Più bici più piaci

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Paolo Pinzuti Federico Del Prete

Pi첫 bici pi첫 piaci Viaggio semiserio alla scoperta della dueruote perfetta per te Illustrazioni di

Gabriele Orlando


© 2014 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26 e-mail editore@terre.it libri.terre.it Direzione editoriale: Miriam Giovanzana Coordinamento editoriale: Sara Ragusa Pubblicazione realizzata nell'ambito del Programma “Responsabilità sociale di impresa: persone, mercati e territorio” Finalità 5 “Responsabilità sociale per la competitività d’impresa”. Ambito di intervento: people care/mobilità sostenibile Regione Lombardia - Progetto “ibike2work” Stampato nel mese di febbraio 2014 Grafiche Ata Snc, Paderno Dugnano (Mi) Questo libro è stampato su carte dotate di certificazione FSC®, che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in maniera responsabile.


A tutti i ciclisti che ogni giorno pedalando rendono il nostro mondo un luogo migliore in cui vivere


Indice ·7·

Introduzione ·8·

I bike 2 work! · 24 ·

Birota mater mamma con figlio al seguito

Birota senator anziano che esce a socializzare

· 28 · · 32 ·

Birota intrepidus il pendolare di lungo corso · 36 ·

Birota manualis handbike

Birota sensualis pedalare senza rinunciare al tacco

· 40 · · 44 ·

Birota pater papà con il carrellino in vacanza · 48 ·

Birota mercatoris sapiens la signora che fa la spesa · 52 ·

Birota peregrinus il cicloviaggiatore · 56 ·

Birota intermodalis il pendolare intermodale

Birota rampans il manager ciclista

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· 64 ·

Birota fixa il ragazzo creativo

Birota corsaiolus il ciclista da corsa

· 68 · · 72 ·

Birota transportans il cargo biker · 76 ·

Birota silvestris mountain biker · 80 ·

Birota electricus bici a pedalata assistita

Birota radicalis il ciclista integralista

· 84 · · 88 ·

Birota fashionista il modaiolo · 92 ·

Birota infans la massa marmocchi · 96 ·

Birota antifurtus il ciclista urbano

Birota feticista il ciclomaniaco

· 100 · · 104 ·

Birota spaparanzatus il reclinato · 108 ·

Birota Master e Birota slave tandem · 112 ·

Birota sagax il ciclista squattrinato · 116 ·

Birota demens il ciclotaccagno · 120 ·

Birota circensis l’acrobata · 124 ·

Piccolo manuale di manutenzione


Birota mater Mamma con figlio al seguito



birota mater

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a mamma ciclista è una figura tipica degli ambienti urbani: la si può vedere puntuale tutte le mattine poco prima del suono della campanella all’entrata delle scuole elementari mentre si fa strada slalomando tra le macchine incolonnate degli altri genitori. Una volta arrivata davanti al plesso scolastico, scende di sella e aiuta il proprio figlio a mettere i piedi a terra. Dopo avergli porto la cartella e averlo salutato con un caloroso abbraccio, si ferma a scambiare due parole con le altre mamme che, però, la salutano con fare sbrigativo perché devono correre a spostare l’auto lasciata in divieto di sosta. La Birota mater non è necessariamente un’ambientalista integralista, ma semplicemente una persona che, un giorno, mentre come di consueto accompagnava il proprio figlio a scuola in auto, imbottigliata in mezzo al traffico, si è fermata a guardarsi intorno e ha visto macchine ammassate l’una contro l’altra, bambini che tossivano mentre camminavano all’altezza dei tubi di scappamento. Come colonna sonora, uno strombazzare sincopato di clacson innervositi. A quel punto la signora si è posta la domanda “È questo il mondo che desidero per mio figlio?”. Prima di recarsi al lavoro, si è fermata in un negozio di bici e ha comprato un caschetto per il bambino e un seggiolino per la bici (omologato EN14344) che ha montato la sera sul portapacchi posteriore della bici da olandesina lasciata a prenseggiolino per i bambini dere polvere in cantina. Il giorno successivo ha percorso per la prima volta il tragitto casa-scuola-lavoro in bicicletta e si è accorta che, straordinariamente, il piccolino era entrato in classe perfettamente sveglio e i tempi di percorrenza non erano cambiati di una virgola. Nei primi giorni, la mamma ciclista seguiva il solito percorso effettuato in auto pedalando rigorosamente sui marciapiedi, ma con il

