THE TEACHER OF MY DFREAM TOM D 2022-1-IT03-KA210-YOU-000081798 THE EUROPEAN COMMISSION SUPPORT FOR THE PRODUCTION OF THIS PUBLICATION DOES NOT CONSTITUTE AN ENDORSEMENT OF THE CONTENTS WHICH REFLECTS THE VIEWS ONLY OF THE AUTHORS, AND THE COMMISSION CANNOT BE HELD RESPONSIBLE FOR ANY USE WHICH MAY BE MADE OF THE INFORMATION CONTAINED THEREIN. MANUALE DI
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INTRODUZIONE
IL CIRCO SOCIALE
EDUCAZIONE EMOZIONALE
LA RICERCA DI TOM D
LA CURVA BIOENERGETICA
LA STRUTTURAZIONE
DEGLI SPAZI
ISTRUZIONI OPERATIVE NEL
RISPETTO DELL’EDUCAZIONE
EMOZIONALE
PRINCIPALI ESERCIZI DA
UTILIZZARE CON GIOVANI ADHD
CONSIDERAZIONI
FINALI
IINDICE NDICE
INTRODUZIONE
IL CIRCO SOCIALE IL CIRCO SOCIALE
COME STRUMENTO PEDAGOGICO DI INCLUSIONE
COME STRUMENTO PEDAGOGICO DI INCLUSIONE
Il circo sociale è la metodologia che utilizza le arti circensi come strumento educativo per il benessere e l’inclusione sociale. E’ un mezzo di intervento sociale. L’approccio è dinamico e non formale e riveste un ruolo fondamentale ai fini dei processi di acquisizione di abilità basilari per la socializzazione e l’inclusione. “Combinare l'apprendimento e il processo educativo con il gioco e il divertimento sicuramente è un punto importante per poter supportare un certo desiderio di dare continuità all'esperienza Specialmente per quanto riguarda minori in situazione di rischio sociale (che a volte hanno avuto esperienze precoci che hanno proibito loro di dare il giusto spazio al gioco) il presentare un programma educativo come un momento ludico e divertente è fondamentale” (Dal Gallo e De Macedo, 2008:134) Riconosciamo nell’arte un potente agente per la formazione giovanile L'arte diventa quindi non esclusivamente il fine, ma il mezzo che si trasforma in un veicolo di trasmissione di saperi (Dal Gallo e De Macedo, 2008:95) Il circo ha un potere affascinante, attira l’attenzione, stimola la curiosità e la canalizza, genera fiducia nel gruppo, potenzia la sensibilità, lo spirito critico e creativo L'arte crea la base per una migliore comprensione di nuove esperienze, spesso non raggiungibile attraverso un semplice passaggio di concetti verbali che non sono legati alle emozioni della persona. L'obiettivo del circo sociale è
Ogni persona, in base alle proprie capacità, è in grado di realizzare le proprie potenzialità attraverso la vasta gamma di attività che il circo offre; inoltre eventuali competenze già sviluppate, quali ad esempio la danza o il canto, assumono importanza e vengono valorizzate. Il circo sociale consente tutti di realizzare le proprie potenzialità attraverso le sfide che il circo porta in sé, facendoli sentire fieri di se stessi rispetto ad una o differenti discipline elette Nei laboratori si si creano anche le circostanze nelle quali i giovani possono esprimersi liberamente, verbalizzare i loro pensieri e le loro idee, imparare a coesistere in modo pacifico, costruttivo e rispettoso Le attività di circo sociale permettono l’innalzamento dei livelli di autostima, lo spirito collaborativo, il potenziamento dei fattori di resilienza, l’acquisizione di abilità riconosciute come competenze interpersonali basiche, il potenziamento della creatività, la maggiore possibilità di avvicinamento ad altre arti, alla lettura ed alla cultura.
IL CIRCO SOCIALE COME STRUMENTO
CON GIOVANI CON DIAGNOSI ADHD
Il principio ispiratore base è quello sancito nella Charter of the creation of the United Nations of Social Circus (2002) che propone le arti circensi come dispositivo pedagogico in favore di persone in area di svantaggio
Le diverse abilità di ognuno rendono tutti speciali in qualcosa e limitati in qualcos'altro. E’ questo il principio dal quale si è partiti pensando di sviluppare un progetto di circo sociale a favore dei giovani con diagnosi di ADHD, riconoscendo che differenti artisti di circo sociale sono artisti con ADHD ed ipotizzando che per molti giovani con questa diagnosi questa metodologia possa essere tutore di resilienza di rilevante importanza nel rispetto dello sviluppo personale e dell’autoderminazione, dell’indipendenza, delle relazioni sociali e del benessere emozionale.
La pratica delle arti circensi crea impatto sulle funzioni del Sistema Nervoso Centrale, attivando circuiti neuronali capaci di risvegliare nuove capacità attentive e di apprendimento. Spesso il giovane con diagnosi ADHD porta con sé il vissuto di fallimento dato dalla continua riproposizione di lavori e compiti che lo hanno posto davanti al proprio limite senza strumenti per superarlo, tanto da sviluppare una vera e propria disaffezione a determinati contesti e da convincersi della propria inadeguatezza. La pedagogia del circo offre una possibilità differente, ovvero quella di agire gli aspetti pedagogici con un corpo in movimento, dando così l’opportunità di sperimentarsi in nuovi apprendimenti e nuove esperienze compatibili con il proprio essere e dando la possibilità al limite di divenire risorsa
EDUCAZIONE EDUCAZIONE EMOZIONALE EMOZIONALE
COSA E’ L’EDUCAZIONE EMOZIONALE?
