Tablet Roma Marzo 2017

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ACILIA

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

Occidentali’s scisma...

È forse ancora troppo poco il tempo per poter dare dei giudizi sulla gestione dell’amministrazione Trump, ma alcuni segnali emergono prepotentemente alla ribalta della cronaca. Il primo segnale, non propriamente incoraggiante, è il via vai di Ministri (chiamati Segretari negli Stati Uniti) che vengono nominati e a qualche ora dal loro giuramento debbono lasciare. È capitato in un solo mese al Segretario al Lavoro, Andrew Puzder e al Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Generale Michael Flynn. Per alcuni versi questa “effervescenza” ricorda la dipartita di assessori della Giunta Raggi, che perde pezzi in continuazione ora per un avviso di garanzia, ora per un disaccordo politico, ora per una bocciatura delle frange più integraliste del Movimento. Ma c’è una sostanziale differenza: la Raggi, sia pur con le prime nomine effettuate senza l’avallo della sua maggioranza e fidandosi delle persone sbagliate, ha commesso errori di valutazione che ha tuttavia riconosciuto, scongiurando il perpetrarsi di tali atteggiamenti, nocivi innanzitutto per la città. Il Presidente Trump, invece, continua imperterrito per la sua strada, con l’aggravante della tracotanza, a dare colpe a terzi, ai giornali, ai mass media in generale, di ciò che di negativo accade nel Paese, avocando su sé stesso la verità assoluta e la corretta interpretazione delle azioni politiche già messe in campo dalla sua amministrazione. Il neo Presidente USA accompagna a dichiarazioni socialmente esplosive, decreti che fanno discutere anche a livello costituzionale, tanto che alcuni giudici sono intervenuti sul primo decreto, emanato appena 24 ore dopo l’insediamento alla Casa Bianca, che vieta l’ingresso sul suolo americano di uomini e donne di fede musulmana, provenienti da sette Nazioni indicate in un’apposita lista di proscrizione. Tale metodologia (e sostanza) non è apparsa legittima a diversi giudici, che hanno fatto aggirare il provvedimento - almeno temporaneamente - con degli espedienti che hanno spiazzato l’entourage del Presidente Trump, il quale continua a parlare al popolo americano in ogni circostanza possibile, con i toni di chi è ancora in campagna elettorale. E nei suoi discorsi il nuovo nemico è in casa e si chiama “giornalismo”, quello che a lui non piace perché si permette di dire cose discordanti con la sua opinione. Se è vero che esiste anche un giornalismo scadente (e sicuramente ce ne sarà, come in tutte le professioni) non per questo occorre generalizzare e gettare discredito su un’intera categoria, mettendo alla gogna chi, ai propri occhi di potente del mondo, “osi” aver fatto un lavoro sconfinato nella “lesa maestà”! Negli ultimi decenni la velocità degli accadimenti, in tutto il mondo, ha avuto un’accelerazione incontenibile. Una volta si poteva arrivare ai vertici di uno Stato, solo dopo aver fatto la gavetta di portaborse, aver studiato, essersi fatti apprezzare prima ancora che dall’elettorato, dal proprio mentore. Da qualche decennio a questa parte accade sovente l’esatto contrario. Chi fa parte dell’apparato, dell’establishment è considerato colluso con un passato che spesso si è macchiato di azioni politiche poco comprensibili o perfino poco nobili, e dunque si cerca rimedio tra chi non è mai appartenuto a quel mondo. La ricerca di un equilibrio nei rapporti tra poteri forti e quel ceto medio che assieme alle classi meno abbienti non comprende il perché degli sprechi di denaro o degli stanziamenti miliardari verso i soliti noti: banche e grandi imprese, che per decenni hanno fruito degli stessi privilegi. Questa esigenza divenuta ormai forte, nel vissuto di quella parte del popolo che anno dopo anno perde potere d’acquisto, dignità, lavoro, accesso alle cure sanitarie all’istruzione e al welfare, sfocia nella ricerca di personaggi al di fuori della politica tradizionalmente intesa, con soggetti talvolta fuori dagli schemi, che spesso con attacchi al sistema riescono a conquistare il consenso delle masse. E su questo fronte America ed Europa hanno molto in comune da qualche tempo in qua. E mentre in USA avanza la popolarità interna di Trump, in Gran Bretagna qualche mese fa emergeva Farage, che predicando una politica indipendente rispetto alla UE riusciva a sfondare con il progetto Brexit. Quello che la gran parte degli italiani cercano da oltre 20 anni è un cambiamento di rotta che però non è mai arrivato. Nel 1994 con l’appoggio massivo all’imprenditore Berlusconi, che conquista la maggioranza dei consensi, gran parte dei quali provenienti dal ceto medio, che sperava di poter voltare pagina rispetto ad un pregresso fatto anche di corruzione, tangenti, arresti e mani pulite. Lo stesso avviene due decenni più tardi col successo del giovane Renzi alle europee di giugno 2014, o come avverrà probabilmente alle prossime elezioni, che vedranno la maggioranza degli italiani appoggiare quanto di nuovo offra il panorama politico, per scrollarsi di dosso un passato buio e un’economia senza risultati apprezzabili (si pensi ai provvedimenti vessatori ereditati dalla Ministra Fornero, col governo Monti). Oggi agli occhi di chi osserva, anche grazie ad una corda tirata all’inverosimile dai politicanti, il M5S ha i requisiti adatti per raccogliere il testimone, avvantaggiato anche da una divisione profonda nel centro-destra e da una litigiosità esasperata all’interno del PD, il più grande partito d’ispirazione socialdemocratica dell’Europa occidentale, giunto, in continuità col passato, al suo terzo “scisma” in meno di un secolo. Quello stesso partito che fu di Gramsci e Berlinguer che non ha ancora deciso se rimanere in quel solco che in Italia lo ha storicamente relegato a minoranza politica, senza un’alleanza con il centro come ai tempi dell’Ulivo, o se creare dall’interno quel posizionamento parlamentare, svincolato dalle storiche sconfitte dei suoi leaders che non sono mai andati oltre la soglia di un terzo dei voti espressi dagli italiani in cabina elettorale. Ma mentre la storia d’America è già sotto gli occhi di tutti, per conoscere il nostro futuro occorre ancora attendere poco più di qualche mese.

