Terrenostre Settembre 2013

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Anno XV numero 6 - SETTEMBRE 2013

L’editoriale www.terrenostre.info E.mail: bruk22@alice.it

TERRENOSTRE APPARTIENE A TUTTI NOI di FRANCESCO BRUFANI

La vita è un insieme di storie, persone, idee, luoghi, immagini, fatti e parole che scrivono il tempo. Il nostro tempo. Noi cresciamo e maturiamo collezionando esperienze che ci definiscono. Alcune sono più importanti di altre perché formano il nostro carattere, ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che siamo e ciò che diventiamo. In tutto questo alcune persone e idee ci legano in modo spontaneo e inesplicabile, ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci. E se tutto ciò significa veramente qualcosa, ci ispira a vivere da protagonisti in un mondo che cambia e si evolve, un mondo che appartiene a tutti noi. Terrenostre appartiene a tutti noi! “Vedrai nel mondo districare speditamente la matassa delle cose più dalla zampa degli asini pratici, che dalla mano dei teorici saputissimi. Con questo non intendo anteporre l'ignoranza alla dottrina, ma asserisco che il sapere privo dell'esperienza della vita, è una dotta goffaggine, bisbetica e sterile (G. Giusti).

S.O.S. UMBRIA IN PERICOLO! di CARLO ROSIGNOLI

LA BANALITÀ DEL MALE di SILVIA MARINI

I tanti interrogativi che Claudio Lattanzi pone ai manovratori della politica e dell’economia, con i suoi libri, I padrini dell’Umbria, presentato a Bastia nella sala Uni 3, e La mafia in Umbria, meritano una risposta seria e rapida. Dopo i romanzi finalisti del Premio Fenice Europa, che pure due su tre son gialli dalle trame inestricabili, la lettura dei due testi del giornalista d’inchiesta Lattanzi di Orvieto trasporta il cittadino umbro, per lo più inconsapevole, in una realtà impressionante, terrificante e che supera ogni immaginazione. Con la tragica differenza che i primi sono frutto della fantasia degli scrittori finalisti del Premio, i secondi sono la inquietante descrizione dettagliata e documentata di misfatti e reati vari. Nella sua investigazione, di facile lettura, l’autore si attiene alle indagini di carabinieri e finanzieri, riporta intercettazioni telefoniche, rivelazioni di collaboratori di giustizia e indagini svolte dalla magistratura nell’ultimo decennio. Solo a scorrere l’indice, le 50 schede retributive a piena pagina e i 736 nomi che ricorrono nelle 562 pagine del testo si incontrano fatti, luoghi e personaggi familiari, in qualche modo legati, se non addirittura protagonisti delle nefandezze amministrative nel nostro territorio e sotto casa. Continua a pag. 54

Anestetizzati al dolore, cuori e cervelli assuefatti alle tragedie, scorriamo ogni giorno righe pesanti di morti e di sangue ma vuote ai nostri occhi come un elenco di numeri. Cadaveri quotidiani che non ci impressionano, troppo lontani dalle nostre vite, brandelli di storie tra una notizia e l’altra, senza fatti da raccontare e senza ricordi da lasciare. Morti inutili, drammi che durano il tempo di un servizio e di qualche fotogramma. Echi di guerre sconosciute, di paesi in fiamme, di ribelli armati di nascosto, di potenti dalle carriere torbide protetti da qualcuno, nomi e luoghi che non si imprimono nella mente, che scorrono come immagini tra le immagini, che scompaiono subito dalla memoria come fatti mai avvenuti. Naufragi che diventano solo una conta dei dispersi. E un morto che non si ricorda è un morto mai esistito.

Anno XV n. 6 Settembre 2013 Periodico dell’Associazione Culturale Libera Vox Fondato da Francesco Brufani, Marco Fabrizi e Carlo Rosignoli REG. TRIB. PERUGIA - N. 29 DEL 14/05/1999 Sede legale: p. Mazzini, 49/b - 06083 Bastia U.- Tel. e Fax 075.8010539 Direttore Responsabile: Francesco Brufani 335.7362185 bruk22@alice.it

Hanno collaborato: Studio legale Avv. Andrea Ponti & Chiara Pettirossi - Giamba Ardissone - Gaia Berardi Marco Brufani - Debora Brughini - Roberta Brunelli - Giorgio Buini - Gianfranco Burchielli - Pier Luca Cantoni Lorenzo Capezzali - Lamberto Caponi - Angelo Carena - Rino Casula - Mario Cicogna - Vittorio Cimino - Adriano Cioci - Cristiana Costantini - Stefano Coppetta - Giorgio Croce - Antonio Del Moro - Claudio Ferrata Giuseppina Fiorucci - Giulio Franceschini - Francesco Frascarelli - Michela Freddio - Giacomo Giulietti - Paola Gualfetti - Emanuele Legumi - Mad Boys - Daniela Marinacci - Sabrina Marini - Silvia Marini - Paola Mela Antonietta Meschini - Simona Paganelli - Francesca Piobbico -Liviana Procacci - Marco Pasqua - Franco Proietti - Lucio Raspa - Carlo Rosignoli - Francesco Santucci - Tiziana Speziali - Sara Stangoni - Elisa Zocchetti Pubblicità: Sede 075.8010539 - Francesco Scarabattoli 347.6876860, Simona Paganelli 335.5739087 - Marco Fabrizi 335.8243510 Vignette: Pino Antonelli, Marco Bargagna, Lamberto Caponi, Giorgio Croce, David Ferracci, Giuliano Monacchia, Fabio Rossi, Giacomo Sargenti. Tipografia: Litoprint


ASSISI

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Riflessioni con S. E. il Vescovo Monsignor Viola Direttore della Caritas Diocesana di

ASPETTANDO PAPA TERRA DI SAN

Torna il 4 ottobre; ...arriva il giorno della solenne festa

E i luoghi toccati dal Santo patrono d'Italia si riempono ancora di nuova luce, le porte delle Tra qualche giorno il Santo Padre visiterà Assisi e Santa Maria degli Angeli, ad attenderlo Una giornata molto intensa attende il Vicario di Cristo e il programma della stessa è stato presentato di CRISTIANA COSTANTINI

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n tutte le tappe della sua visita, il Santo Padre sarà accompagnato dal S.E. il vescovo Monsignor Domenico Sorrentino, che per Terrenostre ha rilasciato delle riflessioni. Sua Eccellenza, un evento che passerà alla storia. Che significato ha? - Il Papa viene ad Assisi per mettersi sulle orme di Francesco, per mostrarci come il nome che ha scelto è un messaggio, un programma dal quale derivano degli input per il nostro cammino ecclesiale, personale e comunitario. Non a caso il Papa ha scelto di fare il suo percorso in maniera innovativa rispetto agli itinerari classici e credo che questi punti siano come una cifra di lettura. A cosa si riferisce in particolare? - Mi riferisco al fatto che oltre alle grandi Basiliche e ai santuari più conosciuti della vita di Francesco, ci sono vari momenti che il Papa intende passare con i poveri. Il momento iniziale della visita ad esempio, quando incontra presso l'Istituto Serafico i ragazzi disabili. Poi al Vescovado ci sarà il momento in cui rievocherà la Spogliazione del Santo e infine incontrerà i poveri assistiti dalla Caritas diocesana per poi restare a pranzo con questi. Sono tre punti che danno un segno alla giornata e che ci inviteranno a riflettere. Il Papa viene qui a dirci qualcosa: come ci si può mettere sulle orme di Francesco. Sarà Lei ad accompagnare Papa Francesco nel corso di tutta la giornata. Cosa vuol dire questo per Lei? - Provo una grande emozione e tanta gioia. Sono vescovo di Assisi da sette anni e mezzo e tutto il mio indirizzo pastorale si è sviluppato partendo da San Francesco. La mia prima lettera pastorale si intitolava "Le parole dette dal crocifisso di San Damiano a Francesco: Va Francesco e ripara la mia casa". Su questa linea si sono sviluppati anni di impegno di questa nostra Chiesa fino a questo momento che ci vede in un grande evento sinodale, di riflessione corale sui problemi, sulle sfide che dobbiamo saper accogliere. Ritrovarmi con un Papa che viene a darci luce di magistero e anche un significativo esempio con i suoi gesti, è un grande dono per tutti e per la nostra Chiesa. Il manifesto ufficiale per la visita Cambierà qualcosa dopo il 4 ottobre? - Di certo c'è che avremo una bella eredidi Papa Francesco il 4 ottobre tà da assimilare. Dovremo ritornare su quanto il Papa dirà e farà in quel giorno e il (a cura di Eraldo Marini su nostro impegno, che mira a proseguire forte sulla buona strada, dovrà acquistarne indicazione della Diocesi di Assisi) ancora in slancio, operosità e testimonianza.

IL PROGRAMMA DI PAPA FRANCESCO IN VISITA AD ASSISI • Alle ore 7.54 Papa Francesco arriverà ad Assisi dove sarà accolto dal S.E. monsignor Domenico Sorrentino Arcivescovo - Vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino; il presidente del Consiglio Enrico Letta; On. Catiuscia Marini presidente Regione Umbria; l'Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede S.E. Francesco Maria Greco; il Nunzio Apostolico in Italia S.E. Monsignor Adriano Bernardini; Dr. Antonio Reppucci Prefetto di Perugia; il Sindaco Claudio Ricci; il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. Successivamente il Pontefice raggiungerà a piedi la chiesa dell'Istituto Serafico dove sarà atteso dalla presidente della struttura, Dott.ssa Francesca Di Maolo e qui incontrerà i bambini disabili e ammalati ospitati nella struttura. • Alle ore 9.00 raggiungerà in visita privata la Chiesa di San Damiano dove sarà accolto da Fr. Michael A. Perry Ministro Generale OFM e qui sosterà in preghiera. • Le 9.30 segneranno un momento di grande commozione perché Papa Bergoglio raggiungerà il Vescovado e la Sala della Spogliazione di San Francesco ed incontrerà i poveri assistiti dalla Caritas. • Alle ore 10 sarà in visita privata alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove ad attenderlo ci sarà Fr. Mauro Jhori Ministro generale OFM Cappuccini e dai religiosi che svolgono servizio pastorale. • Alle ore 10.20 si prevede l'arrivo di Papa Francesco all'ingresso della Basilica Superiore di San Francesco dove saranno ad attenderlo Fr. Marco Tasca Ministro Generale OFM conventuali, il custode del Sacro Convento Padre Mauro Gambetti e dalla comunità religiosa. Bergoglio verrà accompagnato all'interno della Basilica e pregherà, in visita privata, sulla Tomba del Santo. • Attesissima la celebrazione della Santa Messa delle ore 11 in piazza San Francesco, al termine della quale la Regione Umbria offrirà l'olio per la lampada votiva che arde perenne sulla tomba di San Francesco. Per l'occasione sarà presente anche S.E. Monsignor Gualtiero Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Umbra. Una preghiera sarà letta dal sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. • Un altro momento di profondo significato sarà quello delle ore 13 quando il Santo Padre rag-


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ASSISI

Domenico Sorrentino e Padre Vittorio Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino

FRANCESCO NELLA FRANCESCO

in onore del Poverello d'Assisi; ...ecco Papa Francesco città si spalancano per accogliere colui che ha scelto per sè il più umile dei nomi: Francesco. una moltitudine di persone con la curiosità negli occhi e tanta speranza nel cuore. in una conferenza stampa del 2 settembre presso la sala della Spoliazione della Cura Diocesana.

Al Centro di Prima Accoglienza della Caritas sarà presente anche Padre Vittorio Viola, Direttore della Caritas Diocesana di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino

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adre Vittorio il Papa pranzerà con i poveri. Un evento importantissimo, una considerazione? - La prima reazione è stata di stu pore: è certamente la prima volta che un Papa in visita ad Assisi viene ospitato alla mensa del Centro di accoglienza della Caritas. È anche vero che Papa Francesco in questi mesi ci ha abituato alla novità dei suoi gesti semplici e veri, a cominciare dalla stessa scelta del nome. Strano a dirsi, ma dopo la sorpresa iniziale, la sua scelta di condividere la stessa mensa con poveri ci è sembrato quasi "normale". Quanto personale sarà impegnato nei preparativi di questo storico momento conviviale? - La cosa sarà molto semplice, non ci saranno particolari preparativi. Sarà il pranzo che ogni giorno viene servito al Centro di Accoglienza, con quelle piccole differenze che caratterizzano le domeniche o i giorni di festa, come nelle nostre case. Nessuna elaborazione di particolari menù. Il Papa ha desiderato essere accolto alla mensa dei poveri, mangerà con loro e come loro. Semplicemente. Quanti poveri saranno a tavola? E il personale a lavoro? - Il Centro di accoglienza della Caritas è una porta aperta a tanti poveri: ogni giorno la mensa ospita a pranzo e a cena dalle 20 alle 30 persone. Quel giorno sarà presente anche una rappresentanza di persone accolte nelle altre Case della Caritas regionale. Saremo circa 50 persone con il personale che ogni giorno si oc-

cupa della cucina e del servizio. Ma a tavola ci saranno solo i poveri con i quali il Papa ha voluto condividere questo momento di quotidianità nel segno della semplicità e della vicinanza agli ultimi. Quale significato ha questo gesto per la collettività in generale? - È un gesto importante. In questa visita ad Assisi attendiamo dal Papa parole illuminanti per il cammino della Chiesa. Il gesto concreto di questa vicinanza ai poveri è un modo semplice e forte di vivere la parola evangelica del farsi prossimo, parola profetica anche per questa nostra società che troppo spesso non si accorge della povertà e dimentica l’importanza di valori come la fraternità, la solidarietà, la condivisione. Un gesto che segna il cammino verso una Chiesa povera e di poveri, come piaceva a San Francesco. È il momento e il luogo opportuno per richiamare la Chiesa e il mondo a questi valori. Lei incontrerà di persona Sua Santità. Cosa significa per Lei? - Penso che Papa Francesco pellegrino ad Assisi voglia dare a questa visita un significato profondo per il suo pontificato. Incontrarlo è certamente una grande gioia: il ministero di Pietro e quello di confermare i fratelli nella fede, nella speranza, nella carità. La sua vicinanza ci dona speranza nello stare ogni giorno accanto a fratelli e sorelle che vivono situazioni di povertà. Non è facile condividere la disperazione di chi ha perso la sua terra, una famiglia, il lavoro, la propria dignità. Papa Francesco sarà per tutti la carezza di Dio.

giungerà il Centro di prima accoglienza della Caritas di Santa Maria degli Angeli (Piazzale Donegiani) per pranzare con i poveri del Centro.. • Alle 14.30 il Papa giungerà all'Eremo delle Carceri accolto dalla Comunità religiosa. • Alle 15.15 è previsto il suo arrivo alla Cattedrale di San Rufino dove incontrerà il Clero, le persone di vita Consacrata e Membri dei Consigli Pastorali della Diocesi. • Alle 16.15 si troverà alla Basilica di Santa Chiara per venerare nella cripta il corpo della Santa e recarsi alla Cappella del coro per raccogliersi in preghiera davanti al Crocifisso di San Damiano. • Alle 17.30 il Pontefice arriverà a Santa Maria degli Angeli e si recherà presso la Basilica Papale e pregherà in Porziuncola. • L'incontro con i giovani dell'Umbria nel piazzale della Basilica è previsto per le ore 17.45. Qui il Papa incontrerà anche S.E. Monsignor Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia ed ascolterà le domande dei giovani. • Alle 18.45 Bergoglio sarà in visita privata presso il Santuario del Sacro Tugurio di Rivotorto, culla del francescanesimo. • Alle 19.15 decollerà dal Campo sportivo di Rivotorto per raggiungere l'eliporto del Vaticano alle ore 20.00. Habemus PAPA FRANCESCO!


ANTROPOLOGIA

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Una fioritura di credenze contrastanti con la razionalità

La superstizione. Se non ci bisognerebbe inventarla... Gesti, amuleti e talismani, le “difese superstiziose” che vengono fruite anche da uomini di MARIO CICOGNA

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l fisico e filosofo della scienza Al bert Einstein ha lasciato ai posteri l'affermazione secondo cui "la religione ebraica, come tutte le altre religioni, è un'incarnazione delle più puerili superstizioni". Per Lutero e Calvino erano superstizioni le credenze della Chiesa cattolica. La Chiesa ufficiale se ne servì per condannare molte credenze popolari, mentre, nell'ambito del pensiero laico, le superstizioni servirono a inquadrare le credenze contrastanti con la razionalità e appartenenti all'universo della fantasia e dell'immaginario: dall'astrologia alle varie forme di divinazione, allo spiritismo e ai molti occultismi. Le correnti illuministiche le portarono a rappresentare i sistemi religiosi nel loro insieme, considerandole un rischio per il trionfo della ragione. Sta di fatto che, in ogni epoca, per la loro "utilità", le superstizioni rappresentano sistemi di difesa e di rassicurazione, stanno a spiegare successi e fallimenti, in un coacervo di credenze nel malocchio e nelle iettature, per cui, paradossalmente, si potrebbe affermare, con la certificazione del professor Alfonso Di Nola (1926-1997), autorevole insegnante di Storia delle religioni e Antropologia culturale presso la Terza Università di Roma, che, "se non esistessero, bisognerebbe inventarle...". Ogni argomento di superstizione viene da lontano, allacciandosi a diverse e distanti visioni del mondo, a immagini seppellite, e c'è da chiedersi qual è il loro significato e la loro funzione all'interno di un'epoca culturale che, apparentemente, le respinge ma nel contempo ricorre quotidianamente ad esse. Perché si possano comprendere meglio, le superstizioni del nostro Paese (come quelle di altri paesi) vanno considerate all'interno di un più ampio contesto geografico. "Siamo, ormai, in una prospettiva che ha definitivamente superato la pretesa

localistica e nazionalistica dei dati culturali scrive Di Nola nel libro "Lo specchio e l'olio" (editori Laterza 1993) -, e sappiamo che questi dati sono immersi in una circolarità che attraversa tutti i paesi del continente e che non consente di ricorrere ad antichi tipi di classificazione". Certe credenze superano i confini territoriali e, già presenti nel mondo tardo-antico, si sono consolidate attraverso gli scambi e le migrazioni di simboli tipici del Medioevo. Tutto considerato, stiamo attraversando un periodo di transizione da una società fondata sull'irrazionale a una società sempre più ancorata agli schemi della scienza e della ragione, per cui ci troviamo a muoverci su un "doppio binario", con le "difese superstiziose" che vengono fruite anche da uomini legati ai modelli della società industriale, con l'avvertenza che si riscontra una decisa differenza fra la popolazione delle città e quella delle campagne. Ma cosa esprime il termine "superstizione"? Per i Romani superstitio significava eccesso di osservanza religiosa nei riguardi degli dèi, per cui gli Etruschi, per le loro numerose pratiche religiose, furono ritenuti superstiziosissimi. Per Cicerone, la superstizione, contrap-

posta alla religione, "appare come il comportamento di coloro che quotidianamente invocano gli dèi e presentano loro sacrifici affinché i loro figli restino superstiti, superstites (de natura deorum, II, 28-72). Il cristiano Lattanzio "vede il fenomeno nelle forme superflue della religione antica contrapposta al Cristianesimo". Per Sant'Agostino essa è "sopravviven-

za". Per noi, oggi, il termine rappresenta "credenze di natura irrazionale che possono influire sul pensiero e sulla condotta di vita delle persone che le fanno proprie". Credenze che riguardano uomini, cose, animali, speciali situazioni: malocchio, iettatura, i numeri, i giorni, gli anni, il gobbo, il gatto nero, le falene, anime e farfalle, il topo bianco, il gallo e la galli-


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ANTROPOLOGIA

fosse della “civiltà” industriale

na se cantano con verso invertito, scarafaggi, e chi piú ne ha più ne metta, che nell'uso superstizioso corrente danno significato e sostanza, oltreché a comportamenti e gestualità particolari, ad amuleti, talismani, espedienti difensivi di varia natura e di vario genere. La funzione amuletica (capacità di allontanare il male) per eccellenza viene assunta da ben note gestualità della mano (mano-corna, mano-fica), segni che furono indagati nei reperti antichi dal canonico Andrea de Jorio, che ad essi dedicò il trattato Della mimica degli antichi, pubblicato a Napoli nel 1832. Il ricorso a questi gesti è legato alla ideologia che attribuisce alla sessualità maschile un potere energetico. Le corna rappresenterebbero un sostituto simbolico del fascinum dei latini, che è il fallo o l'organo eretto. "Il modo più normale di contrastare il disagio proveniente dalla crisi - spiega il professor Alfonso di Nola - è quello di opporre ad esso il simbolo fisico (o il suo equivalente gestuale) che esprime il vigore dell'essere. Ciò spiega anche perché, quando ci si sente aggrediti da una forza disgregante, per esempio un prete o un carro mortuario vuoto o quando si nomina una persona famosa per le sue facoltà iettatorie, ci si difende toccandosi i testicoli, in corrispondenza all'efficacia fallica ricono-

sciuta al corno... Siamo in presenza di una precisa serie connessa a corna-fallo-fecondità-allontanamento del male, caratterizzante l'antica cultura contadina, la quale proiettava questa ideologia anche nelle rappresentazioni di organi sessuali presenti nei portali delle chiese romaniche, per stornare il rischio del demonio, della tempesta, della siccità e di altri mali collettivi: esempi tuttora osservabili anche sul muro esterno della chiesa della confraternita di Sant'Antonio abate a Città di Castello. Dopo i gesti, gli oggetti: amuleti e talismani, appartenenti a due opposte categorie. I primi (difensivi) servono ad allontanare il male, i secondi (portatori di fortuna) ad assicurare benessere, a patto che non siano esposti e che non appaiano in pubblico (pietre di vario tipo, il dente o la coda del lupo, la coda della volpe, le corna di bue, il ferro di cavallo, le immagini di un gobbo, ecc.). Quindi, i numeri, i giorni, i mesi, gli anni. Amuletico e difensivo il n. 13 quando lo si indossa, in oro o argento, insieme al gobbetto o al cornicino. Disastroso e nefasto se indica un posto in aereo, una scadenza mensile. La pessima fama del numero è legata al tradimento di Giuda Iscariota, tredicesimo apostolo nell'ultima cena.

I Latini consideravano fausti i numeri dispari, infausti quelli pari. Il n. 3 e i suoi multipli sono quelli più usati nella magia popolare. È siciliano il detto: "ogni trino è malandrino", vale a dire vivace e furbo. Ma il letto non si rifà mai in tre persone, non si tengono mai accesi tre lumi in una stanza. Un significato magico per il n. 7: sette sono i sacramenti, i doni dello Spirito Santo, le virtù, i peccati mortali e i precetti della Chiesa. Ma è anche il numero del malaugurio, per i sette anni di espiazione per chi uccide un gatto, per i sette anni di disgrazie per chi rompe uno specchio o versa il sale. Diabolico il 666, che nell'Apocalisse è la cifra criptica dell'Anticristo, rievocato oggi dai movimenti satanisti. Per i giorni della settimana: "Di Venere e di Marte non si sposa, non si parte, non si dà inizio ad un lavoro". Il venerdì è collegato, nella sua evitazione, al giorno della Passione e morte di Gesù Cristo. La valutazione infausta del martedì si fa risalire al dio Marte, divinità della discordia e dell'inimicizia. Quanto ai mesi, maggio è negativo per i matrimoni: le unioni carnali contrasterebbero con la purezza della Vergine Maria cui il mese è dedicato. Anche il mese di novembre, dedicato ai morti, è

assolutamente sconsigliato per i matrimoni. È lungo il corteo di disgrazie che accompagna l'anno bisestile, sicuramente a causa del suo carattere di anomalia, dopo che fu aggiunto a febbraio un giorno, come giorno intercalare nel calendario giuliano. Infine gli animali. Nelle credenze e negli usi contadini europei è circolata per secoli la superstizione della stretta e segreta solidarietà fra il gatto e le forze infernali. Gli scarafaggi, nel giorno dei morti, fino a un secolo fa, erano ritenuti incarnazione dei trapassati, per cui grossi esemplari si facevano camminare in chiesa con sul dorso delle candeline accese. Questa usanza è stata registrata anche a Gubbio. La lucertola, soprattutto quella a doppia coda, è di buon augurio. Spesso l'anima si presenta come mosca o moscerino che escono dalla bocca dei cadaveri. Secondo la leggenda, dalla bocca di Giuda, nel momento in cui spirò, l'anima partì in forma di corvo. Si mutano in corvo le anime maledette e quelle degli impiccati. Le superstizioni sono per lo più innocue, oggi senza gravi effetti di ordine sociale, ma nel corso dei secoli hanno costituito pregiudizi emarginanti e pericolosi.


FOLKLORE

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SENTENZE O MOTTI PROVERBIALI

Wellerismi della nostra gente, ovvero “Come disse...” di FRANCESCO SANTUCCI

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l grande demologo Paolo Toschi, nel classificare i vari tipi di proverbi, così scrisse: «Una particolare forma proverbiale è costituita dai wellerismi: termine derivato da un personaggio immaginario di un romanzo di Dickens, il cui cognome è Weller e nel cui linguaggio ricorrono frequenti queste speciali espressioni. Si tratta di sentenze o detti attribuiti a personaggi storici o immaginari, o a tipi generici, come ad es. “Dicette Pulicinella: Pe’ mmare non c’è taverna”; “Disse Sante Tomase: Nun ce crete, si nce mette u nase” ecc.». Un grande studioso di questo genere di proverbi in territorio campano, Giovanni Tucci, affermò che il wellerismo «si caratterizza nel particolare modo di definire le cose, riportandosi a quanto altri hanno detto o sostenuto, evidenziando così un ben preciso profilo

psicologico, più conforme al proprio sentimento di presentare le cose in maniera distaccata e non personale». E ancora: «La sua formulazione morfologica, costituita fondamentalmente da due parti (con una terza che serve, a volte, a meglio precisare il fatto citato), mette in evidenza ciò che un tale ha detto a proposito di un determinato avvenimento o ha definito un certo modo di vedere le cose». Per quanto concerne l’Umbria, una ricerca sulla presenza di wellerismi nelle espressioni proverbiali di questa regione è ancora tutta da fare. E non mi pare, comunque, che un’indagine di questo tipo, per quanto accurata, possa dare frutti abbondanti. Ciò si spiega - ritengo - per i seguenti motivi. In primo luogo, perché ormai certe espressioni vanno quasi del tutto e ovunque scomparendo. (Nella mia infanzia lontana udivo spesso la gente ripetere espressioni come queste: “Di-

ceva quello... Come disse...”, a introduzione di perentorie sentenze; mentre ora, ripeto, questo modo d’introdurre proverbi e ‘detti’ non si usa più). In secondo luogo, perché il popolo umbro è, in genere, di poche parole e non ama dire con un lungo discorso ciò che potrebbe dire laconicamente; né dà molto credito a quanto sente dire, essendo individualista, diffidente degli altri e fiducioso solo in se stesso. Inoltre, perché questa gente non può vantare - fatte le debite eccezioni (penso a Jacopone da Todi) - una grande tradizione letteraria e le mancano, quindi, esempi di espressioni classiche in tal senso, cui fare riferimento. Ciò non impedisce, comunque, al paziente ricercatore d’imbattersi nell’uso di qualche wellerismo anche nella nostra regione. Gli “sputasentenze” di turno sono, in genere, animali, preti e contadini. Ma non manca un non meglio definito “Quello”, quasi a rendere più misteriosa - e per questo quasi più autorevole la fonte del ‘detto’. I primi sei wellerismi che qui riporto sono stati tratti da una delle prime (in senso cronologico) raccolte di proverbi umbri: quella di Oreste Grifoni, in dialetto folginate, pubblicata nell’ormai lontano 1943. Ad essi, quando è il caso, faccio seguire fra parentesi la spiegazione, senza virgolette se è mia, tra virgolette se è quella fornita dal citato studioso. Gli altri wellerismi sono stati da me raccolti, nel corso degli anni, dalla viva voce della gente, soprattutto di campagna. (Tra parentesi, oltre alla spiegazione, ne indico anche il luogo di raccolta). Eccoli: 1 -. Desse lu bôe a lu vitellu: - Vieni ‘nnanzi che proérai. (Sperimenterai, cioè, quando sarai avanti con l’età, quanto sia dura la vita). 2 -. Parla e dice la sacra scrittura: - Fatica, vecchiu, da la pelle dura. (Hai faticato sempre? Allora puoi, e devi, continuare a farlo anche da vecchio). 3 -. Desse Cristu all’Apostoli sôi: - Non magnate l’erba ch’è roba de bôi. (La verdura in genere, infatti, come alimento, si addice più alle bestie che alle persone; ma un tempo essa era, di necessità, la principale fonte di alimentazione umana). 4 -. Desse lu merlu a lu turdu: - Sentirai la botta se nsi surdu. (“Chi si ostina a chiudere gli orecchi all’avvertimento di un pericolo che

sovrasta, dovrà rimanerne necessariamente vittima”). 5 -. Desse la tenca a lu luccio: - Vale più ‘l mio capo che ‘l tuo fusto. (In una persona conta più il cervello che la struttura fisica). 6 -. E puvirittu me! - desse lu bôe, quann’al macellu se vedde portane; e se rivorze versu lu padrone: - Quest’è lo pa’che t’ho fatto magnane? (La riconoscenza non c’è fra le persone; figuriamoci quella delle persone verso gli animali!). 7 -. Come disse quel prete: - ‘L peggio vien dietro. (Più avanti si va negli anni e più aumentano i guai. S. Maria degli Angeli). 8 -. Diceva Quéllo: - Chi ‘n passa pe’ ‘sta porta ‘n Paradiso‘‘n ce va. (Il successo ha come necessaria premessa il sacrificio. Ma è riferito pure a chi non vuole sposarsi e addirittura a chi muore. Diffuso) 9 -. Dice ‘l proverbio antico e conosciuto: - E’ mèjjo vive’ solo che male accompagnato. (Detto di un matrimonio finito male, ma anche del matrimonio in genere. Diffuso). 10 -. Dimanna (sentenza) d’un carrettiere a un contadino: - ‘Na pioggia de giugno e una de maggio vale più che tutto ‘l tu’ carrïaggio. (Giova ai raccolti sia la pioggia di maggio che quella di giugno. Petrata di Assisi). 11 -. Disse ‘l padrone al contadino: - Canta ‘l rospo de gennaio: tien daccónto ‘l pajajjo! (L’inverno sarà lungo e occorrerà risparmiare il fieno. Campagna di Cannara). 12 -. Disse Cristo ai seguaci suoi: Guàrdati dai segnati miei! (E’ il corrispondente del siciliano: - Di li singalïati guardatinni! Bisogna, cioè, diffidare delle persone con difetti fisici. Tordibetto). 13 -. - Beverèndo! - dicevano a don Pietro. (Riferito a un vecchio parroco che non disdegnava un buon bicchiere. Torchiagina). 14 -. Cappóne: - E’ arrivato ‘l grano all’aiaaaaa! Gallo: - Ma dura pòcooooo! (Canto onomatopeico sull’aria del “chicchirichì”. Petrata). 15 -. Che Ddio ce la manni bòna! - diceva ‘l prete che aspettava la nòva serva. (Dove inequivocabile è il significato di bòna. Diffuso). 16 -. Come disse Dante:


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BASTIAFOLKLORE UMBRA/HISTORY

Come siete! - diceva Passarèllo

Tordibetto d’Assisi, mezzo secolo fa. La vecchia “strada maestra” oggi si intitola “Via Bastia”

- Contro ‘l culo la ragion non pòle. (Riferito a chi è fortunato soprattutto nel gioco. Diffuso). 17 -. Come disse ‘l bòjja: - Sotto a chi tòcca! (Vale a dire: è arrivato il momento. S. Maria degli Angeli). 18 -. Come disse ‘l ladro, prima de rubbà’: - Vergogna o non vergogna, ma a mmé me bisogna! (Come a dire che in certi casi non si può fare a meno di rubare. Petrata). 19 -. Come disse ‘l marito che ammazzò la mójje: - Anche questa è ffatta! (Detto che oggi pare più che mai di attualità. S. Maria degli Angeli) Variante: - ‘L più è ffatto! - disse quello che ammazzò la mójje. (Comunque la mettiamo, il significato è sempre lo stesso. Petrata). 20 -. - Come siete! diceva Passarèllo. (“Passarèllo” era un noto fotografo di Bastia Umbra, il quale ai clienti che si lamentavano di non essere stati ritratti bene, dava quella perentoria risposta. Bastia Umbra). 21 -. Come va? - Si ‘ampa - dice ‘l toscano. (La risposta perentoria sembra un invito a non far altre domande. Diffuso). 22 -. Dice ‘l proverbio che nessuno apprezza: - Pochi bisogni, molta contentezza. (E’ l’equivalente del noto “Chi si contenta gode”. Diffuso). 23 -. Diceva la pòra mamma: - La carità, beato chi la fa e tristo chi la riceve! (Più che l’esaltazione della generosità, vi si legge il rifiuto della povertà. Petrata). 24 -. ‘Diceva Quéllo: - La casa niscónne, ma nun rubba. (Qui il proverbio diventa wellerismo. Tordibetto). 25 -. - Disse la merla al tordo: - Sentirè la bbòtta, si ‘n sè’ sórdo! (Variante dialettale del wellerismo ricordato tra quelli nel dialetto di Foligno, a dimostrazione che questi modi di dire - come, del resto, i proverbi in genere - non sono propri di una sola determinata zona, ma risultano molto diffusi; cioè sono, in qualche modo, ‘universali’. Petrata).

