n. 16 TremilaSport 23-10-2019

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CALCIO FEMMINILE

BABNIK VOLA SULLA FASCIA

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PORDENONE, LO STADIO NON È UTOPIA

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VOLLEY A2 BASKET

PRIMI ACUTI DELLE FRIULANE

CITTADINI, PRIMA LA FAMIGLIA

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SEMPRE LUI I GOL DI OKAKA E UNA DIFESA BLINDATA PORTANO L'UDINESE A META' CLASSIFICA

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TRIESTE: Livio Lupetin Email: l.lupetin@hotmail.com

PORDENONE: Ivo Neri email: ivoneri@hotmail.com

UDINE: Venanzio Ortis Email: libertas.udine@gmail.com


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SOMMARIO

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Ph: Udinese.it

CALCIO

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CALCIO FEMMINILE Nika Babnik, centrocampista slovena del Tavagnacco, vuole giocare al meglio le sue carte nel campionato italiano.

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CANOTTAGGIO Due titoli mondiali e sedici italiani nel prestigioso palmarés di Federica Molinaro, punta di diamante della "Pullino" di Trieste

UDINESE

8

SERIE B: PORDENONE, LO STADIO NON È UTOPIA

9

DILETTANTI: MIANI ALL'ANCONA CON ENTUSIASMO

12

CARNICO: CERCIVENTO, SALVEZZA OK

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CALCIO A 5

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EDUCATION SPORTIVA: PARTIRE DALL'INFANZIA

18-19

BASKET

21-27

SPORT VARI

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VOLLEY

RUBRICHE 14-15 SI DICEVA... 20 CULTURA 36-39 MONDO LIBERTAS 40-41 ITINERARI MTB

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EDITORIALE

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CALCIO FEMMINILE

BABNIK VOLA SULLA FASCIA

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PORDENONE, LO STADIO NON È UTOPIA

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PRIMI ACUTI DELLE FRIULANE

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SEMPRE LUI I GOL DI OKAKA E UNA DIFESA BLINDATA PORTANO L'UDINESE A META' CLASSIFICA

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Per il basket regionale entusiasmi rinati FATTI DI GENTE DI SPORT

T E

empo di vacanze malu, non per tutti,inindialetto primis per il calcio professionistico, l segna semper dicevano lombardo i tifosi del Milan giàquando in preparazione in vista di una nuova chedelle inizierà il pros-del il tarvisiano Maurizio Ganz, oggistagione allenatore rossonere simo mese lasciandosi alle spalle la delusione europea della nazionale. calcio femminile, poneva domenicalmente il proprio marchio violando L’Udinese, con il suo nuovo allenatore Iachini, ha effettuato le sue prime le reti avversarie. Una frase che adottiamo in italiano nella copertiuscite con risultati, seppure estivi, che non entusiasmano e d’altra parte non na di questo nuovo numero per glorificare la costanza di un Okaka promette fuochi d’artificio un organico sulla falsariga di quello dei due predeterminante doppio uno a zerofra casalingo controdella Bologna Torino che ha cedenti risicatinel campionati e privo l’altro ormai classee di Di Natale. portato 6 dei ha 10 punti in una classificanel dell’Udinese ora piùceco tranquillizzante. Ido Cibischino comunque individuato giovane esterno Jankto la Successi misura che, come scrive il nostro sono stati garantiti possibile di sorpresa di stagione, vedremo se laIdo suaCibischino, profezia si avvererà. E per anche daregionale un solidoèapparato difensivo che attualmente è Trieste il meno albattuto il basket invece tempo di entusiasmi rinati, con suo en-del campionato italiano di e addirittura unosulla dei migliori Europa. nuove che nesimo campionato A2 affrontato base deiingiovani delBuone proprio vivaio e l’Apu, fresca purtroppo di promozione, a presentare le proprie prime mossepur a livello di non giungono dal calcio femminile, dove il Tavagnacco, giocando campagna di mercato. Ritorna dunque ilora derby friul-giuliano a bene, esce abbonamenti sconfitto dal ecampo del Milan, ritrovandosi penultimo in classiconferire sale ottimistiche ad un movimento negli escono ultimi anni in Friuli un assopito dall’asfica. Ma note in inglese comunque dapo’ una delle nuove giosenza diche unaabbiamo formazione di verticeladopo la chiusura dei battenti da parte della catrici intervistato, slovena Nika Babnik, intenzionata a giocarsi Snaidero direttore sportivo club triestino, Mario Ghiacci, non vede l’ora, al meglio eleil proprie carte nelladel sua prima esperienza da professionista in un come afferma nella nostra intervista, di effettuare la sua rimpatriata a Udine. campionato italiano rivalutato dalle recenti performances delle azzurre oltreMa rimane il nodo relativo ad un palasport Carnera da anni in preda a problechè dalla presenza di molti club maschili a supporto di quelli femminili. Il nostro matiche burocratiche e la cui pratica si prova ora in fretta e furia a chiudere in èvista un giornale che va soprattutto dietro le quinte per conoscere i personaggi di un campionato di A2 le cui battute iniziali (e ci si augura solo quelle), per el’Aandare a fondo eventi, Come e nel sempre basket abbiamo dedicato profilo a due pu, avranno luogonegli a Cividale. ci dedichiamo poi aiunpersonaggi e protagonisti delstavolta passatoè ela del presente come Moreno Sfiligoi, caratterizzò quello di spicco bella pallavolista Elisa Manzano, che che la nostra Bianilcamaria periodoGonano d’oro della pallacanestro isontina negli anni ’80,giro e Luca Cittadini, che ha scovato in Birmania nel corso del suo del mondo: una soprattutto per stare piùdice vicino alla friulana, famiglia poi ha deciderà preferitoil allenare il Pasian lunga pausa di riflessione, l’atleta da farsi dal punto di Prato campionato di serie D piuttosto continuareChi in più di vistanelsportivo, vagliando le offerte che leche perverranno. nonimpegnative vorrebbe seguire l’esempio di Elisa, la spina mese ricaricarsi? categorie superiori comestaccando in passato. Valoriper chequalche contano, cosìper come lo spirito Immedesimiamocicon nella lasciando all’immaginazione. decoubertiniano cuisua dueesperienza, campionesse, Paolaspazio Garbuio nel nuoto di fondo e

Federica Molinaro nel canottaggio, affrontano i rispettivi impegni senza il punto Il Direttore di riferimento di un vantaggio economico che nelle loro discipline è puro miragEdi Fatti Fabris gio. e persone che come sempre portiamo appunto alla ribalta e che fanno ancora credere in uno sport non in balìa del business esasperato.

Il Direttore Edi Fabris

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DIRETTORE RESPONSABILE RESPONSABILE DIRETTORE Edi Fabris Fabris Edi VICEDIRETTORE VICEDIRETTORE Massimo Muzzin Muzzin Massimo EDITORE EDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI EDIZIONI srl srl MEDIATREMILA Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. direzione@mediatremila.com direzione@mediatremila.com REDAZIONE REDAZIONE Viale Palmanova Palmanova 146 146 -- 33100 33100 Udine Udine Viale Tel. 0432. 0432. 33 33 30 30 893 893 Tel. redazione@tremilasport.com redazione@tremilasport.com

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TremilaSport+ 2016 || 5 5 TremilaSport+ || 20 23 07 10 2019


CALCIOUDINESE L'ANALISI

COME BRILLANO I BRONZI DEL FRIULI di IDO CIBISCHINO

A

ccade qui, sulle stesse zolle frequentate da cannonieri storici che davano del tu al gol, per tutti Zico, Bierhoff, Amoroso, Iaquinta, Totò Di Natale... Oggi di gol ne vediamo pochi, l’Udinese è con la Sampdoria la squadra meno prolifica del campionato con appena quattro marcature in otto partite, in pratica mezza rete a incontro. Reti preziosissime, avvenimenti verrebbe da dire, rese ancora più luminose dai riflettori della classifica che fotografano una rassicurante posizione a 10 punti, merito - in virtuosa sinergia - del sorprendente record opposto, quello dei gol incassati: appena 6, nessuno ha fattto meglio dell’Udinese, neppure Juve e Inter che stanno là sopra.

Un’altra eccellente prova della linea difensiva: Samir, Ekong e Opoku blindano la porta bianconera. L’Udinese resta la quadra meno battuta della serie A

cui edificare il resto, un po’ alla volta. Oggi chi affronta l’Udinese sa di avere davanti i tre “bronzi del Friuli”, atleti di 1,90 e dintorni, potenti, abili nel gioco aereo, armadioni che però non sono facilmente battibili neppure sul breve per reattività, senso dell’anticipo, personalità da veri combattenti. E concen-

spinto a dirsi “basta Turchia”. Quelli dell’Udinese ne hanno colto al volo la voglia: l’hanno preso per 2 milioni, oggi ne vale almeno il doppio. E’ un magnifico centrale, tra l’altro punto di forza della nazionale nigeriana: Belotti, non uno qualsiasi, se lo sognerà di notte tanto è stata spietata la legge del bianconero.

Tudor è a metà del capolavoro: grazie a Okaka (due gol da 6 punti) ma ora bisognerà lavorare per produrre di più in fase offensiva, sfruttando anche le palle inattive

adattabile a più ruoli, da vero calciatore moderno: difensore centrale, terzino in una linea a quattro, impiegabile a centrocampo come uomo di rottura, senza precludergli la fascia che può frequentare per facilità di corsa, un piede educato, lo spirito sfrontato che lo porta a non disdegnare l’uno contro uno. Da come la vedo io, se Tudor l’avesse sguinzagliato sulle tracce di Gervinho, l’artefice del blitz del Parma a Udine, non staremmo qui a piangere sulla più dolorosa sconfitta di questo primo segmento di stagione. Ci sono loro (doverosamente vanno aggiunti De Maio e Becao, non gli ultimi arrivati a riprova di un’abbondanza di contraerea mai vista), e il rendimento s’innalza se alle spalle agisce un

GUERRIERI Ekong e Samir alle prese con i campioni juventini. Nella foto a destra, un momento di nervosismo di De Paul. Ma oggi, l'argentino sembra rasserenato e votato all'interesse della squadra.

Si può tanquillamente parlare di mutazione genetica, innescata da un allenatore, Igor Tudor, che di fase difensiva se n’intende per un passato (parliamo di vent’anni fa) da combattente al centro di trincee illustri tipo Hajduk e Juventus. Conosce la materia e non gli ci è voluto molto a pesare i suoi uomini: non erano (e non sono) fenomeni quelli deputati a offendere, mentre era buona la materia prima di quelli incaricati di proteggere e rilanciare. Felice l’idea, dunque, di poggiare la squadra su quest’ultimi, di farne la piattaforma su

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trati, che non perdono la testa davanti agli attacchi più veementi. Il brasiliano Samir, 25 anni, è sulla breccia da più stagioni e da Udine ha addirittura spiccato il volo per la Selecao di Tite. Oggi il difensore mancino vale dagli 8 ai 10 milioni. Le sorprese, con evoluzioni da lasciare a bocca aperta, sono altre. William Ekong, 26 anni, nigeriano di scuola olandese, giocava nel Bursaspor, e là sarebbe potuto restare a vita se il piacere della sfida, la voglia di misurarsi in un campionato decisamente più competivo, non l’avesse

E mantiene le mani nei capelli (che non ha... ) il prode Zaza, sulle cui stoccate ravvicinate due volte il nostro “bronzo” ha opposto il petto: salvataggi che valgono come gol. Con grande simpatia si sta seguendo, poi, l’evoluzione di Nicholas Opuku, che gli scout dell’Udinese hanno scovato a Tunisi, versando all’Africain poco più di un milione di euro. Se non incapperà in qualche accidente, il ragazzo ghanese è destinato a una luminosa carriera in virtù di doti fisico-atletiche debordanti e di una poliedricità che lo rende

portiere di assoluta garanzia come Musso e davanti, a fare da schermo con esperienza e grinta trascinante, si piazza Jajalo, la grande idea, realizzata a parametro zero, del mercato estivo. Lo spirito di sacrificio e la disciplina di Mandragora, la promessa disponibilità del divo De Paul di mettersi al servizio del collettivo (come avviene nell’Albiceleste) anziché inseguire la vetrina personale, nonché il duro lavoro in ripiegamento di esterni ed attaccanti, disegnano un blocco dai contorni precisi, duro da scalfire.


UDINESECALCIO MIGLIORE ATTACCO CONTRO MIGLIORE DIFESA

A Bergamo con coraggio sognando il colpaccio

Così conciata, l’Udinese è un osso duro. Ma come la mettiamo in zona gol? Ne abbiamo cinque di attaccanti, e nessuno di essi ricorda neppure alla lontana uno come Di Natale. Fanno quello che possono, con dedizione, con rispetto delle consegne, supplendo con l’impegno all’istinto killer che non posseggono. Ogni gol, così, si trasforma in evento, con tante grazie a Okaka che, quatto quatto, due capocciate vincenti le ha prodotte per la bella somma di 6 punti (quelli contro Bologna e appunto Torino). Tudor sta cercando di inventare qualcosa di

nuovo, per esempio invitando i centrocampisti ad allungare il raggio d’azione (vedi Mandragora nell’assist aereo a Okaka) e gli esterni a tagliare dentro il campo (vedi il palo di Sema). Il resto dovrà arrivare da qualche furbata, soprattutto dalle palle inattive che l’Udinese non riesce a farsi amiche per mancanza di specialisti. Mantendendo la saldezza difensiova, bisognerà insomma produrre qualche gol in più. La differenza tra un campionato “soltanto” tranquillo e un altro con destinazione nobile.

