n° 16 TremilaSport 16 09 2015

Page 34

BASKET

CAMPIONI Ezio Riva (nel tondo) è il terzo in piedi da sinistra nella foto della Snaidero juniores che si laureò campione d'Italia nel 1976 sotto la guida di Flavio Pressacco (secondo in piedi da destra).

MA QUANDO MAI CI PRENDERANNO?

Ezio Riva, tricolore juniores nel '76 con la Snaidero, guarda il basket di ieri e di oggi di EDI FABRIS

M

ostra un “quattro” con la mano, Ezio Riva, uno dei grandi centri italiani degli anni ‘70/80, e quel numero sta a significare che il 2016 significherà fra l’altro il quarantesimo anniversario dell’unico scudetto giovanile del basket friulano, quello della Snaidero conquistato in Piemonte nei giorni del terremoto del ’76. Lui, in quella squadra guidata da Flavio Pressacco e che schierava fra gli altri ragazzi divenuti dei campioni come Giampiero Savio e Paolo Pressacco, c’era e faceva sentire il suo peso. “Sarà difficile che qui in Friuli ci scalzino - commenta scrollando il capo - , sia perché mancano investimenti e programmazione a livello giovanile come quelli di allora, sia perché non vedo attualmente giocatori di talento anni fa l'unico e desiderosi di impegnarsi a titolo italiano raggiungere un obiettivo quali eravamo noi. Non vedevamo l’ora in Friuli di andare in palestra ad allenarci e giocare e se non ci portavano in ritiro ci rimanevamo male. Adesso vedo invece che le motivazioni non sono più le stesse, troppe le alternative e scarsa la voglia di sacrificarsi, e il ritiro è considerato una seccatura. Così i non-risultati sono quelli che abbiamo sotto gli occhi”. Un’esperienza da dirigente delle rappresentative giovanili regionali il pivottone di

40

34 | 16 09 2015 | TremilaSport+

Pasian di Prato qualche anno fa l’ha avuta, toccando quindi con mano le nuove realtà, ma preferisce glissare sull’argomento: “Ad un certo punto ho ricevuto il benservito senza troppe cerimonie, al di là delle solite parole di circostanza. Ho le mie personali teorie al proposito ma aspetto ancora di conoscere i reali motivi della mia esclusione. Ripensando a quell’esperienza traggo comunque la conclusione di fondo che ai ragazzi d’oggi è necessario stare vicino più di quanto non venisse fatto con quelli della mia generazione. Noi eravamo sicuramente più indipendenti ed eravamo in grado di assumere delle decisioni senza ricevere troppi consigli e carezze”. Oggi Ezio Riva sta nell’osservatorio del basket, guardando al presente e paragonandolo se occorre al passato, quello che sapeva proporre fior di campioni italiani e senza troppi stranieri in campo: “Un esempio dell’attuale situazione è lo scudetto di Sassari, che nel proprio organico ha stranieri a go-go e solo due o tre italiani (uno dei quali figlio dell’allenatore Sacchetti) che giocano poco. Nella finale confesso di aver tifato Reggio Emilia, che va controcorrente schierando italiani di valore. Ciononostante la nazionale sta risalendo la china e almeno questo è un dato positivo”. Voltandosi indietro, Riva giudica poi la qualità del gioco attuale paragonandolo a quello di qualche anno addietro: “Oggi è più fisico, noi esprimevamo maggiore qualità. E parlo

non solo della serie A ma anche della B, allora seconda serie nazionale, dove vedevi in campo giocatori di alto livello. Penso anche a ciò che c’era a Udine, dove nel massimo campionato avevamo la Snaidero e in B la Patriarca, entrambe capaci di suscitare entusiasmi”. Riguardo al proprio passato, Riva conserva un capitolo indimenticabile: “I miei anni a Trieste sono stati unici sotto ogni aspetto e mi fa piacere che la società sia ritornata a certi livelli, producendo ottimi giovani, buon ultimo quel Tonut che nella prossima stagione giocherà a Venezia nella massima serie. Il pubblico triestino, poi, merita talune soddisfazioni, perché è appassionato, partecipe. Ricordo che quando giocavamo a Chiarbola, certe vittorie ci arrivavano grazie anche alla forza del tifo che sentivamo attorno a noi. Riguardo alla rinascita del basket giuliano, penso che grande merito di essa vada a Matteo Boniciolli, che ha saputo pure intrattenere con le società minori dei rapporti molto produttivi”. Infine Udine oggi: “Encomiabili la volontà e l’impegno di Pedone e Micalich di riportare in alto il basket friulano ma dovrebbero venire supportati da un organico qualitativamente e quantitativamente più consistente, perché una serie B richiede un impegno certamente superiore a quello di altri campionati minori. E alle spalle della prima squadra è necessario che cresca un settore giovanile di un certo spessore”.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
n° 16 TremilaSport 16 09 2015 by Tremilasport - Issuu