Moscufo - La Perla Dorata - arte, storia e tradizioni - Tesori d'Abruzzo

MOSCUFO

LA PERLA DORATA arte, storia e tradizioni

SPECIALE MOSCUFO

Testo Greta Massimi

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Foto Alessandro Antonelli

MOSCUFO LA PERLA DORATA Arte, storia, cultura, tradizioni, qualità e panorami unici racchiusi in un unico borgo abruzzese, a presidio della vallata del fiume Tavo. Il suo territorio si compone di svariate frazioni e di una elevata presenza di frantoi

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oscufo, splendido paese della provincia pescarese, si erge su un’area collinare pullulante di uliveti, a mo’ di presidio della vallata del fiume Tavo.

Il borgo, trovandosi a poca distanza dalla costa, permette di ammirare ad occidente la catena appenninica, ad oriente, l’Adriatico. Il suo territorio si compone di svariate frazioni e di una elevata presenza di frantoi ed è per questo che Moscufo è stato inserito all’interno del “triangolo d’oro dell’olio” insieme ai comuni di Pianella e di Loreto Aprutino. Di origini antiche, il suo toponimo non ha una derivazione certa. Alcuni lo attribuiscono al nome longobardo di un signore che gover-

nò il Castello locale (di cui ne rimane traccia in alcune denominazioni viarie), altri, invece, alla correzione di alcuni termini, avvenuta in epoca longobarda, stanti ad indicare una collina ricoperta di boschi. Antico pagus romano situato intorno all’abbazia di Santa Maria del Lago (posizionata più a sud rispetto all’abitato attuale), la fortificazione del borgo avvenne in epoca carolingia.

La prima attestazione dell’esistenza di Moscufo la troviamo nella Cronaca dell’abbazia di Montecassino quando l’abate Bertario, nel 864, diede in concessione al castaldo dei Marsi, l’usufrutto di San Leucio in Moscofo. Successivamente, tra il 1366 e il 1446, Moscufo venne donata prima a Cristoforo Costanzo e poi a Francesco di Riccardo, finché, trascorsi circa 20 anni, venne ceduto all’Università di Civita di

Chieti. Si susseguirono ulteriori “proprietari” quando, alla fine del Cinquecento, Alfonso Piccolomini lo cedette alla famiglia di Figlioli, duchi di Città Sant’Angelo che ne terranno la proprietà fino al XIX secolo. Il territorio di questa perla abruzzese annovera importanti chicche.

Dall’abbazia di Santa Maria del Lago al centro storico ove troviamo la chiesa parrocchiale di San Cristoforo, nonché strutture culturali polivalenti, palazzi storici e scorci panoramici mozzafiato.

Iniziando la nostra visita nell’abbazia di Santa Maria del Lago, al tempo dipendenza del monastero di San Clemente a Casauria, possiamo dire che la sua è una storia di lungo corso, la cui più antica attestazione risale alla bolla di Innocenzo II, datata al 1140, che ne disponeva la sua giurisdizione a cura del vescovo di Penne.

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SPECIALE COLONNELLA

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La facciata dell’abbazia di Santa Maria del Lago.

La costruzione dell’edificio è da attribuirsi alla metà del XII secolo, su una probabile edificazione di cui non abbiamo resti. L’aspetto attuale della chiesa è da ricondursi al restauro degli anni ’60 che ne voleva ripristinare la facciata medievale originaria che, nel frattempo, aveva subito numerosi interventi, soprattutto quello del XVIII secolo, voluto dall’abate Battista Mazzacara che ne “aggiornò” l’aspetto secondo i dettami tardo barocchi, oltre ad intonacarne l’interno. L’appellativo della chiesa, che accompagna la dedicazione alla Vergine, si riferisce alla parola lucus ovvero “bosco”, trasformatosi poi in

“lago” quando venne a perdersi il significato originario del termine. La chiesa venne costruita secondo i “dettami” architettonici cassinesi. La struttura architettonica è basilicale a tre navate distribuite in sei campate e culminanti in tre absidi semicircolari. Le colonne sostengono le imponenti arcate a tutto sesto. I capitelli, decorati con motivi simbolici, antropomorfi e vegetali, sono diversi gli uni dagl’altri anche se la loro realizzazione, in parte, sono da attribuirsi alla stessa mano dello splendido “ambone o pergamo” della nave centrale. Come evidenzia il Dottor Manfredo Gaeta «Gli stilemi sono tipici

di quei secoli antecedenti il romanico, un periodo preparatorio in cui non vi è un vero e proprio stile codificato, ma in cui iniziano delle sperimentazioni spaziali come il presbiterio rialzato e l’inserimento di pilastri a spezzare il ritmo dei colonnati.

