



TrafficJam cambia direzione. Da questo numero la rivista che fino a oggi ha accompagnato i lettori attraverso il mondo della cultura urbana, dell’arte e delle nuove tendenze, evolve, puntando su due pilastri che stanno ridefinendo l’intrattenimento e il lifestyle contemporaneo: il food e la musica. Questa scelta non è casuale, nasce dalla consapevolezza che il cibo e il suono non solo rappresentano due universi affascinanti e complessi, ma anche dall’influenza reciproca che li caratterizza, creando esperienze immersive e uniche. Nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente fusione tra la cultura culinaria e musicale. I festival musicali includono sempre più spesso food truck gourmet e chef stellati, mentre i ristoranti più alla moda offrono playlist curate nei minimi dettagli per accompagnare il gusto di un piatto. Bene, TrafficJam vuole raccontare questa sinergia, esplorando non solo le tendenze più attuali bensì anche le storie e i protagonisti che stanno trasformando entrambi i settori. Chef innovativi, produttori di musica indipendenti, dj che sperimentano nuove contaminazioni sonore e ristoratori che abbracciano la filosofia dello slow food: saranno loro i nuovi volti e le nuove voci della nostra rivista. Non mancheranno ovviamente, tra ultime pagine, piccole variazioni di tema: cultura generale, nuove tecnologie, viaggi e tempo libero. Un nuovo inizio, questo, che riflette i cambiamenti della società e le nuove passioni dei nostri lettori. Il direttore
TRAFFICJAM
Direttore responsabile: Riccardo Sada
Progetto grafico a cura di Kdope Collaboratori: Dan Mac Sword, Gabriele Gobbo, Sebastian Zdrojewski, Max Bedding, Filippo Regis, Lorenzo Tiezzi, Paolo Pozzi, Massimo Brusadin Cormagi, Nuvola Paseggini, Roberta Scarpellini, Irene D’Allegri, Francesco Alberio, Giuseppe D’Ambrosio Immagine di copertina: Robert
foto di Regoon.com - CoolCulture
testo di Riccardo Sada
Fabrice Quagliotti, leader dei Rockets, racconta l’uscita di “The Final Frontier”, un album che segna un deciso ritorno alle origini del celebre gruppo di spacemusic. Con sonorità rock e tematiche spaziali attualizzate, i Rockets tornano in scena con una formazione affiatata e nuove collaborazioni. Il disco, frutto di dieci mesi di lavoro, ripropone atmosfere anni ‘70 grazie all’uso di hardware vintage e influenze musicali che spaziano da Vangelis ai Rush. Con un tour teatrale in arrivo, Quagliotti promette uno spettacolo da non perdere, ricco di sorprese per i fan di vecchia data e i nuovi seguaci.
L’album segna un ritorno alle origini dei Rockets. Cosa puoi dirci su questo nuovo album?
“ È un ritorno alleradici del nostro sound, un clin d’œil ai nostri album storici come quello verde e ‘Plasteroid’. Abbiamo deciso di riabbracciare il rock, o meglio lo spacemusic rock, e i temi dello spazio. In chiave moderna, ovviamente, con testi che lasciano
spazio all’interpretazione delle problematiche attuali. È stato un lavoro di squadra, con Fabri Kiarelli, Gianluca Martino, Rosaire Riccobono ed Eugenio Mori. Dieci mesi intensi di lavoro, con mixaggi curati dal nostro indispensabile Michele Violante e da me. Abbiamo usato molto hardware vintage per ritrovare alcune delle sonorità tipiche degli anni ‘70”.
Come si è svolto il processo creativo?
“Prima di iniziare, ho posto dei paletti precisi: lo spirito di ‘Plasteroid’ con sfumature prog ed electro. Da lì siamo partiti per costruire le composizioni, mantenendo sempre un fil rouge che richiamasse gli inizi dei Rockets. Domenico dell’Osso ha curato la copertina e ha saputo rappresentare perfettamente la musica dell’album. Quanto alle influenze, io sento forte il legame con il sound di Vangelis e Genesis, Fabri ama i Rush e il funk, Gianluca si ispira a Jeff Beck, Rosaire a Pastorius e Chris Squire, e UG è un fan sfegatato di Vinnie Colaiuta. Un bel mix esplosivo, tutto in chiave Rockets”.
“The Final Frontier” e la imminente tournée 2
Fabrice Quagliotti, leader della band, racconta l’album
Il pubblico dei Rockets si divide in due fazioni, tra chi accetta il cambiamento e chi resta fedele alle origini. Come pensi che reagiranno a questo nuovo album?
“
È vero, i nostri fan storici si sono sempre divisi. Da una parte ci sono quelli che ci seguono dall’inizio e hanno accettato i nostri cambiamenti, dall’altra gli integralisti che rifiutano il nuovo ma alla fine comprano comunque i dischi. Con ‘The Final Frontier’ credo che riusciremo a mettere d’accordo entrambe le fazioni. Ne sono davvero felice, sarebbe una grande soddisfazione riunire tutti sotto lo stesso tetto sonoro”.
Per il tour avete organizzato qualcosa di speciale. Cosa possono aspettarsi i fan?
“ Sarà un tour in grande stile, in collaborazione con Tube Music, che ci permetterà di portare lo spettacolo in teatro. Torneremo a un palco in pieno stile Galaxy, con scenografie curate da Play Group e Andrea Vesnaver, il nostro Laserman. La nostra eccentrica Maria Catia Corsini ha creato un outfit speciale per il tour, e vi assicuro che sarà un’esperienza pazzesca. Consiglio vivamente di non mancare!”.
- 23 gennaio 2025, Bologna, Teatro Duse
- 24 gennaio 2025, Schio, Teatro Astra
- 1 febbraio 2025, Udine, Teatro nuovo Giovanni da Udine
- 4 febbraio 2025, Firenze, Teatro Cartiere Carrara
- 5 febbraio 2025, Ancona, Teatro delle Muse
- 6 febbraio 2025, Pescara, Teatro Massimo
- 10 febbraio 2025, Milano, Teatro Nazionale
- 11 febbraio 2025, Torino, Teatro Alfieri
- 13 febbraio 2025, Roma, Sala Sinopoli
A.P.M
- 15 febbraio 2025, Trento, Auditorium Santa Chiara
- 19 febbraio 2025, Genova, Teatro della Corte
Paolo Pozzi....
L’autore racconta la nascita e la parabola della scena musicale di Seattle e del Northwest, mettendo in evidenza le relazioni umane e artistiche che hanno portato un angolo sperduto d’America alla ribalta internazionale.
Lo fa con il contributo di numerose testimonianze inedite, a partire da quella di Scott Ledgerwood, bassista dei Bam Bam e autore di due capitoli di “Grunge - Storia ed Estetica” (VoloLibero)
Per rendere il grunge pop(ular) e mainstream, così come oggi lo conosciamo, fondamentale è stato il ruolo giocato da fotografi, registi, fumettisti, editori indipendenti e giornalisti, senza dimenticare il contributo del fashion system. Accanto ai noti e più illustri protagonisti della scena grunge, troverete anche due rilevanti figure femminili: Tina Bell, cantante dei Bam Bam e unica “Madrina del Grunge”, e Susan Silver, l’abile manager dei Soundgarden e degli Alice in Chains, due donne che si sono guadagnate un posto di tutto rispetto in questa storia.
Un ritratto ruvido, impressionista e graffiante. Grunge, appunto.
Matteo Ceschi, Storico, giornalista, saggista e fotografo milanese, collabora da anni con diverse riviste musicali ed è autore di numerosi saggi dedicati alla controcultura statunitense. Membro di “f/50
The International Photography Collective”, unisce la passione per la storia con quella per un’esplicita fotografia documentaristica in rigoroso bianco e nero. Nel 2012 ha pubblicato Tutti i colori di Obama. L’altra storia delle elezioni americane (Franco Angeli), nel 2018 Un’altra musica. L’America nelle canzoni di protesta (Mimesis) e nel 2020 Note per salvare il pianeta (Vololibero).
by Filippo Regis
A tenere indiscutibilmente banco nelle discussioni a cavallo del ferragosto 2024, fra addetti o semplici amanti della nightlife, è stato sicuramente il video-sfogo di Bob Sinclar infastidito e turbato dal fatto che il pubblico del club di Mykonos che lo aveva ingaggiato, avesse passato più tempo a filmare il suo set piuttosto che a ballarlo.
Sorvoleremo, per pura pietà cristiana, sui post che all’indomani facevano capolino nei profili dei vari “Frustrate Dj’s” intenti a ritrarre le proprie piste festanti al circolo del dopolavoro ferroviario o durante la sagra dell’agnello scottadito, con tanto di tag al dj parigino per fargli vedere “come si fa” e intimamente convinti che alternare un mashup (brutto n.d.r.) di “Sesso e Samba” con “Maracaibo” equivalga al set “French Touch” di quello che è universalmente annoverato fra i migliori dj del pianeta.
Vorremmo, invece, analizzare la cosa da un punto di vista maggiormente analitico. Sinclar appartiene ad una generazione di artisti che ha visto evolvere il mondo dei dj dalla dimensione dei club ai main stage dei grandi eventi vivendo sulla propria pelle e da protagonista indiscusso la loro trasformazione in star capaci di catalizzare decine di migliaia di spettatori; una prerogativa impensabile nel vecchio millennio e che era ad esclusivo appannaggio delle rock band.
Un cambiamento radicale che ha, giocoforza, trasformato anche il rapporto del dj con il pubblico: l’atmosfera “calda” del contatto diretto che la dimensione del club garantiva ha lasciato il posto a quella più emozionale ma meno informale del palco e dell’esibizione
resa ancora più performante dagli show fatti di light-design e Ledwall imponenti.
E nel rendere questo processo evolutivo non solo più rapido ma addirittura irreversibile la socialità digitale ha giocato un ruolo discriminante.
Dj set, dirette, aftermovie: una mole impressionante di contenuti digitali che non basterebbe una vita per essere visionata tutta, moltiplicatasi esponenzialmente durante la pandemia, ha invaso i canali social di ognuno di noi donando alla musica elettronica (per fortuna?…Purtroppo?) una popolarità trasversale senza precedenti.
Diventa quindi ovvio e naturale che i suoi protagonisti, elevati a loro volta al ruolo distar, subiscano gli effetti di questa popolarità trovandosi davanti ammiratori che riprendano le loro esibizioni per cristallizzarle nella memoria fisica e digitale o per condividerle, a loro volta, con i propri followers.
