icsART 2021 N.3 Gianni Anderle

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PERIODICO della icsART N.3 - Marzo ANNO 2021

icsART


In copertina: GIANNI ANDERLE, LA FINE DEL MONDO, 2013, ceramica, diam. 48 cm


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icsART

sommario Marzo 2021, Anno 10 - N.3

Editoriale

Tutti insieme appassionatamente

pag. 4

Politica culturale

Sandro Botticelli - Ritratto di un giovane

pag. 5

Intervista a un artista

Gianni Anderle

Mercato dell’arte?

On Kawara

pag. 20-21

Liberty of the III Millenium

Tra le pieghe

pag. 22-23

Storia dell’arte

Art Déco - parte 2

pag. 24-25

pag. 6-19

News dal mondo ON KAWARA

MAY 1, 1987, 1987

pag. 28

ON KAWARA

UNTITLED (DECADE), 10 opere - anni vari

pag. 29

ON KAWARA

A CORNER PIECE, 6 opere - anni vari

pag. 30

ON KAWARA

FOUR DECADES, 4 opere - anni vari

pag. 31

MAY 27, 1985 - 1986 - 1987 - 1988 - 1989 - 1990 199... E COSÌ VIA", serie infinita

pag. 32

Omaggio a ON KAWARA

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


EDITORIALE

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE L'Italia è il Paese di tutti contro tutti, di Guelfi contro Ghibellini, di Destra contro Sinistra, di Nord contro Sud, di ricchi contro poveri, di mafiosi contro onesti, di santi, poeti e navigatori, nel senso di quelli che stanno sempre a galla. Un minuto dopo l'incarico a Mario Draghi, c'era la processione di partiti che volevano entrare nel neo governo dell'ex Governatore della Banca Europea il quale ha ascoltato pazientemente i desiderata di ognuno. In breve la processione è diventata un arrembaggio a cui partecipavano tutti tranne la Meloni la quale ha finto di non essere interessata ben sapendo che nessuno la voleva in quanto impresentabile in Europa. Zingaretti è stato il primo a dichiararsi entusiasta del candidato premier pur non sapendo ancora nulla del suo programma. L'84enne Berlusconi, dopo aver disertato per malattia i processi che sta ancora affrontando, ha aderito calorosamente all'invito di "Mario" (Silvio è l'unico che chiama confidenzialmente Draghi per nome). Capitan Salvini, con un salto mortale prodigioso, dopo aver sputato fino al gior-

no prima sull'euro, sull'Europa e su Draghi, si è unito alla folla dei laudatores per «essere nella stanza dove si decide sui 209 miliardi della UE» e strappare qualche poltrona ministeriale. Renzi continua a definire un "capolavoro" l'aver riportato al governo la Destra, un po' come quando elogia lo sceicco saudita che lo paga. I 5 Stelle, dovendo decidere se essere declassati da partito di maggioranza relativa a opposizione, hanno scelto di diventare dei "veri politici" e adeguarsi all'andazzo generale partecipando a quello che si è autodefinito il "Governo dei Migliori" (immaginiamo i "Peggiori"). Il Competente Mario Draghi ha formato il Nuovo Governo con il vecchio manuale Cencelli: un tot a ogni partito tenendo per sé l'amministrazione dei 209 miliardi e lasciando ai partiti - tutti insieme appassionatamente - la gestione dei soliti problemi del Paese. Sarà una buona idea? Ce lo auguriamo. Intanto i politici si stanno preparando per il 2022 quando Draghi dovrebbe essere nominato Capo dello Stato e la sua poltrona di Primo Ministro si libererà. Sennò, hanno un sicario esperto già pronto. 4


POLITICA CULTURALE "RITRATTO DI UN GIOVANE CON IN MANO UN TONDO" di Alessandro di Mariano Filipepi, detto Sandro Botticelli (Firenze 1444/5-1510): , tempera su tavola di pioppo, 58,4 x 39,4 cm, da Sotheby's 2021.01.28 a $ 92.184.000 (76.619.000 €). Venduta da Sotheby's in diretta streaming a causa del Covid, questa piccola tavola è diventato il capolavoro più costoso di Botticelli mai venduto all’asta e il secondo quadro di epoca rinascimentale e barocca più costoso della storia dopo il Salvator Mundi di Leonardo. Ma sempre molto inferiore rispetto ai 110 milioni di dollari battuti nel 2017 da Sotheby's per una tela del 1982 di Jean-Michel Basquiat, anche se questi dipingeva come un bambino. Perfetta sintesi espressiva tra gli ideali e la bellezza della Firenze rinascimentale e l’uomo al centro del mondo, il potere di questo ritratto di un giovane raffinato e attraente dai lunghi capelli che incorniciano i delicati lineamenti del viso, secondo Richard Stapleford «sta nella sua capacità di esprimere la squisita bellezza insita nella vita, affrontando contemporaneamente la fragilità di quella bellezza». In questo quadro, Sandro Botticelli interrompe la consueta pratica di raffigurare il modello di profilo scegliendo invece di dipingerlo di tre quarti, addirittura con la mano che esce dall'immagine in un dialogo diretto con lo spettatore. Questo capolavoro rappresenta la perfetta espressione visiva della cultura fiorentina del tardo '400 ma, l'elegante semplicità della composizione e la presenza realistica del soggetto lo rendono oltremodo moderno. Come scrive nel catalogo d'asta Walter Pater: «Botticelli è prima di tutto un pittore poetico, che fonde il fascino della storia e del sentimento, i modi dell'arte della poesia, con il fascino della linea e del colore, i modi della pittura astratta».