Elementi questi che tendono a contrastare la direttrice longitudinale verso l’altare e rallentare le prospettive tipiche delle basiliche paleocristiane. Questa timida ricerca di una nuova spazialità - germe che porterà alla nascita della struttura romanica - in Santa Maria del Lago è fortemente accentuata dalla presenza dell’ambone databile nel XII

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secolo che, invadendo la navata centrale, non solo rallenta e ostacola la direttrice principale, ma viene a creare una vera e propria sosta.

Vi è poi il ritorno a dettami latini, in netta contrapposizione con gli stilemi bizantini, come la struttura muraria pesante, accentuata dall’utilizzo del laterizio grezzo, che pone un’enfasi sui rapporti statici tra carico e sostegno». Il visitatore rimarrà senz’altro colpito dal contrasto tra la spazialità raccolta dell’interno e le forme esterne caratterizzate dall’uso del laterizio e da stereometrie lineari, ispirate al recupero della classicità. Della parte posteriore

dell’edificio risalta soprattutto la sua plasticità caratterizzata dalle sporgenze emicicliche delle absidi decorate da esili semicolonne che ne slanciano i corpi e un coronamento di archetti pensili. Le finestre ad arco delle absidi sono evidenziate da cornici decorate da motivi vegetali ed animali, da notare in tal senso la scena di cani all’inseguimento di cervi.

L’elemento di spicco di questo gioiello è sicuramente costituito dall’ambone (ovvero la tribuna chiusa da un parapetto e aperta da un lato dal quale l’officiante proclamava il Vangelo), opera dell’artista Nicodemo da Guardiagrele

che lo realizzò nel 1159 su commissione dell’abate Rainaldo. Queste informazioni le possiamo ricavare grazie allo stesso artista che, ormai giunto all’apice del successo, ne firmò e datò l’esecuzione, indicando anche il nome del committente sulla scala di accesso del pergamo. Quest’ultimo si configura come un perfetto edificio in miniatura a se stante, di base quadrata, sorretto da quattro colonne, raccordate da arcatelle, su cui si sviluppa la tribuna mistilinea in cui si compenetrano vari elementi architettonici. Ma il nome di Nicodemo è famoso nell’Abruzzo del tempo.

La parte posteriore dell’edificio la cui plasticità è caratterizzata dalle sporgenze emicicliche delle absidi decorate da esili semicolonne.

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Nella pagina di apertura: uno scorcio suggestivo della navata centrale e dell’ambone dell’abbazia di Santa Maria del Lago, ritenuta un capolavoro del Maestro Nicodemo. (ph.: Gino Di Paolo).

Nella doppia pagina: una panoramica di Moscufo.

In questa pagina: il dipinto su tavola della “Madonna con Bambino” di Andrea Delitio.

A destra: Un dettaglio della ricca compagina decorativa dell’ambone realizzato dall’artista Nicodemo da Guardiagrele nel 1159.

Nella pagina successiva: in primo piano, nella conca che delinea l’abside centrale, la rappresentazione del “Giudizio Universale” secondo la narrazione di San Giovanni.

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Figlio d’arte debuttò, insieme al fratello Roberto, realizzando il pulpito di Santa Maria in Valle Porclaneta. Uno stile unico, quello che lo definisce, dove si coniugano elementi romanico-comaschi insieme a influenze “arabeggianti”.

E infatti il visitatore, guardando verso l’alto, a partire dai capitelli, riscontrerà una ricca compagine decorativa molto dinamica, dove si susseguono vari temi narrativi. E così, partendo dal lato rivolto verso l’ingresso e proseguendo in senso antiorario, troviamo i simboli degli evangelisti nel seguente ordine: l’aquila per San Giovanni e il toro per San Luca, l’uomo alato per San Matteo insieme al leone per San Marco. Intorno ad essi poi vi sono delle formelle che raffigurano i santi cristiani per eccellenza e le loro storie come Giona sopravvissuto alla balena o San Giorgio che uccise il drago.