Fatevi avanti Gomez, Muriel, Ilicic e compagnia bella! Ci sta, a questo punto l’Udinese ha il diritto-dovere di lanciare la provocazione a una delle più belle realtà del campionato, l’Atalanta, che andrà a incrociare domenica a Bergamo. La sfida si annuncia affascinante e intrigante: da una parte la squadra di Gasperini che sventola il record delle reti segnate (21), dall’altra la pattuglia di Tudor che stringe il record opposto, quello dell’impermeabilità difensiva (6 reti subite, contro le 13 dei bergamaschi). Se non ora, quando? La rassicurante posizione in classifica permette all’Udinese di andare a Bergamo con estremo rispetto ma senza sensi d’inferiorità. Anzi. Questa è occasione ghiotta, ecco il momento di far impennare le azioni bianconere perchè domenica non sarà, non potrà essere, la migliore Atalanta per il semplice fatto che gli impegni ravvicinati di campionato e Champions succhiano inevitabilmente energie fisiche e nervose. Reduce dal clamoroso mancato blitz di Roma (sotto di tre gol, la Lazio ha rimontato anche grazie a due rigori), l’Atalanta ha affrontato martedì il ManCity in coppa sciroppandosi un bel viaggetto oltremanica. Non sarà facile per Gasperini e i suoi prodi resettarsi e rimettere subito la testa sul campionato. Facile prevedere come si metterà la partita: l’Atalanta partirà a spron battuto per risolvere subito la grana bianconera. Velocità, gioco di prima, inserimenti, bim-bum-bam... Ma non potrà durare a lungo. Se l’Udinese resisterà nella prima mezzora, e anzi non rinuncerà a sua volta a contrattaccare con decisione e più uomini, alla lunga avrà chances di non tornare a casa a mani vuote. Impresa, tra l’altro, già riuscita al Torino alla seconda di campionato (2-3) e alla Fiorentina (2-2). Sarà un bel vantaggio, poi, non trovarsi davanti babau Zapata, costretto ai box per alcune settimane a causa dell’infortunio patito con la nazionale colombiana. Il sostituto sarà un’altra vecchia conoscenza bianconera, Luis Muriel, anch’egli - come l’antipatico Candreva - mal disposto verso la sua ex società che pure l’ha atteso e coccolato quando non era altro che un bamboccio indisponente e malandato. Non è certo un cuor di leone, Muriel, epperò astuto e veloce, capace di conclusioni fulminee e potenti. Lo affidiamo a Ekong certi che saprà maneggiarlo con le dovute attenzioni.

OSSERVATORIO

MAGLIA VERDE, GENUFLESSIONE DELLA FEDERCALCIO Il colore della maglia, tantopiù a livello di nazionale, è come quello della bandiera, inalienabile appunto perché simbolo di appartenenza penetrato nel tempo nell’anima di quanti si sentono di far parte di un’entità che ha anche nei simboli i punti fermi della propria esistenza. Ma oggi, in omaggio al tornaconto economico, certi valori sembrano essere andati a farsi benedire e anche quelli che vengono definiti “azzurri” contro la Grecia sono diventati “verdi”, con il risibile paravento del richiamo al Rinascimento italiano o alla linea verde del ct Mancini nell’opera di ricostruzione della nazionale. “Tutte

menate”, ha commentato tra l’ironico e l’amareggiato, in stile friulano, il monumento Dino Zoff, e non si può non dargli ragione. La realtà è ben diversa, con la genuflessione della Federcalcio al volere dello sponsor tecnico, sottomissione retribuita con quell’euro in più che ha offeso il rispetto dovuto a una nazionale che ha nell’azzurro il suo colore storico, variato con il bianco in caso di concomitanza di tinte con l’avversario di turno. E non si parli di terza maglia, a livello di nazionale non esiste. Un primo passo che incute un altro timore, quello di vedere in tempi brevi anche la maglia della nazionale

costellata di marchi commerciali, come accade per le squadre di club. Capita spesso di chiedersi il significato di taluni colori indossati nella gare di campionato da certe squadre contro avversari le cui divise non rischiano minimamente di confondersi con quelle degli altri: viene in mente, ad esempio, un recente Milan – Fiorentina a S.Siro in cui i toscani indossavano una maglia verde anziché la tradizionale viola che nulla aveva a che vedere con il rossonero degli avversari. O anche un Verona – Udinese di un mese fa in cui la formazione di Tudor di fronte al gialloblù dei veneti

indossò un completo arancione rosato. Il motivo è semplice: negli store (si chiamano così adesso, definirli negozi è anacronistico) dei club bisogna vendere anche le seconde maglie altrimenti lo sponsor tecnico si arrabbia. E allora ci si chiede perché non anche cominciare a pensare alle bandiere nazionali di riserva: metti un incontro politico, commerciale e quant’altro fra realtà italiane, ungheresi, messicane o irlandesi i cui colori dello stendardo si somigliano. Niente paura, basta mettersi nelle mani dei creativi e il problema è risolto. E.F.

TremilaSport+ | 23 10 2019 | 7


FOCUS

SERIE B

TORNA L’IPOTESI STADIO IN CITTÀ

In una nota congiunta, il presidente Lovisa e il sindaco Ciriani rendono noto che la pista che potrebbe portare alla realizzazione di un impianto in città è ancora calda. Fondamentali saranno i risultati sul campo

N

iente da fare per il Pordenone che nel fine settimana sono tornati a casa a mani vuote. Ramarri sconfitti sul campo della Juve Stabia per 4-2 con la prima mezz’ora che si è rivelata decisiva per le sort i del match, come evidenzia lo stesso Attilio Tesser: “Siamo stati bravi a raddrizzarla subito, ma poi alcune nostre disattenzioni hanno portato al secondo e terzo gol della Juve Stabia. Alla fine, si tratta di 5 minuti sbagliati che ci sono costati molto cari. La gara l’abbiamo iniziata meglio noi e nel secondo tempo li abbiamo costretti sulla difensiva.” “Avremmo potuto riaprirla prima, recrimino per l’incrocio colpito da Mazzocco. L’abbiamo riaperta tardi, peccato, ma sapevamo che ci sarebbe stato da battagliare molto. Siamo il Pordenone, siamo esordienti in B e siamo

in linea con il nostro obiettivo: la salvezza.” “Grazie ai tifosi che sono venuti a Castellammare e che ci hanno supportati fino alla fine, mi dispiace per loro. Analizzeremo gli errori in settimana e cerche-

Sarà fondamentale vedere il proseguimento del campionato dei Ramarri remo di regalare loro un risultato migliore sabato”, conclude il tecnico dei neroverdi. Intanto si è tornato a parlare dello stadio in città. «Due caratteri sanguigni come i nostri

possono fare scintille, ma ci siamo già ritrovati e riconciliati e le polemiche si sono placate. L’obiettivo condiviso è lavorare per trovare assieme la soluzione migliore, contemperare le esigenze della comunità pordenonese, del Comune e del Pordenone calcio, facendo un’opera al servizio di tutti»: queste le parole del sindaco Alessandro Ciriani e del presidente del club neroverde Mauro Lovisa in merito alla realizzazione di uno stadio in città. «Bisogna perciò – proseguono sindaco e presidente – ragionare con calma e studiare gli strumenti migliori per arrivarci. Un investimento così importante necessita dei doverosi approfondimenti, senza che nessuno tiri la giacca nè al Comune né al Pordenone calcio. Le cose si fanno nel momento in cui si possono fare, e nel migliore dei modi. Abbiamo convenuto che il Pordenone calcio si prenda il

giusto tempo per vedere come proseguirà il campionato – e ovviamente tutti auspichiamo che i risultati sin qui conseguiti in serie B si consolidino – dopo di che avanzerà le sue proposte che verranno condivise anche dal Comune per capire come arrivare a un risultato soddisfacente per tutti».

ECCELLENZA

PRO FAGAGNA, COLPO GOBBO Era il big match di giornata e ben in pochi potevano immaginarsi un epilogo del genere: la Pro Fagagna schianta la Pro Cervignano con una sonora manita, e le strappa il primato solitario in classifica. A segno Nardi e Pinzano con due doppiette, e Greca. Bene il Torviscosa che batte 2-0 il Codroipo senza troppi patemi, con gol di Zannier e Russian. Il Fontanafredda sbanca il campo del Tricesimo per 2-1: collinari in vantaggio con Liani, poi ripresi dai rossoneri grazie al gol di Zusso. Nella ripresa Lisotto fissa il punteggio in favore del Fontanafredda. Un gol di Persello è invece sufficiente alla Gemonese per avere la meglio sulla Manzanese.

8 | 23 10 2019 | TremilaSport+


FOCUS

AI RAGGI X

MIANI, ALL’ANCONA CON ENTUSIASMO

Il tecnico approdato quest’anno al club udinese per dare una mano a Paolo Colavizza racconta i suoi 27 anni di carriera sulle panchine regionali

S

ono passati oramai 27 anni da quando ha iniziato ad allenare e quest’anno è approdato all’Ancona, per dare una mano a Paolo Colavizza in prima squadra: stiamo parlando di Massimiliano Miani che ha così raccontato il suo passaggio alla corte del team cittadino. “Sono davvero molto contento di essere arrivato qui – commenta il trainer -. Sinceramente avevo deciso di lasciare, ma alcune persone vicino a me, mi hanno convinto a non mollare”. Un passato alla Serenissima e alla Virtus Corno per mister Miani: “Sono nato alla Serenissima Pradamano che mi ha cresciuto prima da giocatore e poi soprattutto da allenatore. Questa società è stata ed è tuttora casa mia, tanto che ancora non mi sono spiegato il divorzio che c’è stato tra di noi. In seguito, ho avuto l’opportunità di allenare alla Virtus Corno:

za che ha dato un valore importante per la mia crescita a livello professionale da allenatore ma soprattutto a livello personale. Ho lavorato insieme a Nello Marano e Maurizio Talotti con un gruppo primavera fantastico. Devo ammettere che le ragazze lavorano con una passione incredibile! Lì ho avuto anche la possibilità di conoscere la capitana della nostra nazionale, Sara Gama, una persona che nello sport, come nella vita, ci mette veramente l’anima”. Per un allenatore di calcio giovanile, la più bella soddisfazione resta l’affetto dei ragazzi cresciuti negli anni: “Si, posso dire che, ho avuto la soddisfazione di far crescere generazioni di ragazzi e ragazze, e la cosa che mi fa veramente piacere e che mi fa sorridere è che ci sono ancora tanti che mi fermano e ricordano, a distanza di anni, i bei momenti passati assieme. Ho sempre considerato il premio della Panchina Verde

Massimiliano Miani un riconoscimento importante per i mister che lavorano coi giovani, ma quando ex giocatori che si sono costruiti una vita ed ex giocatrici diventate mamme parlano di me come una persona che per loro è stata importante, beh questo

è il mio trofeo!” Per quanto riguarda le figure che hanno contribuito alla sua crescita come allenatore, Miani ricorda: “Ho avuto dei dirigenti speciali come Roberto Nadalutti che è sempre stato al mio fianco a Pradamano, e Pino Sessa che ha sempre avuto fiducia in me e mi ha voluto sempre con sè nelle varie società dove è andato. Non fosse stato per lui avrei smesso già tre anni fa. Inoltre, la mia ex compagna con la sua determinazione è sempre stata fondamentale nella mia vita”. Infine, un occhio al futuro: “Cosa farò da grande? Chissà ancora quante cose potranno cambiare nel corso degli anni, quante emozioni e quante delusioni dovrò ancora affrontare, ma su una cosa ho le idee chiare, ho una figlia, Angelica, di 13 anni che merita di essere seguita come un genitore deve seguire i propri figli. Per il resto lascio le porte aperte al futuro”.

Miani: “Nel calcio femminile ho sempre visto tanto entusiasmo” la considero un’esperienza importante per vari motivi. Lì ho conosciuto gente come mister Carpin e il secondo Frediano Romano che a livello calcistico e a livello umano sono stati speciali per me, li terrò sempre nel cuore”. Poi il salto nel calcio femminile al Chiasiellis: “E’ stata un’esperien-

Miani ai tempi del Chiasiellis.