Per ASEDEM, l'Educazione Emotiva è definita come "Un nuovo paradigma educativo in cui vengono abbandonati gli schemi classici legati al modello patriarcale, in cui la paura e l'autoritarismo sono la fonte fondamentale dello sviluppo emotivo, per uno in cui la cooperazione, l'interdipendenza positiva e gli atteggiamenti prosociali sono considerati la spina dorsale delle relazioni individuali e di gruppo nei diversi contesti educativi Per questo, il nuovo approccio si stabilisce attraverso cinque pilastri di competenza: spirituale, fisica, emotiva, intellettuale e relazionale, con l'obiettivo di generare uno sviluppo cognitivo ottimale, un sano concetto di sé, un 'equilibrata autoregolazione e relazioni sociali costruttive”
Partendo da questo punto di partenza, ASEDEM concepisce che l'Educazione Emotiva è, essenzialmente, un nuovo paradigma, un approccio rinnovato da cui l'essere umano può raggiungere il suo sviluppo integrale. Questa visione, quindi, trascende le precedenti prospettive basate principalmente sull'alfabetizzazione emotiva, cioè su una correlazione tra una specifica espressione o linguaggio non verbale con un nome per un 'emozione, o che si basavano anche su un'interpretazione esclusivamente comportamentale dell'espressione di emozioni e sentimenti. In questo modo, ASEDEM dà voce a questo bisogno delle persone di acquisire risorse per la propria vita.
A tal fine, l'Educazione Emotiva praticata da ASEDEM permette di comprendere la rilevanza dei contributi delle neuroscienze riguardo al funzionamento del cervello in termini, ad esempio, della bidirezionalità comunicativa di mente e corpo: l'Essere, la persona come Totale.
Allo stesso modo, considera l'importanza dell'assimilazione delle competenze emotive come colonne portanti e supporti vitali della vita quotidiana. Queste competenze sono stabilite da tre blocchi (intrapersonale, interpersonale e sovrapersonale) e affrontano questioni come l'empatia, la costruzione di un vocabolario emotivo, l'etero e l'autoregolazione o le domande riflessive, tra le altre Questa prassi si alimenta anche in altri modi per la comprensione dell'essere umano Con questo obiettivo, l'educazione emotiva prevede che il comportamento rifletta aspetti che sono più trascendenti delle semplici azioni e amplifica quella visione per accogliere contributi relativi all'attaccamento, al trauma e alla teoria polivagale
In breve, l'Educazione Emotiva promossa da ASEDEM si rivolge a tutto ciò che riguarda l'essere umano: comunicazione, relazioni, attività, mente, linguaggio, decisioni per consentire il cambiamento sociale, invertire la rotta e generare un mondo più umano e migliore.
EDUCAZIONE EMOTIVA EDUCAZIONE EMOTIVA
E CIRCO SOCIALE: E CIRCO SOCIALE:
LA PROSPETTIVA SULLA PERSONA CON ADHD
Dal fondamento scientifico, l'ADHD è inteso come un disturbo del neurosviluppo di origine neurobiologica dovuto a uno squilibrio, dovuto a carenza, nella biochimica cerebrale di due neurotrasmettitori: la dopamina e la norepinefrina, responsabili dei principali riflessi dell'ADHD, cioè la disattenzione, iperattività e impulsività Per una visione più specifica, la dopamina è responsabile della regolazione delle funzioni motorie, emotive e affettive, mentre la noradrenalina regola la corteccia prefrontale, fondamentale per l'attenzione e la concentrazione, in collegamento diretto con le funzioni esecutive. Applicando uno sguardo olistico e comprensivo, osservando l'ambiente e la realtà in cui viviamo, è necessario aggiungere sfumature significative alla comprensione dell'ADHD e di come l'Educazione Emotiva e il Circo Sociale siano due risorse ad ampio spettro per lavorare con persone con queste caratteristiche . Per questo si sottolinea come sia necessario ripensare la società iperattiva in cui viviamo (Tria, 2019) dove i cambiamenti (sociali, alimentari, con l'approfondimento della ricerca) hanno portato ad un aumento delle diagnosi (Duda, 2011)
In questo modo, attraverso i contributi dell'Educazione Emotiva e del Circo Sociale insieme, dove la persona è posta al centro dell'attenzione e, quindi, l'attenzione è personalizzata mentre tutte le risorse che si possiedono sono adeguate al servizio della persona con con cui interagisci, vengono evitati due modelli comuni:
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La "prospettiva medicalizzata" (linguaggio che ripete ciò che è stato letto e assimilato nei libri sull'argomento, trattando la persona è affrontato dalla considerazione della diagnosi, e un'identificazione identitaria di quell'etichetta è prodotta dalla persona che porta) in termini di relazione con esso (Tria, 2019).
1. Questa prospettiva è generatrice disuguaglianze poiché provoca l'esclusione e la rimozione di opportunità, nonché la squalifica per lo sviluppo di capacità e talenti, in quanto la diagnosi consente di normalizzare l'anomalia, legittimare e regolarizzare la differenza
A questo bisogna aggiungere anche le basi su cui si basa il consueto intervento con le persone con ADHD, che di solito sono la rieducazione cognitivo-comportamentale in associazione a farmaci (metilfenidato o atomoxetina). A proposito di quest'ultimo aspetto, si sottolinea che la medicazione è importante per la regolazione chimica; si tratta tuttavia di una soluzione a brevemedio termine poiché "i miglioramenti durano finché il farmaco è attivo nell'organismo" (Brown, 2005) Per questo motivo, il lavoro collegato del Circo Sociale e dell'Educazione Emotiva costituisce un complemento pertinente, efficace e con sufficiente adattabilità al lavoro di accompagnamento sull'ADHD poiché "le persone con ADHD possono concentrarsi su ciò che motivano, ma è molto difficile per loro concentrarsi su ciò che non li interessa” (Brown, 2005).
