QUANDO LA LUCE COSTRUISCE LE EMOZIONI. TECLUMEN - ARTICOLO GAZZETTA DI MANTOVA 16/11/21

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MARTEDÌ 16 NOVEMBRE 2021 GAZZETTA

ECONOMIA MANTOVANA

MADE in MANTOVA Quando la luce costruisce le emozioni tra piscine e aeroporti La Teclumen di Casaloldo progetta e realizza sistemi di illuminazione Gli ordini arrivano da tutto il mondo, ma il 70% del fatturato è italiano

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na bottega del Rinascimento, ma in versione luce 4.0”. Alla Teclumen, azienda di Casaloldo che progetta e produce luci e sistemi di illuminazione, si sentono un po’ così. Non è boria, la loro. Anzi, qui regna sovrano l’understatement. Delle botteghe del passato, questa realtà nata nel 1978 conserva la capacità di cucire i progetti addosso ai clienti. “Creiamo emozioni con la luce”, recita lo slogan sui social network. L’hanno capito committenti in tutta Italia e nel mondo: tra gli ultimi lavori c’è l’aeroporto di Singapore, mentre il mese scorso sono stati consegnati i lavori al San Carlo di Napoli. Prima ancora l’azienda ha lavorato all’illuminazione del Museo della Storia d’Europa, a Bruxelles, ai magazzini Lafayette di Parigi, al teatro Bolshoi di Mosca. Ed è recente l’inaugurazione del progetto realizzato per la cinta muraria di Montagnana, in provincia di Padova. «Abbiamo cataloghi molto vasti, ma di solito i clienti non ci chiedono prodotti. Vogliono soluzioni», racconta Devis Cason, ingegnere elettronico prestato al marketing, figlio del fondatore Gilberto, che invece è direttore generale ed è a capo della produzione e del reparto ricerca e sviluppo (amministratore delegato è l'altro so-

cio, Fabio Bergamini). «Ne parlo spesso con i colleghi di Api (l’associazione delle piccole industrie): la cosa che accomuna le piccole aziende industriali come la nostra - prosegue Devis Cason - è la possibilità di fare prodotti customizzati (personalizzati, ndr). Del resto, o si può puntare sui grandi numeri oppure la strada è questa». Quando la Teclumen è

stata fondata, era specializzata nell’assemblaggio di proiettori per lo spettacolo, ma con il passare del tempo ha creato un proprio marchio di prodotti teatrali made in Italy. La sede di Casaloldo è stata aperta nel 2003: in un’unica struttura si concentrano i reparti di progettazione e assemblaggio e gli uffici commerciali e di assistenza post

vendita. E all’attività originaria dedicata all’illuminazione per il teatro e lo spettacolo (divisione On stage) si sono affiancate, negli anni, altre tre linee: l’illuminazione per piscine e fontane (divisione Per aquam), l’illuminazione di architetture per interni ed esterni (divisione Forme) e l’illuminazione di spazi industriali (divisione Factory).

Nonostante le molte commesse in giro per il mondo, il 70% del fatturato (che supera i 3,5 milioni) dipende dalle vendite in Italia. E, tra le quattro divisioni aziendali, in questo momento la quota maggiore del fatturato la garantisce la divisione che progetta l’illuminazione di piscine e fontane, “Per aquam”, nato da un’intuizione di Gilberto Cason. Questo è anche è il settore che ha tenuto in piedi l’azienda nel 2020. «La domanda di piscine è cresciuta, e, di conseguenza, anche i nostri sistemi di illuminazione in acqua». Tra gli strascichi negativi della crisi generata dal Covid19, quello della carenza di materie prime sta creando problemi anche alla Teclumen: è difficile reperire le componenti elettroniche e ci sono stati rincari esorbitanti del prezzo di acciaio e cavi di rame. A Casaloldo lavorano 23 persone, cui si aggiungono gli agenti della rete di vendita e i 25 dipendenti dell’officina che si occupa del taglio laser dei materiali. L’età media è di poco più di 40 anni (43 circa): ad abbassarla contribuiscono Fi-

lippo e Matteo, 22 anni, assunti subito dopo il diploma all’Itis di Lonato e di Mantova. Si occupano, con altri due colleghi, di ricerca e sviluppo. «Scuola e azienda viaggiano su binari che non comunicano - dice Cason - Noi negli anni ci siamo gemellati con scuole e università, e quando assumiamo personale cerchiamo di scegliere i ragazzi che hanno fatto lo stage qui». Proprio come i due giovani tecnici, che ci mostrano come funzionano le stampanti 3D: in azienda vengono usate per creare i prototipi. E risparmiare sui tempi: «Se non avessimo le stampanti, dovremmo mandare il pezzo in torneria e aspettare giorni. In circa dodici ore, invece, la stampa è pronta». L’investimento in tecnologia è continuo: l’ultimo acquisto è un foto-goniometro che misura i prodotti in termini di luce e crea un file da utilizzare per le simulazioni in fase di progettazione. L’altro pallino è la qualità: i test non sono a campione, bensì su ogni singolo pezzo. — SABRINA PINARDI © RIPRODUZIONE RISERVATA

