Carte da camera pages

Tommaso Panzeri

Carte da camera

carte…

La carta, nella sua raffinata poverta’, e’ il solo piano di lavoro dove riesco a trovare le prospettive e dei riferimenti nuovo. E’ un supporto antico, nelle sue varie configurazioni primitive vegetali, umile nell’accogliere i primi segni. severo nel non accettarli passivamente . Si deve entrare in relazione con la carta prima di poterla affrontare e mettere in discussione. La tela si flette ma riprende la sua tensione, la carta si modifica e non ritorna uguale, neanche da asciutta. C’e’ una variabile che e’ unica e non si ritrova in un altra carta, anche dell stesso tipo: in quella fatta a mano, che si lascia scoprire solo da chi si lascia condurre da un disegno che si svela man mano e da chi riesce a percepire le piu’ sottili asperita’, che certe volte solo un velo di pigmento lascia intravedere a malapena. Se si lascia libero il gesto, il segno si combina con la geografia sottile della carta: dalla energia che scaturisce dalla connessione gesto/ superficie nasce l’opera unica per eccellenza.

E’ magnifico come ogni carta sia cosi’ unica e assolutamente irripetibile.

… da camera. la carta acquista una dimensione intima, entra in relazione con lo spazio privato. una stanza custodisce e protegge la nostra tranquillita’ e aiuta la connessione con un lavoro.

l’ambito privato di quattro pareti permette di sentire il messaggio piu’ flebile di ogni singolo pezzo.

i singoli lavori sono piccole ferite che non si rimargino e che rimangono vitali finche’ rimangono aperte,

una camera e’ testimone silenziosa del momento privato in cui ci entriamo in contatto con un lavoro e con noi stessi.

Trovo che il grande formato sia il modo di portare all'estremo dei concetti competitivi, al loro superamento in uno spazio immane che non ammette discussione. Ma mi sembra un trucco, un uso furbo dell'impatto del tanto contro il sussurro del piccolo.

Il grande quadro e' imponente e elimina ogni possibilitĂ ' di discussione occupando l'intero spazio e tanta parte del campo visivo.

Grande lascia stupiti e straniti, e' la cancellata dei canoni e degli stili stabilito che si schianta e si lascia attraversare, scardinata. E' un varco verso un altro mondo di percezioni e di riferimenti nuovi che non riconoscono il sistema segnico del nostro quotidiano ma che accolgono nuovi equilibri instabili per definizione, sbilanciati e precipitati nel vortice concettuale del pensiero libero e senza tempo.

Il quadro da camera e' la puntura di un ago che sfastidia, che lascia una goccia uscire da dentro l'involucro e cadere sul piano limitato. La dimensione fruibile e non invasiva diventa un pungolo incandescente diversamente dello strazio tragico del lavoro massiccio. Una lama di pensiero

Moncromia che svela il gesto: mezzo e supporto entrano in relazione e nasce un’ onda travolgente.

che si infila nel costato e rende doloroso il respiro. Non e' solo un oggetto caro alla nostra personale armonia ma e' lo spiraglio attraverso cui possiamo intravedere l'enormitĂ ' sensoriale che da cui siamo tenuti a distanza dalla nostra rete di nozioni e emozioni preconfezionate e consunte.

Lo spazio che l'uomo si costruisce su misura non ha bisogno di varchi, faglie,

breccia per mettere in comunicazione due mondi di esperienza. Sono situazioni che destabilizzano la nostra rete di relazioni inalterabili. Ampie fratture del sistema convenzionale possono portare al deragliamento di un pensiero rappresentativo verso l'abisso della non percezione: non e' detto ch questo non sia los dopo ultimo della mia pittura, destabilizzare, decontestualizzare.