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TABLET ROMA

ANNO 5 NO 48 MARZO 2017 SOMMARIO

TabletRoma è distribuito da Tablet Distribuzione in tutte le principali attività commerciali, sportive e di servizio e parziale porta a porta nei quartieri di Casalpalocco, Axa, Infernetto, Acilia, Dragona, Ostia, e presso i nostri partners. É inoltre distribuito nei quartieri del Torrino, Eur e Spinaceto TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT

6 PRIMO PIANO Il Parco della Madonnetta

editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma - P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it community manager Cristina Ippoliti - tabletromasocial@yahoo.com progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis impaginazione e grafica Marco Flore stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni - pubblicita@tabletroma.it - ritachiodoni@libero.it direzione e redazione redazione@tabletroma.it tablet eventi Massimo Gallus - eventi@tabletroma.it mob. 334.39.22.475

12 TABLET ARTE Les Etoiles, il gala internazionale della danza arriva a Roma 20 UN POSTO TRANQUILLO Il bambino dislessico

Hanno collaborato a questo numero Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Rita De Francesco, Barbara Donzella, Valentina Ecca, Massimo Gallus, Simona Gitto, Cristina Ippoliti, Alessandra Lino, Federica Lorenzetti, Valentina Mele, Giulia Migani, Giuseppina Montaruli, Daniele Romani, Davide Sagliocco, Lorenzo Sigillò, Emanuela Sirchia

30 TABLET INCONTRA Il Roma whisky festival

33 TABLET BIKE La primavera dietro l’angolo

Buona

40 MESTIERI I wwworkers, l’occupazione in un click

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Pasqua!

La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi.Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 3 Marzo 2017

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di Cristina Anichini

IL PARCO DA SALVARE

Intervista al Presidente del Comitato “Salviamo il Parco della Madonnetta”, Valentina Scarfagna “Bene comune” vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future all’istinto primordiale di divorare tutto e subito. Salvatore Settis

