icsART 2021 N.11 Jakob de Chirico

Page 1

PERIODICO della icsART N.11 - Novembre ANNO 2021

icsART


In copertina: JAKOB de CHIRICO, CUORI PELATI, 1990, scultura, vetri di Massimo Lunardon, cm 12 x d.7


11

icsART

sommario Novembre Anno 10 - N.11

Editoriale

Mutti, die Kanzlerin

pag. 4

Politica culturale

L'Italia desnuda

pag. 5

Intervista a un artista

Jakob de Chirico

pag. 6-19

Mercato dell’arte?

Barnett Newman

pag. 20-21

La suggestione del punto

Tra terra e cielo

pag. 22-23

Storia dell’arte

Porsche Type 64 - 1939

pag. 24-25

News dal mondo BARNETT NEWMAN

BLACK FIRE I, 1961

pag. 28

BARNETT NEWMAN

ONEMENT VI, 1953

pag. 29

BARNETT NEWMAN

ONEMENT V, 1952

pag. 30

BARNETT NEWMAN

GALAXY, 1949

pag. 31

TRIPLE BROKEN ZIP, 2020

pag. 32

Omaggio a BARNETT NEWMAN

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


EDITORIALE

MUTTI, DIE KANZLERIN La cancelliera Angela Merkel, prima donna in Germania a coprire tale carica e, sebbene chiamata confidenzialmente dai suoi elettori "Mutti", mammina, accreditata come la donna più potente del mondo, lascia dopo aver governato la Germania per 16 anni (quattro mandati). Aveva vinto le elezioni nel 2005 superando l’SPD di un solo punto percentuale e dato vita alla "Große Koalition", governando con prudenza e consapevolezza della complessità, procrastinando e decidendo di non decidere secondo un'abitudine indicata con il neologismo 'merkeln'. Detestata da Helmuth Kohl che la definiva una serpe in seno e«il più grande errore della mia vita» accusandola di averlo tradito, la "ragazzina" figlia di un teologo pastore luterano arrivata dalla Germania dell'Est dove si era laureata in fisica con un dottorato di ricerca in chimica fisica e ricoperto incarichi direttivi nell'organizzazione giovanile comunista, aveva iniziato una scalata inarrestabile al potere.

Grazie all'austerità imposta dalla Germania e dai Paesi del Nord che si autodefiniscono "frugal" (parsimoniosi) e vedono il Sud Europa come cicale disinvolte e poco affidabili, la Merkel aveva preso il 'controllo' della UE garantendo la crescita economica del suo Paese a discapito degli altri membri. Una convivenza tra diseguali sempre più difficile man mano che il debito italiano superava quota 2.700 miliardi e i 65 miliardi di interessi annui. Convintasi che il default dell'Italia avrebbe trascinato a fondo tutta l'area euro, la Merkel (spinta anche dagli USA interessati alla stabilità della Nato), si è decisa ad autorizzare il governatore della BCE Mario Draghi a proclamare il suo "whatever it takes", l'impegno a fare "tutto quello che serve" per fermare la speculazione sull'euro, facendosi garante del debito italiano. Quest'anno la coalizione CDU/CSU della Merkeli ha perso alle elezioni di ottobre il 9% dei voti e anche la maggioranza, un evento traumatico che sanziona la fine dei bei tempi della Liebe Mutti. 4


POLITICA CULTURALE L'ITALIA DESNUDA Dopo un primo periodo di profondo sconforto per il tradimento di Renzi (chi saranno ora le sue prossime vittime: Letta, Salvini, il nuovo alleato Berlusconi, lo stesso Draghi?), Giuseppe Conte starà tirando un sospiro di sollievo nel vedere tutte le grane a cui è scampato e che ora si deve sorbire il nuovo Premier. Incassata la prima trance dei 25 miliardi del PNRR (strappati da Conte alla UE), Draghi studia come distribuirli alla folla di postulanti e laudatores che lo stanno assediando: partiti di governo e di opposizione in primis, Confindustria agricoltori, artigiani, amministratori regionali-provinciali-comunali, sindacati, Vaticano, massoneria, mafie ecc. Un miliardo qui, un miliardo là, e già i soldi sono finiti. Tra gli alleati di governo, chi è no-vax, chi no-pass, chi vuole la barra dritta al centro, chi vuole andare più a destra, nessuno a sinistra: la più soddisfatta sembra la Confindustria che ha riservato una standing ovation al Premier Draghi, definito "l'Uomo della Necessità", titolo che ricorda un po' troppo il mussoliniano "Uomo della Provvidenza". A questo punto però, gli italiani che devono fare ogni giorno i conti con i loro problemi, potrebbero legittimamente porsi la domanda: se ogni volta che in Italia c'è una crisi, i parlamentari, retribuiti lautamente per governare il Paese, delegano il loro potere decisionale ed esecutivo a dei banchieri mai eletti - vedi Ciampi, vedi Dini, vedi Monti, vedi Draghi - perché continuare a mantenere 950 disoccupati? Con la nuova riforma, nel 2023 il numero dei parlamentari scenderà a 650, che rimangono comunque tanti, visto che normalmente presenziano pochi giorni al mese e con i banchieri, e in particolare con Draghi e il suo staff, risultano praticamente inutili. Quel 50-60% di elettori che non va più a votare, potrebbe arrivare alla conclusione che è uno spreco pagare una rappresentanza popolare che ammette di essere incapace e superflua e perciostesso affidarsi all'Uomo della Necessità il quale risolverà da solo tutti i problemi che affliggono il Paese. Compresi i partiti. Ma già questa vecchia idea di Licio Gelli sta girando su diversi giornali.



