Tivoli City aprile 2013

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Augusto Masotti: “Basta la normalità” “Vogliamo una città decorosa, pulita, dove la differenziata sia la normalità e non l’eccezione. C’è bisogno di fare pulizia in tutti i sensi”, afferma l’imprenditore tiburtino di Paolo Paolacci

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ugusto Masotti mostra la sua verve convinto che qualcosa non va e invece potrebbe andare alla grande proprio come in un altro Paese. Augusto ho sentito parlare molto di te in questi ultimi tempi... “Spero bene. Anzi, ne sono quasi convinto”. Cosa pensi di questa situazione attuale? “Che è una colossale situazione del kazoo, lo strumento musicale. Concedimi qualche francesismo musicale da Parigi, dove sono stato e dove la nostra reputazione di italiani è davvero bassa, molto bassa. Parlando poi nello specifico della nostra città grigia, buia, dissestata e sporca, cosa dire? Hai la domanda di riserva?”. No purtroppo. Masotti: questo cognome ricorda a molte persone largo San Giovanni, tuo padre e tua madre. Tu che idea ti sei fatta di quei tempi se paragonati a quelli attuali? “Non sono abituato a fare paragoni con il passato, però in questo caso, dato che sei un carissimo personaggio con il quale ho sempre condiviso una sana ironia di pensiero, ti dico che ho avuto la grande fortuna di avere dei genitori che mi hanno inserito nel mondo dell’imprenditoria consentendomi di poter sbagliare ed ho appreso molto. Per esempio, che bisogna guardare avanti, credere nei cambiamenti ed essere anche un poco utopisti, sognatori e creativi. Aver avuto la possibilità sbagliare da giovane, grazie a mio padre, vuol dire avere oggi un bagaglio di buona e sana esperienza”. Ho letto il manifesto con le parole di Einstein circa la crisi del 1931. E' applicabile anche a questa attuale e

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cosa si dovrebbe fare? A volte sembra che certi meccanismi sociali restino in piedi a prescindere dalle scelte. “Forse mi hai letto nel pensiero. Quell’insegnamento non è altro che il proseguimento della filosofia della nostra famiglia: i miei genitori avevano investito sul cambiamento. Su noi giovani! E questo già agli inizi degli anni’70. Tornando appunto al grande Albert, è un qualcosa che devi avere nel tuo DNA, come mi spiegò il mio prof di economia nel ’68, e potrà fare la differenza come in questi particolarissimi momenti di depressione per avere il coraggio di cambiare, guardare avanti per investire sul merito, le idee, la qualità, la cultura e sui giovani. 'Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose', proprio come diceva Einstein nel 1931”. Ho scritto nel numero di febbraio che Tivoli sembra una Ferrari tenuta in garage. Come facciamo a tirarla fuori? “Il problema non è solo tirar fuori la Ferrari ma è farle in primis un buon restyling, lucidarla, renderla attraente, metterla a punto ed allora possiamo tirarla fuori. Ma occorre la benzina! E inoltre, l’uscita del garage ha una rampa con una pendenza che ti fa paura. Ecco, la pendenza è l’attuale momento storico che stiamo attraversando e che si supera solo se si ha la famosa benzina. Come diceva anni orsono un collega: 'ce vonno li pauli pe j a pijà lu caffè la sera a Napoli'. Storica frase degli anni ’70 dove la sera andavamo veramente a prendere il caffè in Riviera di Chiaia sul bellissimo lungomare di Na-


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