03.02.2012 n° 04
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Come hanno accolto i notai la decisione del Governo Monti di liberalizzare ulteriormente la professione? Lo abbiamo chiesto al notaio carpigiano Flavia Fiocchi
Notai: “non siamo una casta” C
arburanti, mutui, professioni. Tra i professionisti colpiti in pieno dal vento liberalizzatore del nuovo esecutivo vi sono anche i notai. Ma come si diventa notaio? Quanti sono i notai figli di notai? Come funziona nei Paesi dove la tradizione del notariato latino non esiste? Ma, soprattutto, come hanno accolto i notai la decisione del Governo Monti di liberalizzare ulteriormente la professione? Lo abbiamo chiesto al notaio carpigiano Flavia Fiocchi. Come si dichiara di fronte al vento liberalizzatore del Governo Monti? “Il notariato è da tempo favorevole alle liberalizzazioni. L’aumento delle sedi disponibili deciso dall’attuale Governo è infatti arrivato secondo, rispetto all’aumento richiesto dal Notariato al Ministero di Giustizia, che, già dallo scorso anno, in tempi “non sospetti”, aveva risposto individuando, su segnalazione dei vari distretti notarili, circa 500 nuove sedi, che garantissero un servizio capillare su tutto il territorio, compresi luoghi disagiati o non facilmente raggiungibili”. Un ampliamento nel numero dei notai potrebbe consentire un abbassamento delle tariffe oggi salatissime? “Le tariffe dei notai da tempo sono di fatto liberalizzate, nel senso che il mercato, e la normale concorrenza tra professionisti in una società civile, ha limato concretamente tutti i costi, compresi quelli dei notai, che mi permetto di dire non essere affatto carissimi, certa di poter dimostrare quanto affermo. Il cittadino è portato a credere che il costo del notaio corrisponda alla somma complessiva che egli paga al professionista. Mito da sfatare. In realtà, poichè il notaio, pubblico ufficiale, escute le tasse dell’atto per conto dello Stato, il conto finale che presenta al cliente comprende anche tutte le tasse, le imposte e i balzelli a cui sono soggetti i vari atti. Per una compravendita tra privati di medio valore (ad esempio 200.000 euro) il costo del notaio corrisponde circa allo 0,60% del valore della pratica. Tutto il resto va allo Stato. In tale compenso, ovviamente regolarmente fatturato, è compresa l’attività di studio della pratica e la redazione della stessa, l’espletamento, successivo alla stipula, anche via internet, di tutte le formalità di registrazione, trascrizione, volturazione...
pare evidente che questa flessione negativa, unitamente all’aumento delle sedi e all’abolizione delle tariffe già minime, non può che portare all’esigenza di contenere i costi, non ultimo quello del lavoro dipendente, a oggi in esubero rispetto alle reali esigenze dello studio”. Un notaio mediamente dichiara 300.000 euro all’anno. Pur non volendo demonizzare la ricchezza in quanto tale, non potete certo piangere miseria. Di questi tempi non pensa che tutti debbano fare la propria parte per tentare di sanare il deficit del Paese? “Preciso che la somma riportata rappresenta, come detto, una media nazionale, ma che le varie realtà locali sono ben diverse, il più delle volte abbastanza lontane da tali valori. La flessione negativa dei repertori ha registrato una forte percentuale di notai in condizione di dover chiedere l’integrazione prevista dalla Legge Notarile. Ciò premesso rimane comunque fermo l’intento dei notai di fare quanto lo Stato chiede, anche in termini di sacrifici economici. Poichè ogni notaio è prima di tutto un pubblico ufficiale e poi un libero professionista, nessuno è sceso in
Flavia Fiocchi