26 -. Disse ‘l somaro a Cristo: - Per santità me fréghe, ma per tigna no! (Mi vinci per santità, ma non per testardaggine. Petrata). 27 -. Disse San Filippo Neri: - Stéte bòni, si potete. (Il Santo parlava così ai bambini; ma qui l’invito vale per tutti. Diffuso). 28 -. - E va bene! - disse Micchèle, quan’ trovò la mójje piena. (Visto che ormai era gravida, non gli restava che prendersela con filosofia. Petrata). 29 -. - Fatto! - disse ‘l bòjja. (Si dice quando finisce qualcosa di preoccupante o complicato. S. Maria degli Angeli). 30 -. La granòcchia dice: - Chi mal fa, mal ha. (Anche le rane diventano autorevoli nei wellerismi. Petrata). 31 -. ‘L bello fin’ a la porta! - diceva Quéllo. (Si allude a una donna che sposò un tale molto brutto perché conquistata dalle sue qualità interiori e che così si espresse per significare che la bellezza è effimera. Tordibetto). 32 -. - ‘L mèjjo è morto! - diceva Quéllo. (Bisogna contentarsi, anche se ‘il meglio’ è irrangiugibile. S. Maria degli Angeli). 33 -. - Me la vedo brutta! - diceva la vecchia che caminava su ji specchi. (Viva la sincerità! Diffuso). Variante (più esplicita): - Me la vedo brutta! - diceva la vecchia che caminava su ji specchi senza mutanne. 34 -. - Pòra Italia ‘n man de ladre! - diceva ‘l pòr Picciubèllo. (« l’ mettìrono‘‘n prigione per tre giorne a Santa Caterina; ma pû fìcero mèjjo i cónte e trovòr(o)no che lu’ éva ragione e cusì l’arlassòr(o)no». La frase incriminata, cara agli antifascisti, per sicurezza veniva messa in bocca a “Picciubèllo”, caratteristica figura assisana. Informazioni avute da un anziano di Petrata). 35 -. - Porétt’a nuantre! - diceva ‘l vecchiétto. (Equivale a “Poveri noi!”. Torchiagina).

36 -. Quel ch’ho ditto ho scritto - disse Pilato. (Variante dell’evangelico “Quel che ho scritto, ho scritto”. Tordibetto). 37 -. - Sia per l’amor de Ddio - dicono i frate: - nn’ém’ preso mójje e sém chiamate “patre”! (Giochi di parole. Tordibetto). 38 -. - Sia per l’amor de Ddio - disse l’ (t)zì frate, quan’ se trovò a ddormì’ co’ la nipote. (Talvolta la malignità della gente non ha limiti. S. Maria degli Angeli). 39 -. - Te la dò come ce l’ho‘ - diceva la vecchia.

(Viva la sincerità! Una risposta del genere veniva data da osti, camerieri, commercianti ecc., a chi chiedeva il meglio di un cibo, di una merce, di un prodotto ecc. Diffuso). 40 -. - Va bbè! Va bbè - diceva; ma la notte morì. (Va bene rassegnarsi; ma non bisogna esagerare. Petrata). 41 -. Come disse Marzio, caduto dal carretto e finito sotto le ròte: - Nu’ mme lagno: poteva gì’ pèggio! (Come a dire: “Chi si contenta...”. S. Maria degli Angeli).

Se, con questa rassegna, «fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta». Come disse il Manzoni.


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PETRIGNANO

Il dott. SETTEPOSTE, medico Il Comune di Assisi dedica all’illustre dottore una targa marmorea su cui è sia ancora forte, a distanza di quasi vent'anni della sua scomparsa, il ricordo di ALESSANDRO CIANETTI

C

hiunque ha avuto la fortuna di conoscere il Dott. Raffaello Setteposte è rimasto colpito e affascinato da quel suo personale e speciale modo di prodigarsi nel servizio che svolgeva con maestria e rara umanità. Nato a Perugia il 25 dicembre 1911, nel 1938 conseguì, brillantemente, la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo di Perugia. Dal 1939 al 1940 ha svolto a Valfabbrica, Cerreto di Spoleto e Castelluccio di Norcia, la professione nel ruolo di “Interinato” che consisteva nella sostituzione dei medici condotti di ruolo nei casi della loro temporanea interruzione del servizio per ferie, malattia, motivi di studio e via dicendo. Nel 1940 gli fu affidata la condotta di Monte Santa Maria Tiberina ove restò fino al 1941. Nei primi mesi del 1949 il Comune di Assisi gli affidò la condotta medica di Petrignano che resse ininterrottamente fino al 1975, data del suo collocamento a riposo. Il suo indomito carattere di uomo vivace e operoso e soprattutto il suo amore per la professione medica e il desiderio di essere utile ai pazienti bisognosi di cure, lo indusse a proseguire la sua attività come libero professionista, lavoro che svolse fino al termine del 1980 a Palazzo. Proseguì la sua vita di riposo, per un certo periodo, a Petrignano e poi si trasferì, insieme a sua moglie Emma, a Cerreto di Spoleto ove il 18 luglio 1995 la morte lo strappò all’affetto dei suoi cari familiari e di tantissimi pazienti che egli aveva amorevolmente curato.

La condotta medica affidata a Setteposte era vastissima. Le strade che conducevano ai casolari sparsi qua e là nella vasta campagna di Petrignano, Torchiagina, Palazzo, Tordibetto, Pianello e nelle impervie colline di Sterpeto, Mora, Rocca Sant’Angelo, San Gregorio, erano brecciose o in terra battuta. La professione medica negli anni del dopoguerra era alquanto faticosa perché il medico condotto doveva sopperire alle gravi mancanze sanitarie. I coloni e i disoccupati erano privi dell’assistenza mutualistica. Una grossa parte della popolazione non aveva mezzi finanziari necessari per condurre una vita dignitosa e tirava avanti grazie alla fiducia dei commercianti e ai libretti di povertà distribuiti dal Comune. Non c'erano guardie mediche, non c'erano infermieri, spesso le farmacie erano sprovviste dei medicinali indispensabili alla cura di gravi malattie. I malati, anche se colpiti da malattie infettive, da epidemie mortali, da gravi infortuni sul lavoro, e da tanti altri malanni, erano assistiti e curati a casa. Anche le nascite avvenivano in casa. Era impossibile, per i più, far ricorso alla cura del dentista, dell’oculista, del pediatra, dello pneumologo, del dermatologo, del cardiologo. A tutto questo pensava il dottor Setteposte e se la cavava sempre alla grande sia per individuare rimedi efficaci, spesso anche in assenza di farmaci, sia diagnosticare appropriatamente centinaia di malattie anche senza leggere un esame del sangue, un elettrocardiogramma o altra indagine epidemiologica. Non esistevano guardie mediche. Setteposte a piedi o con la sua Guardea, di notte e di giorno, con la pioggia, con la neve, col caldo torrido o con il gelido freddo, accorreva puntualmente e sollecitamente al loro capezzale spesso anche per accompagnarli fino all'ultimo respiro. Spesso durante la notte era svegliato più volte per raggiungere le frazioni della condotta o in qualche sperduto casolare della pianura o delle colline per visitare un ammalato, per far nascere un bambino, per applicare un catetere. Sovente accadeva che non faceva in tempo a rimettersi a letto che il campanello squillava di nuvo e Setteposte si rimetteva in marcia. Succedeva anche che lo chiamavano per soddisfare necessità di pazienti ipocondriaci e Setteposte, armato di santa pazienza, non si rifiutava. Con lo scorrere del tempo, Setteposte aveva imparato a conoscere chi aveva la brutta abitudine a enfatizzare i propri acciacchi e chi invece ne sottovalu-

FAP FOTO - La Signora Carmelita durante la lettura di alcune poesie di suo padre e Romolo Cesaretti mentre proietta le foto ricordo di Setteposte

tava la gravità. Per accorrere ai primi andava con calma e ai secondi si precipitava. Oltre alle numerosissime prestazioni a domicilio, il dott. Setteposte assicurava a tutti il buon funzionamento del suo ambulatorio ove curava e toglieva denti, praticava ingessature, saturava ferite, misurava la vista, toglieva punti dopo gli interventi chirurgici e svolgeva perfino opera di medicina preventiva. Nel dare assistenza medica, infondeva coraggio e dispensava preziosi consigli anche su aspetti della vita, diversi dalla malattia. La sua paziente disponibilità all'ascolto infondeva serenità e alimentava coraggio e speranze anche nei malati colpiti da gravissime e imperdonabili malattie. L’innata modestia, la moralità e l’onestà della sua vita civile e professionale, quel suo viso bonario irradiato da un espressivo sorriso appena abbozzato, quel suo linguaggio semplice e convincente, quel suo modo di fare e di agire signorile e garbato, composto e sempre schivo dal farsi notare ed elogiare, (pensate che non volle neppure un manifesto che annunciasse la sua dipartita!) gli hanno valso l’affetto, l’apprezzamento e il rispetto dell’intera popolazione della condotta medica. Il suo intenso e oneroso impegno professionale non impedì al dott. Setteposte di dedicarsi interamente alla famiglia. Egli fu anche scrittore e poeta. Ne sono testimonianza scritti e poesie che le figlie Carmelita e Fefi conservano gelosamente. Negli scritti e nelle poesie, Setteposte lascia trasparire la sua vita, gli avvenimenti che l'hanno segnata, gli ideali e i desideri che l'hanno mossa, la sua fede in Dio, la speranza cristiana, gli affetti sacri per la famiglia, la fratellanza francescana, l’amore per la natura, i bei ricordi della sua giovinezza, la gentilezza e la nobiltà del suo animo, la consapevolezza dei limiti della vita terrena e del tempo senza fine dell’aldilà, la profonda religiosità testimoniata da questa bella Preghiera: O Dio che stai nell'alto dei cieli e vedi tutto quando chiamerai a te questo povero medico che tante miserie ha visto e tanto ha sofferto fallo velocemente concedigli solo un attimo perché possa gridarti perdono per quanto ha fatto e non ha fatto. Dietro di te misericordia infinita siano ad accoglierlo a braccia tese i suoi cari insieme ai suoi pazienti ai quali donò gli anni migliori della sua vita


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BASTIA UMBRA/HISTORY ASSISI/HISTORY

D’ASSISI

condotto d’altri tempi stato scolpito il suo nome a dimostrazione di quanto dell'opera benefica da lui svolta per la nostra comunità

Con il dott. Setteposte scomparve un uomo e un medico di vecchio stampo che per un futuro migliore del nostro sistema sanitario è auspicabile torni di moda. Il 13 luglio di quest'anno il Sindaco di Assisi Claudio Ricci ha scoperto la targa marmorea su cui è stato scolpito il nome di Setteposte cui è stata dedicata la via che conduce al plesso scolastico e al distretto sanitario di Petrignano. Alla cerimonia erano presenti il Vicesindaco Antonio Lunghi, le figlie del medico Carmelita e Fefi, i nipoti e soprattutto tanta tanta gente di Petrignano a dimostrazione di quanto ne sia ancora forte, a distanza di quasi vent'anni della sua scomparsa, il ricordo dell'opera benefica da lui svolta per la nostra comunità.

FAP FOTO - Petrignano d’Assisi, 13 luglio 2013 Il sindaco Claudio Ricci e le autorità appena dedicata la via al dott. Raffaele Setteposte

Sarebbe stata cosa imperdonabile se avessimo consentito che la sua opera e la sua vita spesa interamente per gli altri, fosse finita nell’oblio. Il mio ricordo di Setteposte finisce qui. Ringrazio Terrenostre per avermi data la possibilità di restituire alla memoria collettiva l'immagine di una persona che come Settepposte si è fatta amare e apprezzare per l'opera di uomo, di medico, di padre e di concittadino esemplare.Voglio sperare che questa immagine non sia per nulla diversa da quella scolpita nei cuori di coloro che l'hanno conosciuto.

Il dott. Raffaele Setteposte giovane medico condotto


HISTORY

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ASSISI


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RICCI: LA FASE PARTECIPATIVA È FINITA

IL NUOVO P.R.G. RICCO DI TUTELE AMBIENTALI ANCHE INNOVATIVE Anche se dall’opposizione i rilievi non mancano

di LORENZO CAPEZZALI

M

entre la Regione dell’Umbria inserisce il Comune di Assisi, e per esso l’Assessore all’Urbanistica Moreno Fortini, nel gruppo di lavoro per la redazione del P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale), chiedendo la trasmissione degli elaborati del P.R.G. di Assisi (ormai in dirittura di arrivo procedurale), c’è stata la levata di scudi dell’opposizione con la richiesta di un consiglio comunale aperto per ridiscutere lo strumento urbanistico in ogni sua parte. Firmatari i consiglieri Pettirossi, Marcucci, Bartolini, Maccabei e Fioroni. Secca la replica del sindaco Ricci: “La fase partecipativa relativa al nuovo Piano Regolatore Generale c’è già stata ed è terminata due anni fa, con dati numerici che nessun consiglio comunale aperto potrà mai eguagliare: 48 riunioni e 424 osservazioni già esaminate dalla Commissione Consiliare e dal Consiglio Comunale. Il piano rientra nei limiti planimetrici e volumetrici richiesti dalle norme urbanistiche. Appare un gesto strumentale, quindi, la richiesta di convocazione di un’assemblea aperta”. Sul web il professore Mario Bellini fa notare il “paradosso esistente nei settori delle infrastrutture e delle opere pubbliche tra il centro storico e Santa Maria degli Angeli e invita l’amministrazione ad essere più attenta allo sviluppo dei centri”. “È solo allarmismo la convocazione del consiglio comunale aperto - osserva l’assessore all’urbanistica, Moreno Fortini - così come appare ridicola l’iniziativa del “Movimento 5 Stelle” di portare il documento alla attenzione del Parlamento, che notoriamente non è competente in materia, in quanto l’Urbanistica attiene alla legislazione esclusiva delle Regioni. Oltretutto considerando che il Consiglio Comunale a suo tempo ha approvato l’attuale P.R.G. senza alcun voto contrario, neanche dell’opposizione. Il documento mostra linee tecniche rispondenti alle norme urbanistiche e alla tutela ambientale. Le dichiarazioni del consigliere Pettirossi sono superflue e il consigliere Pd farebbe bene ad approfondire le sue conoscenze a riguardo. Attendiamo l’approvazione definitiva del piano regolatore generale parte strutturale”.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Claudio Ricci

Moreno Fortini

AUGURI AGLI SPOSI Lorenza Passeri e Simone Pasqualoni

Sono stati uniti in matrimonio da Don Francesco Fongo, nella Chiesa di San Matteo di Cannara, gli avvocati Lorenza Passeri e Simone Pasqualoni. Testimoni, Pietro Tosti e Michela Mazzoni per la sposa, Alberto Maria Onori e Fabrizio Andreoli per lo sposo. Felicitazioni vivissime agli sposi ed alle rispettive famiglie, in particolare al papà di Lorenza, l'amico Claudio Passeri, già sindaco del Comune di Assisi. (M. C.)

Siamo un gruppo di cittadini che abitano nelle zone limitrofe allo stadio comunale Migaghelli di Santa Maria degli Angeli e che da 15 anni sopportano notevoli disagi a causa dell’inquinamento acustico provocato durante le ore notturne dalle manifestazioni che vi si svolgono durante l’estate. Infatti, dalla metà di giugno circa alla metà di agosto, puntualmente si svolgono quattro manifestazioni: la festa del rock che dura tre giorni, la festa del Ponte Rosso, la Rassegna dei vini e la Festa di Colcaprile che durano complessivamente 33 giorni in due mesi. Noi abitanti delle zone residenziali adiacenti abbiamo chiesto ripetutamente agli organizzatori di abbassare il volume dei suoni e fino ad un certo orario così come all’Amministrazione Comunale abbiamo chiesto di intervenire in qualche modo, purtroppo, senza ottenere alcun risultato. Incuranti di tutto si è continuato a tenere la musica ad un volume eccessivo ed anche oltre gli orari consentiti. Reputiamo inconcepibile che diritti sanciti dalla legge in vigore non vengano rispettati neanche quando ci sono delle richieste specifiche alle autorità che devono vigilare. Noi non siamo contrari alle feste che si svolgono nei pressi dello stadio, a patto però, che si tengano i volumi della musica più bassi e non oltre gli orari consentiti dalla legge. Speriamo che per il prossimo anno il Comune di Assisi prenda provvedimenti a tutela di noi cittadini predisponendo delle soluzioni come quella di prevedere l’installazione di barriere acustiche o quant’altro. Il disagio è notevole se si pensa che l’estate dura poco e che per trentatrè notti non si riesce a dormire a causa dei suoni troppo assordanti, a volte non si riesce neanche a sentire la televisione dentro la propria casa. Ci sentiamo avviliti che dopo tanti anni e tante richieste verbali e petizioni scritte nessuno abbia ancora preso provvedimenti. Nella città della pace ci sono cittadini che vorrebbero veramente vivere in pace. Un gruppo di cittadini delle aree adiacenti allo stadio Migaghelli di Santa Maria degli Angeli


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Inaugurato l’ampliamento della Casa di Riposo

La famiglia “Andrea Rossi è pronta ad accogliere altri 15 “nonni” di CRISTIANA COSTANTINI

L

a Casa di Riposo "Andrea Rossi" si amplia ed è pronta ad accogliere altri 15 nonni ni. Si tratta dell'ex Palazzina Costanzi ubicata in via Metastasio e che, secondo un progetto che la Giunta della Casa Comunale sta valutando, avrà un collegamento interrato con la struttura principale. Un'abitazione di quattro piani tutti molto spaziosi e luminosi, dotata di ascensore e di un ampio terrazzo che offre una visuale magnifica della pianura Serafica. Nove le grandi camere per un totale di 15 posti letto. Tutto è pronto per accogliere i nuovi clienti dalla veneranda età e ora si attende solo che la Regione dia il nulla osta per l'occupazione di questi spazi. "Ci auspichiamo un celere via libera da parte della Regione - annuncia Pietro Maria Lunghi, presidente dell'Ente Casa di Riposo "Andrea Rossi" - abbiamo già reso fruibili gli spazi e non ha senso aspettare ancora". Lunghi sottolinea anche i miglioramenti deliberati dal Consiglio di Amministrazione dell'Ente (che è prossimo al rinnovo): "tra le tante cose fatte ci siamo occupati della sistemazione dei posti letto degli anziani fornendoli dei rispettivi meccanismi specifici per ogni necessità, sostituito finestre danneggiate e rinnovato gli spogliatoi del personale, sistemato l'arredo della sala da pranzo con le relative sedie adatte ai nonni e - continua - grazie al contributo di Giorgio Buini e Arnaldo Manini si è costruito il pergolato; inoltre abbiamo fatto un abbonamento con i vari quotidiani e riorganizzato la biblioteca. È stato anche rielaborato il regolamento dei concorsi interni e il bando per la gestione dell'Hotel Subasio (che abbiamo assegnato ad un nuovo gestore). Inoltre è stato assunto diverso personale, si sono organizzati corsi per staff dirigenziale e medico e addirittura abbiamo ottenuto l'ambita certificazione di qualità a livello europeo". Un Consiglio formato da Manuel Apostolico, Piero Damiani, Mirko Grasselli e Giuseppe Tofi che hanno lavorato in stretta sinergia tra loro. "Questa struttura è Giuseppe Tofi da considerarsi un'eccellenza di Assisi: la location è fantastica e gli operatori che vi lavorano al proprio interno sono sensibilissimi ai problemi degli anziani e li trattano come se fossero propri familiari - afferma Giuseppe Tofi - di questo

me ne sono reso conto in questi quattro anni in cui da consigliere sono entrato in contatto con questa realtà che mi ha piacevolmente stupito. L'unico problema è l’alt della Regione che ha concesso da ben due anni un terreno ad un privato per la costruzione di una casa di riposo con 30 posti. Quei lavori oltre ad essere ancora fermi, bloccano l'occupazione dei nostri che sono già disponibili. Ci auguriamo che la Regione intervenga presto". Ha presenziato all’inaugurazione anche il Sindaco Claudio Ricci che ha sottolineato l'importanza dei servizi aggiunti della struttura e della qualità progettuale parlando di "Luogo Connesso" e del francescano modo del personale di porsi come custode dell'integrità psico-fisica altrui. Molti sono stati i presenti, soprattuto al momento della benedizione da parte di padre Maurizio Saba vicario generale della diocesi di Assisi e Padre Ion Ciuraru vicario generale del Sacro Convento.

Il sindaco Claudio Ricci mentre taglia il nastro augurale

Palio Di San Rufino edizione 2013 Ha vinto il Terziere Divine Marie

D

di PAOLA GUALFETTI

isputato nella piazza omo- Per la gara individuale il vincitore delnima, il Palio di San Rufi- la balestrina d'argento è stato Giusepno è stato aggiudicato al pe Sannipola, che ha ricevuto dal preterziere "Divine Marie" sidente della Compagnia Giulio Benicon 368 punti. Al secondo campi l'ambito trofeo ed il bersaglio. piazzamento il terziere di San FranceAnche quest'anno la gara si è svolta sco, con 364 punti, seguito da quello di con ampio interesse di pubblico e tanta San Rufino. La gara, disputata quest'an- passione, corredata da un apprezzato lino anche sfidando una meteorologia di- vello di preparazione. spettosa, ha visto il consueto ardimen- Per tutti i balestrieri il crescente sucto e la crescente passione dei balestrie- cesso della manifestazione è la "moneri di una antichissima Compagnia ope- ta" con cui viene ripagato tanto imperante in Assisi da secoli. gno. La manifestazione è patrocinata Gli assessori Francesco Mignani e dal Presidente della repubblica NaFrancesco Brunozzi durante la premiazione politano, che ha inviato una targa di argento alla compagnia, consegnata dall'assessore del comune di Assisi Francesco Mignani. La pittrice del bersaglio, Silvia Fugnoli, ha consegnato il palio al terziere DIVINE MARIE, vincitore di questa edizione.


ASSISI DAL “MUSEO ARTI E MESTIERI

L’INCONTRO DI MASSIMO ZUBBOLI CON LA NAVE PIÙ BELLA DEL MONDO

LA MIA VESPUCCI

Conoscere gli oggetti del passato

Il piede di ferro dei calzolai di CRISTIANA COSTANTINI L'oggetto che vi abbiamo mostrato l'ultima volta è un modello ottocentesco di PIEDE DI FERRO utilizzato da coloro che componevano la CORPORAZIONE DEI CALZOLAI. Il calzolaio vi infilava semplicemente la scarpa per poter con facilità piantare i chiodi nella suola. L’oggetto era dunque usato in verticale, con il piedino in ferro verso l'alto. Il grande manico in legno invece (che risulta spezzato e logorato) veniva fissato al suolo tramite un disco di legno pesante o di ferro, di modo che durante la lavorazione della scarpa con il martello, l'oggetto non si spostava a causa delle percussioni. Qualche cenno sulla Corporazione dei Calzolai I loro Santi protettori erano S. Crispino (propriamente dei calzolai) e S. Crispiniano (dei ciabattini). Questi erano due nobili romani che nelle Gallie andavano predicando la fede cristiana e per guadagnarsi del pane si misero a fare i calzolai. A Roma, durante l'impero di Diocleziano, vennero martirizzati. Tale Corporazione racchiudeva al suo interno un grande numero di componenti lavorative di questo settore quali il cintaio, il pianellaio e collettaio, il conciatore, il tintore di pellame. Vi erano vari settori all'interno di questa Arte: - calzolai per uso civile (calsolariorum) - calzolai per uso religioso (sotulariorum) - calzolai per uso militare (galgariorum). E poi vi erano i fabbricanti di ciabatte (cerdones o sutor cerdo). Per fabbricare le scarpe i calzolai utilizzavano, oltre al legno e ai chiodi di ferro, il cuoio. Le pelli venivano ammollate, scarnificate e poste in un forno per la concia. Questo avveniva in apposite vasche, come quella vicino alla fonte di Moiano, alla fonte di Santa Chiara e a quella di Porta Perlici. La biblioteca comunale di Assisi ne conserva ancora lo Statuto del 1377. I prezzi di vendita delle creazioni dei calzolai erano decisi dai dirigenti della corporazione (ad esempio 5 denari per un paio di calzari da uomo e 3 da donna). Verso il XVII secolo si introdusse anche il colore per tingere le pelli (di montone o di capra) soprattutto dei "calzaretti" che erano delle calzamaglie (col tempo si abbandonò la pelle e si cominciò a realizzarle con la lana, la seta, il lino). Il colore ovviamente distingueva la classe sociale di chi li indossava. Poi, tra le altre creazioni, c'erano i gambali (ocrea) venduti anche senza le scarpe ed usati per difendere la gamba durante la caccia. In casa si utilizzavano le pianelle (solea) di morbido cuoio foderato con pelle di capra. Infine c'era il "brodocchino", una specie di stivaletto. I calzolai per fare le scarpe utilizzavano le forme di varia grandezza. Il cuoio veniva decorato con bulini, stampi a pressione e a caldo per creare dei disegni geometrici. La Corporazione dei Calzolai andò in crisi ma la professione individuale mantenne un alto livello fino alla Seconda Guerra Mondiale. Il prodotto industriale inghiottì presto questa professione, anche se oggi si nota un ritorno al passato nei prodotti su misura, soprattutto per quanto riguarda la fabbricazione di calzature ortopediche. In occasione della visita del Santo Padre ad Assisi e in Suo omaggio, il Museo Arti e Mestieri dell'Umbria vi proporrà nel prossimo numero la descrizione di particolari oggetti sacri. A presto Cari lettori!

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“Mi si presentò in tutta la sua dignità ed eleganza e quando azzardai di “conquistarla", dopo aver superato lo scalandrone, mì guardò dall’alto in basso, accogliente, ma composta, consapevole della sua "regalità", del suo indiscusso fascino.”

L

'Amerigo Vespucci è la più datata nave della Marina Militare ancora in servizio. È un veliero scuola che mantiene vive le vecchie tradizioni. Le vele sono ancora in tela e tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano; ogni ordine a bordo viene impartito dal comandante, tramite il nostromo, con il fischietto; l'imbarco e lo sbarco di un Ufficiale avviene con gli onori al barcarizzo a seconda del grado dell'ospite. Il nostro concittadino Massimo Zubboli, assisano, classe 1940, ha navigato come ufficiale su navi che lo hanno portato a conoscere il mondo. Giornalista e collaboratore di Terrenostre gli abbiamo chiesto un ricordo della sua lunga vita di mare. Ne è venuto fuori un breve racconto intriso di emozioni, valori e ideali legati ad uno degli incontri più importanti della sua vita. “La conobbi la prima volta in un tardo pomeriggio quasi invernale mentre una fitta pioggia inzuppava uomini e cose. Era ormeggiata ad una banchina del porto militare di La Spezia l'equipaggio era in gran fermento per via della prossima partenza ed il ponte appariva traboccante di cime, di materiale vario, di derrate deperibili e di bagagli. Mi si presentò in tutta la sua dignità ed eleganza e quando azzardai di “conquistarla", dopo aver superato lo scalandrone, mì guardò alto in basso, accogliente, ma composta, consapevole della sua "regalità", del suo indiscusso fascino. Il vestito migliore era imbrogliato secondo le regole di bordo e quindi gli alberi sembravano spogli, senza vita, pronti però, al momento opportuno a ricevere la sferza del vento e la spinta delle ampie vele. Il mattino seguente il sole finalmente era penetrato prepotentemente tra le masse nuvolose in movimento - come per incanto, l’affascinante signora del mare, dopo gli ordini del Comandante trasmessi all'equipaggio con il tradizionale fischio del primo Nostromo, mostrò le sue vele al vento e la Nave più bella del mondo lasciò il Golfo dei Poeti diretta verso il largo sicura di sé tra lo stupore della gente e I'entusiasmo e la malinconia dei marinai rimasti a terra. I giovani nocchieri ancora abbracciati ai pennoni, come se la nave fosse la

dolce compagna della vita, fermi sui “marciapiedi” aspettavano che laggiù, sul ponte, fossero impartiti gli ordini “abbasso da riva". Erano stanchi, ma orgogliosi per quell'ennesima impresa che durante la crociera, appena iniziata, sarebbe stata riproposta tutti i giorni. Sapevano che il loro ruolo era indispensabile e che in fin dei conti erano dei veri e propri protagonisti, degli "attori" di primo piano. La navigazione in quei giorni lontani fu tranquilla, un pò movimentata, talvolta turbata da sfavorevoli condizioni meteorologiche. Anche in tali frangenti la nave, forte, sicura, adatta ad affrontare i venti più impetuosi, divenne per l'equipaggio rifugio certo, una sorta di madre protettiva e generosa. In pochi minuti gli agili marinai, coperti con semplici cerate, raggiunsero i pennoni e, agganciati i moschettoni di sicurezza imbrogliarono quasi tutte le vele che erano strapazzate dai venti provenienti da più direzioni. Da quel momento il veliero, affidato alla bravura ed all’esperienza del Comandante - i Francesi affermano: "aprè Dieu le Comandant" - si concesse al mare, non per subirlo, ma per sfidarlo in una lunga, battaglia dalla quale sarebbe uscito senz'altro vincitore. Quando l’infuriare dei venti e delle onde si placò, la nave come se nulla fosse accaduto, oppose al maestrale ancora robusto le vele e la "Vespucci" riconquistò la, sua superiorità e, consapevole del prestigio mai venuto meno, orientata la prua verso l'approdo, si appropriò di grandi spazi blu-celesti.