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Intervista a GIANNI ANDERLE L'opera in ceramica, pur essendo una delle espressioni artistiche più antiche, non è sempre di facile collocazione poiché si pone a metà strada tra l'artigianato, la scultura, la pittura, il design, e molto spesso riassume in sé tutte queste discipline. Confrontando tra loro artisti che lavorano la ceramica, infatti, si osservano filosofie, tecniche e approcci molto diversi che discendono direttamente, oltre che dal linguaggio personale, anche dalle infinite potenzialità che offre l'argilla, una "terra" strutturalmente polimorfa e proteiforme. Gianni Anderle, divenuto ceramista 'quasi per caso' circa 20 anni fa, ama approfondire tutte le proprietà di questo materiale, sia nella fase di ideazione e modellazione manuale, sia in quelle più tecnologiche del rivestimento con gli ossidi e cottura con l'azione del fuoco. Momenti, questi ultimi, capaci di suscitare in lui ogni volta la meraviglia dell'esordiente quando il pezzo esce dal forno. Egli è intimamente spinto a spaziare senza vincolarsi aprioristicamente a un preciso filone estetico, in una logica di sperimentazione continua che forza i limiti per arrivare a forme originali. Nel suo rapporto con la materia si percepisce la tendenza a privilegiare un linguaggio svincolato dal rigore della geometria che viene esaltato poi mediante decorazioni dai colori decisi e vivaci accompagnati da interventi di matrice gestuale che valorizzano la struttura compositiva e la componente simbolica. Anche se nei suoi lavori si possono cogliere influssi e contaminazioni provenienti da varie correnti artistiche, dall'informale al dripping, dal Surrealismo lirico allo spazialismo, in lui forma e colore si muovono sempre all'unisono in un'appassionata ricerca della sintesi perfetta. Gianni continua ad essere affascinato dalla materia con cui lavora perché essa mantiene la promessa di assumere tutte le forme che la sua fantasia possa concepire: non è forse questa l'essenza dell'arte? Paolo Tomio A sinistra: LA FINESTRA, 2017, ceramica 70 x 50 x 2 cm

In basso: LINEA CONTINUA, 2017, ceramica 40 x 70 x 20 cm


MEMORIE BLU, 2014, ceramica, 75 x 65 x 8 cm

Il tutto è iniziato così, quasi per caso, Poi piano piano è cominciata la sfida fra me e questa materia, a volte capricciosa, che è l'argilla. Non una strada facile, essendo a digiuno delle varie e infinite tecniche, ma un po' alla volta - con molta umiltà - ho cominciato ad arricchire le mie conoscenze attingendo al materiale e alle testimonianze di grandi maestri ceramisti come Alessio Tasca, Nino Caruso, Lucietti, Bonaldi e molti altri.

Quando e perché hai cominciato a interessarti all'arte e dedicarti alla ceramica? Mi sono avvicinato alla ceramica circa 20 anni fa. È difficile stabilire quando e cosa ha fatto scattare dentro di me la scintilla che poi mi ha portato ad appassionarmi a questa arte. A volte le cose succedono senza un perché e poi all'improvviso ti trovi immerso in un mondo fantastico.

Cosa si intende esattamente per ceramica? Hai iniziato da autodidatta: come è avvenuta la tua formazione tecnica?

Cosa si intende per ceramica? La ceramica abbraccia un vasto mondo di possibilità espressi-

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ve. Semplificando, è tutto ciò che deriva da un impasto di acqua e argilla, plasmato a mano e reso più resistente mediante una o più cotture in appositi forni ad alta temperatura. Insomma, terra, acqua, aria e fuoco sono le componenti di base. Può chiamarsi terraglia, maiolica, gres, porcellana, invetriata in seconda cottura con cristalline colorate.

nella scultura classica, scoprendo ogni volta varie possibilità espressive. Ma la cosa che più mi entusiasma e mi fa sentire più dialogante con la materia è usare l'argilla liquida quel tanto da poterla lavorare. Non è facile, ma proprio per questo è una continua sfida. A volte con risultati apprezzabili, a volte con delusioni che nonostante tutto ti aiutano a crescere.

Ci descrivi qual è la tecnica che usi maggiormente?

Ci sono state correnti artistiche o artisti che ti hanno particolarmente influenzato?