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richieste dallo Stato, la cui durata non si risolve certo nell’ora trascorsa davanti al notaio e comporta il coinvolgimento di un numero elevato di collaboratori, da addestrare a livelli professionali molto alti, l’utilizzo di mezzi e impianti sofisticati e costosi, il mantenimento di un’organizzazione complessa e altamente specializzata. E assicura infine una cosa fondamentale: l’esistenza di un’assicurazione professionale del notaio obbligatoria e di un Fondo Nazionale di Garanzia (unico al mondo), che paga ogni qual volta l’assicurazione non copra l’eventuale danno, i cui costi sono integralmente e direttamente a carico del notaio”. Quanti sono, a oggi, i Notai a Carpi? “Le sedi notarili a Carpi sono attualmente 7, di cui 6 occupate e una vacante. Diventeranno 8, e presumibilmente 2 vacanti, a seguito dell’aumento dello scorso dicembre. E’ bene ricordare che esiste una sede notarile, occupata, nella vicina Soliera e una, pure regolarmente occupata, a Novi di Modena”. Con la crisi economica, di quanto sono calati gli atti notarili e cosa comporta tale flessione per la categoria? “Negli ultimi quattro anni gli onorari di repertorio nel Distretto Notarile di Modena sono diminuiti del 40% e tale pesantissima diminuzione ha purtroppo registrato
un aumento costante dei costi, ma anche, e sopratutto, un aumento delle formalità richieste dallo Stato al cittadino nell’ambito di un rogito (certificato energetico, conformità dell’immobile alle piantine catastali...) del cui adempimento si fa carico il notaio per conto del proprio cliente, esercitando anche un’attività di controllo. Mi
piazza a protestare, nessuno ha smesso, neppure per un momento, di riscuotere tasse per conto dello Stato, nessuno ha smesso di esercitare la propria funzione pubblica al massimo della propria disponibilità e competenza”. Come funziona nei Paesi dove non esiste la tradizione del Notariato Latino? “Sono 21 su 27 i Paesi dell’Unione Europea in cui esiste il Notariato, spesso con competenze addirittura maggiori di quelle del notaio italiano. Alcuni degli Stati Uniti d’America, dopo l’enorme scandalo dei subprimes, la Cina e, recentemente, la Russia, hanno creato un Notariato del tutto simile a quello latino, al fine di garantire la certezza e la sicurezza nei trasferimenti e nella circolazione dei beni, sia immobili che mobili (quote societarie e simili) e al fine di assicurare un controllo di legalità. Il tutto a costi veramente esigui, rispetto a quelli che il cittadino dovrebbe sopportare, e nei paesi di common law in effetti si trova a sopportare, al fine di assicurarsi il proprio buon acquisto, avvalendosi inevitabilmente dell’opera di un avvocato che curi tutti gli aspetti legali e fiscali della transazione e sopportando poi i costi di un’assicurazione che garantisca la bontà dell’acquisto, tutte cose che in Italia e in molti paesi dell’Europa fa il notaio a costi limitati e del tutto trasparenti”. Si sente parte di una
casta? “Assolutamente no. Ho superato un concorso nazionale altamente selettivo, che rimane ancor oggi tra i più difficili in Europa, per poter esercitare questa professione, che non si compra e non si eredita, nonostante qualcuno ancora stupidamente dice. I notai figli o parenti di notai sono solo il 17%, percentuale che fa comprendere come sulla categoria si raccontino strane favole”. Cosa pensa della liberalizzazione? “Sono favorevole alla liberalizzazione, come concetto progressivo e democratico. La liberalizzazione però non deve mai divenire deregolarizzazione, non deve cioè mai portare a un’assenza di regole, soprattutto in un Paese dove disattendere le regole passa, spesso, per sport nazionale. La liberalizzazione delle professioni poi deve avvenire per gradi, per non intaccare l’eccellenza e la qualità delle prestazioni professionali. E, infine, una cosa semplice, che riempie facilmente la bocca: potrà mai servire liberalizzare il numero dei taxi, quello dei notai, l’orario delle farmacie , senza poi - o prima - procedere a una rivisitazione del sistema bancario e assicurativo e di tutto quello che blinda veramente e concretamente lo spirito del nostro Paese?”. Domande lecite a cui speriamo vengano date risposte concrete dal nuovo Esecutivo. Jessica Bianchi
La parola a Giorgio Cariani, presidente del Consiglio Notarile di Modena
