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dal 1990 - Alcune ricerche/conferenze

L'Arte come esperienza fondamentale - L'antica società cretese, una cultura della pace - La tessitura nell'antichità: simbologia dei tappeti della Vecchia Europa e dell'Anatolia - La Danza della Corda - Il modo di vestire delle nostre Antenate - Dalle opere pittoriche alle performances e installazioni, un linguaggio unico - Su Marija Gimbutas: Le sue opere e il video Signs out of Times,di Donna Read, Starhawk, Olympia Dukakis, Riane Eisler, Elinore W.Gadon - Arte coinvolgente, arte tessile: Textura e Imaginifica - Land Art, l'Unione dell'Arte con la Natura - Land Art, il piacere di realizzare un’opera d’arte in sintonia con la natura - Ri -Vel- Azione, vivere l'arte nell'esperienza quotidiana – Madonne e Streghe a Castelmezzano - I misteriosi Glifi dell'Ager Cuneatus nella Foresta di Gallipoli CognatoRisemantizzazione, partire dalle parole per attivare un cambiamento nel reale - Un mondo che non deve sparire - etc.

Teri Volini è stata redattrice della Rivista Donne e Ragazzi Casalinghi, edita a Milano - coll. AAM Terra Nuova

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Scrive su varie testate, tra cui i mensili Il Lucano magazine, La Grande Lucania Business, e su Il Capricorno,..

Scrive sul suo blog, su fb e sulla vasta piattaforma del web

Info estrapolate dalla biografia artistica di Teri Volini, pubblicata in ebook su ISSUU:

BIOGRAFIA ARTISTICA IPERTESTUALE 1a parte - fino al 1999 - agg.ta 2019 - pagg. 431 https://issuu.com/home/published/biografia__artistica_agg.ta-__parte

BIOGRAFIA ARTISTICA IPERTESTUALE - 2a parte - 2000-2009 - agg.ta 2019 - pagg.378 - https://issuu.com/home/published/biografia_artistica_ipertestuale_di in preparazione la terza e la quarta parte

Marija Gimbutas - Sintesi biografica

v. anche OMAGGIO A MARIJA GIMBUTAS parte prima - https://issuu.com/home/published/omaggio_a__gimbutas_-ebook_-__parte

Marija Alseika Gimbutas (Vilnius, 23 gennaio 1921 – Los Angeles, 2 febbraio 1994), è stata un'archeologa, ricercatrice, etnologa e linguista lituana. Studiò le culture del neolitico e dell'età del bronzo della Europa Antica, un'espressione da lei introdotta. I lavori pubblicati tra il 1946 e il 1971 non solamente introdussero nuovi punti di vista nell'ambito della linguistica e dell'interpretazione della mitologia, ma portarono ad assunti rivoluzionari rispetto alla cultura storica tradizionale, tanto che tali risultati non vennero riconosciuti nell‟incommensurabile valore e nel significato che portavano con sé.

Marija Gimbutas giunse negli Stati Uniti come rifugiata dalla Lituania nel 1949 dopo aver conseguito un dottorato (PhD) in archeologia nel 1946 alla Università di Tubinga in Germania, ma mai dimenticò le radici lituane. Iniziò all'Harvard University traducendo testi di archeologia dell'Europa orientale, e divenne assistente al Dipartimento di Antropologia. Nel 1955 divenne Fellow dell'Harvard's Peabody Museum. Nel 1956, Gimbutas introdusse la sua "ipotesi kurgan", che coniugava lo studio della cultura kurgan con la linguistica al fine di risolvere alcuni problemi concernenti gli antichi popoli parlanti il proto-indoeuropeo (PIE), che qualificò come genti "Kurgan". Questa ipotesi e il suo atteggiamento multidisciplinare ebbero un impatto significativo sull'indoeuropeistica. In qualità di docente di archeologia alla UCLA University dal 1963 al 1989, Marija Gimbutas diresse i maggiori scavi dei siti del neolitico nell'Europa sud-orientale tra il 1967 e il 1980, grazie ai quali furono portati alla luce una gran quantità di manufatti artistici e di uso quotidiano risalenti ad un periodo precedente a quello che si riteneva a quel tempo l'inizio del neolitico in Europa. Gimbutas si guadagnò una reputazione di specialista mondiale dell'età del bronzo indoeuropea, nonché del folklore lituano e della preistoria dei balti e slavi, parzialmente riassunta nel definitivo Bronze Age Cultures of Central and Eastern Europe (1965), ma ottenne una fama inaspettata con i suoi tre libri: The Goddesses and Gods of Old Europe (1974), The Language of the Goddess (1989) - che ispirò una mostra a Wiesbaden, 1993/94 - ed il suo ultimo libro,The Civilization of the Goddess (1991), che presentava una panoramica delle sue teorie circa le culture del neolitico in Europa: configurazioni architettoniche, strutture sociali, arte, religione e letteratura. Il libro discuteva le differenze tra gli elementi del sistema della "Vecchia Europa", da lei considerato matriarcale e ginocentrico, e la cultura patriarcale portata dagli indoeuropei nell'età del bronzo. Secondo la Gimbutas, questi due sistemi si sarebbero fusi generando le società classiche dell'Europa storica.

Nel suo lavoro Gimbutas reinterpretò la preistoria europea alla luce delle sue conoscenze in Linguistica, etnologia e storia delle religioni, proponendo così un quadro in contrasto con le tradizionali assunzioni circa l'inizio della civiltà europea. Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero paragonabile il contributo di Marija Gimbutas alla Stele di Rosetta e la decifrazione dei geroglifici egizi. Campbell scrisse la prefazione ad una edizione del The Language of the Goddess (1989), prima che la Gimbutas morisse, e spesso diceva di quanto profondamente si rammaricasse che le sue ricerche sulle culture del neolitico dell'Europa non fossero disponibili nel tempo in cui lui stava scrivendo The Masks of God. I suoi articoli sono archiviati insieme con quelli della Gimbutas alla "Joseph Campbell and Marija Gimbutas library", al Pacifica Graduate Institute, a sud di Santa Barbara, California. Joan Marler scrisse:« Sebbene l'interpretazione dell'ideologia delle società preistoriche sia considerata inopportuna nella ricerca archeologica, per Maria era ovvio che ciascun aspetto della cultura della Vecchia Europa espresse un sofisticato simbolismo religioso. Pertanto si dedicò allo studio esaustivo dell'iconografia e del simbolismo del Neolitico al fine di scoprirne i significati sociali e mitologici. Per realizzare ciò fu necessario allargare gli orizzonti dell'archeologia descrittiva al fine di includere linguistica, mitologia, comparazione delle religioni e lo studio storiografico. Lei definì questo approccio interdisciplinare, archeomitologia ».

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