19 maggio 2018 Festa annuale Ex allievi/e di Don Bosco
1953 - Il giovane Giuseppe Nidasio (el Bociu, con baschetto e cravatta) accompagna gli studenti artigiani durante la gita di fine anno a Roma. Al suo fianco, con gli occhiali, un giovanissimo, e a noi sconosciuto, Don Ermanno Montagnoli.
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EL "BOCIU"
er noi che abbiamo avuto un percorso scolastico che si è snodato per diversi anni fra le mura del collegio, il rapporto con i nostri insegnanti non aveva nulla a che vedere con quello dei giovani di oggi. Gli insegnanti non erano visti solamente per il tempo che passavano in classe per le lezioni, ma con essi si condivideva una vita famgliare a “tempo pieno”: si viveva cioè nella medesima casa, giorno e notte, sia pure in ambiti diversi. Più in particolare poi chi, come me, si occupava anche del servizio mensa, – cioè di servire a tavola gli insegnanti (sacerdoti e laici) – di loro ha potuto cogliere un’umanità molto più dilatata, che sconfinava oltre il semplice apparire in cattedra o in laboratorio. Per questo ho avuto occasione di notare piccole intemperanze, qualche rivalità, lievi disagi, taluni difetti e molti pregi dei nostri amati “superiori”. Tanti sono i sacerdoti e i coadiutori salesiani di cui ricordo i volti e i caratteri, ma quell’omino, sempre vestito con lo “spolverino” nero, bianco di capelli, dal passo corto e svelto, con due occhi scuri e vispi e un visino un po’ scavato alla Charlie Chaplin, mi è rimasto particolarmente impresso nella mente e il ricordo del suo sorriso profuma ancora di matite e di gomme per cancellare: "el Bociu". Tutti lo chiamavano “Bociu”, perchè lui chiamava tutti “Bociu”.
Per il 2018, il raduno degli ex allievi avverrà nel giorno della festa di fine anno scolastico dei giovani studenti. Avremo uno spazio tutto nostro per pranzare insieme e scambiarci notizie, aggiornamenti e... ricordi nostalgici. Ci vediamo sabato 19 maggio 2018, ore 9.30 Tonale19_ dicembre 2017 n1.indd 1-3
Quando l’ho conosciuto, nel 1963, aveva soltanto 66 anni ma a me pareva già molto vecchio. Di lui conosco solo che è nato nel 1897 ed è morto, alla veneranda età di 94 anni, nel 1991. So anche che era uomo coraggioso e che, pochi giorni dopo il 25 aprile, a questo salesiano, don Della Torre (che collaborò attivamente con la Resistenza partigiana) affidò, assieme alla metà di una carta da gioco, due pacchi di armi con l'ordine di consegnarli a chi gli avesse mostrato l'altra metà della carta. Il che avvenne, sfidando così l'intimazione della Questura milanese che il 5 gennaio 1945 aveva decretato la consegna di tutte le armi, pena l'immediata fucilazione sul posto per i trasgressori. “Bociu”, l’appellativo con cui si lasciava scherzosamente chiamare, identificava con certezza le sue origini piemontesi, poiché “bociu” è la forma dialettale piemontese con cui si chiama un “ragazzo”. Per molti anni era stato insegnante di “Composizione Tipografica”, da lì veniva il suo “spolverino” nero che costituiva la sua inseparabile divisa quotidiana, praticamente l’unico non-sacerdote che portasse sempre – anche fuori servizio – la tonaca nera (benché mini). Abbandonato l’insegnamento in tipografia, era stato destinato alle attività dell’oratorio annesso alla Parrocchia di “S. Agostino” per poi, più tardi, occuparsi della distribuzione della cancelleria scolastica ai convittori delle scuole professionali. L’espletamento di questa sua attività avveniva in una specie di minuscola cartoleria in cui i ragazzi si recavano per acquistare matite, gomme, quaderni e fogli protocollo per i compiti in classe. Il suo “bazar-sgabuzzino” era ubicato all’uscita della Cappella – dove si andava alla S. Messa tutte le mattine –, nel sottoscala dell’androne del piano terra, da dove partiva il grande scalone che portava ai laboratori, allo studio e su fino alle grandi came-
rate dei convittori. Ma il vero lavoro del Bociu non era quello del tipografo, né del cartolaio. La vera passione del Bociu era sempre stata quella di far divertire i ragazzi in tutti i modi possibili: costruendo giocattoli, organizzando giochi di squadra e competizioni di ogni genere, allestendo rappresentazioni teatrali, carnevalate con i ragazzi ecc… Insomma, una specie di allegro, vivace e instancabile Mastro Geppetto alla Walt Disney. Questa è l’indelebile immagine che conservo di quell’omino salesiano che si chiamava Giuseppe Nidasio. N.P.
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dicembre Notiziario dell’Associazione Ex Allievi delle Scuole Professionali Don Bosco Via Tonale, 19 - 20125 Milano Tel. 02.676272.1 - Fax. 02.67627396 c.c.p. 537274 www.exallievimilanodb.org Direttore Responsabile: Giorgio Zanardini
Buon Natale
L’
Il signor Giuseppe Nidasio col suo immancabile "spolverino", così lo ricordano i suoi ragazzi di tanti anni fa.