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birota mater

tempo ha imparato a conoscere le stradine secondarie dove il traffico è inferiore e i pericoli sono circoscritti. Oggi l’utilizzo del marciapiedi è diventato per lei l’eccezione. Dopo il primo mese di bike to school, la mamma ciclista si è accorta che iniziava a perdere i chili di troppo che aveva accumulato durante la maternità, e questo le ha permesso di rinunciare alla tessera della palestra dove, tanto, non riusciva quasi mai ad andare. Questo l’ha motivata ulteriormente e, a meno di condizioni meteorologiche particolarmente avverse, è possibile incrociarla tutti i giorni della settimana mentre pedala con disinvoltura in mezzo al traffico con la bicicletta nuova: una city bike a 8 rapporti, con un telaio a rondinella (cioè il tipico tetelaio a rondinella laio da donna con la canna orizzontale ribassata) per permettere di salire in sella agilmente anche con la gonna senza dover azzardare calci rotanti che rischierebbero di decapitare il bambino, portapacchi posteriore per montare il seggiolino e cestino anteriore per alloggiare la cartella del pargolo. Lombardo, Atala, Cicli Zarma. Roberto Babini, Bici & Bambini: pedalare con i piccoli in città e in viaggio (e-book gratuito).

Marchi di riferimento: Testi di riferimento:

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Birota fixa il Ragazzo Creativo



birota fixa

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a qualche anno a questa parte si possono vedere in giro per le strade delle principali città italiane branchi di ciclisti che pedalano in modo sincopato facendo slalom tra le automobili incolonnate. Il loro stile è condizionato dalla scelta di utilizzare biciclette a scatto fisso (a cui devono il loro nome scientifico), ovvero bici in cui la ruota posteriore è sempre solidale con il movimento dei pedali e delle pedivelle, per questo motivo, per frenare o rallentare, il Birota fixa agisce direttamente sui pedali azionandoli in direzione contraria a quelli del moto naturale della bicicletta. Anche senza bicicletta, i Birota fixa sono facilmente riconoscibili: sono infatti soliti indossare jeans attillati e camicie a quadri, cappellini da ciclista professionista in stile anni Ottanta, occhiali dalla montatura in plastica particolarmente evidente e, negli esemplari di sesso maschile, non possono mancare in nessun modo la barba o i baffi con la tipica forma a manubrio da ufficiale delle truppe austroungariche. Le biciclette a scatto fisso, originariamente pensate per l’utilizzo in pista (e per questo sprovviste di freni), sono state introdotte in ambiente urbano nel corso degli anni Ottanta e Novanta dai messenger statunitensi che, dovendo effettuare consegne alla massima veloforcellino posteriore cità possibile in giro per la città, avevano bisoorizzontale gno di mezzi leggerissimi e privi di qualunque accessorio superfluo. Lo spirito dei messenger è rievocato dalle corse urbane spesso clandestine (le alleycat): i Birota fixa si sfidano sapendo prima solo il punto di partenza e i check point intermedi, ma non il percorso che viene deciso durante la gara dai partecipanti. Le biciclette dei Birota fixa sono spesso ricavate da vecchi telai da corsa in acciaio convertiti all’uso a scatto fisso ma che, avendo i forcellini posteriori obliqui o, addirittura, verticali, presentano il problema ri-

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birota fixa

corrente del difficoltoso tensionamento della catena che può costringere a utilizzare combinazioni corona-pignone insolite e inefficienti e, in caso di un montaggio scorretto, può causare la caduta della catena se avvengono sollecitazioni brusche. È evidente che la caduta della catena su una bicicletta sprovvista di freni può avere effetti disastrosi, per questo motivo è fortemente raccomandabile utilizzare esclusivamente biciclette con i forcellini posteriori orizzontali e quindi progettate per essere usate in sicurezza con ruote a scatto fisso. In generale, le biciclette sprovviste di freni sono vietate dal Codice della Strada nel nostro Paese, anche se non si sono registrati casi di Birota fixa multati per questo motivo. Il materiale utilizzato per il telaio può essere indifferentemente il carbonio, l’acciaio o l’alluminio, mentre grande attenzione viene dedicata dai costruttori alle geometrie: trattandosi ruota a razze di biciclette studiate per la velocità, spesso la comodità nella pedalata viene sacrificata in favore di tipo di pedalata che sappia garantire alte prestazioni, ovvero con una posizione molto avanzata, sellino alto e manubrio il più possibile vicino alla ruota anteriore. Da un punto di vista estetico, le biciclette a scatto fisso tendono a ricalcare la tradizione delle gare su pista e, per questo motivo, ne mutuano anche i vari componenti utilizzati. Molto popolari sono infatti le ruote a razze (ovvero con tre o quattro raggi molto grossi, generalmente in fibra di carbonio) o a profilo alto (ovvero con il profilo del cerchione più vicino al mozzo e raggi, di conseguenza, più corti) che, pur garantendo un’eccellente aerodinamicità, sono allo stesso tempo estremamente rigide e quindi poco adatte a un utilizzo su pavimentazioni sconnesse come possono essere il pavé o i sampietrini. Marchi di riferimento:

Cinelli, Dodici. fixedforum.it.

