Io questa cosa te la spiego e la faccio dal vivo ma tra parentesi. Chef #2 Ricorda, queste sono solo brevissime scene, intermezzi di senso personali, lazzi tra una rappresentazione e l’altra che, altrimenti, sarei costretta a cestinare. (Dopo finisce la Commedia e torniamo a casa). Parentesi: [pa-rèn-te-∫i] n.f. invar. (Dal gr. pará «accanto», én «in» e títhēmi «porre») 1. Parola o frase che s’interpone nel discorso, interrompendone il senso e talora anche il costrutto, per aggiungere un chiarimento o una precisazione, per fare un’osservazione, un rinvio, per una momentanea digressione. Oltre alle p. tonde ( ) che includono l’inciso, esistono altre specie di p. che hanno funzioni proprie: - le p. quadre [ ], usate per es. nelle citazioni per includere parole (o parti di parola) che non appartengono al testo, nelle edizioni critiche per includere parole che si leggono in uno o più codici e che l’editore ritiene interpolate, in linguistica per racchiudere la trascrizione fonetica di singole parole; - le p. ad angolo o uncinate ‹ ›, usate soprattutto nelle edizioni critiche per racchiudere integrazioni congetturali a un testo mutilo o che si ritiene tale (nelle edizioni di papiri o di epigrafi e in diplomatica, con questa stessa funzione sono invece adoperate le p. quadre, mentre in p. uncinate s’includono le parole ritenute interpolate). 2. intervallo di tempo in cui s’interrompe il normale svolgersi di una attività, di un ciclo di fatti 3. P. è una lampada progettata dai designer italiani Achille Castiglioni e Pio Manzù e prodotta dall’azienda italiana Flos, a partire dal 1971. Corso preliminare: Entrò nella stanza, portando con sé un mazzo di giornali. “Signore, signori: noi siamo poveri, non ricchi. Non possiamo permetterci di sprecare materiali o tempo”. Tutta l’arte inizia con un materiale, e quindi dobbiamo anzitutto indagare ciò che il nostro materiale può fare. All’inizio, faremo sperimenti senza l’intenzione di creare un prodotto. Al momento preferiamo la competenza alla bellezza. I nostri studi dovrebbero portare al pensiero costruttivo. Voglio che ora prendiate i giornali: provate a fare di loro qualcosa in più di quello che avete ora. Voglio che rispettiate il materiale e che lo utilizziate in modo che abbia senso – e che conservi le sue caratteristiche intrinseche. Se potete fare a meno di strumenti come coltelli, forbici e colla, sarebbe meglio”*. Corso : Entrò nella stanza, portando con sé un . “Signore, signori: noi siamo poveri, non ricchi. Non possiamo permetterci di sprecare o tempo”. Tutta inizia con un , e quindi dobbiamo anzitutto indagare ciò che il nostro può fare. All’inizio, faremo sperimenti senza l’intenzione di creare un prodotto. Al momento preferiamo la competenza alla . (I nostri studi dovrebbero portare al pensiero costruttivo). Voglio che ora prendiate : provate a fare di qualcosa in più di quello che avete ora. Voglio che rispettiate e che lo utilizziate in modo che abbia senso – e che conservi le sue caratteristiche intrinseche. Se potete fare a meno di strumenti come , sarebbe meglio”. Corso : Entrò nella stanza, portando con sé un <mazzo di giornali>. “Signore, signori: noi siamo poveri, non ricchi. Non possiamo permetterci di sprecare <font> o tempo”. Tutta inizia con un <glifo>, e quindi dobbiamo anzitutto indagare ciò che il nostro <glifo> può fare. All’inizio, faremo sperimenti senza l’intenzione di creare un prodotto. Al momento preferiamo la competenza . (I nostri studi dovrebbero portare al pensiero costruttivo). Voglio che ora prendiate <i glifi>: provate a fare di <loro> qualcosa in più di quello che avete ora. Voglio che rispettiate <il glifo> e che lo utilizziate in modo che abbia senso – e che conservi le sue caratteristiche intrinseche. Se potete fare a meno di strumenti come , sarebbe meglio”. Josef Albers insegnò origami al Bauhaus (1927-28). Il piegare la carta era uno strumento per sperimentare la costruzione, come stendere e coppare la pasta fresca, come scomporre i caratteri tipografici. Gli studenti imparavano facendo: nessuna spiegazione tecnica veniva fornita loro. * Hannes Beckmann, “Formative Years”, in Eckhard Neumann (a cura di), Bauhaus and Bauhaus People, New York, Van Nostrand Reinhold, 1970, p. 196 Aprile 2015