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della Madonnetta che chiede più volte al Comune un aiuto per la rinegoziazione delle condizioni di mutuo senza però ricevere risposte, con conseguenze oggi visibili a tutti. Solo la perseveranza di Andrea Ciabocco e del Comitato riesce a mantenere l’area verde in condizioni agibili, nonostante gli atti vandalici che hanno distrutto il centro sportivo e stanno distruggendo altri punti. Ma non si può più aspettare, il tempo stringe. Perchè oggi ne scriviamo su TabletRoma. Perchè dopo molto tempo finalmente si è messo un punto da Si ricomincia da qui. Dalla speranza che si riaccende per il cui ripartire. Una speranza per il Parco della Madonnetta che Parco della Madonnetta. possa provvedere ad un recupero di questa meravigliosa parte Il giorno 14 febbraio 2017 si è riunito a Roma in Campidoglio di territorio che i cittadini hanno sempre vissuto con entusiun Consiglio Straordinario per discutere sui Punti Verdi Qual- asmo e rispetto. ità, dopo circa 21 anni, da quando il progetto PVQ decollò su Per tornare indietro nel tempo e raccontare le vicissitudini del iniziativa dell’allora Sindaco Francesco Rutelli, che l’argomento Parco ne parliamo con Valentina Scarfagna, Presidente del Conon veniva più trattato in sede comunale. mitato Salviamo il Parco della Madonnetta. L’evento scatenante che ha costretto il Consiglio a deliberare in merito sono state le molteplici richieste da parte del con- Valentina buongiorno, tu eri presente il 14 febbraio in Concessionario Andrea Ciabocco e del comitato Salviamo il Parco siglio Comunale come Presidente del Comitato e come citdella Madonnetta, negli anni inascoltate, divenute negli ultimi tadina. Puoi dirci cosa è stato deciso in via definitiva? E come mesi pressanti (anche con denunce) a causa di numerosi e per- pensate di porvi voi del Comitato Salviamo il Parco della Mapetuati atti vandalici che hanno distrutto il centro sportivo e donnetta? altre aree limitrofe. Il Consiglio Straordinario del 14 febbraio ha portato ad un Prima di addentrarci nella questione specifica riguardante grande risultato, ovvero dopo una lunga discussione in aula questo parco, per tutti coloro che non sanno o che non ricor- e la presentazione di tre diversi ordini del giorno, dalla magdano, raccontiamo cosa sono i Punti Verdi Qualità. gioranza e dall’opposizione, 39 dei consiglieri presenti hanno Sono delle aree verdi urbane che il Comune, con la Giunta Ru- trovato l’accordo e votato un documento condiviso con cui l’ telli, nel 1990 decide di riqualificare. Zone che vertono in uno Assemblea Capitolina impegna la Sindaca e la Giunta a: stato di abbandono e di incuria e che vengono affidati in con- • ribadire l’interesse pubblico sul progetto PVQ cessione a imprenditori con esperienza nei settori dello sport completare il censimento, valutazione e collaudo delle strute della cultura. ture realizzate con relativa acquisizione al patrimonio e acOltre al recupero del verde pubblico, i concessionari hanno la catastamento possibilità di realizzare su porzioni di queste aree delle attività • regolarizzare urbanisticamente le aree interessate aeconomiche a destinazione ludica e culturale, come impianti • rinegoziare i rapporti con gli istituti di credito sportivi, teatri, botteghe di articgiani e ristoranti cosidetti a • ridefinire i rapporti giuridici fra gli operatori e l’amministrazione, “chilometro zero”. L’accordo prevede che il Comune si fa garante al fine di preservare le strutture realizzate e garantire la temdelle somme finanziate da alcuni Istituti di Credito. poranea fruibilità delle stesse Succede ad un certo punto che per motivi diversi tra loro, molti • dare mandato agli uffici di prevedere nel rispetto delle norConcessionari non pagano più le rate di mutuo, in alcuni casi mative vigenti un percorso procedimentale adeguato il tal particolarmente esose. Tra questi il Concessionario del Parco senso


Si sono dunque, riaccese le speranze per le sorti del Parco? Si recupererà secondo te sui danni che il Parco ha subito in questi ultimi mesi? Le speranze si sono decisamente riaccese perché l’impegno che tale documento prevede è un risultato condiviso da tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione e questo fatto lascia intendere che la volontà sia quella di lavorare in maniera seria su una soluzione che non trovi poi ostacoli al momento del voto finale in aula per delibere ufficiali da votare. L’obiettivo deve essere quello di mettere il Concessionario nelle condizioni di poter recuperare la situazione e far rivivere il Parco secondo il suo spirito originario, volto prima di tutto a soddisfare l’interesse pubblico secondo un progetto di vitalità, natura e bellezza. Racconti ai nostri lettori cosa esattamente è successo in passato e perchè si è arrivato a questo punto? Cercare di riassumere in una sola risposta un trascorso di anni che ha portato a questa situazione è molto difficile. La causa determinante è sicuramente una e di natura esclusivamente economica finanziaria. Si può dire che l’inizio della fine sono stati i mondiali di nuoto del 2008, in occasione dei quali sono state realizzate delle strutture sportive ad alta ricezione in tutto il X Municipio da Acilia ad Ostia passando per Infernetto ed Axa. Tali strutture sono state realizzate con il decisivo intervento del Comune che ha di fatto attuato una concorrenza a se stesso essendo il Concessionario del PVQ Madonnetta Concessionario di Lavori Pubblici Di Roma Capitale. E’ evidente che la realizzazione di tali strutture ha inciso fortemente, in termini di riduzione, sull’utenza del PVQ Madonnetta, facendo venir meno tutti i presupposti che avevano portato all’elaborazione del piano economico finanziario ratificato in origine. Tale circostanza è stata fissata con la sentenza n. 3817/2014 del TAR del Lazio II^ sezione che ha riconosciuto in capo alla società esponente il diritto soggettivo ad ottenere la revisione e il riequilibrio del piano economico finanziario a seguito di variazioni apportate ai presupposti del contratto, sentenza mai presa in considerazione dagli Uffici preposti. Altra richiesta, rimasta inspiegabilmente inascoltata è stata poi, il passaggio alla successiva convenzione, estremamente

