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Creare una cultura del servizio al cliente Turismo d'Italia

11­2007

La preoccupazione per un personale sempre meno preparato, obbliga l'albergatori a impegni aggiuntivi. Nell'interesse dell'azienda Ormai tutto è stato detto e scritto sulla qualità del servizio al cliente. Si organizzano forum e convegni sull'argomento da decenni, ma come mai, allora, coloro che possono dire di avere ricevuto un buon servizio sono così pochi? Chiunque è in grado di raccontare aneddoti a non finire sul mediocre servizio ricevuto in qualità di clienti o su quanto è "costato loro caro" soggiornare in alcuni hotel, mentre sono rari i casi contrari, in cui il servizio ricevuto era tale da definirsi "memorabile". Questo spiega anche perché la vendita di prodotti su internet stia registrando un trend in continua crescita. Stanno aumentando i clienti che preferiscono acquistare on­line piuttosto che recarsi in negozio dove spesso i prezzi sono più alti e il servizio è molto al di sotto delle aspettative. E questo vale anche e soprattutto per l'industria dell'ospitalità. Nell'attuale stato delle cose, tuttavia, per i clienti è necessario entrare in contatto con il personale in carne e ossa per effettuare il check­ in e ricevere i vari servizi durante il suo soggiorno in albergo. Non è stato ancora inventato, infatti, un modo per pulire le camere, servire cibo o bevande su internet! L'economia è in costante crescita e gli indici di disoccupazione sono ormai da tempo sotto controllo, ciononostante l'industria dell'ospitalità si trova a dover fronteggiare una preoccupante scarsità di personale qualificato e il turnover degli elementi più promettenti. Non possiamo diventare vittime del nostro stesso successo. Ormai da tempo insisto sul fatto che noi, come operatori dell'industria dell'ospitalità, abbiamo fatto un lavoro relativamente mediocre nell'attività di motivazione e training dei pochi collaboratori capaci che sono rimasti in qusto settore. Occorre, a questo punto, capire se vale la pena investire sulla formazione e sull'addestramento quando le statistiche parlano di turnover del personale a livelli altissimi, e se formare il personale può fare la differenza nella sua motivazione professionale e nel convincerlo a rimanere in azienda. Le nuove generazioni, quelle nella fascia d'età tra i 18 e i 25 anni, se non adeguatamente motivate e stimolate possono lasciare l'azienda per 50 centesimi in più all'ora. Alcuni di loro, abituati a viaggiare con sacco a pelo, non hanno mai fatto una prenotazione alberghiera, non sono mai stati in albergo e hanno esperienze ristorative limitate a McDonald's e pizzerie. Non conoscono quello che ci si aspetta da loro in termini di servizio al cliente, spesso semplicemente perché nessuno glielo ha spiegato: non solo dobbiamo essere chiari e trasparenti in questo, senza dare niente per scontato, ma dobbiamo trattarli come se loro stesso fossero dei clienti interni, dandogli innanzitutto il buon esempio sul livello di servizio che poi ci aspettiamo da loro. Ogni società civile ha una cultura del "valore" delle cose e in base a come queste sono fatte stabilisce un sistema di gratifiche, premi e promozioni. Questo sistema dovrebbe essere applicabile anche al nostro comportamento nei confronti degli altri sia verticalmente che orizzontalmente, che si tratti di un cliente come di un collega o un collaboratore. Dobbiamo metterci in testa che i nostri collaboratori sono i nostri clienti interni e sono portati a comportarsi con l'ospite nella maniera in cui sentono di essere loro stessi trattati da noi.


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