la verità

Page 1

Antonio Sandri

C’è qualcuno che sa dirmi dove abita la verità


2

C’ è qualcuno che sa dirmi dove abita la verità? Ho domandato a molti. Quasi tutti avevano un indirizzo da darmi. Quelli che non lo avevano è perché o non erano interessati o non sapevano che cosa vuol dire verità. Conoscevano che cosa erano e dove stavano di casa, la fame e le malattie, ma non avevano mai sentito parlare della verità. La verità non è una cosa che si mangia, né che si coglie sugli alberi o come i funghi in mezzo l’erba.  Bisogna sapere che cosa è la verità per andarla a cercare oppure bisogna trovarla, dopo averla cercata, per sapere che cosa è? Domanda probabilmente senza senso, valida per coloro che non vogliono cercarla o non sono interessati a trovarla e, molto di più, per coloro che hanno tempo e non fame.  Degli indirizzi che mi hanno dato, tre mi sembrano i più interessanti. Il primo è, all’apparenza, il più semplice e il più antico: entra in te stesso conosci te stesso. Il secondo indirizzo, per trovarlo, bisogna imparalo, riguarda la realtà: la verità è scritta in linguaggio matematico e razionale. Il terzo è uno che ha detto: Io sono la via, la verità e la vita  Ve ne sono altri due che meritano di essere ricordati. Li ho tenuti in disparte perché hanno poco a che fare con il vivere. Appartengono al pensare e non al vivere. Uno appartiene alla logica matematica. Questa è la formulazione di Kurt Gődel.

2


3

Non tutto ciò che è vero è dimostrabile. Se un sistema formale è logicamente coerente, la sua non contraddittorietà non può essere dimostrata né confutata stando all'interno del sistema logico stesso. In altre parole, ogni formula F' che esprime in S la consistenza di S stesso è non dimostrabile in S, per cui la non contraddittorietà di S non può essere dimostrata con i mezzi di S, ma si tratta di una non-contradditorietà tale che, paradossalmente, la sua consistenza o coerenza è tale proprio perché non può essere dimostrata. L’altro appartiene alla semantica. 'P' è vera se e solo se P, dove 'P'  La vita non aspetta che uno abbia la verità. Scorre comunque, indifferente se tu la possiedi o no, però il possederla o no cambia la tua maniera di vivere. Purché la verità non sia proprio la maniera di vivere. Ma allora le verità sono tante quante sono gli uomini.  C’è sempre una variante personale della verità, non fosse altro perché la stessa verità è vissuta in maniera diversa, talmente diversa da sembrare un’altra verità.  Occhi di un bambino per la verità. Occhi contemporaneamente disincantati e capaci d’incanto. Non essere, ma divenire bambini come scelta. Essere nudi come bambini, per una verità nuda.  Non è la verità che deve essere nuda, ma noi. Essa si veste con i nostri vestiti. Riflette come in uno specchio quello chi noi siamo, o quello che pensiamo di essere. Quest’ultima è la più probabile. È lo specchio delle mie brame. Non riflette, per fortuna, quello che dovrei essere. Però, nella casa della verità abitano due specchi: uno vale per me, l’altro per gli altri.  Se la verità è unica, mio è solo un modo di vederla. 3


4

La verità diviene un punto di vista. Non può essere che un punto di vista.  Dove abita? Alcuni dicono che è nel gruppo sociale cui uno appartiene (anche se non sa o non vuole appartenervi). Il complesso di conoscenze di un gruppo costituisce la verità. Non abbiamo una verità unica, ma un insieme di verità, quanti sono i gruppi sociali di riferimento. La misura della complessità dell’attuale società (quella occidentale) e la quantità dei gruppi sociali di riferimento che rivendicano la verità del complesso delle loro conoscenze o della loro weltanshaung.  La frantumazione è la più facile conseguenza della complessità e la frantumazione tende a divenire relativizzazione.  Sono possibili due situazioni: 1. Un gruppo sociale, normalmente appartenente a una minoranza di tipologia di conoscenze, si rinchiude in un ghetto. Verità ghettizzata, ma sempre uno dei possibili punti di vista della verità. 2. Se un gruppo accetta di conversare, dialogare, mettersi in discussione, il rischio è una ibridazione. Che è comunque uno dei possibili punto di vista.  Le strade per la verità, sembra possano essere almeno due: quella individuale quella sociale. Si intrecciano l’una con l’altra. Si agevolano e si ostacolano. Nessuna è indipendente.  Vi sono verità innate? O piccoli nuclei o presupposti? Non solo strutture formali, che danno forma (Esempi Kant: tempo e spazio; Rosmini: essere), ma contenuti. 4


5

Non contenuti di natura morale, ma di conoscenza.  Da dove arrivano la matematica e geometria? Dall’esperienza?  Forse prima di tutto dovremmo cercare (e/o metterci d’accordo) sul metodo di cercare. La verità dipende dal metodo con cui la si ricerca.