TremilaSport+ | 23 10 2019 | 9


CALCIOFOTOGALLERY

seconda categoria b MORUZZO Ciconicco

FOTO ilaria metus

2-1

10 | 23 10 2019 | TremilaSport+


FOTOGALLERYCALCIO

TremilaSport+ | 23 10 2019 | 11


ALTRO CXALCIO

CARNICO

CERCIVENTO, OBIETTIVO SALVEZZA CENTRATO

Bastava un punto al Cercivento per ottenere la tanto agognata salvezza, ed il punto è arrivato in casa del Trasaghis (2-2). Risultato che rende inutile la vittoria dell’Amaro ad Imponzo

C

on il Cavazzo premiato sul proprio campo come vincitore della Prima Categoria che batte in goleada il Fusca, l’attenzione va alla zona retrocessione con gli ultimi verdetti. Bastava un punto al Cercivento per ottenere la tanto agognata salvezza, ed il punto è arrivato in casa del Trasaghis (2-2). Risultato che rende inutile la vittoria dell’Amaro ad Imponzo. Formazione di Talotti che scende in cadetteria insieme al Fusca ed al Campagnola sconfitta dal Mobilieri. Ottimo terzo posto del Villa (3-1 sull’Arta) che affianca il Cedarchis (sconfitto dalla Pontebbana ma è sorprendente la posizione finale). Partita senza obiettivi particolari quella tra Ovarese e Nuova Osoppo terminata in parità con reti, tra gli altri, di Boreanaz e Granzotti, due “simboli” del campionato carnico. Succede di tutto in Seconda Categoria con campo principale il “Nives Romano” di Paularo in cui

Edera promossa in Seconda e vincitrice del campionato tra Velox e Paluzza non c’è un vincitore con gli ospiti (che recriminano per i tanti errori sotto porta) esclusi dalla lotta promozione. Basta, infatti, un pareggio a 10’ alla Folgore per andare allo spareggio con i gialloblu di Gressani per avere il pass per il salto di categoria. A raggiungere il Sappada in prima categoria è l’Illegiana che, con il solito Matteo Iob, ha la meglio sul Ravascletto. Scendendo nella zona retrocessione a salvarsi è il Verzegnis che non ha difficoltà a sbarazzarsi dell’Ardita e approfitta del turno di riposo della Stella Azzurra per superarla in classifica. Nelle altre gare della domenica vitto-

La rosa del Cercivento (Foto Carnico.it) rie esterne in goleada di Val del Lago e Sappada su Timaucleulis e Tarvisio. Tutto come da previsioni (o quasi), invece, in Terza Categoria. L’Edera espugna il campo di Ampezzo e si prende promozione e primo posto. L’Ancora si fa infilare dalla Moggese e viene appaiata dalla Viola (terza squadra promossa) che ne fa tre al Val Resia. Un San Pietro

decimato dalle squalifiche deve aspettare il recupero per portare a casa il punteggio pieno da Comeglians ma i risultati arrivati dagli altri campi la mantengono in categoria. Nelle ultime partite il Bordano vince in casa contro Il Castello (sempre Basaldella a segno per gli ospiti) e La Delizia vince il quasi derby contro l’Audax. Simone Polentarutti

FOOTGOLF

ALTRI DUE TITOLI PER L’UDINE FOOTGOLF La squadra di Udine Footgolf / Friûl Footgolf, già entusiasta e ancora incredula per il titolo italiano nel Campionato nazionale a coppie, conquistato da Sabrina De Monte e Stefano Frantz un mese fa sul campo del Golf Club Castell’Arquato (PC), ha potuto festeggiare altri due titoli nazionali, raggiunti al termine della “due giorni” (due gare singole) disputata presso l’Asolo Golf Club (TV). La prima sorpresa è arrivata da Giulia Zilli, classe 1994, che al termine di una stagione in continua crescita ha vinto il campionato “Netto”, ovvero quello dove il punteggio ottenuto in ogni gara è dato dal numero di colpi effettivamente tirati (Lordo), ai quali vengono sottratti i colpi che il proprio handicap di gioco permette di giocare in

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quel campo. La seconda sorpresa, a sua volta molto sudata e fino all’ultimo incerta, è arrivata grazie a Lucio Valzano, triestino doc e al primo anno impegnato in gare nazionali. Lucio è arrivato alla vigilia della gara di Asolo al secondo posto nella classifica Over 50, distanziato di oltre 60 punti dal leader, e per poter vincere il titolo nazionale doveva innanzitutto fare sua la sua gara in terra trevigiana e sperare che il primo in classifica provvisorio, Tatananni Armando di Roma Footgolf, arrivasse terzo o con un piazzamento peggiore. Il giocatore giallorosso è arrivato terzo e così per la squadra Friulana la stagione, a livello nazionale, si è conclusa con un “triplete” che nessuno avrebbe mai potuto immaginare la scorsa primavera.


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SIDICEVA...

si diceva...

L'ANTICA STORIA DEI "CAMPI DA GIUOCO" UDINESI Il capoluogo friulano fu una delle prime città italiane a disporre di un impianto sportivo all'aperto, inaugurato il 22 aprile 1893 in un'area esterna alle mura

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ome ogni rito ed ogni spettacolo esistono solo in quanto vi sia un luogo che li contenga, così anche il calcio e tutti gli sport di prato, di pedana e di pista esistono solo in quanto vi sia uno stadio che costituisca il loro tempio e il loro teatro. Allo stesso modo, la storia di una città si identifica in quella dei suoi “campi da giuoco”, i quali, anche per il loro progressivo mutare nel corso degli anni, raccontano meglio di ogni altra architettura l’essenza e i costumi delle società che li hanno edificati e talvolta distrutti. E questo vale anche per Udine, che è non solo una delle città d’Italia in cui la storia dei “campi da giuoco” è più antica, ma anche una di quelle che, di volta in volta,

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ha anticipato i tempi, precorrendo le mode e realizzando impianti sportivi dalle concezioni nuove e originali. Questa storia iniziò alla fine

giuochi venne spostato dapprima in corrispondenza dell’odierna via Manzoni (1899), poi sul retro delle attuali scuole elementari Dante (1913), quindi nei pressi di

Il Campo polisportivo Moretti fu il primo impianto sportivo moderno, inaugurato nel 1924 dell’Ottocento, quando la nostra fu una delle prime città a disporre di un impianto sportivo all’aperto, inaugurato il 22 aprile 1893 in un’area situata fra le attuali vie Roma, Ciconi e Battistig. Negli anni seguenti il campo dei

piazzale XXVI Luglio (1914), dove poi sarebbe stato costruito il Tempio Ossario. Ma fu soltanto il 31 agosto 1919, esattamente un secolo fa, che a Udine venne inaugurato il primo impianto sportivo moderno: uno “stadium”

dotato di campo di calcio, piste e pedane, che venne costruito nella braida Moretti, con ingresso da via Mentana. Sarebbero trascorsi cinque anni e su quello stesso terreno un’associazione privata, costituita dagli esponenti di varie discipline, avrebbe realizzato quella che era destinata a diventare la più importante arena sportiva dell’intero Friuli: il Campo Polisportivo Moretti, inaugurato il 25 maggio 1924. Uno stadio dalle forme probabilmente uniche in Italia, dove sarebbero andate in scena, per alcuni decenni, quasi tutte le discipline sportive praticabili all’aperto: dal calcio al ciclismo, dall’atletica all’ippica, dal motociclismo al rugby, dal tennis al pattinaggio. Quello stadio fu abbandonato dall’Udinese


SIDICEVA...

STORIA Nelle immagini, l'evoluzione storica di quello che sarebbe divenuto il Campo polisportivo Moretti, inaugurato il 25 maggio 1924 e demolito tra non poche polemiche popolari nel 1999. Al suo posto sorge oggi un parco pubblico e solo rari reperti sono stati risparmiati a testimoniarne il glorioso passato.

nel 1976 e cominciò da allora un lento declino che si concluse nel novembre 1999, quando le sue tribune furono demolite. Al loro posto sorge oggi un parco pubblico e solo rari reperti sono stati risparmiati, purtroppo, per testimoniarne il glorioso passato. Un nuovo grandioso impianto era stato nel frattempo eretto nel quartiere dei Rizzi e fu presto ribattezzato con il nome “Friuli”, perché quello non era più soltanto lo stadio di una città, ma anche di un territorio e soprattutto di un popolo. Il “Friuli”, inaugurato il 26 settembre 1976, quando la nostra terra era stata appena sconvolta dal terremoto, sarebbe diventato da allora la “casa” dell’Udinese ed uno degli stadi più evoluti e rappresentativi d’Italia, tanto da essere stato scelto fra le sedi dei campionati del mondo del 1990. Più tardi la sua vastità divenne inadeguata a soddisfare le mutate esigenze del pubblico e fu così che, alcuni anni or sono, il Comune di Udine e l’Udinese calcio siglarono una convenzione per trasferire a quest’ultima il diritto di disporre, per 99 anni, dell’intero impianto. Lo stadio fu oggetto di radicali modifiche, la capienza venne ridotta e le nuove tribune coperte furono avvicinate al campo. Nasceva così,

nell’agosto 2015, un modernissimo stadio all’inglese, rinnovato nelle strutture ed anche nel nome. L’impianto, pur conservando l’antica intitolazione, vi avrebbe aggiunto il nome “Dacia Arena”, in omaggio allo sponsor. Un nome destinato ad avere, peraltro, una mera valenza pubblicitaria, poiché il sentimento popolare lo identifica ancora - e siamo certi che lo identificherà per sempre - come “Stadio Friuli”. Andrea Purinan

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CALCIOC5

LE FORMAZIONI DELLA DESTRA TAGLIAMENTO VOLANO IN CAMPIONATO, LE UDINESI ARRANCANO

FLASH FUORI UDINE CITY E PORDENONE

PRIMA DIVISIONE

Escono dalla competizione anche le due superstiti Pordenone e Udine City: naoniani sconfitti di misura a testa alta 3-2 tra le mura amiche contro l'Olimpia Regium, formazione di serie A2, esce con l'onore delle armi anche la squadra udinese che cede il passo alla quotata Came Dosson (1-7 in rete Barile) squadra di serie A, con il 57enne estremo Verdicchio che si toglie il lusso di esordire in una competizione nazionale cosĂŹ importante senza subire reti. Chapeau.

QUARTI DI FINALE IN SERIE C

COPPA ITALIA

Terminati i gironi di qualificazione. In base alla classifica questi sono gli abbinamenti per i quarti di finali in gara unica: Manzano-Maniago (sabato ore 17.00) Clark-Gradese (ore 18.00) Torriana-Futsal udinese (19.15) Tarcento-Futura Basiliano (20.30). Partite ad eliminazione diretta, con supplementari in caso di paritĂ dopo i tempi regolamentari ed eventuali calci di rigore.

NEROVERDI SUGLI SCUDI

UNDER 19

Solo il Pordenone può festeggiare nel campionato nazionale under19: la squadra di mister Bertoli vince 3-2 contro lo Sporting Altamarca e si porta a 6 punti, Palmanova (3) sconfitto di misura col Sedico 4-3, piÚ pesanti le sconfitte rimediate da Udine City (0-10 con il Villorba) e Maccan Prata (1-9 con Miti Vicinalis) ancora ferme al palo.

PORDENONESI AVANTI TUTTA

M

accan Prata in testa, Pordenone a ruota, sul fondo ancora al palo Udine City e Palmanova: è questo il riassunto del campionato nazionale di serie B dove il Maccan Prata ottiene la terza vittoria in altrettante gare e assieme alla sorpresa Cornedo e mantiene la vetta del girone B. Tutto facile per i giallo-neri di Sabalino che nel derby col Palmanova non hanno avuto problemi: 4-1 il parziale a metà gara nella ripresa arrivano altre tre reti per il 7-1 finale che conferma il buon stato di forma dei locali mentre c'è da lavorare parecchio per la squadra di mister Criscuolo che nella trasferta pordenonese ha dovuto far a meno degli infortunati Contin e Langella. Per i portacolori della città stellata diventa già decisivo il prossimo impegno casalingo che li vedrà ospitare l'Olimpia Rovereto, squadra trentina appaiata sul fondo della classifica. Fatica non poco il Pordenone per portare a casa l'intera posta col Sedico: il triplo vantaggio di metà gara (4-1 tripletta di Zajic) viene ribaltato dai veneti che completano la rimonta a due minuti dalla sirena, ma il Pordenone non si abbatte, ritrova il vantaggio dopo pochi secondi e poi approfitta del portiere volante del Sedico per siglare altre tre reti dalla distanza che valgono l'8-4 finale. Torna a mani vuote da Belluno l'Udine City: Stendler illude

i friulani che prima subiscono il pareggio di Reolon e poi nella ripresa il sorpasso di Van, con il Belluno che dopo il sofferto 2-1 sul Palmanova porta a casa un'altra vittoria di misura che vale oro colato in ottica salvezza. Per la squadra di mister Pittini il calendario è ancora infelice, con Agrizzi e compagni che nel prossimo turno ospiteranno il Cornedo capo-classifica a sorpresa. In regione si è disputato l'ultimo turno di qualificazione dei gironi di Coppa Italia che hanno sancito le classifiche finali dei due gruppi ed i relativi abbinamenti per i quarti di finale che si giocheranno nel prossimo week-end. Nel gruppo B la sorpresa si chiama Futsal Tarcento: la squadra allenata da Jovic si impone 6-2 sul campo del Maniago (doppietta Dindo) e chiude il girone al primo posto, grazie al pareggio imposto dal fanalino Gradese alla Torriana che giunge seconda: 2-2 il finale a Grado con il locale Zentilin, ex di turno, protagonista con una bella doppietta. Nel girone A la differenza reti premia la Clark, che precede seppur a pari punti il Manzano: i neroverdi di Tirindelli vincono in goleada (16-2) in quel di Basiliano, battaglia in quel di Manzano dove la squadra di Genna supera 6-4 la Futsal Udinese in una gara nervosa e condita da tre espulsioni per gli ospiti.

