Tivoli City aprile 2013

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state ripulite le pareti decorative dalle scritte e dagli adesivi con cui, persone di scarso senso civico, avevano deturpato il monumento. Da quali acquedotti sono alimentate le nostre fontane? In ordine di costruzione ricordiamo in primis l’Anio Vetus. L’acquedotto risale al 272 a.C. e fu costruito dai censori Manio Curio Dentato e Flavio Flacco, due magistrati appositamente nominati dal Senato. Il nome di Anio Vetus, ossia Aniene Vecchio, evidenzia la sua origine dall'Aniene nella località di San Cosimato, tra Vicovaro e Mandela. Il nome di Vetus lo ebbe soltanto tre secoli dopo, quando fu costruito il secondo acquedotto dell'Aniene, l'Avio Novus. Dopo aver percorso i territori di Tivoli e Gallicano il condotto, lungo circa 63 chilometri, fiancheggiava la via Praenestina, raggiungeva la via Latina tra Casal Morena e IV Miglio, superava la via Tuscolana e lungo la via Labicana entrava in Roma nella località detta ad Spem Veterem (nella zona di Porta Maggiore), traversava l'Esquilino in condotto sotterraneo e finiva con il castello terminale all'altezza della porta Esqulina (l'odierno Arco di Gallieno). “Aqua Marcia” L'Aqua Marcia fu condotta a Roma dal pretore Quinto Marcio Re nel 144 a.C. e proviene dall'alta valle dell'Aniene, ma, diversamente dall'Anio Vetus, non attingeva dal fiume ma da sorgenti abbondanti e di ottima qualità situate nei pressi di Marano Equo, tra Àrsoli ed Agosta, dove ancora oggi attinge l'odierno Acquedotto della Marcia. Per consentire una migliore nonché maggiore distribuzione dell'acqua, questa aveva bisogno di arrivare in città ad una quota più elevata: fu così che per la prima volta si ricorse alla costruzione di archi che, con una fila ininterrotta di circa 9 chilometri, fiancheggiando la via Latina, giungevano fino alla località della Spem Veterem (nella zona di Porta Maggiore). Seguendo il percorso successivamente utilizzato dalle Mura Aureliane (nelle quali fu poi incluso), l'acquedotto arrivava alla porta Tiburtina e poi, con un percorso corrispondente all'attuale via Marsala, raggiungeva il castello terminale che si trovava nelle immediate vicinanze della porta Collina, dove oggi si trova il Ministero del Tesoro in via Venti Settembre. L'Aqua Marcia subì consistenti opere di restauro da parte di Agrippa nel 33 a.C. e di Augusto tra l'11 ed il 4 a.C.: quest'ultimo, come per l'Acqua Appia, potenziò la portata del condotto con la captazione di una nuova sorgente detta Augusta, opera ricordata in un'iscri-

La fontana di via dei Sosii. Sotto, la fontana di piazzale Nazioni Unite

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