Ed ancora, uomini che si arrampicano nudi, protomi con motivi animali reali o fantastici in combinazione con ulteriori elementi figurativi, completano la struttura che conserva ancora oggi parte dell’antica colorazione. Infatti l’ambone era originariamente tutto dipinto. Da notare, infine, sul fianco, al lato della scala, la colonnina tortile “sorretta” da un nano accoccolato. Proseguendo in direzione della conca che delinea l’abside centrale risaltano due piedi (di cui il destro ferito), appartenenti ad una figura che doveva sedere su un trono.

Se da un lato è possibile notare un angelo in volo che suona una tromba in direzione di una folla di imploranti, dall’altro lato, vicino al piede sinistro, spiccano le figure di piccoli uomini nudi supplicanti, incorniciati da una banda rossa.

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Siamo di fronte al racconto del “Giudizio Universale” narrato da San Giovanni. Si comprende, dunque, che la figura assisa su trono altri non è che Cristo rappresentato quale giudice del destino degli uomini. Infatti, spostando lo sguardo poco più in basso, vediamo gli Apostoli, sei per lato, che tengono nelle loro mani il libro chiuso da sigilli.

La maggior parte della critica concorda nel datare questo apparato decorativo al tardo XIII secolo anche se, nella chiesa, vi sono tracce di pitture tardo medievali come si può evidenziare nella seconda colonna, a destra dell’ingresso, cui spicca la figura di un santo barbato da attribuirsi al XV secolo. Altro gioiellino custodito all’interno della chiesa, sulla navata di sinistra, è il dipinto su tavola della Madonna con Bambino di Andrea Delitio della seconda metà del Quattrocento. L’artista, famoso anche per il ciclo pittorico che eseguì, tra gli altri, presso la cattedrale di Atri, ritrae la Madonna come la Regina dei cieli sul trono. La tavola che ospita la raffigurazione doveva originariamente possedere ai suoi lati delle ante andate poi perdute. Colpisce lo sguardo della Vergine, un misto di dolcezza e regalità enfatizzata dai ricchi decori che impreziosiscono la sua veste rossa e la corona. Sul manto azzurro, sul ginocchio sinistro, scorgiamo Gesù bambino in piedi, sorretto con affetto materno, il quale indossa attorno al collo una collanina di corallo rosso (simbolo del suo destino di resurrezione e salvazione degli uomini dal peccato) insieme all’uccellino che stringe nella mano destra mentre è intento a mordergli un dito.

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Proseguendo il nostro cammino per il borgo giungiamo al Palazzo che ospita l’attuale Frantoio delle Idee che, dal Settecento, era stata una proprietà della famiglia De Landerset. Venduto nel 1914, venne adibito a frantoio oleario nel ‘28 da Giuseppe Di Giandomenico, proseguendo l’“attività” fino a qualche decennio fa. Caduto in disuso, divenne una struttura culturale polivalente destinata a museo archeologico e documentale, auditorium e sala convegni nel 2014, quando venne acquistato dalla Fondazione Pescarabruzzo in azione sinergica con il Comune. L’edificio conserva al suo interno preziosi reperti. Ai piani superiori si possono ammirare oltre che gli spazi espositivi destinati alle mostre, il terrazzo con vista panoramica e le vetrate contenenti materiale documentario come il Catasto preonciario del 1587 e del 1614. Quest’ultimo, oltre a riportare i proprietari dei terreni e delle case di Moscufo, reca anche un elenco delle chiese locali. Ma soprattutto interessante si rivela per il pubblico il pian terreno.

Qui sono state ricostruite alcune tombe

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vestine che ospitano parte dei ritrovamenti archeologici provenienti dagli scavi del 2008 condotti nella Necropoli di Via Petrarca che diedero alla luce varie tombe femminili e d’infanti, assieme a fibule di varie tipologie, usate probabilmente per chiudere i capi d’abbigliamento e fuseruole troncoconiche da ricondurre alla filatura. Spicca, in tal senso, la Tomba 20 contenente un importante corredo femminile vestino del V sec. a.C. Nella predetta sepoltura ad inumazione, ritrovata in una fossa scavata nel terreno, è stato rinvenuto lo scheletro di una donna maggiorenne, abbastanza ben conservato, oltre che tre fibule in ferro, disposte sulla spalla destra della defunta, allineate le une alle altre evidenziando un’eccezione rispetto alla consuetudine. Da esse pendevano altri oggetti quali anelli, collane, e sul petto una quarta fibula.