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ottor Cariani, chi è il notaio e q uali sono le sue funzioni? “Il notaio è un esperto di diritto civile e commerciale, selezionato attraverso uno dei sistemi più rigidi ancora funzionanti in Italia. E’ soggetto alla vigilanza dello Stato attraverso la struttura degli Archivi Notarili del Ministero della Giustizia, che ne controlla il rispetto delle regole stringenti rivolte a tutela della pubblica fede alle quali è sottoposta la sua funzione. Tutti gli atti pubblici e scritture autenticate conservate da ogni notaio sono soggette a ispezione ogni due anni, ispezioni per lo più severe ed efficaci. Oltre alla vigilanza dello Stato, i notai sono soggetti al controllo - sotto il profilo deontologico dei consigli notarili distrettuali. L’organo di giudizio disciplinare ha competenza regionale ed è presieduto da un magistrato della Magistratura ordinaria. Il notaio è l’unico professionista esercente una professione legale, soggetto alla diretta vigilanza dello Stato. La funzione del notaio consiste nell’adeguamento della volontà dei cittadini che vogliono stipulare un contratto relativo a immobili, compiere operazioni societarie, trasferire aziende o partecipazioni societarie, fare testamento... all’ordinamento
dello Stato. Questo compito ha una rilevante ricaduta nell’interesse della collettività perchè garantisce la tenuta dei registri pubblici immobiliari e del registro delle imprese fungendo da filtro di legalità. La stampa ha più volte riportato l’affermazione del ministro Severino secondo cui i notai sono “pezzi di certezza legale” e “presidio di legalità in tante zone del Paese”. Ruolo che lo stesso Parlamento Europeo ci riconosce”. Che i notai siano figli di notai è una leggenda metropolitana? Quanti sono in percentuale? “Sì, la percentuale è del 17%, inferiore largamente a quella che si riscontra in professioni più aperte, oltre che, per ovvi motivi, nelle famiglie imprenditoriali”. A quanti anni, mediamente, si diventa notai? “Intorno ai trentacinque anni, con progressivo aumento dell’età. Il fenomeno è da imputarsi prevalentemente alla crescente selettività del concorso, che necessita di un lunghissimo periodo di preparazione teorica”. Più uomini o più donne? “Ormai quasi fifty-fifty. Nel mio Consiglio Notarile siedono quattro donne su un totale di nove membri”.
Giorgio Cariani
Gabriele Noto, Consigliere Nazionale del Notariato ha dichiarato “la cosa importante da mettere in chiaro è che non siamo contrari alle liberalizzazioni, ma vorremmo che qualunque modifica si decida di fare venga concertata intorno a un tavolo con i diretti interessati”. Lei come si dichiara di fronte alle liberalizzazioni del Governo? “Se la liberalizzazione significa dare di più ai cittadini a condizioni meno onerose per gli stessi, migliorare le relazioni tra una una categoria “chiusa” e la società, ben venga. Credo che la maggior parte di noi sia preparata ad accettare la sfida.
Quello che sarebbe devastante sarebbe un mercato senza filtri, nel quale la qualità dei servizi offerti ai cittadini, invece di migliorare, divenga più scadente. Occorrono strumenti per sorvegliare efficacemente che la concorrenza non faccia saltare il sistema nel quale il notaio ha un ruolo rilevante solo se rimane la selezione nell’accesso, il radicamento territoriale, l’obbligo di dare prestazioni qualitativamente determinate, soggetto a una vigilanza efficace”. E’ vero che le tariffe dei notai sono alte? “Per le tasche di cittadini impoveriti, forse sì. Ma ciò che non costa, non vale. C’è spazio per riproporzionare i compensi al valore effettivo delle prestazioni. Ma non lo si può fare finchè una certa parte dell’opinione pubblica ci giudica un balzello inutile. Forse quello che facciamo lo potrebbero fare anche altri: sicuramente non meglio e non con minor costo”. Quanti sono i notai a Modena e quanti ce ne saranno in più dopo la manovra Monti? “I posti in tabella, dopo l’ultimo aumento sono 72. Dopo la manovra, se verrà applicato lo stesso criterio dell’ultimo aumento, ci saranno quattro o cinque notai in più”.