 Non c’è differenza tra cercare il significato dell’esistenza e la verità. Non c’è differenza tra essere e verità. Oh, sì? In tutti i casi ci si imbatte nel tempo. Se la verità è nel tempo, dobbiamo ricercarla nella storia o nelle storie. Nella storia e nelle storie la verità subisce manipolazioni. Se la verità è fuori del tempo, è indifferente alla storia e alle storie. Brilla di luce sua. Ma possediamo la vista per vedere questa luce, noi che siamo nel tempo? La verità nel tempo è una conquista continua. Gli uomini hanno conquistato molte verità nella loro storia. In fondo, la verità è sempre un dover essere. Significa la necessità di approfondire cosa vuol dire progresso. Peccato che al fondo del progresso, qualunque cosa esso sia, c’è sempre la morte. Lì finisce ogni verità che è nella storia. Salvo…?  La verità è Dio. È Colui che ebbe il coraggio di dire “io sono la verità” e la coniugò con la vita. Se è così la verità, diviene contenuto della fede. Allora la verità è il regno di Dio, che è dato in dono, come la fede. 5


6

 La verità che riguarda Dio è un dono. Per spiegarla Cristo usa parabole. Il Regno di Dio è simile… Perché Dio non si può vedere nella sua luce. Non potremmo sussistere. Dio si mostra di spalle (cfr Martini, Cattedra dei non credenti) per lasciare libero l’uomo. Nasconde il pieno fulgore della sua verità.  I percorsi verso la verità sono tanti quanti le “verità” ed altrettante sono le metodologie di ricerca. È possibile, però, che qualsiasi sentiero, qualsiasi metodologia porti fin sull’uscio della verità. Anche il sentiero più degradato può portare alla verità, purché conosca il suo limite. Il limite è la vera pietra di inciampo, ma anche la pietra scartata su cui costruire.

 Gli angeli emettono brusii (segni di trascendenza) diversi secondo le genti, delle convinzioni religiose, del complesso delle conoscenze e delle esperienze.  Le tradizioni, tutte le tradizioni, devono essere considerate per scoprire quali segni di trascendenza possono essere sedimentati presso di esse. (cfr. Berger, Il brusio degli angeli, pag. 136)  Se la verità è trascendente, debbono esserci nella realtà quotidiana, affinché l’uomo possa coglierli. Questi segni sono parte integrante (costituente) della realtà o non sono. Le domande da farsi di fronte a qualsiasi complesso di conoscenze sono: “che cosa si dice qui? Quale è l’esperienza umana che sta all’origine di queste asserzioni? E poi: in quale misura ed in quale modo possiamo qui scorgere delle scoperte autentiche della verità trascendente? (Berger) 6


7

 L’uomo cerca regole, ha bisogno di regole. In ciò si manifesta il suo essere sociale come elemento fondante il suo essere (esserci).  ricerca con metodo (filosofia, scienza) La verità come conversazione, dialogo (i romanzi e l’arte-cfr Bibbia d’Amiens) Tralascio la teologia perché o è filosofia (ricerca di Dio da parte dell’uomo) o è fede (Dio alla ricerca dell’uomo)  La verità e il filo di Arianna, quello che ci conduce alla liberazione dalla bestia (minotauro) attraverso il labirinto, luogo dove ci si perde, poiché non si conosce (o ricorda) la strada per l’uscita. Se vuoi uscire con un trucco o con una conoscenza che non hai, ti toccherà la sorte di Icaro.

 Non è possibile lasciare la ricerca della verità ai professionisti (o presunti tali), siano essi scienziati, filosofi, intellettuali, politici, teologhi, perché una volta trovata te ne facciano dono. Saremmo dei sudditi e degli schiavi, degli esseri che vanno dove vengono condotti. La verità così acquisita non sarà mai nostra, sarà imposta. Vae victis.  Il culto, il rito, la liturgia. Io sono ok, tu sei ok. Apparteniamo allo stesso popolo tu e io. (Kipling)

7


8

 È lecito parlare di verità mentre si sta cercandola? In itinere? Mentre si fa?  La verità come scintilla. Dio non è dentro di me, ma io sono a sua immagine e somiglianza. In questo modo è dentro di me.  “Il fondo dell’anima umana è identico al fondo divino dell’universo” (Berger)  La verità è più bizzarra della finzione (Mark Twin.)

8


9

Appendice Belle frasi o frasi belle dal Brusio degli Angeli Berger, Capitolo V Nella visione religiosa della realtà, tutti i fenomeni rimandano a qualche cosa che la trascende e questa trascendenza urge attivamente da ogni parte su tutta la sfera empirica dell’esistenza umana.  Alcuni anni fa un sacerdote che lavorava in un quartiere miserabile di una città europea venne chiesto perché lo facesse; ed egli rispose: “affinché non svanisca del tutto il brusio dei Dio”. Nota mia: che è come affermare “perché non svanisca la dignità dell’uomo”.  Nota mia: il brusio degli angeli è il brusio di fondo dell’opera di Dio.  Aprendoci ai segni della trascendenza, noi scopriamo le vere proporzioni della nostra esistenza. Questo è il lato umoristico della redenzione: ci dà la possibilità di ridere e di divertirsi con una nuova e completa spontaneità…non bisogna si inaridisca in noi la disposizione di ridere e di divertirsi.  La storia fa sorgere certi problemi relativi alla verità, ne dà delle soluzioni più o meno persuasive, costituisce e distrugge strutture di attendibilità. Ma l’esposizione storica del modo in cui ci si è posti il problema della trascendenza non può da sola costituire una soluzione del problema. È proprio solo dell’uomo sentirsi gioiosamente animoso al pensiero che sta cavalcando il futuro. Mia nota: mah! Quel gioiosamente animoso non mi convince.  Bonhefer dice: gli eventi storici “penultimi” e il loro significato finale vanno colti in una realtà che li trascende e che di fatto, trascende tutti i diagrammi empirici dell’esistenza umana. 9


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.