La presenza di una stola di anellini in bronzo che andava dal petto alle gambe è stata rilevata in altre tre sepolture e individuato quale elemento caratteristico delle inumazioni femminili vestine di Loreto Aprutino, Montebello

di Bertona e di Pescara. Molto bella anche la grande coppa monoansata in ceramica ad impasto. Nella tomba 11, invece, è stato ritrovato il corredo di un bambino. Anche in questo caso si tratta di una sepoltura ad inumazione dove sono stati ritrovati tre vasi in ceramica di cui, una brocchetta e una coppa monoansata e una particolare brocca con funzione forse di colino. A ciò si aggiunga un set di fibule in bronzo e in ferro di varie caratteristiche. Sul petto, invece, giacevano due bracciali in bronzo.

A breve distanza, altro importante luogo di culto da visitare è la Chiesa parrocchiale di San Cristoforo che costituisce il cuore del centro storico, insieme al palazzo appartenuto un tempo ai nobili Orsini, oggi sede comunale, posto di fronte ad essa.

Entrambi collocati nel punto più elevato del paese, la chiesa si presenta al visitatore nel suo stile barocco, realizzato nella prima metà del XVII secolo, sebbene il luogo di culto fosse già citato in fonti trecentesche. La facciata esterna dell’edificio è monu-

mentale e in laterizio, vivacizzata da lesene sporgenti e arretrate, poggiate su alti basamenti e da aggettanti cornici. Il portale è anch’esso barocco, chiuso da battenti in legno, mentre nella lunetta soprastante ha risalto lo stemma municipale, scelta voluta per ricordare il contributo della cittadinanza alla realizzazione dell’edificio, testimoniato anche dai documenti conservati nell’archivio storico presso il Frantoio delle Idee. L’interno è costituito da un’unica navata su pianta rettangolare a spigoli arrotondati che contribuiscono ad “ovalizzare” l’ambiente che ospita due cappelle per lato, insieme alla cappella del presbiterio.

Opulenza e magnificenza caratterizzano gli spazi con decori in stucco per la maggior parte realizzati nel Settecento ad opera dell’artista lombardo Ambrogio Piazza. Angioletti ritratti nei più svariati atteggiamenti svolazzano sulle pareti e sugli archi aggiungendo dinamicità all’interno.

La copertura è stata realizzata con suggestive volte a botte che ospitano scene ispirate al libro di Ester.

A sinistra: uno scorcio della struttura culturale polivalente, ovvero il “Frantoio delle Idee”.

In questa pagina: Una panoramica paesaggistica dal belvedere.

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In questa pagina: la navata della Chiesa parrocchiale di San Cristoforo e, in dettaglio, uno degli angioletti ritratti che adornano le pareti e gli archi dell’interno.

La zona presbiteriale è caratterizzata da un profondo arco a tutto sesto che, oltre ai decori, vede stagliarsi nella parete retrostante la tela raffigurante San Cristoforo incorniciata da “virtuosi” rilievi. Ai lati dell’altare maggiore troviamo due grandi tele, “San Vincenzo De Paoli” e la “Madonna Addolorata”, sugli altari laterali ulteriori pitture meritevoli di attenzione. Dando le spalle all’altare, il visitatore noterà le due colonne isolate, poste su alti basamenti, a sostegno della sinuosa balaustrata che ospita l’organo in legno addossato alla parete interna della facciata.

Pregevoli sono anche il coro in noce finemente intagliato realizzato da Fabrizio De Fabritiis di Orsogna nel 1778 e il prezioso reliquiario di San Cristoforo lavorato in argento del 1780.

Uscendo dall’edificio si dipanano i sentieri del borgo cui possiamo scorgere diversi palazzi

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A destra: in primo piano la splendida copertura realizzata con volte a botte che ospitano le scene ispirate al libro di Ester e, nel riquadro, l’organo in legno addossato alla parete interna della facciata.

storici a testimonianza dei fasti nobiliari di un tempo.

