PERIODICO della icsART N.7 - Luglio ANNO 2019
icsART Speciale 8°anno
In copertina: PAOLO TOMIO, TARGA D'ORO, 2019, stampa su pannello Dibond, 60 x 60 cm
07
icsART
sommario Luglio 2019, Anno 8 - N.7
Speciale 8°anno
Intervista a
Paolo Tomio
Mercato dell’arte?
Ai Weiwei
pag. 20-21
Harley Davidson
The shape of the Myth
pag. 22-23
Storia dell’arte
The Kelpies
pag. 24-25
pag. 4-19
News dal mondo AI WEIWEI
Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010
pag. 28
AI WEIWEI
Lui Xie, 2010
pag. 29
AI WEIWEI
Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010
pag. 30
AI WEIWEI
Mappa della Cina, 2009
pag. 31
La fiamma interiore, 2015
pag. 32
Omaggio ad AI WEIWEI
Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare
Intervista a PAOLO TOMIO In questo "icsART N.7 - Numero Speciale 8°anno", l'intervista è fatta a Paolo Tomio, non nella sua veste di artista ma in quella di ideatore e curatore della rivista icsART. Le ragioni di questa scelta saranno da lui chiarite nel corso della conversazione in cui ripercorre la storia di una iniziativa che, nel corso degli anni, è diventata un appuntamento mensile gradito per molti lettori che si interessano ai temi dell'arte, e non solo. Perché questo Numero Speciale di icsART? La ragione è semplice: il mese scorso la rivista è arrivata al suo ottantaquattresimo numero ed era il momento di fare il punto su quanto è stato fin qui portato a termine. Dato che il numero "Zero" della pubblicazione, che allora si chiamava FIDAart, è uscito nel giugno 2012, a giugno 2019 si è festeggiato l’ottavo anno della sua esistenza.
Cosa c'è di "Speciale" in questo numero? Beh, innanzitutto serve a ricordare, ai lettori - e
A sinistra: PAOLO TOMIO, La sindrome di Stendhal IL SOGNO, 2014, fine art su plexiglass, 110 x 70 cm
anche a me, che ormai non me lo ricordo più - tutto il lavoro svolto e l'enorme mole di materiale pubblicato sugli artisti trentini e internazionali, sull'arte e sulla cultura, che rappresentano un caso unico nel panorama editoriale. A parte la monumentale opera “Bottega d’artista” di Renzo Francescotti che ha superato i 140 artisti presentati con un preciso taglio storicocritico, le mie 84 interviste partono da un punto di vista diverso, oserei dire, opposto. A me interessa, infatti, superare l'intermediazione del critico per lasciare parlare direttamente l’artista affinché egli possa descrivere se stesso e raccontare il proprio lavoro in prima persona e con la massima libertà. Una chiacchierata tra
in basso: "Indici e copertine" FIDAart 2012-2016 "Indici e copertine" icsART 2016-2018
colleghi che alla fine si traduca in una ventina di domande scritte, sintetiche e dirette come quelle che rivolgono i visitatori interessati durante le mostre, lasciando all'intervistato tutto il tempo che gli serve per raccontare - con le proprie parole e nei modi che preferisce - della propria esperienza umana e artistica.
ARTISTI INTERVISTATI 2012-2015 2012 0 1 2 3 4 5
Come nascono le domande rivolte agli artisti?
2013 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
In tutte le interviste si ripete un certo numero di domande uguali per tutti gli artisti perché riguardano temi generali comuni a chiunque intraprenda questo 'mestiere'. Questa ripetitività nei quesiti è utile per ricostruire un quadro omogeneo e coerente del “fare arte” in Trentino. Ci sono poi delle domande calibrate specificamente sulla storia personale di ogni intervistato riguardanti il pensiero, le passioni, la poetica, le tecniche, lo stile ecc. il cui obbiettivo è cercare di comprendere la peculiare "forma mentis" di ogni autore. Fondamentale è affiancare alle risposte scritte una documentazione fotografica esaustiva che consenta di confrontare i due piani del discorso.
2014 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
Le domande, però, non sono molto semplici? È vero, sono apparentemente molto "basiche" ma richiedono da parte di chi risponde uno sforzo di autoanalisi e di onestà intellettuale per cercare di far comprendere al lettore chi sia l’autore delle opere pubblicate e le motivazioni che stanno dietro determinate scelte artistiche. L’arte contemporanea è spesso guardata con sospetto dal grande pubblico quando intervengono sovrastrutture critiche eccessivamente teoriche o astratte; viceversa le persone sono sempre più motivate a capire e apprezzare i dipinti o le sculture complessi quando sono spiegati da chi li ha creati.
2015 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41
6
NUMERO ZERO RENATO PANCHERI PIETRO VERDINI DIEGO MAZZONELLI PAOLO TAIT LOME
giugno luglio-agosto settembre ottobre novembre dicembre
MAURO CAPPELLETTI IVO FRUET MATTEO BOATO ROLANDO TRENTI ANNAMARIA GELMI GIANNI PELLEGRINI ELENA FOZZER ALDO PANCHERI SERGIO BERNARDI GIANLUIGI ROCCA BRUNO DEGASPERI ROBERTO CODROICO
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
ROBERTO PERINI PAOLO DE CARLI MIRTA DE SIMONI LASTA ROSANNA CAVALLINI PAOLA GROTT MAURIZIO GIONGO BRUNO LUCCHI LUIGI PENASA MARCO ARMAN ALDA FAILONI SIMONE TURRA JACOPO MAZZONELLI
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
GIUSEPPE DEBIASI ANNALISA FILIPPI DIEGO BRIDI GELSOMINA BASSETTI LIVIO CONTA ROMANO FURLANI PAOLO DALPONTE GIULIANO ORSINGHER PAOLO TOMIO LUCA COSER FLAVIO MARZADRO ANGELO MORANDINI
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
ARTISTI INTERVISTATI - FIDAart 2012-2015
Quando è uscito il primo numero?