Nell’era dove l’imperativo esistenziale sembra essere quello del “digito ero sum” Sinclar si è trovato, forse per la prima volta, d’innanzi al “mostro” che egli stesso ha contribuito a creare.
Un mostro che gli ha dato, però, fama, successo e denaro che sarebbero stati impossibili da raggiungere negli anni delle dancefloors gremite di persone danzanti e che non torneranno più perché musica, interazioni e desideri del pubblico sono inesorabilmente mutati.
Per questo il suo sfogo malinconico, seppur a tratti assolutamente condivisibile da chi ha negli occhi quelle immagini e nel cuore quelle emozioni, suona come il gesto di chi morde la mano che lo ha nutrito: solo che è una mano che regge uno smartphone.
Nota per essere la cantante della band svedese Little Dragon, Yukimi con questo singolo intraprende un nuovo capitolo nella sua carriera, presentando solo un primo assaggio di un lavoro più ampio in arrivo nei prossimi mesi.
Break Me Down mostra una straordinaria crescita e vulnerabilità dell’artista svedese. Composta insieme a Erik Bodin, impegnato alla batteria, basso e tastiere, e Lianne La Havas alla chitarra, questa collaborazione rappresenta anche la prima occasione per Yukimi di scrivere e creare musica con un’altra donna, permettendole di esprimere completamente la sua energia in modo personale e aperto. I testi esplorano la forza interiore durante esperienze di vita difficili. È una dichiarazione di intenti notevole da parte di un’artista che sta aprendo una
nuova fase della sua carriera, con la maturità e l’intuizione acquisite grazie a molti anni di esperienza.
Il singolo è accompagnato da un video diretto da Fredrik Egerstrand a Hovs Hallar, sulla stessa spiaggia dove Ingmar Bergman ha girato alcune scene del film Il settimo sigillo. Nel video, Yukimi reinterpreta la scena iconica tra la Morte e il Cavaliere nello stesso luogo e con la stessa inquadratura, un omaggio a quella pellicola. Le riprese del video sono state realizzate nell’ultimo giorno d’estate di quest’anno nel sud della Svezia, illuminato dai bellissimi colori di settembre.
La voce distintiva e aggraziata di Yukimi ha conquistato molti fan fin dai tempi della nascita dei Little Dragon. Il successo della band l’ha catapultata su alcuni dei palchi più grandi (e piccoli) del mondo — da Coachella, Glastonbury e Lollapalooza al Tiny Desk della NPR — e a collaborare con artisti come Mac Miller, Kali Uchis, Gorillaz, Tinashe, Big Boi, JID, KAYTRANADA, Flume, De La Soul, BADBADNOTGOOD, DJ Shadow, ODESZA, Faith Evans e Dave Sitek, tra gli altri.
Nonostante il suo impegno con la band, la sua voce unica ha lasciato il segno anche fuori dal gruppo, come dimostra la sua apparizione straordinaria in Wildfire di SBTRKT. Il suo lavoro solista esplora una prospettiva nuova e affascinante, tra audace pop-R&B e soul alternativo, con un approccio lirico più vulnerabile.
by Paolo Pozzi
“Point
of View”, album di debutto di Rookley, fuori il 12 novembre su Funclab Records via Universal Music Italia
Follow up dell’EP Playground (AIMEND, 2022), Point of View trasporta l’ascoltatore nelle viscere di sonorità dark ispirate ai rave di Berlino e Londra, ed è anticipato dal singolo e video di SEVEN, già disponibili: “Quando affronti il peggio, la cosa più facile da fare è dubitare di te stesso. È in quel momento che perdi il controllo e l’ansia prende il sopravvento. Ti senti perso, spaventato, felice ma impaurito. È come tuffarsi da una scogliera alta, ma invece di atterrare nell’acqua, cadi su una nuvola”, commenta Rookley.
Il video ha l’obiettivo di muovere le coscienze sulla vita delle persone che svolgono lavori disumanizzanti, mettendo in risalto l’alienazione causata dalla standardizzazione del processo produttivo.
Point of View mira a ricreare la sensazione di luce nell’oscurità, esplorando tematiche di accettazione e distorsione della realtà come meccanismo di difesa. Ogni brano dell’album evoca diverse sfumature emotive, mantenendo però un filo conduttore che li unisce, esplorando la commistione tra tecnologia e umanità e catturando l’essenza della vita notturna nelle metropoli, dalla libertà e dall’estasi del dancefloor alla solitudine delle ore più tarde.
https://open.spotify.com/intl-it/track/4hq2k2W3zm4DrXfg1FhYk3
I Cure annunciano l’uscita del loro attesissimo nuovo album “Songs of a Lost World” per il 1° novembre in tutto il mondo. Si tratta del 14° album in studio del gruppo e del primo dopo 16 anni. Alcuni brani tratti dal disco vengono cantati live per la prima volta durante il tour “Shows of a Lost World”, che comprende 90 date in 33 Paesi e totalizza oltre 1 milione e 300 mila spettatori. È ora pubblicato il secondo singolo “A Fragile Thing” assieme all’intera tracklist del disco. Robert Smith racconta a proposito del nuovo brano: “A Fragile Thing è una canzone ispirata alle difficoltà che incontriamo nel scegliere tra esigenze che si escludono a vicenda e da come affrontiamo il futile rimpianto che può seguire queste scelte; per quanto siamo sicuri di aver fatto le scelte giuste, spesso è molto difficile essere la persona che si ha davvero bisogno di essere”. Formati come band nel 1978, The Cure hanno venduto oltre 30 milioni di dischi in tutto il mondo, sono stati headliner del Glastonbury Festival per quattro volte e vengono inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2019. THE CURE sono considerati tra le band inglesi più influenti di sempre.
“Songs of a Lost World” viene scritto e arrangiato da Robert Smith, prodotto e mixato da Robert Smith & Paul Corkett e interpretato dai The Cure - Robert Smith: voce / chitarra/ basso / tastiere, Simon Gallup: basso, Jason Cooper: batteria / percussioni, Roger O’Donnell: tastiera, Reeves Gabrels: chitarra. L’album viene registrato ai Rockfield Studios in Galles. Robert Smith cura il concept e Andy Vella, fedele collaboratore dei Cure, si occupa del design e della parte visiva. La cover ritrae una scultura del 1975 di Janes Pirnat, “Bagatelle”. “Songs of a Lost World” è disponibile per il pre-order in formato fisico e uscirà in Italia nei formati: CD, LP, CD + Blu-Ray. In esclusiva sullo store di Universal Music Italia sono disponibili il Doppio LP nero masterizzato in half-speed e la musicassetta. Per Feltrinelli è disponibile in esclusiva un LP color marmo. Per chi pre-ordina i prodotti standard tramite Discoteca Laziale, invece, è disponibile in esclusiva un poster dedicato.
Info: http://www.songsofalost.world/
Viviamo in un’epoca in cui i social network hanno rivoluzionato non solo il nostro modo di lavorare e studiare, ma soprattutto il modo in cui ci relazioniamo agli altri. Ci basta uno sguardo a Facebook, Instagram, TikTok o altri social per sentirci connessi con il mondo intero, e proprio grazie a queste piattaforme abbiamo la possibilità di scoprire tesori nascosti e talenti straordinari che, altrimenti, avremmo potuto non incontrare mai. Tra un post e l’altro, può capitare di imbattersi in giovani artisti emergenti, persone che con dedizione e talento cercano di farsi strada nel mondo della musica. È un privilegio poterli vedere in azione, ascoltare le loro voci e sentire il loro cuore attraverso lo schermo. Questi incontri virtuali ci fanno domandare se mai riusciranno a realizzare i loro sogni, se avranno la possibilità di mostrare il loro talento al mondo. Tra questi talenti, uno ha catturato particolarmente la
mia attenzione: una giovane artista nigeriana di nome Nifęmi. Con il suo nome d’arte, Nifęm, ha conquistato il cuore di molti grazie alla sua voce e al suo spirito appassionato. Nifęmi ha solo 19 anni, ma la sua storia è già intrisa di determinazione e amore per la musica. Il suo nome, che in Yoruba significa “Sono amato”, riflette la forza del legame tra la sua identità e la sua arte.
Trasferitasi negli Stati Uniti nel 2022 per studiare infermieristica, Nifęmi non ha mai dimenticato il suo amore per la musica, un amore che ha coltivato fin dall’infanzia. Da bambina, passava il tempo a imitare e cantare le canzoni dei cartoni animati, vestendosi come i suoi personaggi preferiti e trasformando il salotto di casa in un vero e proprio palcoscenico. Sua madre e la sua sorellina erano il suo pubblico più fedele, applaudendola e sostenendola ad ogni nota.
by Giuseppe D’Ambrosio
Con il tempo, la passione di Nifęmi per la musica è cresciuta, e grazie al supporto della madre, ha iniziato a prendere lezioni di chitarra e a esplorare il mondo della produzione musicale. A soli nove anni, è entrata a far parte del coro della sua chiesa, dove ha potuto sviluppare la sua sicurezza e affinare il suo talento esibendosi di fronte a grandi platee. A 14 anni, ha mosso i primi passi nel mondo della musica professionale, realizzando jingle per piccole pubblicità
e partecipando a competizioni musicali dove si è fatta notare vincendo diversi premi. Ora, mentre cerca di bilanciare la sua carriera accademica con quella musicale, Nifęmi è un membro attivo del coro dell’università McNeese, e partecipa a numerose attività musicali sul campus, sia come solista che in gruppo. La sua determinazione e la sua passione per la musica l’hanno portata a un progetto ambizioso: la realizzazione di un album che crede fermamente possa toccare i cuori di chi lo ascolterà. Nifęmi è una delle tante promesse che i social network ci permettono di scoprire, dimostrando che, nonostante i difetti e le insidie di queste piattaforme, possono essere una finestra aperta su mondi creativi e sconosciuti.
Nelle sue parole: “La musica è tutto per me. È la combinazione di parole, abilità con ritmi diversi, che gioca un ruolo unico in ogni ambito della vita.”