Fu una esperienza travolgente, ma il distacco triste. La rincontrai dopo molti anni; Lei non era cambiata, anzi il tempo l’aveva resa più attraente. Gli accurati “ritocchi” le avevano garantito “l'eterna giovinezza”. Mi accolse con distaccata, amicizia mentre io sempre innamorato come il primo giorno, feci, del tutto per mettermi in vista. Ebbi la gioìa di rivivere momenti esaltanti; me li concesse anche se, quel giorno, prima di partire per un lungo viaggio che l'avrebbe portata "dall'altra parte del mondo", mi resi conto con tristezza non sarei stato più suo ospite, che dall'alto del mio posto preferito e riservato a pochi: la controplancia, non l'avrei più posseduta, amata, non mi sarei più sentito parte di Lei, della sua forza, della sua "antica" bellezza, che ci saremmo lasciati, per continuare ad amarci da lontano, a vivere di ricordi, di sogni e di passioni che non tramontano. La salutai per I' ultima volta quando in gran silenzio ed al buio, passate le ventitré, mollò gli ormeggi di fronte a pochi “spettatori" e qualche fedele amico. Quasi non mi accorsi che si stava apprestando a lasciarmi. A bordo non una luce, qua e là come lucciole alla fine della primavera solo qualche torcia elettrica del personale di coperta. Pochi gli ordini dal ponte di comando. Gli alberi, padroni del vento, quella sera totalmente al buio e inattivi, appena schiariti dalla luce del porto e dei rimorchiatori, sembravano tristi e inutili. Il veliero si staccò dalla banchina lentamente come se non avesse voluto disturbare e la "Gran Signora" lasciò Livorno in punta di piedi. Quella immagine è dentro di me, fa parte ormai del mio vissuto.” (Massimo Zubboli) Curiosità • A norma di legge, i transatlantici hanno sempre la precedenza rispetto alle altre imbarcazioni navali. Per consuetudine, invece, quando un transatlantico incrocia l'Amerigo Vespucci, spegne i motori, rinuncia alla precedenza e rende omaggio suonando tre colpi di sirena, che equivalgono al saluto. • Memorabile fu l'incontro nel Mediterraneo con la portaerei americana USS Independence, nel 1962, che lampeggiò con il segnalatore luminoso: «Chi siete?», a cui fu risposto: «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». La nave statunitense ribatté: «Siete la più bella nave del mondo».



ASSISI/ TRADIZIONI PENSIERI

N

Io e Lui

on so se considerarmi ignorante, superficiale o anagraficamente disinterressato all’argomento, fatto sta che ho appreso solo di recente l’esistenza di un intervento chirurgico volto a potenziare nel maschio le dimensioni dell’organo sessuale. Smanioso di recuperare il gap conoscitivo - ma chissà che l’inconscio non avesse altre mire - mi sono fiondato su Internet, ho cliccato su “falloplastica” e mi sono letto e riletto le notizie apparse sul web prima di accettare la realtà, a dir poco sconvolgente, a dir tanto umiliante, da lì emersa. Quella di un maschio a tal punto affetto da sindrome, chiamiamola così, di “miccia corta”, da rischiare una penalizzazione - mai termine fu più appropriato - della propria integrità fisica in nome di un priapismo non di certo posticcio ma di certo forzato. Dopo di che, sulla falsariga di un duetto reso celebre dal romanzo di Moravia, ho sollecitato il mio Lui a un onesto colloquio chiarificatore. “Soddisfatto?” gli ho detto, “Risulta che gli uomini diano più importanza a te che al cervello”. Lui non ha fatto una piega, anzi, ha alzato la testa in segno di sfida. “Scemo te che ti meravigli,” ha risposto, “è da parecchio che il cervello ha smesso di primeggiare. D’accordo, finora ha composto, elaborato, suggerito, poetato, inventato, stupito, entusiasmato, rivoltato il mondo come un calzino e non è detto che non ripeta in seguito l’exploit. Ma oggi la sua funzione è esaurita, oggi è il momento dell’effetto speciale, meglio se tridimensionale, ed è logico che si riservi più attenzione a me, palpabile simbolo dei valori emergenti, forza, arroganza, prepotere, dominio, che a un noioso produttore di culture logore e sapienze rancide”. L’avrei strozzato, giuro, e non tanto per la spiacevole verità contenuta nelle sue parole, quanto per la faccia tosta con cui, sotto sotto, rimarcava l’ipocrisia delle mie. Deve avermi letto nel pensiero, d’altronde mi sono spesso chiesto, e tuttora me lo chiedo, se non sia in realtà Lui a direzionarlo. “Non te la prendere con me,” ha infatti proseguito, “prenditela con chi non ha saputo o voluto contrastare sul nascere il progetto che ha finito per condurre me sull’altare e il cervello nella polvere. D’altronde sono più di vent’anni che il tuo paese è governato da un genio della grandeur, della spettacolarità, della frivolezza, dell’ottimismo spiccio; e fu un suo ministro, ricordi? il ministro dell’Economia se non sbaglio, a dire che con la cultura non si riempiono le pance. Quindi prenditela con il ministro e con il genio che gli ha dato i galloni, ma non con me che mi limito a raccogliere i frutti della decadenza. Soprattutto piantala di considerare me un’emanazione diabolica e il cervello una derivazione divina, perché o inizialmente Dio sbagliò per entrambi la collocazione o il Diavolo successivamente ci invertì la funzione”. (C.F.)

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Personaggi caratteristici ad Assisi 28 Ogni paese ne ha almeno uno, anche se attualmente la globalizzazione dei costumi ne sta provocando l’estinzione

MASCHICIDIO di CLAUDIO FERRATA

S

i fa un gran parlare di femminicidio, giustamente considerato tra i peggiori crimini di cui l’uomo possa macchiarsi, ma si prende in poca o nessuna considerazione il fenomeno opposto, il maschicidio con cui il sesso debole gli rende pan per focaccia. E dire che una fattispecie del genere ebbi modo di esporla nel numero 6/2010 di Terrenostre (allora Terrecomp) quando, a proposito dei personaggi più in vista a Piazza Nova, portai Lillo a simbolo della sottomissione maschile e la moglie Anna a emblema della crudeltà femminile. Ebbene, quello perpetrato da Anna nei confronti di Lillo, uomo tutto sommato virtuoso, dedito a casa, lavoro e qualche innocente scappatella al bar, rientra nella casistica dei reati commessi da donne che non saprei come altro definire se non sanguinarie. Fu Lillo stesso, sollecitato dall’amico Alvaro, a raccontare il perché e il percome delle tumefazioni presenti sulla sua faccia. “E tu non è ancora vifto i dente!” disse aprendo la bocca e mostrando all’amico un primo piano di sole gengive. “Oddìo, mo altro che ‘l semolino pole magna’!” disse inorridito l’altro, “Ma ch’è fatto de male pe’ meritatte questo?”. Era successo che una domenica Lillo aveva insistito per lavare lui i piatti del pranzo e Anna aveva acconsentito a patto che non ne rompesse, ma che dico rompesse, che non provasse a sbeccarne uno. “Ènno i piatte del servizio bono,” specificò, “sicché faje ‘n danno e io ‘l danno l’arfò a te e doppio”. Purtroppo alla radio trasmettevano Tutto il calcio minuto per minuto e quando il Meazza intervenne per annunciare che Kakà era andato in goal, la passione per il Milan spinse Lillo a lanciare le braccia al cielo e, con le braccia, anche i piatti che, dopo una parabola alla Pirlo, tornarono rovinosamente in terra. “Ch’è combinato, disgraziato!” urlò Anna comparendo armata di attizzatoio. E prima che lui potesse abbozzare una giustificazione, l’attizzatoio gli aveva sfoltito i denti come nessun bravo dentista sarebbe riuscito a fare. “Ma te gliela fe’ passa’ liscia così?” disse Alvaro cui prudevano le mani nel sentire le malefatte di quell’arpia, “E che poffo fa’?” pigolò Lillo in lingua bisciola, “Se provo a metteje le mane addoffo, quella me ce fa la giunta”. “Almeno va’ dai carabiniere e denunciala. N’ se po’ mica esse tanto cattive co ‘n cristiano che t’è anche marito!”. La risposta di Lillo fu tanto sincera quanto sconcertante. “Avrè ragione te, Alva’, Anna qualche volta esagera, però cià de bello che ‘n me tiene ‘l mufo, me mena ma ‘n minuto doppo è come se ‘n foffe fucceffo niente”. Evidentemente Lillo la pensa come Balzac secondo il quale La moglie è uno schiavo che bisogna saper mettere su un trono. (continua)



ASSISI/IL PERSONAGGIO

numero 6 - SETTEMBRE 2013 numero 5 - GIUGNO 2012

INTERVISTA A TATIANA KOWALENKO

Tatiana ed Enrico: un amore sbocciato nel campo di concentramento Tatiana apre con prudenza la porta della dimora incastonata con altre in un caseggiato di origine medievale dominante Piazza Matteotti (Piazzanova), sopravvissuto allo sbancamento imposto dalla edificazione del Convitto Nazionale. Saliamo due brevi rampe di scale. Nel soggiorno penetra il chiarore del tramonto e la Rocca Maggiore, distesa nell’azzurro, quasi pare volersi incuneare nel vano della finestra. I ricordi provocano in Tatiana una mutevolezza di sguardi che svelano l’onda di variabili sentimenti. A volte la memoria rifiuta di tradursi in parole

R

di FRANCESCO FRASCARELLI

ammenta bene, Tatiana, il dramma vissuto? - E come potrei dimenticare? Sono anziana, ma solo i dettagli sfuggono alla mente. Quanto le costa riferire gli avvenimenti essenziali? - A essere sincera moltissimo, si comprende. Comunque accetto... Da una parte l’esercito tedesco, penetrato in Ucraina, avanzava e d’altro lato l’armata russa tentava la controffensiva. Il territorio dove abitava anche la mia famiglia venne a trovarsi tra opposti belligeranti nel mezzo dello scontro. Quale rimedio o provvedimento fu adottato per fronteggiare i rischi? L’intera famiglia si trasferì presso l’abitazione del nonno paterno Fioder. Nessun giovamento purtroppo! I proiettili martoriavano le lamiere del tetto ed i muri. La mia sorellina Valentina rimase uccisa. Papà Giovacchino e mio fratello Vladìmir si ritirarono per sfuggire alla cattura. Il fuoco divorò la casa. Mamma Barbara ed io, ferita, trovammo scampo in una cantina interrata. Successivamente i sopravvissuti ci aiutarono a costruire un riparo rimediato con vari materiali. Mia sorella maggiore Uliana da tempo aveva raggiunto un piccolo centro industriale piuttosto lontano che risultò - vero miracolo - appena sfiorato dall’invasione. Si riteneva superata ogni sventura? - Forse... Di fatto un’ordinanza delle truppe occupanti predispose intorno all’autunno del ’42 - credo di non sbagliare - l’ammassamento di persone meste e taciturne - nella vicina stazione. Ancora mi op-

prime l’animo, come una pietra, il volto smarrito di mia madre con gli occhi colmi di lacrime. Nessuno conosceva la destinazione. Stipati per circa quattro giorni in un treno-merci arrivammo nel campo di concentramento di Kiel, in Germania nei pressi di Amburgo. Facile immaginare lo stato d’animo... - Avvertivo un’ intima prostrazione: la famiglia dispersa, infranto il sogno degli studi universitari intrapresi, l’incertezza del domani… Quale tipo di strutture

caratterizzava il campo? Baracche provviste di stufette a legna contro il freddo intenso, impianti ed aree interdette: uno spazio riservato ad una vasta, numerosa comunità di deportati composta in maggioranza da miei connazionali. Disposti in squadre ed identificabili per il distintivo, erano accompagnati, sotto sorveglianza, a lavorare fuori dal “campo”, spesso per lo scavo di trincee. Il cimitero accanto nascondeva, questo ho saputo, un grande bunker sotterraneo adibito a rifugio contro attacchi e bombardamenti, destinato - circolava tale informazione - anche a noi deportati. Tra controlli e verifiche venivano anche affidate mansioni interne. Così fui assegnata con un modestissimo ruolo al reparto-cucina, dove ho conosciuto il futuro marito Enrico Tardioli che si adattava a fare l’aiuto-cuoco. E fu amore a prima vista... - Assurdo, impossibile in quelle condizioni aggravate da diffidenza e diffusa sofferenza. Suvvia Tatiana! Il pudore non le consente di ammettere il “colpo di fulmine”. Adesso sorrido… proprio no! Non risponde a verità. Il nostro amore è maturato invece lentamente, anche se lui all’inizio mi guardava compassionevole: ragazza magra, esile, pallida. Superata poi la riservatezza, conobbi la sua “avventura”: era partito da As-

sisi alla volta della Germania come emigrante in cerca di lavoro, senza intuire o valutare la “tempesta” che lo avrebbe travolto. Quale piega presero gli eventi? - La conoscenza della lingua tedesca mi procurò un incarico più dignitoso in un albergo vicino alla stazione di Kiel, mentre Enrico fu internato in altro “campo”. Divisi senza più speranza? - Siamo riusciti a tenere un contatto: permessi eccezionali concessi in via straordinaria e azzardi incoscienti, come quando lui, fuggito durante una notte, percorse tanta strada per vedere soltanto un mio gesto d’affetto. La relativa tregua, sopraggiunta nel teatro occidentale di guerra durante il 1945, avrà pure favorito la vostra unione! - Il ‘45, un anno di continue vicende: nozze a Kiel con firma di assenso, faticoso, estenuante ritorno in Italia; arrivo in Assisi per semplice sosta di saluto; accoglienza di familiari, parenti ed amici; la decisione di risiedere nella città; il primo alloggio provvisorio e a primavera il matrimonio civile in comune e religioso nella chiesa Cattedrale di S. Rufino. La fase peggiore era ormai trascorsa... - Certamente, anche se ferveva in entrambi l’aspirazione ad una esistenza più favorevole. Abbiamo affrontato tempi duri per la precarietà del lavoro e le dirette conseguenze, aiutati dalla solidarietà della gente di Piazzanova e dall’umanità di qualche persona. Non mancavano comunque pause distensive, occasioni divaganti… E poi… E poi Tatiana? - Un’esplosione di gioia quando il 29 settembre dell’anno successivo 1946 venne alla luce la nostra unica figlia Anna Rita che Enrico, ammalatosi, ha potuto adorare soltanto fino alla prima giovinezza.


numero 6 - SETTEMBRE 2013

ECCELLENZE

BENESSERE

CONOSCERE E MANGIARE UN PRODOTTO ARTIGIANALE COSÌ COM’ERA UN TEMPO

Tradizione - Qualità - Sapore - Emozione

La Porchetta di Costano apre un punto vendita a S. M. degli Angeli "Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma la forza viva che anima e informa di sé il presente" (I.F.Stravinskij). È questo il leitmotiv che ha portato tre amici (Antonello Cambiotti, Carlo Giuliani e Marcello Paltoni) a cominciare questa nuova avventura. In controtendenza con il mercato che va sempre più verso la grande distribuzione, i tre hanno deciso di orientarsi verso un prodotto artigianale, che faccesse conoscere la porchetta di Costano così com'era un tempo... di DEBORA BRUGHINI

... buona, genuina, mette d’accordo tutti

C

osa significa per voi tradizione? - È il motivo per il quale abbiamo deciso di fare questo passo, la volontà di dare valore ai prodotti del nostro territorio tornando alla produzione artigianale. In che modo essenzialmente? - Volevamo discostarci dalla filiera della Grande Distribuzione Organizzata con una scelta precisa accompagnata dalla volontà di presentare il nostro modo di interpretare la porchetta e il suo uso e consumo. Potreste farmi un esempio? - Solitamente il panino con la porchetta, che fa parte della nostra cultura gastronomica, viene consumato prevalentemente per strada oppure vicino ai baracchini che lo commercializzano. Questo tipo di degustazione non consente di apprezzare appieno le qualità della porchetta. Abbiamo pensato allora perché non creare un luogo nuovo per dar modo ai tanti buongustai della porchetta di poter mangiarla come si deve? E da questa domanda vi è venuto in mente di aprire negozio? - Sì, Carlo in particolare ha una lunga tradizione in questo settore, dal momento che possiede un laboratorio a Costano, l'unico rimasto in paese, tra l'altro. Insieme a

lui abbiamo maturato l'idea di riproporre i sapori alla vecchia maniera. Parliamo di sapori, al plurale, perchè vendiamo anche altri prodotti. Quali? - Più o meno tutti quelli che sono legati al suino come i salami, prosciutti, salsicce, capocolli... Il tutto è organizzato attraverso una filiera cortissima, perchè noi ci affidiamo ad allevatori della zona, che conosciamo bene, e sappiamo come vengono cresciuti gli animali. Le carni che vengono trattate con metodi naturali rendono i prodotti davvero di alta qualità. Nel negozio vi è anche un’enoteca ben fornita. - Sì, abbiamo due cantine selezionate con vino di provenienza montefalchese, di ottima qualità, che con la porchetta fanno l’accoppiata alimentare più buona del mondo. Cosa fa di una porchetta, una buona porchetta? - Durante il processo di lavorazione sono importanti la "di-

sossatura" la cui tecnica è stata affinata durante l'arco del tempo e, che avviene dall'interno del corpo dell'animale, la "speziatura", che preferibilmente deve essere fatta con aromi freschi e non disseccati. Una volta terminato il processo di insaporimento delle carni, c’è l’importante fase della "legatura," per mantenere compatte le carni ed a non farle "allargare" durante la fase del taglio che si verifica durante la vendita sui banchi, essendo l'animale cavo al suo interno. Infine il particolare processo di cottura che va fatto con periodici controlli per testare il livello di cottura delle carni. Da sottolineare che la cottura avviene in grandi forni strutturati con delle vasche di contenimento, per raccogliere il grasso che si scioglie durante il processo. Possiamo legare l'utilizzo della porchetta anche per le cerimonie? - Certamente. Parte del nostro lavoro, infat-

ti, prevede la vendita su ordinazione di porchette intere, che vengono utilizzate per cerimonie, feste, inaugurazioni e quant'altro. Del resto quale miglior modo di festeggiare se non con un bel panino di porchetta e un buon bicchiere di vino? Provare per credere. Invitiamo tutti i lettori di Terrenostre a venirci a trovare a Santa Maria degli Angeli, in via Los Angeles, 44 per un assaggio dei nostri prodotti. Scegliete voi se gustarli dentro un buon panino o meglio ancora nella Torta al Testo un altro prodotto tipico umbro che Porcellino Divino (il nome del nostro punto vendita) mette a disposizione dei buongustai.


ATTUALITÀ

numero 6 - SETTEMBRE 2013

MESSA A FUOCO SULLE POPOLAZIONI INDIGENE TIKUNAS

La bellezza dei bambini, la povertà ed i colori dell'Amazzonia brasiliana

Roberto Fausti e Vittoria Mallia espongono il loro diario di viaggio

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TROMPE L’OIL L’INGANNO DELL’OCCHIO Galleria dei Gerosolimitani. Perugia sino al 15 settembre SANDRO BECCHETTIVOLTI DALL’UMBRIA E DALL’EUROPA Galleria Nazionale dell’Umbria, Sala Podiani Perugia sino al 20 ottobre

di GIORGIO CROCE

remettendo che non sono tra gli entusiasti della programmazio ne di Bastia Estate 2013 (i motivi sono diversi: dalla qualità di alcune iniziative ai costi di altre), uno dei punti a favore di questa kermesse estiva è indubbiamente stata la mostra fotografica AMAasZONAS. Allestita nel foyer del Teatro Esperia, con una efficace impaginazione che introduce immediatamente il visitatore nel clima amazzonico, anche grazie al gioco di diverse amache e alla presenza di oggetti in paglia del quotidiano vivere della popolazioni indigene tikunas, questa mostra dei fotografi Vittoria Mallia e Roberto Fausti merita (parlo al presente perché questo lavoro dovrebbe poter girare in un tour senza soluzione di continuità) dicevo, merita proprio di essere vista. Gli autori, aderenti a RA.MI. gruppo di ragazzi missionari impegnati in vari progetti a favore di diverse popolazioni, in occasione del loro viaggio nel 2011 nell' Amazzonia brasiliana, hanno “registrato”, con le immagini fotografiche, un corposo diario. L'importanza di questo lavoro sta sia nel messaggio umano che trasmette, sia nell'aver operato ad un livello estetico e tecnico notevole. Le foto sono state scattate in luoghi diversi: in alcuni villaggi, nelle favelas di città come Manaus, nei lebbrosari e anche nella magica zona brasiliana delle “tre frontiere”. Nonostante siano luoghi distanti tra di loro, queste immagini presentano un'uniformità di racconto tale da far pensare, al visitatore della mostra, di trovarsi in un unico villaggio. Ogni opera, rigorosamente priva di titolo, è arricchita da un brano tratto dagli scritti di vari autori che vanno dallo scrittore pluricitato Baricco alla cantante Fiorella Mannoia. Guardando queste fotografie, anche se conosciamo i problemi che ci stanno dietro (la povertà, la lebbra, i ragazzini sniffatori di colla, ecc.), non riusciamo a percepire situazioni particolarmente drammatiche. Sarà per la tranquillità degli sguardi e la serenità dei volti, vuoi perché queste popolazioni, giocoforza, sono abituate a vivere con uno spirito un po' fatalista o forse perché noi, i privilegiati, ci possiamo permettere il

EVENTI NEL COMPRENSORIO

lusso di godere di belle immagini al di là delle situazioni in cui si trovano gli “attori” delle stesse. Un luogo comune dice che tutti i bambini sono belli; magari sarà anche vero, ma questi bambini sono particolarmente belli! Hanno volti che sembrano usciti da un'opera creata a più mani da un fantastico incontro tra Bernardino Luini, Gauguin e qualche artista preraffaellita. La maggior parte delle Foto Roberto Fausti fotografie sono a colori perché, come dicono gli autori, non si può interprerealtà alle tare l'Amazzoquali siamo nia senza deabituati, ma scrivere i suoi che proponcolori. Vero; gono situazioperò le poche ni “esotiche”, opere in bianco nella valutae nero presenti zione estetica in mostra sono, va applicata a mio avviso, una “franchicomunque dei gia di giudizio piccoli gioielli. benevolo” Il mio amico pari almeno al Vittorio, ottimo 50%. fotografo che purtroppo non c'è Ebbene, Vittoria e Roberto, più, soleva ripetermi che alle imche fanno parte di Contrasti, magini che non riproducono le gruppo di ricerca fotografica

PERUGINO A CORCIANO 1513 - 2013 I 500 ANNI DELLA PALA DELL’ASSUNTA Chiesa di Santa Maria Assunta, Corciano sino al 20 ottobre RAFFAELLO E PERUGINO. MODELLI NOBILI PER SASSOFERRATO Nobile Collegio del Cambio, Perugia sino al 21 ottobre SINTOMI CONTEMPORANEI L’Officina Ristorante Culturale Borgo xxv Giugno. Perugia sino al 23 ottobre

Foto Vittoria Mallia

molto attivo sul nostro territorio, con questo reportage, anche dopo l'applicazione della teoria del mio amico, dimostrano una maturità artistica non indifferente. Forse in questi lavori non c'è soltanto tecnica; forse non c'è soltanto un gusto estetico raffinato; forse non c'è solo passione; magari ad aiutare queste doti, comunque essenziali, c'è dell'altro. Che sia il gran rispetto per le persone che vengono inquadrate dall'obiettivo?

ANDY WARHOL A CITTA’ DI CASTELLO Pinacoteca di Città di Castello sino al 27 ottobre SPOLETO INTERNATIONAL ART FAIR 2013 Diverse locations sino al 30 ottobre EMILIO GRECO 1913 - 2013 CENTANNI Palazzo Soliano, Orvieto sino al 3 novembre ANTONIO CANOVA Monte Frumentario, Assisi sino al 31 gennaio 2014 OPERE DI FETTUCCIARI E PETRUCCI Minigallery di Assisi sino al 18 aprile 2014



HISTORY

numero 6 - SETTEMBRE 2013 numero 5 - GIUGNO 2012

(ASSISI E BASTIA) POLITICA - CRONACA - CULTURA - SPORT VENT’ANNI FA - Fatti ed avvenimenti degni di essere ricordati

ACCADEVA A LUGLIO/AGOSTO NEL 1993 di FRANCO PROIETTI

ASSISI

BASTIA

l dr. Andrea Paoletti neo presidente in carica del Lions Club Assisi subentra al dr. Massimo Paggi per l’anno sociale 1993/1994. • Padre Giulio Mancini al termine del Capitolo Generale dei Frati Minori della Provincia Serafica, viene eletto Nuovo Provinciale. Già in passato aveva ricoperto questo importante incarico. • Partecipata mobilitazione per mantenere ad Assisi la Sezione distaccata della Pretura. Gli avvocati di Assisi e di Bastia preoccupati riuniscono il Consiglio dell’Ordine per analizzare la situazione. • Calendimaggio. Si insedia il Consiglio di Parte de Sopra e provvede alla nomina dell’organigramma dei rappresentanti ufficiali. Neo Priore Maggiore dei “Mammoni” viene eletto Lucio Biondi, numero due, in qualità di Gran Cancellario è risultato Paolo “Mellori” Marcucci. A “Checco” Rufinelli è stato affidato l’incarico di Massaro. • Il Presidente degli IRB (Istituti Riuniti di Beneficenza) Andrea Jengo, in un documento rende noto di aver sottoposto al Consiglio d’Amministrazione l’invito ai Consiglieri a rimettere le proprie dimissioni. • L’allenatore Mario Eleuteri lascia la guida dell’Angelana (non si sarebbe trovato in sintonia con la Società) ed al suo posto viene chiamato l’allenatore della juniores Alfio Barcaccia. • Il Palio della Torre (quarta edizione di Tordandrea) è vinto dal Rione S. Rocco che così bissa il successo dell’anno precedente. • Una nuova rivista bimestrale di cultura ed informazione nasce ad Assisi a cura dell’Acca-

er propagandare il Motor Show che si è tenuto al Centro Fieristico Maschiella, ha circolato sulle nostre strade un vecchio autobus ungherese ancora attivo sino a pochi anni or sono nella capitale magiara. Sull’imperiale di questo bellissimo mezzo di trasporto pubblico vi era scritto: “Più cervello Meno Gas”. •Viene consegnato il Diploma di Benemerenza di Prima Classe all’insegnante Adriana Bucci in Marini, Medaglia d’oro della Pubblica Istruzione per aver prestato quarant’anni di servizio nelle Scuole Elementari. • La ternana Orietta Moscetti con “Donne mai amate” (671 punti), si aggiudica il Premio Insula Romana nella Sezione Poesia Regionale Inedita. Il premio in denaro è di £. 600.000. • Scompare Bruno Fegaletti uno dei personaggi caratteristici della vecchia Bastia che sebbene tra gli ultimi nel contesto sociale, seppe meritarsi da parte dei compaesani il riconoscimento di un riscatto morale valido come lezione di vita. Fu soprannominato fin da ragazzo “Scanapino” dal suo fisico tutto pelle ed ossa. • Nella Sala Consiliare del Comune si svolge un incontro che ha per tema “Idee e progetti per un nuovo Piano regolatore di Bastia Umbra”. Intervengono l’assessore Francesco Lombardi, l’urbanista Paolo Ceccarelli, il Sindaco Vannio Brozzi. Il vigente PRG considerato superato fu redatto, nel 1966, dall’urbanista prof. Astengo, autore anche di quelli di Gubbio e Assisi. • La multinazionale tedesca Metro chiede a Bastia l’insediamento di un punto vendita a Ospedalicchio di 10mila metri quadrati coperti. Il presidente dei Commercianti di

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I

demia Properziana del Subasio che sarà un supplemento degli Atti dell’Accademia stessa. Si chiamerà “Subasio” la nuova voce dell’Accademia. Direttore della rivista è Francesco Santucci e il Comitato di Redazione è composto da Giuseppe Catanzaro, Maurizio Baglioni, Aldo Calzolari, Francesco Frascarelli, Elvio Lunghi e Francesco Guarino. • La Nuova Eurolene, ditta che si occupa di lavorazioni plastiche e che occupa una cinquantina di dipendenti, potrebbe lasciare la fabbrica di Palazzo di Assisi per trasferirsi nel territorio di Deruta. L’Eurolene si era insediata a Palazzo di Assisi nel 1960 grazie ai benefici della Legge speciale per Assisi e dopo l’inizio dell’attività era giunta ad avere un organico di circa 170 unità. • A seguito della fusione fra l’Ascesi ed il Capodacqua nasce il nuovo sodalizio che si chiama Polisportiva Assisi. Il settore principale sarà il calcio pur rimanendo l’attività delle due società anche in altre discipline come il tennis ed il podismo. Il presidente eletto è Giampiero Menestò che guiderà la nuova società nel campionato di Prima Categoria Regionale con l’allenatore Francesco Belardoni.

Bastia Mario Rossi afferma: “abbiamo il timore che la forza di vendita di questo colosso destabilizzi quegli equilibri economico-commerciale che si sono venuti a creare a Bastia dopo tantissimi anni.” • Francesco Ciribifera, Presidente di Agriumbria, dopo aver governato l’ente fieristico per quasi sette anni decide di lasciare l’incarico a causa di una sua protesta politica. La Regione Umbria, che fino allo scorso anno stanziava 250 milioni all’anno, nell’ultima approvazione di Bilancio ha deciso di non inserire più tale cifra. Gli succede l’architetto Adriano Brozzetti, 38 anni, già membro del consiglio direttivo. • I Consiglieri del PDS Gianni Migno e Moreno Marchi presentano una mozione relativa alla richiesta di chiusura del “Bar dei bambini. Il Paese dei Balocchi.” Nell’interpellanza vengono denunciate lo sconvolgimento della tranquillità della zona e l’incompatibilità ambientale. • Viene finalmente alla luce il piano per il recupero dell’ex Conservificio Lolli. Il Consiglio Comunale lo approva a maggioranza. L’intervento prevede l’edificazione di 40mila metri cubi che sostituiranno i precedenti 34mila metri cubi. Anche i vecchi edifici addossati alla Rocca Baglionesca verranno abbattuti per far posto ad un’area di verde attrezzato.