ARTISTI INTERVISTATI 2016-2019
FIDAart (che sarebbe diventata icsART nel 2016), nasce con il numero "Zero" nel giugno 2012, quando ero presidente della FIDA-Trento, un’associazione artistica che, su iniziativa di Aldo Pancheri, avevamo fondato LOME, Matteo Boato, Jorg Gubert e il sottoscritto. Volevo dare una veste grafica più professionale al bollettino che inviavo regolarmente agli iscritti: l’idea era di uscire dalle notizie strettamente sindacali e cercare di ampliare il campo di interessi dell’associazione per mettere in moto un meccanismo di crescita e partecipazione meno autoreferenziale. Per sottolineare l'identità del periodico che avevo in mente, l'ho chiamato FIDAart.
2016 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53
2017 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65
Come è proseguita l'esperienza? Dopo questo nuovo bollettino, ho proposto ad Aldo Pancheri di dedicare il primo numero a suo padre Renato, ex presidente della vecchia FIDA e importante artista scomparso nel 2009 ed egli ha risposto a tutte le domande riguardanti la storia personale e professionale del babbo di cui è appassionato curatore. Quando ho inviato il N.1 di FIDAart agli iscritti ho ricevuto dei riscontri tiepidi ma, soprattutto, l'esperienza mi ha gratificato al punto di spingermi a tentare di proseguirla. Ho cominciato a pensare a come continuare un'idea che mi appariva promettente anche perché mi intrigava la possibilità di allargare l'intervista anche ad altri artisti trentini. Il problema era mettere a fuoco i possibili contenuti di un progetto che mi appassionava ma era tutto da inventare e che prometteva di essere tutt'altro che facile.
2018 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77
2019 78 79 80 81 82 83
Poi, cosa è successo? Già al secondo numero in cui ho intervistato
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FEDERICO LANARO STEFANO CAGOL PIETRO WEBER FRANCO CHIARANI LUCIANO CIVETTINI SILVANO NEBL ROLANDO TESSADRI ALESSANDRO GOIO BERLANDA MAURO TOMASO MARCOLLA ROMANO PERUSINI ANNA CASER
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
CLAUDIO FORADORI CARLA DECARLI RENATO SCLAUNICH FRANCO ALBINO BEPI LEONI MAURO LARCHER LUIGINA LORENZI NERIO FONTANA CARLA CALDONAZZI SERGIO DECARLI PIERMARIO DORIGATTI ANNAMARIA TARGHER
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
RENATO REIGL PATRIZIA GANDINI GIORGIO CONTA GILBERTO MORELETTI MATTHIAS SIEFF CARLO GIRARDI MARIANNA MERLER LAURINA PAPERINA MARIA STOFFELLA FENDROS MARTA GALVAN MARCO BERLANDA FRANCO LANCETTI
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
DAVID AARON ANGELI CLAUDIO RENSI ROBERT SCHERER PAOLO VIVIAN IGOR MOLIN ELISA ZENI
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno
ARTISTI INTERVISTATI - icsART 2016-2019
l'amico Pietro Verdini, mi ero reso conto che dovevo uscire dai confini troppo ristretti della FIDA: bisognava coinvolgere anche gli operatori 'esterni' in modo che fossero rappresentate tutte le realtà artistiche locali. Ho proposto l’intervista a Diego Mazzonelli il quale ha accettato molto volentieri rispondendo alle domande con la consueta lucidità e disponibilità. Diego, purtroppo, è mancato nel 2014 ma la sua intervista rimane a testimoniarne la personalità e l'impegno intellettuale. Tutte le interviste sono state e saranno sempre interessanti per me, ma sono felice di aver pubblicato quella di Rolando Trenti con i suoi acquarelli lirici nell'aprile 2013, quando era già gravemente ammalato (é morto l’anno seguente). Tra le altre, sono molto soddisfatto di aver prodotto anche il numero dedicato a Silvano Nebl, un bravissimo pittore di Cles scomparso nel 1991, poiché è servito a ricordare e rilanciare i suoi lavori.
Come scegli gli artisti da intervistare ? In base un criterio rigorosamente soggettivo:
Copertina rivista "FIDA art" N.1 - Renato Pancheri luglio - agosto 2012
quelli che mi piacciono (perché affidarsi al proprio gusto è sempre la via più legittima), oppure quelli che mi sembrano più interessanti. In questo senso è possibile ritrovare nelle interviste fin qui svolte, artisti tra loro molto diversi ma tutti meritevoli di grande attenzione. I miei obbiettivi sono coinvolgere gli esponenti di tutte le tendenze e dare voce sia agli artisti già affermati che a giovani più promettenti al fine di svecchiare il circuito, immettere nuove idee e favorire un confronto quanto più libero e aperto in un mondo poco avvezzo a discutere al proprio interno.
