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Sondaggio zone nelle località

COSA DICE IL TCS

Secondo Peter Goetschi, presidente centrale del TCS, il limite dei 30 km/h può essere opportuno nei quartieri residenziali e sulle strade secondarie d’interesse locale, ma bisogna assolutamente garantire il rispetto della gerarchia della rete stradale: «Ogni tipo di strada ha una funzione ben precisa che va rispettata, affinché la funzionalità del sistema sia garantita nella sua totalità. Le strade destinate alla circolazione nei centri urbani (strade principali, strade di collegamento) devono, salvo eccezioni, mantenere il limite della velocità a 50 km/h. Le autorità devono avere la possibilità di ridurre il limite a 30 km/h o di introdurre zone 30 sulle strade di raccordo, di servizio e di quartiere, nonché di applicare i 20 km/h nelle zone di incontro. Questo approccio differenziato ai regimi di velocità all’interno delle località permetterà di mantenere la funzionalità della rete nel suo complesso, garantendo una buona coabitazione tra i diversi sistemi di trasporto (privato e pubblico) e consente a ciascuno di rimanere attraente. La stessa cosa vale per le biciclette elettriche veloci (45 km/h), che risulterebbero fortemente svantaggiate da un limite generale di 30 km/h, nonché per i quartieri residenziali, che non dovrebbero subire l’inevitabile spostamento del traffico sulle loro strade nel caso in cui il limite di velocità sugli assi principali fosse abbassato».

«Evitare un pasticcio di regole sulle strade urbane»

Secondo i voleri delle grandi città, nell’abitato il limite di velocità 30 andrebbe implementato oggi stesso. Per i vice presidenti del TCS Fabienne Bernard (sezione Vallese) e Thomas Lüthy (sezione Zurigo) è chiaro che ciò avrebbe tutt’una una serie di svantaggi. La loro presa di posizione.

Alcune città svizzere vorrebbero abbassare la velocità massima a 30 km/h non solo nei quartieri bensì pure sulle strade di transito. Zurigo è stata la prima a passare ai fatti. Come giudicate queste iniziative? Thomas Lüthy: Per la sezione Zurigo è fuori dubbio che sugli assi principali di traffico deve continuare a vigere il limite attuale di 50 km/h. Non siamo invece contrari a zone 30, ma esclusivamente sulle strade locali, altrimenti rischiamo che il traffico si riversi nei quartieri abitati.

Fabienne Bernard: È lamentevole che le maggiori città s’irrigidiscano su posizioni dogmatiche che dividono le persone invece di riflettere su come favorire una mobilità armoniosa e ben integrata. Un sistema viario fluido ed efficiente è nell’interesse del paese e contribuisce al benessere dei cittadini; affinché tutti possano profittarne va rispettata la gerarchia delle reti con diverse tipologie stradali, anche all’interno delle località. Ricordo che già nel 2001 il popolo elvetico si è pronunciato negativamente in merito, respingendo con quasi l’80% dei voti un’iniziativa tesa all’introduzione del limite generalizzato dei 30 km nell’abitato.

Ma la cosa risale a 20 anni fa. Qual è oggi l‘opinione della gente nelle vostre regioni circa i 30 km/h sulle strade orientate al traffico? Fabienne Bernard: Direi che prevale un atteggiamento differenziato. Limitazioni di velocità nelle zone residenziali rispondono certamente alle esigenze ed attese degli abitanti. Tuttavia, i comuni che le applicano con successo hanno individuato i punti adatti per la moderazione del traffico, badando nel contempo a non intralciarne il flusso sugli assi principali. È una problematica che va affrontata in uno spirito costruttivo per trovare soluzioni consone e permettere a tutte le persone di vivere e muoversi in armonia.

Thomas Lüthy: Per gli automobilisti che circolano a Zurigo si tratta dell’ennesimo provvedimento mirato contro di loro. D’altronde il consiglio comunale non vuole soltanto introdurre i 30 km/h a tappeto, sta già anche eliminando molti parcheggi pubblici nella zona blu. Ciò creerà grossi problemi soprattutto in presenza di immobili vecchi. Nel nostro cantone due terzi della popolazione abitano fuori dai grandi centri e la pensano diversamente da coloro che invece vivono a Zurigo o Winterthur. Siccome nelle zone rurali la gente dipende dall’automobile, con

Miglioramento del flusso del traffico con l’introduzione del limite di 30 km/h

sì, un grande miglioramento 4,8%

sì, un miglioramento 20% 24,7%

non avrà alcun influsso 17%

no, piuttosto un peggioramento 32,9%

no, un grande peggioramento 17,9% 50,7%

non so è dell’opinione che la riduzione della velocità migliorerà (piuttosto) il flusso del traffico

è dell’opinione che la riduzione della velocità peggiorerà (piuttosto) il flusso del traffico Impatto sui servizi di soccorso saranno molto più lenti

35,8%

saranno più lenti

34,2%

non avranno alcun impedimento 19%

saranno più veloci 4,4%

saranno molto più veloci 1,5%

non so 5,1% 69,9%

5,9%

è dell’opinione che i servizi di soccorso saranno (piuttosto) più lenti

è dell’opinione che i servizi di soccorso saranno (piuttosto) più veloci

ogni probabilità una votazione per introdurre il limite di velocità generale a 30 km/h nell’abitato verrebbe bocciata a livello cantonale. La situazione nella nostra regione dovrebbe essere analoga a quella riscontrabile nel Vallese.

