Dna etruschi e troia di alberto palmucci

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fu conosciuto per la prima volta a Tarquinia nella seconda metà dell’VIII sec. a.C.123 Per quanto riguarda l’alfabeto l’ipotesi è ragionevole, anche se è possibile l’ipotesi inversa, tanto più se pensiamo che i Greci addirittura mantenevano il ricordo di un alfabeto più antico del loro e definito “pelasgico”. Quanto alla lingua che si legge sulla Stele di Lemno, essa sembra più arcaica di quella che si parlava a quel tempo in Etruria. Così la presenza dei Tirreni d'Italia nel Mediterraneo orientale e l’uso d’una lingua simile alla loro dovrebbero risalire ai tempi indicati dalle varie tradizioni di alternanti migrazioni dall'Etruria verso oriente, e da oriente verso l'Etruria (Tirreni, Troiani, Misi, Lidi e Pelasgi). Il Lemnio, ovvero la lingua tirreno-pelasgica che si parlava a quel tempo nel bacino del Mediterraneo orientale, potrebbe discendere dalle più antiche lingue che i mitici TirreniPelasgi (composti di gente che da nord era discesa fin nell’Italia centrale tirrenica ed aveva attraversato i Balcani e la Grecia: vedi capp. III e IV) dovrebbero aver portato seco nel Mediterraneo orientale dove avrebbero pure assimilato numerosi elementi delle lingue egee ed anatoliche. La loro lingua (o le loro lingue) si sarebbe così frantumata in tante singole ma somiglianti parlate locali. Al tempo delle mitiche migrazioni dall’oriente, quei linguaggi dovrebbero esser giunti in Italia dove si sarebbero riplasmati nella vecchia lingua (seppure parzialmente mutata col tempo) degli abitanti del luogo, Così potrebbe aver avuto origine l’Etrusco dei tempi storici. Ciò spiegherebbe perché l’Etrusco ha una struttura sintattica indoeuropea, ma un fondo di vocabolario spesso privo di apparenti riscontri (vd. p. 200 ss). E, poiché le lingue indoeuropee dell’Anatolia subivano l’influsso delle lingue non indoeuropee del Medio Oriente, alcuni rari elementi non indoeuropei possono trovarsi nella lingua etrusca. L'identicità del nome Tirreni data dai Greci agli Etruschi d’Italia e ad alcune popolazioni del Mediterraneo orientale, dovrebbe comunque essere indicativa dell’unità linguistica e fors’anche di stirpe di entrambe le popolazioni. E’ verosimile che i Greci, già dai loro primi contatti con gli Etruschi d’Italia abbiano notato la somiglianza della lingua e di alcune divinità e costumi etruschi con quelli dei popoli preellenici dell'Egeo, ed abbiano ritenuto, a torto o a ragione, ma probabilmente a ragione, che gli uni e gli altri appartenessero ad un'unica stirpe e fossero stati protagonisti di scambievoli migrazioni. Del resto, oggi si è riscontrato che il DNA degli Etruschi somiglia a quello dei popoli del bacino orientale del Mediterraneo, e in forma separata a quello degli abitanti degli odierni “Tirreni” delle isole Egee di Lemno e di Rodi. 10). LA LINGUA DEI PELASGI (SIMILE ALL’ETRUSCO). Noi abbiamo già visto che Erodoto (484-425 a.C.) sostenne che gli Ateniesi erano un popolo di stirpe pelasgica, “lentamente e faticosamente ellenizzatosi”. Quando, poi, essi, egli aggiunge, “si erano già ellenizzati, altri Pelasgi vennero a vivere con loro, nel paese”124. Erodoto non specificò, o non volle specificare, quale fosse la regione d’origine di quegli “altri Pelasgi” ch’erano andati a convivere con gli Ateniesi; ma già Sofocle (497-406 a.C.) aveva considerato tirreni i Pelasgi dell’Argolide. Tucidide (460-396 a.C.), poi, precisò che i Pelasgi che avevano convissuto con gli Ateniesi erano Tirreni125. Egli scrisse: Le città della penisola Calcidica sono abitate da vari popoli barbari bilingui e da una piccola minoranza calcidese, ma la maggioranza della popolazione è com123

M. Pandolfini, in Dizionario Illustrato della Civiltà Etrusca, a cura di M. Cristofani, s.v. Scrittura, p. 264. Erodoto, op. cit., I,56; II, 51; VI, 137. 125 Tucidide, La Guerra del Peloponneso, I, 97, 2. Nella sua opera, egli usa il termine Tirreni sempre con riferimento agli Etruschi; e non a torto Dionigi di Alicarnasso (Antichità Romane, I, 25,4) sosteneva che sia Sofocle che Tucidide facevano un esplicito riferimento alla provenienza italica dei Pelasgi di Argo, d’Atene e dell’isola di Lemno. 124

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