Non deve essere stato semplice raggiungere questi artisti dispersi in tutto il Trentino? Effettivamente, individuare e contattare gli artisti, incontrarli nei loro studi per vedere e parlare dei loro lavori, è stato molto interessante e stimolante ma, allo stesso tempo, anche impegnativo e faticoso perché ogni intervista comporta un progetto specifico. Ancor oggi, non è sempre facile trovare 'l'artista del mese'.
Copertina rivista "FIDA art" N.3 - Diego Mazzonelli ottobre 2012
Copertina rivista "icsART" N.6 - Silvano Nebl giugno 2016
Copertina rivista "FIDA art" N.4 - Rolando Trenti aprile 2013
Non tutti sono interessati a farsi intervistare?
to digitale a una lunga mailing list di addetti ai lavori, privati e amministratori; è pubblicata sui social e archiviata permanentemente nel sito icsart.it dove si possono sfogliare tutti i numeri dal 2012 ad oggi. È realizzata - a titolo totalmente gratuito - dal sottoscritto, eppure...
Alcuni artisti, coerentemente con l'indole locale, sono poco propensi a spendersi e preferiscono rinunciare a un’occasione fornita loro per parlare di se stessi e pubblicizzare le proprie opere. Non è facile comprendere per quali ragioni una persona che ha l’ambizione di fare l’artista, dovrebbe rifiutare un servizio che gli consente di mostrare e spiegare quello che fà a migliaia di persone. Un misto di diffidenza, pigrizia, riservatezza o snobismo che rende bene l’idea del perché gli artisti trentini conosciuti fuori provincia siano ancora pochi.
Forse, difficoltà a capire il nostro tempo? Può darsi. Se non sei su Internet, "non esisti" perché - la prima cosa che fa chi si vuole informare, non è recarsi in biblioteca a sfogliare i vecchi cataloghi, ma digitare a monitor il nome dell’artista per cercare i lavori e il curriculum: le notizie mondiali (ovviamente, non complete e non sempre veritiere), viaggiano sul web. Se qualche artista è ancora affezionato all'idea del 'demiurgo' chiuso nella sua turris eburnea, non ha compreso un'amara verità: gli infiniti linguaggi dell’arte contemporanea e la globalizzazione del mercato hanno aperto le porte a decine di milioni di "creatori" e "creativi" e il talento è condizione necessaria ma non sufficiente nella sovrapproduzione mondiale.
Pensi che apparire su icsART possa aiutare concretamente gli artisti? Non lo so, ma mi limito a poche considerazioni pragmatiche: le finalità della rivista sono strettamente culturali e pensate per promuovere l’arte trentina attraverso i suoi esponenti più importanti; non contiene pubblicità per evitare contaminazioni commerciali; è inviata in forma11
Allora le mostre d’arte sono superate? No, sono un’altra cosa che continuerà ad esistere parallelamente agli altri canali di comunicazioni. Però, una mostra senza catalogo - cartaceo e digitale - è destinata a rimanere solo nei ritagli dei giornali e nella memoria dei protagonisti, quindi invisibile. Tutto ciò che si trova nell’infinito archivio 'internettiano' è - nel bene e nel male - velocemente ed eternamente accessibile a chiunque, anche a un analfabeta digitale. Per questa ragione, dal momento in cui i numeri di icsART sono pubblicati in rete, diventano documenti a disposizione della comunità. Copertina libro "Photo" FIDAart 2012 - 2016
Perché hai cambiato il nome FIDAart in icsART? Pensata inizialmente come un periodico a servizio dell’associazione, nel corso del tempo FIDAart si è trasformata in una rivista d'arte che si rivolgeva agli operatori trentini con l'intento di coinvolgerli in un processo di modernizzazione, ma la cosa si è rivelata un 'flop' perché - mediamente - gli artisti sono più interessati alla "pratica” che alla “teoria” (e, meno che meno,
al confronto). Quando, nell'aprile 2016, sono uscito dall'associazione, ho cambiato il nome della rivista in icsART per renderla, oltre che sostanzialmente anche formalmente indipendente. Oggi, gli ottantaquattro artisti intervistati in questi anni appartengono a tutte le aree proprio per restituire un quadro attendibile e aggiornato del nostro sistema culturale.
Copertina libro "Omaggio a ..." FIDAart 2012 - 2016
Come è cambiata la rivista negli anni? IcsART ha vissuto diversi periodi nel corso dei quali ha progressivamente mutato la natura e l'organizzazione dei propri contenuti modificandosi e arricchendosi sulla base dell’esperienza e delle nuove idee che sviluppavo man mano che anch'io crescevo, diventando di fatto una sorta di "autobiografia in itinere". Alle interviste provinciali ormai collaudate, si sono andate affiancando anche altre iniziative riguardanti argomenti complessi di portata sempre più vasta. Poco a poco i miei interessi mi hanno condotto ad approfondire e correlare argomenti che considero essenziali come le ragioni del successo di 12
"Storia dell'arte", in realtà affronto argomenti che trattano di teoria e linguaggi espressivi non canonici ma che a me paiono intriganti perché non limitati al solito mondo dell'arte "ufficiale". Per dire, in questa rubrica ho trattato sia temi seri sia più leggeri di architettura (Villa Malaparte, Loos, Art Nouveau, Barragàn, musei Austin e Lego), design e arredamento (Bauhaus, orologi Swatch, Ron Arad, Moka, Alessi, Thonet, Rolex), moda (Coco Chanel, accessori in pelle, mirabilia di Hollywood), cartoons, fumetti e giochi (Superman, Walt Disney, Tintin, Hugo Pratt, Richard Scarry, Barbie), veicoli storici e moderni (Bugatti, Ferrari Gto, Vespa, Aston Martin DBR1, Mini, Ferrari F2001), fotografia (Man Ray, Weston), armi (Colt, Winchester, Buffalo Bill, M16, Kalashnikov), decorazione, Kitsch, simmetria, body building e piercing, arte antianimalista, scultura pubblica ecc.. Una rassegna delle tante modalità che esprimono il bisogno umano di bellezza e, in ultima analisi, di arte.
