GLI ETRUSCHI E I POPOLI DEL MARE di Alberto Palmucci

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si evince che questo re, pelasgio o tirreno che sia, andò errando per tutto il Mediterraneo orientale fino alla Lidia per poi tornare in Etruria. Nei testi egizi, infine, proprio i Turuscia (E-truschi) e i Pelescet (Pelasgi) sono fra i nomi dei componenti di quei Popoli del Mare che per varie volte tentarono d’invadere l’Egitto, attraverso il delta del Nilo. Qui, nel delta del Nilo, ad al-Qantara, s’è trovata la spada a codolo di cui abbiamo parlato. Ad oggi, nell’entroterra dell’Etruria, il lago di Mezzano è il luogo più meridionale dove s’è rinvenuta una spada a codolo. A circa 30 chilometri dal lago, alle origini del bacino idromontano del Fiora, si trova il sito di Scarceta (Manciano) dove sono stati rinvenuti frammenti di ceramica micenea di XIII sec. a.C.32. Qui terminano le prove archeologiche finora trovate della salita dei Micenei lungo le coste tirreniche d’Italia. Dunque dove, ad oggi, terminano le prove della discesa dei portatori delle spade a codolo, parimenti terminano, ad oggi, le prove della salita dei Micenei sul versante tirrenico delle coste italiane. Come già abbiamo anticipato, è verosimile che questi micenei, con la loro venuta dall’oriente e per aver risalito i fiumi Mignone, Marta e Fiora, abbiano indicato ai portatori delle spade a codolo la via marina per l’Italia meridionale e l’oriente. Le partenze potrebbero essere avvenute dalla spiaggia della odierna Tarquinia, come voleva Virgilio, e/o da Regisvilla ( = città del re: Tarquinia?)33 come la chiamava Srabone che d’altronde la poneva a nord di Gravisca che era il porto della stessa Tarquinia. La spada a codolo, trovata nel mare davanti a Capo Linaro di Santa Marinella, potrebbe essere la prova di un naufragio avvenuto nella prima parte del viaggio. E’ però anche verosimile che i punti di partenza abbiano avuto un largo raggio, e che uno di essi sia stato proprio la zona della odierna Santa Marinella.

fig. 8 – La spada a codolo di Capo Linaro (S. Marinella), prima del restauro. Altezza cm 43, 5; larghezza massima cm. 3,3. Da Flavio Enei, op. cit. p. 28, f. 81.

B) Dalle rovine di Ugarit, in Siria, provengo due spade di tipo italico, una delle quali sembra appartenere al tipo Terontola delle spade a codolo, e reca impresso il cartiglio del faraone Merenptah (1224 –1214)34. La presenza del cartiglio del faraone Merenptah dimostra che questo tipo di spade era stato fabbricato in Egitto da artigiani che erano venuti dall’Italia o comunque dall’Europa al 32

R. Poggiani Keller, Scarceta di Manciano (GR), un centro abitativo e artigianale delle età del Bronzo, sulle rive del Fiora, Pitigliano (GR), 1999; R. Grifoni Cremonesi, Il Neolitico e l’età dei Metalli in Toscana, Dipartimento Scienze Archeologiche, Università di Pisa. 2006, p. 207. 33 Nella traduzione greca che Giovanni Lido fece della versione latina del testo etrusco del Calendario Brontoscopio, il divino Tagete allude alla sua nativa Tarquinia con l’eufemismo di ”Basilis Polis” ( = Città Regina; etr. Mech Rasna?). 34 C. F. A. Schaeffer, loc. u.cit.


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