Un altro argomento a favore del supporto offerto dal Circo Sociale e dall'Educazione
Emotiva si concentra sul contributo al miglioramento e allo sviluppo delle funzioni esecutive che sono depresse come conseguenza dell'ADHD. Diamo un 'occhiata a due autori che offrono funzioni compromesse dal disturbo:
A)- Brown (2005) evidenzia sei funzioni alterate:
2
1. Concentrati (focalizza l'attenzione, mantienila, alternala)
3
Attivazione (organizzare, dare priorità, attivare per lavorare)
Sforzo (regolare la prontezza, mantenere lo sforzo, elaborare la velocità)
4 Memoria (uso della memoria di lavoro, accesso alla memoria).
6.
Emozione (gestione della frustrazione, modulazione delle emozioni)
5. Azione (monitoraggio, autoregolazione).
A confronto, vengono offerte le competenze in cui le due aree nominate, per le loro tecniche, strumenti utilizzati e strategie di lavoro, abilitano e formano, con la loro conseguente imbricatura rispetto ad altri orizzonti realizzabili e realizzabili:
Autostima
Autoregolamentazione Vocabolario emotivo
Consapevolezza emotiva Sviluppo percettivo Sviluppo percettivo
Auto motivazione Empatia
Accettazione Rispetto
Ascolto attivo
Comprensione
Compassione
Comunicazione responsabile
Sinteticamente si può affermare che il Circo Sociale e l'Educazione Emotiva si posizionano come paradigma di intervento con le persone con diagnosi di ADHD. A quanto già apportato si deve incorporare che, nel senso che si è sviluppato, le due discipline di intervento si pongono, con il loro lavoro, nella fiducia nella crescita, nella maturazione biologica e sociale, rispetto ad altre prospettive sul disturbo basato sulla naturalizzazione, normalizzazione e cronicizzazione, cioè un impegno per la prospettiva e le possibilità dell'epigenetica che trascende la prospettiva esclusivamente biologica (Tria, 2019) Nasce così il cambio di rotta rispetto all'abituale storia personale della persona con ADHD, dominata da autoaffermazioni come "sono un fallito", "sono inutile", "cerco di fare bene ma non ci riesco" , che incidono così profondamente e così tanto, diventa vitale direttamente sull'autostima e motivazione, le cui possibili conseguenze sono l'insorgenza di problemi personali come disturbi comportamentali, tossicodipendenza, ansia e depressione
Aiutare una persona potrebbe non cambiare il mondo intero, ma può cambiare il mondo di una persona. Anonimo
LA RICERCA LA RICERCA DI TOM D DI TOM D
CURVA BIOENERGETICA ED EMOZIONI IN MOVIMENTO
Il nome del progetto TOM D (Teacher of my Dreams) nasce dalla condivisa sensazione di incomprensione vissuta dai giovani con ADHD nei contesti formali e non formali; tutti i giovani con tale diagnosi riportano ricordi spiacevoli in merito alla difficile inclusione ed alla difficile gestione delle loro difficoltà da parte di insegnanti di contesti scolastici o extrascolastici.
Uno degli obiettivi di progetto è stato quello di formare operatori di circo sociale che rispondano all’aspettativa dei ragazzi e delle ragazze con ADHD, lavorando sia nella mobilità in Spagna sulla formazione dello staff sul tema dell’educazione emozionale, sia sulla formazione in itinere attraverso il supporto degli operatori di ASEDEM ed il costante utilizzo degli strumenti che work in progress sono stati definiti grazie al lavoro dei ricercatori di progetto, che hanno affiancato costantemente i laboratori promossi a favore dei giovani con ADHD presso Tenrock e TSRT
La ricerca sviluppata nell’arco di progetto ha puntato a comprendere su piccola scala quali fossero le relazioni tra le attività di circo sociale e la possibilità di poter intervenire a favore dei giovani con ADHD, puntando principalmente sull’integrazione tra tecniche di circo sociale e tecniche di educazione emozionale.
Obiettivo principale è stato quello di comprendere come le varie e distinte attività di laboratorio potessero contribuire al benessere dei giovani partecipanti, offrendo loro sia la possibilità di essere consapevoli dei propri stati emozionali ed energetici, sia sperimentando strumenti di rilevazione degli stessi grazie ai quali poter creare percorsi personalizzati di autoregolazione.
STRUMENTI UTILIZZATI
Al fine di rilevare i differenti stati d’animo ed i differenti livelli energetici durante i laboratori sono state utilizzate differenti strategie, definendo infine utili le seguenti due seguenti tipologie di rilevazione
Si è partiti nei primi workshop a lavorare sul riscontro del livello di energia a partire dall’arrivo, registrando per cinque momenti del laboratorio lo stato energetico (avvio, esercizi 1-2-3, saluto).
Successivamente si è lavorato sulla consapevolezza delle proprie emozioni, dapprima partendo dalle 5 emozioni principali e successivamente acquisendo uno specifico vocabolario per descrivere i propri stati d’animo e sull’assegnazione di ogni stato d’animo ad una delle 5 emozioni.
Grazie a tali attività i ragazzi e le ragazze hanno iniziato ad acquisire un vocabolario significativo grazie al quale poter parlare del proprio sentire
Tale lavoro ha di fatto permesso di elaborare risposte significative alla domanda “ come stai?”, passando dalle uniche due risposte inizialmente ricevute, ovvero “bene” e “male” a differenti risposte complesse quali ad esempio “desolato”, “fiero”, “entusiasta”, ecc
L’acquisizione di un vocabolario significativo è stata supportata anche grazie a strumenti già esistenti quali ad esempio le carte del gioco delle emozioni (prodotte da Comitys), come strumento proposto dall’organizzazione The Serious Road Trip.