Copertina libro "Photo" icsART 2016 - 2018
artisti arrivati ai livelli più alti e il loro rapporto con il mercato dell'arte. A fine 2012 ho inaugurato la rubrica intitolata "Mercato dell'arte?" nella quale mensilmente affronto il tema del binomio arte-mercato prendendo spunto dalla situazione abnorme dei prezzi raggiunti dai maggiori artisti nelle aste mondiali. Negli articoli, illustrati con le immagini delle opere più significative, analizzo l’andamento delle aste e il fenomeno del collezionismo d’investimento. Penso che mettere a confronto due realtà - in teoria simili - come quella dell’artista normale (nella fattispecie, trentino) e quella delle élite, offra un quadro più realistico dei meccanismi economici e socio-culturali che regolano il rapporto tra mercato e valore dell'arte.
E l'altra? La seconda rubrica è meno legata a realtà note Copertina libro "Omaggio a ..." icsART 2016 - 2018
Hai creato anche altre nuove rubriche? Due che mi piacciono molto perché, essendo "a contenuto libero", mi permettono un approccio estetico-semiologico ai fenomeni più vari, un po' alla 'Bustina di minerva' di Umberto Eco. Nella prima, iniziata nel 2014 e dal titolo serioso 13
o teorie consolidate ma, allo stesso tempo, più provocatoria e stimolante perché raccoglie fatti, notizie, ricerche, mostre, invenzioni, notizie che artisti contemporanei sconosciuti di tutto il mondo hanno proposto, generalmente con esiti modesti che definirei "Bufale". Si tratta di pratiche artistiche strane, curiose, incredibili, surreali per le quali non è facile capire se l’autore meriterebbe di ricevere un giusto riconoscimento per il suo talento oppure se siano solo una delle tante idee cervellotiche che gli artisti inventano per provocare e apparire. E’, in fondo, il problema di molta arte contemporanea che non si capisce se sia intelligentissima o una puttanata.
"OMAGGIO A..." 2012-2015 2012 1 2
2013 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
La rivista rimarrà sempre digitale? Penso proprio di sì: è nel suo DNA essere virtuale. Molti mi hanno invitato a stampare i numeri della rivista ma, a parte il costo proibitivo - a tutt'oggi le pagine pubblicate sono quasi tremila - non credo che avrebbero un grande mercato visto che le copie digitali sono già state inviate alla limitata platea che è interessata a questi argomenti. Chi è più motivato provvede a stamparsi personalmente la propria intervista per disporre di una documentazione personalizzata diversa dai normali cataloghi.
2014 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
L'ente pubblico potrebbe essere interessato?
2015 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38
A detta degli aficionados, è un lavoro utile che, se non fosse stato fatto, avrebbe lasciato un vuoto non colmato dalle altre iniziative esistenti. L'ente pubblico dovrebbe essere interessato perché, in fondo, io ho fatto un lavoro che sarebbe stato statutariamente di sua competenza, cioè valorizzare e documentare gli artisti del territorio. Ma, viste le difficoltà organizzative ed economiche del Mart e dell'ADAC, l’Archivio
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GERHARD RICHTER JASPER JOHNS
novembre dicembre
PIERO MANZONI MARK ROTHKO YVES KLEIN CARL ANDRE KAZIMIR MALEVICH JACKSON POLLOCK ANDREAS GURSKY ELLSWORTH KELLY CHRISTOPHER WOOL JEFF KOONS BARNETT NEWMAN CY TWOMBLY
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
DAN COLEN - C. WOOL DAMIEN HIRST LUCIO FONTANA LUCIAN FREUD MAURIZIO CATTELAN JEAN-MICHEL BASQUIAT GERHARD RICHTER ANDY WARHOL EL ANATSUI ZENG FANZHI ZHANG XIAOGANG LIU YE
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
DOMENICO GNOLI NORMAN ROCKWELL ALBERTO BURRI ROY LICHTENSTEIN PIERO MANZONI ED RUSCHA WILLEM de KOONING PABLO PICASSO FRANZ KLINE KEITH HARING GUSTAV KLIMT ALEXANDER CALDER
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
RUBRICA "OMAGGIO A..." 2012-2015
(cartaceo) degli Artisti Contemporanei trentini gestito senza mezzi e personale, credo che non ci sia trippa per gatti.
"OMAGGIO A..." 2016-2019 2016 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50
Tu hai già stampato qualcosa? L'anno scorso ho cominciato a rimpaginare e stampare per il mio archivio una collana di volumi suddivisi per argomento in cui ho raccolto testi e immagini pubblicati nei numeri di FIDAart dal 2012 al marzo 2016, e poi, in icsART dall'aprile 2016 fino al marzo 2018. I primi libri,"Indici e copertine" (vedi alle pagine 5, 6-7 e 8-9), contengono l'indice di tutte le riviste e le relative copertine con l'immagine dell'artista del mese. Gli indici degli articoli pubblicati hanno una funzione bibliografica e facilmente consultabili da chi volesse risalire ai contenuti di ogni singolo numero. Le copertine, invece, sono molto belle da sfogliare perché offrono una rassegna esaustiva delle opere dei maggiori artisti trentini consentendo di confrontare i diversi linguaggi.