Inviamo ai nostri lettori un messaggio sociale Il messaggio sociale è uno soltanto, non possiamo farci scippare dall’inerzia, dall’inefficienza e dalla noncuranza di certe decisioni politico amministrative dei beni preziosi che una volta persi non si recupereranno più o come nel caso della Mdonnetta che, per le sue dimensioni e ed il suo fascino, richiederebbe un esborso di denaro pubblico talmente elevato da far indignare anche il più distratto dei cittadini. Le mobilitazioni serie, concrete e perseveranti possono essere molto convincenti per gli indirizzi politici che, una città come Roma, attende da ormai troppo tempo. Che questa sia la volta buona io voglio crederci.

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impianti sportivi in stato di abbandono.

più favorevole, prevista per i PVQ di seconda generazione. Il vergognoso aspetto che ha assunto questa vicenda nel corso degli anni, a mio avviso, è stato proprio quello di considerare sempre il problema da un punto di vista urbanistico e mai finanziario, sviando l’attenzione dalla vera causa che ha portato al mancato pagamento di alcune rate di mutuo. Il Parco della Madonnetta è stato definito un Compendio immobiliare, una questione urbanistica, un insieme di cose senza anima e per la sua insensibilità la Pubblica Amministrazione non ha mai voluto interpretare l’interesse pubblico difendendo un suo stesso bene. E’ per questo errore di valutazione che centinaia di cittadini nel 2015 si sono mobilitati, riuniti in un comitato e raccolto migliaia e migliaia di firme per proporre una delibera di iniziativa popolare, un modo per costringere la politica ad occuparsi del quarto parco di Roma per estensione, lasciato ormai, alla distruzione e alla devastazione, vandalica o dolosa non sappiamo ancora.

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Le uscite del mese di Cristina Ippoliti

AL CINEMA. Rosso Istanbul di Ferzan Ozpetek. Dopo otto meravigliosi capolavori realizzati tutti in Italia, con questo film Ferzan Ozpetek torna agli esordi della sua carriera, gli anni scanditi da “Il bagno turco” e “Harem Suare”. Racconta, infatti, le vicende di un regista di origini turche decide di tornare a casa dopo tanto tempo ma il viaggio gli riserverà non poche sorprese. Lo scrittore-editore Orhan Sahin, che vive all’estero da anni, viene a Istanbul su invito del famoso regista Deniz Soysal per lavorare al suo libro. Deniz vive con la sua famiglia, ormai al crepuscolo della ricchezza, in uno Yali sul Bosforo. Fin dal primo giorno, Orhan si trova avvolto in una fitta tela di relazioni complicate, amici misteriosi e familiari di Deniz. Mentre riscopre Istanbul con occhi nuovi, cominceranno anche a riaccendersi i sentimenti da tempo dimenticati. Il cast è composto di attori turchi tra i quali il pubblico italiano riconoscerà Serra Yilmaz, una delle ‘muse’ del regista. È una co-produzione italo-turca prodotta da R&C Produzioni e BKM con Rai Cinema. Produttori Tilde Corsi e Gianni Romoli. IN LIBRERIA. Voi non la conoscete di Cristina Comencini. La regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana Cristina Comencini torna nero su bianco per raccontarci la storia di una donna. Nadia è in carcere e sta scontando la pena per una rapina, un delitto che ha commesso forse per disperazione, per solitudine, o forse per riappropriarsi di una parte di sé. Più forte del carcere in senso stretto è l’oscura gabbia interiore in cui ha vissuto come madre, come moglie, come figlia. L’ansia di tanti ruoli l’ha sdoppiata e ora cerca nuove faticose connessioni attraverso il rapporto con lo psicologo a cui è stata affidata. Un rapporto duro, ostile, che ha bisogno di tempo e di pazienza per trovare una strada. E non meno oscura e dolorosa è la memoria che la riannoda alla famiglia, anzi alle famiglie. Ma è proprio attraverso il racconto di sé, che significativamente Nadia dapprima conduce in terza persona, come se si vedesse da lontano, che si apre un varco. Il varco che diventa possibile solo se c’è qualcuno che ascolta veramente.

