Tempo n° 5

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08.02.2013 n° 05

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Libri

da non perdere!

Tra le righe...

Premi in natura per tutti!

I due bugiardi di Isaac B. Singer

S

i è da poco celebrato il Giorno della Memoria in ricordo dei milioni di vittime dell’Olocausto. Se, anno dopo anno la conoscenza degli orrori perpetrati dal nazi-fascismo nei confronti della popolazione ebraica d’Europa si fa sempre più articolata – sino a diventare, in alcuni casi, semplice prassi - poco o nulla si conosce della vita delle popolazioni che dall’Europa furono spazzate via. Quasi che la barbarie hitleriana fosse riuscita nel compito di cancellare, oltre alle tracce visibili di un popolo, anche il suo ricordo. Perché se dell’ebreo non resta che l’immagine del prigioniero dalla logora e sporca divisa a righe, figura scheletrica dal volto emaciato, il capo rasato e gli occhi spenti, se si riduce a questo e questo soltanto, allora lo sterminio è stato doppio. I due bugiardi, questa raccolta di quattordici tra i più bei racconti del premio Nobel per la letteratura Isaac Bashevis Singer (Guanda, 206 pp.), ebreo polacco trasferitosi negli Stati Uniti per sfuggire alla deportazione e scomparso nel 1991, è per ricordare a noi stessi – o scoprirlo per la prima volta – che, accanto alla morte dei campi di sterminio, occorre ricordare la vita degli shtetl, gli insediamenti ebraici dell’Europa orientale; accanto ai prigionieri con il numero tatuato sul braccio, che sono muto sgomento, la folla di mercanti, rabbini, eretici, folli, dybbuk, saggi, mogli, violinisti, scopini, viandanti, sensali che rappresentano la gioia, i colori, gli odori di un popolo straordinario, la cui voglia di vivere è riuscita nell’impresa apparentemente senza speranza di fondare la propria identità non su di uno Stato – che dai tempi dell’imperatore Adriano non aveva più – ma sulle pagine dei propri testi sacri – Torah, Talmud, Zohar - e della tradizione. Dagli incredibili racconti di Singer - che scelse, anche una volta emigrato negli Usa, di non scrivere mai in inglese, restando fedele allo yiddish, la lingua miscuglio di ebraico, polacco e tedesco capace, come gli ebrei che racconta, di mescolarsi al mondo dei ‘gentili’ pur restando sempre se stessi - trasuda un’inestinguibile sete di vita, una vita perennemente affamata di sensazioni, sentimenti e ricerca. Una vita che non rifugge sofferenza, dubbio, dolore, ma che anzi sembra cercarli, nella consapevolezza che è solo nel movimento perenne che può darsi una sempre provvisoria domanda sul senso. Senso che i personaggi dell’autore de La famiglia Moskat ricercano senza requie, dal primo all’ultimo, che si tratti di saggi o di umili ciabattini. Sempre senza mai smettere di parlare: a Dio o a se stessi, ai demoni o alla moglie. Perché, se la parola dà la vita, è invece il silenzio, per Singer, il peggior modo per essere uomo.Lui, come ricorda Alessandro Piperno: “non segue la massima di Adorno: ‘dopo Auschwitz non è più possibile la poesia’ né il tuffo suicida di Paul Celan nella Senna, e neanche crede come Primo Levi che ‘se c’è Auschwitz, dunque non può esserci dio’. Pur avendo il fratello più piccolo e la madre inghiottiti dalla deportazione, Singer coltiva ancora la voce come una resistenza contro l’odio”. Ne I due bugiardi vi è uno spicchio di quel mondo pieno di umile gioia e stupore dell’esistenza, ricco di un fascino indescrivibile. Un universo di lucidissima follia intellettuale e creativa che fu spazzato via dall’Europa, dalla follia di uomini che credevano niente di meno che nella purezza. Una lettura in attesa del prossimo Giorno della Memoria. Perché occorre sì ricordare i morti, ma ricordarli vivi. Marcello Marchesini

Il graffio I terremotati organizzano una manifestazione davanti al palazzo della Regione. Tutti possono partecipare, tranne i politici! Più chiaro di così.

La Iena

L

’idea di una levataccia e, perdipiù, di domenica mattina non è entusiasmante ma si tratta di una delle poche occasioni per tentare di redimere i peccati di una vita sedentaria con un’ora di sofferenza mensile. L’occasione è la 31esima Maratonina Città di Carpi, “manifestazione a carattere ricreativo, ludico e motorio” è scritto nel volantino che indica il ritrovo, l’ora della partenza e i quattro diversi percorsi che si possono affrontare in base alla propria preparazione fisica. Un po’ di movimento non può far che bene per recuperare uno stile di vita sano ma questo non spiega la corsa a iscriversi che si è scatenata: decine e decine di telefonate hanno intasato i centralini. “A tutti i partecipanti sarà consegnato un premio in natura” si legge sul depliant. Deve essere stato proprio quel “premio in natura” a solleticare la curiosità di chi non vuole perdersi l’occasione garantita “a tutti i partecipanti”. Ci vediamo domenica 10 febbraio alle 8 all’Asd Atletica Cibeno in via Lago Maggiore.

S.G.

Frase della settimana...

“Non si può pretendere che l’Alta scuola di studi politico strategici Kalinka insegni a operare sottili distinguo”. Da Voce del 31 gennaio.

Foto della settimana


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