n° 07 TremilaSport 08 04 2015

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AMARCORD LUIGI COLOSETTI, classe 1953, fu nel campionato di A2 1983/84 (foto) assistant coach del tecnico ungherese Lajos Toth sulla panchina della Gedeco. Oggi è responsabile tecnico alla Cbu Udine.

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SMENTIMMO

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e chiedete ai tifosi storici della pallacanestro udinese, coloro che da una vita si dedicano a seguire le vicende di questo sport nella loro città, qual è la squadra che hanno amato di più negli ultimi cinquant'anni, risponderanno nella grande maggioranza che sono due: la Snaidero di Joe Allen e la Gedeco 5-3-5 dei miracoli. Se per la prima formazione la ragione di tale affetto è da attribuirsi al fatto che per la prima volta

LA GEDECO 1983/84: In piedi da sinistra: Colosetti In ginocchio: Emanuelli, Scognamiglio, Bettarini, Cud

Il tecnico che affiancò il mitico Lajos Toth ripropone il ricordo emozionante e indelebile della fantastica cavalcata verso la A1 della Gedeco nell'83/84 una squadra udinese gareggiava alla pari con l’elite del basket nazionale del tempo (Milano, Varese, Cantù ecc.), per la seconda bisogna fare riferimento ad altri motivi. I tifosi hanno amato la Gedeco 5-35 perché ricordava loro le fiabe a lieto fine (Cenerentola che diventa principessa) e la mitologia (Davide che sconfigge Golia) e hanno amato un gruppo di atleti giudicato da tutti a priori come il più debole della A2 ma che alla fine trionfò centrando la promozione e i playoff per lo scudetto tricolore. Se per la prima di queste due squadre simbolo posso dire IL MAGO Estroso, geniale e comunicativo, Lajos Toth venne chiamato dall'Apu alla guida di una squadra giudicata affrettatamente a priori come la più debole della A2 ma che smentì tutti conquistando invece alla fine la promozione nella massima categoria.

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di essere stato un fedele tifoso quindicenne che riempiva la gradinata del Marangoni tre ore prima della gara, per la seconda ho avuto la fortuna di viverla dall’interno come assistente dell’allenatore forse più amato dalla piazza friulana, il magiaro Lajos Toth. Iniziò tutto nell’estate 1983, quando il bravissimo manager Andrea Fadini dovette, per motivi economici, vendere quasi tutti i pezzi pregiati della precedente formazione trattenendo solo Lorenzon e Milani. Richiamò dalla serie C due friulani come Bettarini e Luzzi Conti, promosse in prima squadra due diciottenni della mia juniores, Valerio e Cudia, aggiunse un atleta che Siena non faceva più giocare, Neri, e puntò tutto sui due stranieri, confermando la prima scelta Nba degli Utah Jazz, James Percival Hardy, e firmando dal Real Madrid la leggenda Drazen “Praja“ Dalipagic, nominato tre volte miglior giocatore d’Europa, campione olimpico, mondiale ed europeo. Con un paragone non troppo azzardato è come se il prossimo anno ad Udine venisse a giocare Dirk Nowitzki! Si iniziò al Carnera con gli spettatori curiosi di conoscere un gruppo che la stampa dava per retrocesso prima ancora dell’inizio del campionato. Fu una vittoria per 97-93 sulla Lebole Mestre con 49 punti di Dalipagic (e non esisteva il tiro da 3 punti!) in una gara risolta nel finale, una caratteristica che accompagnò la squadra per tutta la stagione, tra le tante, 11 vittorie emozionantis-


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