The Lab's Quarterly, 2008, n. 1

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Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008

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Appare subito chiaro il punto di partenza di questi pionieri. Il mondo moderno, tecnologicamente avanzato, pone una questione di carattere psicologico nuovo. Quello che si vuole esplorare è il mondo moderno con la lente deformante di questa nuova psicologia. La macchina e la tecnologia forniscono gli strumenti primari per esplorare questo nuovo universo simbolico: «Necessitiamo di un’arte valida per sé stessa. Nella quale non intervenga l’idea che di essa ci siamo fatti. Il materialismo stabilito in tutte le coscienze esige un’arte in possesso di valori propri, lontana dalle rappresentazioni che oggi costituiscono una farsa. Noi, uomini di questo secolo, forgiati da questo materialismo siamo divenuti insensibili dinanzi alla rappresentazione delle forme conosciute e all’esposizione di esperienze costantemente ripetute. Si concepì l’astrazione alla quale si arrivò progressivamente attraverso la deformazione». 53

La nuova arte è il mezzo: «Si richiede un cambiamento nell’essenza e nella forma. Si richiede il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica. È necessaria un’arte maggiore in accordo con le esigenze dello spirito nuovo».54

Lo spirito nuovo di cui qui si parla è lo spirito dell’uomo nuovo, il superstite della guerra. Siamo nel 1946, da un anno è finita la guerra, la più cruenta nella storia dell’umanità. Un elemento che ha segnato profondamente lo spirito dell’uomo è stato la bomba atomica. Si sente il rischio serio che l’uomo possa giungere ad una forma di autodistruzione. In una sua riflessione sull’argomento, Fontana inserisce un elemento di particolare interesse. A suo dire una possibile guerra atomica non sarebbe durata più di quindici giorni; dopo, i sopravvissuti avrebbero continuato a combattere con le clave. Si comprende, pertanto, che accanto al tema della meccanizzazione si colloca un ritorno al primitivismo. Di fatto lo spirito nuovo non è altro che il frutto dello scontro tra lo spirito dell’uomo figlio del processo industriale, con lo spirito dell’uomo primordiale. Si evince, dunque, che l’esigenza che emerge in maniera pervicace è quella di rappresentare, tramite i nuovi mezzi e i nuovi materiali, lo spirito primitivo dell’uomo. «L’uomo è esausto di forme pittoriche e scultoree. Le sue esperienze, le sue opprimenti ripetizioni attestano che queste arti permangono stagnanti in valori estranei alla nostra civiltà, 53 54

Ibid., p. 23 Ibid., p. 24


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