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MUSICA. Ed Sheeran si “Divide”/ ÷.

Il nuovo disco del cantautore inglese Ed Sheeran seguirà la tradizione della sua discografia, iniziata con «+» («Plus») nel 2011. Si intitolerà infatti «÷» (che si legge «Divide»). Possibile anche pre-aquistarlo in versione digitale. La tracklist ufficiale dell’album, che conterrà 12 canzoni (l’edizione deluxe arriverà a 16). Due di questi brani sono già stati resi pubblici da Sheeran pochi giorni fa, uno è «Shape of you» (scelto anche come singolo per le radio italiane) e l’altro è «Castle on the hill». “I’m in love with the shape of you / We push and pull like a magnet do / Although my heart is falling too/ I’m in love with your body”.



+E venti Roma

di Valentina Ecca

Dopo l’abbuffata di Sanremo arriva un marzo ricco di concerti per la Capitale.

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Si parte con una che il palco di Sanremo l’ha calcato magistralmente anche quest’anno come ospite: Carmen Consoli. La cantantessa catanese sarà all’Auditorium Parco della Musica il 2,3 e 4 marzo con “Eco di sirene tour”. Uno spettacolo teatrale dove lei, Emilia Belfiore al violino e Claudia della Gatta al violoncello intesseranno una conversazione musicale con i propri strumenti su vari argomenti. Creando delle suggestioni simili, appunto, all’eco delle sirene. Sempre all’ Auditorium Parco della Musica arrivano l’eleganza e l’originalità dei Baustelle. La band toscana sarà a Roma per presentare il suo settimo album “L’amore e la violenza” il 13 marzo. Doppia data per J-Ax e Fedez al Palalottomatica. I due rapper saranno a Roma il 18 e 19 marzo. Già sold out la prima data. La collaborazione fra i due prosegue, ormai, da anni e nel gennaio 2017 si è coronata con un album scritto a quattro mani. I brani annunciati per il tour comprenderanno i nuovi e i vecchi successi dei due artisti. Non mancheranno sicuramente le frecciatine rivolte a Marracash e Guè Pequeño che da mesi stanno infuocando i social network di tutta Italia. Mossa commerciale per promuovere i dischi di entrambe le coppie? Molto probabile. Di altra pasta sono, invece, fatti gli Afterhours la cui unica incursione mainstream è stata quella del passato autunno con Manuel Agnelli giudice a X Factor. Ripresi, però, i panni del musicista Agnelli e la sua band tornano live. A Roma li vedremo il 22 marzo all’Atlantico con il tour del nuovo album “Folfiri e Folfox”. Il più atteso dalla Capitale questo mese è, però, uno dei figli di questa città: Alessandro Mannarino. Dopo vicende giudiziarie e un album non proprio riuscitissimo risalente al 2014, il cantautore di San Basilio torna con un disco spettacolare; “Apriti Cielo”. Già acclamato dalla critica come il lavoro più maturo e riuscito di Mannarino l’amore che il pubblico nutre per questo artista non si è fatto attendere. L’artista romano sarà al Palalottomatica il 25 e 26 marzo.

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Un marzo importante per i concerti nella Capitale ma quello che lo rende ancora più speciale è che sono gli artisti italiani a riempire i teatri e i palazzetti dello sport.


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Liudmila Konovaleva

di Barbara Donzella

“Les Étoiles” il gala internazionale di danza arriva a Roma “Les Étoiles”, l’Auditorium della Conciliazione di Roma ospita il gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani. Le stelle esistono perché, come diceva Nureyev: “Ognuno vorrebbe esser il più grande, ma Dio non può accordare quest’onore a tutti.” Se è vero, quindi, che solo alcuni sono destinati a brillare, gli altri però hanno il piacere di poter assistere a questo spettacolo. Uno degli appuntamenti in cui si potranno vedere le più grandi étoiles sarà sicuramente quando le luci si accenderanno sul palco dell’Auditorium della Conciliazione – il 18 e 19 Ivan Vassiliev - foto di Charles Thompson marzo - per il gala internazionale di danza. Les Étoiles, l’evento presentato nell’ambito della Rassegna Tersicore, riunirà per due sere un cast stellare, con importanti danzatori provenienti dalle più grandi compagnie, da Mosca a New York. Dal ballerino italiano, Davide Dato alla russa Liudmila Konovalova (entrambi attualmente con il Balletto dell’Opera di Vienna). E ancora Tiler Peck, Amar Ramasar e lo spagnolo Gonzalo Garcia (dal New York City Ballet). Un grande ritorno, sarà poi quello della spagnola Lucia Lacarra e l’albanese Marlon Dino, del Teatro dell’Opera di Monaco di Baviera.