Intervista a JAKOB de CHIRICO A Merano Jakob de Chirico è un "personaggio" polemico, scomodo ma in fondo necessario, per ciò che ha avuto il coraggio di dire e, soprattutto, fare, nel corso della sua lunga vita di artista anticonformista, di lucido sciamano, di non allineato. Per lui, a differenza dei tanti 'artisti-burocrati', non c'è mai soluzione di continuità tra l'essere e il fare l'artista, tra vita e arte: «L'arte è vita. Tutto è arte». Per uno spirito ribelle come il suo è stato naturale resistere al farsi assimilare da una società ripiegata e autoreferenziale come quella sudtirolese del recente passato. Ma De Chirico non è un apolide, al contrario, è profondamente radicato nelle due società da cui proviene, quella italiana e quella tedesca all'interno delle quali pratica un nomadismo culturale che gli consente di riconoscersi idealmente in entrambe. Sono un "bastardo", si autodefinisce, giocando sul duplice significato della parola. In questo senso, l'anti-arte, i suoi assemblaggi con i ready-made sono debitori di 'Dada', le performance e l'uso del proprio corpo come medium espressivo sono figli del 'Wiener Aktionismus', mentre lo humor, i non-sense, discendono direttamente dall'equazione Arte=Vita=Arte di 'Fluxus'. La sua formazione mentale da pensatore e attivista lo ha mantenuto sempre strettamente collegato ai movimenti culturali, politici e sociali alternativi, ripensati, metabolizzati e 'trasformati' in opere e azioni artistiche che esegue personalmente sotto forma di pittura, grafica, assemblaggi, performance, poesia visiva, sculture-installazioni, disegni... Un'instancabile e funambolica sperimentazione, la sua, all'insegna della "Gesamtkunstwerk", l''opera d'arte totale' in cui sono aboliti i confini fra le discipline artistiche, fra artista e pubblico, fra arte e vita. In quanto intellettuale organico, Jakob rimane fermamente ancorato a temi come l'identità, la memoria, la Storia, conscio che il suo ruolo di artista è quello di rappresentare una voce critica 'pubblica' che si estrinseca tramite le sue azioni di denuncia e le provocazioni nei confronti di ciò che la sua visione di uomo libero e cittadino del mondo, non può, e soprattutto, non vuole accettare. Paolo Tomio a sinistra: UN AMORE IMPOSSIBILE, 1980/2005 work in progress, assemblaggio e tecnica mista su plexiglass, cm 95 x 65 x 20

in basso: LA PELLE PULITA DELLE MANI DELLO SCIAMANO, 1975, assemblaggio, tecnica mista oggetti e vetro, cm 60 x 60


L MIO VIRUS DI CARNEVALE TRAVESTITO DA RE CON LA CORONA IN TESTA E PER NOI, LE MASCHERINE 2020, tecnica mista- disegno a china, pittura a tempera, oggetti, cm 100 x 150

Nasci a Innsbruck da padre italiano, ti trasferisci a Chiusa, studi a Ortisei e a Monaco, risiedi a Merano con lo studio a Monaco: una vita complicata?

nosciuto un grande artista, Heinrich Gschwendt, che mi ha visto disegnare e dipingere, solitario, le montagne, i castelli, i conventi medioevali. Ha parlato con la mia famiglia, mio padre era contrario, dicendo che avevo talento. Contento del suo sostegno mi sono iscritto all'Istituto d'Arte di Ortisei/St. Ulrich e poi all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera.

Una vita avventurosa tra genitori di lingua e cultura differenti. Un continuo pendolarismo tra luoghi e riferimenti di lingua italiana e tedesca.

Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato? Innanzitutto i miei insegnanti. Milly Schmalzl. Lei era esperta degli artisti e delle artiste del Bauhaus. Poi, all'Accademia sono stato allievo di Guenther Fruhtrunk. Con lui ho scoperto l'informale. Mi hanno affascinato i futuristi, i dadaisti e gli espressionisti tedeschi.

Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti alla pittura? Appena arrivato, undicenne, da Innsbruck a Chiusa/ Klausen in Alto Adige/ Suedtirol, ho co8


Cosa ti interessa dell’arte contemporanea e, invece, cosa non ti piace? In seguito ho scoperto e frequentato gli artisti della POESIA VISIVA, CONCRETA, SONORA. Ho lavorato con Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Arrigo Lora-Totino, Corrado Costa, Sarenco,

Georg Jappe, Henri Chopin, Gerhard Ruehm e poi con il "poverista" Claudio Costa. Ho conosciuto tramite Francesco Conz, Rosanna Chiessi e Beppe Morra, l'artista austriaco, protagonista dell Azionismo viennese, Hermann Nitsch e i maggiori esponenti del movimento Fluxus. in alto: L'OMBRELLO CHE NON RIPARA, 2000

in alto: VOLA COLOMBA, 1990, resto di perfor-

mance e manifesto, vetro soffiato a mano da Massimo Lunardon, cm 200 x 200

installazione e manifesto, cm 100 x 100 in basso: RIFIUTI UNCINATI, 1980

manifesto, cm 100 x 100


Con tutti questi artisti, compreso Ugo Dossi e soprattutto Aldo Mondino e Kiddy Citny, ho lavorato per anni. Ricordo la viennese Christine Jones, Philip Corner, Ben Patterson, Milan Knizak, tra gli altri. Tante le performances insieme a loro e anche le opere di Land-Art in Germania tramite Heinrich Bunzel.

Il gruppo "Kraftzellen" composto da Claudio Costa, Angelika Thomas, Antonino Bove e da me, partecipa negli anni Ottanta a Documenta K18 a Kassel.

Come nasce quell’impegno civile e politico che

in alto a sinistra: SAN PROCOLO IN ALTALENA

in alto a destra: DADA DADA, 2016

2001, tecnica mista-disegno a china, pittura a tempera, oggetti, cm 150 x 100

performance e manifesto cm 200 x 150


poi si ritroverà sempre in tutti i tuoi lavori? La mia arte di impegno civile nasce prestissimo. Nel 1973 partecipo alla mostra nazionale della Festa de L'Unitä a Milano, curata da Mario De Micheli. Mi batto con manifesti, fumetti, disegni, serigrafie, performances per una societä interetnica in Alto Adige/ Suedtirol. Collaboro con i sindacati confederali pluriligui. Con me ci sono gli artisti del "Suedtiroler Kulturzentrum" come Solveig Freericks Pichler, Franz Pichler, Egon Moroder, Gregor Prugger, Manfred Mureda, Peter Kaser, tra gli altri. Faccio parte - tra gli ideatori - del gruppo degli IN-ATTUALI con Giorgio Celli, Biagio Pancino, Guglielmo Pinna, Franco Verdi, Dante Casagrande.

Pittura, grafica, scultura, performance, installazioni, poesia visiva, land art, body art: è la tua idea di “artista totale”? Il concetto di "Gesamtkunstwerk" mi ha sempre affascinato.

La parte grafica è spesso centrale nelle tue opere visive: la realizzi personalmente o ti affidi a dei collaboratori? Immagini e parole, scritte o declamate, interagiscono tra loro. Solamente per i vetri "soffiati" mi sono avvalso della preziosa competenza e a sinistra: BERLUSCONI E PULCINELLA, 2010

performance, installazione, manifesto cm 200 x 150 in alto: MAKELA (con Angelika Thomas), 1990 tecnica mista con oggetti saldati su lamiera resto di un'"Azione rituale", cm 100 x 90 in basso: NON TUTTE LE COLOMBE SONO ROSSE

1985, tecnica mista, cm 150 x 100 11


creatività di Massimo Lunardon.

Sei stato anche un ottimo disegnatore di fumetti politici? I miei fumetti politici, disegnati a china, di grandi dimensioni, li ho sempre serigrafati e distribuiti davanti alle fabbriche, alle scuole, all'Universitä, ai magazzini di frutta e incollati sui muri delle strade - di notte - .

A Merano avevi aperto il tuo atelier Kunstrampe a manifestazioni culturali e workshop molto impegnati? La Kunstrampe, a Merano, era il mio studio aperto a tutti gli artisti nominati prima, e ad altri/e come Rosanna Cavallini, Angelika Thomas, Antonino Bove, Julian Blaine, Lorenzo Lome Menguzzato e il suo "Bosco dei poeti".

Quando inizi un nuovo lavoro, hai già in mente un tema e modalità precise o ti lasci condiziona-

in alto: MARIONETTA, 2005, assemblaggio oggetti, pittura a tempera, cm 151 x 76 x 23 a destra: MARIONETTA NERA, 2005, tecnica mista assemblaggio, oggetti, cm 151 x 76 x 23

12


re in corso d'opera? In genere so quali modalità scegliere per operare.

