
3 minute read
Un ordine sociale pacifico nella Vecchia Europa
I reperti archeologici non sono muti: parlano un proprio linguaggio. Devono essere utilizzati perché rappresentano una fonte inestimabile per svelare la spiritualità dei nostri antenati che precedettero gli europei per varie migliaia di anni ... Gimbutas, The Language of the Goddess. Introduzione XIX .
Studiando i reperti degli ultimi, ostinati ritrovamenti, Marija Gimbutas - dopo anni di scavi iniziati alla fine degli anni '60, e che le avevano dato grandi riconoscimenti, ma in cui ritrovava sempre armi armi e ancora armi - fece riemergere dalla terra le prove dell'esistenza di un ordine sociale pacifico, matricentrato, di cui anche l‟arte è testimoniale, con la sua singolare assenza di immagini guerresche, e la presenza di manufatti di grande bellezza, eleganza e significato.
Advertisement
Ce n‟è un esempio significativo anche in Basilicata, vicino Matera, nel sito archeologico di Serra d‟Alto. V. articolo
Le Bande Rosse di Serra d‟Alto http://terivolini.blogspot.it/2015/05/le-bande-rosse-di-serra-dalto.html
La mancanza assoluta di fortificazioni è una delle prove certe della prevalenza dell‟ordine sociale pacifico, abbagliante se paragonato a tutte le barriere difensive seguite nel tempo storico: torri, roccaforti, cittadelle, bastioni, castelli, fortezze, capisaldi, piazzeforti, cancellate, bunker …
Un simile ordine sociale si era sviluppato per molti millenni nella Vecchia Europa, ed in esso le donne, come capi - clan o regine - sacerdotesse, ricoprivano un ruolo dominante e godevano di una situazione privilegiata. Migliaia di reperti di altissimo livello - da lei ritrovati, catalogati, studiati e pubblicati in magnifici libri - mostrano quanto fossero fiorenti l'artigianato e l'arte, tanto da far dichiarare ad un grande studioso, lo storico dell‟arte tedesco Sigfried Giedion, che quella del periodo paleo e neolitico - che egli definisce spaziale - è in assoluto una delle espressioni artistiche più compiute, mai realizzate, per bellezza, purezza e potenza.
Secondo la studiosa italiana Luciana Percovich, potremmo paragonare Gimbutas a Heinrich Schlieman (1822-1890), l‟archeologo diventato universalmente famoso per aver scoperto le rovine di Troia e di Micene: entrambi hanno fornito le prove materiali dell‟esistenza di una civiltà fino a quel momento solo supposta o favoleggiata; tuttavia, mentre Schlieman confermava la mitologia classica, frutto di una civiltà nata con i greci, splendida ma pur sempre portatrice di diseguaglianze, guerre e gesta gloriose di eroi e dei dell‟Olimpo, la scoperta della civiltà dell‟Antica Europa metteva sottosopra molte delle certezze fondative e degli assunti impliciti di quella stessa civiltà.
Secondo la ricercatrice statunitense Vicki Noble: man mano che l'archeologia scava nel passato più antico, riportandone date e documenti più precisi, si apprende che le civiltà primitive erano molto evolute dal punto di vista artistico e scientifico e riuscivano a svilupparsi e a sopravvivere senza guerra. Stratificazione sociale e schiavitù non sembrano essere esistite, tuttavia quelle civiltà riuscirono a costruire grandi città dove vivevano pacificamente.
Esse diedero vita alla parte più bella e compiuta in sé che il mondo conosca, e in certi luoghi (per esempio nella valle dell'Indo o a Cnossos, Creta) esistevano gabinetti con sciacquone, vasche da bagno e altre comodità che noi consideriamo necessità vitali. Quelle civiltà antiche e altamente civilizzate non conoscevano lo stupro, la monarchia assoluta, la dominazione maschile, la guerra contro la natura. Quegli antichi popoli vivevano insieme e in armonia con la terra.
Innalzare stele alla vita
Al potere di generare gli esseri, al dare, nutrire e curare la vita e le relazioni è stato attribuito - a un certo punto del percorso dell'umanità - un valore minore rispetto alla produzione della morte per mano umana, declinata in tutta la gamma possibile di crudeltà, terrore, violenza, con il suo punto massimo nella guerra, in tutte le guerre che a tutt'oggi infiammano tanti luoghi del pianeta, frenate appena dalla paura di una catastrofe totale e definitiva.
Ora un gran numero di persone si rende conto che non è più possibile accettare un così mostruoso sovvertimento, e che è il momento di trasformare radicalmente quell‟usurata e deleteria storia di dominio e conquista; di ridimensionare contestualmente l‟esaltazione, celebrazione e monumentalizzazione di re, dei, eroi, conquistatori, in onore dei quali sono state innalzate colonne, statue, stele, memoriali; a cui sono stati dedicati templi, strade, piazze, monumenti e la grande maggioranza delle opere d'arte. Ora bisogna innalzare stele alla vita.
Rivalutazione
E così sta avvenendo una significativa rivalutazione di Gimbutas, grazie a tanti importanti ricercatori che ne riconoscono il grande valore. Già Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero paragonabile il contributo di Marija Gimbutas alla Stele di Rosetta e la decifrazione dei geroglifici egizi.
Joan Marler evidenziò l‟immenso patrimonio culturale di Gimbutas, riversato nel suo studio dei reperti, per cui Marija si dedicò allo studio esaustivo dell'iconografia e del simbolismo del Neolitico, al fine di scoprirne i significati sociali e mitologici. Per realizzare ciò fu necessario allargare gli orizzonti dell'archeologia descrittiva al fine di includere linguistica, mitologia, comparazione delle religioni e lo studio storiografico. Lei definì “ archeomitologia” questo innovativo approccio interdisciplinare.
Far pace con la terra
L'opera di Gimbutas, con la sua scoperta e rivalutazione di società che onoravano la Terra come corpo vivente e senziente e che sentivano la profonda unione essa e con l'intero universo, onorandola e rispettandola, è fondamentale per uno sguardo completamente diverso anche nei riguardi della natura: di difesa, amore e preservazione, al posto dell'aggressivo atteggiamento tuttora prevalente.
La visione di Gimbutas - che le società da lei riportate alla luce rispecchiavano pienamente - si apparenta molto con le ipotesi innovative di James Lovelock e di Fritjof Capra, di un pianeta vivente, che tende all' armonia: una Terra concepita come un vero e proprio super-organismo vivente, base di una potente visione della nostra pacificazione con essa, che sostituisca definitivamente e scientemente quella folle guerra contro la Terra che - ad onta del cosiddetto progressocontraddistingue il nostro tempo, e le cui conseguenze sono distruttive per la vita stessa.