2017 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62
2018
Gli altri volumi a cosa si riferiscono?
63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74
Negli altri libri, sempre suddivisi nei periodi FIDAart e icsART, sono presentate le immagini grafiche o fotografiche che illustrano due rubriche fisse. Nella raccolta "Omaggio a..." (vedi alle pagine 12-13, 14-15 e 16-17) vi sono le immagini inserite alla fine di ogni numero e create con le tecniche più varie dal sottoscritto: il mio omaggio personale dedicato all'artista internazionale presentato mensilmente nella rubrica del Mercato dell'arte, con cui tento di sperimentare delle affinità stilistiche. Nei volumi intitolati "Photo", sono pubblicate le mie fotografie, naturalistiche, astratte o insolite, inserite a chiusura degli articoli a metà rivista. Ora ho predisposto la nuova serie di annuari
2019 75 76 77 78 79 80
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ANISH KAPOOR ALIGHIERO BOETTI EDWARD HOPPER AMEDEO MODIGLIANI DONALD JUDD MARK GROTJAHN PETER DOIG MARTIN KIPPENBERGER TAKASHI MURAKAMI ANDREW WYETH ALBERTO GIACOMETTI RICHARD PRINCE
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
FERNANDO BOTERO CONSTANTIN BRANCUSI ALEX KATZ ENRICO CASTELLANI ROBERT RYMAN JEAN DUBUFFET JOSEF ALBERS TAMARA DE LEMPICKA ROBERT RAUSCHEMBERG GEORG BASELITZ HELEN FRANKENTHALER EDVARD MUNCH
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
YAYOI KUSAMA FERNAND LÉGER PIERRE SOULAGES EGON SCHIELE DAVID HOCKNEY JEFF KOONS RUDOLF STINGEL RICHARD DIEBENKORN AGNES MARTIN JOAN MIRÒ RENÈ MAGRITTE WAYNE THIEBAUD
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
JENNY SAVILLE ZAO WOU-KI CHRISTOPHER WOOL GEORGIA O’KEEFFEI ADRIAN GHENIE ERNST LUDWIG KIRCHNER
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno
RUBRICA "OMAGGIO A..." 2016-2019
che li commentino, studiare l'impaginazione e così via, sono a tutti gli effetti il prolungamento della mia attività artistica. Creare ogni mese 36 pagine che esprimano la mia visione artistica, richiede un impegno progettuale, intellettuale, estetico e anche fisico, che non è complementare al fare arte: è arte.
Non è azzardato definire "arte" la creazione di riviste digitali? Non credo perché l'arte moderna, e ancor più quella contemporanea, hanno sdoganato qualsiasi fatto espressivo o comunicativo, se e quando esso sia il risultato di una scelta consapevole e motivata dell'artista. IcsART è esattamente tutto ciò: il prodotto coerente di un autore, dotato di quelle caratteristiche creative, estetiche e concettuali che definiscono un'opera d'arte. Otto anni di lavoro compendiati in un corpus omogeneo composto da oltre ottanta "artefatti virtuali", privi cioè di quella fisicità che le trasforma in "merce", quindi non monetizzabili, non soggetti alle leggi del mercato e, perciò stesso, assolutamente innovativi.
Copertina "Presentazioni artisti" FIDAart 2013-2019
in cui sono raccolti articoli scritti per le due rubriche intitolate "Mercato dell'arte?" e "Storia dell'arte" delle quali ho parlato poc'anzi. Infine, vorrei pubblicare anche la collezione dell'altra serie di articoli riguardanti idee strane, paradossali, assurde, impensabili, demenziali, che intitolerò "Bufale". Alla conclusione di questo lavoro, dovrei aver condensato in una ventina di fascicoli una buona parte di ciò che ho pubblicato sulla rivista, tranne, ovviamente, le interviste agli artisti trentini le quali richiederebbero - da sole - qualche migliaio di pagine.
Quindi, sei soddisfatto di quanto hai realizzato? Sì, molto. Magari un domani, se e quando dovessi rileggere i vecchi numeri, potrei avere dei dubbi su ciò che ho scritto, disegnato, fotografato, impaginato o inventato. E mi rendo conto che qualche raffinato intellettuale potrebbe dissentire da certe mie scelte ma, dato che l'ottimo è nemico del buono, in questo momento mi dichiaro soddisfatto. D'altronde, icsART non è una collana di saggi scientifici ma un medium artistico-culturale agile e dinamico che vuole informare, emozionare, incuriosire, divertire, perché - in fondo - l'arte per me, è prima di tutto un bel "gioco".