La politica, il corpo, la religione, il sesso, il consumismo, la tradizione, sono i temi che ritornano sempre nella tua produzione artistica? Verissimo. Ho rielaborato con costanza l'iconografia religiosa, a partire da quella cristiana, con ironia spesso dissacrante. Ma ho anche creato un dialogo tra icone appartenenti a religioni diverse, a ritualità arcaiche africane...

Che significato attribuisci alla materia come la in alto a sinistra: PAPERINO A NATALE, 2005, Dett tecnica mista su tavola, cm 151 x 76 x 23 in alto a destra: CIRCO CON GIOCOLIERI (con Luigi Serravalli) 1984, serigrafia, cm 70 x 50, in basso: SUA SANTITA, 2021, performance alla Limonaia dell'ex Convento dei Padri Cappuccini mostra personale antologica della collezione di Carlo Palli a cura di Laura Monaldi Prato fotografia di Pietro Schillaci- 2021

13


cotenna di maiale, le fette di mortadella o i topi morti, che usi nelle tue composizioni? Mi ha sempre interessato usare mortadelle, pesci a cui ho tolto le spine, topi imbalsamati, croste di speck come procedimenti new-dada.

Ready made, assemblage, collage: la critica ti colloca all’interno di varie correnti come quella dadaista, dell'azionismo viennese, Fluxus: tu cosa ne pensi? Verissimo. Nel 1997 ho partecipato alla grande esposizione "Dadaismo-Dadaismi" - da Duchamp a Warhol - a Palazzo Forti di Verona, curata da Giorgio Cortenova.

Sei anche stato definito un ‘artista sciamano’, un provocatore, un dissacratore: ti riconosci in in alto: INTELLIGENCE = Emental c2hianti, 1968-1970 work in progress, formaggio plastificato con scritte poesia concreta in basso: HA HA HA - UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ' 1978, scrittura su tela - poesia visiva e sonora cm 200 x 300


queste definizioni? Sì, mi riconosco in queste definizioni.

Il tuo rapporto con la politica culturale altoatesina è sempre stato critico e conflittuale o con il tempo si è stemperato? Recentemente ho avuto buoni riconoscimenti. Io non sono cambiato ma la politica istituzionale è migliorata in Alto Adige/ Suedtirol.

Tu conosci bene il mondo artistico austriaco e germanico, che differenze riscontri con quello altoatesino e trentino? La cultura e il mondo si sono "globalizzati". Vedo ora somiglianze interessanti.

Come definiresti il tuo linguaggio personale? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile? Sono un "diverso". Non ho abbracciato per tut-

in alto: HITLER NON SI CANCELLA MAI, 1971 scultura- installazione- resto di performance a sinistra: DOLOMITEN HA HA HA, 1978 poesia visiva e sonora, manifesto e serigrafia cm 100 x 100 15


ta la vita un'unica modalità espressiva.

ne... l'arte è vita, come sottolineato da Joseph Beuys.

Cosa ti interessa rappresentare nei tuoi lavori: concetti, emozioni o il messaggio?

Chi è l’artista?

Forma e contenuto si intrecciano e danno vita in genere a opere visionarie, credo. Sono stato, invece, molto più "didattico" nei miei fumetti.

Il contrario del burocrate, dell'ubbidiente che tende a non cambiare nulla sia in se stesso che nella collettività.

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori?

E, per finire, cosa è per te l’arte? L'arte è vita. Tutto è arte.

La bellezza è un concetto che non mi appartie-

a destra: IL VOLPERTINGER SI MANGIA GRILLO in basso: VISIONI MERANESI, 2021, tecnica mista pittura a tempera, oggetti, cm 200 x 300

2015, scultura- installazione, marmo bianco animale imbalsamato, gomma, cm 200 x 100