Youtube: @browncake_nifemi
Instagram: https://www.instagram.com/ browncake_nifemi
Matteo Cutropi lo chiamano tutti Cutro. Cantautore piemontese classe 1997 nato a Ciriè, in provincia di Torino, fin dall’infanzia ha conside la musica ha rappresentato per lui una via di espressione personale, inizialmente manifestata dal gioco con i testi delle sue canzoni preferite alla creazione di brani originali. Nel 2018 ha intrapreso lo studio dI pianoforte presso il Civico Istituto Musicale F.A. Cuneo di Ciriè, per poi approfondire il percorso formativo nel 2021 con lo studio del canto, disciplina che prosegue tuttora. Dal 2023, Cutro ha ampliato le sue competenze artistiche presso la Soulfood Music Production Studio, dove ha partecipato al coro Gospel Lab, arricchendo ulteriormente il suo percorso musicale. Dopo aver pubblicato diversi singoli, a settembre 2024 pubblica con Top Records il suo ultimo pezzo intitolato “100mila Contro”.
pirames.lnk.to/100MilaContro
INTERVISTATO
PER HYPER
Sul finire del 1992, Federico Oddone vuole creare un progetto che porti il testimone dell’hardcore old school a proseguire la gloriosa tradizione dell’HC italiano. All’inizio del 1993 assembla una prima lineup con Loppo al basso (ex-Klasse Kriminale) e Bundi alla batteria (exCrash Box): la voglia di andare veloci li porta a imbastire una manciata di brani. Il primo avvicendamento è il Diste al basso, che recluterà Mayo alla voce, mentre Federico ingaggia Mauro alla batteria (ex-Mudhead): nascono così i SOTTOPRESSIONE, che escono dopo un anno con l’EP 7” “È il Momento”, quattro tracce di veloce e fresco hardcore italiano con venature sonore alla East Coast. Dopo alcuni live, Rudy Medea (Indigesti, Vacation House Rec.) nota l’impatto della band dal vivo e decide di coprodurre con loro il primo omonimo LP 12”, che esce nei primi del 1996, dove alla batteria siede uno strabiliante Kuku: il suono imponente della chitarra e la produzione al pari delle band d’oltreoceano fa sì che la critica li accolga a braccia aperte, grazie alla commistione tra originalità compositiva, consolidati riferimenti italiani e influssi newyorkesi. Nell’autunno del medesimo anno, Mayo lascia il gruppo e subentrano così l’italo-svedese Enrico Puglia alla voce e Dario Crema alla batteria. L’amalgama è immediata, l’affiatamento pure, e a inizio 1998 fanno uscire, ancora per Vacation House Rec., il secondo album “Così Distante”: breve, nervoso, frenetico, fatto di continui cambi e intensi stop&go, con liriche sempre più
HYPER MUSIC
TALK
intimiste ed emotive a racchiudere le vicende di vita vissuta di quel forsennato e denso anno di condivisione e composizione. Il disco si porta appresso una lusinghiera serie di commenti, parecchi concerti e un seguito ampliato, diventando il best seller della Vacation
House Rec. Passano due anni e muta lo scenario: la band abbandona l’hardcore per percorrere le strade del post-hardcore e del noise-rock. Tra il 1998 e il 1999 compongono 10 brani al massimo della loro originalità compositiva; le grafiche per la copertina sono quasi pronte e così anche il titolo, che sarebbe stato “Il Capitano”. Attualmente la band non è attiva, ma collaborazioni scaturite dall’amicizia tra Federico e Jeff Nelson (Minor Threat/ Dischord Rec.) e Brian Walsby (Polvo/Bifocal Media) mantengono vivo il nome di una delle più storiche e influenti cult band del panorama punk italiano di sempre, in vista delle ristampe in vinile di tutta la loro storica discografia.
Aiutiamo, con l’acquisto di una compilation di musica elettronica, le vittime delle alluvioni che si sono verificate nel 2024 in territorio romagnolo
Luogo della storica manifestazione del MEI (Meeting Etichette Indipendenti), Faenza è una delle città che più ha risentito dei disastri provocati dalle recenti alluvioni. Per la terza volta in dodici mesi i cittadini sono stati vittime di una situazione di portata emergenziale nel territorio romagnolo. Il Comune di Faenza ha così richiesto aiuto, organizzando una raccolta fondi nel 2024 che sta proseguendo e che vuole coinvolgere più persone possibili, soprattutto attraverso la musica.
La casa editrice e discografica Kdope, a supporto delle attività del MEI in collaborazione con diverse etichette discografiche e con diversi marchi tra cui Cooperativa Esibirsi, Convention Deejay e Midance, ha realizzato una compilation a scopo benefico che coinvolge artisti operanti nella musica elettronica che già in passato si sono mostrati sensibili rispetto a queste iniziative. La compilation conterà una decina di brani e sarà disponibile dai primi giorni su tutte le piattaforme di streaming, raggiungibili tramite un multilink a un prezzo accessibile. Il ricavato sarà interamente destinato all’aiuto delle vittime. La musica è da sempre promotrice di unione, solidarietà e speranza, che sono le chiavi per aiutare le famiglie e le realtà colpite dalle alluvioni. È in questi momenti che la musica lancia un messaggio importante, che a volte ci serve aiuto e altre volte siamo noi a poter dare una mano andando incontro a persone più in difficoltà di noi.
Per maggiori informazioni: www.kdope.it | www.comune.faenza.ra.it | meiweb.it
ATHINAI “Breathless”
Ciretose “Eht Driht Eye”
Bodan Project “Anno Zero”
Davide Haussmann “Humanoia”
Missy Jay “Without You”
Stefanosound “Last Night The Sync Save My Life”
Pierfrancesco Di Stolfo “Climatic”
SDG “Trouseology”
Jurgen Cecconi “U Man-o-Id”
Riccardo Sada “Milan Metro Line”
Underground Guys “Techno Subway” Skoopman “Moon Base is my new kibbutz”
Pierre Visionnaire “Future Echoes of Now “
by Lorenzo Tiezzi
Come sarà il divertimento del futuro? Come saranno i concerti che riempiranno di emozioni le nuove generazioni e quelli della prossima stagione 20225 - 26? Saranno esattamente come i concerti a fine anni ‘80 dei Pink Floyd, in cui gli artisti con chitarre, batterie, microfoni e tastiere erano ‘piccoli piccoli’ sotto a proiezioni immense, come successe sull’acqua di Venezia nel 1989?
Non è che oggi The Sphere, che prende vita a Las Vegas e che presto farà ballare anche Ibiza nell’immensa location dell’ex Privilege (il locale si chiamerà [UNVRS] e sarà gestito dal gruppo Matutes, quello di Ushuaia e Hi) è più o meno la stessa cosa? Chiaramente la tecnologia si è evoluta e permette faccende che ieri si potevano solo sognare, ma vedere rivoluzioni sembra un po’ miope, o no? Ricordo bene un concerto di The Chemical Brothers all’Alcatraz di Milano nel 1999 con video immensi e coinvolgenti e oggi mi sembra succeda la stessa cosa, per pubblici più grandi e soprattutto più plaudenti... oppure no?
Come vedete, anzi come leggete, mi sono fatto un bel po’ di quasi inutili domande sul divertimento del presente del futuro, prossimo e/o venturo. Veniamo ai fatti, che contano molto di più. Anche l’ecommerce, non solo il divertimento, sta cambiando e presto vivremo tutta o quasi la nostra esperienza online in Metaverso poco ‘virtuale’ e molto ‘reale’, grazie ad occhiali simili agli italiani Ray Ban (gruppo Luxottica). Anzi, già oggi, comprarsi qualcosa online è divertente proprio come godersi un concerto. Sono entrambe esperienze che si possono comprare. Niente a che fare con un’alba o un tramonto, piccole cose gratuite.
Che anche l’eccomerce debba emozionare ce lo dice anche l’esperienza dell’altrettanto italiana di Fuzzy Marketing, che a Lucca con trenta dipendenti molti dei quali impegnati in ricerca, lavora al futuro dell’ecommerce, mentre aiuta 750 aziende, soprattutto italiane, a vendere online oggi. “I visori del prossimo futuro saranno probabilmente simili a normali occhiali, grazie ai quali metteremo insieme senza difficoltà la realtà fisica e quella ‘virtuale’.
Non credo passeremo tutta la vita online”, spiega Gabriele Della Croce, Strategic Director di Fuzzy. “Provarsi un abito a casa sarà facile come provarlo in camerino in negozio, ma per farlo avremo bisogno di modelli 3D accurati di ogni capo. Realizzarli però non è facile”. Ecco, ieri come oggi come domani, la differenza a livello di tecnologia la faranno i dettagli, la facilità d’uso, la qualità. Non solo la grandezza, l’impatto, le dimensioni.
Ecco perché anche noi italiani possiamo vincere. Anzi, dobbiamo proprio farlo.
INNOVAZIONE FA RIMA
CON INFORMAZIONE
Sabato 5 e domenica 6 ottobre scorsi, Faenza è diventata il punto d’incontro per dj, produttori ed etichette indipendenti, con attività che hanno spaziato dallo scouting alla promozione, fino alla formazione su competenze tecniche e artistiche.
INFORMAZIONE FA
RIMA CON... FORMAZI -
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La nascita di Re:Form Institute è stata caratterizzata dall’accento sull’indipendenza artistica e sul potenziamento delle relazioni professionali, offrendo una piattaforma unica per entrare in contatto con figure chiave del settore.
RE:FORM è un progetto rivoluzionario che porta l’eccellenza formativa direttamente nel cuore dell’industria musicale italiana. Attraverso una serie esclusiva di master class itineranti, RE:FORM offre un’opportunità unica di apprendimento avanzato e networking per professionisti e appassionati del settore. www.reforminstitute.it
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È stata quella al MEI anche l’occasione per la presentazione ufficiale del “Bibbione” (https:// www.kdope.it/kdopeal-mei-presentail-bibbione/), una guida dedicata agli artisti moderni che aspirano a “blastare tutto” con creatività e ambizione ed edita da Kdope e appartenente alla Collana Re:Form, creata ad hoc per la formazione musicale e specializzata in manuali e libri di testo.
by Dan Mc Sword
ll Members Club di Milano si è presentato alla sua clientela cosmopolita durante la Fashion Week dello scorso settembre
Piatto forte del Red Room è senz’altro il suo Red Circus Dinner Show, con le performance di artisti provenienti dal tutto il mondo: contorsionismi, trucchi di illusionismo e magia, giochi con il fuoco, danze eleganti e allo stesso tempo spericolate, burlesque e tanto altro ancora. Una serata all’insegna del buon umore e della spensieratezza: grazie a Red Circus, cenare non è mai stato così divertente e così elegante.