I MANIFESTI DI Luglio/Agosto 1993


numero 6 - SETTEMBRE 2013

ECCELLENZE

RISTORANTE - PIZZERIA

INTERVISTA A GIOVANNI ARISTEI

Quando l’amicizia crea amore e passione per il lavoro Sono tre amici, ciascuno con la propria attività e propri interessi. Persone diverse tra loro con caratteri e modi differenti di vedere le cose. Uomini che ad un certo punto della loro vita tra un sorriso, uno scherzo e qualche idea, hanno deciso di giocare: giocare ad investire tempo e denaro in una struttura ristorativa che sta attirando molto persone e che, sebbene sia nata solo il 12 maggio scorso, sta facendo molto parlare di sè con le sue singolari ed apprezzate iniziative: La Locanda del Frate, in via San Pio X a Santa Maria degli Angeli. I signori in questione sono Giovanni Aristei, Enzo Baldoni e Gaetano Castellani di CRISTIANA COSTANTINI

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erto, aprire un'attività commerciale in questo periodo è assai coraggioso. Aprirla per gioco fa sorgere qualche curiosità. Dunque, intenzionata a saperne qualcosa in più, ho incontrato il signor Giovanni Aristei. Signor Aristei, un gioco che si è fatto serio sembra. Come è venuta fuori l'idea di prendere in mano un locale di questo tipo? - È diventato un lavoro impegnativo effettivamente, ma che ci diverte come un gioco e ci sta regalando soddisfazioni inaspettate. Qualche mese fa il mio amico Enzo Baldoni lesse in un giornale un annuncio relativo ad un locale ad uso ristorativo che veniva offerto in gestione. Enzo, che ha sempre avuto il desiderio di aprire un ristorantino, contattò me e un altro nostro cimune amico, Gaetano Castellani, per farci una proposta. Cosa vi disse? - Disse che il prezzo non era esagerato, la location era ottima e che voleva condividere con noi questa avventura. Decidemmo pertanto di andare a vedere questo locale di cui il nostro amico si era già perdutamente innamorato. Ce ne innamorammo subito anche noi... e il “gioco” ha avuto inizio! La Locanda del Frate. Perché avete deciso di chiamare così il locale? - All'inizio ci era venuto in mente "La Locanda di Francesco" perché siamo nati in concomitanza dell'elezione del Santo Padre Francesco, poi però gli abbiamo dato un nome più generico comunque legato a tutti i frati (anche a quelli che non si chiamano Francesco!) di questi luoghi toccati da San Francesco e amati dal nostro Pontefice. Come sono andate le cose all'inizio? Bene fin da subito. Ci siamo rimboccati le maniche per realizzare il desiderio dell'amico Baldoni e per vedere come sarebbe andata a finire! Ci siamo divisi onori

ed oneri, spese e guadagni. La cosa buffa è che questo “gioco” è diventato un lavoro serio e che ci sta appassionando davvero. Per questo ci stiamo impegnando al massimo per offrire il meglio ai nostri clienti. Come sono Enzo, Gaetano e Giovanni? - Enzo è un grande lavoratore che si sta applicando davvero molto in questa attività. Gaetano è serio e posato ma a volte anche troppo agitato! Vuol dire che tiene alle decisioni che deve prendere, anche le più piccole! Io mi sto impegnando perché questo gioco è diventato un lavoro in cui metto tanta passione e voglia di fare bene. Ci parli del locale. Com'è? - Grazioso e accogliente nel suo stile classico. È così raccolto e familiare che l'interno, con i suoi 90 posti, sembra addirittura una bomboniera. In mezzo c'è una colonna in legno circondata da ripiani in cui esponiamo ben 16 antipasti diversi, che ognuno può prendere a suo piacimento! Abbiamo anche la veranda che è bellissima, elegante nella sua semplicità. Poi c'è il giardino (lo chiamiamo degli ulivi perchè ve ne sono tanti, in pieno stile francescano!) che ospita altri 150 posti durante la bella stagione. Se ci si viene la sera è suggestivo, vi sono piccole luci ovunque. Il giardino dev'essere fantastico. La gente apprezza questo stretto contatto con la natura? - Le persone la amano!

Pensi che di domenica (giorno in cui siamo aperti anche a pranzo) molti clienti pur di stare in mezzo agli ulivi, hanno voluto sopportare anche il sole delle ore più calde! Un momento conviviale a contatto con la natura profondamente sentito! Parliamo di Menù. Cosa proponete? - Proponiamo pietanze fatte in casa che onorano la tradizione enogastronomica umbra. Cucina casereccia come le pappardelle al sugo di lepre, cinghiale, polenta rustica. Tutto cucinato dal nostro talentuoso cuoco coadiuvato da Enzo (aiuto cuoco) che è un leader per i piatti particolari a base di selvaggina. Poi abbiamo il pizzaiolo professionista che è il top! Il piatto forte? - È la "Porchetta del Frate", una ricetta esclusiva di mia figlia Paola. Scommetto che se assaggiate questo piatto una volta tornate tutte le sere?! I dolci? - Anche questi fatti in casa, con le ricette della nonna: tiramisù, panna cotta, crema catalana... tutti ingredienti naturali. Anche il pane lo facciamo noi? Fresco ogni giorno. Quante persone ci lavorano? - Sono sei le persone alle quali assicuriamo uno stipendio dato che il locale va bene e che la cucina è molto apprezzata. Anche la voglia di lavorare allontana la crisi! Ecco, la crisi, il periodo non è dei migliori infatti per le attività commerciali... - Abbiamo considerato il rischio ma se si lavora con coscienza e passione i frutti vengono fuori. Gaetano, infatti, era il più timoroso, ma poi io ed Enzo lo abbiamo convinto. Scelta vincente! Avete effettuato promozioni o Menù speciali? - Certo! Dal 5 al 25 agosto ab-

biamo fatto "Pizza gratis". Chiunque venisse a mangiare al tavolo non pagava la pizza, ma solo le bevande. Ci è stata tantissima gente che poi è tornata anche dopo il periodo promozionale! Il 20 settembre prossimo, invece, proporremo un menù di pesce completo a soli 30 euro a persona! Paola e Rita sono le figlie di Giovanni, che coadiuvano l'attività dei tre amici imprenditori. Ragazze, un commento! - Hanno avuto tanto coraggio ad aprire in un momento in cui vediamo che le attività chiudono. Ma abbiamo creduto in loro e hanno avuto ragione. Nostro padre poi non si è mai tirato indietro. Lui è così, non sa stare senza mettersi in gioco! E poi la passione e la qualità sopravvivono anche alla crisi. Signor Aristei, perché venire a mangiare a "La Locanda del Frate"? - Perchè è accogliente, i prezzi sono buoni e si mangia davvero bene. Da un primo piatto da assaporare con calma alla pizza prima di andare al cinema, offriamo tutto con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Abbiamo l’ambiente ideale per una famiglia che vuole mangiare fuori, magari anche in un bel giardino per i propri bambini. Una massima di H.Ford potrebbe quindi a buon titolo essere riadattata al nostro articolo: "Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo". "La Locanda del Frate" di via San Pio X a Santa Maria degli Angeli è aperta per la cena tutti i giorni, tranne il lunedì. Domenica aperto anche a pranzo. È gradita la prenotazione al numero 075 - 8040390.


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INTERVISTA A GIANLUCA RIDOLFI CONSIGLIERE COMUNALE DELLA LISTA GIOVANI BASTIOLI

Ridolfi: “Alle prossime elezioni ci sarò. I giovani in un Consiglio Comunale sono importanti” di FRANCESCO BRUFANI

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he giudizio dai

alla tuaesperienza politica? - Sicuramente positivo anche se inizialmente mi ci è voluto un po’ di tempo per capire il funzionamento della macchina amministrativa. Adesso sto dando appieno il mio contributo. Inoltre è stato piacevole trovare un Sindaco e una maggioranza innamorati della città e con tanta voglia di migliorarla. Ti abbbiamo visto impegnato anche nell’arredamento urbano. A quali interventi hai lavorato? - C'è da dire che la delega dell'arredamento urbano è dell'assessore Marcello Mantovani. Personalmente ho dato il mio contributo nel risistemare i cartelli della pubblicità. Grazie alla collaborazione di privati abbiamo trovato un accordo per la sistamazione delle pensiline degli autobus che verranno ristrutturate e riverniciate. Da poco abbiamo sostituito le vecchie panchine di viale Umbria. A costo zero abbiamo risistemato le fioriere di piazza Mazzini raggruppandole davanti la sede della Pro Loco creando

così uno spazio piacevole dove ci si può sedere e conversare. Inoltre stiamo ultimando le pratiche per l'acquisto di totem informativi da collocare in piazza Mazzini vicino agli edifici di valore storico come la Chiesa di Santa Croce, porta Sant'Angelo, Rocca ecc.ecc. Finito il primo stralcio faremo la stessa cosa per il centro storico di Costano e Ospedalicchio. Appena possibile verrà arredata la rotonda di via Gramsci/ via San Costanzo molto importante perchè è uno dei principali ingressi alla città. Dalle pagine del nostro giornale comunicasti che alcuni macchinari dell’azienda Franchi sarebbero stati ricollocati in aree urbane. In che modo? L'idea è di collocarli all'interno delle rotatorie o piazze che sorgeranno nella moderna e tecnologica area Franchi, per ricordare che in quel luogo della città c'è stata una realtà industriale molto importante per Bastia. Colgo l'occasione per ringraziare la famiglia Franchi per la disponibilità e per aver donato alla città questi pezzi di archeologia industriale.

Sappiamo che ti impegni anche riguardo la raccolta dei rifiuti. I cittadini non sono del tutto soddisfatti. Secondo te che cosa c’è da migliorare e che cosa invece è stato fatto di buono? - L'assessore all'ambiente è Francesco Fratellini. Con lui collaboro per quanto riguarda le segnalazioni o problemi inerenti alla raccolta dei rifiuti. La scelta di questa amministrazione è stata quella di coprire l'intero territorio comunale con la raccolta differenziata; ad oggi stiamo raggiungendo buoni risultati anche se c'è ancora molto da lavorare per cambiare alcune abitudini. Capisco che separare i rifiuti è più impegnativo del vecchio metodo, ma ai cittadini chiedo il massimo impegno per il bene della natura che ci circonda. Ricordo che le discariche sono al limite e il riciclo è l'unica strada. Per quattro anni l'amministrazione Ansideri è riuscita a non aumentare la Tarsu oggi è uscita questa nuova tassa statale (Tares) dove il comune ha pochi ridottissimi margini di decisione economica. Che opinione ti sei fatto dopo 4 anni di Amministrazione di centrodestra? - Sicuramente all'inizio si è pagato lo scotto della prima esperienza amministrativa, però voglio ricordare alla gente che dal 2009 ad oggi, cioè da quando a Bastia governa il centro destra, ci sono stati tagli ai trasferimenti statali per circa 5 milioni di euro, ed è di questi giorni la notizia che il nostro Comune verrà privato di altri 800mila euro. La bravura del centro destra è stata quella di riuscire a gestire bene i fondi e di garantire,

con meno soldi, gli stessi servizi ai cittadini. Ad ogni modo tra poco verranno finiti i lavori all'ex commercialetto dove verranno ospitati anche gli uffici della polizia municipale e ci permetterà di risparmiare i soldi degli affitti. Sta per terminare il primo stralcio dei lavori della Chiesa di Sant'Angelo la quale diventerà un punto di ritrovo per i bastioli e che contribuirà a far vivere il nostro centro storico. Un intervento molto importante è stato anche la sostituzione dei corpi illuminanti dei lampioni, ora la città è illuminata in modo migliore e più economico. Inoltre voglio ricordare l'intervento, per me molto significativo, che è stato fatto nei primi periodi di amministrazione, alla rocca Baglionesca il quale contribuisce a rendere Bastia più bella. Altri interventi in programma sono il sottopasso di via Firenze e la rotatoria di via Roma quest'ultima approvata nell'ultimo consiglio comunale, due veri "tappi" per la viabilità cittadina. Il mio giudizio nel complesso è positivo. Ti ricandiderai alle prossime elezioni? - Sì. Alle prossime elezioni ci sarò! Quindi la Lista dei Giovani Bastioli verrà ripresentata? Certo. La componente giovanile dentro un consiglio comunale è molto importante. In base alle nuove regole,che vedono la diminuzione di assessori e consiglieri, bisognerà intavolare una strategia perchè questo avvenga.

Come vedi la nascita a Bastia dei movimenti 5 stelle, Libere Frequenze, a Ruota Libera? Secondo me la nascita di qualsiasi movimento che si interessi della città è da considerarsi positivo. Che ne pensi della ricandidatura a sindaco di Stefano Ansideri? - Stefano Ansideri è la persona giusta per fare il sindaco di questa città, è riuscito ad amministrare la cosa pubblica in maniera assolutamente trasparente e con passione, mettendo tutti i cittadini sullo stesso piano. Secondo me questo è stato il vero cambiamento! E' un sindaco che vive Bastia e che tocca con mano le problematiche dei bastioli, è un amministratore al servizio della gente. A mio parere 5 anni di mandato non sono sufficienti per lasciare un'impronta significativa, mi auguro che i bastioli, alle prossime elezioni, gli rinnovino la fiducia per portare a termine il suo "progetto Bastia". Definisci in una sola parola Gianluca Ridolfi? - Pragmatico.


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SALUTO a Luca Passeri e Maurizio Maitini

L’ELZEVIRO di Vittorio Cimino IL PROBLEMA DEL MALE (5)

Luchino e Sgassone eheh eheheh ohoh ohoh ohoh. Non potevamo che iniziare così quest'articolo, ovvero con il coro intonato dai Mad Boys nella trasferta di Pistoia per ricordare chi purtroppo prematuramente ci ha lasciati.

Il prof. Cimino riprende “il problema del male”. Nei prossimi mesi affronterà argomenti di interesse generale.

Luca e Maurizio, che tutti a Bastia conoscevano meglio come Luca Passeri e Maurizio Maitini, i primi a sinistra nelle “Luchino” e “Sgassone”, erano foto, insieme ad altri tifosi dell’AC Bastia due ragazzi di cuore con la grande passione per la nostra città e per l'A.C. Bastia 1924. Entrambi sono venuti a mancare questa estate lasciando un segno indelebile nelle persone che a loro volevano bene, noi per primi. Forse la vita li ha messi di fronte a delle prove fin troppo dure facendoli così cadere davanti a chi purtroppo ha avuto la meglio. Noi lì vogliamo ricordare liberi e forti come parte del nostro gruppo i Mad Boys. Insieme scendevamo al comunale e in trasferta per vedere il nostro amato Bastia, insieme, in quei momenti tornavamo ad essere i ragazzi spensierati di qualche anno fa. Per quanto riguarda Sgass, bisogna ricordare che è stato anche un grande calciatore e aveva egli stesso vestito la maglia della nostra squadra del cuore. Molti lo ricordano come un ragazzo "matto" e fin troppo sveglio, a Bastia veniva definito "togo" e molti ricordano le storie narrate su di lui, vere o finte che fossero, come ad esempio quella che lo vedeva chiudere il blocca sterzo del suo "SI" mentre impennava tra due auto, altre raccontate da lui stesso, spesso al microfono del pullman mentre si andava in trasferta. Purtroppo non lo incontreremo più lì in Piazza Mazzini dove se volevi vederlo sapevi di beccarlo di certo. Pensando a Luchino, inevitabile non pensare all'ultima "trasferta", fatta con i suoi amici Mad Boys, trasferta, non per una partita di calcio, ma per partecipare ad un torneo a Macerata, con altre tifoserie, per commemorare un ragazzo marchigiano anch'egli scomparso prematuramente, in quel tragitto in auto fino a Macerata, Luchino esternava la sua felicità per il prossimo campionato, e questo perché non aveva potuto vedere ancora il Bastia in serie D, finalmente il maledetto DASPO era finito, e Luchino avrebbe potuto riprendere il suo posto affianco ai Mad Boys, la sorte ha però deciso per lui un finale diverso. A voi amici che ci avete lasciato, vogliamo dire che forse più di ogni altro, i MAD BOYS hanno saputo guardare in fondo al vostro cuore, andando oltre i pregiudizi, noi vogliamo ricordarvi per ciò che eravate realmente, con la vostra simpatia e le vostre debolezze e la vostra sana follia e sappiate che il vostro posto lì in tribuna al nostro fianco sarà sempre per voi, perché siamo certi che da lassù esulterete ancora ai goal della nostra squadra... Ciao Luchino, Ciao Sgass per sempre Mad Boys !!!!!! Gli amici dello stadio . Mad Boys 1991

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l male è stato commesso persino in nome di Dio. Si è osato gridare “Dio lo vuole” per gli orrori delle crociate e dei tribunali della Controriforma. È più accettabile, per il credente, semplice o complesso che sia il suo intelletto, la risposta che Dante ha messo in versi con lo “State contenti umana gente al quia” (purgatorio c. III) che volgarizzata al massimo equivale a: “se non vuoi sfociare nell’incredulità o nella follia, accetta il mistero e non chiedere di capirlo durante la tua vita terrena”. Ho cercato di semplificare la somma dei problemi per la comprensione di chi non ha fatto studi di filosofia e spero di esserci riuscito, ponendomi nella posizione del teorema di Touring (sociologo americano) il quale sostiene che non esiste il problema incomprensibile per un’intelligenza non nutrita di filosofia, incomprensibile può essere il modo di presentare il problema. L’altra alternativa sarebbe: portare a conoscenza di tutti che l’infinita bontà di Dio padre non è da mettere in discussione, perché amore-bontà è l’essenza stessa di Dio e la presenza del male, malgrado l’amore infinito, si può capire solo mettendo in discussione l’onnipotenza di Dio. Egli non sempre riesce a liberarci dal male, non perché non vuole o perché lo permette (numero uno degli assurdi attribuiti incautamente a Dio) ma perché onnipotente non è. D’altra parte non sono poche le voci autorevoli che affermano che la fonte di questa qualità di Dio è San Girolamo che nel tradurre dal greco la parola che significa signore di tutte le cose (in greco pantocraton) non volle rendere come sarebbe stato corretto in latino, il concetto con le parole “Dominus omnium rerum” e decise di comprimere il concetto in una sola parola, la parola che andava bene, secondo il suo arbitrio, fu omnipotens, onnipotente appunto, e così nacque l’onnipotenza di Dio, che non si trova in nessun altro documento o pagina sacra precedente a San Girolamo, lo affermano i più autorevoli studiosi della materia. In appendice al problema del male, visto da me desidero aggiungere una riflessione su una notissima pagina dei vangeli: quando Gesù dice: “Chi non ha peccato scagli la prima pietra” (episodio dell’adultera salvata dalla lapidazione) nessuno scaglia la pietra. Ma questo non vuol significare che possiamo peccare allegramente perché non ci possiamo sottrarre al male e, inoltre, che i più sensibili possano contare sul perdono, perché l’ha detto Gesù. Il significato vero dell’episodio si chiarisce nel fatto che Gesù non dice all’adultera semplicemente vai, nel qual caso potrebbe significare “Tanto gli uomini sono tutti peccatori, nessuno può giudicare i propri simili”. La spiegazione sarebbe incompleta. Gesù dice: “Va e non peccare più”, cioè è possibile sbagliare ed è possibile ottenere il perdono per il male commesso, ma a condizione che nel peccatore ci sia il pentimento e il proposito di cambiare vita.


BASTIA UMBRA

numero 6 - SETTEMBRE 2013

IERI OGGI DOMANI

40° anno di fondazione dell’AVIS Comunale di Bastia Umbra Una bella manifestazione, pensata, curata nei particolari e partecipata, offre la visione ricca del tempo che scorre ed è ben vissuto di GIAMBA ARDISSONE

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’intitolazione della rotonda di Via Firenze ai Volontari AVIS e AIDO ha dato inizio alla Giornata ricordo del 40° di fondazione della locale Sezione AVIS. Il Presidente Giulio Provvidenza accogliendo i presenti, ha dato la parola per i saluti e alcune riflessioni, al Sindaco di Bastia Umbra Stefano Ansideri, al Consigliere di AVIS Nazionale Gildo Moscoloni. Il Presidente dell’AVIS Regionale dell’Umbria Giovanni Magara ha sottolineato che occorre continuare ed incrementare l’adesione all’Associazione per consentire a tutte le persone, che ricevono le cure sul territorio regionale, possano ricevere il dono prezioso della trasfusione necessario alla loro vita. Infine il Presidente dell’AVIS Provinciale Perugia Mario Giuli ha sottolineato quanto sia importante la collaborazione sul territorio tra le varie sedi Comunali con la riprova che viene nel vedere la presenza di 26 labari delle AVIS e AIDO umbre e toscane, capeggiati dal Gonfalone del Comune di Bastia Umbra. Sulla stessa rotonda, c’è una lapide che ricorda il dott. Vittorio Formentano, fondatore dell’Associazione assieme ad altri valorosi con la scritta “Dio a noi ha

Prossimamente sulla WEB TV di Terrenostre tutta la verità sul taglio dei pioppi lungo il Chiascio

L dato il sangue gratuitamente e noi lo doniamo gratuitamente”. Lapide posta nell’anno 2000 a ricordo del 28° anno di fondazione. Ha preceduto l’intitolazione della rotonda, la deposizione di fiori al monumento dei Caduti, accompagnati dalla musica della Banda di Costano che ha solennizzato questi momenti. Successivamente tutti hanno partecipato alla Liturgia domenicale officiata dal Parroco don Giuseppe Pallotta che, alla luce della Parola proclamata, ha incoraggiato i Donatori AVIS e AIDO a continuare il loro prezioso servizio nella comunità, senza alcuna distinzione per le persone che rice-

vono il sostegno delle donazioni. Presso la chiesa museo di Santa Croce, nella bella cornice scelta appositamente dal Presidente Provvidenza per coniugare la bellezza del luogo con la riconoscenza ai Donatori, ha cominciato a consegnare attestati, pergamene, medaglie e benemerenze ai Fondatori dell’AVIS Comunale di Bastia e molti Donatori per sottolineare la continuità nel tempo, del loro donare il sangue. E’ stato premiato anche il Sindaco Stefano Ansideri, con la medaglia d’oro, in quanto ha effettuato nel tempo un alto numero di donazioni. Donare sangue è un gesto di riconoscenza che deve coinvolgere la famiglia e la scuola perché tante volte è grazie a questo gesto gratuito che si contribuisce a salvare vite umane. Con il tempo e capendo l’importanza, i ragazzi arrivati ai 18 anni, sentiranno la bellezza di aderire all’invito della prima donazione, superando anche quel momentaneo timore dell’ago, perché attraverso quell’ago ogni Donatore sceglie di condividere la vita, con persone che non si conoscono e che hanno bisogno, e questo è il bello della gratuità. Per poter sensibilizzare queste giovani generazioni, per questa importante ricorrenza l’Associazione ha organizzato “Rock ‘n’AVIS”, una rassegna canora di gruppi giovanili del territorio, che si sono esibiti nella suggestiva cornice dei Giardini Pubblici della città, nel giorno precedente ai festeggiamenti di rito. Il pranzo sociale presso il ristorante Camping ha rinsaldato l’amicizia tra i Donatori di Bastia e i rappresentanti delle diverse consorelle Umbre e Toscane venute a condividere la festa per il 40° anno di Fondazione dell’AVIS.

’abbattimento degli alberi nel l’ansa del fiume Chiascio oltre a lasciare sbigottiti i numerosi frequentatori del percorso verde ha fatto salire il termometro della politica bastiola. Per questo motivo la redazione TV di Terrenostre, di prossima apertura, ha deciso di effettuare un servizio su tutta la vicenda interpellando tutti gli attori protagonisti e normali cittadini. Il servizio, che si trova nelle fasi di montaggio si compone di numerose testimonianze con una ricostruzione molto vicina alla realtà. La sua messa in onda avverrà nei prossimi giorni all’interno della sezione TV del nostro portale: www.terrenostre.info e su facebook. È stato un lavoro immane, almeno per noi che ci troviamo alle prime esperienze nel settore video, ma siamo convinti che entro breve tempo saremo in grado di raggiungere velocemente buoni riscontri tecnologici e comunicativi. Sperem. L’oasi intorno al fiume Chiascio che collega il quartiere di XXV aprile con il centro storico e la piazza è un polmone verde che rende la città più a misura d’uomo. Purtroppo, allo stato attuale dei fatti, ci si è ridotti a stabilire di chi sono le responsabilità. Per l’occasione abbiamo ricostruito le varie dinamiche e sentito varie testimonanze tra cui quelle di Filiberto Franchi, Vannio Brozzi, Stefano Ansideri, Francesco Fratellini, Elisabetta Cuppoloni (Movimento 5 stelle) e alcuni cittadini. Non anticipiamo altro. Buona visione e veniteci a trovare su www.terrenostre.info


numero 6 - SETTEMBRE 2013

COSTANO DI BASTIA UMBRA

IN PAESE

40a Sagra della Porchetta di Costano

12 GIORNI DI CORTEGGIAMENTI DI UNA BELLA SIGNORA

UN’EDIZIONE ENTUSIASMANTE

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er l’edizione 2013, la Sagra della porchetta era stata immaginata come una bella Signora, ufficialmente quarantenne, ma un po’ civettuola nel nascondersi qualche ruga e sei anni di vita (essendo nata nel 1968). Una Signora viva e vitale, in gran forma per presentarsi ai tantissimi suoi estimatori e corteggiatori, pronta ad accoglierli con il consumato stile, sicura della qualità del prodotto da offrire, lo storico arrosto di maiale di Costano e dell’ottimo servizio da prestare nei 12 giorni di festa in suo onore. E così è stato! La sera prima della festa era stata pensata come che volesse festeggiare i suoi 40 anni in maniera esclusiva e come non aveva mai fatto, imbellettandosi a dovere e scendendo in piazza a raccontare storie passate di chi, insieme all’ intero paese di Costano, l’aveva resa bella e l’aveva apprezzata nel corso degli anni passati e a raccontarsi a chi magari l’aveva scoperta solo da poco tempo. Ed è stato un successo! Era stato programmato anche che si presentasse in piazza con un suo amore giovanile, una bottiglia di rosso Rubesco delle cantine Lungarotti, anch’esso vestito a festa e ideato in esclusiva per il suo compleanno. Ed è stata una piacevole sorpresa! Certamente la bella Signora non ha deluso, nè gli ospiti a cui aveva dato appuntamento in piazza, né la schiera dei suoi estimatori che, come per un appuntamento virtuale, l’hanno apprezzata e corteggiata durante le serate a lei dedicate. E del resto Lei non è abituata a deludere, semmai a stupire anno dopo anno, “nel solco della tradizione”. E come se non bastasse, stavolta si è anche superata, dal momento che l’occasione del suo quarantennale è servita per richiamare a tutti quanto sia importante, oggi più di ieri, la ricerca delle proprie radici e il richiamo delle antiche tradizioni. Al punto che, al suo congedo, nell’intera piazza è risuonato, accompagnato dalle splendide note dell’Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, questo messaggio, sintesi e significato della serata vissuta: “Stasera abbiamo rivisitato vecchie e nuove storie, di uomini e donne di un intero paese. Storie di vita vissuta in nome di un’antica e radicata tradizione. Perché certi legami, i riti antichi, i miti del passato te li senti dentro. Stasera volevamo capire il senso di una festa che nel corso di 40 anni ed oltre è rimasta fedele ai principi ispiratori e alle proprie radici. Altre storie racconteranno uomini e donne protagonisti negli anni a venire, per altri ancora che vorranno capire. E così ancora… Perchè è proprio vero: se vuoi capire l’anima che hai, oggi e sempre, ricerca sempre le tue radici”. Ed è stata anche commozione! Complimenti bella Signora! Aspetteremo un anno il tuo ritorno. Ci sia lieve l’attesa. Lucio Raspa

“Nel presentarla ci auspicavamo di poterla ricordare nel tempo come un’ edizione caratterizzata da una spiccata unicità ed esclusività. Crediamo di aver centrato l'obiettivo” di ANTONIETTA MESCHINI Presidente del Gruppo giovanile di Costano

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a chiuso i battenti domenica 1 settembre la 40a edizione della Sagra della porchetta di Costano. Nel presentarla ci auspicavamo di poterla ricordare nel tempo come un’ edizione caratterizzata da una spiccata unicità ed esclusività. Crediamo di aver centrato l'obiettivo. Tante sono state le iniziative che il Gruppo giovanile ha proposto in occasione del quarantennale, a cominciare dalla selezione di 500 bottiglie di Rubesco Lungarotti con le quali abbiamo inteso rinverdire un antico connubio tra il famoso rosso e la porchetta di Costano. La tavola rotonda nella serata di mercoledì 21 agosto ha ripercorso le prime 40 edizioni della festa, con tutto il loro bagaglio di storia, ricordi, immagini e tradizioni. Il museo del porchettaio, allestito per la prima volta all'interno del Castello trecentesco e più in generale tutta la piazza è stata teatro di un intenso programma collaterale. Il tortello "Quaranta" ideato per l'occasione, farcito di porchetta e realizzato grazie al contributo determinante di Enea Barbanera, chef di primissimo livello, nato e cresciuto a Costano, ha

impreziosito il tutto, così come la qualità delle orchestre, i migliori dj e l'entusiasmo di tutti i componenti del Gruppo giovanile. Si è trattato dell'ennesima riprova di come il legame tra Costano e il suo prodotto tipico vada ben oltre l'aspetto gastronomico e permetta ogni anno il ripetersi del "miracolo" della Sagra, "un’ emozione" a cui la nostra gente si dedica dando il meglio di sè e alla quale, a nome di tutti i ragazzi del Gruppo giovanile, dico “GRAZIE”. Sono stati 12 giorni impegnativi ed entusiasmanti allo stesso tempo, densi di appuntamenti che ne hanno scandito l'incedere. Rimarranno per sempre nei nostri occhi le migliaia di persone che hanno voluto visitare il nostro paese, così come le file davanti a tutti i chioschi per degustare le nostre specialità gastronomiche e soprattutto il fiume di gente che ha letteralmente preso d'assedio il chiosco per noi più importante, quello di "sua maestà la porchetta". Un successo, sotto tutti i punti di vista, che ci riempie il cuore di gioia, per un’ edizione impegnativa, ma soprattutto entusiasmante. Arrivederci dunque, alla prossima, con l'augurio che per la Sagra della porchetta di Costano il meglio debba ancora venire.


BASTIA - PALIO DE SAN MICHELE

numero 6 - SETTEMBRE 2013

PRESENTATO IL VOLUME “PALIO DE SAN MICHELE 50 ANNI DI PASSIONE.

COLORI CHE UNISCONO, COLORI CHE 450 pagine e oltre 900 fotografie fermano nel tempo 50 anni di pensieri, del Palio de San Michele. Il volume, edito dalla casa editrice Futura Edizioni, sezioni tematiche, tra cui un catalogo che racconti gli eventi di ogni anno di FRANCESCO BRUFANI

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n’affollata chiesa di Santa Croce ha applaudito la presentazione dell’atteso volume “Palio de San Miche le 50 anni di passione. Bastia Umbra”, tenutasi lo scorso 5 settembre. Il volume celebrativo è stato prodotto dall’Ente Palio de San Michele: testimonianze, articoli di giornale, ricordi, documenti, fotografie e materiale inedito, un percorso di parole e immagini per spiegare le origini, il significato e lo spirito di questa festa. Alla presentazione sono intervenuti il coordinatore dell’Ente Palio Vanessa Capocchia, il sindaco di Bastia Umbra Stefano Ansideri, il parroco don Giuseppe Pallotta, il presidente della Pro Loco di Bastia Daniela Brunelli, il coordinatore del progetto editoriale Gianluca Falcinelli, la regista Sofia Scandurra, autrice della prefazione, e la curatrice del volume la giornalista Sara Stangoni. FAP Foto

Il volume racchiude, in un’elegante veste grafica, 450 pagine e oltre 900 immagini che fermano nel tempo 50 anni di pensieri, progetti e ambizioni di questa festa, momenti significativi per tanti cittadini che hanno permesso con il loro entusiasmo e la loro passione di portare avanti, anno dopo anno, questa manifestazione, nata dall’intuizione dell’allora parroco don Luigi Toppetti. Il volume, edito dalla casa editrice Futura Edizioni, è diviso in quattro sezioni tematiche: si apre con “La storia e le persone”, segue il catalogo che descrive anno per anno, dal 1963 al 2012, quanto successo in ogni edizione. Notevoli e affascinanti i bozzetti delle scenografie e dei costumi di scena e le battute estrapolate dai copioni delle Sfilate, gli spettacoli teatrali che trasformano la piazza di Bastia e incantano ogni anno il pubblico. Seguono le sezioni dedicate al Minipalio e alle statistiche. Il volume sarà acquistabile per tutto il mese di settembre presso la sede dell’Ente Palio, la Pro Loco, la mostra d’arte presso la chiesa di Santa Croce (1929 settembre) e all’interno delle quattro taverne rionali durante il Palio. A seguire, sarà distribuito nelle librerie dell’Umbria. Alla curatrice dell’opera, Sara Stangoni, va il merito di aver saputo documentare non solo 50 anni di storia del Palio, ma anche di intraprendenza cittadina. Un volume sicuramente importante per la storiografia bastiola e la conoscenza dell’evoluzione culturale.