la vetrina

Per conquistare nuovi clienti è fondamentale un’ottima reputazione

Ecco il nuovo show-room Servirà anche per la formazione Buio, rumori di passi fuori campo e poi una voce che racconta. Il video di una manciata di minuti che accoglie gli ospiti nel nuovo show-room Teclumen, inaugurato la scora settimana, per parlare dell’azienda gioca sulle emozioni del teatro, una parte importante della storia - e del presente - dell’azienda. «Questo show-room - spiega Devis Cason, responsabile marketing e figlio del fondatore Gil-

berto - aiuta a trasmettere quello che siamo. Qui accoglieremo, indisturbati, i nostri clienti. Ma lo utilizzeremo anche per formare gli agenti». Tra gli obiettivi a breve anche quello di aprire lo spazio al territorio: «Forse è un’idea ambiziosa - continua Cason - ma ci piacerebbe che fosse utilizzato per eventi esterni, magari legati al tema della luce». Al progetto, partito due anni fa, hanno lavora-

to sette persone. I tecnici dell’azienda si sono concentrati sugli spazi e sugli allestimenti luminosi: accanto a loro un copy che per scrivere il testo ha lavorato sul rapporto e sullo scontro tra il buio e la luce, e uno speaker professionista. «Volevamo trasmettere la nostra passione per il teatro e, più in generale, per lo spettacolo», prosegue Cason. Una passione difficile da comunicare nelle fiere di set-

Teclumen è un esempio virtuoso di gestione familiare

tore, che comunque continuano a giocare un ruolo importante per incontrare i clienti stranieri. «Da sempre partecipiamo alle fiere internazionali specifiche, come la Prolight and Sound o la Lighting and building di

Francoforte. A quest’ultima, per esempio, parteciperemo, come espositori, anche la prossima primavera. In fiera si riesce a fare relazione con tanti partner commerciali in poco tempo, ma i prodotti li vedono già prima su inter-

net. Poi la partita vera ce la giochiamo a qua, quando vengono a visitare l’azienda». Galleria Lafayette a Parigi, teatri prestigiosi in tutto il mondo, musei e aeroporti: per conquistare commesse di questo genere, oltre alle fiere conta la reputazione: «Si tratta di settori dell’illuminazione molto di nicchia, in cui i player non sono tanti, così come i light designer. Ci conoscono e sanno come lavoriamo». —


MARTEDÌ 16 NOVEMBRE 2021 GAZZETTA

ECONOMIA MANTOVANA Effetto Covid sui costi

Soluzioni più che prodotti

Tra gli strascichi negativi della crisi generata dal Covid, quello della carenza di materie prime sta creando problemi: è difficile reperire le componenti elettroniche e ci sono stati rincari esorbitanti di acciaio e cavi di rame.

«Abbiamo cataloghi molto vasti, ma di solito i clienti non ci chiedono prodotti. Vogliono soluzioni», racconta Devis Cason, ingegnere elettronico prestato al marketing, figlio del fondatore.

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Le stampanti 3D in azienda vengono usate per creare i prototipi E accorciare i tempi

In un’unica struttura ci sono progettazione assemblaggio e gli uffici commerciali

L’età media dei dipendenti è bassa: poco più di 43 anni

Nelle fotografie di Nicola Saccani alcune immagini dello stabilimento Teclumen di Casaloldo

L’avventura imprenditoriale di Gilberto Cason è cominciata a 16 anni con un lavoro alla Coemar «Per me le discoteche erano anche una sala prove e un biglietto da visita»

la scelta di andarsene e di cominciare a camminare sulle proprie gambe, partendo dal settore delle luci per lo spettacolo: teatri, arene, discoteche. In parallelo, Cason portava avanti un’altra attività: nell’81 aprì la discoteca Melamara, in centro a Castiglione delle Stiviere, e negli anni Novanta subentrò nella gestione del Sayonara. «Per me le discoteche erano anche una sa-

la prove e un biglietto da visita. In discoteca ho chiuso tanti contratti, lei non immagina nemmeno», prosegue Cason. Per il figlio Denis, che ora affianca il padre in azienda (è il responsabile marketing) e ha dato vita al “Frog”, un locale con cucina, le discoteche sono state, invece, una prima palestra: «Vedi quella cassa accanto al bar? - racconta indicando il particolare su una vecchia fotografia del Melamara - Io mi mettevo lì e facevo i compiti. Più avanti negli anni, invece, ho passato le estati a lavorare alla Coemar. L’altro grande salto è stato il trasferimento nella sede attuale nel 2003: qui si concentrano i reparti di progettazione e assemblaggio e gli uffici commerciali e di assistenza post vendita. «Nei primi anni Duemila - prosegue Cason abbiamo cominciato a sviluppare i led colorati. Siamo stati tra i primi a capirne le potenzialità, soprattutto in acqua. Abbiamo intuito il business». I primi led non erano abbastanza potenti da poter sostituire le luci dei teatri, ma i led colorati erano l’ideale per creare effetti scenografici in