Durante la Milano Fashion Week il RedRoom ha visto in console Loris Sven Karius, portiere tedesco già in rosa al Liverpool, al Beşiktaş e al Newcastle e che sta iniziando una carriera parallela da dj (martedì 17); mercoledì 18 si è svolta una serata in collaborazione con GOSPËL, hub newyorkese ubicato in quel di Soho e che ospita eventi di qualità non soltanto musicali; in console Guy Gerber e Ariel Vromen. Guy Gerber è un dj ed un producer tra i più apprezzati al mondo, in primis ad Ibiza, dove il suo party Rumors ha da sempre un grande seguito. I suoi set sono autentici viaggi, sempre alla ricerca di quello che il dancefloor desidera ma che non sa ancora di volere davvero. Venerdì 20 è stato il turno del party promosso da Pic Nic & Futura con Sonja Moonear, Manuel Parravicini e Iride.
La dj e producer Sonja Moonear è da tanti anni protagonista nei più importanti festival mondiali di musica elettronica ed è attiva da tempo anche come sound designer per la Radiotelevisione svizzera di lingua francese, come responsabile di un’etichetta discografica e come organizzatrice di eventi. Tutto è quindi pronto al RedRoom per la nuova stagione, con la sua atmosfera d’altri tempi, con le sue serate più da vivere che da raccontare e alle quale hanno partecipato negli anni autentiche celebrities quali Kanye West, Kim Kardashian, Leonardo Di Caprio, Naomi Campbell e tantissimi altri.
di Riccardo Sada
Da Shoo Loong
Kan la cucina del Sichuan per un piatto simbolo di socialità e condivisione a tavola. Che ha conquistato il palato di foodlover di ogni età
A Milano, il ristorante
Shoo Loong Kan offre un viaggio gastronomico unico con l’autentica esperienza dell’hot pot, un piatto della tradizione del Sichuan che permette ai commensali di trasformarsi in chef, cuocendo da soli e secondo il proprio gusto carne, pesce, verdure e noodles .
Questa nuova food experience è diventata una tendenza apprezzata da molti, grazie al coinvolgimento diretto degli ospiti nella preparazione dei piatti. Shoo Loong Kan, con oltre 900 ristoranti in tutto il mondo, ha inaugurato il suo primo locale italiano lo scorso dicembre in zona Porta Volta, all’angolo tra via Farini e piazzale Cimitero Monumentale. Questo spazio di 1200 mq è disposto su due livelli e arredato come un antico villaggio cinese, con dettagli e ambientazioni che riportano alla tradizione culturale del Sichuan .
L’ingresso scenografico accoglie i clienti con un drago tradizionale cinese e due poltrone imperiali, un invito perfetto a scattare foto ricordo.
L’interno del ristorante è caratterizzato da spaziose sale
SHOO LOONG KAN
VIA FARINI 21 - MILANO (MI)
TEL. +39 324.2866666
SEMPRE APERTO
ORARI RISTORANTE: DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ (12:0015:00/18-00:00), SABATO E DOMENICA (ORARIO
CONTINUATO DALLE 12:00 A MEZZANOTTE)
WEB: SHOOLOONGKAN. IT
decorate con lanterne rosse e pagode in legno costruite secondo la tecnica sashimono, che prevede l’incastro senza chiodi né colla. L’intera ambientazione riflette lo stile Ba-Shu, che si richiama all’antica cultura del Sichuan e alle sue tipiche architetture. I 218 posti a sedere sono disposti tra tavoli che possono ospitare fino a otto persone, offrendo un’esperienza autentica e conviviale. Al centro di ogni tavolo, la vera protagonista: la pentola dell’hot pot, dove brodi speziati e saporiti bollono incessantemente, pronti per accogliere gli ingredienti scelti dai commensali .
Shoo Loong Kan ha pensato anche a chi desidera piatti preparati dallo chef. Michele Yang (all’opera nella pagina di apertura della sezione Food & Beverage) propone alcune chicche golose che completano l’offerta del ristorante. Per accompagnare questi piatti, il menu include una selezione di vini, birre, sake e i particolari Loong Tea, freschi e fruttati, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza. La scelta di Shoo Loong Kan di aprire un ristorante in Italia risponde alla crescente richiesta di esperienze gastronomiche che vanno oltre il semplice pasto: l’hot pot è infatti una pratica conviviale e inclusiva, ideale per riunire amici e famiglie intorno alla tavola, condividendo il piacere di cucinare insieme. Non sorprende che sempre più persone siano attratte da questo stile di ristorazione, dove la cucina diventa una forma di socializzazione.
https://www.youtube.com/@KetogenicAndMusic
Tra i dolci tradizionali piemontesi spicca il bonet, un dessert cremoso da gustare con il cucchiaio. Solitamente accompagnato da croccanti amaretti, questo dolce si rivela sorprendentemente adatto a una reinterpretazione chetogenica, naturalmente omettendo gli amaretti dalla ricetta originale.
3 g di carboidrati per porzione
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
• 350 ml di panna fresca
• 70 ml di acqua
• 100 ml di caffè espresso (circa tre caffè)
• 50 g di dolcificante
• 5 tuorli d’uovo
• 2 cucchiai di Cognac o brandy
Ecco una riscrittura completa del testo, mantenendo il senso e la sequenza temporale della ricetta, rivolgendomi al lettore in prima persona: “Per iniziare, accendo il forno e lo imposto a 180°C. Prendo un pentolino dal fondo spesso e lo metto sul fuoco basso. Ci verso la panna, l’acqua e il dolcificante, lasciando che il tutto arrivi a bollore lentamente. Mentre aspetto, prendo una ciotola capiente e ci lavoro i tuorli d’uovo con il Cognac usando delle fruste. Aggiungo poi il caffè e continuo a mescolare finché tutti i liquidi non sono ben incorporati. A questo punto, tolgo la panna dal fuoco e la lascio intiepidire un po’, così non rischio di cuocere i tuorli quando la aggiungo. La verso nella ciotola e mescolo bene con le fruste. Verso il composto in uno stampino da forno. Preparo una teglia dai bordi alti, ci metto dentro lo stampino e la riempio con acqua bollente fino a 2-3 cm dal bordo dello stampino.
Inforno e lascio cuocere per un’ora. Dopo la cottura, faccio raffreddare il dolce, lo sformo su un piatto e lo metto in frigorifero per qualche ora prima di servire.”
La nuova etichetta discografica che affonda le sue radici nell’amore per il cibo e la sperimentazione sonora ed elettronica porta nel suo esordio la signature di due maestri come DJ Bismark e Daniele Mariani
Il debutto di “Amatriciana Source”, firmato da DJ Bismark e Daniele Mariani, non è solo una traccia, ma un vero e proprio inno alla fusione tra cibo e musica. Seguendo l’uscita, gli ascoltatori diventeranno spettatori, se non commensali, di un banchetto a base di techno e prelibatezze: la traccia infatti conterà anche su un video con la ricetta degli spaghetti all’amatriciana, in perfetto stile con la filosofia di Noodles Muzik, label del gruppo Kdope.
Questa etichetta discografica techno, al suo debutto con questa release, e nata soprattutto dalla passione per il cibo e la sperimentazione sonora dei suoi protagonisti, si distingue per la sua estetica vibrante e per un’esperienza d’ascolto multisensoriale. Le tracce di Noodles Muzik, curate da Stefano Di Girolamo aka SDG e Daniele Mariani, esplorano i confini della techno contaminandola con sfumature progressive, deep, ambient ed electro. Ogni uscita è concepita come un piatto sonoro raffinato, pensato per stimolare sia le orecchie che l’immaginazione.
Le collaborazioni internazionali e l’attenzione all’innovazione musicale rendono Noodles Muzik una realtà in continua evoluzione, aperta alla contaminazione di culture e stili. Insieme a Kdope, l’etichetta invita gli ascoltatori a un ascolto consapevole, dove ogni suono diventa parte di un viaggio emotivo e sensoriale.
Procedimento bugiardino
Prepara l’acqua: Metti sul fuoco una pentola gigante con 5 litri d’acqua e un bel pizzico di sale. Lascia che inizi a sobbollire... tranquillo, non devi fare nulla finché non bolle
RICETTA “AMATRICIANA SOURCE” Ingredienti per 4 buongustai
• 500 g di bucatini (perché sì, quelli sono perfetti!)
• 150 g di lardo (per iniziare con la giusta carica)
• 150 g di guanciale di Amatrice (il re della festa!)
• 150 g di pecorino romano (tanto, tanto sapore!)
• 200 g di pomodori ciliegini (piccoli, ma esplosivi)
• 400 g di pomodori datterini in salsa (per quel tocco in più)
• Sale quanto basta (mica vogliamo un pasticcio insipido!)
• 1/2 cipolla dorata (oh yeah, direbbe Carl Cox!)
• Olio extravergine d’oliva
• 50 ml di vino rosso
Sciogli il lardo: taglia il lardo a cubetti come se fosse il premio della lotteria e buttalo in una padella a fuoco lento. Fai sciogliere e rosola. Cucina il guanciale, taglialo a listarelle e cuocilo in un’altra padella a fuoco moderato finché diventa bello croccante. Prepara i pomodori: prendi i pomodori ciliegini e tagliali a metà o in quattro, come preferisci. In una padella bella capiente, versa un filo d’olio extravergine d’oliva e fai soffriggere la cipolla tritata. Aggiungi un po’ d’acqua e poi versa il vino rosso.
Unisci i pomodori: Appena i liquidi si riducono un po’, butta dentro i pomodori ciliegini e subito dopo quelli datterini in salsa. Un pizzico di sale, un sorriso, e aggiungi il guanciale croccante. Mescola con amore e lascia cuocere a fuoco lento.
Cuoci i bucatini: getta i bucatini e cuocili secondo le istruzioni sulla confezione. Mentre la pasta si diverte nell’acqua, spegni la padella con il sugo e aggiungi il lardo fuso
Fai saltare la pasta: scola i bucatini al dente e trasferiscili nella padella con il sugo. Aggiungi una generosa manciata di pecorino romano grattugiato e fai saltare tutto insieme per 30 secondi. Mescola. Manteca! Impiatta. E aggiungi ancora un po’ di pecorino. Sai mai!