Grazie al supporto del partner ASEDEM sono stati poi introdotti i “termometri” delle emozioni, passando da una descrizione dell’emozione stessa alla definizione di un livello dell’emozione da registrare su un’asta, come di seguito si rappresenta
In riferimento al livello di energia lo stesso è stato registrato attraverso lo schema seguente, educando i partecipanti ai workshop a collocarsi all’interno della curva bioenergetica elaborata secondo la teoria bio-sistemica che vede l’alternanza del sistema simpatico e parasimpatico, consapevoli che ci si trova in ogni momento in una situazione determinata dall'equilibrio o dalla predominanza di una di queste due aree del sistema nervoso Obiettivo di tale registrazione è stata quella di rendere i partecipanti consapevoli di tale funzionamento del sistema nervoso centrale, cercando di individuare in maniera soggettiva, l’influenza che ogni esercizio di circo sociale svolto ha sulla possibilità di modificare il proprio bilanciamento verso l'uno o l'altro sistema, alternanza fondamentale per l’equilibrio dinamico, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico.
“Esiste una diretta influenza dell'attività fisica e corporea nella formazione di un individuo. Movimento e pensiero sono indissociabili, nel momento in cui si sviluppa il “fare”, si sblocca allo stesso tempo il pensiero, che a sua volta mette in moto il movimento” (Reverbel, 1997:60), favorendo la dinamicità tra sistema simpatico e parasimpatico
con ADHD di scoprire i propri livelli energetici ed i propri stati emozionali in correlazione ad ogni esercizio e di poter acquisire competenze ed abilità di autogestione attraverso attrezzi ed esercizi che nel tempo ogni partecipante ha rilevato quali utili per il passaggio dal livello simpatico a quello parasimpatico
LA STRUTTURAZIONE LA STRUTTURAZIONE
DEGLI SPAZI DEGLI SPAZI
INDICAZIONI UTILI
I giovani con diagnosi di ADHD, come innanzi descritto, possono manifestare difficoltà in due aree principali: l’area dell’attenzione e l’area dell’iperattività.
Al fine di permettere un adattamento dello spazio a tali difficoltà si suggeriscono tali accorgimenti all’interno dello chapiteau o delle palestre ove i laboratori sono attivati
RIDURRE LE DISTRAZIONI
FAVORIRE IL LIVELLO PARASIMPATICO
Custodire gli attrezzi in spazi coperti da teli o armadi, esponendo di volta in volta gli attrezzi necessari al laboratorio.
Utilizzo di musica che permetta la concentrazione da individuare in forma personalizzata
Esercizi di educazione emozionale che possano permettere la concentrazione
Spazi relax all’interno del laboratorio, dotati di materassi e cuscini morbidi
Musica adatta al livello parasimpatico da individuare in forma personalizzata.
IISTRUZIONI STRUZIONI OPERATIVE OPERATIVE
NEL RISPETTO DELL’EDUCAZIONE
EMOZIONALE
RIVOLTO AGLI OPERATORI DI CIRCO SOCIALE
Come è stato sottolineato, la congiunzione tra Circo Sociale ed Educazione Emotiva offre molteplici vantaggi ai giovani con ADHD. Un accompagnamento da questo modello di intervento consente la progressiva assimilazione di competenze e strategie che aiutano lo sviluppo ottimale parallelamente ad altre prospettive. Pertanto, le competenze emotive sono postulate come la garanzia favorevole di influenzare positivamente il raggiungimento degli obiettivi e rendere visibili vantaggiosi percorsi di crescita per i giovani con ADHD
In questo modo, vengono qui evidenziate dinamiche diverse per la pratica complementare nelle sessioni di lavoro del Circo Sociale, che sono ordinate in vari momenti di queste sessioni, flessibili alla convenienza della situazione che si verifica e adattabili dal punto di vista dell'inclusione Va notato che le competenze emotive sono interdipendenti tra loro, cioè che una dinamica può guidare l'assimilazione e l'enfasi verso una competenza; tuttavia, in verità, questa connessione tra loro fa sì che diversi siano immersi nella stessa dinamica
A. Accoglienza di benvenuto
In questo primo spazio si propone la creazione di uno spazio sicuro e affidabile: un elemento chiave Per un lavoro così intimo e personale, dove i giovani si espongono con tanta chiarezza, devono sentire (e non solo sapere) che quel luogo e quella persona o squadra che li accompagna fornisce loro quella garanzia. Senza questa condizione il lavoro sulla sfera emotiva diventa più complesso di quanto già lo sia di per sé. Per questo si evidenziano le seguenti dinamiche: 1- Sincronia. Questa qualità deve essere incorporata fin da questi primi momenti di contatto. La sincronia implica complicità, vicinanza, armonia tra coloro che condividono la sessione.
Quindi, in una prima fase di questa dinamica, chiederemo al gruppo di disporsi in coppie Successivamente, chiederemo loro di allacciare i lacci delle scarpe che corrispondono a ciascuna persona (un'altra possibilità è quella di utilizzare un altro materiale che possa garantire il collegamento attraverso le gambe). Dopodiché diremo loro di camminare insieme in uno spazio che indicheremo loro, in modalità andata e ritorno. Osserveremo e supporteremo le coppie in ogni momento come supporto, ma devono essere loro a risolvere ogni possibile difficoltà. Una volta terminato si passerà alle scale successive offerte da questa dinamica: esecuzione in gruppi di tre, quattro fino a raggiungere, se possibile, l'intero gruppo
Come sopra descritto, senza questa qualità il lavoro è complicato, quindi la fiducia faciliterà il coinvolgimento di tutto questo, ricordando che deve essere sentita da loro, e in nessun modo imposta
Per questa pratica, il totale viene ordinato in gruppi di tre o quattro Uno dei membri deve stare di fronte al proprio gruppo, dando loro le spalle e a una distanza di circa uno o due passi davanti Successivamente, alla persona che sta davanti viene chiesto di aprire le braccia ai lati del proprio corpo e di lasciarsi cadere all'indietro, senza riluttanza, in caduta libera, e sarà il suo gruppo a impedirgli di cadere a terra, che sostiene la tua caduta ed evitare il tuo danno. In alternativa e con ripetizioni diverse, è consigliabile che l'esercizio venga eseguito da tutto il gruppo, ma è necessario che chi coordina la dinamica rispetti le decisioni e le supporti riguardo all'eseguirle o meno.
