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Facciamo rete

È per questo che fui positivamente colpita nel sapere della fondazione, da parte della prof.ssa M. Pia Ercolini di Roma, della Toponomastica femminile, che si proponeva di attuare le pari opportunità cominciando dall‟intitolazione delle strade a donne meritevoli. Partecipai anche con una mia opera a un loro convegno nel 2014, grazie all‟interessamento attivo della prof.ssa Giulia Basile.

Risale in realtà a tempi molto più lontani la mia idea di valorizzare una donna speciale, una di quelle personalità straordinarie, anticipatrici e catalizzatrici di importanti cambiamenti epocali: Marija Gimbutas.

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L‟intuizione divenne poi l‟impegno di dedicarle una strada, o una piazza o spazio verde; essa venne fatta propria dal Centro d‟Arte e Cultura Delta di cui sono presidente, e si concretizzò in seguito in una proposta per l‟Intitolazione stessa, ma le accoglienze istituzionali furono sempre tiepide e soprassedemmo.

A darle nuova linfa è intervenuta una nuova disponibilità delle Istituzioni: abbiamo perciò riguadagnato decisamente e con fiducia la proposta, considerando che essa darà onore non solo all‟illustre candidata, ma anche alle Istituzioni chedotate di intelligente sensibilità - se ne faranno attuatrici, comprendendone il grande valore simbolico e reale. Il tutto, non solo a livello locale ma internazionale, dal momento che una simile intitolazione non passerà inosservata, e se ne curerà la presentazione e la conoscenza ai livelli che merita.

Marija Gimbutas: ma la guerra è sempre esistita?

Il grande pregio dell‟archeologa e ricercatrice di origine lituana dott.ssa Marija Alseika Gimbutas (Vilnius, 23 gennaio 1921, Los Angeles 1994) è di aver legittimato il passaggio dall‟affermazione deleteria della guerra come da sempre esistita, a quella della Pace come valore primario dell‟umanità.

In altre parole, la studiosa - che visse e insegnò in America dopo essere fuggita all’invasione nazista con la sua bambina su un braccio e la tesi di laurea nell’altroci ha offerto le prove tangibili che nelle prime civiltà predominava il valore della vita.

Un cambio di paradigma non da poco, che Gimbutas ha comprovato con i suoi ultimi scavi, ritrovando ciò in cui aveva sempre creduto: le prove dell‟esistenza di antichissime culture dove era l'ordine della nascita a prevalere, non quello della morte, divenuto nei successivi tempi storici il potere di togliere la vita, in quel nefasto rovesciamento di valori, che avrebbe portato all'apprezzamento dell'uccisione, al vanto della morte inferta come supremo valore.La sua è stata anche una completa rivoluzione di prospettiva sulle origini stesse della cultura europea; in senso cronologico mette indietro di almeno 5000 anni l‟orologio del tempo storico, dato che il campo di ricerca di Gimbutas spazia dal neolitico all‟età del bronzo, fino agli inizi dell‟età del ferro, cioè dall' 8.000 al 2.000 a.C..................................................................................................... dea partoriente dea con coppia di labris

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