Ingredienti
Per la fonduta:
• 100 grammi di fontina
• 6 cl. di latte
• 15 grammi di burro
• 1 tuorlo d’uovo
Per i crostini:
• 1 bastoncino di pane del peso di circa 60 grammi e del diametro di 4 cm.
• 40 grammi di burro
• 20 grammi di tartufo d’Alba
• parmigiano grattugiato
Tagliare dal bastoncino di pane le fettine di pane dello spessore di 1 cm. Imburrarle e tostarle al forno o sotto la salamandra*.
Preparare la fonduta con gli ingredienti indicati e affettare il tartufo. Adagiare una fetta di tartufo su ciascun crostino e coprire con un po’ di fonduta e cospargere di parmigiano. Far raffreddare e quando si serve scaldare prima i crostini al forno.
*Trattasi di un particolare utensile atto alla gratinatura degli alimenti (ndr)
Ingredienti:
• 180 grammi di farina bianca
• 35 grammi di cacao
• 80 grammi di fecola
• 100 grammi di zucchero a velo
• 200 grammi di burro morbido
• 5 tuorli sodi
Per il ripieno :
• 150 grammi di cioccolato bianco
• 60 grammi di panna
Impastare la farina bianca con il cacao, la fecola lo zucchero a velo, il burro morbido e i tuorli sodi; lasciar riposare in frigorifero per almeno 1/2 ora. Ricavare delle palline e premerle al centro per creare una piccola cavità e infornare a 190° C per 25’ circa. Riempire con il cioccolato bianco fuso mescolato con la panna.
L’Accademia di Claudio Brusadin era un luogo del cuore, che ora, grazie alle pagine di TrafficJam, rivive in modo virtuale e perpetuo. Claudio Brusadin, padre del nostro amico Massimo, era uno chef e un uomo fuori dagli schemi, che ha saputo trasmettere ai figli l’arte del buon mangiare e la passione per la cucina. Le ricette che leggerete sono la sua passione, la sua maestria e un omaggio a un uomo che ha reso la cucina facilmente condivisibile e accessibile a tutti.
Knorr Canada ha lanciato un’iniziativa sorprendente che unisce la cucina alla musica in un’esperienza dal vivo ispirata ai DJ set di ‘Boiler Room’. Con ‘The Bouillon Room’, l’azienda ha creato un evento unico che combina il mondo della gastronomia con l’energia della musica elettronica.
Grazie alla collaborazione con il duo di dj ‘Loud Luxury’, Knorr ha realizzato la prima esperienza culinaria accompagnata da musica dal vivo, dove ogni piatto prende vita al ritmo di brani accuratamente selezionati. Qui la cucina si trasforma in una pista da ballo e i cuochi diventano veri performer, seguendo il beat per creare piatti che si amalgamano perfettamente ai suoni.
In questo scenario, i dj di Loud Luxury curano una playlist ad hoc, pensata per elevare il gusto e l’esperienza dei piatti Knorr. Gli chef, ispirati dalle note, mettono alla prova la loro creatività per abbinare ingredienti e musica in un modo che va oltre il semplice atto di cucinare. Ogni piatto è progettato per seguire il ritmo e creare un perfetto connubio di sapori e suoni. L’idea è quella di trasformare la cucina in uno spazio dinamico dove la preparazione dei pasti diventa uno show live, offrendo agli spettatori una nuova modalità di vivere e gustare il cibo .
Con ‘The Bouillon Room’, Knorr non solo reinterpreta l’esperienza culinaria, ma la arricchisce con l’intensità e la vibrazione della musica elettronica. Ogni piatto è un’esperienza multisensoriale che coinvolge gusto, vista e udito, rendendo il cibo un mezzo di espressione al pari della musica. La combinazione di elementi così diversi crea un’atmosfera vivace e coinvolgente, dove l’arte culinaria e la musica si fondono per dare vita a
una nuova forma di intrattenimento. In un’epoca dove l’esperienza è al centro di tutto, Knorr riesce a catturare l’attenzione degli appassionati di cucina e musica, reinventando il modo in cui ci relazioniamo al cibo. ‘The Bouillon Room’ rappresenta un passo avanti nell’innovazione gastronomica, invitando le persone a partecipare a un evento che supera i confini del gusto e della musica, creando un nuovo modo di concepire il divertimento.
Carta Canta è l’iniziativa che unisce la passione per la letteratura e la musica, trasformando le serate milanesi in un viaggio culturale unico. Il progetto, nato dalla collaborazione tra la casa editrice Kdope e InDuomo, si propone come ponte tra due eventi iconici della città: BookCity Milano e Milano Music Week.
Quattro appuntamenti organizzati per le 18,30 nel momento aperitivo vedono alternarsi presentazioni di libri e dj set curati dal dj EMX, creando un contesto rilassato e coinvolgente.
Carta Canta non è solo un’occasione per ascoltare buona musica ma una vera e propria esperienza culturale che fonde due mondi apparentemente lontani, offrendo al pubblico la possibilità di incontrare autori e artisti in un’atmosfera informale. Il progetto è stato pensato per offrire ai partecipanti un’esperienza sensoriale completa: la scelta delle location, Panino Giusto, non è casuale.
La catena di ristorazione punta su valori come sostenibilità e responsabilità sociale, rendendola il luogo perfetto per accogliere eventi che non solo intrattengono, ma anche arricchiscono culturalmente.
Gli appuntamenti si terranno in tre sedi di Panino Giusto durante BookCity Milano e Milano Music Week e traghetteranno le pubbli-
cazioni di Kdope all’interno delle due manifestazioni: musica nella prima e libri nella seconda
Durante la settimana di Bookcity Milano, gli ospiti potranno scoprire nuovi titoli legati al mondo della musica. Si parte il 13 novembre con la presentazione del libro “Mix Factor vol. 5”, una raccolta di contributi e nozioni con speech curato da Albi Scotti. La serata sarà seguita da un dj set di EMX, che porterà un mix di suoni elettronici per completare l’esperienza letteraria.
Per Milano Music Week, gli eventi proseguiranno con presentazioni di libri che esplorano il legame tra musica e altri ambiti della vita. Il 21 novembre sarà presentato “Quanto Manca?” di Lorenzo Tiezzi, una pubblicazione che unisce sport e musica in una chiave inedita. A seguire, il dj set di EMX accompagnerà i partecipanti in un viaggio sonoro che mescola ritmi elettronici e atmosfere sportive, sottolineando la sinergia tra movimento fisico e arte musicale. Il 22 novembre invece sarà dedicato a “Bibbione per Artisti Moderni” con ospite Sabrina Antenucci. La serata prevede una performance dal vivo, e il dialogo tra autori e musicisti sarà un momento di condivisione per riflettere su come la musica contemporanea influenzi l’espressione artistica. A chiudere, il collettivo di dj TED che proporrà un set esclusivo. Ogni evento si conclude con la possibilità di acquistare i libri presentati e di approfondire le tematiche affrontate, in un’atmosfera informale e accogliente. Questo progetto è una celebrazione della cultura in tutte le sue forme e conferma ancora una volta Milano come capitale dell’innovazione culturale.
Si chiama Gennarino il lievito che il Maestro Pasticcere napoletano Vincenzo Donnarumma custodisce e alleva come un figlio. E lui, trascorse 36 ore, restituisce rigorosamente questo amore dando vita ad una gamma di lievitati che anche a Natale sono pronti a trionfare sulla tavola. E’ proprio il mix di cura di questo prezioso “lievito”, unita alla curiosità, allo studio e all’utilizzo delle migliori materie prime a rendere unici i Panettoni 2024 di Vincenzo Donnarumma. Il viaggio alla scoperta della dolcezza e della raffinatezza dei lievitati natalizi inizia dal Panettone Classico, realizzato con scorzone d’arancia Navel di Calabria e uva sultanina sei corone, prosegue con la combinazione Albicocca, Cioccolato Bianco e Fava Tonka. Si passa al Tre Cioccolati con impasto alla nocciola, quindi alla versione Frutti di bosco e Mandarino con impasto multicereali. Infine il Panettone Mediterraneo con fragoline di bosco, pasta di pistacchio di Sicilia e pistacchi caramellizzati, e il Campano con Mela Annurca IGP e cannella. A completare
Grazie a Spritzer, la sinergia tra musica e aperitivi diventa un connubio perfetto per gli amanti delle serate sofisticate e rilassanti, dove ogni dettaglio, dal bicchiere alla traccia musicale, concorre a trasformare un semplice momento conviviale in una vera e propria esperienza di stile. Un vero pairing. Aperitivi e musica sono un abbinamento che da sempre accompagna le serate italiane. Negli ultimi anni, però, questa combinazione ha assunto nuove sfumature grazie all’avvento di sonorità lounge e soulful house, capaci di creare un’atmosfera sofisticata e rilassata, perfetta per il rito dell’aperitivo. Se un tempo ci si accontentava di un drink veloce prima della cena, oggi l’aperitivo è diventato
la gamma di Natale ci sono anche il Pandoro, realizzato secondo tradizione veronese con il tipico profumo di burro da latteria e vaniglia Bourbon del Madagascar, e altri dolci tipici del territorio quali i Mostaccioli e il Rococò.
“La pasticceria natalizia è molto più di una tradizione, è un viaggio tra ricordi, profumi e sapori che ogni anno ci riportano a casa, alla famiglia e all’infanzia – racconta Vincenzo Donnarumma - è un momento magico in cui gli ingredienti semplici si trasformano in qualcosa di straordinario, grazie all’amore e alla passione con cui vengono lavorati. Ogni dolce di Natale ha una storia, un legame profondo con la nostra terra che cerco di rispettare e reinterpretare. Il mio obiettivo è portare sulle tavole la meraviglia del Natale, mantenendo viva la tradizione e, allo stesso tempo, sorprendendo con qualcosa di nuovo e unico”.
un momento di convivialità, da gustare con più calma e accompagnato da esperienze sensoriali sempre più ricercate. Il sottofondo musicale e quindi la conseguente sonorizzazione svolgono un ruolo centrale in questo scenario. La lounge music, con i suoi ritmi lenti e avvolgenti, e la soulful house, caratterizzata da sonorità profonde e melodiche e ritmate, riescono a creare la giusta cornice per un aperitivo elegante e distensivo. Dai locali di tendenza nelle metropoli italiane, fino ai raffinati bar sul mare, la musica diventa protagonista, trasformando il semplice gesto di sorseggiare un cocktail in un’esperienza multisensoriale. Questo format ha preso il nome di Spritzer, un progetto che unisce musica e aperitivi, diventando sia un format di intrattenimento che una vera
e propria etichetta discografica.