sa e segue il marketing, Bergamini è responsabile dell’amministrazione e delle divisioni commerciali. Per il titolare, fondamentale è stato coinvolgere fin da subito il figlio: «Il successo di questo passaggio dipende molto dal fondatore: se ha creato un’organizzazione aziendale che non regge senza di lui, allora è tutto molto più complicato». E poi c’è il fattore passione: «Devis mi ha seguito fin da piccolo. A dieci anni gli mostravo come funzionavano le luci». Sul ricambio generazionale ora Devis sta scrivendo un libro: «Ci sto lavorando - racconta - È un testo ironico che, però fa riflettere su pregiudizi, errori, luoghi comuni. E finisce con un vademecum». —

Al lavoro alla Teclumen

Inizi fatti anche di musica nel 1981 l’apertura della discoteca Melamara LA STORIA

a tu hai voglia di lavorare?”. L’avventura di Gilberto Cason nella nascente “Lighting Valley”, il distretto della luce che si è sviluppato tra Castel Goffredo, Castiglione e i paesi vicini, è cominciato quando ancora era ragazzino. Aveva 16 anni, Gilberto, e passava

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in bicicletta davanti agli stabilimenti della Coemar, azienda che produceva (e lo fa tuttora) apparecchi per l’illuminazione. «Mi fermò il direttore di allora e mi chiese, in dialetto, se avevo voglia di andare a lavorare per loro. Io ero giovane ma avevo già fatto esperienza in una carpenteria. Mi piaceva, a differenza del settore delle calze, che non faceva per me. Ebbene, sono stato assunto subito».

Dopo pochi anni, un gruppo di dipendenti prese in mano la gestione dell’azienda, salvandola da una crisi: tra loro c’era Cason, che diventò socio. Negli anni Novanta, però, decise di uscirne e di dedicarsi completamente alla Teclumen, che aveva fondato nel 1978. «Alla Teclumen spiega Gilberto Cason - facevamo i montaggi per la Coemar e la usavamo come divisione commerciale». Fino al-

la staffetta

Ricambio generazionale? Qui si va avanti tutti insieme Il fondatore e il figlio Devis con il socio Fabio Bergamini che è l’amministratore delegato lavorano l’uno accanto all’altro

Altro che staffetta con passaggio di testimone: al traguardo bisogna arrivarci insieme, magari dopo aver corso fianco a fianco per un buon tratto di strada. Il ricambio generazionale, alla Teclu-

men di Casaloldo, si presta alla metafora sportiva. Nell’azienda fondata nel 1978 da Gilberto Cason, lui e il figlio Devis (con il socio Fabio Bergamini, che è l’amministratore delegato) lavorano l’uno accanto all’altro. Sul tema dell’incontro-scontro tra generazioni, si interrogano spesso: «Ci confrontiamo anche con altri imprenditori, perché in genere è un tasto dolente - spiega Devis Cason

- Da una recente indagine sulle aziende familiari è emerso che alla terza generazione sopravvive il 15% delle realtà imprenditoriali». Ricette per resistere? Non c’è una regola, ma qui la divisione dei ruoli pare funzionare: il padre Gilberto è direttore generale ed è capo di produzione e ricerca e sviluppo, il figlio Devis, ingegnere elettronico, si è occupato della riorganizzazione informatica dell’impre-

fontane e piscine. L’azienda ha colto l’opportunità, e nel 2001 ha depositato il brevetto di un prodotto da piscina a led. Alla divisione On stage si è affiancata, così, la linea Per Aquam (che genera il 70% del fatturato), l’illuminazione per piscine e fontane. Negli anni, poi, sono nate le divisioni Forme (per l’illuminazione di architetture per interni ed esterni) e Factory, (per illuminare gli spazi industriali dentro e fuori). L’elenco dei lavori commissionati è senza confini: progetti per le Gallerie Lafayette a Parigi, il Bolshoi a Mosca, l’aeroporto di Singapore, il Museo egizio del Cairo, la fontana dei Tritoni a Malta, le forniture per gli studi Rai. Un posto speciale tra i ricordi, è riservato, però, all’Albero della vita di Expo 2015. La Teclumen progettò la parte acquatica dell’installazione. «Un service mi chiamò un mese prima dell’inaugurazione - ricorda Cason - Stavo per dire di no, ma quando mi spiegò che era per Expo accettai. Lavorammo giorno e notte, e alla fine andò bene». — S.PIN.


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