La convivenza tra le persone è una condizione minima per la convivenza; Tuttavia, per favorire l'acquisizione di competenze emotive a favore dei giovani con ADHD, la creazione di un gruppo e di una squadra deve partire dalla considerazione preliminare del sentirsi gruppo e del sentirsi nella squadra A tal fine, le dinamiche che possono agevolare ciò sono le seguenti:
La vita di gruppo è attiva, vigorosa, in movimento. Chiederemo loro quindi di posizionarsi in gruppi di tre per questo esercizio e assegneremo a ciascun giovane membro un numero nell'ordine di 1, 2 e 3.
Successivamente diamo le istruzioni: nel primo turno, 1 batte le mani, mentre 2 e 3 si limitano a guardare. Nel secondo turno, 1 batte le mani, il 2° si abbassa e 3 si limitano a guardare. Nel terzo giro, 1 batte le mani, il secondo si china e 3 abbraccia (a 1, a 2, alla persona che coordina la sessione, ad un 'altra persona di un altro gruppo ) Altre possibilità per questo esercizio sono di farlo con gruppi di 4 o di aumentare progressivamente il numero di giovani nei gruppi fino a raggiungere il numero totale di partecipanti in un singolo gruppo
Una comunicazione fluente, senza giudizio, vera e con ascolto attivo è molto necessaria affinché un gruppo sia sostenibile nel tempo. Senza questo, la convivenza, la fiducia e la sicurezza in un gruppo possono essere compromesse.
In questo modo disporremo il gruppo in cerchio Nel primo livello della dinamica regaliamo un oggetto (matita, mazzuolo, ) ad uno dei giovani membri del cerchio Quell'oggetto è chiamato spillo Quindi, questo primo membro ha uno spillo, si gira a sinistra o a destra e dice al suo partner: Questo è uno spillo Chi lo riceve fa un cenno di assenso e lo passa seguendo l'ordine segnato dalla prima persona, e così via consecutivamente fino a raggiungere nuovamente la prima persona. Nel secondo livello aggiungeremo un secondo oggetto allo stesso primo giovane, in questo caso pon, e verrà eseguito lo stesso ordine, tenendo conto in questa occasione che da un lato dirà: Questo è pin, e verso l'altro: Questo è pon. In alternativa, ogni oggetto ruota attraverso il gruppo con la sua presentazione e ricezione annotata, finché non inizia il conflitto quando la stessa persona deve assistere, ricevere e passare a pin e pon allo stesso tempo
Queste dinamiche e la loro risoluzione ci offriranno una valutazione se i nostri giovani si sentono in uno spazio sicuro, fiducioso e se sono parte autentica di un gruppo. Si segnalano quanto segue:
Se ho veramente fiducia, sono al sicuro e mi sento nel gruppo, sono disposto ad accettare la guida di un 'altra persona che fa parte di questo gruppo Per fare questo, diremo al gruppo di stare in coppia e uno di loro dovrà bendarsi È interessante che le azioni non abbiano fretta, che procedano lentamente e che lasciamo che chi è bendato in questo momento si abitui, integri quella situazione in cui il senso più utilizzato (la vista) è annullato. Emergeranno molteplici emozioni che alla fine dell'esercizio dovranno essere raccolte: paura, incertezza, inquietudine, sorpresa e tante altre dovranno essere accompagnate e gestite affinché chi le attraversa si senta ascoltato e abbia una persona resiliente con cui confrontarsi. condividerli e chi sarà accolto senza giudizio e con rispetto. Per realizzare la dinamica, daremo all'altra persona che forma la coppia un oggetto (preferibilmente una matita, un pennarello, una penna...) da mettere nel palmo della mano
la mano del partner bendata. Questo oggetto sarà l'unico mezzo di comunicazione e contatto tra le due persone e l'elemento che fungerà da timone per muovere la persona bendata, quindi se questo oggetto viene tenuto nel palmo della mano da entrambi, la guida si mobilita A destra, l'altra persona deve muoversi in quest'ordine. Garantendo sempre la sicurezza, è necessario lasciare che le situazioni si verifichino, che l'oggetto cada a terra, che avvenga una risata (è un 'espressione emotiva) e che l'esercizio scorra da solo per poi condividere ciò che è successo, sia dal punto di vista di coloro che averlo fatto e dalla persona che coordina la sessione Successivamente si effettua la stessa operazione ma con la persona che ha guidato, che ora verrà guidata.
Identificare ciò che proviamo è un compito complesso perché non siamo abituati ad ascoltare ciò che il nostro corpo ci comunica costantemente Pertanto, questa dinamica inizia questo percorso verso la conoscenza di sé e favorisce l’educazione emotiva. Così, in correlazione con il precedente, o come complemento per accompagnare la fine di quella dinamica, questo esercizio si basa su quattro fasi in cui condividere ciò che viene presentato, offrire ascolto, scambiare sensazioni e ciò che ne può derivare, con particolare attenzione alla validazione di quanto apportato pubblicamente. Innanzitutto, come primo passo, viene chiesto loro di nominare l'emozione che provano o hanno provato (rabbia, inquietudine, calma, aspettativa ) e, come secondo passo, li invitano a collocarla nel loro corpo, questo Cioè, identificano dove nel loro corpo sentono quell'emozione (tensione nella schiena, rilassamento nelle gambe, ) Come terzo passo, procediamo a calibrare quell'emozione, misurando l'intensità con cui si sente, indicando che zero è il minimo e dieci è il massimo. Dopo aver condiviso un dialogo aperto e aver accolto e convalidato i commenti, è possibile restituire loro la domanda su a cosa credono possa essere dovuto quel livello o emozione, quale ritengono possa essere la sua origine e cosa osserviamo che può facilitare il processo di quel momento.