Vicoli suggestivi come “Vico d’Amore”, portali in legno che ci conducono sino allo splendido Palazzo De Ferri.

L’edificio, decentrato rispetto al centro storico, è sicuramente il più importante tra i palazzi d’epoca del paese. Sebbene risulti difficile datare il complesso architettonico, dal momento che subì numerosi interventi di ampliamento, il palazzo si compone di un corpo centrale e due ali quasi ad esso perpendicolari, che delimitano una splendida piazzetta, la quale, durante la stagione estiva, si trasforma in location per i più svariati spettacoli. Qui, inoltre, si possono mirare chicche architettoniche come le arcate ribassate con volta a crociera, la ristrutturata cisterna e la fontanella in pietra.

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Suggestiva è la nicchia con l’orologio incorniciato da fini motivi, accompagnato, poco più in basso, da una scultura “umana” recante la scritta “KRONOS” seguita dal motto “TEMPORIS FUGA IRREPARABILIS”.

Sulla facciata settecentesca in laterizio risalta ancor di più la pietra che incornicia il portone d’ingresso che vede un mascherone baroccheggiante a rilievo sulla sommità dell’arco. È bene ricordare che la porta recante nella lunetta lo stemma in rilievo dei De Ferri, che troviamo nella facciata a ridosso del giardino, conduce all’antico frantoio.

In questa pagina: foto storica dell’antico gruppo orchestrale della “Filarmonica di Moscufo”.

Nel riquadro uno scatto della partecipata manifestazione “Melodie d’Autunno Raduno degli Zampognari”. (ph.: Chiara Navelli).

A destra: uno splendido portone in legno che arricchisce uno dei tipici vicoli moscufesi.

Ma anche al suo interno, il palazzo, ospita decorazioni barocche e preziosi cimeli tutti da riscoprire.

Particolarmente importante per la storia culturale e musicale del borgo è la Filarmonica di Moscufo, un antico gruppo orchestrale costituitosi nel 1909 che quest’anno compie 110 anni! Motivo di vanto per tutta la comunità, ad oggi i suoi protagonisti suonano prevalentemente, come allora, strumenti a plettro come mandolini e chitarre, sotto la direzione del Maestro Luciano Ferri, discendente di uno dei padri fondatori del gruppo.

La Filarmonica si propone come fine quelle di tramandare alle nuove generazioni la tradizione mandolinistica locale. Il repertorio spazia dalla musica sacra a quella classica, dal folcloristico al moderno. Ma l’offerta culturale e tradizionale moscufese non si esaurisce qui.

Oltre alle numerose iniziative private e comunali organizzate durante il periodo estivo, la prima domenica di dicembre ha luogo la manifestazione “Melodie d’Autunno - Raduno degli Zampognari”, un’esposizione artigianale di vino e

prodotti di qualità, allietati dalla musica delle zampogne che, per la nuova edizione, si arricchirà di musiche abruzzesi, oltre ad un variegato intrattenimento all’insegna dei costumi dell’epoca e ulteriori novità.

Per concludere il nostro tour dobbiamo infine menzionare la produzione di olio extravergine di oliva locale, appartenente alla D.O.P Aprutino Pescarese, che rende Moscufo la capitale di questo “frutto” dorato. È ormai noto il ruolo chiave che l’olio riveste nel settore della salute e dell’economia ed è, ancor di più, baluardo dell’identità della storia e delle tradizioni che animano il nostro Abruzzo, una regione per eccellenza “oleica”.

E di certo la coltivazione e la produzione dell’olio del nostro borgo sono condotte all’insegna della qualità e del buon gusto contribuendo, direttamente e indirettamente, a far conoscere e divulgare le bellezze di questo splendido paese.

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COME ARRIVARE In macchina: Da Nord: Autostrada Adriatica A14, uscire a Pescara Nord/ Città Sant’Angelo, continuare in direzione di Montesilvano, proseguire per Cappelle sul Tavo continuare per Moscufo.

Da Sud: Dall’autostrada Adriatica A14 in direzione Pescara, uscire Pescara Ovest/Chieti, A25 per Roma, Sambuceto, proseguire seguendo le indicazioni per Moscufo.