L’idea dietro Spritzer, creata da Kdope insieme a Pierfrancesco Di Stolfo è quella di far coincidere il piacere del buon bere con un sound raffinato. Dj e bartender uniti con l’unico intento: creare la giusta experience esaltando tutti i sensi. Con compilation curate e serate organizzate nei locali più esclusivi, Spritzer si propone come un’esperienza per tutti i sensi. Con la sua eleganza e le sonorità Spritzer risponde ai bisogni di chi apprezza un’esperienza musicale raffinata e rilassante, rendendola perfetta per chi vive uno stile di vita moderno e cosmopolita.
p.s. un’idea (la vedete in foto) arriva già da Sabatini Gin con il suo “Martini, shaken or stirred?”. Il London Dry Gin di Cortona sfida quattro bartender a interpretare un grande classico della mixology e non solo
by Paolo Pozzi
Mixology Experience diventa ancora più grande e si evolve, spostandosi a TuttoFood 2025, l’appuntamento internazionale dedicato al settore agroalimentare, in programma dal 5 all’8 maggio 2025 presso Fiera
Milano Rho, organizzato da Fiere di Parma con lo staff di Cibus. Una delle principali novità sarà proprio la partnership con Mixology Experience, evento di riferimento per il mondo del beverage e dei cocktail bar, che porterà a TuttoFood un’esperienza integrata e innovativa: nelle precedenti edizioni già 450 aziende e più di 18.000 visitatori hanno rafforzato le sinergie che il mondo della mixology è in grado di generare tra il settore food e quello beverage.
«Il nostro Board ha accolto con entusiasmo il progetto di sviluppare con un partner come Luca Pirola (nella foto, ndr) il segmento Spirits&Mixology nell’ambito Beverage di TuttoFood. Si tratta di un comparto che vede l’Italia seconda in Europa sia come consumi sia come produzione – dichiara Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma –. Con questa operazione possiamo dire che entriamo ufficialmente nell’era di “TuttoFood ... & Beverage” ovvero quello di una manifestazione in grado di offrire ai propri visitatori professionali – provenienti da tutto il mondo – il meglio dell’offerta internazionale di cibi e bevande sia in fiera, dal 5 all’ 8 maggio, sia in città, dal 3 all’8 maggio, con la TuttoFood&Beverage Week. Tutto questo, già dal 2025 con il supporto di Fiere di Colonia ovvero del leader mondiale nostro partner dal 2015».
La famiglia Nicolodi, con oltre 75 anni di esperienza nel settore turistico-alberghiero, ha radici in Alto Adige e si è trasferita in Val di Fassa negli anni ‘50. Con coraggio e dedizione, Aldo e Clara Nicolodi hanno sviluppato una rete di strutture dedicandosi con passione all’attività di famiglia
di Riccardo Sada
Walter Nicolodi, Presidente di Union Hotels Canazei e Campitello di Fassa, intervistato da TrafficJam, si sofferma sullo sviluppo del Gruppo. Nicoldi spiega come si gestisce una realtà come la Union Hotels.
“Ogni giorno visitiamo gli alberghi, parliamo con il personale e verifichiamo che tutto funzioni correttamente. Questo approccio familiare è essenziale per il nostro modello di ospitalità, così come stiamo diversificando in altre attività. Siamo aperti d’inverno e d’estate ma ad onor del vero non ci fermiamo mai, quando gli alberghi sono chiusi in realtà non lo sono
mai, perché siamo sempre impegnati nelle ristrutturazioni, negli ammodernamenti, nel pianificare la stagione successiva che verrà”.
Una clientela molto internazionale
“Ogni nazione ha le proprie abitudini. Ad esempio gli scandinavi sfruttano le loro settimane bianche sino all’ultimo, non si fanno mancare un’ultima discesa nemmeno il giorno che devono ripartire, altri approfittano della vacanza a Canazei per visitare
ATTENZIONE ALLA TRADIZIONE
LOCALE E ALL’INNOVAZIONE
TECNOLOGICA
Cortina o Venezia, altri puntano sullo shopping. L’importante che sappiano che con la Union Hotels sono seguiti in tutto e per tutto, così come amiamo definirci un presidio per il nostro territorio ed in questo senso stiamo sviluppando una serie di iniziative che si concretizzeranno entro fine anno per poi svilupparsi al meglio negli anni successivi”.
Terminata ad ottobre la stagione estiva, Union Hotels è pronta a ripartire a dicembre con la stagione invernale
“Siamo entusiasti di prepararci ad accogliere i nostri ospiti per un’altra stagione straordinaria. Quest’anno ci saranno molte novità che renderanno il soggiorno in Val di Fassa ancora più speciale e indimenticabile. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire il massimo in termini di comfort, sicurezza e autentica ospitalità trentina. Non vediamo lora di condividere con tutti quello che abbiamo in serbo per quest’inverno”.
Una tradizione nata dalla precedente esperienza maturata nelle rispettive famiglie d’origine in Alto Adige / Suedtirol, già sul finire dell’800 con l’azienda agricola e con l’attività di ristorazione alberghiera. Una tradizione comunque ormai proiettata nel futuro grazie a competenza e passione unionhotelscanazei.it/
Elisabetta Nuvola Paseggini nuvolainviaggio.com
Non è solo vino l’Alsazia, infatti dall’ 8 dicembre fino a Natale Strasburgo e tutti i paesi alsaziani hanno nel loro centro un piccolo villaggio fiabesco, composto da bancarelle di legno addobbate e decorate a festa: palline di Natale, luci, profumo di dolci e spezie creano un’atmosfera veramente suggestiva. I giardini, le case i locali ed i negozi diventano un tutt’uno e si trasformano in magici posti affascinanti ed accoglienti. Tutta questa vivacità fa persino dimenticare le temperature rigide del momento.
Uno dei modi più belli per vedere la città è attraverso un giro in battello sui canali che circondano la città vecchia dalla caratteristica architettura delle case a graticcio di legno (colombage) decorate a festa.
Durante la gita si possono vedere anche i ponti coperti collegati dalle torri di guardia medievali, strategici sui quattro canali e sulla pittoresca Petit France, il vecchio quartiere che fu dei conciatori, ricco di mulini. Alla visita del centro non può mancare la Cattedrale di Notre-Dame di splendida architettura gotica, con l’unica guglia alta 142 metri. Il poeta Goethe aveva l’abitudine di ammirare il tramonto dall’alto della sua piattaforma.
Dopo Strasburgo, passando per la strada dei vini, e attraversando altri fiabeschi villaggi è la volta di Colmar e il suo famoso museo del giocattolo (Musée du Jouet).
Qui, gli amanti dell’arte rimarranno incantati dai tanti musei e dall’architettura della città vecchia, mentre chi preferisce passeggiare
potrà visitare la Piccola Venezia, tipico quartiere sull’acqua, con vecchie case alsaziane ben conservate, il porto turistico e la città vecchia con i numerosi negozi e i famosi e ricchissimi Mercatini di Natale.
Come raggiungere Strasburgo:
In auto: sono circa 470 Km da Milano: seguire per l’Autostrada dei Laghi (A8) fino al confine con la Svizzera, quindi E35 fino vicino a Basilea, e quindi al confine con la Francia prendere la E25 e seguire le indicazioni Colmar - Strasburgo.
In Treno: da Milano Centrale per Strasburgo treno diretto circa 7 ore di viaggio
L’errore medico, purtroppo, è una realtà che può causare gravi danni fisici, psicologici ed economici al paziente. Un errore durante la diagnosi o il trattamento può compromettere irreversibilmente la qualità della vita, fino a determinare esiti fatali nei casi più gravi.
In Italia, il risarcimento per danni da errore medico si basa sull’accertamento del nesso causale tra la condotta sanitaria e il danno subito. In questo contesto, il ruolo del medico legale è cruciale: la sua perizia consente di valutare le condizioni del paziente e accertare eventuali comportamenti
di Roberta Scarpellini
negligenti, imprudenti o imperiti da parte del personale sanitario. Il paziente che subisce un danno ha il diritto di chiedere un risarcimento che copra sia i danni fisici che morali. Questi risarcimenti includono i costi medici aggiuntivi, la perdita di capacità lavorativa e il dolore e la sofferenza subiti.
Tuttavia, il percorso legale per ottenere giustizia è spesso complesso e richiede il supporto di professionisti qualificati, come avvocati specializzati in malasanità, capaci di assistere il paziente durante tutte le fasi del processo di accertamento della colpa medica.
Affidarsi tempestivamente a uno studio legale competente, con esperienza consolidata in casi di malpractice, permette di rispettare i tempi previsti dalla legge e tutelare al meglio i propri diritti, ottenendo il risarcimento dovuto.
Anime in cover: https://tinyurl.com/33v687pu
Nerd Chop Express: https://tinyurl.com/bdz7jum3
In soli 9 minuti, Sony ha acceso l’entusiasmo dei fan rivelando tutte le informazioni cruciali sulla PS5 Pro, la console di metà generazione che farà da ponte tra la PS5 e l’attesissima PS6. I rumor sono stati in gran parte confermati, con un focus sui notevoli miglioramenti grafici e prestazionali pensati per i titoli più impegnativi. A guidare l’evento è stato Mark Cerny, l’uomo dietro il design delle ultime console targate PlayStation.
Il cuore della nuova PS5 Pro è la capacità di superare il dilemma tra risoluzione ultradefinita e fluidità di gioco. Grazie a una scheda grafica più avanzata, la PS5 Pro triplica la velocità del ray tracing, offrendo un’illuminazione e ombreggiatura ancora più realistiche, e migliora del 45% le prestazioni di rendering rispetto alla PS5. Il nuovo sistema PlayStation Spectral Super
Resolution (PSSR) sfrutta l’intelligenza artificiale per un upscaling impeccabile, simile al celebre DLSS di Nvidia. Durante l’evento, Sony ha messo in mostra capolavori come The Last of Us Parte II, Horizon Forbidden West, Final Fantasy 7 Rebirth e Gran Turismo 7, che brillano con una nuova luce su PS5 Pro.