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Dal Bolshoi di Mosca, arrivano invece i russi Ivan Vasiliev e Maria Vinogradova, con l’atteso e intenso passo a due tratto da Spartacus, con cui la coppia renderà omaggio alla leggenda vivente Yury Grigorovich, che da poco ha compiuto 90 anni. Grande coreografo, ideatore di questo e di tanti altri importanti balletti sperimentali sovietici fin dal 1950, Grigorovich è conosciuto per essere stato, per più di trenta anni, a capo del Bolshoi Ballet Theater. Il programma sarà costellato di brillanti virtuosismi: come i celebri passi a due come il Grand Pas Classique di Victor Gsovsky (musica Auber), interpretato da Dato e Konovalova, Diana e Atteone di Agrippina Vaganova, interpretato da Vasiliev e Vinogradova e il Tschaikovsky Pas de Deux di George Balanchine, demiurgo del balletto americano del ‘900, interpretato da Peck e

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Garcia. Ampio spazio verrà poi dedicato anche a lavori recenti. Per la prima volta in Italia potremo infatti assistere al passo a due tratto da La Dama delle Camelie del coreografo americano Val Caniparoli, su musica di Chopin, interpretato da Lacarra e Dino. Altre novità includeranno: il passo a due di Christopher Wheeldon This Bitter Earth (remix di Max Richter dell’omonima canzone di Clyde Otis), impreziosito dai costumi di Valentino (Peck e Ramasar); Labyrinth of Solitude Lucia Lacarra e Marlon Dino in Spiral-Twist di Patrick de Bana (musica Tomaso Antonio Vitali), un intenso assolo interpretato da Davide Dato; o ancora Spiral Pass di Russell Maliphant interpreti Lacarra e Dino. La Danza, come le stelle che la animano, ha diverse anime, nazionalità e stili. Il segreto che rende quest’arte universale, è il fatto che il movimento sia una dote connaturata nell’uomo, come il primo battito o la contrazione e rilassamento dei muscoli. Come dice Daniele Cipriani, ideatore e direttore artistico dei gala Les Étoiles: “Si dice che l’Uomo già danzi nel grembo della madre: è il linguaggio del corpo e dell’anima insieme. Questo gala racconta l’eterno anelito verso le stelle e l’armonia tra i popoli del nostro pianeta.” E proprio in un momento in cui la xenofobia e i fanatismi sembrano trovare terreno fertile, il messaggio de Les Étoiles appare una ventata controcorrente: “Dobbiamo inseguire ciò che unisce, non ciò che divide.” Condividendo lo spirito del gala, vi consigliamo di non mancare questo irripetibile evento. AUDITORIUM CONCILIAZIONE ROMA, 18 e 19 marzo 2017 Daniele Cipriani Entertainment Info e prenotazioni: programmazione@danielecipriani.it Tel. 0693800262 Biglietti: www.ticketone.it – tel. 892.101


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Prossimi eventi alla libreria Samarcanda (ingresso libero e grauito): Domenica 5 marzo ore 17.30 La libreria ospiterà Paolo Pilati da tutti conosciuto con il soprannome Tarzanetto, caro amico di Pier Paolo Pasolini e tra i protagonisti del romanzo “Ragazzi di vita”. Tarzanetto, tra aneddoti e ricordi, ci trasporterà in una Roma di altri tempi con un misto di ilarità e tristezza, sorrisi e occasioni di riflessione sul nostro recente passato. Il tutto accompagnato da musica dal vivo e letture ad alta voce.

