SPECIALE Ecoturismo Italia c’era il traffico a targhe alterne. Gli italiani che venivano a fare le escursioni a cavallo, magari da Firenze, e che non potevano ripartire, ci chiedevano se potevano rimanere a mangiare con noi o un letto per dormire. Fu allora che Pietro (vedi Il libro di Pietro, Terra Nuova Edizioni) cominciò ad arrangiarsi in cucina con dei panini o delle gran spaghettate, scoprendo pian piano il suo talento di cuoco. Quella gente rimaneva a dormire in stanze senza riscaldamento, faceva la fila per fare la doccia, ma sembrava davvero felice!». Col tempo, Jenny ha comprato quella vecchia casa, ha cominciato a ristrutturarla, a renderla più confortevole, con bagni in camera, docce, riscaldamento. Oggi organizza corsi di equitazione, campi estivi per ragazzi, escursioni a cavallo per tutte le fasce di età. Ma Rendola Riding ha conservato la sua vena rurale originaria, ormai rara tra le campagne toscane. La grossa differenza non sta nella struttura, le cui pareti sono ovunque ben stuccate con sassi a faccia vista e il cui arredamento, come si ama dire, è di arte povera. Il valore autentico si scopre nel tipo di approccio di fronte ai visitatori. «Le persone
che vengono a casa mia vivono con me, hanno la loro camera, ma condividono i miei spazi. A me sta bene così» dice Jenny. «Ma è una rarità, perché quasi tutti gli agriturismi da queste parti sono enormi cascine coloniche divise in appartamenti. Tutti vogliono il loro spazio, la tv in camera, il centro benessere. Oggi incontro sempre più persone che si scandalizzano perché trovano un gatto sulla sedia, o che si infastidiscono per l’odore delle stalle, appena scendono dalla macchina. Ma è forse possibile un agriturismo senza animali?». Jenny può rallegrarsi del fatto che gli stranieri, anche i più facoltosi, cercano proprio questo, ne rimangono affascinati, apprezzano la vera vita di campagna, o le serate in cui si canta, si suona, e ci si racconta davanti a un fiasco di vino. Ma noi, cosa cerchiamo oggi da un agriturismo? Abbiamo idea di cosa vuol dire fare turismo rurale?
Riconoscere un vero agriturismo La legge parla chiaro: negli agriturismi l’attività agricola deve continuare ad essere prioritaria. Nel nostro paese l’Istat certifica circa ventimila strutture agrituristiche: un
numero impressionante, che testimonia la gran voglia di campagna dei cittadini, e che per molti coltivatori rimane una risorsa economica importante a integrazione del loro duro lavoro.
Non è meglio stringere la mano callosa di un agricoltore piuttosto che avere a che fare con un un operatore turistico con la camicia a quadri?
Come ci ricorda l’esperienza di Jenny, il termine agriturismo purtroppo viene troppo spesso abusato e utilizzato a sproposito da ristoranti, resort, centri benessere, che non hanno mai avuto o hanno perso la matrice agricola, e che si richiamano genericamente all’uso di prodotti enogastronomici locali. Lo
Jenny e il suo agriturismo e centro di vacanze a cavallo in Toscana
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