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CALCIO FEMMINILE

“BABI”, COME UNA SCHEGGIA SULLA FASCIA Nika Babnik, centrocampista slovena del Tavagnacco, è alla sua prima esperienza professionistica e vuole giocare al meglio le sue carte nel campionato italiano di EDI FABRIS

E’

il suo primo anno da professionista e Nika Babnik, 21enne centrocampista slovena del Tavagnacco, è fermamente intenzionata a giocare al meglio le proprie carte nel campionato italiano. Di lei aveva parlato bene al club gialloblù la connazionale Kaja Erzen, ora alla Roma, e Elisa Camporese, nuovo direttore tecnico, aveva provveduto a contrattualizzarla. “Qui al Tavagnacco mi trovo davvero bene – ammette Nika, che vive in un appartamento di Cavalicco di proprietà della società insieme ad altre quattro compagne di squadra - , per vicinanza alla mia città, Lubiana, dove ritorno un paio di volte al mese dopo gli

chiama spesso con il nomignolo Babi: “Sono direttive tattiche secche non difficili ormai da comprendere e un giorno mi sentii dire un “tanta roba” che non capii ma poi mi feci spiegare. L’aver studiato a scuola lo spagnolo comunque mi aiuta”. IMPIEGO TATTICO Di corporatura minuta, agile e veloce, Nika, nel 4-3-3, viene impiegata da centrocampista esterna e pure laterale difensiva: “Un ruolo impegnativo – lei commenta - , che ti costringe a correre su e giù per tutto l’incontro, con un certo dispendio di energie. Ma la nostra preparazione atletica ci permette comunque di svolgere un

Nika Babnik con la maglia della nazionale slovena in azione contro l'Iran in una suggestiva immagine. La 21enne atleta di Lubiana interpreta un ruolo di grande dispendio fisico, impiegata sulla fascia in mediana o nel reparto arretrato.

incontri casalinghi, il clima amichevole che vi ho trovato e il poter confrontarmi con realtà del calcio femminile che nel campionato sloveno esistono solo in tono minore”. Parla un inglese fluente, la ragazza, mentre di italiano ne mastica ancora pochino, riuscendo comunque a comprendere gli ordini del suo allenatore, Luca Lugnan, che la

gioco basato per buona parte sulla fisicità”. Studentessa di sport management all’ateneo di Kranj, l’atleta mosse i primi passi calcistici a nove anni nell’Interblok, lasciando le precedenti attività nello sci e nel karate. Poi due stagioni al Brinje e ben otto al Krim, dal quale il Tavagnacco l’ha pescata. Ed ora, appunto, il nuovo impe-

gno in un campionato italiano rivalutato negli ultimi anni dall’ingresso di molti club maschili a supporto di quelli femminili: “Ci sono molti team di alto livello con i quali ci confrontiamo, puntando alla salvezza – lei considera - . Un amalgama, il nostro, che richiede pazienza, essendo la squadra nuova per il 70% rispetto alla scorsa stagione. Ma a Firenze, contro una delle big, abbiamo giocato bene, perdendo solo di misura. In quanto alla nazionale slovena, allenata dal nuovo tecnico David Fekonja, è anch’essa migliorabile con l’inserimento di quelle che giocano all’estero. Il campionato, da noi, è infatti poco competitivo e per le giocatrici è importante andare all’estero per crescere. Nel girone delle qualificazioni europee siamo seconde alle spalle dell’Olanda, una delle big del calcio femminile mondiale”. Il suo obiettivo primario è comunque quello di consolidarsi nel calcio che conta, del quale il Tavagnacco può costituire il trampolino di lancio: “La Juventus e il Milan sono le più forti – considera – ma mi piace molto l’Inter. Per quanto mi riguarda sarà fondamentale mantenere sempre alta la concentrazione perché il fattore mentale riveste per ogni atleta un’importanza basilare. E qui a Udine, senza il caos e le distrazioni di altre città più grandi, penso sia fattibile senza troppe difficoltà”.

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BASKET L'ALLENATORE Mario De Sisti, tecnico ferrarese scomparso alcuni mesi fa, è stato il talent scout di Sfiligoi al tempo di Gorizia.

DE SISTI CREDETTE IN ME Moreno Sfiligoi, uno dei migliori difensori degli anni '80 e dal 2013 al 2017 presidente dell’UG Goriziana, racconta se stesso e il suo tempo nella nostra intervista

S

IL PATRON Leo Terraneo, con il suo apporto economico, è stato l'alfiere del grande basket goriziano degli anni '80. NELLA GRANDE UGG Nella foto di squadra, Moreno Sfiligoi, secondo in piedi da sinistra, nell'Ugg 1984/1985 che entusiasmò i tifosi goriziani

coperto e valorizzato da Mario De Sisti, tecnico che fece della difesa una sua arma riconosciuta, Moreno Sfiligoi è stato uno dei big della grande pallacanestro goriziana degli anni Ottanta, e ricorda nella nostra intervista i suoi inizi e quelli che furono i tempi d'oro in cui giocò insieme ad altri campioni che hanno fatto la storia del basket isontino a livello nazionale. <<Sicuramente scegliere l’Unione Ginnastica Goriziana fu determinante nella mia carriera - ricorda Moreno - . Le persone incontrate mi hanno permesso di crescere in un ambiente sano, fuori da alcol e droghe. A Gorizia poi c’era una grandissima attenzione per gli istruttori del settore giovanile, tutti molto preparati, grazie ai quali sono stato convocato in Nazionale. Nel 1979, a 17 anni, ho partecipato ai Campionati Europei a Damasco dove inaspettatamente siamo arrivati in finale perdendo contro la Iugoslavia ai supplementari di un punto. Quest’esperienza mi ha dato molta carica, permettendomi di essere confermato in prima squadra a Gorizia. In tre anni e mezzo penso di aver giocato circa 15 minuti ma mi stava bene così perché era un continuo imparare. Ogni allenamento infatti marcavo Roscoe Pondexter che mi ha permesso di diventare uno dei più

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forti difensori della Serie A. Nella stagione 1981/1982 arrivò come allenatore Mario De Sisti che, seppur non fossi un giocatore di talento, ha creduto molto in me. Questa ritengo che sia una di quelle fortune che accadono nella vita che solo qualcuno. A settembre pesavo 127 chili ma mi promise che solo quando sarei arrivato a pesare 109 chili sarei stato schierato nel quintetto base. Mi faceva pesare ogni venerdì sera dopo allenamento. Il 20 di Aprile, dopo non aver giocato per 24 partite, il massaggiatore mi pesò apposta in modo errato dicendo all’allenatore di essere arrivato alla fatidica cifra, anche se in realtà pesavo 112 chili. Da quel momento ho sempre giocato.>>  In Nba è forte il concetto di rookie, anche in Italia la matricola è così importante? <<Una volta era fortissimo. Gli allenatori erano più coraggiosi nello schierare un ragazzo di 19 anni. Si assumevano le responsabilità degli errori delle matricole perché sapevano che dovevano poter sbagliare per imparare. Oggi invece c’è la tendenza di puntare sui giocatori esperti o stranieri perché si prendono loro le colpe. Quando io ero rookie, modo in cui Roscoe mi chiama ancora oggi, mi sentivo orgoglioso di stare lì mentre oggi già i ragazzini cominciano a lamentarsi.>>  Se potesse scegliere una partita da rigiocare quale sarebbe? <<La partita della promozione contro Mode-

na a Rimini. Eravamo uno pari nella serie e ci giocavamo la “bella”. Ho fatto una buona prestazione e poi alla fine ho il ricordo, di cui conservo a cuore una foto scattata quel giorno, di mia moglie con mia figlia sulle spalle.>>  Con quale dei tanti avversari che ha sfidato avrebbe voluto giocare? <<Gianmarco Pozzecco. Secondo ai tempi era, assieme a Carlton Myers, l’unico giocatore italiano per cui valesse la pena di pagare un biglietto. Era libero di esprimersi perché lo lasciavano a questo sua “follia” nel modo di giocare. Era divertente vederlo giocare.>>  Perché ha deciso di intraprendere la carriera da dirigente e non ha mai pensato a quella da allenatore? <<Ho un aneddoto. A 13 anni sotto Natale ci allenavamo alla mattina. Un giorno ci venne a trovare il Presidente Giovanni Bigot. Quello che mi colpì fu una sua frase in cui affermò che tra di noi ci fosse un futuro Presidente dell’UGG. Quando me l’hanno chiesto mi sono ricordato delle sue parole e, oltre al grandissimo onore e riconoscenza che ho per questa società, ho accettato. Per quanto riguarda l’allenare, mi avevano proposto e ci ho anche provato per un periodo. Però uno che ha giocato può allenare una squadra di adulti, disponendoli meglio in campo, ma nel settore giovanile bisogna essere preparati. In più non mi piaceva troppo.>> Alessandro Vescini


BASKET Luca Cittadini allena il Pasian di Prato in serie D dopo un passato in categorie superiori

PRIMA LA FAMIGLIA

N

on poteva iniziare meglio l’avventura di Luca Cittadini sulla panchina della Libertas Pasian di Prato nel girone “Ennio Bon” della serie D regionale 2019/20, con i suoi ragazzi capaci di bissare il successo colto in trasferta all’esordio a Casarsa, prevalendo di misura per 82-79 tra le mura amiche nei confronti dei pordenonesi del Roraigrande al termine di una gara molto combattuta. “Una vittoria importante che ci permette di mettere fieno in cascina – analizza il coach – e che ha ben evidenziato quali sono i nostri attuali pregi e difetti: andiamo ancora troppo a corrente alternata facendoci cogliere da troppe amnesie in fase difensiva ma riusciamo a compensare con grande determinazione, entusiasmo e compattezza di gruppo.” La partenza lanciata vi ha messo i riflettori addosso: reciterete il ruolo di “sorpresa” stagionale? “Le due vittorie con cui abbiamo iniziato la stagione naturalmente ci fanno piacere e saranno molto utili per la classifica in prospettiva, ma non vogliamo montarci la testa. Siamo una neopromossa che ha ottenuto la categoria in seguito al ripescaggio e non abbiamo cambiato assetto rispetto al campionato di Promozione, per cui, è di tutta evidenza che l’obiettivo che abbiamo è quello di mantenere la categoria alla fine del campionato.”

Quali sono le armi a disposizione per centrare la “salvezza”? “Come già detto ho a disposizione una squadra praticamente inalterata dall’anno scorso e molto giovane: questo fa sì che il gruppo sia già compatto e animato da grande entusiasmo nell’affrontare la nuova categoria e con una società molto ben organizzata alle spalle. Questi fattori di base possono risultare determinanti, soprattutto se riusciremo a continuare il percorso di crescita che la serie D ci richiede, focalizzandoci in particolare sulla capacità di mantenere più a lungo l’intensità difensiva, caratteristica fondamentale per ogni team che aspiri a centrare i suoi obiettivi, quali essi siano.” Quali sono invece gli obiettivi di carriera nel più lungo periodo, per un tecnico che nel recente passato aveva guidato la Calligaris nelle serie superiori? “Gli scorsi due campionati ho guidato Cormons in serie D e ho maturato la convinzione che questa categoria rappresenti la mia dimensione ideale, per cui ho accettato di buon grado le proposte di Pasian di Prato per la corrente stagione. Certo, il clima delle serie superiori può a volte risultare elettrizzante, ma oltre il basket ho già un lavoro che mi impegna e una famiglia a cui sto già chiedendo del tempo, senza contare che tra pochi mesi è in arrivo un figlio. Per cui, va già tutto bene così.” Giuseppe Passoni

CAMPIONATI UISP

AI BLOCCHI DI PARTENZA

I

n settimana ha preso avvio il 33 campionato di pallacanestro UISP organizzato dal Comitato Provinciale di Udine. In serie A1 si è giocato solamente il girone Udine 1 composto da 7 squadre. Esordio vincente per i campioni in carica di Fagagna che hanno sbancato facilmente il parquet goriziano degli Old Stars per 85-62. Nel derby aiellese i Dindias vengono sconfitti dal team del presidente Vittor per 51-60. La WLM Udine sconfigge il San Daniele con il risultato di 81-71, grazie ai 22 punti dell’ex di turno Massimo Cabai. In serie A2 si è giocata la prima giornata. Quest’anno il campionato mette in palio due promozioni nella serie superiore. Questi i risultati e il programma completo: SERIE A1 GIRONE TRIESTE Dai e Vai – Libertas (25/10 ore 21.15), OMKS – Spazzidea (23/10 ore 21.00), Basket4 – UCPT (25/10 ore 21.15) GIRONE UDINE 1 WLM Ud (Cabai M 22. Micalich R. 20) – San Daniele 8171, Gorizia (Rosa 14) – Fagagna 62-85, Aiello – Dindias Aiello 60-51. Ha riposato Remanzacco Classifica; Fagagna, WLM Ud e Aiello 2, Dindias Aiello, San Daniele, Gorizia e Remanzacco 0. Prossimo turno: San Daniele - Aiello (25/10 ore 21.00), Dindias Aiello - Gorizia (25/10 ore 20.30), Fagagna - Remanzacco (25/10 ore 21.00) riposa WLM Ud GIRONE UDINE 2 Tricesimo – Laipacco (22/10 ore 21.15), Attimis – Tarcento (25/10 ore 21.15), Monfalcone – Sbrindella (21/10 ore 21.15)

SERIE A2 Basket Time Ud, nella foto (D’Arcangelo 10) – Pasian di Prato (Tomasella 18) 28-56, Buttrio (Zabrizach e Zanuttini 11) – Porpetto (Dri 21) 60-67, Gorizia (Milloch e Novak 17) – San Giorgio (Marchiori 15) 57-59, Referee Ud (Zamburlini 13) – Tolmezzo (Maso 10) 4332, Pagnacco (Faelli 17) - CDU Ud (Zuliani e Boezio 15) 54-55, Reyer Ud (Domini 20) – Monfalcone (Cepach 14) 64-71, Gemona (Di Maria 16)– Latisana 60-56. Classifica: Pasian di Prato, Porpetto, San Giorgio, Referee, CDU, Monfalcone e Gemona 2, Basket Time, Buttrio, Gorizia, Tolmezzo, Pagnacco, Reyer, Latisana 0. Prossimo turno: Latisana – Reyer Ud (24/10 ore 20.30), CDU Ud – Referee Ud (22/10 ore 20.30), Tolmezzo – Gorizia (23/10 ore 20.30), Porpetto – Basket Time Ud (24/10 ore 20.15), Pasian di Prato – Gemona (24/10 ore 21.00), Monfalcone – Pagnacco (22/10 ore 20.15), Buttrio – San Giorgio (25/10 ore 20.45 ).