Nella mia ricerca mi sono cimentato in svariati modi e tecniche creative per dare forma ai miei lavori. Ho provato la tecnica del colombino nei progetti a tutto tondo; a lastra nei soggetti di grandi dimensioni; lavorando sul blocco di argilla, levando e aggiungendo materiale come

Lungo il mio percorso di ricerca e sperimentazione, la mia curiosità mi ha portato ad avvicinarmi e apprezzare i grandi artisti del '900 che, in varie forme e stili diversi, hanno voluto dare LO SCUDO FERITO, 2014, ceramica, 75 x 65 x 8 cm

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LA COMMEDIA DI MIRÒ, 2011, ceramica 33 x 38 x 11 cm

Penso che siano fattori importanti e imprescindibili per la buona riuscita di un lavoro. Soprattutto nella ceramica dove la conoscenza della composizione chimica degli smalti ti porta a sfruttare al meglio la tua creatività. Un mondo che non si finisce mai di esplorare, e che a volte ti porta a risultati sorprendenti, ma anche a grandi delusioni.

voce alla loro creatività passando a questa forma espressiva. Artisti che hanno lasciato il segno non solo nella pittura e scultura, ma anche in ceramica. Vorrei ricordare Picasso, Mirò, Fontana, Melotti, Leoncillo e tanti altri.

Quanto incidono sulla qualità del risultato questi fattori: manualità, tecnologia, creatività?

Che differenza vedi tra artigianato e arte?

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È difficile a volte stabilire una la linea di demarcazione netta che stabilisca la differenza fra le due cose. L'arte, secondo me, è una continua ricerca e sperimentazione anche dal punto di vista interiore, che dà unicità a ciò che si crea mentre l'artigiano tende a riprodurre anche con molta abilità le stesse cose. Un artigiano, per quanto bravo, non è di per sé un artista, mentre l'artista è sempre in qualche modo artigiano.

Nel corso della tua attività hai mai attraversato

periodi espressivi diversi? Nel mio percorso artistico ho sempre sentito l'esigenza di confrontarmi con vari modi espressivi. Ogni tanto sento il bisogno di dedicarmi a nuove esperienze. Staccare, prendere aria, pensare anche in modo diverso. Alterno la pittura e il disegno, ma alla fine torno sempre a dialogare con la materia mettendo le mani nell'argilla e lì ritrovo me stesso. PRIMORDIALE, 2013, ceramica, 36 x 60 x 30 cm


Hai sperimentato anche una ceramica di tipo figurativo, del tipo forme naturali, uomini, animali, vegetali ecc.? All'inizio, quando ho iniziato a muovere i primi passi in questo mondo a me sconosciuto, mi sono cimentato nel riprodurre cose semplici: uomini, animali, vasi, cose di uso quotidiano. E' facile cadere nella banalità: Dopo un po' ho sentito il bisogno di ricercare nuove forme, anche se è difficile trovare strade nuove non esplorate. Spesso, visitando vari musei e vedendo la bellezza delle opere dei vari maestri della ceramica, rimango affascinato dalla loro bravura, sapendo quanta conoscenza e lavoro ci sia dietro.

Cosa ricerchi nelle forme che crei? Ci sono momenti in cui senti il bisogno di creare qualcosa, di tirar fuori ciò che senti dentro. Quando guardo un blocco di argilla, inanimato, senza una precisa identità, non so cosa diventerà; potrà essere una figura, un pannello, un oggetto umile, ma cerco di dargli una sua dignità e in qualche modo fargli prendere vita.

In alto e in basso: IL GIOCO DEL RE (fronte e retro) 2014, ceramica 45 x 65 x 22 cm

Qual è il confine tra scultura e ceramica? La differenza tra la scultura come la intendiamo (sia legno, marmo o altri materiali) e la scultura ceramica consiste nel fatto che nella scultura levi materiale per raggiungere il risultato desiderato, nella ceramica invece aggiungi, plasmi e ti fai trasportare dai tempi che l'argilla ti impone. La ceramica purtroppo è sempre stata definita erroneamente un'arte povera. Povera forse perché è stata la prima forma di creatività sperimentata fin dai tempi dagli uomini primitivi. Creatività che ha coinvolto intere epoche e 12


sfidato la bravura di grandi artisti fino ai giorni nostri.

Le dimensioni limitate imposte dalla ceramica influiscono sulla complessità dell'espressione? Indubbiamente le dimensioni a volte sono un limite. Molte volte sono costretto a rivedere i progetti di una certa grandezza, condizionato dal peso e dalle dimensioni del forno in cui vengono cotti i lavori. Lavori che, come si sa, hanno bisogno di due cotture ad alta temperatura. Prima cottura per la biscottatura e seconda cottura per l'invetriatura con gli smalti. Tutto questo richiede moltissime ore nel forno, con risultati incerti fino all'ultimo, quando a cottura ultimata si vedranno i risultati.

Nel mio sentire espressivo, ritengo di fondamentale importanza l'uso del colore. Fa parte della nostra vita. È un elemento essenziale per trasmettere emozioni e sentimenti. Come sono indispensabili le note musicali per un musicista, così i colori sono vitali per un artista.

