oinos
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produttori
giUseppe Calabresi:
syrah & arte contemporanea ai Tenimenti d’alessandro di CorTona
A fianco della villa signorile si trovano la settecentesca fattoria, circondata dagli edifici usati sia come abitazioni dei lavoranti che come magazzini, una stupefacente serie di grandi granai realizzati nell’Ottocento e una piccola chiesa della seconda metà del Settecento. Nel 1967 è la famiglia d’Alessandro che si sposta da Roma per acquistare cento ettari di terreno nel cuore della fattoria di Manzano. Subito dopo l’acquisto furono piantati da Luigi d’Alessandro ben 62 ettari con vitigni tradizionali toscani, Sangiovese e Trebbiano, cloni quantitativi per vini da taglio con una densità d’impianto di 1.600 ceppi per ettaro, in aderenza alla tradizione locale, allora priva d’attenzione per la qualità. Quando Massimo d’Alessandro inizia la collaborazione con l’azienda paterna si pone da subito il problema di studiare la vocazione qualitativa della zona per verificarne limiti e potenzialità, considerando che, fino ad allora, da sempre nel cortonese veniva prodotto esclusivamente vino da taglio. Con la consulenza del professor Attilio Scienza dell’Università di Milano nel 1988 fu piantato un nuovo vigneto sperimentale di cinque ettari con una densità maggiore, 4.600 ceppi per ettaro, con diverse varietà a bacca nera su vari portainnesti per cercare d’individuare un vitigno adatto ai caratteri peculiari del cortonese. Dopo quattro anni di ricerche, micro-vinificazioni, accurate analisi del suolo e studio delle condizioni atmosferiche - estate secca con abbondanza di luce, alte temperature e forte presenza dell’argilla - grazie a una particolare acclimatazione nell’area siccitosa del cortonese, i risultati ottenuti dal Syrah si dimostrano subito potenzialmente eccellenti, segnati nel profondo dall’identità del luogo, caratterizzati dalle sfumature e dai segni tipici del territorio. Tanto da poter definire il terroir cortonese come una piccola, felice Côtes du Rhône nel sud-
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est della Toscana. Fu già la prima vendemmia pioneristica del 1992, di soltanto 1.200 bottiglie, tutta concentrata sul Syrah, ha decidere la futura strategia: piantare un solo vitigno, il Syrah appunto, con una densità media di ottomila ceppi per ettaro, così, dal 1993 al 2002, a partire dai risultati della sperimentazione originaria, ne vengono piantati gradualmente circa quaranta ettari. Per circa quattro anni l’azienda si è avvalsa anche della consulenza di Danny Schuster, mitico viticoltore neozelandese legato a grandi nomi del vino quali Ornellaia e Opus One, che ha fatto scuola agli operai dell’azienda “ridisegnando” la lavorazione del vigneto al massimo potenziale delle sue possibilità: per cui, fin da allora, condurre i vigneti a un perfetto equilibrio produttivo e a uno sviluppo di maturazione ottimale è diventato il credo della gestione, cioè una vera e propria deontologia
Giuseppe Calabresi
aziendale. Stimolati dai primi entusiasmi e riconoscimenti internazionali, ottenuti in particolare dall’etichetta Il Bosco, alcuni rinomati produttori comprano nel comune di Cortona e tutti piantano
paolo benedetti