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NONSOLOSPORT

CULTURA

Novità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

MOSTRE

A PAGNACCO SULLE TRACCE DEL GENIO

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inquecento anni dalla morte del Genio per eccellenza valgono bene una serie di celebrazioni, alle quali non si è sottratto il Circolo culturale Arte Pagnacco, che ha inaugurato il 12 ottobre nel centro di via Fruch della cittadina collinare alle porte di Udine un’esposizione intitolata “Omaggio a Leonardo, sulle tracce del Genio”, alla quale danno vita gli artisti soci del club fino al prossimo 22 novembre. Sulla locandina, quella che pubblichiamo, un’opera di Erasmo Frascaroli che stupisce per precisione dei dettagli e somiglianza a quella originale, l’autoritratto dell’età matura del poliedrico artista fiorentino, morto ad Amboise, in Francia, nel 1519. Ma altri sono i lavori esposti, a cominciare dal paracadute leonardesco che spicca al centro della sala, con raffigurati nelle pareti interne vari aspetti dello scibile dell’artista, dall’anatomia di corpi umani alle annotazioni a scrittura rovesciata tipiche del Genio. E poi modellini in legno, come un ponte su un fiume o l’apparato ad uso dei castellani aggrediti per rovesciare le scale degli aggressori ai bastioni dei manieri. Anche i più giovani o addirittura i bambini hanno contribuito alla realizzazione della mostra, con una serie di riproduzioni ad acquarello del dipinto più famoso di Leonardo, il ritratto di Monna Lisa, meglio conosciuto come La Gioconda. E ancora ceramiche, disegni e dipinti a completare una mostra di indubbio interesse che durerà appunto fino al 22 novembre, con orari d’apertura il lunedì dalle 15 alle 17 e il martedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18. Su appuntamento al 3476094474. E..F.

MICHAEL CONNELLY

LA NOTTE PIU’ LUNGA PIEMME

Come a ogni alba, la detective Renée Ballard torna al distretto con addosso tutta la stanchezza della notte. È la sua croce, fin da quando si è scontrata in malo modo con i suoi superiori: essere relegata al turno che va dalle sette di sera alle sette di mattina, quello che i poliziotti chiamano “l’ultimo spettacolo”. Ma stavolta alla stazione di polizia c’è una sorpresa ad aspettarla: uno sconosciuto con i capelli grigi e i baffi, intento a frugare tra i vecchi schedari. Un intruso che si chiama Harry Bosch che sta indagando sul caso irrisolto della quindicenne Daisy Clayton, una ragazzina scappata di casa e ritrovata morta in un cassonetto. Bosch ha conosciuto la madre della ragazzina, e non riesce ad avere pace sapendo che chi ha fatto del male a Daisy è ancora a piede libero.

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L’ANGOLO DELLA

LETTURA

JOHN CARRE’ LINDALE CASTILLO

UNASPIA STRADA LA CORRE SUL CAMPO OSCURA MONDADORI TIMECRIME

JosephunKing, già noto di alla47 comunità Nat, veterano anni amish per il Intelligent temperamento aggresdel Secret Service sivo e violento e per essere un abibritannico, è tornato a Londra tuale consumatore di droghe, è stato con la moglie Prue, convinto condannato all’ergastolo per aver che i suoi anni come la agente brutalmente assassinato moglie. Ma a due anni Ma dallaa condanna, King siano finiti. causa della evaso ed ora è minacciosamente crescenteè minaccia russa, l’agenzia ha verso Mill. Sarà un nuovodiretto incarico perPainters lui: prendere inil capo della polizia, Kate Burkholder, a mano il Rifugio, una defunta sottostaziooccuparsi di questo caso, complicato ne del quartier generale di Londra, dal sequestro dei cinque figli da con parte un gruppo di espie. L’unico di improbabile King che, armato disperato, non nulla da perdere e potrebbeèuccielementohabrillante della squadra la derli. Per Kate, tutto, l’indagine giovane Florence, cheoltre tiene d’occhio il ha deiper risvolti personali. Cresciuta Dipartimento la Russia e un potente insieme a Joseph King di cui si era oligarca perdutamente ucraino, invischiato affari innamorata,innon avrebpoco chiari… be mai potuto immaginare il terribile scenario a cui sta assistendo.

ISABEL ALLENDE

LUNGO PETALO DI RICCARDO IACONA MARE FELTRINELLI PALAZZO D’INGIUSTIZIA 1939. Alla fine della Guerra civile

MARSILIO spagnola, il giovane medico Víctor Dalmau edei un’amica di fami«L’autonomia pm è di fatto sotto glia, la pianista Roser Bruguera, attacco. Da essa dipende il funzionasono a scappare Barmentocostretti della democrazia: se sida scardina cellona. l’equilibrioRiescono tra i poteri ealaimbarcarsi politica mette a bordo del Winnipeg, il piroscafo preso è le mani sulla giustizia, ogni arbitrio a noleggio da PabloForte Neruda per portare possibile». di questa convinzione, Riccardo Iacona ci conduce nelle più di duemila profughi spagnoli in Cile dei Palazzi in cuinon si esercita in cerca stanze di quella pace che è statala concessa«malagiustizia» loro in patria. italiana, puntando i su undiintricato lotte Lì hanno riflettori la fortuna esseregroviglio accoltidicon e interessi inconfessabili. generosafratricide benevolenza e riescono presto a I del lavoro delle integrarsi,retroscena a riprendere in mano le procure, loro vitele vicende dalle sono del natepaese, indagini e a sentirsi parte delquali destino su banche, corruzione, malaffare, e i prosolo però fino al golpe del 1973. E allora, cessi che dalla stagione di Mani Pulite ancora una volta, si ritroveranno in esilio, a oggi hanno occupato le prime pagine questa volta in Venezuela, ma,nell’avvincente come scrive dei quotidiani rivivono l’autrice,ricostruzione “se si vive abbastanza, i cerchi di una delle migliori voci si chiudono”. del giornalismo investigativo italiano.

DENNIS LEHANE

FABIO VOLO

TUTTI I MIEI ERRORI

UNA GRAN VOGLIA DI VIVERE

GARZANTI

Tampa, 1943. Mentre il mondo intero è in guerra, la mafia americana sta vivendo la sua epoca d’oro. L’ex boss Joe Coughlin lavora come consigliere per la famiglia mafiosa dei Bartolo: gestisce i loro interessi in Florida, a Boston e a Cuba e fa da intermediario tra la criminalità organizzata e l’alta società, tra morti ammazzati e fruscii di abiti da sera. Negli anni successivi alla tragica scomparsa della moglie, uccisa in un agguato, Joe si è risollevato, si è rifatto una vita insieme al figlio e ora ha tutto: soldi, potere, una nuova e bellissima amante, la garanzia dell’anonimato. Ma il successo non può da solo cancellare una vita di peccati: qualcuno lo vuole morto, e lui avrà poche settimane per capire chi e perché lo ha preso di mira, prima che sia troppo tardi.

MONDADORI

Quello di Marco e Anna sembrava un amore in grado di mantenere le promesse. Adesso Marco non riesce a ricordare qual è stata la prima sera in cui non hanno acceso la musica, in cui non hanno aperto il vino. La prima in cui per stanchezza non l’ha accarezzata. Quando la complicità si è trasformata in competizione. Forse l’amore, come le fiamme, ha bisogno di ossigeno e sotto una campana si spegne. Forse, semplicemente, è tutto molto complicato. Il nuovo libro di Fabio Volo è il racconto di una crisi di coppia e del viaggio, fisico e interiore, per affrontarla. Un romanzo sincero, diretto, che sa fotografare le pieghe e le piccole contraddizioni dei nostri rapporti.


PESISTICA

MEDAGLIE ALL'ORIZZONTE

Martina Bomben ed Eleni Battistetti con ottime aspettative ai prossimi Europei U15 e U17 in Israele

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opo un’estate di preparazione intensa, spesa tutta nella palestra della Pesistica Pordenone di via Rosselli, Martina Bomben ed Eleni Battistetti hanno raggiunto una condizione e dei personali che le candidano in prima linea per una medaglia ai prossimi campionati europei Under 17 ed Under 15, in programma dal 7 al 14 dicembre ad Eilat in Israele. Le due classi sono state inserite nella stessa rassegna: Bomben, classe 2002, studentessa del liceo sportivo “Torricelli” di Maniago, sarà in lizza tra le Under 17 (fascia d’età nella quale è anche campionessa italiana in carica) , Battistetti, classe 2004, iscritta al liceo classico “Leopardi - Majorana”, tra le Under 15. Il che eviterà lo scontro “fratricida”, visto che entrambe gareggiano nella categoria fino a 49 kg. “Entrambe possono puntare al podio – spiega Luigi Grando, tecnico della società naoniana e del Gs Esercito, che le allena insieme al maestro Dino Marcuz – Martina ha dei record di 68 kg nello strappo e 83 nello slancio, Eleni si attesta sui 60 nello strappo e 76 nello slancio. Confermandoli in gara andrebbero entrambe tranquillamente a medaglia”. Bomben e Battistetti si sono allenate per tutta l’estate con due sedute giornaliere e carichi di lavoro importanti. Una grande

MOMENTI I consigli del tecnico Luigi Grando a Martina Bomben; nella foto sotto in pedana in piena azione.

PUGILATO

10° TROFEO FOGLIANO BOXE - MAIN EVENT ITALIA-FRANCIA-SERBIA Interessante tre giorni di grande boxe in programma a Fogliano Redipuglia dal 25 al 27 ottobre. L’evento, valido come 10a edizione del Trofeo Fogliano Boxe, vivrà del Trail Match tra le Nazionali Elite Maschili di Italia, Serbia e Francia, e del Match Pro (Sabato 26/10) Leggeri tra Santacroce e Minio.

dimostrazione di dedizione e serietà quella di queste due ragazzine giovanissime, che hanno rinunciato a vacanze e serate con gli amici, per puntare all’obbiettivo di una medaglia continentale. Nel frattempo il loro warm up sarà il 10 novembre ad Ostia ai campionati italiani Under 17, dove sono qualificate insieme ad altri 5 compagni di club. Per Bomben e Battistetti salire sul podio dovrebbe essere solo una formalità, ma papabili per una medaglia sono anche Lisa Lotti (59 kg), Eleonora Manfredi (64 kg) e Marianna Bortolin (76 kg). Tra i maschi saranno in gara, anch’essi per ben figurare, Marco Borgobello (67 kg) e Simone Val (73 kg). Nello scorso fine settimana si sono tenute, in contemporanea in tutta Italia, anche le qualifiche al Gran Premio Prime Alzate, riservato alla classe 2007. Saranno in gara alla finale nazionale (Avellino, 23 novembre) Rachele Bernardini, Anna Furlanis ed Alessandra Pacetta. Piergiorgio Grizzo

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TENNIS

Il Tennis Club Cividale

TRA PASSATO E PRESENTE

IL FUTURO DEL CLUB

Celebrati i cinquant'anni di vita della storica società ducale fondata il 10 settembre 1969

U

na giornata da ricordare per i 50 anni del Tennis Club Cividale. Da quel lontano 10 settembre 1969, quando un gruppo di 28 sportivi cividalesi diedero vita al sodalizio, sino ad oggi molta storia è trascorsa e una serie di opere migliorative degli impianti di Borgo Castello ha messo in luce il grande salto di qualità del Tc ducale. E sono venuti in tanti a festeggiare l’evento, all’interno e all’esterno della rinnovata e ampliata club house che oggi si presenta confortevole e funzionale per le accresciute esigenze sociali. Tra gli altri, erano presenti, il sindaco della città ducale Stefano Balloch con gli assessori Ruolo e Pesante, l’on. Roberto Novelli e il presidente della Federtennis regionale De Benedittis. Una bella mostra fotografica e un video sui 5 decenni di attività del Tc hanno reso bene l’idea di questa lunga storia sportiva, agonistica e sociale che rappresenta un tassello significativo della comunità cividalese.