La PS5 Pro si distingue anche per il suo nuovo design, caratterizzato da una banda scura diagonale che le dona un look futuristico e accattivante. Non a caso, Sony aveva già stuzzicato la curiosità dei fan con un post del 5 settembre, celebrando i 30 anni di PlayStation e anticipando l’estetica della console. La PS5 Pro sarà disponibile dal 7 novembre al prezzo di 799,99 euro: un investimento significativo per una console che promette prestazioni da urlo.
by Dan Mac Sword
“Starting 5: il quintetto iniziale” è una nuova serie sportiva Netflix in dieci episodi, che offre un intenso sguardo dietro le quinte alla stagione 202324 dell’NBA – la National Basketball Association, la lega professionistica statunitense di pallacanestro - attraverso gli occhi di cinque dei più grandi giocatori della lega: Jimmy Butler (Miami Heat), Anthony Edwards (Minnesota Timberwolves), LeBron James (Los Angeles Lakers), Domantas Sabonis (Sacramento Kings) e Jayson Tatum (Boston Celtics). In Italia sarà disponibile da mercoledì 9 ottobre 2024. La serie segue le battaglie di questi fuoriclasse sul campo e fuori mentre inseguono la gloria, superano infortuni e cercano un equilibrio tra famiglia e carriera. James si impegna più che mai per restare in forma e continuare a dominare nella sua
ventunesima stagione, mentre Edwards entusiasma gli animi con la sua rapida ascesa. La caparbietà di Butler spinge gli Heat, Sabonis motiva i Kings con il suo gioco versatile e Tatum guida i Celtics alla ricerca di un record con la vittoria del loro diciottesimo campionato. “Starting 5: il quintetto iniziale” è un racconto senza filtri della vita all’apice del basket professionistico, che è assolutamente lecito definire uno dei più grandi spettacoli agonistici del mondo, come si è anche visto alle recenti Olimpiadi di Parigi, dove Team USA ha schierato tutti i suoi fuoriclasse – James, Edwards e Tatum e tanti altri quali Stephen Curry e Kevin Durant – ed ha vinto la sua ennesima medaglia d’oro.
Con “Starting 5” Netfix comprende una volta di più l’importanza di narrare lo sport ed i suoi eroi puntando sul cosiddetto dietro le quinte e svelare il cosiddetto volto umano di fuoriclasse dotati di una cilindrata superiore: dopo “The Last Dance” e i vari “Drive to Survive” ecco un altro capitolo di una narrazione che possiede tutti i requisiti per conquistare tutto il mondo ed arriva pochi giorni prima della partenza della stagione 2024/25 della NBA, prevista nella notte (italiana) tra martedì 22 e mercoledì 23 ottobre 2024.
Micaela Palmieri con Renato Vallanzasca
“Malanotte Rimpiango quasi tutto”
Baldini+Castoldi
“Malanotte. Rimpiango quasi tutto” (Baldini+Castoldi, pp. 144, 18 euro) parte dal carcere di Bollate, dove gli orologi sono sempre fermi. Segnano un orario immaginario, come dice Renato Vallanzasca, nato bandito e a cui, sin da bambino, la vita non ha mai fatto sconti. L’adrenalina, la voglia di vedere se sarebbe riuscito a farla franca: era questa la benzina nel motore quando assaltava banche, seminava la polizia negli inseguimenti, studiava nuovi colpi. Ha sempre amato la libertà: com’era bella la sensazione di poter fare tutto, poi ha passato più di cinquant’anni in carcere. A volte si domanda se ne sia valsa la pena. Ha rubato. Ha ucciso. Con Micaela Palmieri, scrittrice e giornalista, ha scritto la sua storia.
baldinicastoldi.it/libri/malanotte-rimpiango-quasi-tutto/
Moreno Tortora
“Ingegno e semplicità”
Kdope
La ricerca che Moreno Tortora ha svolto vuol portare a conoscenza gli oggetti sonori in uso nella tradizione popolare, in particolare quelli che scandivano i momenti del gioco, del divertimento, ma anche delle attività e del culto religioso. Ascoltare una raganella o un fischietto è come affacciarsi ad una finestra aperta sul passato. Osservare ora quegli oggetti che ci appaiono a volte inutili e rozzi, significa riscoprire la mano sapiente di colui che li ha costruiti, l’impronta della personalità di chi li ha fatti. Dalle testimonianze raccolte oggi si sa che i costruttori possedevano una grande conoscenza dei materiali e del suono.
kdope.it/publishing/ingegno-e-semplicita/
Lorenzo Tiezzi
“Quanto Manca?”
Kdope
Lorenzo Tiezzi, scribacchino e chiacchierone per professione (è ufficio stampa e giornalista), tra il luglio 2021 ed il settembre 2024 ha completato sei Cento Miglia, tra le corse più dure tra quelle di lunga distanza in montagna e sui sentieri. Ha corso tre volte Adamello Ultra Trail (167 km circa, 11.500 di dislivello), la Cento Miglia del Monviso, che parte e torna a Saluzzo dopo aver ‘scalato’ il Re di pietra, e pure due volte la Tuscany Crossing, in Val D’Orcia. Tutto questo l’ha fatto avendo più o meno 50 anni ed un fisico normale, niente di più. Ex bagnino ed ex maestro di nuoto, lavori in cui non si è mai davvero “ex”, non ha mai raggiunto risultati sportivi importanti in gioventù, eppure vi è riuscito.
kdope.it/publishing/quanto-manca/
Davide Pezzi
“Note di Natale” VoloLibero
Note di Natale è un viaggio attraverso la genesi e le storie, spesso curiose e sorprendenti, da cui sono scaturite le melodie che da decenni accompagnano le festività natalizie, nonché un racconto esaustivo e intrigante delle vite di autori, compositori e interpreti che le hanno rese immortali. Tra le novantacinque opere prese in considerazione, troviamo classici intramontabili come “Silent Night” e “Jingle Bells”, antiche carole e grandi successi di interpreti leggendari quali Frank Sinatra e Bing Crosby. E l’attenzione si focalizza inoltre sui classici moderni .
vololiberoedizioni.it
Kylie - “Tension II” (BMG)
Un album questo di Kylie Minogue che segna un’evoluzione naturale del progetto precedente, “Tension”, e si distingue per il mix di elettronica, dance pop e influenze disco che richiamano le sonorità iconiche di Minogue, pur mantenendo uno spirito contemporaneo. La produzione, curata da nomi di spicco come Diplo e The Blessed Madonna, offre un viaggio musicale dinamico e accattivante. Se da un lato le collaborazioni, come “My Oh My” con Bebe Rexha e Tove Lo, arricchiscono il progetto, dall’altro alcuni critici ritengono che la coesione generale ne risenta. Tra brani orecchiabili e ritmi travolgenti, “Tension II” conferma la longevità artistica di Kylie Minogue, che continua a sorprendere e coinvolgere il pubblico con la sua creatività inesauribile.
https://kylie.lnk.to/TensionIIAlbumWE
Jimmy Sax - “A Million Miles” (Wonder Manage srl / Warner Music)
Anticipato dai brani “A Million Miles” con Steve Edwards e “Cesar”, l’album è composto da 10 brani inediti a cui si aggiunge “Una Mattina”, cover del celebre brano del compositore e pianista Ludovico Einaudi, già disponibile in digitale. Questa la tracklist di “Million Miles”: “The Message”, “A Million Miles” con Steve Edwards, “Cesar”, “Roméo”, “Miracle”, “Artefact”, “Euphoria” con Patris Gero, “Electric Love”, “A Better Man”, “Una Mattina” e “You”. Scritto dallo stesso Jimmy Sax e prodotto da ITACA Music Group, l’album spazia tra sonorità funky ed electro.
https://wct.live/app/41117/jimmy-sax-million-miles
Primaluce - “Chasing the Northern Skies” (Primaluce)
Primaluce ha appena pubblicato il suo nuovo album strumentale, “Chasing the Northern Skies”, un viaggio di 10 tracce che fonde le intricate tecniche del rock progressivo con le evocative melodie della tradizione metal svedese. Questo lavoro rende omaggio alle ricche tradizioni del Nord, intrecciando elementi di metal scandinavo, in particolare il melodic death metal che ha plasmato la storia del genere. L’album cattura lo spirito delle tradizioni pagane, canalizzandone l’essenza attraverso un complesso arazzo sonoro che onora il patrimonio musicale delle terre del nord. Una potente testimonianza di Primaluce nel fondere influenze diverse in un’esperienza sonora coesa ed evocativa.
https://open.spotify.com/intl-it/ album/3cfEAirKDfE16dxLBmcOr5
Dalida - “T’Aimer Follement” (All Time Records)
Dalida, iconica cantante francese di origini italiane, incanta ancora una volta con l’album “T’aimer follement”. Pubblicato da All Time Records, questo LP raccoglie successi intramontabili come “Bambino” e “Piove (Ciao Ciao Bambina)”, classici che riportano l’ascoltatore ai fasti degli anni ‘60 con un tocco di dolce nostalgia. La voce sensuale e penetrante di Dalida emerge in brani come “T’aimer follement” e “Les enfants du Pirée”, trasformando ogni traccia in un viaggio emozionale. Un lavoro interamente re-editato con una tecnica innovativa. E il risultato si sente..
https://amzn.eu/d/4iyxYm3
by Gabriele Gobbo
Come ho raccontato su queste colonne, il mondo online si è riempito di video deepfake che clonano politici e celebrità, spesso per attirare click su falsi servizi, dal trading alle cure dimagranti. Ma immaginate, per gioco, che questa tecnologia venga usata per rimpiazzare i deejay famosi, con schermi e ledwall che li proiettano in consolle. Fin qui, nulla di strano. Il vero salto sarebbe rendere questi cloni digitali “senzienti”, capaci di interagire con il pubblico e adattare in tempo reale il djset al mood della pista. Le tecnologie per farlo esistono già, manca solo chi le interconnetta in modo efficace. Se volessimo creare oggi questo Frankenstein tecnologico, troveremmo già sul mercato sensori di ogni tipo: capaci di inviare una mole di dati a un “cervellone” dotato di intelligenza artificiale, programmata per rispondere come farebbe un vero deejay. Sensori di umidità, calore, webcam per monitorare la pista, microfoni per captare il vociare del pubblico e sensori calpestabili per rilevare i movimenti sono già disponibili, e a costi accessibili. Questi sensori potrebbero raccogliere dati in tempo reale e l’intelligenza artificiale, affamata di informazioni, processarli a una velocità impressionante in tempo reale. Questa è la differenza
rispetto al passato: una volta ottenuti i dati, è possibile generare un’azione automatizzata sensata e coerente. Un deejay sintetico potrebbe scegliere il brano perfetto, gestire effetti, volumi e persino le luci, magari rispondendo con una voce sintetica a richieste come «mi metti il brano yx?», ovviamente con un tocco di consueto sarcasmo da deejay. Potrebbe persino sostituire i vocalist, usando diverse voci, intonazioni e lingue. Tutto questo lo racconto solo per illustrare quanto l’AI stia diventando pervasiva e quanto il futuro sia più vicino di quanto pensiamo, non per antipatia verso i deejay, con cui ho lavorato per decenni. Ma c’è un aspetto che, secondo me, va preso in considerazione: la privacy. Immaginate un deejay capace di riconoscere chiunque in pista, sapere con chi è, cosa fa e cosa dice, ricollegandolo a informazioni personali raccolte online o dai social network. In un simile scenario, i segreti non esisterebbero più e le nostre “notti da leoni” non sarebbero più solo nostre.