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L’importanza dei libri per i bambini di oggi. Non ci sono dubbi! Viviamo in un mondo ipertecnologico dove i nostri bambini sono esposti ai ritmi incalzanti di noi adulti. Saturi di giocattoli e oggetti vari, abbiamo fatto in modo di non lasciare il minimo spazio a fantasia e immaginazione; le giornate sono piene all’inverosimile e se un po’ di tempo rimane, ecco i nostri fanciulli con lo sguardo appiattito su giochi e mondi virtuali senza il minimo contatto con la realtà e soprattutto con se stessi e le proprie emozioni. Perché i libri sono ancora così importanti al mondo d’oggi? Perchè forse sono gli unici “farmaci” rico-stituenti di cui la scienza ammetta l’efficacia a fronte di gravi epidemie di superficialità, egoismi, qualunquismi, disimpegno, carenza di senso della storia, e per finire di infelicità velata e lamentosa! “Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane” scriveva Emily Dickinson. Forse i libri, quelli belli, hanno ancora un ruolo fondamentale nel riaccendere l’immaginario dei piccoli (e anche dei grandi!), incoraggiare l’infrazione dello stereotipo, costringere a confrontarsi con il diverso, con le dif-ferenze, con la forza e la fragilità. Con la speranza e con il sogno. Così a bordo di queste zattere, ancora trovano posto Pippi Calzelunghe, Gian Burrasca, Pinocchio, Pollicino e Biancaneve, fanciulle che filano e principi con le ali ai piedi, ranocchi e pelli d’asino. I libri e le storie per l’infanzia con i loro protagonisti segnano ancora la rotta verso il sogno di una vita libera, tutta da costruire e immaginare.

SAMARCANDA, LIBRERIA DI QUARTIERE

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Venerdì 24 marzo ore 18.30 Presentazione del libro “Il cortile di pietra” di Francesco Formaggi ed. Neri Pozza. L’autore ci accompagnerà nel racconto di questa storia ambientata nell’Italia rurale del secondo dopoguerra. Per i bambini: Letture animate per bambini d i 3 anni in su. Per i più piccoli: Mercoledì 15 marzo dalle ore 10.15 alle 12.00, in collaborazione con le educatrici madrelingua della scuola internazionale Forest of Dreams, vi aspettiamo per trascorrere una mattinata insieme leggendo e vivendo una storia in inglese, dove si canterà, si giocherà, si correrà e si salterà (o gattonerà) insieme. • Dalle ore 10.15 alle 11.00 (primo gruppo fascia di età compresa 0-12 mesi) • Dalle ore 11.00 alle 12.00 (secondo gruppo per bambini di età compresa fra i 12 – 24 mesi) Posti limitati, prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito.

POTRAI TROVARCI PRESSO

Centro Commerciale Colombia Via G. Bassani, 11 00124 Infernetto (Roma) Tel. 0650931318 libreria-samarcanda.com


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Dott. Roberto Federici Specialista in Chirurgia generale Proctologia

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LE MACCHIE SOLARI… LENTIGO… SI POSSONO ELIMINARE

Le lentigo solari sono macchie cutanee dovute alla disomogenea produzione di melanina. Appaiono come chiazze scure isolate, di forma tondeggiante o irregolare; si localizzano generalmente nelle aree maggiormente esposte al sole, come il viso, il decolté e le mani. Le lentigo senili, invece, non si manifestano solo in seguito ad un'esposizione prolungata ai raggi del sole, ma rappresentano una caratteristica dell’invecchiamento della pelle stessa dovuta alla perdita di alcune caratteristiche della cute. Quindi l’esposizione negli anni ai raggi UV, l’assottigliarsi della cute, la scarsa produzione di antiossidanti, il rallentamento del turnover fisiologico dermico generano queste macchie inestetiche. Dott. Daniele D’Andria DOCENTE UNIVERSITARIO Università degli Studi “G. D’Annunzio” - CHIETI MEDICO

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Si possono prevenire? Proteggendo la pelle dai raggi UV è un ottimo metodo per rallentare questo processo, ma il crono-aging dovuto all’invecchiamento va prevenuto o curato mediante cicli annuali o semestrali di biorivitaliazzazioni e biostimolazioni. Vanno sempre diagnosticate e trattate da un medico.

Si possono eliminare? !

Si possono trattare, dopo accurata diagnosi e studio della pelle; il gold standard per il trattamento delle lentigo solari e senili è il TRATTAMENTO LASER. Si eliminano in una seduta; nei giorni successivi sarà presente una macchia più scura, che in realtà è una crostina sottilissima che cadrà spontaneamente dopo pochi giorni. Il trattamento non necessita di anestesia essendo totalmente indolore.

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Dott. Antonino Marchese

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Un posto tranquillo Dott.ssa Giulia Migani Psicologa / Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello EMAIL: giuliamigani@yahoo.it Cellulare: 338 3839479

“OH NO! SONO DISLESSICO!”

