Terre di Confine #6

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Racconto

Racconto

FANTASCIENZA

KARANA di Daniela “Dashana” Belli, 2004

«D

avvero Karana, non ti capisco proprio.» «Perché?» La giovane si sistemò i capelli alla bell’e meglio e si accovacciò sul tappeto. «Ti sembra così strano?» «Ma non provi un certo ribrezzo a congiungerti con quel… con quel…» «Uomo, Elana. È un uomo. Un semplice, comune ma-

schio umano.» «Ma Karana, lo dici in un modo che… che pare quasi ti piaccia!» «Perché no? Ha un odore di daka selvaggio, ma a me piace il gusto di selvatico.» Tirò indietro la testa, gli occhi verde chiarissimo sfavillavano e le creste nasali erano solo un po’ arrossate. Una ciocca umida si era incollata alla fronte, leggermente imperlata di sudore. Quell’esemplare di maschio umano non aveva solo l’odore forte di un daka, ma anche la sua potenza, la sua vitalità. Per un attimo pensò al compagno che la Razdaja le aveva assegnato. Si passò una mano al centro della fronte, come per cancellare qualcosa. «Ti stai comportando come una… perdonami, come una…» La risata di Karana risuonò nelle stanze attigue, facendo fremere le orecchie del piccolo bak che sonnecchiava nel patio. «Sei proprio una bambina… Non cambiare mai.» Elana aveva gli occhi di una tonalità più giallastra della sorella e li sgranava sovente, come se ogni cosa del mondo le procurasse stupore. «Karana…» Ma la ragazza era immersa nel ricordo della notte appena trascorsa. Doveva unirsi ad Arhain ma non lo amava. La Razdaja lo aveva scelto per lei e quest’unione avrebbe portato la prosperità ad Aptèrion. Lei non amava Arhain, non lo conosceva neppure. Non voleva giacere con quel pallido Ek; per questo aveva deciso che, almeno per una volta, avrebbe seguito il suo istinto concedendosi un ricordo da costruire, un cammeo da custodire nell’anima, un diamante che avrebbe consolato le future notti da trascorrere con quel qualcuno che non amava. Aveva ancora addosso l’odore di quell’uomo venuto da lontano, le narici fremevano alla ricerca di ogni piccola essenza rimasta sul suo corpo… «Karana, ti devi preparare. Le nostre sorelle ti aspettano per lavarti e purificarti.» Per un attimo ebbe paura di perdere l’odore che le si era fissato sulla pelle… poi capì che quello impresso nell’animo era più forte di qualsiasi sensazione olfattiva. «Vorrei baciarti.» «Baciarmi? » «Non sai cos’è un bacio?»

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Racconto: Karana


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