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UN PRESENTE ATTIVO Oggi sui campi di terra rossa di Borgo Castello si addestrano circa 40 giovani allievi, si allenano 3 squadre giovanili (2 maschili e 1 femminile) oltre a una squadra femminile che milita in serie C e una over 45 che nel 2016 ha vinto il campionato regionale. Senza contare i cento soci che frequentano assiduamente gli impianti a livello amatoriale. Va inoltre tenuto presente che il TC Cividale si è classificato al 1° posto ai campionati provinciali nel 2018 con due squadre maschili, mentre l’ultimo alloro vinto, ovvero il campionato invernale regionale maschile di 4^ categoria open, risale proprio a quest’anno. LA STORIA Ma vale la pena richiamare la storia del Tennis club. In questi 50 anni i vari personaggi si sono succeduti alla guida del Tc Cividale sono stati ricordati nel corso della cerimonia alla presenza commossa e commovente di alcuni dei soci fondatori. Dopo il primo presidente Giuseppe Bernardi , è stata la volta di Ren-

zo Codeluppi, poi toccò a Francesco Qualizza, Giorgio Trusgnich, Luciano Santi, Guido Frossi, Enrico Minisini, Franco Novelli, Luciano Cedermas, Stefano Pressi, Maurizio Temporini, Giovanni Sale, Aldo Sturam e Giorgio Bozzi tutti personaggi molto attivi nel contesto sociale cividalese. Tra gli atleti portabandiera del sodalizio vanno ricordati Piero Cicuttini (serie B), Maurizio Pasqualin e Sandro Colussa (serie C) che giocando spesso fuori regione hanno dato molte soddisfazioni alla loro societàl. Lo sviluppo dell’attività formativa e agonistica lo si deve all’istruttore Franco Zanuttigh, attualmente affiancato dall’istruttice Monica Zanuttigh che sta completando il corso di formazione per ottenere la qualifica di maestro nazionale Fit, Per ricordare l’evento è stata consegnata una targa al presidente del sodalizio Carlo Tonino e nell’occasione, è stato ricordato , Aldo Sturam un signor presidente ed un presidente signore prematuramente scomparso, che ha contribuito in maniera notevole, al salto di qualità del circolo friulano. Roberto Cainero


CANOTTAGGIO

REMANDO CON IL SORRISO SULLE LABBRA Appena ventunenne, la triestina Federica Molinaro vanta un curriculum di primo piano nel canottaggio ed è al rush finale anche in un gratificante percorso di studio

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ue titoli mondiali in coppia nel 2016 e 2018 e sedici italiani non sono, come dicono in quella trasmissione satirica televisiva, bau bau micio micio, ma qualcosa d’importante soprattutto in un’atleta di soli ventun’anni come Federica Molinaro, guidata alla “Pullino” dal tecnico Flavio Mosetti. Triestina della città alta, Federica anche nello studio vanta un curriculum di tutto rispetto, la laurea con lode in Scienze dell’amministrazione e sicurezza, che sta mettendo professionalmente a frutto, e quella magistrale in corso d’opera in governance delle organizzazioni pubbliche. Una triplice attività studio-lavoro-sport che la impegna totalmente ma che lei affronta con il suo sorriso smagliante, figlio anche di una serenità invidiabile nella vita privata: “Gli affetti di cui sono circondata mi conferiscono un grande senso di sicurezza – ammette – così come la stima che mi viene dimostrata nell’ambito della mia società, la Pullino, che non mi fa mancare nulla anche sotto l’aspetto tecnico”. Un percorso nel canottaggio, quello di Federica, iniziato tra i 15 e i 16 anni nelle file del Circolo Marina Mercantile, dal quale passò successivamente, insieme a Beatrice Millo, al Saturnia, dove non ci fu per lei la chimica giusta per ottenere i risultati sperati, così come alla Ginnastica, dove ritrovò l’allenatore dei suoi inizi al Cmm, Ciriello.

olimpico Under 23, sotto la guida di Mosetti, e il campionato regionale doppio e 4 di coppia misto, oltre a due ori in Coastal Rawing. Specialità un po’ sui generis, questa, che Federica spiega a grandi linee: “E’ nata nel 2008 e si disputa su barche larghe e stabili in mare aperto. Il percorso è sui 6 chilometri, con corsa iniziale e virata di boa. Una specialità che è adatta alle mie caratteristiche, essendo una gara più mentale che fisica, che ti porta spesso a dover superare il momento di crisi che generalmente arriva ai 500 metri. Una competizione all’insegna dell’imprevedibilità, dove si vive il momento, dipendendo anche dal vento e dalle correnti”. Questione molto di carattere, insomma, quello che a lei dichiaratamente non manca: “Sono umorale e tosta e quando mi metto in testa di raggiungere uno scopo ci provo fino in fondo. E sento forte il

senso del dovere e dell’altruismo”. E poi una curiosità che rivela sorridendo: “Pensare che ho paura dell’acqua e le prime volte in cui mi allenavo e gareggiavo mi ritrovavo frenata dal timore di finirvi dentro”. Ma è uno sport, il canottaggio, che come altri non gode di grande supporto economico e le spese di viaggio vengono il più delle volte sostenute dagli atleti stessi. Così agli imminenti Mondiali

di Hong Kong, dall’1 al 3 novembre, lei non parteciperà, sperando che una prossima competizione di questo livello venga organizzata nella sua Trieste. E una parte della sua mente è rivolta alla vita professionale, alla quale intende dedicarsi a breve, al completamento del suo percorso di studi. Tanta roba, insomma, ma col sorriso sulle labbra. Edi Fabris

TITOLI A CASCATA Ambiente ideale che ora ha appunto trovato alla Pullino, con i cui colori ha ottenuto nell’anno in corso, in coppia con Flora Chersi, il titolo italiano tipo

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ww BARCOLANA 51 FOTOGALLERY

CON U

Studio Borlenghi

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UN TEMPO DI 1H 54’10’’ WAY OF LIFE, SCAFO DELL’ARMATORE ˇ SLOVENO GAŠPER VICNEC, HA VINTO LA BARCOLANA51 Trieste 13 ottobre - Noto in Golfo con il nome di Maxi Jena, vincitore nel 2009, molte volte secondo, Way of Life ha condotto una regata impeccabile rispetto a un vento inesistente, navigando con grande costanza a una velocità massima di tre nodi. Al timone, oltre al Gašper Vincec, olimpionico in classe Finn (Atene 2004 e Pechino 2008), si sono succeduti nelle diverse andature e sempre in massima concentrazione Zan Luka Zelko, giovane promessa della vela slovena, già qualificato in classe Laser per le Olimpiadi di Tokyo, e il “super coach" sloveno, papà agonistico di numerosi campioni, Neno Viali. A bordo, in questa trionfale vittoria costruita metro su metro, anche il campione di sloveno di ciclismo Primož Roglic, vincitore della Vuelta.

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NUOTO

RAGAZZA BIONICA A NUOTO NELLO STRETTO Paola Garbuio, ondina di Castelfranco Veneto, ha vinto nella categoria M25 la durissima “Traversata dello stretto”, dalla costa della Sicilia a quella calabrese in mare e ad un certo punto gli amici Raul Costa e Andrea Bambace mi hanno stimolata a partecipare alla Traversata dello stretto, alla fine convincendomi ad iscrivermi – Paola ripropone le motivazioni della scelta - . Ed è quindi iniziata la preparazione, in piscina a Castelfranco e successivamente nel mare di Caorle e di Trieste. Alla gara sono ammessi al massimo 80 concorrenti, ognuno con a supporto il proprio barcaiolo, nel mio caso mio padre, che entra in azione a partire dal secondo chilometro. E alla fine ho vinto nella mia categoria, la M25, con immensa soddisfazione. Ed è sicuro che parteciperò anche alla prossima edizione”.

B

ionda, i tratti del volto delicati che richiamano le donne angelicate degli stilnovisti, Paola Garbuio è in realtà una ragazza bionica, capace di attraversare ad ampie bracciate lo stretto di Messina in un’ora e sedici minuti, impresa che le è riuscita lo scorso 4 agosto alla 55esima edizione della “Traversata dello stretto”, gara internazionale di nuoto di fondo organizzata dal Centro nuoto sub di Villa S.Giovanni (Reggio Calabria), sul cui lungomare si era conclusa la maratona natatoria che aveva preso il via a Capo Peloro – Torre Faro (Messina). “Sei chilometri e duecento metri che in realtà, a causa delle correnti che costringono ad effettuare degli slalom, si trasformano in sette o otto”, racconta l’ondina di Castelfranco Veneto, concittadina di personaggi dello sport che hanno lasciato una traccia a Udine come l’allenatore Francesco Guidolin e il cestista Achille Milani. Una passeggiata, in sostanza, proprio non pare, ed è anzi un impegno che va preso molto seriamente, sottoponendosi ad un’attenta preparazione anche se non ad un’alimentazione controllata. “Nuoto da anni 26 | 23 10 2019 | TremilaSport+

FREDDO E CORRENTI Una bella esperienza, sottolinea l’atleta veneta, nella vita geometra libera professionista, che ha appunto richiesto una buona dose di spirito di sacrificio. “L’acqua era davvero fredda e la muta termica e il corpo cosparso di vaselina sono serviti fino ad un certo punto, tanto che poco dopo il via ben 12 concorrenti si sono ritirati – testimonia Paola - . In quanto all’alimentazione in gara, sali minerali prima della stessa e bustine di magnesio e potassio ogni 40 metri. Durante la preparazione, svolta per una parte anche in palestra, è possibile mangiare un po’ di tutto, anche se con un minimo di cautela”. Ed è anche il fattore mentale che in questo tipo di gare ha la sua preponderante importanza: “Pure se durante la traversata non hai il tempo di pensare ed è la concentra-

zione il fattore essenziale. E non ho dovuto nemmeno sopportare crisi particolari lungo il percorso, pure se nuotando da sola, senza il supporto del barcaiolo, lungo il primo chilometro. Negli ultimi cinquecento metri, inoltre, si procede controcorrente ed è quindi un tratto davvero duro, mentre nell’ultimo chilometro a rendere la vita difficile è l’incrocio di due correnti”. Il tutto per la sola gloria, anche se molto appagante, perché un premio economico non è previsto. De Coubertin ne farebbe finalmente salti di gioia. Edi Fabris


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EDUCATION

L'ANALISI

EDUCAZIONE SPORTIVA PARTENDO DALL'INFANZIA

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olto spesso si parla di sport, attività motoria, ginnastica e altro ancora u s a n d o te r m i n i generici utilizzati in tutte le realtà sociali dal nido alla scuola, ai centri estivi, alle realtà sportive. Ma come si fa sport esattamente? Ci si attiene sempre ai termini utilizzati nel svolgere le azioni motorie? Quali sono i reali obiettivi? Come educatrice e coordinatrice di un nido con filosofia montessoriana dopo accurate osservazioni ho potuto constatare quanto l’impostazione sul piano degli arredi e dell’ambiente anche in ambito sportivo sia costantemente immutabile nonostante l’evoluzione del bambino; esso cresce, si modifica, diventa adolescente e l’organizzazione ambientale resta invariata con i medesimi materiali: fotografia , ahimè ,,che mi giunge dalle palestre delle scuole di tutti gli ordini e nei centri sportivi. L’atto motorio spontaneo così non nutrito riporta a figure adolescenziali con difficoltà di equilibrio motorio o scarsa manualità e molta insicurezza; caratteristiche evidenti anche negli adolescenti professionisti dello sport. Ci si dimentica quanto sia fondamentale il “contesto naturale” dove madre terra ci offre instancabilmente tutti gli strumenti per fare “sano movimento”.Il bambino piccolo, ad esempio, ha movimenti innati e l’educatore deve solo offrire il contesto adatto per aiutarlo a incentivare lo sviluppo motorio. MOVIMENTO NATURALE Un attività potrebbe essere ad esempio quella di camminare su

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L’educatrice montessoriana Barbara Saia prende in esame lo sviluppo motorio del bambino anche nell'ottica di una futura attività sportiva terreni incolti o farsi spazio spostando, con le mani, i lunghi gambi dei girasoli e altri movimenti naturali .Immaginate quante azioni motorie puo’ esercitare il bambino nel cercare di non cadere su terreno instabile, rialzarsi, separare il grano, farsi spazio tra i filari o spingersi per raggiungere un frutto E’ fondamentale, essenziale, fare educazione sportiva partendo dai bambini piccoli, sviluppare quell'accurata attenzione che ci permette di formare l’uomo facendo luce sui reali bisogni del bambino riscoprendo il contatto con madre terra. “ L’ambiente parla” sosteneva Maria Montessori, allora mi chiedo: “Perché non riportare la stessa filosofia, ad esempio, in una squadra di calcio o pallavolo? Provate a pensare quanto entusiasmo possa generare in un atleta allenarsi in un bosco o in uno spazio strettissimo, quante ipotesi e relazioni causaeffetto deve mettere in atto per risolvere un esercizio, quanti stimoli nuovi può ricevere dall’ambiente che lo nutre e lo spinge al miglioramento. Molto importante oggi piu’ che mai fare educazione e sport, un bravo allenatore deve essere soprattutto un bravo educatore e un genitore deve sostenere il proprio figlio dandogli quei valori educativi importanti per crescere dal punto di vista emotivo nel proprio gruppo . Molto spesso i ruoli si confondono e ci si ritrova ad avere genitori “giudici” sulle

prestazioni sportive dei ragazzi o genitori tifosi In assenza di limiti comportamentali ,allenatori dall’ altra parte con atteggiamenti di rassegnazione spesso “soldatini di società” in difficoltà a esprimere i

loro pensieri. ..”Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino , perché in lui si costruisce l’uomo” Barbara Saia


GOLF

IL TALENTINO

IL “IADANZA” INCORONA LEONARDI Il quattordicenne triestino è stata l’autentica rivelazione di questa stagione golfistica, abbassando costantemente il proprio Ega Handicap gara dopo gara passando dal 40,0 di gennaio al 20,0 attuale

È

il giovane Filippo Leonardi il Golfista dell’Anno 2019 al Golf Club Trieste. Questo il verdetto al termine della Finale del Piero Iadanza Challenge disputata sul percorso a 18 buche di Padriciano. Il quattordicenne triestino è stata l’autentica rivelazione di questa stagione golfistica, abbassando costantemente il proprio Ega Handicap gara dopo gara passando dal 40,0 di gennaio al 20,0 attuale; un’ascesa continua per un’annata da vero protagonista, coronata con la consegna dell’ambito trofeo in memoria di un personaggio indimenticabile come Piero Iadanza. Il ragazzo ha concluso nel migliore dei modi il circuito di venti gare con formula Stableford organizzato dal circolo di Trieste, scavalcando i più accreditati favoriti della vigilia e strappando gli applausi di giocatori ben più esperti e titolati che non hanno mancato di riservargli il giusto tributo. Al termine di una gara palpitante ed avvincente è lui a poter mettere la propria firma sul Trofeo accanto a quelle dei campioni delle passate edizioni: Stanislao Spinelli Barrile, Giovanni Sussa De Zotti e Roberto Vidoni. “Ho avuto delle buone sensa-

zioni fin dalla partenza; seppur emozionato di giocare una mia prima Finale accanto ai più forti giocatori di Trieste sapevo tuttavia che avevo le mie chances per vincere, giocando bene il mio colpo preferito: l’approccio al green. Gli ultimi colpi alla diciottesima buca con il pubblico ad osservare sono stati quelli più difficili, ma sono riuscito a concentrarmi e a portare a casa un risultato sorprendente. La gioia di alzare la Coppa poi è stata davvero grande” ha commentato raggiante il protagonista.