Chi è Gabriele Gobbo. Consulente e docente in digital marketing, divulgatore della cultura digitale, speaker in eventi tech, conduttore radiotelevisivo e social media manager di aziende e celebrity. Da 30 anni si occupa di digitale, tecnologia e comunicazione.
di L. Tortelli
L’introduzione delle Artist Alley all’interno delle fiere italiane è un recente fenomeno che sembra star prendendo piede negli ultimi anni; gradualmente, sebbene con una certa lentezza, le organizzazioni dei maggiori eventi sul territorio nazionale si stanno avvicinando al settore artistico-creativo. L’implementazione di questa zona nelle fiere del settore ha subito diversi intoppi e non sembra essersi trovato un punto d’incontro sulla gestione più adatta per gli artisti. Si nota, infatti, una certa mancanza di interesse e sensibilità da parte degli enti organizzativi, ormai troppo abituati a gestire i propri eventi tenendo a mente solo ed esclusivamente il ritorno economico, spesso ottenuto grazie agli standisti delle zone commerciali. Il pubblico giovane e facente parte della community cosplay, tuttavia, ormai si reca in fiera per incontrare i propri amici, per vivere una giornata diversa e, soprattutto, per vedere quali sono i nuovi articoli dei propri artisti preferiti. La stragrande maggioranza di coloro che vivono l’evento, secondo il vero significato del termine, sono stanchi di vedere sempre gli stessi stand commerciali e di venire a sapere, ogni singola volta, che l’Artist Alley è stata trattata come l’ultima ruota del carro. Ogni evento, tuttavia, ha la possibilità di rivelarsi una vittoria per gli artisti: si prova e si riprova, si fanno sacrifici e ci si propone come partecipanti, nella speranza che, questa volta, l’Artist Alley si rivelerà diversa. Alcuni circuiti fieristici mantengono la parola data e offrono eventi la cui partecipazione è un’esperienza più che positiva, altri, tuttavia, deludono al punto di allontanare gli artisti stessi (e i visitatori) dalla possibilità di partecipazione nelle edizioni a venire. Nel weekend del 7/8 Settembre 2024 si è tenuto il Firenze Comics, posizionato all’interno del parco di Villa Montalvo, l’evento ha ospitato più di 100 stand: tra espositori commerciali, associazioni e artisti di qualsiasi genere. Dalle 10 alle 21, i visitatori hanno avuto modo di esplorare la fiera, partecipare alle diverse attività proposte e godersi il tempo in fiera - tuttavia, il pomeriggio di Domenica si è rivelato alquanto diverso dal previsto.
Il parco di Villa Montalvo non vanta alcuna zona strutturalmente coperta; in occasione dell’evento, quindi, sono stati posizionati dei tendoni superiori volti a proteggere i visitatori e gli espositori da eventuale maltempo, perimetrati da temporanei muri di cartongesso. Di fronte a quest’ultimi sono, infatti, stati posizionati gli artisti appartenenti all’Artist Alley del Firenze Comics, zona dedicata all’esposizione e alla vendita di opere e merchandise prodotto dagli artisti partecipanti. Si vociferava da tempo, ormai, che il meteo non sarebbe stato particolarmente clemente durante il weekend dell’evento: la giornata di Sabato non ha subito intoppi, Domenica, invece, si è rivelata disastrosa. Considerando l’allerta meteo diffusa nei giorni antecedenti alla fiera, ci si sarebbe aspettato un certo livello di organizzazione per evitare disagi, tuttavia, il risultato fu ben diverso.
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Il dolore neuropatico, una condizione spesso sottovalutata e misconosciuta che arriva a colpire il 7-10% della popolazione mondiale. Alla sua origine, un danno o una disfunzione a carico di nervi periferici, radici nervose, midollo spinale o strutture ancora superiori fino alla corteccia. Tradotto in parole più semplici? Un dolore spontaneo bruciante, intermittente e lancinante in grado di dar luogo a fastidiosi formicolii. E ancora, riduzione o completa perdita della sensibilità e risposta dolorosa a stimoli di solito innocui. Quello, appena descritto, rappresenta solo una piccola parte del calvario che affronta chi soffre di dolore neuropatico a seguito di infortuni sul lavoro e sinistri stradali. Un dolore che non si ripercuote
solo sul fisico del paziente perché ad ammalarsi è anche la sfera psichica, più intima, con insorgenza di ansia, depressione, deterioramento dei rapporti interpersonali, isolamento sociale e peggioramento della qualità di vita. A tutto ciò si aggiunga che, a distanza di 15 anni dall’entrata in vigore delle legge 38/2010 atta a garantire un’assistenza qualificata e appropriata in ambito di terapia del dolore e cure palliative, si ravvisa il mancato riconoscimento e la mancata valorizzazione della malattia dolore e della rete di terapia del dolore a livello qualitativo, quantitativo e d’accessibilità. Sì, avete capito bene! “Malattia dolore” perché il dolore neuoropatico non può e non deve essere relegato a un sintomo di una qualche patologia, ma è essenziale che gli sia riconosciuta la giusta dignità di malattia a se stante. E noi di Nevra, Movimento per il Riconoscimento del Danno Neuropatico, ci battiamo proprio per il riconoscimento medico legale del danno neuropatico d’origine traumatica e la sua inclusione nelle tabelle di danno biologico. E non solo. Siamo, infatti, in prima linea per l’accreditamento delle Reti di Terapia del Dolore come Centri Certificati e l’attuazione del codice 96 per la gestione del dolore.
Se hai riportato un danno neuropatico a seguito di un incidente stradale o un infortunio sul lavoro, sappi che non sei solo perché Nevra assiste, informa e rappresenta umanamente e legalmente chi soffre di dolore neuropatico a seguito di eventi traumatici come infortuni sul lavoro e incidenti stradali.
nevra.it
IL DOLORE NEUROPATICO
POST
TRAUMATICO, CICATRICE
INVISIBILE E INDELEBILE
DI INCIDENTI STRADALI E INFORTUNI SUL LAVORO
Traumi sul lavoro e su strada possono essere i responsabili di dolore cronico neuropatico, una condizione con cui la vittima dovrà convivere per sempre e che, a oggi, non trova adeguata valorizzazione
di Max Bedding
Nata in Basilicata, la giovane artista ha iniziato a esprimere il suo amore per la musica fin da bambina, cantando e ricevendo subito il sostegno della famiglia. Le sue radici lucane, terra oggi sempre più sotto i riflettori della scena musicale italiana, rappresentano una parte fondamentale della sua identità artistica. Il legame con la sua terra è evidente nelle sue canzoni, che raccontano esperienze personali e universali, capaci di toccare il cuore di chi le ascolta.
Dopo aver partecipato a numerosi concorsi e al prestigioso CET di Mogol, la cantante ha affinato uno stile che mescola pop e indie, ispirato ad artisti come Ariana Grande e ai grandi cantautori italiani. Con una carriera in crescita e nuovi progetti in arrivo, il suo obiettivo è portare la sua musica su grandi palchi ed emozionare il pubblico. Non a caso, tra i commenti più toccanti ricevuti dai fan, c’è quello che la sua musica “fa bene all’anima”.
Tra sogni di collaborazioni con artisti come Harry Styles e Frah Quintale, e una continua ricerca artistica, la cantante è pronta a farsi strada nel panorama musicale, con l’orgoglio delle sue radici sempre al centro della sua arte.
www.instagram.com/mmivola
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Graduatoria di quello che piace
alla gente che piace
1. La figa
2. Il cazzo
3. Avere i soldi di Elon Musk
4. Vedere i politici scomparire
5. Estinguere il mutuo
6. Fare soldi su Only Fans
7. La resurrezione di Paolo Villaggio
8. Dimagrire senza fare diete
9. Eliminare la par condicio
10. Comprare il metaverso e svenderlo
11. Lo champagne
12. Il ritorno di MySpace
13. La pace nel mondo
14. Sapere tutto di tutti
15. La risurrezione del congiuntivo
16. Scoreggiare in ufficio con colleghi stronzi
17. Lanciarsi con un paracadute
18. Pisciare in mare
19. Considerarsi fluido senza esserlo
20. Mangiare i carboidrati di nascosto
FATECI SAPERE la vostra...
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A novembre
Nelle mani un filo di freddo, il primo, che trafigge la pelle, le strade si fanno cupe, disegnano ombre, lunghe, come passi in ritardo, mentre il vento bussa alle porte, quasi timido, e sfiora i vetri come uno spettro
Sulle tavole s’accendono fuochi, piatti che profuman di storie, il calore che sale dal pane, dal vino che si versa lento, dai frutti di terra, d’autunno che riposano al calar della luce
E nel silenzio, una musica s’accende, note lente come fiati sospesi, archi e corde s’intrecciano in sussurri, ritmi di legno e di fiato, che risuonano dolci in questo tempo di brume, tra il crepitio dei rami spogli, e l’eco dei passi sui sentieri deserti
A novembre è sinfonia muta, rumore di foglie, invito alla quiete, alla sosta, un respiro profondo nell’attesa, il limbo, un finto inferno il gelo dell’inverno