L'ultimo passaggio è molto importante per poter chiudere ciò che è stato aperto con questo esercizio poiché si concentra su una domanda: di cosa hai bisogno? Con tutto ciò che è stato contributo, sentito, misurato e commentato, la risposta a questa domanda apre uno spazio riflessivo che chi coordina la sessione deve portare avanti in modo appropriato e compassionevole.
L'opportunità di realizzare questa dinamica, così come le altre, è affidata allo sguardo di chi coordina la seduta, pertanto questi esercizi che facilitano la consapevolezza, il qui e ora, possono ben essere utilizzati per il primo avvio di un percorso sessione per chiuderla.
Questa
dinamica può avere una fase preliminare di preparazione del materiale perché potrebbero essere loro a disegnare, disegnare e colorare l'arcobaleno che utilizzeranno per questa pratica di concentrazione Con il gruppo seduto sul pavimento o abbastanza comodo per questo esercizio, si procede a farlo Consiste nel prendere aria secondo la dimensione dei diversi archi di quell'arcobaleno, per poi rilasciarla progressivamente. Passeranno quindi da un'inspirazione breve nel primo arco a un'inspirazione più profonda quando si raggiunge l'ultimo, rilasciando anch'essi lentamente. È necessario precisare che la respirazione, dalla più breve alla più lunga, deve essere sempre diaframmatica, utilizzando cioè quel muscolo che si trova sotto le costole e sopra lo stomaco e che fa gonfiare e comprimere progressivamente quest'ultimo.
in quanto viene espulso. In caso contrario, sarà un soffio che porterà a una pratica diversa e, quindi, devierà i risultati attesi.
Questo esercizio vuole essere una possibilità per rendere visibile un 'altra forma di concentrazione, questa volta ad occhi aperti
Verranno posizionati a coppie in modo che possano disegnare dove si trova uno dei due giovani davanti al proprio compagno Quest'ultimo avrà un foglio di carta e una matita per disegnare, mentre l'altra persona vedrà cosa deve descrivere per poterlo disegnare, cosa che viene fatta una volta per ogni membro della coppia, cambiando l'immagine. Le immagini che verranno utilizzate saranno ad effetto ottico, cioè immagini che offrono interpretazioni diverse a seconda di dove ci si concentra, quindi il risultato sarà valido in base a ciò che è stato visto rappresentato nell'immagine.
Capacità sincronica, comunicazione non invasiva, accettazione e autoregolamentazione sono parte inseparabile di questa dinamica, nella quale siamo invitati a condividere ciò che si avverte nella sua esecuzione
E. Chiudere la sessione
Il momento di chiusura deve dar luogo a una doppia variabile: da un lato riuscire a concludere ciò che è stato aperto (sensazioni, emozioni non affrontate), e dall'altro responsabilizzare il gruppo giovane frequentante
1.- Autocontrollo. Al fine di verificare il lavoro svolto, al gruppo viene chiesto di posizionarsi comodamente (seduto per terra, disteso, ) Successivamente, nella posizione prescelta, viene chiesto loro di respirare profondamente, diaframmaticamente in più episodi Una volta osservato l'indole tranquilla del gruppo, si suggerisce di prestare attenzione al proprio corpo, a ciò che racconta della seduta (stanco, felice, eccitato, arrabbiato,...) per invitarli a riflettere su e lasciali discutere con se stessi alla ricerca di quelle azioni o esercizi che lo hanno causato. Infine, devono etichettare la sessione di lavoro con una o più emozioni che testimonino come è andata per loro. Questo primo atto individuale può essere elevato ad atto di gruppo se consentiamo un dialogo aperto in cui presentano tutto ciò che hanno raccolto in quel primo momento
e dice ad alta voce cosa ha apprezzato/sentito/commosso in lui o lei durante la sessione (ad esempio, "Mi sono sentito grato." quando mi hai aiutato con il cerchio") Successivamente, la persona che riceve la palla la passa ad un 'altra persona che svolge lo stesso compito e così via tra tutti i membri del cerchio Il risultato finale deve essere una ragnatela tessuta da tutti i giovani dove, a turno, tutti sono collegati tra loro: si capiscono, si sostengono e si accompagnano
2.- Ragnatela Per questa attività, il gruppo dovrà stare in cerchio e sarà necessario un lungo gomitolo di lana di qualsiasi colore Può iniziare dalla persona che coordina la sessione, che è quella che tiene la palla e mostra cosa fare, oppure può essere con qualsiasi altro membro Consiste nella persona che tiene per prima la palla, la lancia verso un altro membro del gruppo
GIOCHIAMO
PRINCIPALI ESERCIZI DA UTILIZZARE
CON GIOVANI CON DIAGNOSI ADHD
Benvenuto/presentazione
1. Lancio della sciarpa: in cerchio, una persona è al centro con una sciarpa in mano e lo lancia più in alto possibile pronunciando un nome, la persona chiamata deve correre e afferrare la sciarpa prima che tocchi terra e così via con un altro nome.
2. Ognuno sceglie il proprio segno.
In cerchio, battiamo le mani sulle cosce al ritmo di "noi" ti cullerà” Il primo fa “ cosce-cosce +il suo segno” poi “cosce-cosce+il suo segno” della persona che stanno chiamando e così via Possiamo prima dire il nome della persona mentre compiamo il gesto, quindi poi rimuovere il nome
Condivisione/coesione/collaborazione/cooperazione
1. Lancio delle palle: batti il record di lancio delle palle (come nella pallavolo), senza di esso tocca terra e senza usare i piedi. A una persona non è consentito toccare la palla due volte di seguito.