Sulle opere intervieni poi con dei segni calligrafici o anche con il "dripping" gestuale? In ceramica, soprattutto nell'applicare gli smalti, non vedendo realmente i colori nella loro reale scala cromatica mi diverto ad applicare gli smalti in maniera gestuale lasciando al gesto e ad un'azione meditativa il risultato finale. Ogni volta il risultato può essere diverso e l'opera irripetibile. Un po' come nella tecnica raku, an-

Quale ruolo e importanza attribuisci al colore? IL DISCO, 2014, argilla, engobbio, diam 105 x 6 cm


MAREBLU, 2016, ceramica, 76 x 65 x 6 cm

Quando inizi una nuova opera, hai già in mente il risultato o cambi in corso d'opera?

che se con l'esperienza ci si avvicina molto al risultato voluto. Provo grande emozione aprendo il forno a cottura ultimata. E' una continua scoperta vedere degli oggetti inizialmente anonimi con colori tenui esplodere di luce al momento di estrarli dal forno. Spesso, quando l'argilla è ancora allo stato crudo, cioè a durezza cuoio, trovo interessante poterla incidere, tagliare, quasi violentare e provare a darle delle forme che in quel momento mi escono da dentro, che sento mie senza un disegno preciso. Un senso quindi di libertà e appagamento interiore. In certi momenti, mi diverto pure a giocare con la materia creando oggetti fantastici, forse puerili, e a far rivivere un mondo che ormai fa parte del passato, ma che mi fa ritornare bambino.

Di solito parto con un'idea. Non sempre l'idea iniziale la rielaboro, cerco di dominare la materia. A volte però mi faccio trasportare da essa e dalle emozioni che sento dentro di me. Cerco quasi un dialogo e mi lascio trasportare da essa.

Perché continui a sperimentare forme, colori, stili e tecniche anche molto diverse fra loro? Per me è una continua ricerca. Un non sentirmi mai soddisfatto appieno di ciò che ho fatto. Uno scoprire passo passo quante altre possibilità e quanti altri mondi si possono esplorare. È un cammino a volte difficile, pieno di insidie e de14


TERRA NASCENTE, 2014, ceramica, 76 x 65 x 6 cm

lusioni, ma quanta gioia provo quando riesco a fare un passettino in avanti!

zioni e nuove sperimentazioni. È difficile quindi per me fossilizzarmi nelle stesse forme e concetti. Le mie visioni in un mondo dinamico cambiano continuamente ed è un continuo scavare e una continua ricerca, così come la natura è soggetta a una continua evoluzione.

Cosa cerchi di rappresentare nelle tue opere: concetti, emozioni...? L'arte, secondo me, non esiste se in un qualche modo non provoca in te e in chi ne usufruisce una qualche emozione. Sia essa positiva o negativa.

Cos'è la bellezza? E’ un interrogativo che mi pongo spesso. Credo sia una visione soggettiva di tutto ciò che ci circonda. Dipende molto da che angolazione si guarda, da come ci poniamo e da quale è il nostro stato d'animo. Non necessariamente la bellezza è tutto ciò che è perfetto. Anche le cose imperfette hanno la loro bellezza e proprio

Come definiresti il tuo stile personale? Quali sono secondo te, le caratteristiche che lo rendono riconoscibile? È difficile per me catalogare un mio stile personale. Nei miei lavori cerco sempre nuove solu15


In alto: TRAME DI LUCE, 2014, ceramica 54 x 56 x 4 cm

A destra: TUTTOTONDO BIANCO, 2017, ceramica 90 x 50 x 35 cm

perché imperfette in qualche modo sono belle. Sia essa un'opera d'arte, un oggetto, un paesaggio, un tramonto, la bellezza esiste dentro di noi e da come sappiamo guardare.

che lo circonda, alla continua ricerca della verità.

E per finire, cosa è per te l'arte? Ognuno di noi porta dentro di sé il concetto di arte. Non è facile stabilire cosa si intende veramente per arte. La creatività, certo. Ma quando la creatività si trasforma in arte? L'arte secondo me non può definirsi tale e non può esistere se in un qualche modo non provoca in te e in chi ne usufruisce una qualche emozione o sensazione fisica. Siano esse positive o negative, devono essere messaggi che arrivano direttamente all'anima.

Chi è l'artista? L'artista è una persona che cerca di esprimere la propria personalità e sensibilità attraverso varie forme espressive. Sia esso musicista, attore, ballerino, scultore, pittore. Una persona quindi che con creatività cerca in qualche modo di esprimere ciò che sente dentro. Nella pittura, scultura, ceramica e non solo, l'artista cerca di percorrere dei sentieri a volte inesplorati mettendosi a confronto con se stesso e col mondo 16



2014 “Natura & Artificio”, collettiva Fida per la Bitm, Trento 2014 “La mano e il fuoco”, personale Hotel al Ponte, Pergine Valsugana (TN) 2015, Biennale d'arte Fida a Trento 2016 Biennale d'arte contemporanea delle Dolomiti a Passo S. Pellegrino 2016 Mostra “Dada 100” a Canale di Tenno e Galleria civica di Bolzano 2017-2018 Mostra “Love may be Love”, Trento e Bolzano 2017-2018 Mostra “Um Grito contra o Mal” con Càssia Raad a Villalagarina (TN) 2018 – “Segno, Colore Forma Materia” Personale a Torre Mirana, Trento 2018 – “Summer Rainbow Fida” con altri tre artisti a Palazzo Libera – Villa Lagarina 2019 – Collettiva in sala Maier a Pergine per il 60° anniversario dello sbarco sulla Luna 2015-2021: Permanente nella galleria e nelle sale dell’Hotel Al Ponte di Pergine Valsugana 2018-2021: partecipazione a varie esposizioni alla Galleria Contempo di Pergine Valsugana Sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche, tra cui sono da citare quella della Cassa rurale Alta Valsugana (catalogo 2018) e del Comune di Pergine Valsugana (mostra nel 2020)