Perché fai tutto questo? Ho la presunzione di ritenere che un'operazione così articoltata, complessa e multiforme a cui mi dedico da otto anni, si possa configurare anch'essa come un'opera d’arte concettuale vera e propria, espressa con tempi e modalità inusuali. Progettare e curare mese dopo mese un nuovo numero sempre diverso, pensare gli argomenti con cui riempirlo di contenuti, scrivere i testi, inventare e creare ex novo le immagini 18
ics
ART E' possibile sfogliare tutti i numeri pubblicati della rivista icsART dall'anno 2012 al 2019 PAOLO TOMIO Laureato in architettura nel 1974 al Politecnico di Torino, esercita l’attività libero professionale a Trento. Ha vinto i concorsi di architettura per il restauro della filanda e il nuovo teatro di Pergine Valsugana, l'arredo urbano del centro storico di Trento e il nuovo plesso scolastico di Cles. E' autore del libro “L’arredo del centro storico di Trento” - 1991 e del “Manuale del porfido” - 1994 (tradotto in tre lingue). Parallelamente all’attività professionale di architetto e designer, coltiva l’interesse per il mondo artistico. Interessato ad approfondire le metodologie della creazione-progettazione artistica mediante la definizione di sistemi complessi, da sempre esplora le potenzialità delle nuove tecnologie digitali creando composizioni astratte attraverso lo sviluppo di forme spaziali geometriche (Architektony) oppure organiche policrome (Forme morbide e Forme liquide). Ha vinto i concorsi per un’opera d’arte di abbellimento degli edifici pubblici dei comuni di Taio, Calliano e Drena. Innumerevoli le mostre personali e collettive. Realizza cataloghi d’arte, libri di grafica e fotografici; ha ideato, cura e pubblica online dal 2012, la rivista digitale mensile "icsART" (ex "FIDAart") i cui numeri possono essere sfogliati al sito: www.icsart.it www.tomiopaolo.com www: issuu.com/tomio2013 facebook.com/paolo.tomio Email: archpaolotomio@gmail.com
sul sito al seguente indirizzo:
www.icsart.it icsART N.7 2019 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
PERIODICO della icsART N.7 - Luglio ANNO 2019
icsART
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MERCATO DELL’ARTE ?
AI WEIWEI (1957) Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010, N.12 sculture in bronzo con base, pezzo più grande: 380 x 130 x 150 cm - più piccolo: 293 x 130 x 163 cm, venduto da Phillips London 2015 a £ 3.442.500 ($ 4.830.000). «Il mio lavoro è sempre stato politico, perché essere artista è una scelta politica, in Cina». Solo alla luce della storia della sua vita è possibile comprendere pienamente il senso delle opere dell'artista cinese Ai Weiwei poiché in lui pensiero artistico moderno, cultura cinese e attività politica sono indissolubilmente legati. Ogni sua scultura, installazione o performance è ricca di significati simbolici poco comprensibili quando non si conoscano storia e contesto a cui si riferiscano. Ai Weiwei nasce a Pechino dalla scrittrice Gao
Ying e da Ai Qing, uno dei maggiori poeti cinesi del secolo scorso, diverse volte candidato al premio Nobel. Nel 1958, quando Weiwei ha un anno, Ai Qing e la famiglia vengono inviati in un campo di rieducazione in villaggi vicino al confine coreano e poi nel deserto del Gobi dove il padre, condannato ai lavori forzati, deve pulire le latrine pubbliche. Una vita di umiliazioni e di stenti che dura fino al 1976 quando Ai Qing viene riabilitato e la famiglia può ritornare a Pechino. Qui, il giovane Weiwei si laurea alla Beijing Film Academy e inizia l'attività artistica fino a quando, a 24 anni, si trasferisce negli Stati Uniti dove si iscrive alla Parsons School of Design che però lascia dopo 6 mesi preferendo frequentare musei e gallerie per studiare gli artisti che ammira. Vive a New York i successivi 12 anni svolgendo i più svariati lavori per mantenersi, tra cui quello di giocatore professionista di Blackjack. Nel '93, a causa di una grave malattia del padre, deve tornare in Cina; qui è coinvolto nella scena artistica sperimentale di Pechino e fonda il suo studio FAKE Design. La performance eseguita nel 1995, "Caduta di un'urna della dinastia Han" (vedi in basso), in cui l'artista è fotografato nell'atto di distruggere un'antica urna di 2000 anni, serviva a manifestare la sua critica radicale nei confronti del regime politico Caduta di un'urna della dinastia Han, 1995, 3 foto cad. 136 x 109 cm, Sotheby's 2016 a $ 1.078.940
AI WEIWEI e culturale cinese. Nel 2005 apre un blog in cui parla d’arte e critica il governo; diventa noto in Occidente per aver collaborato con gli architetti Herzog e de Meuron al progetto del "Nido di uccello", lo stadio dei Giochi Olimpici 2008 a Pechino. Lo stesso anno un catastrofico terremoto nella provincia del Sichuan provoca una strage tra la popolazione tra cui migliaia di scolari morti a causa delle scuole scadenti permesse dalle autorità locali corrotte. L'artista inizia una campagna di denuncia sul suo blog visitato ogni giorno da più di 100.000 persone che viene chiuso dalle autorità nel 2009. Nel 2011 Ai Weiwei è arrestato all'aeroporto di Pechino, incappucciato, tenuto sempre ammanettato e rinchiuso per 23 giorni una cella con le finestre chiuse, le luci sempre accese e controllato per 24 ore da due ufficiali. Dopo 81 giorni, è rilasciato con una multa per frode fiscale di 1.850.000 $ che riesce a pagare grazie a una raccolta pubblica di denaro. Nel 2015 è nominato ambasciatore da Amnesty International, le autorità gli restituiscono il passaporto e può lasciare la Cina per Berlino. Da allora la sua fama di artista e di attivista continua crescere in Occidente portando anche il successo commerciale a dimostrazione che in lui convivono perfettamente quelle che consiin basso: Semi di girasole, 2008, una tonnellata semi di porcellana, Sotheby's 2012 venduto a $ 782.500
Coca Cola vase, 2011, acrilico su vaso neolitico 32 x 27 x 27 cm, Phillips 2014 venduto a $ 665.000
dera «le due funzioni essenziali dell'arte moderna: espressione e comunicazione». Ai Weiwei è un intellettuale totale in cui esiste, a causa del suo vissuto influenzato sia dalla raffinata cultura della famiglia, sia dalla storia politico-economica del suo Paese, la profonda coscienza del suo essere prima di tutto Uomo. Ora che gira il mondo per filmare volti e storie di chi emigra spinto da guerra o fame, dice: «La storia dell’umanità è piena di grandi sofferenze. La tragedia dei migranti è solo una. Ma dalle sofferenze viene la spinta a migliorarsi. E questa è bellezza. Un artista deve saper osservare il bello che c’è anche nelle cose peggiori».