2. Giocoleria in coppia: posiziona i bambini uno accanto all'altro e loro fanno il giocoliere in coppia facendo rotolare la palla a terra Prima con una palla, poi con due, poi con tre Le loro mani opposte si mandano a vicenda la palla, fino a diventare giocoleria Una volta padroneggiati il movimento e il ritmo, i bambini possono sedersi e lanciare la palla, poi alzarsi
3. Lievitazione della palla: facciamo sdraiare i ragazzi a forma di stella, con i piedi sulla palla grande Alzano la palla con i piedi allo stesso tempo. Funziona sulla cooperazione e ritmo comune. Potrebbe esserci una persona seduta o in piedi sulla palla in aumento. L'immagine finale che emerge è impressionante e unisce il gruppo.
4. Spostamento degli anelli: posizionare tanti anelli quanti sono i partecipanti. Ogni il partecipante occupa l'interno di un anello tranne uno. Questo è l'opposto dell'anello vuoto. L'obiettivo è raggiungere questo anello vuoto, gli altri devono impedirlo inserendosi dentro l'anello vuoto quando si avvicinano ad esso. La persona che deve raggiungere l'anello deve andare lentamente e gli altri appena mettono un piede fuori dal cerchio non ci riescono torna indietro. Questo funziona sull'ascolto, sulla cooperazione, sulla comunicazione, nel gioco.
5. Il miscuglio: in cerchio, i partecipanti chiudono gli occhi e mettono le braccia davanti. Tutti fanno qualche passo avanti finché non hanno in ciascuna mano la mano di qualcun altro Quando tutti hanno entrambe le mani occupate, apriamo gli occhi l'obiettivo sarà quello di districare il miscuglio fino a formare un cerchio senza lasciare andare le mani
Concentrazione
1. Il grande bazar: in uno specifico spazio vuoto, ad esempio un gran chiedere ai partecipanti di prendere ciascuno cinque oggetti del circo giocoleria o oggetti più grandi che non possono ferire come blocchi d che dispongono gli oggetti in tutto lo spazio Il gruppo si mette quindi in fila davanti a questo campo di oggetti e osserva attentamente il nuovo spazio immaginando il percorso che intraprenderanno successivamente Ciascuno a turno, i partecipanti dovranno farsi strada per raggiungere l'altro lato, bendato, senza toccare alcun oggetto Se toccano qualcosa, gli altri dì "beep" e la persona torna da dove è venuta, guarda di nuovo lo spazio e ricomincia il suo viaggio
Possibilità di adattamento con una persona che guida a voce chiara (“sarebbe un grande passo avanti quindi: -”fermati, spostati a sinistra e fai un passo molto piccolo”)
Questo è un gioco che richiede molta concentrazione, una dinamica che si gioca in silenzio, e che aiuta ad acquisire fiducia in se stessi o negli altri se c'è una guida
2. Corrente elettrica: disponete i bambini in cerchio, con gli occhi chiusi, le mani tra le mani. mani. Una corrente elettrica circola, mediante una leggera pressione della mano, in una direzione e nell'altra. Questo gioco ti permette di rimettere a fuoco e focalizzare l'attenzione, è un piccolo gioco che te lo permette riportare la calma.
Fine della sessione
1. Massaggio con la palla:
il gruppo si siede in cerchio e ogni persona tiene in mano una palla Ogni persona gira ¼ di giro verso la persona alla sua sinistra o destra per farlo che ognuno abbia di fronte una schiena per massaggiarla con la propria palla Dopo un po dato che ognuno fa ½ giro per massaggiare la persona che lo ha massaggiato poco prima L'uso delle palline permette di non toccare direttamente l'altro, cosa utile quando il contatto fisico è difficile Approfittiamo di questo momento per introdurre la nozione di consenso e gentilezza. È possibile fare la stessa cosa con un flowerstick.
2. La pioggia di sciarpe: i bambini vengono fatti sdraiare a forma di stella, chiudono gli occhi. È l’educatore che li tocca con sciarpe colorate per riportarli alla calma. Viene detto loro di aprire il sopra vengono gettati occhi e sciarpe colorate, che cadono come pioggia.
Fiducia
I giochi di fiducia arrivano in un momento in cui sentiamo che il gruppo lo èabbastanza sicuro da poter lasciare andare
1. Gioco della bottiglia:
il gruppo si dispone in cerchio attorno a una persona designata che è al centro Le persone nel cerchio preparano i loro supporti e le loro mani ricevere la persona al centro
Questa, tutta inguainata e come se avesse i piedi fissato al suolo, si lascerà trasportare e ruotare dagli altri mentre cade
2. Voglio:
il gruppo cammina disteso nello spazio definito. Ogni persona fa una chiamata a turno, chiedi la reazione del gruppo come segue:
Voglio spazio: tutto il gruppo si allontani da chi ha gridato così
Voglio un abbraccio: tutti vengono e abbracciano questa persona
Voglio cadere: tutti vengono a prendere chi sta per cadere
Voglio crescere: tutti vengono e prendono la persona per la coscia per sollevarla in aria
Voglio volare: tutti vengono a sollevare in aria la persona sdraiata a pancia in giù
1. Percorso:
Creiamo un percorso con l'attrezzatura circense e i moduli in modo da ciò che i bambini toccano in tutte le discipline o si concentrano su alcune.
Può consentire loro di correre, arrampicarsi, muoversi, ecc.