GIANNI ANDERLE nasce il 3 maggio 1950, a Pergine Valsugana. È una Pergine ricca di stimoli artistici quella in cui impara l’arte del colore, frequentando e lavorando con diversi e affermati pittori. Ma tele e pennelli non soddisfano un desiderio di tridimensionalità che troverà compimento solo negli anni Duemila. E’ all’inizio del nuovo millennio, infatti, che Gianni Anderle approda alla ceramica: la possibilità di dare forma e sostanza a pensieri e visioni complesse lo converte definitivamente alla scultura. Passo dopo passo, prova dopo prova, l’argilla diventa una materia familiare, soprattutto nella lavorazione di secondo fuoco, dove il calore genera gli stessi colori accesi e mai rinnegati di cui erano pregni i suoi quadri. E, nel corso di un ventennio, “sforna” moltissime opere frutto di una inesauribile fantasia, di una tecnica sempre più raffinata, della sfida continua data dalla combinazione materia-colore-calore, raccogliendo vasti consensi. MOSTRE 1983 prima personale a Pergine Valsugana (TN) 1985 esposizione a Borgo Valsugana (TN), insieme al maestro Raffaele Fanton 2007 personale ospitata al primo e secondo piano del centro “Madrano Arte 121”, Pergine Valsugana (TN) 2009 Realizza trenta opere per Dolomiti Energia spa 2009 Collettiva in sala Maier a Pergine Valsugana (TN) 2010 Collettiva al ristorante “Boivin”, Levico Terme (TN) 2010 Gianni Anderle, Patrizia Gandini e Ivo Fruet a Madrano, Pergine Valsugana (TN) 2014 “To build castles in the air”, collettiva Fida, Galleria Civica e Castel Roncolo, Bolzano

RECAPITI: Studio: Località Maso Grillo, telefono 3497714186 giannianderle1@gmail.com ALCHIMIE DELLA CERAMICA di Alessandro Fontanari Estratto dal catalogo "La mano e il fuoco" Si nota subito una varietà di ricerca nelle direzioni della figurazione stilizzata, del fantastico, del geometrico, e, nell’ultimo periodo, dell’informale; le opere sono per lo più tridimensionali e di diversa grandezza, ma non mancano i pannelli, le tavolette, e gli assemblaggi con altri materiali. Una costante disposizione per il fantastico, il surreale e il giocoso, si manifesta nei motivi di un personale bestiario e nei frequenti elementi mitologici e fiabeschi, questi ultimi riecheggianti le pitture di Mirò. Compaiono “teatrini” ludici a racchiudere in scatole e cornici scene e personaggi d’immaginazione ora comici, ora grotteschi, ora evocativi di altre realtà secondo

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i grandi esempi di Giacometti e di Melotti. Le figure stilizzate sono realizzate in forme attente agli equilibri compositivi, alla simmetria e alla ripetizione seriale per transitare in semplici elementi geometrici, in accumuli volumetrici di cubi, coni, cilindri, sfere e semisfere. Anderle mette alla prova le possibilità della ceramica confrontandosi con forme elementari: colonne, stele, obelischi in un personale attraversamento degli archetipi più ostensivi della scultura. Questo lungo lavoro di sperimentazione artistica con la ceramica si caratterizza per percorsi individuali che pur assimilando temi e motivi dell’arte del Novecento, non appartengono a una corrente ben definita, non si subordinano a un modello o una precisa linea artistica. Nelle opere degli ultimi anni Gianni Anderle sembra aver trovato la sua cifra distintiva, o almeno è arrivato a una fase del suo percorso di ceramista d’arte che presenta una forte originalità. Si tratta di lavori in cui gli elementi plastici si riducono fino a sfiorare la bidimensionalità della superficie piana. Eppure si tratta di fragili fogli sottili di materia, realizzati con virtuosismo tecnico, visto il rischio di rotture e distruzioni nelle fasi di cottura e di manipolazione per la coloritura; quadrati e rettangoli che somigliano a pergamene accortacciate, a preziose stoffe piegate e ripiegate, a cortecce grinzose, a grandi foglie... Ogni opera è quindi volutamente un frammento, un “estratto” incompiuto e provvisorio dall’esplorazione sperimentale dell’artista; appare ancor più tale per il trattamento dei bordi, dei confini che l’artista è costretto a dare quando delimita l’opera separandola dal flusso creativo e consegnandola allo spazio della visione pubblica: i bordi consistono in frastagliature, in strappi, in scuciture irregolari... La varietà di questi “segni” spazia dal quasi naturale, cioè da uno studiato mimetismo di strutture, impronte, tracce, vegetali e animali (le rutilanti striature di un fiore, le labirintiche gallerie di un tarlo), all’artificiale: scarabocchi, grafismi, scritture segrete, alfabeti inventati, simbolismi, calligrammi. Tutte queste operazioni sul frammento – bordature, modulazioni e movimenti delle superfici, ricchezza di segni, impongono che le opere di Gianni Anderle siano viste con uno sguardo “sprofondante” che superi l’apprezzamento per gli aspetti puramente decorativi e formali di solito riservato alla ceramica.