berto Rossini nel 2015. Lavora, tra gli altri, con Rosanna Chiessi, Francesco Conz, Sarenco, Aldo Mondino, Massimo Lunardon, Ugo Dossi, Daniel Spoerri, Claudio Costa e Corrado Costa. Nel 2004 espone la grande installazione dell' Angelo Multietnico con lo spirito indiano-apache, a Kloster Aldersbach in Baviera, un work - in progress. Per 30 anni, a Merano, anima l'Atelier KUNSTRAMPE aperto a centinaia di workshop alle quali partecipano, tra gli altri, Arrigo Lora Totino, Luciano Caruso, Marco Pellizzola, Gerhard Ruehm, Henri Chopin, Hans Haid , Alain Arias Misson, Corrado Costa, Pavel Schmidt, Georg Jappe, Franz Pichler, Milan Knizak, Philip Corner, Ben Patterson, Dick Higgins, Giuseppe Desiato, Giuliano Tomaino Nel 1987 espone lavori newDADA alla mostra "Dadaismo - Dadaismi 300 capolavori" curata da giorgio Cortenova. Nel 2006 espone al Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" di Prato lavori della collezione di Carlo Palli. Nel 2016 e nel 2017 espone ancora i lavori della collezione di Carlo Palli nelle mostre curate da Laura Monaldi alle galleria civiche di Bratislava e di Sofia. Nel 2020 espone tutti i suoi lavori appartenenti alla collezione di Carlo Palli nella mostra monografica che tiene a Prato presso la "Fondazione Opera Santa Rita" alla Limonaia dell'ex Convento dei Padri Cappuccini. E' cofondatore di Arte - Sella. Lavora per BAU, contenitore di Arte Contemporanea diretto da Antonino Bove e Vittore Baroni. Nel 2009, nel 2010, nel 2012 dipinge 3 finestre del calendario d'avvento della BMW a Monaco di Baviera, a Berlino,a Francoforte, ad Amburgo ed a Cologna. Nel 2013, BRAVDA, rivista viennese di arte contemporanea, gli dedica la copertina e numerosi articoli per le sue performances FLUXUS, alla Kunstkanzlei di Vienna, con Christine Jones. E' ospite fisso al BOSCO DEI POETI di Lorenzo Lome Menguzzato a Dolcé (Vr). Nel 2019 al Museo di Arte Contemporanea di Roma e sempre nel 2019 al MACRO di Roma re-

JAKOB de CHIRICO Nasce a Innsbruck nel 1943. Si diploma all'istituto d'arte di Ortisei/St.Ulrich con Milly Schmalzl e all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera con Guenther Fruhtrunk. Parente di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, vive tra Merano e Monaco, dove ha il suo studio. Pittore, performer, fumettista, installazionista, serigrafo, muralista, negli anni '60 e '70 è impegnato nei movimenti interetnici del Sud Tirolo-Alto Adige (die Bruecke, Suedtiroler Kulturzentrum), producendo arte di impegno civile e politico. Nel 1973 partecipa all'esposizione "Arte di impegno civile" curata da Mario De Micheli a Milano per la Festa nazionale de "L'Unità". Dà vita a numerosi gruppi di lavoro: dagli In-attuali con Giorgio Celli, Franco Verdi, Dante Casagrande, Gugliemo Pinna, nel 1984, a Kraftzellen nel 1986 con Claudio Costa, Igor Sacharov Ross, Peter F. Strauss, Antonino Bove e Angelika Thomas con cui partecipa a Documenta K 18 a Kassel nel 1987. Realizza l'installazione domino nel 1989 con il Poeta Corrado Costa e nel 1988 l'edizione DOLOR-MITEN con Aldo Mondino e Paul Renner. Produce nel 1995 Land-Art assieme a Heinrich Bunzel, Ugo Dossi, Ben Patterson e Hermann Nitsch. Le sue grandi azioni rituali sono pubblicate nei libri "PERFORMANCE- RITUAL - PROZESS" di Elisabeth Jappe nel 1993, in "PERFORMANCE" di Eugenio Miccini, Elisabeth Jappe, e Luciano Inga Pin nel 2001, in "ITALIAN PERFORMANCE ART" di Giovanni Fontana, Aldo Frangioni, Ro18


alizza le performances con Kiddy Citny e Lorenzo Lome Menguzzato e per BAU mette in scena performances con Lamberto Pignotti e Antonino Bove. Nel 2021 espone al Kunsthaus di Merano molti dei suoi lavori curati da Markus Neuwirth. Il suo lavoro - "Reliquia Pound" è pubblicato nel catalogo Visual Poetry in Europe, che raccoglie la collezione Luciano Benetton. Cataloghi personali: Nel 1988 con scritti di Hermann Nitsch e Franco Berardi, trduzione di Alexander Langer; Nel 1992 con opere dalle collezioni di Carlo Palli e Adriano Parise,recensito da Lorand Hegyi, traduzione di Henry Martin; Nel 2010 il catalogo antologico introdotto da Michael Huebl; Nel 2016 il catalogo presentato da Lorenzo Canova per la mostra alla BQB Gallery "Sventolano i cuori, pulsano le bandiere"; Nel 2020 catalogo monografico a cura di Laura Monaldi.

ics

ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2021 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it icsART N.11 2021 Periodico di arte e cultura della icsART

in basso: LA RAGAZZA IN FIAMME, 1985

Curatore e responsabile Paolo Tomio

tecnica mista su tela, cm 200 x 100

PERIODICO della icsART N.11 - Novembre 2021

icsART

19


MERCATO DELL’ARTE ?