Filippo Leonardi Introverso e riservato, Filippo frequenta la prima superiore del Liceo Classico Francesco Petrarca, ha una passione per le materie umanistiche e per la disciplina del golf, che ha scoperto un po’ per caso. “Abitando a Padriciano passavo davanti al circolo praticamente tutti i giorni, e ogni volta pensavo che mi sarebbe piaciuto provare,

Leonardi: “Dedico questa vittoria a mio nonno Aldo”

(Foto Longo)

finché due anni fa mi sono deciso ed è stato amore a prima vista! La cosa che mi piace di più di questo sport è che ti consente di rilassarti, è una via di fuga dalla routine quotidiana, un’attività che regala divertimento e pace allo stesso momento.” Il trofeo è il giusto riconoscimento per un lavoro serio e tenace, frutto di molte esercitazioni as-

sieme alla squadra agonistica del Club dei Giovani, alle sessioni di allenamento con i maestri del circolo e con il coach Luca Salvetti e di intere giornate passate sul green al fianco di giocatori illustri come Francesco Parmeggiani e Demetrio Davanzo, che hanno accolto sotto la propria ala il timido Filippo facendolo maturare mentalmente e tecnicamente giorno dopo giorno. Tutti questi sforzi e i preziosi consigli dei maestri gli hanno consentito di acquisire maggior consapevolezza nei propri mezzi e i risultati non sono tardati ad arrivare: il titolo di Golfista dell’Anno è solo l’ultimo in ordine cronologico, dato che da giugno ad oggi Filippo ha trionfato in gare importanti come la Coppa Fincantieri, il Trofeo Lexus, il Challenge Bluvacanze e il Trofeo Farmacia all’Igea. “Dedico questa importante vittoria a mio nonno Aldo: anche se non c’è più so che ci teneva davvero tanto a me e sarebbe stato felice e orgoglioso di vedere i miei successi sportivi” ha dichiarato emozionato Filippo. TremilaSport+ | 23 10 2019 | 29


VOLLEY

SERIE A2 & B2

MARTIGNACCO E TALMASSONS OLE’

Vincono entrambe le portacolori regionali nel campionato di A2 femminile. Le ragazze di Gazzotti superano 3-0 Olbia per la soddisfazione di patron Ceccarelli: “Affermazione rotonda e prestazione convincente”

Guidetti: “Bene i tre punti, ma c’è ancora strada da fare”

(Foto Lodolo)

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rima vittoria stagionale per l’Itas Città Fiera Libertas Martignacco che batte 3-0 l’Hermaea Olbia nella terza d’andata di serie A2. È un successo meritato quello delle friulane che dominano la scena dall’inizio alla fine senza dare alcun segno di cedimento. E, soprattutto, dimostrando miglioramenti rispetto all’esordio casalingo di 15 giorni fa contro Soverato. Segno che la strada intrapresa è quella giusta. «Celebriamo la prima vittoria stagionale – dice il presidente Bernardino Ceccarelli -. Un’affermazione rotonda grazie ad una prestazione solida e convincente. Le ragazze sono state in pratica perfette, seguendo le indicazioni di coach Gazzotti. Soprattutto in difesa dove sono state efficaci a muro e in ricezione. Dovevamo fare bottino pieno, quindi obiet-

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tivo centrato. Dedichiamo questi tre punti a noi stessi e ai nostri splendidi tifosi. Abbiamo giocato due partite in casa e si sono registrati due sold-out. Anche oggi il palazzetto era pieno nonostante alcune concomitanze come quella dell’Udinese. Andiamo avanti così, cercando di migliorare giorno dopo giorno». Rimanendo in A2 femminile, vittoria anche per la Cda Talmassons che abbatte il muro di Montale per 3-1 per la soddisfazione di coach Ettore Guidetti: “Grande soddisfazione per i 3 punti ancora non siamo perfetti ma abbiamo grandi margini di miglioramento anche dal punto di vista caratteriale. Ringrazio il pubblico di casa per aver sostenuto le nostre ragazze”. Scendendo in Serie B2, esordio nell’esordio per la Villadies Farmaderbe che debutta nella stagione 2019/2020 davanti al pubblico con

ben 3 giocatrici ai loro primi passi nella categoria nazionale. La formazione, com’è ormai risaputo, è stata rinverdita fortemente con giocatrici promettenti e giovanissime che hanno come priorità la crescita tecnica e tattica. Quindi lo staff composto da Marco Relato e Simone Molinaro, coadiuvati da Nicholas Moretti, sta concentrando le proprie energie proprio su questo e sull’introdurre un gioco sempre veloce ed in combinazione. Ovviamente le scelte di società ed allenatori comportano la pazienza di attendere i risultati che ver-

ranno col tempo insieme all’intesa e sincronia tra le varie giocatrici quanto mai indispensabili nel dare il proprio contributo al buon funzionamento dei meccanismi di gioco. La responsabilizzazione di tutte le Villadies nell’assimilare prima possibile le indicazioni della panchina deve essere interpretato dalle ragazze come un elemento in più per valorizzare le proprie qualità in chiave gruppo. Coach Relato ne è ben consapevole: “Credo che avremmo potuto fare qualcosa in più. Onore ad Asolo che ha pienamente meritato la vittoria ma resto dell’idea che con un po’ più di determinazione avremmo reso loro la vita più complicata. Un muro non sempre composto ed ordinato ha vanificato il discreto lavoro della battuta e reso meno efficace il contrattacco, fase in cui loro sono state più concrete e motivo per cui hanno vinto. Siamo alla prima giornata e tempo ce n’è soprattutto per una squadra giovane come la nostra. Sappiamo su cosa lavorare per migliorare. Esultanza in casa Talmassons


I SPORT Città più sportiva d’Italia 2018


VOLLEYFOTOGALLERY

SERIE C FEMMINILE INSIEME PER PORDENONE PORTOGRUARO

FOTO MARIA GIULIA BUTTO'

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FOTOGALLERYVOLLEY

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SERIE C MASCHILE CUS TRIESTE COSELLI TRIESTE

FOTO WALTER RUSICH

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FOTOGALLERYVOLLEY

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ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA JUDO

KUROKI TARCENTO SHOW IN ALPENLIGA Solo una settimana dopo il trionfale argento nei Campionati Italiani a squadre il club collinare, sfruttando il “fattore casa” alla grande, rifila due 6 a 4 sia al Team SüdTirol (Alto Adige), sia al Team OstTirol ■ Le due vittorie catapultano il Kuroki Tarcento al 1° posto nella classifica della stagione regolare dell’Alpen Adria Liga con una sola gara da disputare prima dei play off. Diretti in gara dal capitano Gino Gianmarco Stefanel, nella duplice veste di atleta e allenatore, i tarcentini si sono presentati con una formazione che aveva solo tre dei medagliati della settimana prima (Gino Gianmarco Stefanel, Alessio Marini e Marco Orlando), mentre ha inserito i due prestiti dallo Shidokan Pordenone (Nicolae Bologa e Francesco Sanapo, che ormai da due anni disputano l’Alpen Adria Liga con il Judo Kuroki), tre master (Alberto Bertossi, Giuliano Casco, Stefano Temporal, Enrico Shaurli) e il rientrante Boris Gubiani che è stato decisivo con una bella prestazione. Le dodici vittorie individuali del Judo Kuroki sono venute da Bologa (3), Gubiani, Stefanel, Casco, Sanapo (2) e 1 vittoria da Orlando. Nella finale con i play off a Matrei (OstTirol) il 16 novembre il Judo Kuroki dovrà cercare di tenere il primo posto e poi sfruttare la griglia favorevole nei play off. “In Alpen Adria Liga non siamo mai stati così avanti – ha detto Gino Gianmarco Stefanel – per questo sarebbe un peccato non tornare a casa da Matrei con un bel risultato. L’importante è non deconcentrarci e stare tutti uniti”. Il Judo Kuroki Tarcento guida la classifica con 10 punti, segue al secondo posto il Judo Zentrum Innsbruck (vincitore delle ultime due edizioni della gara) con 8 punti, appaiati al terzo posto con 5 punti il Team SüdTirol e il

LIBERTAS FVG AL SERVIZIO DELLE SOCIETÀ SPORTIVE

TA N TI B UON I MO TIVI P ER AFFILIARSI !

Judo Dorbirn, al quinto posto il Judo Team Kärten con 3 punti (e questo sarà l’avversario nell’ultimo turno della serie regolare) e al sesto posto il Team OstTirol con 1 punto. A Komende in Slovenia nel Pokal Komende due ori per il Judo Kuroki con Ilaria Cosenza tra le cadette e Andrea Pitis tra gli esordienti. Quinto posto

VITTORIA DEL JUDO KUROKI TARCENTO NELLA PRIMA TAPPA DEL CIRCUITO PROPAGANDA per Anna Coradazzi comunque sempre vicino al podio. I ragazzi erano seguiti in gara da Gianluca Tieppo. Infine, vittoria del Judo Kuroki Tarcento nella prima tappa del Circuito Propaganda 2019/2020. Questi alcuni dei risultati della gara disputatasi a Tarcento (30° Coppa d’apertura).

Anno 2009 – Femminile Kg.36 – 1° Marika Lo Presti (Polisportiva Villanova), 2° Eleonora Leonetti (Judo Kuroki), 3° Aurora Pierro (Judo Kuroki), 4° Laura Somavilla (Judo Cividale) – Femminile Kg. + 36 – 1° Chiara Coradazzi (Judo Kuroki), 2° Aurora Tieppo (Sport Team Udine), 3° Eliana Santini (Isao Okano Monfalcone) e Eva De Tina (Ryugin Codroipo), 5° Lisa Perazzi (Isao Okano Monfalcone) e Giorgia Ponta (Judo Kuroki) Anno 2008 – Kg. 35 – 1° Riccardo Gandolfo (Sport Team Udine), 2° Francesco Tieppo (Judo Kuroki) – Kg. 43 – 1° Filippo Cerneaz (Judo Cividale), 2° Mirko Bone (Polisportiva Villanova), 3° Gabriele Asquini (Sport Team Udine) e Giovanni Craighero (Judo Kuroki), 5° Mattia Toffoletti (Judo Kuroki) e Nicholas Raccis (Judo Cividale), 7° Fabio Fantinutto (Judo Kuroki) -Kg.+43 – 1° Francesco Raimondi (Sport Team Udine), 2°

Nicolas Revelant (Judo Kuroki), 3° Martin Sibau (Judo Cividale) Società – 1° Judo Kuroki, 2° Sport Team Udine, 3° Polisportiva Vllanova, 4° Judo Cividale, 5° Ryugin Codroipo, 6° Isao Okano Monfalcone, 7° Judo Kuroki Buja.

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ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA BASKET

PROVA DI MATURITÀ PER LA DELSER Le ragazze di Matassini si impongono sul parquet di Vicenza grazie ad una prestazione di nervi. Le udinesi non sono mai preda del ritmo incessante e conducono in porto una importante vittoria ■ Piccola prova di maturità quella espressa dalle ragazze di coach Matassini sul parquet della VelcoFin Vicenza. La Libertas Basket School si impone infatti sulle padrone di casa per 63-73 nel match giocato sabato 19 ottobre valevole per la quarta giornata di Serie A2, Girone Nord. Prestazione di nervi quella messa in scena dal team grif-

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TUREL DECISIVA NELLA VITTORIA UDINESE fato Delser, mai preda del ritmo incessante di un incontro vietato ai deboli di cuore. A lungo è durato il testa a testa fra le due contendenti; sullo sfondo una gara di tiri da tre vinta, nel finale, dalla giovane Anna Turel. È stata lei, la play classe 2002, a far pendere di fatto le sorti della partita in favore di Udine con i sei punti (i primi per lei in A2) centrati in sequenza nel finale di gara. Il merito per questa terza vittoria casalinga va tuttavia spartito fra tutte le giocatrici allenate da coach Matassini, brave nel gestire anche i momenti più concitati rispondendo colpo su colpo ai tentativi di rimonta avversari. Nel primo quarto l’equilibrio regna sovrano fra continui cambi di fronte ed imprecisioni a canestro. L’acuto dall’arco delle padrone di casa con Olajide porta alla risposta immediata di Ianezic nel pitturato: 6-6. La Delser tiene botta grazie ai rimbalzi in attacco di

so fa il capitano arancione un minuto più tardi: tripla, con l’assistenza del tabellone, e +9 Udine. La gara dall’arco continua con la bomba di Kolar al 5′ e Vicenza che dunque torna a farsi sotto (57-61). Coach Matassini decide dunque di giocarsi la carta Turel per scuotere la sua squadra. La giovane 2002 entra e si unisce anche lei alla festa con una bella tripla dall’angolo. Vicenzotti fa il lavoro sporco con due punti a 2′ dalla fine e un pallone recuperato in difesa. Turel mette quindi la parola fine al match con un nuovo tiro a segno dall’arco: 59-69 e +10 ristabilito. Il resto è pura formalità fino allo scorrere dei titoli di coda.