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ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2021 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it icsART N.3 2021 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio

PERIODICO della icsART N.3 - Marzo ANNO 2021

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MERCATO DELL’ARTE ? arte e di non partecipare alle sue stesse mostre per lasciar parlare esclusivamente le opere. Il 4 gennaio 1966 crea a New York il suo primo "Date Painting" (dipinto con data), una piccola tela rettangolare blu ceruleo con la scritta bianca "JAN.4, 1966". Il risultato lo entusiasma tanto da ripetere l'esperimento anche i giorni seguenti, poi gli anni e i decenni per i successivi 46 anni. La serie "Today", come viene chiamato l’insieme dei Date paintings, arriva a contare quasi 3.000 tele (quasi) uguali perché Kawara si impone una serie di regole. Tutti i dipinti devono essere eseguiti nello stesso modo e terminati entro la mezzanotte del giorno, oppure distrutti. Il formato è sempre rettangolare, scelto tra otto misure standard; tutte le tele sono in un unico colore preparato artigianalmente. Anche la stesura del colore segue una rigida procedura: quattro mani di pittura applicate dopo aver preparato con cura la tela ad ogni passaggio. Sulla superficie finita che deve essere impeccabile, Kawara dipinge la data del giorno in eleganti caratteri sans serif, composta nella lingua e il formato in uso nel paese che lo ospita, tracciando i contorni del testo con l'uso di pennelli, righello e squadra e poi riempiendoli con il colore bianco. Ogni tela è custodita in una scatola di cartone realizzata dall'artista contenente un ritaglio di

ON KAWARA (1932 - 2014), "MAY 1, 1987", 1987, acrilico su tela accompagnato da scatola realizzata dall'artista e corrispondente ritaglio di giornale dello stesso giorno, 154,9 x 226,1 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 4.197.000 (€ 3.486.200) Nato a Kariya, in Giappone, in una famiglia intellettuale attenta alla religione buddista, shintoista e cristiana, il 24 dicembre 1932 quando esplodono le bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki, On ha solo 12 anni ma i suoi primi dipinti figurativi rifletteranno il malessere esistenziale causato da quella tragedia. Dopo il diploma di scuola superiore nel 1951 si trasferisce a Tokyo dove studia filosofia europea e teoria politica e psicoanalitica, poi in Messico nel 1959 dove frequenta per un anno la facoltà d'arte e quindi, nel '62 a New York proprio mentre l'arte concettuale sta prendendo piede iniziando la propria ricerca personale. Si sa pochissimo della vita privata di questo artista (si conosce una sola sua fotografia) a causa del suo rifiuto di scrivere o parlare di sé e della propria A destra: NOV.30, 1985, 1985, acrilico su tela con scatola e giornale, 46 x 61 cm venduto da Sotheby's New York 2014 a $ 1.445.000 (€ 1.192.000)

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ON KAWARA un giornale locale di quel giorno. Nonostante l'attenzione maniacale per la ritualità e la ricerca della massima qualità tecnica della pittura, i suoi dipinti sono volutamente anonimi e ripetitivi, cambiano solo la data e, a volte, le dimensioni della tela e il colore che può variare entro una gamma di tonalità codificate che vanno dal grigio scuro a, più raramente, al rosso o blu. La meraviglia che suscitano i 3mila "Today" non sta nella loro estetica (visto uno, visti tutti), ma nel fatto che siano stati eseguiti nel corso di tutta la sua vita e, anche se l'artista non ha mai voluto dare una spiegazione, nel concetto filosofico che sottendono. «Non importa quale forma [l'opera d'arte] possa alla fine avere, deve iniziare con un'idea. È il processo di concezione e realizzazione di cui si occupa l'artista». L'infinita successione di date è la testimonianza dell'impermanenza o più esattamente della mortalità dell'artista - e di conseguenza di tutti noi - e, in fondo, del senso banale e tedioso della nostra stessa insignificanza. Kawara documenta il flusso temporale della sua stessa vita segnando intenzionalmente il suo passaggio nel tempo e nello spazio tramite serie di lavori burocraticamente ritualistici ripetitivi, è autobiografico in modo ossessivo annotando metodicamente e meticolosamente i momenti quotidiani più banali: quando si è

