Terre di Confine Magazine #3

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protagonisti di due noti divi di Hollywood come Martin Landau e Barbara Bain, e di una pletora di guest star di rilievo, tra cui Christopher Lee, Peter Cushing, Margaret Leighton, Brian Blessed, Roy Dotrice, Leo McKern, Joan Collins… Gli effetti speciali – una delle caratteristiche più importanti della serie, che ancor oggi regge il confronto con i più moderni effetti CGI – furono affidati a Brian Johnson, che aveva fatto esperienza nello staff di 2001 Odissea nello Spazio e che in seguito si aggiudicherà due Oscar. Keith Wilson fu il responsabile delle scenografie della base lunare, degli arredamenti e di gadget divenuti icone quali il commlock e la pistola laser. Lo stile visivo che Wilson impresse allo show è caratterizzato dal contrasto fra tonalità chiare e scure; le uniformi, le pareti e le suppellettili della base lunare

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sono per lo più bianche, mentre console, computer e tastiere sono essenzialmente nere; i colori sono ridotti al minimo. Anche le famose astronavi Aquila rispecchiano questa dicotomia cromatica. I vari set si presentano spesso come spazi ampi e poco ammobiliati; questa rappresentazione minimalista degli arredi contribuisce a creare un ambiente asettico e inquietante. Tali caratteristiche, associate a inquadrature fortemente angolate e distorte, realizzate da registi veterani come Ray Austin, Charles Crichton e David Tomblin, riuscirono ad alimentare un’atmosfera di mistero, trepidazione e a volte addirittura terrore. Le musiche vennero affidate al collaboratore storico degli Anderson, Barry Gray; si tratta di composizioni per lo più orchestrali con temi a sfondo cupo, echi


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