In treno: La stazione ferroviaria di riferimento è quella di Pescara.

Comune di Moscufo TEL. 085979131 FAX. 085979485 protocollo@comunedimoscufo.it Vigili Urbani TEL. 085979131 poliziamunicipale@comunedimoscufo.it

Proloco Moscufo

Pro Loco Moscufo Pres. Dott. Domenico Orlando TEL. 3398778265 prolocomoscufo@gmail.com facebook: prolocomoscufo

In Aereo: Aereoporto di Pescara.

Il Nuovo Casereccio Via D’Annunzio n. 44, T 085979191

Il Genio della Brace Az. Agr. Altri Tempi di Nicola D’Aloisio Via G. Pascoli n. 6, T 085979253 • 360823556

Via della Repubblica n. 3, T 0859790030 • 3273933078 • 3248975332

Torre Antica

Az. Agr. Biodinamica Brioli di Brioli Italuccio e Cinzia

C.da Pischiarano n. 2, T 085979346 3287834256, www.ristorantetorreantica.com

C.da Villa Sibi n. 13, T 085.975210 aziendagricolabrioli@yahoo.it

Az. Agr. L’Elisir di Atena, Catering Di Massimo Srl

Az. Agr. Biologica Ciarcelluto Antonella

Via S. Maria n. 5, T 3397461884

c.da Selvaiella n. 7, T 3346064153

Az. Agr. Franco Di Zio Via Marco Polo n. 22, T 3387818952

Az. Agr. Fratelli Navelli C.da Astignano n. 25, T 3890262619

Pasticceria e gelateria Castello

Az Agr. Di Massimo Ettore

Piazza Umberto n. 4, T 3394059635

Via Roma n. 45, T 3294214911

Panificio e pasticceria La Vetta

Az. Agr. Di Michele Giulio

Via Leopardi n. 6, T 085979441

C.da Selvaiella n. 27, T 085979127• 3473857240

Panificio Linda Snc

Az. Agr. Di Memmo

Macelleria e salumeria L’Angolo della Genuinità

c.da Villa Sibi, 6, T 085975568

Az. Agr. Paolo D’Aloisio Via G. Pascoli n.10, T 3389979369 paolodaloisio@email.it, www.oliodaloisio.it

C.da Valle Iuta, T 085979393

Viale Europa n. 22, T 0859790016 • 3391087994 www.langolodellagenuinita.it

Birrificio Lacu Notre Dame Gothic Club

Az. Agr. La Selva d’Abruzzo

Via Aldo Moro n. 23, T 3663788655, info@lacu.it

Via S. Maria n. 3, T 085979181 085979410 • 3389119435 dimassimomauro@libero.it www.laselvadabruzzo.com

Garden Bar

Az. Agr. Oleificio “Emanuele” di Di Michele Antonio

Via Ugo Foscolo n. 11, T 085979587 3337952262 www.donfederico.it

C.da Selvaiella snc, T 085979128 • 3343778992

Caseificio Artigianale di Memmo

Az. Olivicola Fonte d’Oro di Di Michele Francesco C.da Fonte d’Oro, T 3395864765

C.da Villa Sibi n. 6, T 085975568 www.caseificiodimemmo.it info@caseificiodimemmo.it

Cooperativa San Cristoforo

Bar Martina Caffè

C.da Astignano, T 360823556

Via C. Colombo Snc, T 3391420037

Largo Garibaldi, T 3287224764

B&B e agriturismo Don Federico di Ludovica Tatone

Carabinieri (Caserma di Moscufo) TEL. 0858291130 Farmacia Valloreo Dott. Paqualino Via Cavour n. 2, TEL. 085979134 Visite guidate sul territorio TEL. 085979131

www.comunedimoscufo.gov.it

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SPECIALE MOSCUFO

UN’AMMINISTRAZIONE VOLTA ALLA PROMOZIONE DELLE SUE ECCELLENZE Un borgo autentico tra storia, tradizioni e olio di qualità

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e politiche messe in campo dall’Amministrazione del comune di Moscufo evidenziano sempre più la consapevolezza e l’esigenza di far conoscere il ricco patrimonio che custodisce. Come spiega Claudio De Collibus, Sindaco di Moscufo «Il nostro è un paese di antiche origini, un territorio intriso di storia e di tradizioni con gli antichi oliveti a dare il benvenuto a chi raggiunge il nostro bel paese.

