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Le mie letture: DELITTO E CASTIGO di Leonardo Giacometti “La sofferenza e il dolore sono sempre obbligatori per una coscienza ampia e per un cuore profondo. Ho l’impressione che le persone autenticamente grandi debbano provare al mondo una grande tristezza.” Questa è soltanto una delle innumerevoli citazioni presenti all’interno del romanzo “Delitto e castigo”, pubblicato nel 1866 dallo scrittore russo Fëdor Dostoevskij,(Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881), considerato uno dei pensatori, scrittori e filosofi più grandi di tutti i tempi. Il romanzo è ambientato in Russia, precisamente a San Pietroburgo, seconda città russa (peraltro federale) per dimensioni e popolazione, con circa 5 milioni di abitanti, nonché il porto più importante del paese, fondata dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) sul delta del fiume Neva. Insieme al romanzo “Guerra e pace” di Lev Tolstoj, fa parte dei romanzi russi più famosi e influenti di tutti i tempi. Esso esprime la concezione religiosa ed esistenziale dell’autore, con una focalizzazione sul conseguimento della salvezza attraverso la sofferenza. Il romanzo di Fëdor Dostoevskij è diviso in sei parti, che contengono fra i cinque e gli otto capitoli ciascuna, con un epilogo, diviso in due capitoli. L’intero romanzo è scritto in terza persona,al passato, da una prospettiva non onnisciente, maggiormente dal punto di vista del protagonista, sebbene, durante la narrazione, si sposti brevemente su altri personaggi. La maggior parte della narrazione si svolge nel corso di un’estate particolarmente calda, a San Pietroburgo. Protagonista degli eventi è Rodion Romanovic Raskol’nikov, o semplicemente Raskol’nikov, un giovane studente di 23 anni, di bell’aspetto e condizioni economiche non agiate, che ha deciso di abbandonare il suo percorso di studi in legge più per pigrizia che per mancanza di capacità. La condizione fisica, economica e sociale del protagonista risulta determinante per comprendere, nel corso dell’intero romanzo, i motivi che lo portano a compiere il gesto decisivo che rappresenta il motore narrativo della vicenda: l’omicidio, premeditato, nei confronti di Alëna Ivanovna, una vecchia usuraia, proprietaria, fra le altre cose, della stanza in cui vive Raskol’nikov; e, successivamente, l’omicidio, contemporaneo ma imprevisto, nei confronti di Lizaveta Ivanovna, sorella più giovane dell’anziana donna, ritrovatasi, come si suol dire, “nel posto sbagliato, al momento sbagliato”. All’inizio del romanzo, la scrupolosa preparazione dell’omicidio nei confronti di Alëna ci presenta un Raskol’nikov sicuro, intenzionato a compiere il reato e, soprattutto, motivato da ragioni etiche e di ingiustizia sociale che, nella sua visione, gli permetteranno di riuscire a sopportare le conseguenze delle sue azioni e del suo gesto. Nei capitoli successivi all’omicidio, tuttavia, pian piano, cadono tutte le ferme convinzioni del protagonista, diventato vittima di se stesso. Angoscia, rimorsi, paure, pentimento, tormenti e continue turbe mentali, si uniscono ad una condizione psicologica irrimediabilmente invasa dal timore di dire, fare e pensare qualsiasi cosa, per paura di essere scoperto. Il delitto, infatti, era stato compiuto con la convinzione che fosse per una giusta causa, dato che Raskol’nikov aveva preventivato di utilizzare il denaro e gli oggetti rubati alla defunta usuraia per fare del bene, redimendo la sua colpa. Giorno dopo giorno, invece, si renderà conto di quanto questa condizione lo logori, dando vita a una profonda crisi esistenziale. La colpa si potrà espiare solo attraverso la sofferenza e il dolore più profondi; Raskol’nikov raggiunge questa consapevolezza soltanto molto più tardi. All’origine del romanzo, quindi, vi è la ricostruzione di un evento peccaminoso in grado di generare riflessioni e pensieri estendibili a livello esistenziale, religioso, morale, giuridico, psicologico e anche politico. Dunque, il protagonista scopre il complesso dinamismo psicologico che domina la sua vita, le sue emozioni, la sua passione e le sue colpe, e non riesce a mantenerne il controllo.

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