CSRoggi 6 mar2018

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LUPO SOLITARIO

LA CAMPAGNA ELETTORALE E UN SILENZIO ASSORDANTE La lunga campagna elettorale che ha portato alle elezioni amministrative del 4 marzo scorso è stata una vera Waterloo per la sostenibilità. Parliamoci chiaro: nei due mesi che hanno preceduto l’andata alle urne abbiamo sentito parlare di tutto. Di tasse che non pagheremo più, di soldi che ci verranno dati in più, di nuovi posti di lavoro, di pensioni raggiungibili prima. Di condoni, espliciti o mascherati. Di città pulite, inquinamenti scomparsi, strade asfaltate e lisce come tavoli da biliardo. Si è parlato di onestà, di sicurezza, di amore per la patria, di difesa del territorio e anche (purtroppo) di razze supposte superiori. Ci sono state promesse un sacco di cose, nei giorni precedenti le elezioni, che se se ne avverasse anche solo un quarto la nostra vita sarebbe destinata a diventare fantastica. Ma c’è un argomento su cui non si sono spese tante parole, in tutti questi giorni di battaglie verbali. Non abbiamo sentito quasi nessun politico – né quelli di prima fascia, veri personaggi televisivi, né gli ultimi arrivati, che vanno alla ricerca di voti nelle retrovie – pronunciare con la dovuta continuità le parole “sostenibilità” o “responsabilità sociale d’impresa”. Nessuno l’ha fatto. Nei talk show televisivi, questo abbiamo potuto provarlo personalmente, ma probabilmente nemmeno sui palchi delle feste della salamella organizzate sotto i tendoni dei piccoli paesi di provincia. Noi, che queste parole le mastichiamo un giorno sì e un giorno no, siamo rimasti molto sorpresi da questo vuoto. Un silenzio assordante, abbiamo pensato, che ci fa tornare indietro di decenni, quando concetti come questi erano sconosciuti. «Ma come – ci siamo detti – tutti parlano di CSR ormai da anni. Tutti sanno che cosa sia e quale sia l’importanza di un concetto come quello della sostenibilità. Tutti hanno ormai capito che le aziende non possono pensare a creare solo introiti economici, ma devono anche avere obiettivi legati al miglioramento della qualità di vita della collettività in cui sono inserite…». E ci siamo arrabbiati: «Possibile che i nostri politici e aspiranti politici siano così arretrati, non al passo con i tempi? Che non si rendano conto del fatto che l’interesse al sociale da parte delle imprese e del mondo in generale è ormai un punto fermo da cui non si può più prescindere, che non può più essere trascurato?». Sì, ci siamo arrabbiati. Ma l’arrabbiatura è durata poco, perché subito dopo ci è nato in testa questo brutto pensiero: «Alle spalle dei politici, soprattutto dei “Numeri Uno” dei vari partiti, ci sono fior di uffici stampa, esperti in comunicazione, agenzie che lavorano in questo settore da secoli. Gente che sa benissimo quali tasti toccare, quali sensazioni risvegliare, quali argomenti trattare per attrarre l’attenzione e, soprattutto, i voti della gente… Se non hanno ritenuto di dover affrontare discorsi di questo tipo è forse perché li hanno ritenuti secondari, di poco interesse per gli italiani in generale». E allora, con tristezza e preoccupazione, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci: «Non è che, dal punto di vista della sostenibilità e della CSR, in Italia siamo davvero indietro di decenni?».

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le news Lego, sono in arrivo i mattoncini in plastica green

La Lego, azienda danese produttrice dei famosi mattoncini diventa sempre più green e presto distribuirà materiale per le costruzioni in miniatura realizzato con plastica di origine vegetale, nello specifico derivato dalla canna da zucchero. La nuova serie green non a caso avrà la forma di alberi, cespugli e foglie ed esteriormente in nulla si differenzierà da quelle oggi in commercio. Ma la sua sarà un’anima ecologista, che rallenterà la copiosa produzione di materiale plastico molto resistente e, anche quando gettato nella spazzatura – cosa che avviene di rado, perché i mattoncini in oggetto vengono per lo più tramandati di padre in figlio – praticamente indistruttibile. Al momento la produzione di mattoncini eco-compatibili riguarderà solo l’1-2% del totale della produzione della Lego, ma l’obiettivo dell’azienda danese, davvero ambizioso, è di riuscire a bandire del tutto l’utilizzo di materiale plastico entro il 2030. «Siamo orgogliosi perché i primi elementi Lego realizzati con materie plastiche ecosostenibili sono già in produzione e quest’anno saranno presenti nei set Lego – afferma Tim Brooks, Vice Presidente e Responsabile della sostenibilità ambientale, del Gruppo –. Si tratta di un primo grande cambiamento e passo avanti verso il nostro obiettivo: produrre mattoncini utilizzando materie sostenibili».

La metà delle aziende italiane è attenta alla sostenibilità Una ricerca effettuata nel corso del 2017 dalle società di certificazione e consulenza DNV, GL e EY rivela che in Italia cinque aziende su dieci hanno ormai deciso di adottare una strategia di sostenibilità e che quattro su dieci si sono anche date obiettivi misurabili. Le aziende responsabili sono in continuo aumento, spinte a questa scelta dalla pressione degli investitori, delle istituzioni e del mercato ma anche dalla ricerca di nuovi vantaggi diretti. Il 43% delle aziende, sottolinea la ricerca, sono convinte che i benefici di una buona strategia di sostenibilità siano maggiori dei costi. Il 20% ritiene che ci siano vantaggi competitivi legati all’aumento della reputazione del marchio, il 18% è convinto che serva a costruire a un migliore rapporto con clienti e consumatori e il 16% la stessa cosa con gli stakeholder. Secondo i protagonisti delle imprese italiane che hanno partecipato alla ricerca, inoltre, essere virtuosi dal punto di vista sostenibile permette di differenziarsi sul mercato (13,5%), di innovare sui processi e sulla qualità dei prodotti (11%) e di ridurre i costi (10,5%).


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