Sono molto orgoglioso di esserne il Sindaco, un impegno che porto avanti con dedizione e passione, con il solo obiettivo di continuare a far crescere questa splendida realtà, un vero gioiello dell’area vestina.

Il nostro intento è quello di continuare a investire sulla promozione delle nostre tipicità, dal bello dei nostri monumenti al prodotto principe della nostra tradizione: l’olio d’oliva.

Sappiamo che c’è tanto lavoro da fare ma siamo altrettanto certi che vinceremo questa sfida». La produzione dell’olio, sempre più, è al centro dell’azione amministrativa.

Emanuele Faieta, Vicesindaco di Moscufo evidenzia che «Moscufo è un

piccolo borgo con una grande vocazione agricola, inserito nel “triangolo d’oro” per l’ottima produzione di olio extravergine di oliva e appartenente alla D.O.P Aprutino Pescarese. Negli ultimi anni, a seguito di importanti campagne di scavi, le antiche origini del nostro paese sono tornate alla luce, mostrando significative testimonianze archeologiche che delineano con chiarezza la nostra storia. Su tutte il ritrovamento della necropoli vestina del V secolo a.C. una scoperta sensazionale. Il Frantoio delle Idee, una struttura recentemente ristrutturata, posta all’ingresso del nostro borgo, da ospitalità a questi importanti reperti. Continueremo su questa strada perché siamo innamorati del nostro territorio e lavoriamo costantemente con entusiasmo e determinazione, affinché tutti possano conoscere il bello che abbiamo». Dello stesso avviso è anche Carla Verzella, Assessore al Turismo che afferma «Il nostro paese è uno scrigno pieno di bellezze, dall’Abbazia di Santa Maria del Lago alla Chiesa di San Cristoforo, dal museo archeologico allo splendido e ristrutturato centro storico.

Moscufo è un paese accogliente che offre al visitatore la genuina bellezza che la contraddistingue, condita dai profumi e dai sapori delle sue tipicità gastronomiche. Stiamo predisponendo una serie

di iniziative volte a promuovere la nostra realtà, certi del grande valore di quello che offriamo e della ricaduta in termini di microeconomia sulle nostre attività ricettive».

E non potrebbe essere altrimenti, è ormai chiaro che per fare “sistema”, cultura, enogastronomia e produzione di qualità sono diventati i poli imprescindibili per attirare un turismo volto sempre più alla ricerca di autenticità e genuinità, peculiarità tipiche abruzzesi. Ed è per questo che merita menzione il grande lavoro svolto dall’Associazione Pro Loco di Moscufo, guidata dal Presidente Domenico Orlando che spiega come «La nostra associazione, la più longeva del paese, da sempre offre supporto logistico alla promozione del nostro paese.

In sinergia con il Comune di Moscufo organizziamo iniziative di grande rilevanza, che diano visibilità al paese e promuovano in maniera tangibile i nostri monumenti, le nostre tipicità le nostre tradizioni.

Su tutte mi piace ricordare Melodie d’Autunno, il raduno degli zampognari e le aperture con visite guidate dell’Abbazia di Santa Maria del Lago e del Museo Archeologico nel frantoio delle Idee. Il direttivo che da poco si è rinnovato, continuerà a lavorare su questi obiettivi».

Tesori d’Abruzzo rivista trimestrale Speciale Moscufo estratto al n° 53 (Ott / Dic 2019) tesoridabruzzo.com Direttore Responsabile Paolo de Siena De Siena editore sas Via Leopoldo Muzii, 18 65123 Pescara T +39 085 4221643 desienaeditore.it Stampa Poligrafica Mancini San Giovanni Teatino (Ch) Copia omaggio In copertina: nella conca che delinea l’abside centrale, la rappresentazione del “Giudizio Universale” secondo la narrazione di San Giovanni. (ph.: Alessandro Antonelli).

Nella pagina in apertura: uno scorcio suggestivo della navata centrale e dell’ambone dell’abbazia di Santa Maria del Lago, ritenuta un capolavoro del Maestro Nicodemo. (ph.: Gino Di Paolo).