“Portella […] sfoggia, come sua abitudine da alcune edizioni, un imponente carro passato alla storia: King Kong seduto comodamente su un'auto blu. Che ovazione quando entra in piazza! Tirano un sospiro di sollievo i portellani, dopo gli imprevisti nella preparazione: "Date le dimensioni del carro - si racconta fu chiesto a Franchi di prestarci un’anta del suo capannone. Nel riporre il carro dentro non tennero conto dei cavi dell’alta tensione, lì toccarono con la punta del carro e …" (Tratto dal capitolo sull’anno 1987)


numero 6 - Settembre 2013

BASTIA UMBRA”

DIVIDONO progetti e ambizioni è diviso in quattro

BASTIA - PALIO DE SAN MICHELE PALIO DE SAN MICHELE 51° EDIZIONE

SI RIACCENDE LA FOLLIA DEL PALIO "L'importante è vincere il Palio. Sì, perché il Palio si vince o si perde. Al Palio non si arriva secondi o terzi. Il Palio è l'antiolimpiade. L'importante è vincere, non partecipare" (Paolo Vagheggi, La Repubblica)

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FAP Foto

o scorso anno Moncioveta non ha lasciato spazio, con il recupero nell'ultima frazione della Lizza (e la conseguente vittoria) e il primo posto nella Sfilata “C’era una svolta…”, ha tinto di rosso il 50esimo Palio de San Michele. Festeggiato il mezzo secolo, i quattro rioni sono pronti a scendere nuovamente in sfida per la 51esima edizione, che si terrà dal 19 al 29 settembre. A disegnare l’ambito stendardo è stato il giovane Francesco Valorosi, vincitore del concorso indetto dall’Ente Palio: “Ho voluto realizzare la figura del Santo patrono in bianco e nero – sottolinea l’autore - dandogli così un’identità IMAGO.IT statuaria in modo da evidenziare l’imponenza, la purezza e la neutralità di san Michele Arcangelo rispetto alla festa”. Emozioni, lacrime, speranze, amicizia, rabbia, divertimento, fantasia, competizione e magia. Il Palio di Bastia Umbra è il frutto di un sortilegio, ricrea d'incanto un religioso spirito di unione e solidarietà, accanto ad un indiscutibile arricchimento culturale. Competizione e aggregazione sono i due aspetti che più emozionano i protagonisti della festa (e spesso anche i suoi spettatori); confrontarsi con gli altri, dimostrare le proprie capacità, “portare in piazza” il risultato della propria creatività, avere paura di commettere errori, gioire per la vittoria o soffrire per la sconfitta, FAP FOTO sono tutte emozioni individuali che si vogliono però condividere con il resto del gruppo. Superata l’emozione iniziale si riesce a dare il meglio di sé, sia per dimostrare la propria valenza, sia per contribuire al prestigio del proprio rione. Le sfide sono alle porte e i rionali non smettono da oltre un mese di provare le gare sportive, costruire gli spettacoli, creare le scenografie e i costumi, distribuire nelle scene le centinaia di partecipanti, apportare l’organizzazione delle cucine. La festa del Palio de San Michele è un’emozione contagiosa. Si recita per gioco, si gareggia per gioco, ci si mette continuamente in gioco, si accettano le regole del gioco ed i suoi risultati. Perché alla fine, il Palio è davvero… tutto un gioco. (Sara Stangoni)


CULTURA/BASTIA UMBRA Dermatologia

Medicina estetica Dott. Giulio Franceschini

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Finita l’estate é ora di controllare la nostra pelle

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inita l’Estate è tempo di controllare la nostra pelle ed i possibili danni che i raggi solari hanno esercitato invecchiando le zone esposte con macchie, nevi o con l’aumento delle rughe. L 'esposizione eccessiva ai raggi solari è infatti un sicuro fattore di rischio. Ma perché il sole eccessivo danneggia la nostra pelle? Nonostante l’effetto protettivo delle creme solari e dell’abbronzatura, i raggi UV riescono a penetrare e raggiungere il derma, danneggiando il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati ed anche dopo una scottatura solare la pelle sembra tornare come prima. A volte, però, i raggi solari, possono provocare un danno attinico che può trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata fino a generare basaliomi o melanomi. In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene (le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle) accelerando così le rughe e le pieghe d’espressione che, dopo ogni Estate, appaiono più visibili. In altre parole, troppo sole fa invecchiare più velocemente la nostra pelle aumentando macchie e nei. Per poter tenere più facilmente sotto controllo i nevi, specie se sono numerosi o se sono a forma irregolare e molto scuri, è bene farne una mappatura, indicando la loro posizione su un disegno che riproduce il corpo e fotografandone colori, forma e aspetto dermoscopico. È buona regola sottoporsi dopo l’Estate ad una visita di controllo con esame dermatoscopico ad EPILUMINESCENZA di tutti i nevi, da ripetere almeno una volta l’anno, o immediatamente quando attraverso l’autoesame si individua una lesione o una macchia sospetta. Questa metodica, se utilizzata da esperti dermatologi dermatoscopisti, rappresenta un valido ausilio nella diagnosi delle neoformazioni pigmentate cutanee, in quanto consente di individuare carcinomi cutanei o melanomi in fase iniziale, prima ancora che possano determinare danni irreversibili ed evitando asportazioni chirurgiche troppo invasive. Una diagnosi precoce, oltre che salvarci la vita, ci assicura cicatrici più piccole ed esteticamente più belle.

Via Alessandro Volta, 18 - Bastia Umbra (PG) 075.8000308 www.giuliofranceschini.it

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Una scultura parte di una rappresentazione scenica del rione San Rocco, realizzata per la sfilata del Palio de San Michele del 1998, dal titolo “Flash Gordon”, ristrutturata dall’artista bastiolo Lucio Castellini, campeggia davanti al Campo de li Giochi di Porta Romana a Foligno

Lucio Castellini (in arte Camacho): la storia del cavallo di Foligno di SARA STANGONI

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allo scorso giugno nella rotonda di Porta Romana a Foligno, proprio davanti al Campo de li Giochi, campeggia un cavallo bianco ligneo di 4 metri, diventato monumento simbolo della Giostra della Quintana in ricordo dei suoi 400 anni di storia. La scultura era parte di una struttura scenica opera del rione San Rocco di Bastia Umbra, realizzato per la sfilata del Palio de San Michele del 1998, dal titolo “Flash Gordon”. Il carro originale era costituito da quattro cavalli identici, uno accanto all’altro, nato dall’idea di Massimo Mantovani di costruire per quella scena una quadriga Com’era il cavallo simbolo militare storico, dieprima del restauro tro bozzetto in cartone realizeffettuato da Lucio zato da Antonello Coletti. I Castellini quattro cavalli vennero realizzati con il supporto di altri rionali. Al termine dei festeggiamenti di settembre, Lucio Castellini in arte Camacho, per non far disperdere questo manufatto, li acquistò diventandone il legittimo proprietario; uno venne venduto in Italia settentrionale, due lasciati all’interno dello spazio rionale, e andati distrutti nel tempo, e il quarto, dopo alcune trattative durate qualche anno con vari acquirenti, è stato comperato da Domenico Metelli, presidente della Giostra della Quintana di Foligno. “Il cavallo esposto a Foligno - spiega Lucio Castellini - è il risultato di sei mesi di lavoro, da gennaio a giugno 2012. L’originale è stato letteralmente smontato del suo rivestimento precedentemente realizzato, ormai marcio, quindi buttato e ricostruito da Domenico Metelli presso i suoi stabilimenti, con una grafica e sagoma molto similare all’originale. L’attuale scultura è opera della mano sapiente di un bravo falegname, Mario Pilotti, con la mia direzione (anche se ho preferito rimanere “anonimo”). Dell’originale è stato riutilizzato solo parte del telaio in metallo, del quale è stato tolto il puntone davanti, graficamente sgradevole per la sua nuova destinazione, rinforzate le tre zampe che toccano in terra e verniciato con la regola dell’arte”. Il cavallo dopo il restauro collocato a Foligno davanti Porta Romana

PITTURA E POESIA

Daniela Gabbarelli e Lolita Rinforzi ci regalano emozioni Perugia - Accademia Nazionale della Civetta È la prima personale di pittura per Daniela Gabbarelli e i suoi dipinti saranno accompagnati dalle emozioni scritte da Lolita Rinforzi (redattrice di Terrenostre). Entrambe sono legate dalla passione di esprimere ciò che sentono. Daniela dipinge dal 1996 e la particolarità è che le sue tele sono di seta. Trae da questo materiale fonte d’ispirazione e tecnicamente dona ai dipinti trasparenza e luce particolare. I quadri rappresentano scene di vita quotidiana, paesaggi, ma nascono anche da immagini oniriche o mentali, come quelli dipinti ad esempio ispirandosi a delle poesie di Lolita Rinforzi.



BASTIA/SOCIALE

Nuovo Istituto Comprensivo

DENTISTI ASSOCIATI

ODONTOIATRIA LOW COST. CHE NE PENSATE? Dr. MARCO PASQUA

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l mercato odontoiatrico italiano è attualmente oggetto di un attacco da parte di operatori sanitari, italiani e stranieri, che utilizzano strategie di marketing molto aggressive, proponendo denti bianchi, belli, nuovi e “vitali” a basso costo, oltre che ovviamente a tariffe agevolate. Se da un lato la richiesta e l’esigenza di salute odontoiatrica da parte dei cittadini sono cresciute negli anni, dall’altro la crisi economica che colpisce le nostre famiglie impone attenzione a tutte le spese, comprese quelle delle cure odontoiatriche che appaiono spesso onerose. È realmente possibile una “odontoiatria low cost” nella nostra società? La maggior parte dei costi, che permettono di fornire una prestazione odontoiatrica di qualità, sono scarsamente o per nulla comprimibili. In altri termini, analogamente ad altre attività sanitarie, alla diminuzione del prezzo si associa la necessità di ridurre le valenze positive della prestazione stessa. Tra gli elementi di costo “vivo” che qualificano una prestazione odontoiatrica, è possibile identificarne almeno tre: l’operatore sanitario, i materiali e la tecnologia, l’organizzazione e il servizio. È mia opinione che l’operatore determini il principale “valore” di tutte le prestazioni sanitarie. Evidentemente, l’impiego di giovani odontoiatri provvisti di scarsa esperienza professionale o dalla formazione ancora accademica permette di ridurre i costi, ma aumenta il rischio legato all’elemento umano. Oltre ad un servizio probabilmente di maggior durata nel tempo, un professionista qualificato garantisce anche una sicurezza circa il controllo di tutto il cavo orale (compresa la prevenzione e la diagnosi precoce di tumori tutt’altro che rari in bocca). A fugare il dubbio che gli oneri del personale possano essere ridotti senza impattare sulla qualità, si consideri che lo stereotipo del “dentista ricco” è ormai un ricordo del passato, essendo il compenso dell’odontoiatra allineato a quello di molte altre attività medico-sanitarie. I materiali e le tecnologie incidono molto sui costi, ma l’uso di materiali moderni provvisti di caratteristiche di biocompatibilità, durata, precisione ed estetica – nonché le idonee apparecchiature biomediche che ne permettono l’applicazione – ha rappresentato uno dei maggiori avanzamenti dell’odontoiatria moderna. Si pensi per esempio agli impianti endo-ossei che oggi sono largamente utilizzati per la cura delle edentulie, venendo inseriti nelle ossa mascellari al fine di sostituire i denti mancanti. Ma chi di noi vorrebbe che nel proprio osso fosse inserito un impianto “low cost”, scarsamente testato dal punto di vista clinico, che potrebbe dare problemi nell’arco di qualche anno? Infine esistono i costi dell’organizzazione e del servizio fra i quali alcuni rivestono una valenza non soltanto formale (tempi di attesa, cortesia, efficienza e trasparenza nelle informazioni e nella contabilità, disponibilità a gestire le urgenze, etc), ma anche igienico-sanitaria. Prendiamo come esempio la gestione dei processi di igiene e sterilizzazione: l’odontoiatria è una attività ad alto rischio infettivo (si pensi ai virus dell’HIV o dell’epatite) e il rispetto di protocolli di igiene e sterilizzazione deve essere stringente, obbligatorio e monitorato. La presenza costante di un assistente alla poltrona, l’uso di idonei agenti chimici e apparecchiature per la decontaminazione, disinfezione e sterilizzazione degli strumenti e degli ambienti, la formazione e l’aggiornamento del personale preposto, la verifica costante degli aspetti microbiologici costituiscono soltanto alcuni aspetti del “costoso” processo. È concepibile in una società moderna accettare il rischio di trasmettere una infezione virale ad un paziente per abbracciare la filosofia del “low cost”? Nel nostro studio riteniamo che si debba fare il possibile per venire incontro al paziente anche sotto il profilo economico - ma mai nel caso che questo dovesse arrecargli un danno.

numero 6 - SETTEMBRE 2013

UNA BASTIOLA ALLA PRESIDENZA DELLA MEDIA DI BASTIA Finalmente una stabile dirigenza per la numerosa popolazione studentesca

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di Carlo Rosignoli

aola Lungarotti, nata a Bastia ha per corso i gradi di insegnamento dalla materna di Bagni di Nocera (1974) al Liceo psicopedagogico “Properzio” di Assisi (2003) per le materie filosofia, psicologia e scienze dell’educazione passando per le scuole elementari dei comuni di Assisi e Bastia (1976) e per l’Istituto Magistrale “Pieralli” di Perugia (1992). Ha ricevuto l’incarico di Preside a Gualdo Tadino (2004) presso l’Istituto d’Istruzione Superiore comprensivo di liceo scientifico, istituto professionale e per geometri; poi per 8 anni presso l’Istituto Professionale “ Emiliano Orfini” di Foligno per i settori commerciale, sociosanitario, industria e artigianato. Al decimo anno di presidenza arriva a Bastia a dirigere la scuola media “Colomba Antonietti”, le scuole dell’infanzia e primarie di Costano e Borgo I Maggio dove si prevede una permanenza di almeno 6 anni. Nel suo chilometrico curriculum, di ben 7 pagine al www.iisorfini.it, tra l’altro troviamo: Responsabile servizio Educazione Permanente e Consigliere IRRSAE Umbria, Coordinatrice commissione orientamento distretto n°4, Responsabile accreditamento regionale direttore corsi di aggiornamento e formazione docenti, Responsabile procedimento qualità e autovalutazione di istituto, Promotrice di adesione a Progetti in Rete per la promozione del successo formativo e la lotta all’abbandono scolastico, Responsabile Progetto in Rete Esperto/a nella gestione di aziende di servizi alla persona, Promotrice adesione progetto Leonardo ed altri europei. Tutta la redazione di Terrenostre porge i migliori auguri di buon servizio alla neo preside bastiola.

Brillante laurea di Giulia Boriosi Venerdì 19 luglio 2013, presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali si è brillantemente laureata nel Corso di Laurea Magistrale in Matematica la Dott.ssa Giulia Boriosi, discutendo la tesi “Analisi e confronto del VAR con altri indici operativi”. Relatore prof. Andrea Capotorti. Alla neo-dottoressa vanno le congratulazioni e gli auguri dei genitori Gianni e Anna Rita, da Carlo, Nicola, Ilaria e dai nipotini per un felice inserimento nel mondo lavorativo.

Benito Piccardi e Anna Maria Andreani festeggiano il 50° Anniversario di matrimonio Il 25 agosto 2013, presso la chiesa dell’Eremo delle Carceri di Assisi, Anna Maria Andreani e Benito Piccardi, davanti al Custode fra’Ambrogio, hanno celebrato la ricorrenza dei 50 anni di matrimonio. Ai coniugi vanno gli auguri dei figli Mauro e Stefania, dei rispettivi consorti Rita e Massimo, dei nipoti Elisa, Marco, Riccardo, Francesca, Lorenzo, dei parenti tutti, ai quali si aggiunge calorosamente anche la redazione di Terrenostre.

Antonio Serlupini e Lucia Busti festeggiano il 50° Anniversario di matrimonio Il 25 agosto 2013 Antonio Serlupini e Lucia Busti hanno festeggiato il 50° anniversario del loro matrimonio. Ai coniugi vanno gli auguri di tutta la famiglia ed una particolare dedica della nipote Maria Luisa: "Che bello essere riusciti a vivere tutti insieme questo importante traguardo ... che ci possa servire da esempio, ma soprattutto da testimonianza che il vero amore esiste e quando lo si trova bisogna fare di tutto per coltivarlo giorno dopo giorno... per non farlo appassire o distruggere. L’immagine di loro insieme è l'emblema di due persone che s'appartengono e che hanno ricevuto dalla vita il dono più raro... 'amore vero e incondizionato. Grazie nonni... vi voglio bene".



IL PERSONAGGIO

numero 6 - SETTEMBRE 2013

RAGAZZI IN GAMBA

Francesco Ansideri: studio, musica, sport, una chimica perfetta Francesco Ansideri si è brillantemente laureato in Chimica e Tecnologie farmaceutiche (CTF), votazione 110/110 e lode, all’Università degli studi di Perugia, il 12 luglio 2013, conseguendo la laurea specialistica con una tesi sperimentale sul disegno di composti contro le infezioni da Papillomavirus umano, riconosciuto responsabile dell’induzione di alcune forme di cancro, tra cui quello della cervice uterina di GIUSEPPINA FIORUCCI

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rancesco, anzi dottore, qual è il campo d’indagine del tuo lavoro di ricerca? - Il titolo della mia tesi è Disegno e sintesi di derivati 1,8 naftiridonici come inibitori della espressione delle oncoproteine E6 ed E7 del Papillomavirus umano (HPV), relatrice la prof.ssa Oriana Tabarrini. Tradotto in parole più semplici… Il lavoro di tesi ha riguardato la sintesi di 17 composti disegnati a partire da un composto di partenza, in gergo detto “hit compound”, risultato attivo nell’inibire l’espressione di 2 proteine (E6 ed E7) del Papillomavirus umano. E cosa è emerso da questo lavoro di ricerca? - Dal lavoro di tesi sono emersi dei composti con attività paragonabile o leggermente superiore rispetto all’hit compound. Impedire la produzione di queste due proteine significa arrestare la

crescita del tumore? - E’ ormai noto che queste proteine sono i principali responsabili del processo di trasformazione neoplastica delle cellule infettate da HPV (Papillomavirus umano) ovvero sono coinvolte nella trasformazione della cellula infetta in cellula tumorale, per questo vengono dette “oncoproteine”. Sperimentalmente è stato dimostrato che bloccare la produzione di queste oncoproteine permetterebbe di frenare la proliferazione sregolata delle cellule tumorali. Il Papillomavirus umano è diffusissimo ed è responsabile delle infezioni sessualmente trasmesse più comuni al mondo. - Il Papillomavirus umano (HPV) è un piccolo virus a DNA in grado di infettare i tessuti epiteliali (cute o mucose). Esistono diversi tipi di HPV che si differenziano per il tessuto preferenzialmente infettato e per la pericolosità. Le infezioni da HPV, soprattutto a livello genitale, sono molto diffuse, ma nella maggior parte il decorso è asintomatico, in altri casi, invece, il virus è responsabile di un’ampia gamma di patologie che vanno da neoplasie benigne come papillomi o condilomi fino a tumori maligni, primo fra tutti il cancro della cervice uterina. Quest’ultima è una delle patologie neoplastiche più diffuse al mondo, classificata come terza per incidenza e quarta per mortalità tra i tumori femminili. Più dell’85% dei casi interessa paesi in via di sviluppo. La prevenzione resta sempre lo strumento più valido per contrastare l’insorgere di questo tumore?

- Sicuramente l’arma migliore contro questa patologia risulta, ad oggi, la prevenzione attraverso screening regolare effettuato tramite il Pap Test: in questo modo è possibile rimuovere eventuali anomalie cellulari prima che si sviluppi il tumore vero e proprio; inoltre negli ultimi anni sono stati messi a punto dei vaccini in grado di prevenire l’infezione da parte di tipi maggiormente pericolosi di HPV, destinati alla somministrazione su ragazze in giovane età. Soggetti già entrati in contatto con tali virus, prima della vaccinazione, non sono però protetti. Francesco, quali saranno gli sviluppi di questo lavoro di ricerca? - Sarebbe bello poter dire che queste molecole diventeranno dei farmaci. In realtà il lavoro si trova ancora in una fase preliminare e la strada che porta alla scoperta di un nuovo farmaco è molto lunga, e spesso si rischia l’insuccesso. Ciononostante verranno condotte ulteriori indagini su questi composti allo scopo di valutare il loro potenziale terapeutico e parallelamente si effettueranno ulteriori

modifiche chimiche per migliorarne le caratteristiche. Nel 2007 ti sei diplomato in flauto presso il conservatorio di Perugia, fai parte del gruppo musici della compagnia Balestrieri di Assisi, pratichi la pallavolo e lo scorso anno hai giocato con l’Assisi volley nel campionato regionale di serie D, ti alleni assiduamente e hai scritto la tua tesi di laurea in inglese, i complimenti te li meriti proprio tutti! - Grazie prof, ma forse non me li merito tutti questi complimenti, anche perché per laurearmi ho impiegato qualche tempo in più rispetto al previsto e sono sicuro che ci sono tanti ragazzi, compagni di corso e non, ai quali spetterebbero questi elogi.


ECONOMIA

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Risparmio Energetico

www.umbria.casaclima-network.info

di ANTONIO DEL MORO

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’associazione CasaClima Network Umbria" è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro. Si è costituita nel giugno 2013 ed ha come obiettivo principale quello di promuovere e coordinare sul territorio regionale il progetto CasaClima, attraverso attività di informazione e promozione, assistenza e supporto alla certificazione CasaClima, formazione e aggiornamento professionale rivolto a tutti gli operatori del settore. Il Network è formato da professionisti con specifiche competenze tecniche che hanno frequentato i corsi di formazione CasaClima. Scopo dell'Associazione è informare e sensibilizzare addetti ai lavori e non, sul corretto uso dell’energia, nel rispetto dell´ambiente, operando tanto nel settore delle nuove costruzioni quanto nell’attività di riqualificazione e ristrutturazione di edifici esistenti; inoltre promuove sul territorio un nuovo modo di pensare, costruire e abitare gli edifici, cercando di coinvolgere attraverso l'or-

EDILIZIA

Nasce “CasaClima Network Umbria”

Si costituisce il Network “CasaClima Umbria”, un’associazione di pubblica utilità per promuovere lo sviluppo sostenibile nel settore delle costruzioni

ganizzazione di eventi formativi, di manifestazioni informative e di iniziative mirate, tutti i protagonisti del processo edilizio: Committenti, Progettisti, Aziende, Imprese costruttrici e Pubbliche Amministrazioni; ben consapevoli del fatto che solo attraverso un'azione congiunta di operatori qualificati si possono raggiungere determinati obiettivi. L'intento è di offrire al nostro territorio nuove opportunità di sviluppo economico, qualificare e far crescere tecnici, imprese e aziende locali, coniugare innovazione e tradizione, costituire un punto di riferimento culturale e tecnico per tutti coloro che vogliono operare secondo uno standard di qualità elevato, opportunamente verificato in fase progettuale e di cantiere. Le prime iniziative dell’associazione prenderanno corpo in occasione della quinta edizione della Fiera KlimaHouse Umbria, che si terrà presso il

Centro Fieristico “Maschiella” di Bastia Umbra nei giorni 18, 19 e 20 ottobre 2013. L’importante manifestazione, una delle due versioni itineranti della rassegna Klimahouse che si svolge ogni anno a Bolzano, propone l’esposizione di una selezione dei prodotti e sistemi più innovativi nell’ambito dell’edilizia sostenibile; inoltre sono previsti convegni e visite guidate presso edifici ecosostenibili sul territorio umbro che hanno applicato i criteri di efficienza energetica. In collaborazione con la Fiera Klima House Umbria e con il patrocinio della provincia di Perugia, il Network organizzerà una giornata dedicata alle famiglie e ai bambini sul tema della sostenibilità: “CasaClima Family”. Sarà indetto un concorso artistico di disegno rivolto ai bambini, al fine di formare le nuove generazioni sul tema della casa ecologica e confortevole che rispetta l’ambiente. Il tema del concorso sarà “La mia casetta CasaClima”. Possono partecipare tutti i bambini delle scuole elementari della regione Umbria; le opere eseguite a tecnica libera

senza limiti alla fantasia, saranno valutate da una giuria composta da un rappresentante di CasaClima Network Umbria e da un rappresentante del mondo dell’arte. La giuria selezionerà 30 opere che saranno esposte alla Fiera; ogni partecipante riceverà un diploma; i primi 10 classificati riceveranno un premio. La cerimonia della premiazione si svolgerà, presso la Sala Convegni 2 della fiera, domenica 20 ottobre 2013, alle 16,15, alla fine del Convegno “Edilizia di qualità: realizzazioni di CasaClima in Umbria”, organizzato dal Network CasaClima Umbria. Sempre durante la tre giorni di Klimahouse Umbria 2013 sarà proposta un’importante iniziativa denominata “Le due giornate della consulenza"; un servizio rivolto all'utente finale e alle famiglie attraverso il quale è possibile conoscere più da vicino il percorso di qualità CasaClima. All’interno della Fiera i Consulenti del Network CasaClima Umbria saranno a disposizione dei visitatori per un colloquio su temi inerenti l'edilizia sostenibile e il risanamento energetico.


ECONOMIA

NON È PIÙ TEMPO DI COMPRARE TEMPO

IMPRESA, FAMIGLIA... VITA

Governare vuol dire fare scelte

Per l’imprenditore, separare l'azienda da sé stesso è sempre molto difficoltoso. Si vive quasi in simbiosi e spesso ci si affeziona come alla propria famiglia. di PAOLA MELA

Presidente Confartigianato (Bastia/Bettona)

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numero 6 - SETTEMBRE 2013

’azienda nasce quasi sempre come una sfida, una prova di coraggio e un desiderio di affermare le proprie capacità organizzative. Per crescere esige continuità, caparbietà e buona dose di fiducia nelle proprie abilità personali e professionali. È necessario dare spazio alla ragione, oltre che alla passione per l’opera che si è costruita e cercare sempre una via d’uscita favorevole. L’imprenditore si immedesima nella propria attività produttiva la quale diventa sempre più l’immagine e la realizzazione del proprio io. Discredito, concorrenza, obsolescenza e conseguente caduta della domanda colpiscono l’impresa insieme alla sua vita, ad essa così fortemente legata. Il pericolo è serio. Di questi tempi non ci si può cullare sugli allori bisogna risvegliare l’iniziativa privata con tutti i sensi tesi a percepire spiragli innovativi che permettano anche grandi svolte di rotta alla consueta produzione. Lo spirito di adattamento in questi frangenti è essenziale. Attenti, la crisi per l’impresa è molto simile ad uno stato di guerra che va combattuta e vinta; non esiste altra soluzione. Alcune dispute si perderanno, ma altre con la convinzione si vinceranno. Poco importa se si sono perse tante battaglie. Basta vincere quella decisiva. Questa è l’unica logica che permette il raggiungimento dell’obiettivo. Accettare le sconfitte di percorso con determinazione, così come le vittorie è utile per concentrarsi sul vero traguardo: vincere. L’operatore economico è una persona che sa usare la strategia in tutte le sue dimensioni. In una fase d’impresa difficile, come quella che stiamo vivendo, è obbligato ad applicare al massimo tutte le sue capacità e scegliere dove e come perdere, in modo da condurre il nemico (la crisi) all’angolo preparando l'attacco definitivo. Salvarsi da questa crisi epocale per collocarsi in un futuro, possibilmente migliore: è questa la meta per cui si deve trovare il coraggio di combattere, per noi, le proprie famiglie, i collaboratori e per il benessere della società in cui viviamo. Esserci è già vittoria. Il Mondo che conoscevamo ieri rimarrà polvere. Chi vive l’instabilità oggi potrà esserci domani con più forza, per giocarsi la rivincita al fianco di chi l'ha supportato nei momenti peggiori. Caro imprenditore, non mollare, esistono soluzioni che forse ancora non hai sperimentato o non conosci. Chiedi, informati, confrontati; c’è sempre una strada alternativa.

di GIORGIO BUINI

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Presidente Confartigianato (Assisi/Cannara)

e «comprare tempo» fosse un fattore di crescita, l'Italia non avrebbe rivali e sarebbe il Paese più competitivo e ricco del mondo. Purtroppo non è così, e non certo da oggi. Che siano gli anni della Prima repubblica o del bipolari smo o delle "larghe intese", la realtà mostra uno scenario opposto. L'arte del rinvio, del posticipo in vista di qualche fondamentale scadenza, produce non punti di Pil, non nuova ricchezza, ma incertezza e frustrazione. Sia chiaro, il governo Letta ha segnato una discontinuità concettuale e operativa importante in termini di attenzione e sostegno alla crescita in Italia e in Europa, come dimostrano molti provvedimenti adottati, a partire dallo sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione. Ma è evidente che troppe partite restano di fatto aperte, in attesa di una soluzione che a sua volta pregiudica le altre. Da qui una navigazione a vista ora necessaria, ora, e più spesso, dettata dall'esigenza di preservare un fragile equilibrio politico sul quale si scaricano tensioni paralizzanti (caso Berlusconi, lotte interne al Pd). Ne esce così il disegno, paradossale, di una rotta stabile nell'instabilità, soggetta a curvature e retromarce improvvise. La vicenda Imu è esemplare. Partita davvero chiusa? Non pare proprio. È definita la questione della rata soppressa di giugno (a prezzo tra l'altro della scomparsa deduzione Imu dal reddito d'impresa pagata sui capannoni ), c'è un impegno politico per azzerare la seconda rata di dicembre (ma bisogna indicare le coperture finanziarie) ed il futuro si chiama Service tax. Un'imposta ancora tutta da scrivere nella quale anche la scommessa della prima casa totalmente esentasse attende una verifica nei fatti. Ci si domanda poi se, alla fine, l'operazione Imu-Service tax si tradurrà in un'ulteriore arrampicata della pressione fiscale. Vale la pena ricordare che nel 2009 la legge delega sul federalismo fiscale prescriveva che la riforma avrebbe dovuto realizzarsi senza aggravio della pressione fiscale complessiva. Obiettivo da libro dei sogni. Con apprezzabile franchezza il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha detto: ”entro il mese prossimo e comunque prima della Legge di stabilità, prevista per metà ottobre, il Governo deve trovare due miliardi per la seconda rata Imu, un miliardo per lo stop Iva e un miliardo circa per la Cig e per il rifinanziamento delle missioni all'estero, al netto di possibili nuove emergenze. Operazione tutt’altro che semplice. Occorre insomma un «chiarimento politico» sulle priorità, non si può continuare a discutere un problema alla volta”. È il segnale che la navigazione a vista non può continuare, che governare significa scegliere e che sulla frontiera della Legge di stabilità, in pratica la vecchia Finanziaria, sta per aprirsi una partita decisiva. Per trovare le risorse, da un lato bisogna superare parte del corporativismo che tutti abbiamo, dall’altro andare avanti ed in maniera decisa con i tagli e la riorganizzazione complessiva della spesa. Per proseguire però ci vuole una sensibilità collettiva e un salto di qualità che è difficile in una condizione di instabilità politica costante. Non a caso imprenditori e sindacati hanno sottoscritto un documento congiunto per la crescita in cui si difende il valore della governabilità ma a patto che si traduca in una soluzione ai «problemi reali». E in testa al lungo elenco delle proposte, dopo aver notato criticamente che le iniziative per assicurare la governabilità «hanno sottratto risorse che sarebbero state meglio impiegate» c'è la richiesta di ridurre il carico fiscale su lavoro e imprese. Una manovra che per dare una vera scossa al Pil necessita di grandi risorse, impensabili se non a fronte di una spending review che abbia l'ambizione di una riforma del sistema della spesa pubblica, come del resto chiesto da imprenditori e sindacati. Dal governo ci si aspetta un cambio di passo per alimentare la crescita. Non è più tempo di "comprare" tempo.