Liga Vente, Vicenza dal canto suo trova ossigeno con i rifornimenti sotto le plance. Gli ultimi 10′ del match si aprono con i tre punti di Za-

valloni e Vicenzotti in sequenza. Gramaccioni piazza a sua volta una bomba di tabella che, a 7′ dalla fine, mette il punteggio sul 52-58. Lo stes-

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BRAZILIAN JIU JITSU

PARTE BENE IL GRAPPLING PORDENONE ■ Prima gara e primi successi stagionali per il Grappling Pordenone. Due ori, un argento ed un bronzo. Presso il PalaGeorge di Montichiari (Brescia) si è disputata l’8^ edizione del torneo di brazilian jiu jitsu denominato T1 BJJ Cup. La competizione ha visto sfidarsi circa 400 atleti provenienti da tutta Italia, suddivisi in varie categorie di età, peso e cintura. Come ogni anno il ricavato della manifestazione verrà devoluto in beneficenza all’Associazione Onlus SOStegno 70, che si occupa di bambini malati di diabete. Il pordenonese Marco Ferretti dopo essere salito sul primo gradino del podio nella categoria +100 kg M2 marrone, si è impo-

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sto anche nella divisione open M1 e 2, sconfiggendo un emiliano, un romagnolo ed un altoatesino. Nei -76 kg bianca giovanile il sanvitese Carlo De Piccoli si è classificato al 2° posto dopo 3

incontri, uno dei quali vinto per strangolamento in meno di 30 secondi. Francesco Castellan da Valvasone ha conquistato la medaglia di bronzo nei pesi medi M1 bianca.

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ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA SCHERMA

SCARSO: “IN FRIULI POCHI FRONZOLI E COSE FATTE BENE” L’Associazione Sportiva Udinese nei giorni scorsi ha accolto il presidente della Federazione Italiana Scherma, accompagnato dal presidente del comitato regionale, Paolo Menis ■ Dopo la visita del presidente della Fgi, Gherardo Tecchi, l’Associazione Sportiva Udinese nei giorni scorsi ha accolto un nuovo ospite: il presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, accompagnato dal presidente del comitato regionale, Paolo Menis. Ad accoglierli al PalaFiditalia di via Lodi c’erano il presidente dell’Asu, Alessandro Nutta e il responsabile gestionale, Nicola Di Benedetto. Un incontro nel quale Scarso e i dirigenti di Asu hanno potuto discutere dei progetti futuri, ma anche delle eccellenze che “sforna” il territorio dove c’è «un movimento di pregio», ha ricordato il presidente di Fsi. «Un presidente federale deve avere la possibilità di venire a contatto con la base e affrontare tematiche, programmare, toccare con mano la realtà che cresce». E la scherma

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cresce «da un punto di vista numerico, di immagine, di diffusione sul territorio. Credo di poter dire – ha concluso – che è una federazione in salute». In quanto alle “eccellenze” sfornate in regione Scarso ha citato «Mara Navarria che rappresenta la punta di diamante della spada italiana»

SCARSO: “LA SCHERMA CRESCE NEI NUMERI, È UN MOVIMENTO IN SALUTE” e ha anche ricordato, da un punto di vista organizzativo «la Coppa del Mondo under 20». Ha speso una parola gli «arbitri, di prestigio». Concludendo Scarso ha anche ricordato: «Qui ho trovato che le cose vengono fatte con pochi fronzoli e bene, e di questo non posso che goderne da un punto di vista dirigenziale. Da un punto di vista umano non

posso che prendere lezione di vita perché in Friuli si parla poco e si fa tanto». Anche Nutta è intervenuto sulla visita di Scarso: «È con piacere abbiamo incontrato il presidente Fis. Per le società – ha spiegato – è importantissimo un contatto diretto con gli organi federali poiché in questo modo si pos-

sono risolvere le criticità che si incontrano nella gestione quotidiana e, soprattutto, si possono condividere interessanti progetti per il futuro. Il presidente Scarso – ha concluso – ha sempre manifestato attenzione e dedizione alle società sparse sul territorio e di questo non possiamo che ringraziarlo».

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QUATTRO MEDAGLIE PER LA SCHERMA VITTORIA ■ Conquista tre medaglie d’oro ed una d’argento la Scherma Vittoria Pordenone alla 1ᵃ prova del Gran Premio Regionale Libertas “Junior” di fioretto e spada, svoltosi a San Daniele del Friuli. Più che soddisfatta quindi la società ed ovviamente anche i maestri Mihail Banica e Viktorya Lyahova, che hanno seguito i ragazzi, che si sono confrontati con atleti di tutto il FVG e non solo. Doppio successo per Riccardo Paoletti (Maschietti/Giovanissimi), che tirando con determinazione riesce a superare tutti

gli avversari. Sale così sul primo gradino del podio, sia nella spada che nel fioretto. Arriva poi la conferma della campionessa italiana Mariavittoria Berretta fra le Ragazze. Mette al collo anche lei una splendida medaglia d’oro. Il risultato è ancor più dolce poiché accanto a lei sul podio, in piazza d’onore, arriva l’amica e compagna di squadra Alessia Kutsenko. Buona la prova anche di Samuele Scarano, che conquista il 16° posto nella spada fra gli Allievi.

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ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA DAL 1945 SERIETÀ, PROFESSIONALITÀ E TANTA STORIA MEDICINA SPORTIVA

DAL TRAUMA AL RITORNO IN CAMPO I rappresentanti di oltre 50 associazioni Libertas delle provincie di Udine e Pordenone hanno partecipato all’evento di formazione targato Libertas ■ Ha vinto ancora una volta la formazione di alta qualità al convegno di medicina sportiva “Dal trauma al ritorno in campo – Gestione in team dell’atleta”, organizzato dalla Libertas Servizi FVG con la collaborazione del Centro Provinciale Libertas di Pordenone ed il sostegno della Fondazione Friuli, a Pordenone. I rappresentanti di oltre 50 as-

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TRA I RELATORI ANCHE MAURO BARON, EX CT DELLA NAZIONALE DI CANOA SLALOM sociazioni Libertas delle provincie di Udine e Pordenone hanno mostrato vivo interesse con numerose domande sugli argomenti trattati con grande professionalità da tutti i relatori. Dopo i saluti di rito del vicepresidente della Libertas FVG Luigi

Traumatologia dell’ospedale di Pordenone, ha portato con sé tre medici della sua équipe. Carmine Picece ha parlato dei traumi della caviglia, Giovanni Frezza della spalla, e Federico Mela del ginocchio. Il prof. Luigi Sepulcri, preparatore atletico responsabile del Centro di Valutazione di Udine, ha illustrato invece i criteri di valutazione per il ritorno all’attività sportiva. Un altro intervento qualificato è stato offerto dal dott. Giorgio Ruclì, specialista nel sistema mio-fasciale ed ex quattrocentista della Nazionale italiana di Atletica. In chiusura, il prof. Mauro Baron, già CT della nazionale di Canoa Slalom alle Olimpiadi di Pechino, Londra e Rio De Janeiro, ha raccontato la sua esperienza in questo ambito in qualità di responsabile tecnico della nazionale di canoa.

Cataldi, del consigliere nazionale Libertas Edoardo Muzzin e de presidente provinciale Libertas di Pordenone Ivo Neri, Lorenzo Cella, responsabile della Libertas Servizi FVG, ha dato la parola al dott. Fabio De Battisti, del Servizio Medicina

dello Sport del Dipartimento di Prevenzione AAS/5 di Pordenone. Ha trattato l’epidemiologia e i fattori di rischio nello sport. Il dott. Luigi Corso, direttore della Struttura Operativa Complessa – Ortopedia e

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SCHERMA

A LEGNANO BRILLA IL CS PORDENONE ■ Inizia da Legnano la stagione nazionale under17. Al PalaBorsani si è svolta infatti la Prima Prova Nazionale Cadetti, e il Club Scherma Pordenone Libertas ha partecipato con sette atleti all’avvio del percorso di qualificazione ai Campionati Italiani di categoria, in programma nel mese di maggio a Jesi. Tutti hanno tirato al loro meglio. Il sabato è andata in scena la gara di spada femminile. Fra le 330 spadiste salite in pedana, a difendere i colori del Club erano presenti Emma Amy Attruia e Valeria Gallo. Per entrambe una bella esperienza e un’occasione per capire come migliorare ancora. Domenica, invece, alla gara di spada maschile con ben 426 spadisti under17,

si sono presentati Giacomo Bacchiega, Marco De Marzi, Tommaso Manzon, Marco Pellis ed Antonio Vendramin. De Marzi si è arreso alla fase dei gironi; Vendramin alla sua prima esperienza in nazionale lascia il passo alla prima diretta mostrando grandi progressi; Manzon dopo dei gironi sottotono, ha vinto due dirette facendo un bellissimo recupero, ma ha ceduto per entrare nei 64. Stesso destino per Bacchiega che per entrare nei 64 ha incontrato il suo compagno più “vecchio” Marco Pellis al quale ha ceduto il passo. Marco poi prosegue la gara, facendo altri due bellissimi assalti che lo portano a conquistare un grandissimo 13° posto, rientrando fra i 16 migliori d’Italia.

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Le pendenze non sono mai eccessive per cui può essere percorso anche da chi ha un minimo di allenamento. E’ un bel percorso sui cui allenarsi per itinerari più impegnativi o da percorrere per riprendere “la gamba” dopo un periodo di inattività. La mountain–bike è indispensabile e, considerando il fatto che non ci sono tratti su sentieri, anche una bici da gravel può essere adatta. I periodi migliori sono la primavera e l’autunno, ma se non c’è neve anche durante l’inverno si può trarre soddisfazione. Punti di appoggio si trovano solo nei paesi toccati dal giro per cui procurarsi acqua e dotarsi del kit per le forature. In ogni caso da qualsiasi punto in meno di 3 km si può raggiungere il paese più vicino e la strada asfaltata. Interessanti gli agriturismo a Vallemontana e a Pecolle che si affiancano alle rinomate trattorie della zona.

Lunghezza: 22,7 km Dislivello: 570 m. Sterrato: 70% Tempo: circa 2 ore - 2 ore e mezza A CURA DI STEFANO OSSO

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nendo con una linea Attimis, Nimis e Taipana si ottiene un triangolo che include alcune vallate poco frequentate ma dal fascino unico, dominate dai monti Cladis e Zisilin, e solcate dal rio Montana e dai torrenti Lagna e Malina. Alcuni anni fa c‘è stato un tentativo di rilancio turistico della zona, ma, come spesso succede in questi casi, dopo gli iniziali lavori di sistemazione, è mancata la manutenzione per cui diversi sentieri sono ormai impercorribili.Sfruttando però alcune piste forestali riusciamo a fare un anello non molto lungo, e nemmeno troppo faticoso, però di grande soddisfazione con splendidi tratti dal buon fondo, immersi in rigogliosi boschi di latifoglie.La partenza è dalla piazza del municipio di Attimis, dai parcheggi vicini alla casetta dell’acqua, dove si prende la Strada Regionale 356 che sale a Passo Monte Croce e quindi scende a Nimis. Sebbene sia una ex strada statale, non è molto trafficata, ha ampie curve e un ottimo fondo. Giunti alle porte di Nimis, a San Gervasio, si prende una bella strada bianca che sale dolcemente nel bosco fino a Monteprato. A circa metà di questo tratto une breve deviazione porta alla chiesetta di San Giorgio che offre spet-

40 | 23 10 2019 | TremilaSport+

tacolari panorami sulla pianura friulana.Attraversato Monteprato un’altra bella pista forestale sale prima verso il monte Ban e poi scende a Pecolle e Cergneu. Raggiunta la vallata del torrente Lagna si prende un’altra strada bianca che, salendo verso il monte Felettis, scende nella vallata del Malina da dove rapidamente si raggiunge Attimis.In tutto sono 4 i “passi” da fare ma i dislivelli sono modesti per cui affrontabili da chiunque abbia un minimo di allenamento. Non mancano le possibilità di mangiare e bere in quanto la zona è famosa per le varie trattorie e gli agriturismo dove poter gustare le specialità locali.

A MO LUNG SOPR Curiosità CuriositàDa una quarantina d’anni, ogni 2 Agosto, a Monteprato si svolge la “Festa degli Uomini”. Si tratta di una manifestazione a metà strada tra un rito pagano della fertilità e una baccanale goliardico con tanto di processione propiziatoria. Naturalmente non mancano i gadget a tema, l’elezione di Mr. 2 Agosto, la gara delle Mangiatrici di Banane, la fiaccolata Sexy– Comica e naturalmente i chioschi dove mangiare a bere. Siccome a Monteprato finisce la strada e non ci sono grandissimi parcheggi, durante il periodo della festa è in funzione un bus navetta che parte da Nimis.


DAL SATELLITE Dal satelliteTutto il percorso è coperto dalla cartina Tabacco 1:25.000 foglio 026–Prealpi Giulie | Valli del Torre. Il giro è descritto dettagliatamente su www.natisoneinbici. it/?p=327 con possibilità di scaricare la traccia per il GPS in formato .gpx e di visualizzarla su Bikemap.net alla pagina https://www.bikemap. net/en/r/5401384/

ONTEPRATO E PECOLLE GO I BOSCHI RA ATTIMIS E NIMIS DESCRIZIONE GIRO Descrizione giroSi parte dal municipio di Attimis dirigendosi verso Nimis sulla S.R. 356 e passando per Passo Monte Croce. All’altezza della chiesa di San Gervasio si svolta a destra e dopo 200 metri (tabella turistica) si imbocca la strada bianca a destra che sale dritta nel bosco verso Monteprato. Al km 8,1 una rampa porta in 150 metri alla chiesa di San Giorgio, che merita la deviazione per via del bellissimo panorama.

Raggiunto Monteprato lo si attraversa mantenendo la quota per poi proseguire sull’altro lato della vallata lungo la strada bianca per Pecolle e Cergneu. Dalla vallata del torrente Lagna si risale verso Nongruella per 700 metri e quindi si imbocca la pista forestale a destra per la valle del Malina e Attimis. In fondo alla discesa, giunti di fronte al Malina, si svolta a destra e seguendo il torrente si torna velocemente al punto di partenza.

TremilaSport+ | 23 10 2019 | 41


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