HARLEY DAVIDSON Quando si dice Harley-Davidson, chiamata famigliarmente "Harley" o anche solo "HD", si entra nel mito moderno, non solo per i milioni di motociclisti appassionati del genere ma, soprattutto, per lo stile di vita "on the road" che queste moto hanno saputo comunicare e promuovere per oltre 100 anni. Hanno contribuito a renderle iconiche le tante pellicole fondamentali nella storia del cinema come "Il selvaggio", film del '53 con Marlon Brando, "Easy Ryder" del '69, con Peter Fonda e Dennis Hopper a bordo di due 'chopper,' "Terminator 2" con Schwarzenegger o anche le serie televisive americane in cui tutti gli agenti inforcano la loro Harley. La Harley-Davidson è fondata ufficialmente nel 1903; tre anni dopo produce 50 motociclette e realizza il primo catalogo di moto al mondo. Nel 1909 costruisce il V-Twin, primo motore bicilindrico sperimentale a V 45°, 880 cm³ di cilindrata che raggiunge i 100 km/h: la produzione in quell'anno sale a 1.149 esemplari. Ogni anno una novità e un miglioramento: nel '12 viene introdotta la caratteristica sella sospesa e ammortizzata con mollone regolabile in base al peso del guidatore; nel '13 appare il logo Bar&Shield (fascia e scudo) ancor oggi suo mar-
chio ufficiale; la produzione raggiunge la cifra record di 13.000 esemplari che la rendono uno dei principali produttori a livello mondiale. Nel 1917, con la prima guerra mondiale, le motociclette sono adottate dall'esercito (circa 45.000 esemplari) e dalle forze di polizia di tutti gli Stati Uniti. Nel '20, Harley-Davidson è divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo. L'Harley del 1921 è la prima motocicletta a raggiungere il record di 160 km/h grazie al nuovo motore bicilindrico a V da 1.200 cc. Il sistema di manovellismi adottati per l'albero motore fa sì che venga prodotto il caratteristico rumore di scarico "Harley" (reso in inglese come 'potato-potato'). E' in questo periodo che viene introdotto il tipico serbatoio detto "Teardrop" (lacrima) che poi connoterà a lungo le Harley distinguendole dalle concorrenti. Nel '33 viene apposto il fregio ad aquila sui serbatoi che sarà citato nello slogan del 1981 “The Eagle Soars Alone” (L'aquila vola da sola). Negli anni '60, di fronte all'invasione delle moto giapponesi, la Casa privilegia un messaggio più macho e alternativo coltivando l'immagine di "bad boy" legata a un certo tipo di motociclismo e, sfruttando il fascino 'retrò' delle
THE SHAPE OF THE MYTH macchine, costruisce motocicli che rimandano all'aspetto e alle sensazioni delle macchine del passato. La fama della Harley-Davidson è legata al suo classico design vintage e "yankee" che ha conquistato un posto speciale nell’immaginario collettivo: abbondanza di cromature, manubri ritorti, colori metalizzati, borse di pelle e la particolare posizione abbassata a gambe allargate del guidatore che contraddistingue queste moto. Come tutti i miti moderni, quello della "HD " è cresciuto nel tempo ma oggi presenta qualche crepa come rivela l'età media dei suoi proprietari che nel 2008 era ormai di 48 anni (poi la Casa ha smesso di rivelarla). Si capisce che tutto ciò che fa riferimento a questa 'macchina' - cento per cento USA - ha un fortissimo impatto anche sull'ispirazione di artisti tra cui lo scultore nativo americano Otaktay Long di Wichita. Fin da ragazzo ha collezionato pezzi recuperati di Harley, in particolare i serbatoi proprio per la loro particolare conformazione in cui egli intravedeva crani di antichi animali sacri. Durante gli studi artistici le forme plastiche dei vecchi serbatoi usati su cui rimangono ancora tracce dei colori originali, hanno cominciato ad affascinarlo portandolo a sperimentare a una contaminazione artistica tra le forme delle Harley. l'archeologia industriale odierna e gli antichi simboli magici della sua cultura indiana. Quest'anno ha esposto nella galleria civica di Wichita le sue sculture zoomorfe allestite all'interno di "The shape of the myth", un percorso storico-critico che compendiava le tre discipline. La mostra, nonostante l'approccio esplicitamente concettuale, ha richiamato visitatori di ogni età e formazione che riconoscevano in quei pezzi informali di lamiera, figure e miti che provenivano dalle loro storie personali e, forse, anche da qualcosa di più profondo. 23