BARNETT NEWMAN (1905-1970), BLACK FIRE I, 1961, olio su tela, 289,5 x 213,3 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 84.165.000 (€ 72.318.200) (vedi a pag.28). Fino al 2013, il record assoluto per un lavoro di questo artista erano i 43,84 milioni di dollari pagati da Miuccia Prada per “Onement VI” (vedi pag.29), l’ultimo di una serie di sei pezzi chiamata “Onement”, tutti caratterizzati dalla sottile striscia verticale detta ‘zip’ (cerniera) che corre lungo la tela e che contraddistingue tutta la produzione di Newman rendendolo iper-riconoscibile. Nonostante egli non sia stato apprezzato come artista per gran parte della sua carriera, ma solo negli ultimi suoi vent'anni di vita, il prezzo di 84 milioni pagato nel 2014 per "Black Fire I" ha confermato che oggi i collezionisti sono disposti a pagare qualsiasi cifra per possedere una sua opera. Figlio di immigrati ebrei polacchi, Barnett Newman è nato a New York e cresciuto a Manhattan

e nel Bronx, inizia a disegnare al liceo e a frequentare l'Art Students League dove fa amicizia con Adolph Gottlieb che lo presenterà a importanti artisti e galleristi mentre continua gli studi al City College di New York laureandosi in filosofia. Inizia a lavorare per l'attività di produzione di abbigliamento di suo padre che però fallirà poco dopo la grande crisi del 1929. Negli anni successivi insegna arte nelle scuole pubbliche come supplente poiché non riesce a superare l'esame di abilitazione, crea una rivista sindacale di breve durata, si candida come sindaco e si sposa nel '36. Tra il '39 e il '40, smette di dipingere, distrugge tutte le sue vecchie tele (a quel tempo influenzate da un biomorfismo surrealista) e si dedica a studiare storia naturale, arte precolombiana, ornitologia, a scrivere saggi per cataloghi, recensioni d'arte e organizzare mostre. Durante questo periodo stringe amicizia con la gallerista Betty Parsons per la quale cura diverse mostre di artisti amici come Mark Rothko, Clyfford Still, Adolph Gottlieb, Jackson Pollock e molti altri. In profonda crisi per le notizie sulla guerra in Europa e gli attacchi antiebraici nazisti, ricomincia a dipingere nel '44 e poco dopo la Parsons Gallery inizierà a rappresentarlo. L'intero suo lavoro artistico, quindi, non copre più di venticinque anni durante i quali crea circa 120 dipinti: il suo primo dipinto superstite risale al 1945, quando aveva 40 anni e l'ultimo al 1970, l'anno della sua morte. Il 1948 è un punto di svolta nella sua carriera perché dipinge "Onement I", un'opera che egli sente esistere come un'entità a sé stante e che influenzerà tutta la sua produzione successiva. Pubblica anche il saggio "Il sublime è ora" in cui teorizza la nascita di un'arte americana liberata dai condizionamenti della cultura europea. Per la sua pittura altamente aniconica basata


BARNETT NEWMAN unicamente su fondi monocromatici piatti attraversati da una o due righe verticali, definita dalla critica newyorchese "colour field painting" (a campi di colore), inizia a usare Magna, un nuovo colore acrilico miscibile con trementina o acquaragia che gli offre una maggior plasticità e profondità. Delle nove mostre personali che hanno avuto luogo durante la sua vita, le prime due alla Betty Parsons Gallery di New York, nel 1950 e nel 1951 quando espone “Vir Heroicus Sublimis”, sono un fallimento agli occhi della critica e dei suoi colleghi artisti. Newman si ritira dall’attività della galleria e fino al '55 non espone più e, dato che i dipinti non vendono, si mantiene grazie al lavoro d’insegnante della moglie. Nel 1950 partecipa al gruppo dei 18 artisti newyorkesi detti “Gli irascibili” che contestano la mostra del MoMa perché non invitati e che confluiranno negli Espressionisti astratti anche se il loro lavoro non è particolarmente astratto o espressionista, come è il caso di Newman. Nel '56, un collezionista, su suggerimento di Pollock, acquista due suoi dipinti per $ 3.500. Due anni dopo, quattro sue opere sono esposte al MoMa di New York e l'artista viene invitato in alcune mostre itineranti. Nel '59, il museo di Basilea e poi il MoMa, acquistano una sua tela dando un contributo decisivo all'avvio della sua carriera. Nel 1962, Newman e Willem de Kooning sono celebrati alla mostra presso la Allan Stone Gallery di New York come i fondatori della nuova pittura americana. Nel 1965 è l'artista principale della mostra che rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di San Paolo. La sua prima e unica mostra personale in vita in un museo ha luogo nel 1966 al Solomon R. Guggenheim Museum con la serie in bianco e nero "The Stations of the in basso: GALAXY, 1949, olio su tela Cross: Lema Sabachthani" (Le stazioni 61,3 x 51 cm, venduto da Sotheby's della Croce: perché mi hai abbandonaNew York 2018 a $ 9.963.200 (€ 8.556.500) to). La cultura ebraica e la formazione filosofica sono sempre presenti nei temi del pittore il quale spesso attribuisce ai suoi dipinti (spesso a posteriori) titoli evocativi che si richiamano alla tradizione biblica. La sua ultima personale alla galleria Knoedler nel 1969, conquista la considerazione artistica da parte di critici e colleghi che lo avevano ignorato per gran parte della sua vita. Purtroppo Barnett Newman muore nel 1970 a 65 anni quando ha raggiunto finalmente il successo a lungo ricercato. a destra: UNTITLED 4, 1950, olio su tela 188 x 15,2 cm, venduto da Christie's New York 2019 a $ 10.490.000 (€ 9.014.660)

