Luglio 2011 Silvia ultimo
19-07-2011
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“...Del Primitivo conquistano il suo colore profondo rosso rubino, il profumo intenso, fruttato, floreale e speziato, la sua potenza, ingentilita e resa elegante, i tannini vellutati e la sua morbidezza”
Il Primitivo di Manduria Una promessa dalla Puglia e altre perle della regione di Ursula Prugger Sommelier AIS Master class Foto: Ulimengo - www.ulimengo.it
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ino a pochi anni fa i vini pugliesi nella cultura vitivinicola Italiana avevano un ruolo importantissimo, ma non da protagonisti. Davano muscoli, alcolicità e colore e nello stesso tempo morbidezza ai deboli vini del Nord, soprattutto in annate per loro non del tutto favorevoli, ma di bassa produzione e scarsa qualità. Già dalla metà
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dell’800, dopo essere stata colpita della fillossera, la Francia scoprì la Puglia e la Sicilia come serbatoio per i vini da taglio. I vini pugliesi partivano inoltre anche con destinazione Torino per la produzione del Vermouth. Il destino sembrava scritto per sempre. Ultimamente questi vini, usati per migliorarne altri magari famosi e dal nome molto conosciuto, grazie al lavoro di alcuni coraggiosi produttori si stanno invece facendo strada e c’è chi ha pronosticato per loro un
successo paragonabile al Nero d’Avola, stella nel firmamento vitivinicolo siciliano. Origine e cenni storici del vitigno Ritenuto originario della Puglia dove è largamente diffuso oggi, dopo recenti analisi del DNA e studi dell’Università di Davis in California, ha preso piede l’idea che l’origine del vitigno sia in Dalmazia e che poi sia stato importato successivamente in Puglia alcuni secoli fa. La sua diffusione