Tivoli City aprile 2013

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zione incisa sull'arco della porta Tiburtina, dove sono menzionati anche le importanti opere di restauro eseguite da Tito nel 79 d.C. e da Caracalla nel 212-13. “Anio Novus” L'Anio Novus o Aniene Nuovo fu iniziato nel 38 d.C. da Caligola e terminato nel 52 d.C. da Claudio, il quale, avendo già legato il suo nome all'Aqua Claudia, decise di dedicare quest'acquedotto all'Aniene, con l'appellativo novus per distinguerlo da quello già in funzione che divenne Vetus (ossia vecchio). L'acquedotto, costruito insieme all'Aqua Claudia e del quale ne seguiva in gran parte lo stesso percorso, è lungo circa 87 chilometri e aveva le sorgenti presso l'alta valle dell'Aniene, all'altezza del XLII miglio

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della via Sublacensis, poco prima di Subiaco. L'acqua era prelevata direttamente dal fiume cosicché, nono-

stante una piscina limaria costruita in corrispondenza dell'incile, spesso giungeva a Roma piuttosto torbida, soprattutto in corrispondenza di lunghe piogge. Dopo un lungo percorso che lo portava presso Vicovaro, Castel Madama, Tivoli, il massiccio dei monti Tiburtini e dei Colli Albani, giungeva alla piscina limaria situata in località Capannelle: da qui l'Anio Novus continuava fino al castello terminale, situato poco oltre porta Maggiore, appoggiandosi alle arcuazioni dell'Aqua Claudia. Al fine di eliminare l'inconveniente succitato, l'imperatore Traiano fece spostare la captazione, traendo l'acqua non più dal fiume ma da un limpido laghetto che si trovava presso Treba Augusta (l'odierna Trevi nel Lazio).


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