2007 03 04 Officina Terzani - la Repubblica

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Domenica

il reportage

La balla di lana più preziosa del mondo

La

di

DOMENICA 4 MARZO 2007

MAURIZIO CROSETTI e DARIA GALATERIA

la scienza

Repubblica

Il bibliofilo e la bugia di Galileo PIERGIORGIO ODIFREDDI

Officina Terzani Nella sua amata casa-rifugio alla ricerca del segreto

che ha trasformato Tiziano in uno scrittore di culto

PAOLO RUMIZ

C

la memoria

TIZIANO TERZANI FIRENZE

hissà dove s’è nascosto Tiziano. Forse nella pendola Hoken accanto al pianoforte con lo spartito di Schubert, o dentro la gabbia di un grillo portato trent’anni fa dall’Oriente. Può essere nella statua di Ganesh, il dioelefante indiano che dormicchia vicino al lettone cinese con una collana di fiori al collo, oppure nella pancia di un cobra in bronzo acciambellato accanto al fuoco. Se poi ascolti gli scricchiolii e gli spifferi della casa, lui imbroglierà ancor più le carte. Ti befferà chiamandoti dall’armadio degli incensi tibetani, poi dal buco del camino col ronzio di un calabrone, poi dagli scaffali dei libri giapponesi, oltre la statuetta-guardiana di San Rocco in abito spagnolo delle Filippine. È facile perdersi nell’officina Terzani, la casa nomade che, di trasloco in trasloco, ha seguito l’uomo e la sua famiglia nei più straordinari paesi dell’Asia fin qui, al capolinea di Firenze-Bellosguardo. Anche Angela, la compagna che ha diviso con lui una vita e ci guida leggera di stanza in stanza, a volte ci si perde. Anche Folco, il figlio che ha raccolto dal vecchio le ultime parole sulla vita e la morte, sa che probabilmente è inutile cercare. Forse l’uomo dalla bianca tunica non sta da nessuna parte lì dentro, nemmeno nella montagna di articoli dattiloscritti, lettere e appunti a mano — quarant’anni di storia — ancora stipati in scatoloni dalle esotiche stampigliature. (segue nelle pagine successive)

M

MACAO, dicembre 1999

ia carissima Saskia, grazie infinite del tuo messaggio. Ne avevo bisogno per sapervi tutti tornati a casa, ma anche per ricordarmi che ho ancora, almeno in famiglia, delle stelle su cui orientare il mio sempre più confuso e labirintico cammino. Ieri mattina — una di quelle domeniche grigie ma non fredde della Hong Kong invernale — mi son messo in cammino dall’Università, dove sto, a piedi giù per la collina fino sul lungo mare e poi al Macao Ferry. Volevo passare due giorni a Macao e respirare l’aria prima che questo primo lembo di sogni occidentali in Asia sia, fra una settimana, anche l’ultimo ad ammainare una bandiera cristiana sulle sponde d’Oriente [… ] Mal me ne incolse! […] Tutto a Macao è stato rifatto, ricementato. Da nessuna parte ho sentito una zaffata di quell’odore di morte che era la sua vita. Per un giorno avrei voluto essere cieco, sordo e senza olfatto, tanto ogni sensazione mi feriva. Credo che ho raggiunto il fondo del mio viaggiare in questa Asia. Penso all’India come ad una grande consolazione ed ancor più a San Carlo che la solita fortuna dell’istinto mi ha fatto decidere di riaprire come porto sicuro per tutte le memorie. Ah, Saskia. Che cos’è una città? E Firenze? (segue nelle pagine successive)

Pena di morte, l’ultima volta in Italia GIORGIO BOCCA e ETTORE BOFFANO

cultura

In mostra le porno-eroine di carta FRANCESCO MERLO

la lettura

Cineromanzi, quando il film si sfogliava GIANNI AMELIO e NATALIA ASPESI

spettacoli

Ligabue, il rocker si addice alla Bassa EDMONDO BERSELLI e GINO CASTALDO

Repubblica Nazionale


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