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ECONOMIA/ATTUALITÀ LA LEGGE IN PILLOLE

Confederazone Nazionale dell’artigianato - Bastia Umbra

IL CONTRATTO DI LAVORO INTERMITTENTE

“Una batosta le bollette Tares per le imprese”

A cura dello studio legale Andrea Ponti & Chiara Pettirossi

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l lavoro intermittente con siste in un contratto al qua le ricorrere qualora si presenti la necessità di utilizzare un lavoratore per prestazioni a carattere discontinuo e saltuario (lavoratori dello spettacolo, addetti ai centralini, camerieri ecc.), e per periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno (ferie estive, vacanze pasquali o natalizie) laddove il datore di lavoro puÚ servirsi della prestazione del lavoratore, chiamandolo all'occorrenza. Il contratto di lavoro intermittente resta possibile nelle situazioni determinate dalla contrattazione collettiva nazionale, territoriale e/o aziendale e nel caso di soggetti di età inferiore a 24 anni, (in ogni caso le prestazioni a chiamata si devono concludere entro il 25esimo anno) oppure di età superiore ai 55 anni. » richiesta la forma scritta anche se solo ai fini della prova della sussistenza del contratto e non per la sua validità e deve avere determinati contenuti previsti per legge. » prevista inoltre un'indennità di disponibilità nel caso in cui nel contratto il lavoratore si obblighi a rispondere alla chiamata. La Riforma del lavoro, oltre alla comunicazione obbligatoria pre-assuntiva, ha previsto anche l'obbligo, in capo ai datori di lavoro, di comunicare la <<chiamata>> e la sua durata con modalità semplificate alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio mediante sms, fax o posta elettronica anche se all'interno di un ciclo mensile già comunicato. Dott.ssa Francesca Piobbico

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numero 6 - SETTEMBRE 2013

UMBRIAFIERE 28-29 settembre

LA TERRA DEI MERCANTI modernariato & vintage

di DANIELA MARINACCI

li incrementi dell’imposta sui rifiuti sono superiori del 100% rispetto al 2012. Rischio chiusura per centinaia di piccole aziende e di artigiani. “Le bollette di acconto della Tares 2013 che il Comune di Bastia Umbra ha inviato alle imprese sono un’autentica batosta, una stangata che rischia di tradursi nel colpo di grazia per molte delle attività economiche dell’area. Per questo Cna ha chiesto da tempo all’amministraRoberto zione comunale di rivedere urgenteGiannangeli mente le proprie decisioni, istituendo un tavolo tecnico di confronto con le associazioni di categoria presenti nel territorio”. Antonello Cozzali, della Cna di BaI NOSTRI SOLDI... stia Umbra, non usa mezzi termini. “Come se la situazione per le attività produttive non fosse già abbastanza drammatica la nuova imposta sullo l ritorno dalle vacanze estive ci trosmaltimento dei rifiuti entrata in viviamo con molte problematiche irrigore quest’anno prevede aumenti per solte o rimandate a settembre: siamo le piccole imprese superiori al 100% ancora una volta di fronte a difficili decisiorispetto a quanto pagato nel 2012 per ni da prendere che necessitano di chiarezza e lo stesso servizio. È inaccettabile che di informazioni. Dal discorso del governatosi sia deciso di far pesare proprio sulle re della Fed, Ben Bernanke, si apprende che imprese la percentuale maggiore del’economia Americana sta manifestando i primi segnali di ripresa, ciò si tradurrà in un rallentamento gli aumenti applicati. degli stimoli che la Fed ha finora dato ai mercati. È una scelta politica non condivisibiQuesti ultimi, spaventati dalla diminuzione degli aiuti, hanle - prosegue Roberto Giannangeli, dino aumentato la loro volatilità. Risultato: il nostro portaforettore di Cna Umbria - perché unitaglio azionario subisce forti oscillazioni. mente alla batosta dell’Imu e al preA luglio Standard and Poor’s, seguita dalle altre agenzie di annunciato rialzo dell’Iva, seppure rating, ha declassato il nostro debito pubblico portandolo a sospeso, espone al rischio di chiusuBBB ad un passo dall’essere considerati “ titoli spazzatura centinaia di aziende, con la consera”. Risultato: il nostro portafoglio di titoli di stato è divenguente perdita di migliaia di posti di tato più rischioso e meno remunerativo. lavoro. È la classica storia del cane I Btp con scadenza 2018 (rating BBB) rendono circa il 2,5% netto e da qui al 2018 l’inflazione in aumento avrà certache si morde la coda. In momenti mente eroso gran parte del già magro guadagno. Come più drammatici come quello che stiamo volte detto non esiste il rischio zero, anche i titoli di stato vivendo i sacrifici vanno bilanciati, hanno rischio e volatilità al pari di tutti gli altri titoli. non si può dare la stura a una guerra Nessuna sorpresa per noi che abbiamo da tempo pianificato tra poveri, perché è di questo che si i nostri portafogli controllando il livello di rischio e soprattratta: le vacche grasse da mungere, tutto il “valore” dei titoli che abbiamo acquistato. se mai ci sono state, sono finite. Ecco Tutto questo non ci eviterà le oscillazioni dei mercati ma le il perché della nostra richiesta al sinpuntuali informazioni, la chiarezza e la consapevolezza di daco di Bastia Umbra di istituire un avere in portafoglio titoli di “valore” ci consentiranno di vedere, anche in questi periodi, le opportunità che offrono. tavolo tecnico di confronto con i rapManteniamo quindi in allenamento il nostro portafoglio, conpresentanti delle varie associazioni di trolliamo da cosa è comcategoria, in modo da aprire una diposto e verifichiamo di marco.brufani@spinvest.com scussione, fare simulazioni, proieziopossedere un puledro cell. 335-6846723 ni e qualunque altra cosa si renda nedi razza (AAA), così cessaria per rivedere i criteri di rida poter vincere le partizione dell’imposta. Finora, però, sfide future! dal Comune nessuna risposta”.

UN PORTAFOGLIO DI “RAZZA” (AAA)

A

N

ostalgia delle passeggiate in Vespa e della musica anni ‘80? Al centro fieristico regionale di Bastia Umbra il 28 e 29 settembre si potrà fare un vero e proprio tuffo indietro nel tempo tra emozioni, divertimento, curiosità, chicche e memorabilia fashion. La Terra dei Mercanti si presenta come una grande mostra-mercato che spazia dall'abbigliamento agli accessori retrò, dai pezzi di design storici al complemento d’arredo ricercato, dagli articoli da collezionismo alla fumettistica e agli oggetti di riciclo creativo, passando in rassegna stampe d’autore, vinili, radio d'epoca, fumetti, auto e motocicli. I tre padiglioni di Umbriafiere sono pronti ad accogliere un fine settimana di shopping e divertimento per tutta la famiglia, dove immergersi nell'atmosfera dei raffinati anni '20 e '30, degli scatenati anni '50 e '60 o della moda "beat" degli anni '70, sulle note della musica anni '80. Una vera gioia per gli appassionati di memorabilia, grazie ad una visione a 360° del mondo vintage nelle sue migliori espressioni, tra spettacoli, articoli, animazione e speciali incontri che faranno rivivere i tempi passati. I visitatori potranno partecipare all'evento anche vestiti in stile vintage, per godersi ancora meglio questo "viaggio nel tempo". Tra gli oggetti della memoria, 300 radio datate dagli anni '20 agli '90 e una sezione dedicata al collezionismo militare. Per la gioia del pubblico verrà montata sul piazzale della fiera una giostra di cavalli di legno di fine '800, a due piani, a completo ingresso gratuito dei visitatori. Per Informazioni www.laterradeimercanti.it



ECONOMIA PUNTO EUROPA

ALL'ESTERO CON IL NUOVO BANDO DI INTERCULTURA

numero 6 - SETTEMBRE 2013

LETTERA A BASTIA

Perché da simbolo della crescita e della qualità della vita in Umbria stai scivolando lungo la china dell'immobilismo che porta all'anonimato e alla sopravvivenza? di SAURO LUPATTELLI

Cara Bastia, A cura del Dott. GIACOMO GIULIETTI

Arriva il nuovo bando di Intercultura. Il programma mette a disposizione, tramite bando di concorso, centinaia di posti e di borse di studio per gli studenti delle scuole superiori per partecipare a un programma scolastico di scambio interculturale all'estero a partire dall'estate 2014. Le borse consentono di frequentare un periodo dell'anno scolastico (da un trimestre a un intero anno, compreso un periodo estivo) in diversi Paesi nel mondo. Le borse di studio per l’anno scolastico 2014-15 sono rivolte prioritariamente a studenti delle scuole superiori nati tra il 1 luglio 1996 e il 31 agosto 1999 (età compresa al momento della partenza tra i 15 e i 18 anni). I candidati devono sostenere delle prove di selezione al fine di valutarne l’idoneità a partecipare ad un programma interculturale, soggiornare in una famiglia, una scuola e una comunità sociale di un altro Paese. Per iscriversi alle selezioni è sufficiente compilare il modulo di iscrizione on line entro il 10 novembre 2013. I candidati, oltre a superare le selezioni previste, dovranno anche provenire da una famiglia con reddito inferiore a quelli indicati, ed aver avuto un buon curriculum scolastico.

Giacomo Giulietti

CONSULENZA FINANZIAMENTI EUROPEI

Via Guglielmo Marconi, 2A 06083 Bastia Umbra Tel. 347.9746924 studiogiulietticonsulenze@gmail.com

stento a crederlo ma da 30 anni a questa parte ti trovo molto cambiata e, purtroppo devo aggiungere, non sempre in meglio. Hai sempre rappresentato per molti un simbolo, un obiettivo da raggiungere, l'esempio di cittadina nella quale tutti avrebbero voluto abitare, lavorare e crescere i propri figli. Ricordo le frotte di ragazzi che ti raggiungevano dal circondario perché da te si respirava “l'aria di città”, l'aria di un luogo dove faceva piacere anche solo esserci, non quella asfissiante e qualche volta anonima dei paesini intorno. Chi veniva da te era felice di trovare il lavoro importante, l'acquisto esclusivo, la differenza di essere a Bastia. Con te sono cresciute generazioni di imprenditori, commercianti, artigiani, operai e studenti che hanno conosciuto con lo sviluppo e l'innovazione, il dinamismo e la tradizione, quella sensazione di trovarsi in una delle aree del nord che prima molti vedevano solo in televisione. Ma cosa è cambiato in questi anni? Perché da simbolo della crescita e della qualità della vita in Umbria stai scivolando lungo la china dell'immobilismo che porta all'anonimato e alla sopravvivenza? A pensarci bene alcune idee in merito potrebbero anche venire in mente. Forse la più importante, quella che ha segnato la tua storia recente, nel bene e nel male, è questa: il desiderio, la volontà e la corsa all'espansione, non hanno seguito un progetto complessivo di sviluppo guidato che definisse in modo chiaro il dove, il come ed il perché. Da troppo tempo manca l'idea di città stessa con tutto quello che ne consegue. Hai visto spuntare costruzioni come i funghi che spesso stentano ad integrarsi con quello che hanno intorno, quasi fossero una città nella città; hai visto realizzate così tante abitazioni che adesso non sai da chi saranno occupate; le varianti al piano regolatore esistente sono state così tante ed importanti da rendere quel documento come carta straccia; Nel frattempo ti è stata demolita la piscina che rappresentava un raro caso di oasi a ridosso del centro, ti hanno realizzato una circonvallazione quasi inutile se non sarà completata, attendevi da decenni un sottopasso ferroviario e te ne hanno fatto uno, piccolo, scomodo per di più superfluo se dovrà esserne costruito anche un altro in via Irlanda per completare questo anello monco, le tue piste ciclabili sono spezzoni che terminano a volte contro un muro e due nuove rotatorie che, per quanto abbiano contribuito all'arredo urbano, hanno di fatto spezzato in due il tuo centro storico. E adesso? Continui ad essere oggetto di progettazioni che nuovamente non tengono in considerazione le tue esigenze, quella di una piccola realtà che ha la necessità di compattarsi per interagire con tutte le sue parti senza più ostacoli o discontinuità. Invece l'area ex officine Franchi sarà quasi un'isola, la Piazza del mercato forse sarà priva del parcheggio sotterraneo, senza un collegamento importante con la piazza centrale e l'area ex PIC sposterà ancora più il baricentro verso l'esterno. Nessuna di queste aree di recupero risulterà integrata nel contesto urbano e quindi continueremo ad essere un fazzoletto di terra con tanti piccoli quartieri che faranno vita a se. Non si riesce proprio a vedere come queste opere possano dialogare tra loro e con il resto della città. Ma allora il nuovo piano regolatore al quale gli incaricati stanno lavorando a cosa servirà se non resta che da gestire solamente una piccola parte del territorio? L'auspicio è che una matita magica sappia interpretare al meglio le tue esigenze e le rappresenti per un nuovo futuro fatto ancora una volta di prosperità, ma ci sarà comunque da lavorare molto.

UNA MEZZA NOTTE BIANCA DA RECORD In 35.000 hanno affollato le vie e le piazze del centro nella notte più lunga dell'estate bastiola

È

già stata ribattezzata come una “Mezza Notte Bianca da record” quella che sabato sera ha acceso il centro di Bastia Umbra con musica, spettacoli, divertimento, buona tavola e shopping fino a tarda notte. Almeno 35.000, secondo lo staff organizzativo, i visitatori che dalle 21 alle 3 del mattino hanno affollato le piazze e le vie della città nella notte di festa più lunga dell'estate bastiola. “Non si era mai vista tanta gente a Bastia”, commenta con grande soddisfazione l'organizzatore della manifestazione Marco Caccinelli, il quale ha riservato parole di ringraziamento sia all'amministrazione comunale, “che ha reso tutto questo possibile contribuendo in gran parte al costo dell'evento”, sia agli imprenditori, “i quali hanno creduto nell'iniziativa e sono stati ripagati con risultati eccezionali. I bar e ristoranti del centro erano pieni – aggiunge Caccinelli – e l'afflusso è stato buono anche nei negozi, gran parte dei quali aperti per l'occasione. Il bilancio finale è certamente lusinghiero e ci incoraggia a lavorare sempre meglio per ripetere anche in futuro simili successi”. “Le molte iniziative, tutte gratuite - commenta il presidente del consorzio City Mall Francesca Freddio - hanno centrato il nostro obiettivo: dar vita a una notte di festa per tutti, nella quale tanta gente di ogni età, non solo di Bastia ma anche di altre città, ha affollato il centro in uno spensierato clima di festa in grado di coinvolgere e divertire giovani, bambini e famiglie. In questo senso possiamo ritenerci molto soddisfatti e fieri di aver realizzato una manifestazione di grande successo che ha superato ogni aspettativa”.



SPORT

numero 6 - SETTEMBRE 2013

ACCADEMIA CALCIO BASTIA

Lombardi presenta la “formazione”

Nuovi assetti societari per un nuovo modo di pensare Calcio

L

’Accademia Calcio Bastia, il cui Presidente è Gianfranco Abbati, è una scuola calcio di puro settore giovanile, che si occupa dei bambini dai 6 ai 10 anni, ovvero dalla categoria Il presidente Primi Calci ai Pulcini, con Gianfranco Abbati sede operativa presso Borgo I° Maggio, ad esclusivo uso dei bambini iscritti, probabilmente una delle pochissime società a poter disporre di un impianto simile. Oltre a questo l’Accademia Calcio, ha la delega da parte della Presidenza dell’ACD Bastia 1924, Paolo Bartolucci, di gestire l’organizzazione tecnica ed amministrativa del proprio settore giovanile, per questo è stata creata una struttura snella e allo stesso tempo efficiente, che si avvale di un cospi- gimento determini un turn over più cuo numero di persone, tutte con uno ampio. Coordinatore e responsabile specifico incarico, affinché il coinvol- delle strutture è il Vice Presidente dell’ACD Bastia 1924, Graziano Lombardi. Le linee guida di questo progetto sono essenzial• Responsabile generale mente due, la prima, che settore giovanile Lombardi si ritiene sia la più impor• Responsabile segreteria e tornei Betti tante, è che sia garantito • Responsabile amministrativo e il benessere psico-fisico referente scuola calcio Belloni dei ragazzi; la seconda è • Responsabile marketing Rossi insegnare a giocare a cal• Responsabile infrastrutture Cirillo • Responsabile materiale tecnico Tarpanelli cio non solo per vincere, • Responsabile abbigliamento Santucci ma per crescere e diven• Responsabile cucina Abbati tare prima uomini e poi • Responsabile eventi Migliorati calciatori. • Responsabile sito internet Bibi Riguardo al benessere • Responsabile accompagnatori Mazzoli psico-fisico dei ragazzi è

Gli incarichi societari

possibilità ci crescita, diversificando e personalizzando le varie fasi di insegnamento. Molto importante sarà la parte educativa, che da un lato servirà ad abituare i ragazzi a lavorare in gruppo, perché rispettando il gruppo rispetteranno se stessi, dall’altro lato il rispetto delle regole comportamentali che predispone ad una ricezione migliore degli insegnamenti. Ricordiamo infine, che le iscrizioni sono sempre aperte e che per qualsiasi informazione ci si può rivolgere presso la nostra sede amministrativa ubicata presso l’impianto sportivo di Ospedalicchio, vi attendiamo ancor più numerosi! Ecco chi siamo! stato chiesto ad un professionista della preparazione atletica e motoria, il Professor Andrea Capodicasa, di organizzare e dirigere le varie fasi, avvalendosi anche di macchinari specifici per la verifica dello stato atletico dei ragazzi, prima, durante e dopo gli allenamenti, oltre che l’operatività in campo. Il tutto sarà supportato dalla fisioterapista, dott.ssa Ingrid Monacelli e dal medico dott. Gino Ferroni. Per quanto riguarda invece la parte più specificatamente tecnica ed educativa, ci si avvarrà dei programmi di lavoro della società Inter, con cui la nostra Scuola Calcio è affiliata, con la coordinazione del tecnico Cristian Finauro, che li adatterà ai nostri bisogni, affinché tutti i ragazzi abbiano le stesse

Info: www.accademiacalciobastia.it segreteria@accademiacalciobastia.it Tel. 05. 8012584 Cell. 3938856184



ECCELLENZE

numero 6 - SETTEMBRE 2013

INCONTRO CON DANIELE GERVASI TITOLARE D

ONE SRL: NON SOLO HOSTESS, STEWARD E PROMOTERS. SECURITY BALLERINE, RAGAZZE La One srl ha cambiato sede e struttura aziendale, per svolgere i suoi servizi a 360°: sicurezza, di SARA STANGONI

V

Daniele Gervasi davanti alla nuova sede collocata nei palazzi di fronte la Scuola Elementare di Bastia

i siete trasferiti da poco in questi nuovi locali in via Roma? – Da circa un paio di mesi. Il ramo aziendale si è ingrandito ed è emersa l’esigenza di avere spazi più ampi e sale dedicate. Particolare attenzione è stata rivolta allo spazio investigazione, che ora ha un’area riservata e protetta per il cliente. Quale nuovo ramo aziendale è stato avviato nel 2013? – Abbiamo ripreso e meglio organizzato il settore delle hostess, steward e promoters, che copre tutto il centro Italia e non solo. Sono ragazze e ragazzi selezionati scrupolosamente per eleganza, competenza e professionalità. Quanto conta la presenza di un hostess in un evento? - Una buona presenza di hostess e steward di sala è il fattore determinante per dare agli ospiti un’immagine di sicurezza ed efficienza. Il loro compito è assistere relatori e partecipanti, regolare l’afflusso degli invitati, accompagnare gli ospiti al loro posto. Vorrei sottolineare che abbiamo anche personale iscritto all’Enpals (Ente nazionale di previdenza e assistenza lavoratori dello spettacolo e dello sport professionistico): ballerine, ragazze immagine, deejay. E i promoters? - Posizionare in modo fisso o itinerante alcuni operatori specializzati, in luoghi molto frequentati, permette di aumentare la visibilità della propria azienda. Il promoter ha il compito di fare consegne, interviste o dimostrazioni. Lo stesso vale per gli stand all’interno delle fiere. La One srl e One investigazioni forniscono svariati servizi. Quante persone avete a disposizione? - Tante. La maggior parte ovviamente in regola secondo il D.M. Maroni del 2009. I ragazzi vengono impiegati nei centri di intrattenimento, sale cinematografiche, mostre, sale giochi, eventi, cantieri, condomini, congressi e feste private. Accompagnano anche artisti, vip e imprenditori. In questi mesi estivi c’è la massima concentrazione, in particolare per il lavoro nelle discoteche. Oltre che in Umbria, abbiamo una forte presenza nella riviera ro-

magnola: Acquafan, Cocoricò, Byblos, Mojito, Pepe Nero, Prince, Bikini, tanto per citarne alcuni. Il nostro personale ha i requisiti necessari per adempiere ad incarichi di addetto alla sicurezza e addetto alla prevenzione incendi per gli eventi, avendo un numero consistente di operatori con Attestato Antincendio Alto Rischio. Possiamo dire che svolgete servizi a 360°: sicurezza, investigazioni ed eventi. - Abbiamo ormai un’esperienza pluriennale di uomini preparati e addestrati a svolgere servizi diversi di sicurezza, ma sempre con un unico scopo: tutelare la privacy e garantire l’incolumità personale. Molto importante è il servizio di portierato e controllo notturno. Offriamo un vero e proprio servizio di controllo sia diurno che notturno per strutture condominiali, aree private e di parcheggio, ad esempio a Perugia, nella zona della stazione, in piazza del Bacio, dove il tema sicurezza è davvero all’ordine del giorno. Facciamo inoltre presidi nelle cliniche private e nelle aziende tra Perugia, Foligno e Fano, come Leroy Merlin, Mac Donald’s, Oviesse, Coin, Brico.


numero 6 - Settembre 2013

ECCELLENZE

DELL’AGENZIA D ONE SRL

INVESTIGAZIONI IMMAGINE E DEEJAY. VIGILANZA ANTINCENDIO investigazioni ed eventi. Tra le richieste in aumento, il controllo sui figli

Il ramo investigazioni resta comunque la vostra punta di diamante? – Sempre più persone si rivolgono a noi per disparate motivazioni. Sicuramente la richiesta principale di indagine resta l’infedeltà coniugale, ma negli ultimi anni si sta rafforzando il

controllo sui minori, con l’obiettivo di bloccare cattive compagnie prima che si sviluppino. La fase di vita dell’adolescenza è sempre più delicata, lasciatevelo dire da chi si trova spesso a contatto con loro quando presidio i locali notturni. Purtroppo, oggi,

un genitore non può seguire in ogni istante il proprio figlio e non si può essere certi di tutto, soprattutto per la difficoltà di ottenere informazioni direttamente da loro! Se si evidenziano segnali non positivi, mettere un investigatore non significa non dare fi-

ducia ai propri figli, ma tutelarli nel periodo più difficile della loro vita. Per molti però, tale servizio, anche se utile, può risultare costoso - Tutt’altro. Il costo di questo servizio non è eccessivo come si possa pensare, ma alla portata di tutti.


BASTIA UMBRA/HISTORY

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Era il 28 maggio 1964 in coincidenza

“FIAT LUX” Gio la “pubblica illumin

Scompaiono a Bastia i braccetti di ferro con i piatti smaltati che da nuovi corpi illuminanti a bulbi di vapori di mercurio dentro

1964 - Il sindaco di Bastia Umbra Francesco Giontella

T

di RINO CASULA

ra le annotazioni nell’agenda di lavoro alla data del 12 agosto 1963 si legge una importante variazione: la vecchia UNES, ente gestore dell’energia elettrica, è stata trasformata in ente pubblico ed ha assunto il nome di ENEL: sarà quindi questo l’interlocutore per realizzare la vastissima nuova rete di Pubblica Illuminazione che l’Amministrazione Giontella ha progettato e che interesserà tutto il territorio comunale, Capoluogo e Frazioni - In secondo tempo saranno illuminate anche le periferie più sperdute, ma dovrà riguardare un nuovo progetto, in quanto questo redatto dall’Ingegnere Valeriano Cardelli è già di un importo notevole. - Altro pro memoria importante si legge alla data del 20 di quello stesso mese: occorre andare a Perugia a sollecitare il progettista incaricato di redigere il Programma di Fabbricazione per il territorio del Comune di Bastia, da tempo deliberato. Quel documento non arriverà mai.Ma illuminare tutta Bastia è un grosso impegno per il quale il Sindaco ha delegato con fiducia l’Assessore ai Lavori Pubblici Dott. Alfio Picchio. Questi, naturalmente, non concede tregua al geometra che in continuazione deve fare “altri nuovi sopralluoghi” per aggiungere pali, allungare linee, coprire le zone in ombra e poi contattare senza esitazione il progettista nel suo ufficio di Perugia perché faccia le varianti e le suppletive. Con questa opera scompariranno quei poveri braccetti di ferro con i piatti smaltati che coprivano le lampadine a incandescenza e che da noi si chiamavano “chiovardi”: saranno sostituiti da moderni corpi illuminanti a bulbi di vapori di mercurio dentro grosse plafoniere collegate ad alti pali in acciaio o in cemento. Naturalmente si scava lungo tante e tante strade, con temporanei disagi per i cittadini; ci sono anche quelli che vanno in cerca di poter “mettere becco” su ogni movimento delle macchine operatrici e degli operatori. Ci vuole tanta pazienza, perché questa volta è quasi tutto il territorio comunale ad essere interessato e quindi le teste sono

proprio tante. Una nota curiosa: un palo d’acciaio con la plafoniera e la lampada - a marzo ’64 - costava novantamila lire; nel 1992 costerà poco meno di un milione. Il 25 marzo Giontella in Giunta dispone che venga informato l’Ing.Cardelli circa la data di inaugurazione, che viene poi spostata un paio di volte e fissata definitivamente al 28 maggio 1964, coincidente con la Festa del Corpus Domini. Il Capo Zona dell’ENEL, Argentati, deve predisporre in tempo tutte le forniture dislocate in ogni rione, ma deve anche attivare il grande quadro elettrico del Nuovo Municipio, che seppure manchi di alcune finiture, sarà ugualmente il luogo del ricevimento inaugurale, con una sontuosa cena in piedi, gestita dalla signora Sandri, quella della rinomata pasticceria di Corso Vannucci. - In quei giorni il tecnico deve anche picchettare le fondazioni del nuovo Monumento a Colomba Antonietti nel giardino del Comune, che non sarà pronto “per il giorno della Luce”, ma che il celebre Scultore Artemio Giovagnoni ha già in avanzata elaborazione. Bisogna, però, collaudarla la “Pubblica” nelle zone completate e l’Ing. Armando Spitoni del Provveditorato alle Opere Pubbliche deve venire più volte per esaminare a rate tutti gli impianti. L’Enel di Bastia, con Salvatore Carosati, provvede a montare a mano a mano i contatori e si fanno le prove di notte, con dietro a noi tecnici tanti curiosi che restano a bocca aperta a vedere tanto chiarore, confrontato con le lucette di prima. Più si avvicina quel giorno e meglio si delinea il tipo di festa che verrà organizzata. Purtroppo i cittadini di Bastia debbono accontentarsi di vedere le strade e le piazze illuminate a giorno, in quanto dentro al palazzo ci saranno solamente i personaggi provvisti di invito. Arrivato il tramonto del giorno 28 maggio, mentre piazza Mazzini era gremita e straripante di folla e tante personalità erano stipate sul grande palco (collaudato per i pezzi da 90), il Sindaco Francesco Gion-

1960 - La Giunta dei dottori da sinistra: Dott. Giovanni Susta, Dott. Alfio Picchio, Dott. Edgardo Giacchetti

(Foto di Francesco Passarello)

tella, con grande entusiasmo, decretava il FIAT LUX. Noi dipendenti ci precipitavamo presso le varie cabine a sollevare gli interruttori, stando a guardare con il cuore in gola se da tutte le plafoniere si sarebbero viste le bianche luci dei vapori di mercurio. Tutte si accesero e i bastioli, anche i Contras, dovettero dire che si poteva leggere il giornale anche di notte. Naturalmente il Direttore dei Lavori Ing. Cardelli, con la fronte imperlata, ora sorrideva ed esclamava nel suo gergo tosco-perugino “Porca miseria, che luce!”


numero 6 - SETTEMBRE 2013

BASTIA UMBRA/HISTORY

con la Festa del Corpus Domini

ontella inaugura n azione moderna”

coprivano le lampadine a incandescenza per essere sostituiti grosse plafoniere collegate ad alti pali in acciaio o in cemento Piazza Mazzini, 28 maggio 1964 La piazza gremita di persone in occasione dell’inaugurazione della rinnovata pubblica illuminazione

TUTTI A RIPETIZIONE DA MARIO LOLLI Chi era Mario Lolli per i ragazzi studenti di Bastia? Un dotto, uno studioso, un conoscitore di non meno di sei lingue: e non si faceva neanche chiamare Professore. La casa dei fratelli Lolli era quella dove ora c’è un prestigioso atelier in Via Firenze

