lavorare o studiare
c) Sport o attività fisica
Quando pensi alla tua casa ideale, quale parola ti viene in mente?
a) Accogliente
b) Pratica
c) Elegante
Come gestisci il disordine in casa?
a) Cerco sempre di mantenere tutto in ordine
b) Faccio pulizie generali di tanto in tanto
c) Non mi preoccupo molto del disor dine
Sei soddisfatto della tua attuale si tuazione abitativa?
a) Molto soddisfatto, è esattamente quello che desidero
b) Abbastanza soddisfatto, ma ci sono delle cose da migliorare
c) Poco soddisfatto, vorrei cambiare molto
IL TUO PROFILO
Maggioranza di risposte “a)”
Profilo: La Casa è una priorità per te, rappresenta un rifugio sicuro e accogliente. Dedichi tempo ed energia a renderla un luogo speciale, dove ti senti a tuo agio e felice. La tua attenzione ai dettagli e l’importanza che dai alla decorazione mostrano quanto hai cura del tuo ambiente domestico. Maggioranza di risposte “b)”
Profilo: La casa è importante ma non essenziale. Hai un approccio equilibrato nei confronti della tua casa. La consideri un luogo utile e funzionale,
ma non necessariamente il centro della tua vita. Ti prendi cura del tuo spazio senza però dedicargli ogni istante del tuo tempo libero.
Maggioranza di risposte “c)”
Profilo: La casa è solo un aspetto della vita . Preferisci trascorrere il tuo tempo all’esterno o in compagnia di amici piuttosto che concentrarti sul tuo spazio abitativo. Potresti considerare la tua casa come un luogo di passaggio piuttosto che come una destinazione principale.