svegliato, dove è andato, chi ha incontrato, ma non cosa ha pensato, detto o provato, in fondo ciò che interessa di una biografia. Sebbene On Kawara sia conosciuto principalmente per "Today", egli affronta il passaggio e il segno del tempo anche in un altri suoi progetti, come in "One Million Years" dove dilata il suo interesse oltre i giorni della sua vita tramite una serie di libri in cui elenca pedissequamente tutti gli anni compresi tra il 998.031 a.C. e il 1.001.992 d.C. Le letture dal vivo delle date contenute in questa specie di enciclopedia numerica, iniziate nel 1993 a una sua mostra personale, continuano anche dopo la sua morte. Che l'artista sia ossessionato dalla morte lo si deduce anche da altri suoi progetti come le cartoline che invia ad amici le quali documentano l'ora precisa in cui si è alzato: "I got up at 8.43 A.M." oppure che li aggiornano sul suo stato: "I am still alive" (Sono ancora vivo). On Kawara muore a New York nel 2014 dopo 29784 giorni di vita. In alto: SETT.13, 2001, 2001, acrilico su tela con scatola e di giornale, 25 x 34 cm, venduto da Christie's New York 2015 a $ 1.205.000 (€ 995.000)

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LIBERTY OF THE III MILLENNIUM Quando Burri, nei primi anni ’60, iniziò a sperimentare su nuovi materiali, quelli plastici erano un'assoluta novità e quindi il suo tentativo di cambiarne l'uso e le finalità era dirompente. Oggi la plastica, più che una risorsa è divenuta un problema a tutti i livelli in quanto sinonimo di prodotto artificiale e senz’anima dell’industria e, purtroppo, anche simbolo di un inquinamento ambientale drammatico. Pur essendo un materiale versatile e polivalente che si presta a essere utilizzato nei modi più creativi, nei confronti della plastica esiste una specie di rifiuto aprioristico che la fa collocare fuori dall'ambito artistico. Il gruppo di avanguardia di Glasgow, "Art-Tick", lotta contro il manierismo rinascente per superare il comodo rifugiarsi nelle tradizioni del passato in nome di un’arte che sappia ritornare protagonista del suo tempo e riscoprire le valenze artistiche inespresse di tanti materiali prodotti dall'industria, compresi quelli associati alle materie plastiche. Partendo dagli studi di Charles Rennie Mackintosh, la figura più importante del movimento "Glasgow School" (l'Art Nouveau britannico), il gruppo ha sviluppato le sue ricerche arrivando a elaborare una innovativa teoria artistica già definita dai critici "Liberty of the III Millennium", in cui la vecchia decorazione non sia più demandata alla classica ornamentazione floreale ma direttamente connessa alle qualità intrinseche dei materiali stessi. Di una buona parte di questi sono state esplorate le potenzialità estetiche ma i trattamenti sulle plastiche elasticizzate si sono rivelati i più interessanti per la ricchezza di forme nuove e imprevedibili altrimenti irrealizzabili con le tecniche normali. Particolarmente intriganti si sono rivelate le performance di film estensibili in polietilene garantite dalle loro prestazioni 22


TRA LE PIEGHE meccaniche e proprietà elastiche eccezionali. I film che sono stati utilizzati nei lavori di ArtTick, pur presentando spessori inferiori ai 25 micron (1 millesimo di millimetro), possiedono un'altissima resistenza allo strappo e alla perforazione che permette loro di adeguarsi alle pressioni e trazioni diversificate cui sono sottoposti nella fase di ideazione. Stese in più strati su telai lignei diritti o opportunamente sagomati, le lunghe strisce di polietilene colorato, elastico e resistentissimo, sono messe in tensione dall'artista mediante complesse operazioni manuali che le sottopongono a forze contrapposte di trazione, torsione, arrotolamento in modo da deformarle e far assumere alla loro stessa struttura effetti "plastici" tridimensionali assolutamente imprevedibili. L'ottima aderenza tra i diversi strati di film sovrapposti contribuisce a mettere in risalto le irregolarità provocate dalle diverse tensioni esercitate sul materiale così che le forze dinamiche in gioco a cui sono sottoposte queste sottilissime pellicole sono ben leggibili sulla loro superficie. Sfruttando le peculiari caratteristiche tecnologiche e meccaniche del materiale, gli artisti riescono a creare ampie aree lisce e lucide raccordate con figure concave o convesse disegnate da fitte trame di ondulazioni e increspature. Come una membrana organica, la plastica si adatta naturalmente alle tensioni interne con stiramenti alternati a infinite piegature che si distribuiscono radialmente sul film dando luogo a riflessi luminosi e giochi di rifrazione che la fanno vibrare rendendola viva e cangiante. Il fatto che le intriganti modulazioni "plastiche" di Art-Tick derivino da materiali del tutto comuni ed elementari, in fondo è la dimostrazione che la creatività, più che del caso, è il prodotto di un pensiero libero da pregiudizi. 23


