Dna etruschi e troia di alberto palmucci

Page 140

ne (I sec. a.C. – I d.C.)321 e Dionigi di Alicarnasso ((I sec. a.C. – I d.C.)322. Si raccontava poi che in Tracia abitava un popolo non ellenico imparentato coi Troiani. Si chiamava Cruseo, ed era stato il più animoso fra tutti i popoli che erano intervenuti in favore dei Troiani durante la guerra323. Certo è che ancora nel V secolo la penisola Calcidica era abitata anche da popolazioni pelasgiche d’origine tirrena che parlavano una lingua simile all’etrusco (vd. pp. 43 e 44). E’ singolare, infine, che Enea, secondo Licofrone, dalla regione di Eneia verrà poi direttamente in Etruria (vd. p. 147). Peraltro, Stefano di Bisanzio scrisse che pure in Etruria esisteva una città di nome Eneia (De Urbibus, s.v. Aineia). E pare che, nel Liber Linteus di Zagabria, il centro federale degli Etruschi (ovvero Còrito Tarquinia) possa esser individuato sotto la denominazione di “Città di Enea (Metlum Enas)”. In proposito, vedi il mio libro Il Fanum Voltumnae era a Tarquinia, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma, 2011, p. 197-202. 10). L’ARRIVO DI ENEA IN ETRURIA NEI DOCUMENTI ICONOGRAFICI Abbiamo detto che mentre le pitture dei vasi greci presentano Enea che porta il padre Anchise sulle spalle (f. 60)324, le figurazioni etrusche richiamano quelle delle monete di Eneia (f. 61) nelle quali l'eroe fondatore regge il padre s’una sola spalla. Ma, rispetto alla scena della moneta di Eneia, abbiamo un castone d’anello etrusco che presenta una aggiunta molto significativa: Anchise porta con sé il cesto contenente le statuette dei Penati di Troia (f. 62 A). Non si conosce il luogo del ritrovamento dell’anello, ma fu costruito fra il 500 e il 475325 forse a Tarquinia (vd. p. 144). Diversamente, dunque, dalle raffigurazioni greche, in cui Enea porta il padre sulla schiena, in quelle etrusche Anchise gli è seduto su una sola spalla. La variazione permetteva all’ingegnoso autore dell'anello di presentare Anchise che con la mano sciolta dal collo d’Enea, poteva tener sollevato il cesto contenente gli oggetti sacri . Già Alfoëldi rilevò che stavolta la scena non rappresenta la fuga da Troia, ma l’arrivo in Etruria326. Enea non sta allontanandosi da qualche luogo, ma è in ginocchio come a compiere un gesto di ossequio verso la nuova terra. E’ nudo. Ha lancia e scudo, ma non sta difendendosi, anzi ha le braccia spalancate in atteggiamento di apertura, e presenta lo scudo dal lato interno. Anchise, a sua volta, non sta proteggendo il sacro cesto, come egli farebbe se stesse fuggendo, ma l'esibisce in bilico sul palmo d’una sola mano alzata nell’atto di chi presenta un oggetto sacro. Questi particolari mancano non solo nei vasi di fabbricazione greca, ma anche nelle monete di Eneia che pur si riteneva fondata da Enea. Solo nella scena dell’anello etrusco l’azione di Enea sembra inclusa in un progetto che indirizza al trapianto definitivo della stirpe e delle istituzioni religiose in una nuova terra. Gli Etruschi, con l'aggiunta del sacro cesto, avevano adattato la particolare immagine delle monete di Eneia alla loro leggenda di Enea. Di questa leggenda abbiamo cognizione già 319

Licofrone, Alessandra, 1240 ss. Virgilio, Eneide, III, 15-18. 321 Conone, Narrazioni, 40. 322 Dionigi di Alicarnaso, op. cit. I, 47-49. 323 Dionigi di Alicarnasso., op. cit. , I, 47-48. 324 Enea porta il padre su una sola spalla soltanto nell'idria greca del Vaticano. 325 P. Zazov, Etruskische Skarabaen, 1968, p. 41, nr. 44 e tav. XIV, 44; L.I.M.C. , s.v. Aineias, n. 95. L’anello appartiene alla collezione del duca di Luni. 326 A. Alfoëldi, Early Rome and the Latins, The University of Michingan Press, 1963, p. 286. 320

140


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.