Difatti, nel Vallese come gestite le spinte verso una riduzione dei limiti di velocità? Fabienne Bernard: Occorre considerare ogni caso singolarmente e con pragmatismo. Limitazioni di velocità devono inserirsi nella gerarchia delle strade e non devono tangere l’efficienza della rete nel suo insieme. L’introduzione del limite generale di 30 km/h all’interno delle località comprometterebbe il funzionamento scorrevole del traffico ed occorre evitare che ciò accada.

I conseguenti ingorghi rischiano di ricadere pure sui trasporti pubblici. Avete già avuto reazioni a riguardo? Thomas Lüthy: Il Consiglio comunale di Zurigo aveva previsto di estendere il 30 km/h a tutta l’area urbana. In un secondo tempo, però, data l’opposizione dell’esecutivo e forse anche da parte delle aziende di trasporto pubblico, ha ridimensionato i suoi piani iniziali. Tuttavia ne va sempre di 15 milioni di franchi all’anno. Resta ancora da chiarire chi dovrà sostenere questi costi supplementari. Ciò che per contro è ben chiaro fin d’ora è che la mobilità pubblica diventerà molto meno attrattiva, più lenta e cara.

Fabienne Bernard: Anche nel Vallese ci si preoccupa se sarà possibile continuare a garantire gli attuali orari dei trasporti collettivi. Il settore pubblico teme, a ragione, una perdita d’attrattiva e di dover far fronte a nuovi investimenti per mantenere inalterato il livello di servizio cui siamo abituati. E poi, chi pagherà? Gli utenti dei mezzi pubblici, i contribuenti tutti o, ancora una volta, soltanto gli automobilisti?

Come la pensano le organizzazioni di emergenza e soccorso? Fabienne Bernard: Per loro arrivare sui luoghi nei tempi più brevi possibili diventa sempre più complicato. Non solo per i limiti di velocità, ma anche per la gimkana imposta dal proliferare degli interventi di moderazione del traffico. Stranamente agli uffici addetti non viene mai in mente di chiedere il loro parere, come d’altronde non interessa la sorte dei corrieri che durante la pandemia hanno tenuto a galla il paese e che hanno dovuto giostrarsi fra infiniti ostacoli svolgendo giorno per giorno le consegne nelle città.

Thomas Lüthy: In caso di allarme, nelle zone rurali di solito i pompieri di milizia devono raggiungere il deposito o il luogo dell’incendio con l’auto privata. E nonostante l’urgenza sono restii a pigiare sull’acceleratore nelle zone 30 dove è facile incappare in un controllo della velocità. Se dopo risultasse che sono stati chiamati per risolvere una situazione di non-emergenza potrebbero infatti scattare le pesanti sanzioni contro la pirateria stradale.

L’abbassamento del limite a 30 km/h interessa non solo le auto bensì anche le e-bike veloci molto in voga. Ciò potrebbe rallentarne l’ulteriore diffusione?

Thomas Lüthy: Non è da escludersi. Personalmente non comprerei un’ebike veloce per circolare in città. È in ogni caso problematico e pericoloso se sfrecciano a 45 km/h e superano le auto incolonnate a destra e sinistra. Fabienne Bernard: Va da sé che il limite generale di 30 km/h nell’abitato si applicherebbe anche a ciclisti e conducenti di altri veicoli per la mobilità urbana. Il che renderebbe senz’altro meno attrattive le e-bike. In conclusione, cosa vi augurereste in tema di 30 km/h nelle località? Thomas Lüthy: Mi augurerei che si smettesse di polemizzare e si cercassero «Limitazioni di piuttosto soluzioni sensate che siano chiare a tutti gli velocità devono utenti. Dobbiamo evitare inserirsi nella che venga a crearsi un pagerarchia sticcio di regole nel contedelle strade» sto urbano, intrasparenti e che varino da quartiere Fabienne Bernard, vicepresidente TCS e presi- a quartiere. Il limite di 50 dente della sezione Vallese chilometri l’ora deve continuare ad applicarsi ai principali assi di traffico, mentre le autorità locali dovrebbero essere libere di decidere dove e come mitigare la velocità nelle aree residenziali. «Personalmente Fabienne Bernard: Che affrontassimo non comprerei la questione come siamo solito farlo in un’e-bike veloce altri campi: in maniera pragmatica e per circolare rispettando il pluralismo. Ciò che è in città» giusto a Ginevra o Basilea non lo è necessariamente a Romanshorn o Marti-

Thomas Lüthy, vicepresidente TCS e presi- gny – e viceversa. Dobbiamo ripensare dente della sezione Zurigo la mobilità urbana in chiave ecologica e considerando le nuove forme di mobilità, la sicurezza e il benessere dei cittadini, notabene senza peraltro ignorare le decisioni prese dalle autorità comunali. Da parte loro mi aspetto un’azione concertata nella consapevolezza che il TCS è un partner importante sul quale possono sempre fare affidamento. ◆

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