21


LA SUGGESTIONE DEL PUNTO Tutto è punto? L'origine di ogni segno è il punto, l'alfa e l'omega del disegno, il rapporto tra cervello e mano con cui l'uomo rappresenta graficamente l'universo - fisico e spirituale - che lo circonda. Ogni opera pittorica inizia con un punto che può trasformarsi in linea o in superficie, oppure entrare a far parte di un insieme di punti per costruire figure o forme perfettamente delimitate e definite oppure solo l'idea di spazio e di profondità comunicati tramite la presenza (i pieni) o l'assenza (i vuoti). Un punto solo rappresenta l'assoluta astrazione, una moltitudine di punti dilata la percezione della tridimensionalità che, pur rimanendo sempre in un ambito rigorosamente astratto, favorisce una profondità espressiva alternativa alla tradizionale tecnica del chiaroscuro. Questa potenzialità è stata ben compresa dalla pittura orientale a china che ha sempre privile-

giato pochi e poetici tocchi evocativi preferendoli al verismo realista dell'arte occidentale. E' stato quindi un percorso naturale quello intrapreso dal maestro coreano Seojun Choi il quale da sempre coniuga l'antica tecnica della pennellata a colpi singoli con la ricerca di una spazialità psicologica e allusiva che stimoli e susciti varie interpretazioni nell'osservatore. Choi usa pennelli tradizionali in peli di donnola o scoiattolo e un inchiostro che si prepara ogni volta con bastoncini di inchiostro solido sciolto in un calamaio di pietra, e lavora su grandi fogli di carta coreana ricavata dalle radici del gelso, eseguendo con pazienza i singoli punti con i quali crea la sensazione di spazi materiali o aerei infiniti in cui lo spettatore riconosce proprie esperienze vissute. Flussi luminosi, riflessi acquatici, paesaggi invernali, costellazioni nel momento dell'imbrunire o all'alba, sono i temi

22


TRA TERRA E CIELO e i titoli delle sue opere in bianco e nero o delicatamente acquerellate. Anche se il limite dei fogli è di essere piani e bidimensionali, la spazialità percepita grazie a un sapiente gioco di pieni e di vuoti, di sagome e ombre simili a illusioni ottiche, allude a profondità senza confini. L'artista coreano sfrutta la capacità innata in chi guarda, di riportare un ammasso informale di punti, apparentemente casuali, a delle forme riconosciute e attribuire loro senso e significati sulla base di conoscenze esperite culturalmente e personalmente, e di vedervi quello che crediamo esserci - ma in realtà non c'è. Si tratta di fenomeni a lungo approfonditi dalla psicologia della Gestalt e che fanno parte di meccanismi ben conosciuti dai pittori il quali, pur operando su dei sopporti riescono a simulare una finta realtà spaziale. Seojun Choi pone l'osservatore di fronte a delle creazioni visive

ambigue per stimolare e far entrare in gioco quel processo cognitivo che tende sempre ad organizzarle in qualcosa che abbia senso, un qualcosa di familiare e ordinato, che avviene grazie al fatto che l'osservazione si sposta dalla comprensione dei singoli componenti, individuali e non correlati tra loro, al vedere l'intera forma nel suo insieme e di percepirvi forme dotate di significati anche là dove non sono state volutamente create dal pittore. Anche i titoli altamente simbolici o poetici delle carte di Seojun Choi contribuiscono a sollecitare delle aspettative inconsce in chi le guardi, indirizzandone e condizionando la percezione in funzione di concetti o emozioni ermetiche, non manifeste o addirittura inesistenti. I suoi "punti" fanno riaffiorare suggestivi paesaggi, elementi naturali, stagioni e stati d'animo, stimolando la meditazione nel visitatore.