Letture di riferimento:

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Birota sagax il Ciclista squattrinato


birota sagax

A

l pari di ogni altro mercato, anche quello delle biciclette è fatto di mode destinate a durare qualche anno per poi scomparire e lasciare il passo a un nuovo trend. Così, nel corso degli ultimi dieci anni, le fiere di settore si sono riempite di telai con geometrie sloping (cioè con il tubo orizzontale che invece di essere parallelo al terreno è leggermente inclinato), il carbonio si è imposto come materiale principe nell’alta gamma, sono comparse le prime biciclette da corsa con freno a disco, Mtb con ruote da 29 e da 27,5 pollici, cambi elettronici, guarniture compatte e cassette a 11 pignoni. Insomma, i produttori ce l’hanno messa davvero tutta per introdurre il concetto di obsolescenza programmata all’interno di un mercato che, per definizione, resiste al passare del tempo: la bicicletta, riassumendo in modo estremo, altro non è che una serie di otto tubi saldati tra loro su cui vengono poi montati un manubrio, una sella, un sistema di trasmissione, le ruote e i freni. E se, per un ciclista professionista, la Bianchi Mega Pro XL con cui Pantani vinse il Tour de France nel 1998 può rappresentare un oggetto tecnologicamente superato, per l’amatore anche evoluto, la stessa bicicletta, con i suoi 7 kg di peso, rappresenta ancora uno strumento più che valido per affrontare escursioni e granfondo. La rincorsa di buona parte di ciclisti all’ultimo modello di bici ha quindi creato un interessantissimo mercato dell’usato in cui il Birota sagax (noto per la sua sopraffina intelligenza) è foderi delle forcelle storti in grado di scovare dei veri e propri gioielli a prezzi più che abbordabili. La regola principale per il ciclista a caccia di occasioni è di inseguire il mercato, sì, ma a debita distanza, cercando di evitare tutto ciò che è troppo nuovo. La seconda regola è andare alla ricerca di informazioni su forum e siti di riferimento riguardo a modelli ormai ampiamente testati e recensiti dagli altri ciclisti. Di fronte a una bicicletta usata, il Birota sagax sa che il primo sguardo

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birota sagax

deve essere rivolto alla forcella che non deve presentare giochi, crepe, né storture dei foderi. Il telaio può essere sverniciato ma non deve presentare ammaccature, né segni di ruggine (per l’acciaio) e, in nessun caso, crepe, neppure minuscole. I cerchioni, se originali, rappresentano la cartina di tornasole per capire quanti chilometri ha percorso la bicicletta e se è stata trattata con la dovuta cura. Una volta analizzata la bici nel suo insieme, il ciclista a caccia di occasioni effettua una prova in sella con l’orecchio teso cercando scricchiolii o vibrazioni, e completerà il test percorrendo un tragitto con le mani sollevate dal manubrio per verificare se il telaio è ben bilanciato (se la bici non si lascia pedalare senza mani è meglio evitare l’acquisto). Per quanto possa essere forte la tentazione e per quanto sia buono il prezzo, qualunque crepe sul telaio Birota sagax sa bene che non dovrà per nessun motivo al mondo acquistare biciclette dai mercatini di quartiere: questi sono infatti ricettacoli di biciclette rubate. Comprare una bicicletta in questi luoghi significa creare una domanda di bici rubate a cui deve necessariamente corrispondere un’offerta e, prima o poi, puoi stare pur certo che la bicicletta in vendita sarà la tua. Piuttosto, vale la pena iniziare a frequentare le ciclofficine popolari, dei luoghi di aggregazione che si stanno diffondendo in tutta Italia, dove gli avventori hanno l’opportunità di essere assistiti mentre procedono a montare o rinnovare vecchie biciclette con pezzi di risulta. Indubbiamente, un’occasione da non perdere sono infine le aste di biciclette che vengono organizzate periodicamente in tutte le grandi città mettendo in vendita a prezzi molto competitivi biciclette ritrovate. Il grosso problema di chi va a caccia di occasioni ciclistiche, però, è la dipendenza: una volta che si impara a conoscere il sottobosco di questo mondo e le caratteristiche tecniche dei vari modelli, la tentazione è troppo forte per tornarsene a casa a mani vuote.

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