C

hi negli anni cinquanta non è andato a ripetizione da Mario Lolli!? - Rimandati a ottobre, oppure per il sostegno durante l’anno scolastico, tutti andavamo da lui: suonavamo il campanello, si affacciava la Sora Augusta: “C’è Mario ?”. Non c’era quasi mai. Stava spesso al Conservificio del Commendatore Lanciotto Lolli di fronte alla sua casa, perché gli curava la corri- (1956) Il prof. Mario Lolli spondenza estera. Salivamo, aspettavamo, in cinque o sei attorno al grande tavolo ovale, poi lui arrivava sempre trafelato: - “Traducete questa frase sulle opere di Cicerone” oppure sul “De Bello Civilia, con il Cum e l’accusativo: - Avendo Cesare varcato il Rubicone…..mentre Annibale con la sua cavalleria avanzava…., poiché il Senato Romano aveva deliberato che…., àlea iacta est”. Di norma era una pagina fitta e bisognava tradurla in Latino, con tutte quelle benedette regole da applicare. Lui, intanto usciva di nuovo e faceva un’altra traduzione da Lanciotto. Bisognava, però, stare attenti se in casa c’era Pietro, il fratello più grande (che era un pezzo d’uomo imponente e che incuteva soggezione): ci rimproverava senza mezzi termini e se si affacciava lui per aprirci, alla domanda: “C’è Mario ?”, rispondeva “Almeno... Professore!” Ma chi andava a ripetizione da Mario Lolli imparava di certo, in quanto il Latino, il Greco, l’Inglese, il Francese e le altre materie letterarie le conosceva a menadito e te le sapeva inculcare in testa. Gliene combinavamo anche di belle. Ma molto dipendeva da lui, che per svolgere l’attività presso il commendatore, non avendo il dono della ubiquità, ci lasciava sopra una traduzione anche per due ore: e noi, bene o male, in collaborazione, finivamo prima il nostro compito. Una volta che non ritornava più, uno di noi cinque o sei si mise alla finestra a fare “il palo”, un altro montando sopra il grande tavolo svitò tutte le lampadine dell’antico lampadario in ferro battuto, un terzo tolse le copertine dalle poltrone e le nascose e poi a turno tutti a saltare sopra: erano bambinate, ma ci si divertiva tanto per quelle “prodezze”. La Sora Augusta, mamma del professore, non entrava quasi mai in quella sala “degli studiosi”, regno di suo figlio. Per le grandi risate non ci accorgemmo dell’improvviso rientro del nostro insegnante, che saliva le scale facendo i gradini a due a due: vide la scena, si mise a urlare, divenne paonazzo e, indicando l’uscita con tutte e due le mani e le braccia tese e incrociate, ci cacciò via “ definitivamente”, compreso anche un allievo suo parente. Non dicemmo nulla a casa e per giorni non andammo a lezione “da Mario”, in quanto “lui stava male”. Quando, dopo qualche giorno tastammo il terreno e capimmo che ci potevamo riavvicinare, noi espulsi timidamente ci ripresentammo sotto alla finestra: “C’è Mario ?”E così, chi passava a giugno, chi a ottobre, ma grazie a lui andavamo avanti, superando i tre anni delle scuole medie con quel latino così ostico, che magari ci avrebbe aiutato in seguito a comprendere meglio la nostra lingua. (Rino Casula)


ECCELLENZE

Intervista a Giuliano Monacchia artista,

di Gianfranco Burchielli

DA LECCARSI

LA VISTA Terrenostre si compiace d’incontrare i desideri dei lettori presentando la nuova rubrica dedicata alla vista e suoi problemi diretta dal prof. Gianfranco Burchielli, ottico, optometrista, contattologo, con pluridecennale esperienza di docenza, diplomato alla City University di Londra. Maggiori informazioni agli indirizzi in fondo pagina. Introduzione La nuova rubrica, di vitale importanza, affronta i problemi oculari per conoscerli, prevenirli, correggerli. Prima di entrare nei dettagli occorre conoscere l’organo della vista, l’occhio, il più sofisticato dei 5 sensi, in grado di percepire il mondo esterno nei minimi particolari. Per la comprensione di tali problemi è opportuna la conoscenza basilare dell’anatomia, fisiologia e patologia dell’occhio. Fin dai primi mesi di vita l’occhio consente la conoscenza del mondo circostante scoprendone forme, colori e dimensioni. E’ costituito da due sistemi funzionali, uno adatto alla percezione ed uno alla visione, con i centri percettivi quali nervi ottici, vie ottiche , centri nervosi. All’”interpretazione visuale” corrisponde una serie di funzioni destinate a trasmettere le immagini attraverso la luce e quindi a proteggere e ad alimentare, per mezzo delle lacrime i tessuti esterni e a defluire nei canali di deflusso lacrimale. A tale scopo sono coinvolti: la cavità orbitale, le palpebre e la congiuntiva, i muscoli oculari, i vasi sanguigni e linfatici e le vie lacrimali. Il processo di visione inizia nella retina quando colpita dai raggi luminosi li raccoglie e li invia al cervello che ricompone l’immagine esterna: mentre il cristallino e la cornea costituiscono il mezzo fisico di trasmissione della luce. Ad osservarlo attentamente l’occhio funziona come una macchina fotografica dove si inquadra un’immagine e la si proietta su una pellicola sensibile, la retina. Avremo modo di trattare dettagliatamente i complessi meccanismi funzionali dell’occhio per poi affrontare difetti, patologie e darne suggerimenti correttivi. gfburch@alice.it

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Personaggio impegnato su molti fronti dotato di generosità artistiche innate, produttore di un capitale di opere d’arte in al pubblico in via Firenze, negli ultimi anni si è concentrato in artista-fotografo origine ed evoluzione di Bastia, di CARLO ROSIGNOLI

I

bastioli ancora si domandano: com'è possibile che il porta bandiera del drappello animoso e propositivo che ha dato inizio alla ripresa del governo della città di Bastia dopo mezzo secolo di centrosinistra, non sia stato tenuto in considerazione? - Non sono mai stato un mestierante della politica, ma amo tanto i luoghi in cui sono nato e vivo. La passione per il mio territorio mi ha sempre coinvolto più di ogni altra cosa. Per questo mi sono impegnato per la salvaguardia della Chiesa di S.Rocco che rischiava di essere eliminata per far posto ad un condominio; Con il comitato "Salviamo il salvabile" ho cercato di ostacolare l'abbattimento della fabbrica ex Lolli fino a che un giorno ho deciso di scendere personalmente in campo nel mondo della politica locale sotto la bandiera tricolore di (FI); come Consigliere Comunale mi sono impegnato al massimo, ma, credetemi, dai banchi dell’opposizione era una lotta impari contro un modo di fare politica basato più su "mattoni & cortesie" che per il vero progresso della città. Con il mio collega Amedeo Susta facemmo un lavoro immenso; la nostra puntuale e cavillosa opposizione ha fatto migliorare moltissime norme e ogni nostro progetto trovava tra la gente adesioni e simpatie.

Certo è che abbiamo indebolito la sicurezza e l’arroganza dei governi di sinistra e le ultime elezioni ci hanno dato ragione facendo andare a casa, dopo 45 anni, una sinistra che si era scordata dei veri problemi della gente. Anch’io mi domando come mai dopo tante dure battaglie in favore della mia città non ho avuto spazio nell'ambito dell'amministrazione attiva, specialmente nel settore artistico/paesaggistico del territorio. Mi sono permesso timidamente di chiedere una delega (solo come consulenza, gratis) per il controllo del territorio e la salvaguardia del paesaggio e dell'ambiente, ma mi sono sentito rispondere: “vedi Giuliano... tu non sei gestibile...". Nel tuo lato artistico si notano generosità d'animo, senso estetico e cura del dettaglio. Come si forma la tua personalità? - Alla base di tutto c'è la "PASSIONE" fatta esplodere fin dalle elementari dal mio maestro Tomarelli, persona di grande intuito che mi spronava e stimolava dandomi la possibilità di far esperienza nel disegno usandomi talvolta anche come esempio per tutta la classe facendomi fare dei disegni sulla lavagna da far copiare agli altri scolari. Forte del suo convincimento riuscì a far breccia sui miei genitori per permettermi alla mia giovanissima età di 11 anni di mandarmi al-

l'Istituto D'Arte "Bernardino di Betto" a Perugia. Sotto la guida del prof. Fumi partecipai al restauro di opere importanti, tra le quali la "Madonna con Bambino di Duccio di Buoninsegna", che oggi si trovano alla Pinacoteca di Perugia. Ho conseguito la Laurea in Maestro D'Arte; in seguito ho frequentato l'Accademia "Pietro Vannucci" e preso due Abilitazioni che mi permettono di insegnare Educazione Artistica e Disegno e Storia dell'Arte nella scuola superiore. Quali sensazioni provi nell’altrui considerazione della tua proficua produzione pittorica e d'arte varia? - Il Mediocre non fa notizia; sono certo che l'invidia di alcuni mi ha spesso sminuito per non far giudicare i loro manufatti, al confronto con le mie opere. Nella mia storia ho spaziato in molti campi, sempre collegati all'arte: grafica pubblicitaria, fotografia dove ho realizzato servizi per importanti riviste di moda quali Vogue e altri, documenti del nostro territorio fin dal 1974, ritratti e fotografie di matrimoni. Nel mio negozio ho realizzato una "Galleria d'Arte" con tutte le mie opere in esposizione. Con la tua nota creatività progettuale, se avessi potuto decidere, come avresti disegnato, 10 anni fa, la nostra Bastia? - Sono più di dieci anni che nel girovaga-


ECCELLENZE

numero 6 - SETTEMBRE 2013

fotografo e storiografo bastiolo

IL BAFFO!

LE NUOVE MAGGIORANZE IN ASSEMBLEA

umana, a volte incompresa, di senso, capacità e abilità continuo arricchimento nella sua galleria privata aperta un’opera storiografica per raccontare con il suo stile di , dei bastioli e del territorio nel tempo

re per il nostro territorio mi approprio dei vizi e delle virtù del nostro ambiente. Per anni, in particolare durante il periodo che ho vissuto all'interno del nostro Comune come Consigliere di opposizione, i miei interventi si sono concentrati, nella ricerca e nella speranza di migliorare ogni attività e ogni progetto, in ordine alla vivibilità e rispetto di tutta la popolazione. Ho prodotto innumerevoli interpellanze e mozioni sempre con lo spirito costruttivo che mi coinvolgeva in tantissime richieste ricevendo spesso l'approvazione all’unanimità. Nel mio sito (www.monacchia-arte.it) esiste da anni una serie di progetti PROPOSTA, che si possono analizzare e per verificare la mia creatività, nel merito del Paesaggio Prospettico, a servizio del Territorio, tutto incentrato a concepire il vero ambiente a dimensione umana. Tanto per modificare e migliorare un "Paesone Anonimo" privo di carattere estetico/architettonico che abbraccia il Centro storico e lo esalta facendo da unione con le zone che circondano il nucleo antico, proprio come le mura dell’antica Rocca e i suoi Bastioni che hanno dato il nome al nostro Paese Bastia Umbra. La tua vecchia frase Salvare il salvabile, a cosa la riferiresti oggi? - Il comitato "SALVARE IL SALVABILE" è stata una grande avventura, un bellissimo periodo dove l'entusiasmo coinvolgeva una grande quantità di amici che collaboravano con vero spirito di volontariato, convinti che si faceva una buona azione; tutto era all'insegna del vogliamo salvare il salvabile. Si è fatto di tutto per sensibilizzare la gente distratta e indifferente, ma la risposta non era di grande aiuto e spesso la delusione superava l'impegno. La demolizione del Censervificio Lolli (furbescamente fatta nel periodo di ferragosto del 1999 quando il paese si svuota per le ferie) ci ha fatto sentire abbandonati e osteggiati dalle Istituzioni. Ci siamo comunque impegnati a salvare la Chiesa di S.Rocco e in seguito "il MURO degli Orti; oggi c'è rimasto solo l'orgoglio di aver collaborato a salvaguardare qualcosa che rappresenta una parte della nostra storia, perché ci hanno convinti che non c'è più niente per cui valga la pena di lottare. “Il Muro degli Orti” prefigura una vasta ricerca storica? - Il Muro degli Orti anticamente era una protezione che gli abitanti di Bastia erigevano contro le bestie e i delinquenti. Oggi è anche il nome di un’associazione nata per continuare l'onda protettrice del comitato "Salviamo il Salvabile" di cui sono fondatore e presidente. Per anni, il 29 settembre ho partecipato alla festa del nostro Patrono or-

ganizzando mostre di fotografie antiche,sconosciute ai bastioli, arricchite da altre foto realizzate da me nei vari anni così da rimarcare le differenze storico-urbanistiche nel tempo. Tanto è stato il mio impegno a salvaguardare il Muro e cercare immagini di Bastia che mi sono appassionato tantissimo alla ricerca di materiale storico/tradizionale rivelatosi poi utilissimo alla realizzazione del mio libro "La terra de la Bastia". L'Insula, con il suo distintivo il Vomere è il filo conduttore della tua opera documentaria; ma riconoscerà il lettore quanta perizia, sentimento e generosità si nascondono in quelle immagini e tra le righe? - Il Vomere è un attrezzo dell'aratro che permette di fare un solco dritto e profondo e che ha dato la possibilità all'agricoltura di alleviare la fatica all'uomo e moltiplicare la quantità di terra lavorata. Nella mia ricerca ho potuto verificare quanta superficialità è stata dedicata ai simboli del nostro storico passato, basato su due elementi, agricoltura e allevamento di bestiame. Il Vomere è stato il giusto premio dato per distinguere il passaggio da contadino ortolano ad agricoltore produttore in grandi superfici. Solo pochi soggetti nel susseguirsi di responsabilità amministrative hanno capito la differenza usando il simbolo del Vomere come stemma Comunale, anziché la Vanga, simbolo della fatica dell'uomo. Non valorizzare la differenza ha reso i Bastioli ignoranti della propria tradizione, rimanendo sempre "contadini"; questo ha dato anche errate interpretazioni storiche. Alcuni amministratori hanno utilizzato con orgolio e presunzione nello stemma e nella sua rappresentazione "Insula Romana" come Isola che troneggiava in mezzo al lago Umbro. Un errore antico che ci portiamo addosso per ignoranza, in quanto "INSULA" non vuol significare ISOLA, ma ISOLATO di proprietà della Sacra Romana Chiesa, perciò usare tale stemma è come dichiarare con soddisfatta convinzione di essere al servizio e schiavizzati dai responsabili religiosi dell'epoca. Tutt'ora si fa uso di questa immagine con grande e ignorante soddisfazione. Finalmente si concretizza il tuo desiderio di lasciare ai posteri un'opera storiografica appassionata di Bastia dove

Per la costituzione dell'assemblea condominiale è prevista dalla legge la presenza minima dei proprietari sia in prima che in seconda convocazione. Nell'assemblea condominiale le delibere sono approvate con una maggioranza per proprietari presenti (personalmente o per delega) e con una maggioranza per millesimi, cioè del valore della proprietà di ciascuno. Inoltre sono previste maggioranze specifiche a seconda della delibera da approvare.

l'immagine padroneggia il fervore del racconto semplice, didascalico e ritrae ogni angolo del passato con elaborazioni e dedizioni lunghe una vita. - Sono soddisfatto. Ho realizzato un mio desiderio, quello di dare una storia realistica e facile da capire. Ho usato un metodo del racconto didascalico a descrizione di immagini fotografiche di periodi impossibili da documentare. Alla base c'è un concetto; il nostro cervello analizza e recepisce acquisendo con più facilità un racconto se costruito con immagini. Se ad esempio si fa una domanda ad un qualsiasi soggetto e si chiede di definire la parola "casa" tutti avranno come prima immagine la propria casa e non la semplice parola. Creazioni, elaborazioni e ricerche, durate due anni sono state utilizzate per narrare l'evoluzione della nostra Terra ove ogni pagina parla con foto inedite che fanno subito entrare nel racconto. Un "racconto di un bastiolo" da sempre innamorato del suo territorio, dove è nato, cresciuto e maturato nella speranza che la tradizione dei suoi abitanti, persone attive e operose, fosse valorizzata anche con una ricostruzione più "umana" del suo passato. È con questo scopo che ho descritto ogni argomento in modo conciso, facile da capire e apprezzare anche da bambini e persone di semplice cultura. A quando la sua presentazione? - Non ho stabilto ancora una data precisa, ma probabilmente sarà una strenna natalizia.

Costituzione assemblea È stato reso meno restrittivo il quorum per la validità della costituzione dell'assemblea: (Art.1136, I co. c.c.) L'assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita con l'intervento di tanti condomini che rappresentino i 2/3 del valore dell'intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio. Approvazione delibere di ordinaria amministrazione (rendiconto ecc.) È stato introdotto in seconda convocazione un quorum deliberativo più elastico: (Art.1136, III co. c.c.) La deliberazione è valida se approvata dalla maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno 1/3 del valore dell'edificio. Approvazione ampia gamma di materie (nomina e revoca dell'amministratore, riparazioni straordinarie di notevole entità ecc. Art.1136, IV co. c.c.) (Art.1136, II co. c.c.) Sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio. Approvazione delibere per innovazioni (modifica materiale della cosa comune) Art.1120, I co. c.c. (Art.1136, V co. c.c.) Voto favorevole della maggioranza degli intervenuti in assemblea e almeno i 2/3 del valore dell'edificio. Maggioranza speciale per modifica destinazione d'uso delle cose comuni Art.1117-ter c.c. È stata introdotta una novità che consente all'assemblea con la maggioranza dei 4/5 dei partecipanti al condominio e con i 4/5 del valore dell'edificio di deliberare la modifica della destinazione d'uso delle cose comuni. Innovazioni vietate (modifiche dannose per sicurezza e per stabilità del fabbricato ecc. Art.1120 ult. co. c.c.) (Art.1119 c.c.) Per approvarle occorre il consenso di tutti i proprietari. Ho ritenuto importante parlare delle “maggioranze” in assemblea perché solo una corretta attuazione delle maggioranze evita controversie legali a carico dei condomini.


STORIA/BASTIA UMBRA

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Urban Lab, 28 marzo 2013 - Mostra sui progetti di edilizia pubblica e privata degli anni cinquanta

Il geometra Clito Grilli (1901-1955) 1950 - Clito Grilli

Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale sale alla ribalta a Bastia Umbra uno degli artefici della ricostruzione e dello sviluppo urbanistico della città di GIUSEPPINA GRILLI

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l 28 marzo 2013 nel locale URBAN LAB situato nel centro storico di Bastia, in Piazza Umberto I, è stata allestita una mostra sui progetti di edilizia pubblica e privata, redatti negli anni Cinquanta. All’inaugurazione era presente il sindaco Stefano Ansideri, il vicesindaco Francesco Fratellini, l’assessore alla cultura Fabrizia Renzini, la presidente della PRO LOCO Daniela Brunelli e la vicepresidente Monica Falcinelli. L’Amministrazione Comunale ha ideato questo percorso grafico-illustrativo a conclusione della prima fase dei lavori preparatori volti alla revisione del PRG: un’iniziativa accolta con interesse, sia perché ha fatto conoscere alcuni dati relativi ad interventi di edilizia abitativa risalenti al periodo della ricostruzione, dopo il secondo conflitto mondiale, sia perché ha permesso di stabilire un confronto con le tecniche di progettazione di una volta, realizzate a mano, da geometri o ingegneri, tecniche non supportate da strumentazione computerizzata, ma che valorizzavano le competenze individuali maturate con l’esperienza. Quei progetti un po’ ingialliti dal tempo erano come un libro aperto che raccontava l’impegno dei tanti professionisti che svolsero la loro attività con passione e competenza, lasciando una impronta significativa nella cittadina di Bastia e sul suo territorio. Devo aggiungere che l’iniziativa mi ha coinvolto in modo particolare, perché tra i professionisti di quegli anni figura anche mio padre, il geometra Clito Grilli, e lo spazio concessomi su questo giornale è per me una buona occasione per ricordarlo. Il geometra Clito Grilli era il tecnico di fiducia del Comune di Bastia, che gli affidò diversi e importanti incarichi. Tra questi, negli anni difficili del dopoguerra, alcuni progetti di costruzioni a carattere cooperativo e popolare, da erigersi nella zona nuova di Bastia, vicino al Campo Sportivo (dove oggi sorgono i giardini pubblici), là dove il Piano Regolatore prevedeva nuovi fabbricati, valorizzati da ampie strade alberate, piazze e aree verdi. Vennero realizzate le prime Case Popolari, la Casa degli operai delle Officine Franchi, la Casa degli Impiegati Comunali, in via Guglielmo Marconi. Il “Piano per l’edilizia popolare”, varato nel 1947, che recava la firma del Ministro del Lavoro Amintore Fanfani, era stato concepito a quel tempo per sopperire alla carenza degli alloggi provocata dalle devastazioni belliche. La richiesta che si levava dal Paese era di tornare al più presto alla normalità: ci si aspettava quindi che venissero rimesse in piedi case, fabbriche, scuole. L’Amministrazione, presieduta dal Sindaco Umberto Fifi,

nei suoi anni di governo (dal 1946 al 1952) riuscì ad ottenere dall’INA-CASA 10 milioni di lire, che furono destinati alla costruzione di abitazioni per operai ed impiegati, in base alla suddetta Legge. Altre iniziative edilizie di pubblica utilità videro la luce in quegli anni: nel 1948 fu inaugurato a Costano il nuovo edificio delle Scuole Elementari. Nel giugno 1949 il dott. Cesare Pelliccioli iniziò la costruzione di un fabbricato da destinare a Casa di Cura con prevalente indirizzo chirurgico (il progetto recava la firma dell’architetto Bruno Signorini di Perugia mentre la direzione dei lavori era del geometra Clito Grilli). Il terreno su cui doveva sorgere la Clinica venne donato dal Comune. Superate le difficoltà della ricostruzione postbellica, al volgere degli anni Cinquanta, il processo di espansione economica si traduce in un vivace dinamismo di iniziative e attività produttive con ricadute anche sulle piccole realtà locali. E’ il caso di Bastia che, per il suo fertile territorio agricolo situato in una posizione favorevole, quasi crocevia tra Assisi, Bettona e Torgiano, aveva svolto fin dall’antichità la funzione di polo commerciale della pianura di Assisi (rinomati erano in tutta l’Italia centrale il mercato del bestiame e le fiere di antica tradizione). Bastia dunque partecipa a questo processo di crescita economica che investe alcune zone del centro e del nord dell’Italia, potenziando uno sviluppo industriale già radicato in precedenza, incentrato sostanzialmente sul commercio e su una industria per lo più derivante dalla trasformazione dei prodotti dell’agricoltura (grano, pomodoro, tabacco) e veicolato da una classe imprenditoriale dinamica e innovativa. La crescita economica della cittadina e la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro richiamano nel Comune un notevole afflusso di popolazione, che andrà aumentando negli anni Sessanta in seguito alla crisi della mezzadria e all’esodo massiccio dalle campagne. Dal 1951, in cui contava 7.040 abitanti, Bastia passerà nel 1961 a 9.308 con un incremento del 32%. Dal 1952 a capo dell’Amministrazione Comunale era stato eletto come Sindaco Francesco Giontella, che rimarrà in carica per tre mandati elettorali, fino al 1964. Come lui stesso ebbe a dichiarare in uno dei tanti discorsi programmatici, si proponeva di introdurre “un flusso di vita nuova nella cittadina di Bastia con la realizzazione di grandi opere pubbliche per lo sviluppo del Comune”. E infatti in questi anni Cinquanta si incrementa l’iniziativa nel settore edilizio, che provocherà un singolare fenomeno di accrescimento urbanistico (che si sarebbe col tempo rivelato anche

1954 - Clito Grilli

in tutti i suoi lati negativi per aver dato avvio ad una crescita caotica del complesso abitativo, ad una privatizzazione intensiva dello spazio urbano). Il Piano Regolatore, che pure in quegli anni vide la luce, poté essere realizzato solo in parte per l’opposizione dei grandi possidenti che temevano ulteriori espropri. E’ questo il periodo in cui il nucleo primitivo di Bastia, racchiuso nelle quattro Porte di accesso, si andava allargando lungo la direzione est-ovest, l’attuale Via Roma, mentre nascevano le nuove aree di espansione con i grandi viali alberati con filari di pini marittimi e le tante moderne arterie a ridosso del centro storico. Bastia in quegli anni rappresentava


numero 6 - SETTEMBRE 2013

STORIA/BASTIA UMBRA

Bastia Umbra - primi anni ’50 - Costruzione del Cinema Esperia con Clito Grilli, direttore dei lavori, l’ultimo a destra

un mondo a parte, che nella laboriosità e intraprendenza della sua gente rispecchiava un atteggiamento interiore, un modo di pensare che era un denominatore comune fra gli Italiani: la voglia di fare e di agire, di migliorare le proprie condizioni. Anche per i professionisti del settore edilizio, geometri, ingegneri, architetti, questo ambiente lavorativo si presentava stimolante, offriva la possibilità di farsi conoscere e apprezzare. Si arrivava a Bastia con la certezza di trovare un’adeguata occupazione. Per l’esecuzione delle numerose costruzioni che sorsero in quegli anni in cui Bastia cambiò volto, Francesco Giontella si rivolgeva a professionisti di grande valore: l’ing. Sisto Mastrodicasa, l’ing. Riccardo Prosperi, l’arch. Pietro Frenguelli. Con il geometra Grilli aveva instaurato un rapporto di stima e fiducia per la competenza e serietà professionale. Infatti la sua firma come progettista o direttore dei lavori figura sempre nelle importanti opere pubbliche di quel tempo. Tuttavia, questa conclamata stima, in seguito, non sempre si tradusse per mio padre nel giusto riconoscimento del suo ben fare.

1933 si trasferisce a Bastia Umbra dove esisteva uno stabilimento per la lavorazione e costruzione di opere in ferro. Qui ben presto si conquistò la stima del personale dirigente, degli altri impiegati e degli operai (fino a pochi anni fa era possibile incontrare qualcuno che lo ricordava. Nel maggio 2009 un anziano di S. M. degli Angeli, il signor Otello Calderini di 85 anni, disse: “Ricordo il geometra Grilli. Io avevo 16 anni e lui era disegnatore tecnico presso l’Officina. Lo vedevo sempre con un camice scuro: era molto stimato. Si era nel 1940”. A quel tempo le Officine Meccaniche Franchi erano impegnate nella produzione di proiettili, che intensificarono quando, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia, l’industria fu militarizzata e dichiarata “Stabilimento Ausiliario per lavorazioni belliche”, divenendo, insieme alla vicina stazione ferroviaria, un bersaglio preso ripetutamente di mira dagli attacchi aerei sia da parte delle forze alleate sia da parte dei tedeschi, dopo l’8 settembre del ’43. Alla fine della guerra Clito Grilli decise di lasciare l’impiego per dedicarsi alla libera professione, un campo in cui si sentiva preparato e che sperava gli avrebbe consentito di esplicare al meglio la sua professionalità. Ha inizio così in questi anni, una intensa attività che lo impegna in numerose perizie dei danni di guerra, sia in progetti di edilizia pubblica che privata. In questi anni ebbe inizio anche la costruzione della Palazzina per Impiegati e Professionisti, dove saremmo andati ad abitare. Clito Grilli fece appena in tempo a vederla edificata nella sua struttura essenziale, ma non poté abitarla a causa della morte sopraggiunta nel maggio 1955, nel pieno della sua attività.

IL GEOMETRA CLITO GRILLI nacque a Capocavallo di Corciano (Perugia), il 4 settembre 1901. Fin dalle Scuole elementari dimostrò spiccate attitudini per il disegno e la matematica e per questo intraprese gli studi tecnici. Consegue il diploma di geometra presso l’Istituto Tecnico “Vittorio Emanuele II” di Perugia. Dopo il Servizio Militare inizia a lavorare con l’Impresa Edile di famiglia (Fratelli Turchetti e Grilli Beniamino - Impresa di Costruzioni Civili, Industriali e Idrauliche con sede a Torgiano). Nel 1926 collabora alla costruzione di una nuova ala della Casa Generalizia delle Suore Francescane di Gesù Bambino in Santa Maria degli Angeli. I lavori, eseguiti su progetto dell’archiOpere pubbliche che hanno visto la tetto Edoardo Vignaroli, vennero inaugurati il 7 agosto 1927 dal Vescovo di Assisi, Mons. Ambrogio Luddi. L’Impresa Turprogettazione, la direzione dei lavori chetti - Grilli realizzò anche la monumentale facciata della e l’assistenza tecnica del geometra Basilica di Santa Maria degli Angeli, su progetto dell’ingeClito Grilli a Bastia Umbra gnere e architetto Cesare Bazzani. I lavori ebbero la durata di quasi cinque anni e l’inaugurazione avvenne il 13 maggio 1930. - Scuole elementari di Bastiola e Ospedalicchio con L’Impresa ricevette poi l’incarico per la costruzione di una Asilo Infantile (progetto arch. Pietro Frenguelli); nuova ala del Collegio Internazionale Francescano di S. Anto- Edificio scolastico di Costano (progetto arch. Pienio in Roma, su progetto dell’ingegnere Enrico Campa. Il latro Frenguelli); voro che svolgeva Clito Grilli consisteva nell’eseguire tutte le - Cinema Teatro Esperia (progetto ing. Riccardo Promisurazioni e compilare gli Statitra di Avanzamento e Finali Sotto Assisi, i capolavori delladeinaturasperi); lavori. Per l’occasione a Roma venne allestito un cantiere tan- Circolo Ricreativo Insula Romana (progetto e dito vasto da comprendere più di cento operai; nel cantiere figurezione dei lavori, geometra Clito Grilli); ravano macchinari moderni per quei tempi: c’era anche una - Case Popolari nella nuova zona urbana di Bastia; ferrovia a piccolo scartamento, denominata Decauville, carat- Casa per gli impiegati del Comune di Bastia; terizzata dalla facile smontabilità, trasportabilità e leggerezza - Casa per gli operai delle Officine Franchi; di tutti gli elementi. Esisteva anche un ascensore per le mae- Casa a sei quartieri San Bartolo; stranze. L’impresa di famiglia chiude ed il geometra Clito Grilli - Scuola elementare di San Lorenzo; entra a lavorare presso le “Officine Meccaniche Fratelli Fran- Ampliamento cimitero di Bastia, Costano e Ospechi”, a Roma, con l’incarico di eseguire progetti e schemi di dalicchio; carpenteria in ferro. Oltre a collaborare col personale dirigente - Sistemazione strada per Costano. si interessava anche della parte contabile e amministrativa. Nel Le Imprese edilizie che operavano a Bastia in quell’epoca erano essenzialmente due: la Ditta Ciambotti1943 Officine Meccaniche Franchi ni Gerardo e Lunghi Aleandro - la Ditta Ceccucci GiuTesserino di Clito Grilli seppe e geometra dott. Enrico Ceccucci.

Opere private

- Ristrutturazione Villa Contessa Fiumi; - Palazzo fr.lli Camillo e Piero Petrini (ambedue gli edifici su progetto dell’architetto Dino Lilli); - Sopraelevazione Albergo del Commercio di Filiberto Lolli; - Sopraelevazione e sistemazione interna della Casa di Cura Villa Grazia del dott. Cesare Pelliccioli; - Villa Giontella (progetto dell’arch. Pietro Frenguelli e dell’arch.Walter Steffenino di Torino; direzione dei lavori del geometra Clito Grilli; Impresa di costruzioni di Ceccucci Enrico); - Villino residenziale fam. Federico Giulietti; - Villino residenziale fam. Fulvio Buia.