23


PORSCHE Type 64 - 1939

La mitica PORSCHE Type 64 - 1939, messa all'asta nel 2019 da RM Sotheby's a Monterey, è un rarissimo pezzo di storia dell'automobilismo definito l'antenata di tutte le Porsche, il Santo Graal delle Porsche anche se chiamarla 'Porsche' non è propriamente corretto, visto che è stata costruita nel 1939, ben prima della fondazione del marchio Porsche AG, avvenuta solo 9 anni dopo e che il logo "PORSCHE" sul musetto del prototipo era stata fatto applicare nel 1948 dal figlio di Porsche quando aveva immatricolato l'auto con il nuovo nome dell'azienda. Ma come mai quest'auto (senza marchio) è stata stimata da Sotheby's dai 19 ai 22milioni di dollari ed è considerata dagli intenditori una reliquia prebellica di inestimabile valore? Perché è l'antenata di tutte le Porsche e l'unica 'Porsche Type 64 Berlino-Roma' sopravvissuta delle tre prodotte per partecipare alla corsa su strada di

1500 chilometri Berlino-Roma del 1939. L'attesa asta è fallita miseramente poiché il battitore non si è accorto che le offerte visualizzate sullo schermo in sala riportavano cifre sbagliate: 70 milioni di dollari (seventy milions) invece di 17 milioni (seventeen milions), un grave errore che ha causato l'azzeramento della gara e la mancata vendita della vettura. La Type 64 è stata progettata dal Prof. Ferdinand Porsche il quale, dopo aver realizzato nel 1938 la KDF-Wagen - quella che sarebbe diventata il Maggiolino Volkswagen - nel '37 si era dedicato a studiarne una versione sportiva elaborando i disegni di un coupè aerodinamico. Nel 1939 è stato affidato a Porsche l'incarico dal NSKK Corpo Automobilistico Nazionalsocialista dello sviluppo e produzione di tre prototipi speciali che avrebbero dovuto rappresentare la Germania nazista all'importante competizione internazio24


STORIA DELL’ARTE

nale per promuovere la superiorità tecnologica e l'eccellente sistema delle autostrade tedesche e la produzione della KdF-Wagen (che sarà poi chiamata solo "Volkswagen", cioè vettura del popolo), nata per volere di Adolf Hitler con lo scopo di fornire a tutti i tedeschi un'automobile compatta, robusta ed economica, facile da produrre in serie a basso costo. Dopo aver preso come "base" la KdF-Wagen, la Type 64 è stata disegnata nella galleria del vento dal team Porsche che ha poi riprogettato completamente pianale e sospensioni, rielaborato il motore posteriore 985 cc raffreddato ad aria con doppi carburatori Solex e valvole più grandi ottenendo una potenza di 50 CV che permetteva di raggiungere i 150 km/h di velocità. Il corpo avvolgente, i parafanghi chiusi da pannelli rimovibili, l'abitacolo svuotato, il parabrezza diviso e i finestrini scorrevoli, caratterizzano

la carrozzeria superleggera realizzata in lastre di alluminio fissate con rivetti aeronautici che porta il peso totale a 545 kg. Con lo scoppio della guerra la corsa Berlino-Roma è stata annullata rendendo inutili i tre nuovi prototipi: di questi, la Sports Car 1 è andata distrutta in un incidente stradale, la 2 è stata demolita dalle forze alleate di occupazione e la 3 è stata utilizzata normalmente durante la guerra come propria auto personale dal figlio Ferry Porsche che, nel '49, l'ha venduta al pilota austriaco Otto Mathé. Questi, dopo una carriera agonistica di successo, l'ha tenuta fino al '97, anno della sua morte, quando la Sports Car 3 è stata venduta al pilota d'epoca e autore di Porsche, Thomas Gruber che vi ha gareggiato in diverse competizioni storiche. È stata infine acquistata nel 2008 da un collezionista tedesco che l'ha messa in asta a Monterey con il risultato che sappiamo. 25



Novembre 2021, Anno 10 - N.11

News dal mondo BARNETT NEWMAN

BLACK FIRE I, 1961

pag. 28

BARNETT NEWMAN

ONEMENT VI, 1953

pag. 29

BARNETT NEWMAN

ONEMENT V, 1952

pag. 30

BARNETT NEWMAN

GALAXY, 1949

pag. 31

TRIPLE BROKEN ZIP, 2020

pag. 32

Omaggio a BARNETT NEWMAN

27


BARNETT NEWMAN, BLACK FIRE I, 1961, olio su tela 289,5 x 213,3 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 84.165.000 (€ 72.318.200)

28


29

BARNETT NEWMAN, ONEMENT VI, 1953, olio su tela 259.1 x 304.8 cm, venduto da Sotheby's New York 2013 a $ 43.845.000 (€. 37.654.000)


BARNETT NEWMAN, ONEMENT V, 1952, olio su tela 151,4 x 95,9 cm, venduto da Christie's New York 2020 a $ 30.920.000 (€ 26.792.000)

30


31

BARNETT NEWMAN, GALAXY, 1949, olio su tela 61.3 x 51.1 cm, venduto da Sotheby's New York 2018 a $ 9.963.200 (€ 8.633.000)



PAOLO TOMIO: Omaggio a BARNETT NEWMAN TRIPLE BROKEN ZIP, 2020, acrilico su tela 300 x 210 cm


ics

ART


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.