2. Tempo libero: gli apparecchi e le attrezzature sono liberamente accessibili ai bambini per loro consentire loro di esplorare e vedere ciò che vogliono L'oratore va a ciascuna persona a seconda delle esigenze
- e far sedere lì un bambino preoccupato. Quello genera una sensazione di sicurezza e calma e permette al bambino di isolarsi e per riadattare le sue emozioni.
- Il gioco delle emozioni (gioco da tavolo) adattato a grandezza naturale per consentirlo bambini e giovani ad acquisire un vocabolario più ampio di cui avere la possibilità esprimere più facilmente i propri sentimenti.
Abbiamo completato questo gioco con le faccine in formato A4 che rappresentavano il 5 grandi gruppi di emozioni. Ad ogni faccina è associato un colore che la rappresenta l'emozione giallo > gioia viola > paura blu > tristezza rosso > rabbia verde > disgusto poi abbiamo aggiunto serenità > emozioni all'equilibrio
- La curva che abbiamo utilizzato inizialmente in forma cartacea e attorno alla quale abbiamo invitato i bambini ad esprimersi durante ogni sessione. Difficoltà a seguirlo come a rituale, ci siamo posti la questione del tempo impiegato per ogni workshop e per il contorno un po ' accademico che questo ha portato nei laboratori pratici. Questa curva offre assi diversi per i diversi momenti del workshop. L'asse rappresenta l'intensità dell'emozione provata. Durante le prime sessioni i bambini hanno utilizzato gli assi della curva per esprimere se si sono sentiti bene (in alto sull'asse) o meno (in basso sull'asse) diversi momenti del workshop A poco a poco, e lavorando sulle emozioni, hanno utilizzato il colore di l'emozione principale provata che hanno posizionato sull'asse in base all'intensità di questa emozione Nelle ultime sedute hanno messo diversi colori sullo stesso asse rappresentare le diverse emozioni vissute Ad esempio, sulla palla, avevo ho paura (viola) ma sono molto felice (giallo) perché mi sono impegnata e ce l'ho fatta! Il passo successivo, che richiedeva molto tempo, sarebbe stato quello di utilizzare i 5 assi della curva proposti per i 5 gruppi di emozioni in un dato momento (ogni asse per un gruppo di emozioni)
a seconda dei gruppi e di ciascun giovane, l'uso della musica è forse un punto di riferimento, una fonte di relax o al contrario energizzante.
FINALI FINALI
La scoperta e l'integrazione dell'educazione emozionale con i nostri strumenti didattici ha rafforzato la nostra intuizione, come operatori di circo sociale, di dare la priorità al benessere individuale e collettivo dei giovani partecipanti ai laboratori circensi.
Il progresso tecnico è apprezzato, ma l'accento è posto sulle capacità di stare con gli altri, con se stessi, a contatto con l'attrezzo e attraverso il gioco, grazie alla vasta gamma di discipline accessibili a tutti. I giovani, con o senza diagnosi di ADHD, hanno la libertà di concentrarsi su un apparato individuale o investire nel collettivo durante i giochi che scandiscono la sessione. Secondo le loro inclinazioni e i loro bisogni, quindi, i giovani acquisiscono perseveranza e concentrazione, raggiungendo obiettivi comuni in forma collettiva o individuale.
Affinché questi obiettivi prendano vita, gli operatori del circo sociale devono prestare attenzione all’individualità e specificità di ogni partecipante, all’energia complessiva del gruppo, al fine di indirizzare ognuno verso la soddisfazione del cammino intrapreso. Gli strumenti di educazione emotiva occupano a tal fine un posto fondamentale e guidano la pedagogia inclusiva.
CRITICITA’ INCONTRATE INTERVENTI ATTIVATI
I laboratori della durata di un’ora non permettevano un tempo utile per gli approfondimenti emotivi
Scarsa competenza emozionale
Educazione personalizzata e non individualizzata
Presenza dell’accompagnatore
Presenza dell’accompagnatore
La durata dei laboratori è stata ampliata ad un’ora e mezza
E‘ stato importante un lavoro di acquisizione di nuovi vocaboli, affinché le risposte rispetto allo stato delle proprie emozioni non fossero ridotte alle singole due risposte “bene” e “male” (ad es sono state utilizzate le carte comitys; il gioco delle emozioni)
E‘ stato importante un lavoro di acquisizione di nuovi vocaboli, affinché le risposte rispetto allo stato delle proprie emozioni non fossero ridotte alle singole due risposte “bene” e “male” (ad es sono state utilizzate le carte comitys; il gioco delle emozioni)
E’ importante avere la possibilità di condividere gli obiettivi da raggiungere e le metodologie da utilizzare con i care giver dei giovani inseriti nei laboratori.
Se l’accompagnatore è presente deve essere partecipe nelle attività o sostenere il partecipante nelle stesse
I laboratori che includono partecipanti con ADHD devono essere gestiti da più operatori esperti di circo sociale e possibilmente sostenuti da una presenza educativa che possa mediare eventuali difficoltà
E’ inoltre importante lavorare sull’intero gruppo affinché il gruppo possa essere reso partecipe nel processo di inclusione e non sviluppi dinamiche di emarginazione
I PARTNER DI PROGETTO
IT, BRINDISI
FR, BENSANCON
ES, SIVIGLIA
TENROCK THEATER CIRCUS
Diffondere e promuovere il circo sociale con L'idea di sviluppare fenomeni di inclusione e contrasto all'emarginazione.
TSRT
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THE
SEIOUS ROAD TRIP
Aiutare le persone in difficoltà a livello locale, nazionale e internazionale, attraverso il circo e le arti di strada.
ASEDEM
Per un educazione del fare verso l'essere: L''Educazione Emozionale.
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TenRock Società Cooprativa Sociale P.IVA 02415640743
Sede Legale Contrada Marmorelle SS16 adriatica Nord , BR
Email tenrocksegreteria@gmail.com
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