CULTURA

FENICE-EUROPA, SEZIONE “CLAUDIA MALIZIA”

A Benedetta Bonfiglioli con Pink lady la XIV Benedetta Bonfiglioli, autrice del romanzo Pink lady (Edizioni San Paolo), è la vincitrice della XIV edizione del Premio “Claudia Malizia”, sezione speciale del Fenice- Europa

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enedetta Bonfiglioli ha studiato lingue e ha viaggiato tanto per perfezionarle. Insegna letteratura inglese al liceo. Ecco perché scruta così bene nel cuore e nella mente dei ragazzi. E’ sposata e mamma di due meravigliosi gemelli. Vive in provincia di Reggio Emilia, in un piccolo paese che le ha insegnato ad amare le piccole cose. Pink lady è il suo primo romanzo. Questa è la storia: Anna ha diciassette anni ed è molto arrabbiata. Dalla morte di sua sorella, il mondo sembra es-

sersi fermato. Come si può vivere con un dolore così grande e allo stesso tempo ricominciare? Riuscirà a farlo tra i palazzi antichi di Belmonte, cittadina della Pianura Padana, dove si è trasferita con la famiglia. Qui incontra l’amore: quello di Silvia, quello di Marco, quello dei suoi genitori, quello tra Ete e Paolo, scoperto per caso in un diario segreto nascosto in soffitta. Anna impara che il passato non si cambia e che non è una colpa lasciare che il dolore si plachi per tentare di essere felici. La Sezione “Malizia” è dedicata a Claudia, una giovane di Bastia scomparsa prematuramente. Ella esortava i suoi coetanei affinché dessero un significato alla propria esistenza, invitandoli a non dissiparla inutilmente, a lottare contro ogni avversità. “Vivere è bello, amate la vita” è una delle frasi contenute nel diario di Claudia e ripresa dal Fenice-Europa. “Il premio, nato nel 2000 dichiara Rizia Guarnieri, coordinatrice dell’iniziativa - è riservato a romanzi, saggi e testimonianze che presenti-

no aspetti legati all’amore per la vita, all’amicizia e alla speranza, elementi spesso trascurati dall’universo giovanile”. La giuria tecnica è composta da Maria Giovanna Elmi, Lia Viola Catalano, Younis Tawfik e Rizia Guarnieri. Il libro è stato gratuitamente distribuito a un centinaio di giovani lettori, affinché diventino messaggeri di vita.

numero 6 - SETTEMBRE 2013

Dalla terza pagina

S.O.S. UMBRIA IN PERICOLO! di CARLO ROSIGNOLI

... Il primo libro evidenzia , con allarmante preoccupazione, la differenza tra l’Umbria presentata nella promozione turistica e quella dei troppi record negativi che non rendono credibile il primato della qualità della vita che non c’è più. Con il tasso di suicidi e di morti sul lavoro più alto della media nazionale, la disoccupazione giovanile crescente e la retribuzione da lavoro dipendente più bassa del centro Italia. Con il capoluogo considerato il super market della droga e i clan della malavita che mettono le mani sui caseggiati della periferia. Poi il clientelismo, l’esercito degli invalidi, i manager pubblici, le società partecipate, i consulenti, il business immondizia, appaltopoli, le cooperative, le lobby, le logge, i rimborsi, i bonus, le spese folli, la sanità sprecona, province, comunità montane ed il costo della regione Umbria più elevato tra quelle a statuto ordinario con ben 88 euro per ogni abitante, i signori di Bastia, Bettona, Cannara ed Assisi, accomunati nel capitolo con quelli di Foligno, Todi, Orvieto, Gubbio, Perugia, Umbertide, Terni... Il secondo testo di Lattanzi entra nel vivo delle diverse strategie di mafia, camorra e’ndrangheta per la colonizzazione dell’Umbria: usura, cocaina, sesso, rifiuti, massoneria, grandi affari... Entrambe le opere sono un grido accorato, se non disperato, di invito alla presa di coscienza e alla reazione razionale e tempestiva agli intrighi della casta della politica, degli affari e della malavita.



POLITICA/BASTIA UMBRA

numero 6 - SETTEMBRE 2013

COMUNICAZIONE POLITICA A PAGAMENTO: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEI VALORI - RIFONDAZIONE COMUNISTA -

MA DOVE SONO I GRANDI RISULL ANSIDERI DIETRO LO SLOGAN “CC

I partiti e i movimenti del Centro Sinistra di Bastia Umbra hanno sentito il bisogno di riunirsi e di conn 2009 e con un orizzonte davanti a sé di soli nove mesi di mandato prima dello scioglimento del Conss partecipata riflessione è stato elaborato un documento ampiamente condiviso dal quale emerge

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a Giunta Ansideri: un insieme rissoso e disomogeneo - La Giunta Ansideri, a fronte dei risultati conseguiti dal Centro Sinistra, che a parere dei suoi componenti sarebbero stati scadenti, si è presentata, fin dai suoi esordi, in pompa magna, con grandi slogan e nel segno di un cambiamento radicale nei metodi e nelle prospettive per ridare lustro e vivacità alla città di Bastia, quando, con passaggi a dir poco folkloristici, ha inaugurato la sua stagione politica e amministrativa con una prima azione eclatante come quella di pulire le scale del Palazzo Comunale con un noto disinfettante. L'Esecutivo in realtà è stato continuamente in crisi: vuoi per le gravi vicende giudiziarie che lo hanno attraversato all’inizio, vuoi per le rotture politiche interne che ha prodotto la nascita di Fratelli d’Italia, vuoi per le dimissioni del vicesindaco Aristei che ha fatto uscire dalla maggioranza una lista civica che ha contribuito notevolmente alla vittoria delle elezioni del 2009, vuoi per altri allontanamentie verificatesi all’interno dello stesso PDL. Ora a Bastia, invece di una Giunta che lavora in maniera collegiale e propositiva, di fatto abbiamo una diarchia o, chissà, forse, una triarchia! Dopo questa breve disamina ci accingiamo a verificare i grandi obiettivi che si era posta la Giunta Ansideri e se è stata in grado o meno di raggiungerli. • Gestione del personale comunale - In questo caso la Giunta si è dimostrata da subito poco attenta alla necessità di organizzare in maniera funzionale e razionale il personale senza riuscire a motivare e orientare la funzione dei dipendenti comunali come importante e fondamentale attività di servizio a disposizione della collettività fornendo risposte puntuali e precise ai bisogni dei cittadini. Troppo spesso si è assistito, con impotenza, alla mortificazione sia sul piano professionale che su quello umano di persone capaci e volenterose, ma accantonate per il semplice motivo di non essere degli “yes man”. In questa logica si è persino arrivati a rimuovere immotivatamente il comandante dei Vigili urbani. • Gestione del bilancio e delle risorse pubbliche - Su questo versante non si registra nessun segno di novità. Sono passati ormai quattro anni e non si trova un riscontro di alcun genere. In nessun settore si riesce a cogliere il segno di questa legislatura, se non in alcune scelte demagogiche e populiste che hanno arrecato danni all’intera cittadinanza, come quella di aver abrogato la piccola e modestissima tassa di scopo finalizzata alla realizzazione della scuola di XXV Aprile con il risultato che quel problema scolastico rimane ancora irrisolto! Alla demagogia dello slogan “meno tasse per tutti” oggi fa seguito in maniera arrogante il comunicato del Sindaco con cui ci informa che dovremo pagare mediamente il 40% in più di tasse per la nettezza urbana (Tares), con un’incidenza media nelle tasche dei cittadini di circa 500 euro all'anno per famiglia. Appare quindi evidente che l'intero peso del servizio nettezza urbana nel tempo, è stato trasferito quasi tutto a carico dei cittadini. La tassa di scopo, che non si è voluta mantenere, incideva nelle tasche dei cittadini in circa 10 euro a famiglia, tassa che peraltro oggi avrebbe consentito la risoluzione del problema scolastico come la realizzazione della nuova scuola di XXV Aprile con annessa sezione di scuola media e relativi locali per la nuova dirigenza, mentre, al contrario, si assiste tristemente alla proposta di chiusura di due scuole funzionanti sulle due frazioni di Cipresso e di Bastiola, che attorno a tali servizi hanno costruito il loro sviluppo urbano e la loro identità. Altra grave carenza dell'esecutivo è la totale incapacità di avvalersi delle occasioni che offrono i fondi strutturali europei per finanziare le attività economiche esistenti e per sostenere e incoraggiare l'avvio di nuove iniziative imprenditoriali. L'Amministrazione si è infatti mostrata completamente sorda e chiusa ad ogni tipo di progettazione che consentisse l'accesso a questo importante canale

di finanziamento comunitario, sia per l'attività pubblica di competenza dell'Amministrazione stessa, sia per l'imprenditoria privata, declinata in tutte le sue articolazioni, compresa quella femminile, giovanile, agricola, ecc., rinunciando ad avvalersi degli unici strumenti di finanziamento a disposizione dell'imprenditoria e degli enti locali in tempi così difficili. Infrastrutture e lavori pubblici - Qui siamo all’immobilismo più ferreo. È sotto gli occhi di tutti la carente capacità di svolgere i servizi principali come la manutenzione delle strade, delle fognature, del verde pubblico e degli spazi pubblici in generale. Si sono realizzate rotonde e “rotondette” (o “cerchietti” che dir si voglia!) dove non servono, o meglio, servono solo a complicare la viabilità e la vita dei cittadini e delle strutture commerciali. Si attendeva la rotonda di Via Roma mentre se ne costruisce una in via Gramsci (incrocio con Via Vietnam) senza capirne il perché. Un altro appuntamento mancato è il non completamento della piscina esterna del centro nuoto: opera di grande necessità per il periodo estivo e particolarmente avvertito dalla cittadinanza. Si è preferito invece gettare ingenti risorse per presentare un mega progetto di nuova città dello sport che non vedrà mai la luce. E che dire della ormai completa distruzione di Piazza Mazzini con la scelta di riaprila al traffico? Una Giunta comunale praticamente inesistente, nelle frazioni che appaiono tristemente abbandonate a loro stesse! Gestione del Patrimonio pubblico - In quattro anni l’inefficienza della Giunta Ansideri ha una cartina di tornasole evidentissima nell’uso del patrimonio pubblico. Ha ereditato sì i servizi di anagrafe insediati in un edificio in affitto, in zona decentrata e priva di parcheggio, ma non ha fatto nulla per migliorarne la collocazione, e magari trasferirli nell'edificio situato in Piazza Umberto, completamente vuoto e non utilizzato e particolarmente adatto a questo utilizzo. Ancora oggi in questo stabile sono in corso lavori ingenti e senza fine, ma quel che è peggio non si sa quale sarà la destinazione finale di questi spazi per il futuro! Urbanistica - L’aspetto più eclatante della mancata progettualità della Giunta Ansideri la ritroviamo nella gestione del governo del territorio nel suo insieme. Qui si è veramente toccato il fondo: alle “strombazzate”, alle enfatizzazioni iniziali sbandierate dietro la scelta tecnica e di novità che aveva portato alla nomina dell’Assessore Livieri all'Urbanistica è arrivato poi il suo allontanamento dalla Giunta. Ma analizziamo i fatti: Bastia aveva la necessità di adeguare il PRG alle nuove disposizioni di legge redigendo e approvando un piano regolatore distinto in parte strutturale e parte operativa. La precedente Giunta Lombardi aveva predisposto il documento preparatorio e il pool del Prof. Nigro aveva messo a punto i documenti affinché il Consiglio Comunale, e, più organicamente, la città, potessero avere uno strumento nuovo, snello e adeguato alle moderne esigenze di Bastia. Animati dallo slogan “Cambiamo Bastia!” e seguendo il già citato e nobile approccio della “pulizia delle scale con la varechina”, questo enorme lavoro consegnato dalla Giunta uscente, è stato completamente accantonato senza un’adeguata valutazione, mentre, al contrario, poteva costituire una prima bozza di lavoro sulla quale la maggioranza uscita dal confronto elettorale avrebbe potuto apportare modifiche e integrazioni operando su un primo schema di lavoro, in gran parte definito e di qualità. Al contrario, si è deciso invece di assegnare un nuovo incarico affrontando una spesa aggiuntiva di oltre 300.000 euro! E ad oggi l’unico risultato tangibile sembra essere qualche incontro che ha più il sapore della propaganda politica che della semplice proposta di soluzioni organiche e utili per

La presente nota serve per fare un bilancio di di categoria, del volontariato e dell’intera si dovrà far carico di un affrontare i veri problemi della città. Si dice che forse avremo delle risposte organiche nel prossimo marzo 2014: a scadenza del mandato. Sarà vero? Sta di fatto che Bastia Umbra è uno dei pochi, se non l’unico Comune che in Umbria non ha adeguato il proprio PRG alla normativa regionale e questo non sembra un buon viatico per la Giunta Ansideri. In sintesi i problemi, che, come dicono, hanno ereditato dal passato rimangono tutti irrisolti. Ma questo in realtà è un loro grande limite! Se, come dicono, sono più bravi devono essere anche in grado di dare nuove risposte e nuove soluzioni ai problemi della città e dei cittadini. O no? Ma veniamo al dettaglio delle aree progetto: 1) Area Deltafina. Qual è l’ipotesi definitiva? 2) Il tanto sbandierato Piano San Marco, dichiarato di prossima soluzione in infinite circostanze: quando e con quali accordi con i soggetti interessati sarà risolto? 3) Piano stalle, fumoso, inapplicabile, ingestibile, inconcludente. 4) Area PIP Ospedalicchio. Quando si realizzerà? E quale sarà la soluzione? 5) Area Franchi. Che fine ha fatto la convenzione? E il nuovo insediamento? Bisognerà ancora far passare la pratica in Consiglio o in Giunta per renderla operativa? Ma è una scelta felice ed opportuna collocare in un unico sito, un nucleo di 2.000 persone concentrato in uno spazio limitato, in 154 appartamenti di social housing? L’esperienza della vicina Ponte San Giovanni non insegna niente? 6) E cosa dire dei ritardi nelle risposte delle poche richieste di concessione edilizia che oggi, stante la crisi del settore ancora permangono? 7) E la grandiosa idea di Piazza del Mercato di realizzare un megaedificio sull’attuale parcheggio-spazio aperto? Ne vogliamo parlare? 8) E che dire dell’Area PIC? Messa completamente nel girone dell’oblio e nel dimenticatoio! 9) E la gestione dei lotti residui nella zona industriale con ordinanze di revoca e relativi contenziosi con i soggetti interessati? 10) E la mancata regolamentazione dello Sportello Unico dell’Impresa (SUAP) che rende il territorio di Bastia particolarmente esposto alla cementificazione selvaggia e non consente di accelerare i tempi, qualora si riscontri la vera necessità di utilizzare tale strumento di semplificazione amministrativa? Raccolta rifiuti urbani - La Giunta comunale, invece di approfondire e di individuare con l’intera cittadinanza le iniziative da intraprendere per fare a Bastia una raccolta differenziata efficiente e razionale, senza disperdere energie e risorse, ha preferito rincorrere le scelte demagogiche e propagandistiche. Utilizza gli obiettivi generali fissati dalla Regione Umbria per illustrare gli obiettivi di raccolta differenziata da conseguire e fa riferimento agli obiettivi proposti dal Governo nazionale per giustificare la necessità di ricorrere alla tassazione dei cittadini. A Bastia si è scelto in maniera del tutto arbitraria di raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Regionale dei Rifiuti attraverso la strada più onerosa e più impegnativa per la collettività, facendo così ricadere nelle tasche dei cittadini, l’aggravio economico correlato al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata! In più si lanciano proclami per avere ottenuto gran-


numero 6 - SETTEMBRE 2013

POLITICA/BASTIA UMBRA

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ - PARTITO SOCIALISTA ITALIANO - SINISTRA CRITICA

LTATI L DELLA GIUNTA CAMBIAMO C BASTIA”?

nfrontarsi n per valutare l’opearto della Giunta Ansideri in carica dal giugno nssiglio comunale e delle nuove elezioni amministrative. Dopo una seria e con chiarezza l’immobilismo che ha caratterizzato questo esecutivo questa esperienza politica e amministrativa, tuttora in corso, da sottoporre all’attenzione delle forze sociali, delle associazioni cittadinanza come base per l’elaborazione della proposta di governo della città e per l’individuazione della nuova classe dirigente che nuovo progetto amministrativo e del rilancio complessivo del tessuto produttivo, economico, sociale e culturale di Bastia Umbra di risultati: ma quello che viene fatto passare per “oro colato” e per grandi capacità amministrative in realtà è un dato di normale amministrazione, peraltro già riscontrabile in molti altri Comuni, dove si sono raggiunti già da tempo gli obiettivi senza fare il salasso ai cittadini! A ciò si aggiunge il disagio di vedere un’ampia fascia del territorio comunale, servita dai cosiddetti “mastelli”, di tutti i colori, dando un’immagine negativa della città. E che dire poi delle buste colorate di viola che rendono note a tutti le problematiche fisiche ed intime di chi è costretto ad utilizzare un particolarissimo servizio, violando così le più elementari norme di privacy. Welfare - In questo delicatissimo settore si registra una insensibilità soprattutto verso le problematiche delle famiglie che oggi appaiono più che mai strettamente connesse e condizionate dalla grave crisi economica che stiamo tutti subendo. In questo contesto ci preme far presente che proprio in questi anni è sensibilmente aumentato il numero delle famiglie che fanno ricorso agli aiuti delle organizzazioni caritatevoli. Senza voler fare assolutamente alcuna discriminazione ci risulta che in passato erano soprattutto le famiglie di immigrati a rivolgersi a queste organizzazioni. Ora assistiamo impotenti al nuovo fenomeno dell'impoverimento di ampie fasce della popolazione che in passato costituivano la cosiddetta “classe media” e benestante; oggi infatti anche alcune famiglie italiane residenti stabilmente nel territorio, spogliandosi della propria dignità e mettendo da parte ogni residuo di orgoglio che umanamente è insito nelle persone, si trovano nella condizione di dover chiedere aiuto per pagare affitti, bollette e addirittura cibo. Ma questa maggioranza di governo costringe i cittadini ad accollarsi pesanti fardelli mentre progetta, persa nelle sue manie di grandezza, le sue architetture faraoniche (e irrealizzabili!). A ciò si può aggiungere l'aumento incontrollato delle rette degli asili nido ormai comparati al privato. Questo ha fatto sì che scomparisse la fila e la graduatoria degli asili comunali, poiché a parità di prezzo il privato offre un servizio nettamente migliore e qualitativamente superiore; basti pensare che durante il periodo estivo i nidi privati sono aperti e funzionali mentre i comunali sono in vacanza poiché comparati alla scuola pubblica. Un amministrazione o un ente pubblico non può fare l'imprenditore o ragionare come tale, non ne ha le capacità, né la forza e verrebbe meno all'aspetto prettamente sociale che caratterizza tale servizio. Cultura - Qui l'attuale maggioranza si è superata e ha raggiunto il massimo in miopia politica poiché sembra evidente che le linee di indirizzo e la politica culturale nel suo complesso non è in mano né al Consiglio comunale, né alla Giunta, né al Sindaco; ma sembra che l’attività sia stata delegata in toto alla pro-loco, cancellando la presenza, la disponibilità e la proposta delle molteplici associazioni presenti nel territorio. Si ricorda che questa amministrazione si era proposta alla città come quella che avrebbe posto fine all'annosa ed irrisolta “questione dei rioni”. Anche in questo caso questi “marziani” che sembrano non conoscere per nulla la loro città, in quattro anni non hanno prodotto alcun risultato, i rioni si trovano esattamente dov'erano con le stesse problematiche di sempre. Anzi nel frattempo è stato sfrattato il rione Moncioveta perché da anni residente in

una palazzina inagibile che ormai è diventata veramente pericolosa. Il Sindaco si è tanto prodigato per collocare il rione all'interno dell'Area Petrini e quello che sembrava per il rione un sogno si è ben presto trasformato in un incubo che non ha prodotto alcuna soluzione razionale e concreta. In questo quadro così fosco, quel che è peggio è che in quattro anni di Amministrazione Ansideri sia stata distrutta ogni proposta o iniziativa culturale di rilievo e di qualità nel territorio. Si è visto di tutto: un assessore che andava a elemosinare ai commercianti contributi e sponsorizzazioni per poter mettere in piedi iniziative di basso profilo, mettendo in atto una vera e propria concorrenza sleale nei confronto di chi vive di piccole sponsorizzazioni come le varie testate giornalistiche locali o la festa del Palio; Si è distrutto la tradizionale accensione delle luminarie a Natale e gli appuntamenti di Bastia estate. Oggi l'Amministrazione tenta di mettere in piedi un programma culturale e interessante, ma dispendioso, e comunque malfatto, settario non aperto a tutti. A noi questo tipo di cultura d’elite riservata solo a chi se la può permettere non piace, riteniamo che nella cultura si debba investire perché è la base del nostro essere e che debba essere fruibile e accessibile a tutti. La cultura a pagamento va lasciata ai privati. Altro fronte in sofferenza è quello relativo alle attività dei gemellaggi. Ricordiamo che l'amministrazione comunale per moltissimi anni ha esercitato una proficua attività di coordinamento tra le associazioni interessate e deputate ad agevolare gli scambi culturali con le altre cittadine europee gemellate con Bastia Umbra. Oggi queste attività sono confinate solo ad alcune iniziative individuali. In tutto questo c’è da sottolineare che questi signori sostenevano quanto fosse importante dare lavoro e sviluppare le aziende del territorio, ma guarda caso sono quattro anni che l'amministrazione comunale fa grafica e stampa di tutti i suoi manifesti o volantini nel limitrofo territorio di Assisi. Per concludere sono riusciti persino a far chiudere l’attività del cinema Esperia e a noi non sembra civile una città che può fare a meno della “settima arte”. Ambiente - In questo ambito abbiamo raggiunto un altro limite negativo, poiché sebbene abbiamo appreso positivamente dell’accordo volontario sottoscritto recentemente dal Comune con il Ministero dell'Ambiente per progetti comuni finalizzati ad analizzare e ridurre l'impatto di fattori inquinanti sul clima e realizzare un modello di amministrazione sostenibile, però in concreto: a) non si è approvato il nuovo regolamento di igiene che disciplina gli allevamenti e la bonifica dei siti dove è accertata la presenza di eternit; b) si è tentato di costruire una centrale a biomasse nel territorio di Costano, scongiurata grazie alla forte reazione degli abitanti della frazione, peraltro già duramente provati dalle precedenti problematiche legate agli allevamenti intensivi; c) si vuole costruire una centrale di co-generazione su un’area di recupero sensibile e vicina al centro storico, nell’area ex Franchi, che equivale a costruire una centrale a biomasse proprio nel cuore della città e del suo territorio. Sicurezza - In questo settore da ben quattro anni non si registrano da parte dell'amministrazione iniziative volte ad affrontare i problemi legati alla microcriminalità; tema particolarmente delicato ed in aumento anche nel nostro mutato tessuto socio-economico cittadino. Non si è provvedu-

to a stipulare un accordo di collaborazione tra le forze dedicate a questo servizio e neppure si è cercato di coinvolgere in un dibattito i cittadini per promuovere comportamenti individuali e collettivi tesi alla tutela e sicurezza pubblica. Si è più volte sbandierata l'istallazione di videocamere: uno strumento discutibile e relegato solo al centro storico. Non si è tenuto in considerazione che in alcune frazioni (come per esempio a San Lorenzo) i cittadini si sono dovuti organizzare e autofinanziare la sicurezza del quartiere. Il venir meno della sicurezza incide profondamente sulla qualità della vita dei cittadini e sul loro benessere e su questo l'amministrazione ha dimostrato la totale assenza di sensibilità e di iniziativa. Commercio, industria e artigianato - Questi tre comparti siamo costretti a trattarli insieme altrimenti, saremmo ripetitivi: tant’è la totale assenza di proposte e visioni organiche per affrontare, in questi momenti di grave crisi economica, i problemi che si presentano, di difficile soluzione, e a volte anche di scarsa incidenza degli strumenti messi a disposizione della pubblica amministrazione. Ma l’attuale Giunta non è riuscita a dare nessun indirizzo, a stabilire un rapporto proficuo con tutte le associazioni di categoria per progettare e concordare iniziative comuni. Del resto un’Amministrazione Comunale che non ha una sua visione politica delle modalità in cui affrontare i problemi del commercio, dell’industria e dell’artigianato, come può con autorevolezza interloquire con il mondo delle associazioni di categoria? Qui assistiamo alla vera e propria recessione dei rapporti positivi e di stimolo che sempre hanno caratterizzato le Amministrazioni di centro sinistra. Qualche volta la Giunta ha tentato il confronto con le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Sindacali ma puntualmente ha disatteso gli impegni presi. IN CONCLUSIONE La responsabilità politica dell’attuale maggioranza, definita all’indomani delle elezioni del 2009, è di grande rilevanza e di una gravità tale da ledere il mandato elettorale e la rappresentanza democraticamente eletta. Con il suo operato l'Esecutivo ha trasformato il Consiglio comunale di Bastia - che dovrebbe essere un organo di indirizzo e di controllo politico - in un’assemblea svuotata di ogni significato, relegata al ruolo di “notaio”, costretta all’ approvazione, meramente formale, di scelte predeterminate o a ratificare in maniera acritica l'agenda imposta dalla legislazione nazionale e comunitaria. Basta citare alcuni esempi: · senza un dibattito in Consiglio comunale si è andati all'archiviazione della bozza del precedente PRG e all'assegnazione di un nuovo incarico; · si è proceduto a conferenze di servizi sul biodigestore senza il Consiglio Comunale; · si decide solo in Giunta il recupero dell’area ex mattatoio stabilendo la realizzazione di un edificio su un’area pubblica di parcheggio. A consuntivo di questa esperienza si può dire che lo sbandierato cambiamento c'è sicuramente stato: ma ci sembra decisamente in peggio! E soprattutto a spese della trasparenza dell'azione amministrativa, del rispetto dei ruoli istituzionali e della democrazia!




LAMBERTO CAPONI

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FABIO ROSSI

DAVID FERRACCI GIACOMO SARGENTI

MARCO BARGAGNA

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Comune di

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NUOVI PARROCI A BETTONA E PASSAGGIO DI BETTONA

Messi a riposo Don Dario Resenterra e Don Enrico Rotati. Al loro posto Padre Diodato Maria Fasano di LAMBERTO CAPONI

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l Vescovo di Assisi sta mettendo in atto una piccola rivoluzione nelle due parrocchie del comune di Bettona. Superati i limiti di età dei 75 anni, vengono messi a riposo i due parroci Don Dario Resenterra e Don Enrico Rotati che per una trentina di anni hanno lavorato intensamente nel Comune. Al loro posto viene nominato un nuovo parroco che proviene dalla Campania, da Avellino, il Padre Diodato Maria Fasano; egli viene volentieri nei pressi di Assisi per la forte ispirazione francescana che vive e che ispira. Le due parrocchie rimangono distinte giuridicamente e pastoralmente ma unite nell’unica persona del parroco e del vice parroco Don Marco Armillei. Don Enrico lascia dopo 22 anni la parrocchia di Passaggio. Nato a Sassoferrato (Ancona), ha studiato filosofia e teologia nel seminario regionale di Assisi, ed è stato ordinato prete nel 1961. Per una decina di anni è stato parroco a Bagni di Nocera Umbra e direttore spirituale nel seminario vescovile di Nocera. Per otto anni è stato poi direttore spirituale del Seminario Regionale di Assisi e per altri otto anni segretario del Vescovo di Assisi, Mons. Sergio Goretti. Deceduto improvvisamente nel 1991 il compianto Don Francesco Bianchi, fu inviato Don Enrico come parroco a Passaggio. Un compito difficile che ha saputo svolgere con abilità e tenacia con la pazienza e la modestia che lo contraddistingue. Il suo impegno pastorale è stato caratterizzato da molta vicinanza

con le gente; in breve tempo ha cercato di conoscere ogni famiglia, stando vicino particolarmente ai giovani, ai bambini, agli anziani. Ha creato i “Centri di ascolto” in ogni zona del paese per favorire l’approfondimento del vangelo e la fraternità e solidarietà tra le famiglie. Ha curato le celebrazioni liturgiche in chiesa e il catechismo dei fanciulli e anche degli adulti. Ha chiesto e ottenuto la collaborazione dei laici in ogni attività. Specialmente nei primi anni è riuscito ad amalgamare un bel gruppo di giovani che si distinsero anche nell’arte musicale e teatrale; essi riuscirono a dare piccoli ma apprezzati concerti persino a Milano e a Vienna e… nelle carceri di Perugia… Molteplici sono state anche le opere “murarie” che don Enrico ha fatto realizzare: oltre la ristrutturazione della casa parrocchiale, appena arrivato, nell’anno duemila è riuscito ad inaugurare il Teatro Excelsior, una sala di 245 posti, ampliata e completamente rinnovata e adeguata alle esigenti norme di legge. Per questa ope-

Eventi in città

Don Enrico Rotati ra determinante è stato il volontariato, a cominciare dall’impegno di tutti i tecnici (ingegneri, architetti e geometri) del paese e il contributo economico di ogni famiglia. Ha poi completato il campanile, ponendovi cinque nuove campane e il nuovo orologio. In chiesa ha rinnovato l’impianto termico, acustico ed elettrico. Ultimamente è stato realizzato un bell’organo a canne e, grazie alla Confraternita, sono state valoriz-

Don Enrico Rotati al centro del gruppo appena l’inaugurazione del rinnovato Teatro

Don Dario Resenterra zate le adiacenze della chiesa con una grande cucina e locali utili per cene comunitarie e per usi sociali e aggregativi. Ma l’opera per lui più preziosa e specifica è quella che esteriormente non si vede, perché è nel cuore e nelle coscienze dei fedeli, dove egli ha cercato di deporre i frutti dello Spirito: gioia, speranza, pace… un caro saluto a Don Enrico che è venuto tra noi in punta di piedi e se ne va in silenzio.

SPORT, FITNESS, ALIMENTAZIONE DI QUALITÀ, SALUTE 4-5-6 ottobre 2013 Dalle 10:00 alle 22:00 Ingresso Libero

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lComune di Bettona ha deciso, per tre giorni, di tra sformare il Borgo più bello d’Italia, unanimamente considerato tra i più belli d’Italia, in una palestra a cielo aperto. Saranno tre giorni di divertimento, di attività all’aria aperta, di gioia, di amore per lo sport: natura, storia, sport e sana alimentazione. Un weekend all’insegna della passione per la qualità della vita! Venire a Bettona in Shape farà bene al fisico ma anche alla mente. Una location preziosa, il Borgo, che arricchirà di contenuti, forma e qualità un programma che si annuncia ambizioso e completo, proprio grazie alle strutture, alle infinite opportunità di sinergia che regala Bettona con il suo magnifico territorio. Tante le attività organizzate, tra le quali: Running, Nordic Walking, Arrampicata, Fitness in tutte le sue più attuali declinazioni, Fitness Open, Spinning, Pilates, Calcio di rigore, Hip Hop, Arti Marziali, Pallacanestro, Badminton, Mountain Bike, Pugilato. Il programma sarà completato dalla Spa con i massaggi e dal Kid’s Village: Il Villaggio dei bambini. Per informazioni: www.bettonainshape.com




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