ART DÉCO - Parte 2 Si è assistito in questi decenni a un crescente interesse per l'Art Déco, l'abbreviazione dell''Art Décoratif' presentata all'Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes tenutasi a Parigi nel 1925 in cui, unico requisito della fiera era che tutto il lavoro dovesse essere «completamente moderno». Sebbene i diversi stili che caratterizzano l'Art Déco siano apparsi già prima della Grande Guerra, il termine Arts Décoratifs si era diffuso in Francia dopo il 1875 quando i disegnatori di mobili, tessuti, gioielli, vetro e altri artigiani, avevano ricevuto dal governo francese lo status ufficiale di artisti e l'esistente Scuola di Disegno era stata ribattezzata École nationale des arts décoratifs. Il termine "Art Déco", invece, è relativamente recente poiché appare per la prima volta solo nel 1966 nel titolo della mostra parigina "Art Déco - Bauhaus - Stijl - Esprit Nouveau". L'Art Déco, il primo dei movimenti veramente internazionali di arti visive, architettura e design, appare in Francia poco prima della Grande Guerra e termina con lo scoppio del secondo conflitto mondiale e l'ascesa degli stili funzionali e razionalisti. Le Corbusier, in una serie di articoli sulla sua rivista L'Esprit Nouveau, attacca l'Exposition del '25 criticando gli eccessi dei mobili colorati e sontuosi esposti poiché «La decorazione moderna non ha decorazioni». Nata come reazione allo stile dominante fin de siècle, l'ondulato e sensuale Art Nouveau che si ispirava al mondo naturale e organico, l'Art Déco gli contrappone le forme geometriche semplici, dinamiche e moderniste come triangoli e quadrati teorizzate da Eugène Grasset nel 1905 quali elementi base di ogni composizione. Il desiderio vivo e impellente di rimuovere il CHRYSLER BUILDING, 1931, arch. William Van Alen VICTOIRE 2, 1928, René Lalique

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STORIA DELL’ARTE passato e sognare un futuro luminoso creato dall'uomo grazie alle nuove macchine, dura solo nel periodo tra le due guerre mondiali ma svolge un ruolo enorme nel plasmare l'immaginazione dell'Occidente moderno. Stile eclettico per definizione, l'Art Déco combina tanti stili con un artigianato raffinato e materiali pregiati come l'ebano, l'avorio, oro, pelli di animali esotici rappresentando durante il suo periodo di massimo splendore, il lusso, il glamour, l'esuberanza e la fede nel nuovo progresso sociale e tecnologico. Non si tratta di un unico stile, ma un insieme eterogeneo di tendenze diverse, talvolta contraddittorie e contrapposte, liberamente prese in prestito e riproposte secondo il nuovo gusto nascente. L'uso disinvoltamente provocatorio di colori vivaci e ricchi disegni geometrizzati dell'Art Déco proviene sia dalla storia: Egitto, Mesopotamia, Grecia, Roma, Asia, Mesoamerica, sia dall'attualità: la moda parigina di Paul Poiret, i costumi di Léon Bakst per i balletti russi, sia dalle avanguardie artistiche come il costruttivismo russo, il futurismo italiano, così come Fauvismo, l'Orfismo o il funzionalismo e il modernismo in generale. È anche coinvolta la passione per la velocità e le "macchine": automobili, transatlantici, aeroplani, dirigibili. La combinazione di arte, design, architettura, moda, performance, svolgerà un ruolo fondamentale nel plasmare la sua evoluzione formale ed estetica. Con la Grande Depressione del '29, l'edonismo, lo stile di vita glamour e le forme stravaganti e ostentate dell'Art Déco entrano in crisi divenendo più sobrie e austere mentre si sta affacciando all'orizzonte lo spettro Fine parte 2 di un nuovo conflitto mondiale. "WALLY TOSCANINI", 1925, Alberto Martini BUGATTI AÉROLITHE, 1935 TAMARA de LEMPICKA ritratto nella Bugatti, 1929

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Marzo 2021, Anno 10 - N.3

News dal mondo ON KAWARA

MAY 1, 1987, 1987

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ON KAWARA

UNTITLED (DECADE), 10 opere - anni vari

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ON KAWARA

A CORNER PIECE, 6 opere - anni vari

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ON KAWARA

FOUR DECADES, 4 opere - anni vari

pag. 31

MAY 27, 1985 - 1986 - 1987 - 1988 - 1989 - 1990 199... E COSÌ VIA", serie infinita

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Omaggio a ON KAWARA

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ON KAWARA, MAY 1, 1987, 1987, acrilico su tela con ritaglio di giornale in scatola, 154,9 x 226,1 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 4.197.000 (€ 3.486.200)

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ON KAWARA, UNTITLED (DECADE), acrilico su tela con ritaglio di giornale in scatola, 10 opere 20,3 x 25,4 cm, vendute da Sotheby's 2017 a $ 4.175.000 (€ 3.451.000)


ON KAWARA, A CORNER PIECE, acrilico su tela con ritaglio di giornale in scatola, 6 opere 20,3 x 26,7 cm, vendute da Sotheby's New York 2013 a $ 2.285.000 (€ 1.896.600)

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ON KAWARA, FOUR DECADES, acrilico su tela con ritaglio di giornale in scatola, 4 opere 26 x 34 cm, vendute da Phillips New York 2016 a $ 1.565.000 (€ 1.293.000)



PAOLO TOMIO: Omaggio a ON KAWARA "MAY 27, 1985 - 1986 - 1987 - 1988 - 1989 - 1990 - 199... E COSÌ VIA", 2021, stampa su tela, serie infinita


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