THE KELPIES "The Kelpies", è l' iconica opera dello scultore scozzese Andy Scott incaricato nel 2008 di creare un importante pezzo di arte pubblica da ubicare a Falkirk, un'area di sistemazione idraulica destinata a nuovo parco territoriale vicino a un canale di nuova concezione con laguna, spazio eventi all'aperto, centro visitatori ecc.. Il tema dei "Kelpies", cavalli d'acqua soprannaturali del folklore celtico, è stato dato dalla committenza e inizialmente l'artista aveva pensato a delle associazioni mitiche, ma sviluppando il progetto la sua ispirazione è venuta dai cavalli di lavoro pesante come Clydesdales. Animali dalle forme potenti che hanno giocato un ruolo fondamentale sia nella rivoluzione industriale della Scozia trainando le chiatte lungo il canale Forth & Clyde, sia nei lavori agricoli. Bisogna sottolineare tre fatti estremamente positivi che questa opera d'arte ci dovrebbe insegnare. Innanzitutto, che qualcuno si sia sentito
in obbligo morale di commemorare la storia di un animale, nella fattispecie il cavallo, che ha dovuto sottostare per secoli ai duri lavori che gli hanno imposto gli uomini. Il secondo fatto riguarda il monumento eccezionale con cui è stato celebrato il ruolo di questi splendidi animali: due colossali pròtomi (busto e testa) di cavalli alti 30 metri interamente in acciaio interpretati in pose plastiche e forme dinamicamente veristiche, con tecniche e materiali modernissimi. E, infine, la funzione costruttiva dell'arte pubblica, che quando si esprime a questi livelli è in grado di assolvere a una funzione collettiva oggi largamente abbandonata seppure apprezzata dal pubblico: il primo anno dopo l'apertura, quasi 1 milione di persone ha visitato i Kelpies affolla in un'area abbastanza periferica per fotografare e visitare all'interno le due sculture. Questa opera dimostra che il bisogno di ammirare grandi monumenti è rimasto invariato
STORIA DELL’ARTE
nella gente sempre disposta a farsi ammaliare dall'arte che può comprendere e in cui riconosce la propria storia personale e collettiva. Anche se il progetto, finanziato da un partenariato di The Big Lottery Fund, Consiglio Falkirk e canali scozzesi, è costato 5 milioni di sterline, è prevedibile che i due Kelpies, inaugurati nel 2014 diventeranno un punto di riferimento della zona dotato di grande forza di attrazione e anche redditizi fornendo un esempio di come, in presenza di capacità, lungimiranza e sensibilità della committenza, sia possibile valorizzare un luogo privo di qualità grazie a un'opera pubblica creata da un artista vero. Il materiale usuale di Scott è il ferro ma, nel caso di queste sculture colossali, dopo aver realizzato i modelli dei due busti alti 3 metri (in scala 1:10), il monumento vero e proprio è nato dalla sua collaborazione con l'ingegnere strutturale e l'azienda specializzata in carpenteria pesante che l'ha materialmente realizzato. I due Kelpies,
alti 30 metri e del peso di 300 tonnellate ciascuno, sono costituiti da tre elementi: un telaio portante in tubolare d'acciaio, una struttura secondaria più leggera che porta le staffe a cui è fissato il rivestimento e 464 pannelli di forma irregolare in acciaio inox che costituiscono la pelle esterna. L'accorgimento di pre-sagomare ogni pannello in modo diverso l'uno dall'altro nasce dalla volontà di ottenere l'effetto di lastre piccole quando osservate a distanza. Il processo di fabbricazione della struttura in acciaio ha richiesto diversi anni di lavoro in officina mentre il montaggio in loco dei due busti è stato effettuato in soli sei mesi dato che la carpenteria metallica è stata costruita fuori sede e portata a Falkirk in pezzi trasportabili lunghi 12 metri e pesanti fino a 10 t. Alcuni degli elementi finali più complessi, come le orecchie, naso e mascelle, sono arrivati sul posto completamente assemblati e rivestiti per essere posizionati già finiti sulle teste dei cavalli. 25
Luglio 2019, Anno 8 - N.7
SPECIALE 8°anno
News dal mondo AI WEIWEI
Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010
pag. 28
AI WEIWEI
Lui Xie, 2010
pag. 29
AI WEIWEI
Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010
pag. 30
AI WEIWEI
Mappa della Cina, 2009
pag. 31
La fiamma interiore, 2015
pag. 32
Omaggio ad AI WEIWEI
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AI WEIWEI, Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010, N.12 sculture in bronzo, dimensioni varie, venduto da Phillips London 2015 a ÂŁ 3.442.500 ($ 4.830.000)
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AI WEIWEI, Lui Xie - granchi rossi, 2010, dimensioni varie 29
porcellana, in circa 2.300 parti, venduto da Phillips London 2018 a $ 803.090 (â‚Ź 687.000)
AI WEIWEI, Cerchio di animali / teste di zodiaco, 2010, N.12 sculture in bronzo placcato oro, dimensioni varie, venduto da Phillips New York 2017 a $ 3.370.000 (â‚Ź 3.010.350)
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AI WEIWEI, Mappa della Cina, 2009, legno di ferro ricavato da templi della dinastia Qing, 100,4 x 124 x 104 cm, venduto da Christie's New York 2016 a $ 2.517.000 (â‚Ź 2.265.100)
PAOLO TOMIO: Omaggio ad AI WEIWEI La fiamma interiore, 2015, fine art e timbri su tela 100 x 70 cm
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