Instancabile progettista e promotore della costruzione di fantasiosi macchinari e giocattoli, di cui non disponevano neppure i più facoltosi giostrai, Nidasio si prodigava in ogni modo per il divertimento dei ragazzi. El Bociu era l'animatore di giochi e carnevalate che si svolgevano in cortile. In questa vecchia immagine lo vediamo con il cappello da alpino e la sua trombetta da ferroviere che egli utilizzava per chiamare a raccolta i ragazzi e per segnalare l'apertura della piccola cartoleria.
immagine del Cristo bambino, che nasce nella povertà della capanna di Betlemme, ci mette in crisi e ci interpella su tutte le povertà del mondo che, in particolar modo in questi ultimi tempi, si riversano copiosamente sulle coste della nostra Penisola. Forse Cristo, nasce povero e sofferente per invocare la ricchezza dell’amore umano. “Beati gli afflitti perché saranno consolati”. Quali che siano le misere ragioni o le tremende condizioni che spingono queste orde di umanità a rischiare le proprie vite per raggiungere il nostro suolo, sforziamoci, nel nostro piccolo, di non rendere più amara la loro esistenza. In attesa che la nostra accoglienza coatta diventi generosa e, condivisa dall’Europa, promuovendo per costoro un futuro che non li releghi a una perenne elemosina, ma li inserisca in un concreto progetto che contribuisca al loro benessere e a quello di tutti i Paesi ospitanti, non manchiamo di sostenere le opere che danno loro sussistenza e dignità. L’incontro con gli “altri” non ci faccia temere di immiserirci, ma ci arricchisca e colori le nostre vite come le poche gocce di un pigmento colorano tutta l’acqua in un bicchiere. Diceva il grande Blaise Pascal: “Io sono quelli che ho incontrato, quelli che ho amato, quello che ho saputo, quello che mi hanno dato: io sono gli altri”. Questo Natale aiuti tutti noi a sforzarci di essere un po’ di più questi “altri”. Buon Natale e buon Anno Nuovo! Nazzareno Pampado
2017 Spedizione in abbonamento postale comma 20, lett. c - art. 2 - legge 23/12/1996 n.662 Filiale di Milano Anno 69, numero 1, dicembre 2017. Registrazione Tribunale di Milano n.727 del 23.10.1948 Stampa: Scuola Grafica Salesiana - Milano
GIORGIO FIORELLI CI HA LASCIATO
ADDIO PRESIDENTE PER UNA SOLA STAGIONE
I
l giorno 5-11-2017, incontri annuali degli intorno a mezzoex allievi. Fu questa giorno, è mancato sua assidua e affetil presidente in carica tuosa presenza che dell’”Unione Ex allievi convinse il Consiglio Don Bosco-Tonale 19” Direttivo dell’Uniodi Milano, GIORGIO ne Ex allievi a introFIORELLI. durre una deroga che Se n’è andato in silenpermettesse l’accesso zio, prematuramenalle cariche direttive te e cogliendo tutti anche ai non ex alliedi sorpresa poiché il vi e agli ex insegnanti male ha incomincianon salesiani dell’istito a logorarlo duratuto. Giorgio Fiorelli. mente nei mesi estivi, Questo fu il “trapperiodo in cui i contatti associativi polone” che, affettuosamente, inevitabilmente si affievoliscono. perpetrammo suo malgrado per Era nato a Roma il 16 febbraio del affibbiargli l’incarico di “Presiden1941, si era laureato al Politecnico te dell’Unione Don Bosco” di via di Milano conseguendo, successiTonale. vamente, diversi attestati profesInutile dire che Egli oppose garbasionali, sia da enti pubblici che sia ta e reiterata resistenza, che sfumò da privati. dietro l’insistenza dell’intero ConsiFu funzionario del “Servizio Tecnoglio e la promessa che, il medesimo, logico” del Gruppo Rizzoli-Corriere lo avrebbe assistito dandogli tutta della Sera, occupandosi di progettala sua fattiva collaborazione. Fu così che Giorgio si conquistò zione di nuove costruzioni di reparti, stabilimenti e uffici, sia in Italia il primato della più affettuosa e che all’estero. “breve presidenza” degli ex allievi Come libero professionista si dedidi Milano. cò a progettazioni civili, industriaDonatella dice di lui: “Che dire? Un li e di culto progettando, anche in uomo straordinario, sempre preMilano, una nuova chiesa cristiana sente e pronto ad aiutare il prossi(in via Val di Sole 18). mo e, soprattutto, capace di amare Ma quello che più conta per noi ex profondamente! Questo è ciò che allievi di Milano, è che fu insegnante sento in qualità di compagna da più per alcuni anni presso l’Istituto Prodi 30 anni. A voi... la parola. Grazie fessionale Don Bosco di Via Tonaanche a nome suo”. le 19, e questa esperienza lo legò Ai suoi famigliari, dunque, e a tutti affettivamente e indissolubilmenquelli che lo hanno amato, vanno i te all’opera salesiana di Don Bosco. sentimenti di affetto e di vicinanza Tanto che, pur non essendo mai stadel Consiglio direttivo, anch’esso to allievo di Don Bosco, Giorgio non colpito negli affetti per essere rimamancava mai di presenziare agli sto orfano del caro amico Giorgio.
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