Il vissuto emotivo del bambino/ragazzo con DSA

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Nello scorso articolo è stato introdotto il tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Questo mese si parlerà della situazione psicologica dei bambini e ragazzi con DSA, situazione che è particolarmente delicata e richiede grande attenzione da parte di famiglia e scuola. L’atteggiamento dei docenti, dei compagni di classe e della famiglia hanno un grande peso nel determinare evoluzioni positive o negative del loro vissuto psicologico. Il bambino con un DSA nella scuola primaria si trova precocemente ad affrontare situazioni di forte disagio: mentre i compagni imparano con facilità a leggere e a scrivere, lui continua ad avere difficoltà insormontabili. Molto spesso gli adulti non trovano ragioni per gli errori che ripete continuamente o la sua lentezza, visto che di solito appare come un bambino che nel gioco e in altre attività mostra intelligenza e partecipazione. L’insuccesso nell’apprendimento porta a vissuti di sfiducia, al calo dell’autostima, alla convinzione di essere poco intelligenti oppure di essere incapaci, o pigri e svogliati. Sono interpretazioni errate che inevitabilmente peggiorano la situazione. L’errore nasce dalla mancanza di chiarezza e consapevolezza: spesso questi bambini non hanno una diagnosi e da qui l’equivoco sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza di impegno e di attenzione da parte loro. Il fatto poi che, per il resto, non presentino “problemi”, rende la situazione paradossalmente ancora più complicata, poiché la sofferenza psicologica e il disagio non sono compresi nella loro causa reale e prevale l’idea, anche inconscia, del sentirsi in colpa. Questo è il vissuto che gli stessi bambini si costruiscono: pensano che vanno male a scuola perché è colpa loro, si giudicano inferiori agli altri come intelligenza e capacità. Questi vissuti finiscono con lo strutturare una personalità condizionata da bassa autostima che avrà ricadute persistenti sul futuro personale e professionale. Come manifesta, dunque, il bambino il suo disagio psicologico? In diversi modi… da un lato può presentare reazioni di tipo depressivo o inibitorio, con un comportamento ritirato, chiuso in se stesso: evita il confronto, cerca di nascondersi (magari all’ultimo banco), parla poco; dall’altro lato può presentare sentimenti di rabbia che lo conducono a comportamenti disturbanti, oppositivi, aggressivi. Viene a crearsi

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un circolo vizioso in cui le manifestazioni psicologiche aggravano la posizione del bambino nella classe, rendendolo emarginato, isolato. Spesso, infatti, i ragazzi con DSA sono vittime di fenomeni di bullismo e a volte possono essi stessi assumere comportamenti da bullo come reazione alle frustrazioni che vivono. Se si arriva alla scuola secondaria senza ancora una diagnosi, la situazione psicologica si aggrava: infatti, l’aumento delle richieste nel lavoro scolastico pone sempre più il ragazzo in una situazione di difficoltà e di differenza rispetto alla classe, incrementando il vissuto di incapacità e inadeguatezza. Le stesse dinamiche tendono a cronicizzarsi alla scuola superiore e se il ragazzo non ha trovato risposte e sostegno, possono condurlo ad un punto di rottura che poi lo porterà all’abbandono scolastico. Nell’adolescenza tutto è più complicato: c’è la negazione, il rifiuto del problema e a volte, anche in presenza di una diagnosi, il ragazzo si oppone ad ogni aiuto proprio per non apparire diverso dagli altri. Ovviamente, alcune reazioni dipendono anche dalla diversa personalità: c’è chi soffre e tiene tutto dentro, con abbassamento dell’autostima, chiusura e stati depressivi e chi, all’opposto, tende a “buttare fuori” tutto il proprio disagio attribuendolo a cause esterne, incolpando la scuola, gli insegnanti, la famiglia per le sue difficoltà. E allora… comportamenti aggressivi, condotte violente o devianti. Qualunque sia il modo in cui manifesta il disagio, ciò che è certo è che il ragazzo vive quotidianamente un fallimento, che lo porta a confermarsi la sua inefficacia e a cristallizzare un atteggiamento definito di impotenza appresa (learned helplessness) che può condizionare negativamente tutta il suo percorso, perché quello che sente è che qualsiasi cosa possa tentare di fare... tanto è tutto inutile. I ragazzi con DSA hanno infatti uno stile attributivo che li porta ad attribuire sempre a fattori esterni i loro pochi successi, mentre attribuiscono alla propria incapacità i numerosi fallimenti, il loro ragionare è condizionato dalla bassa autostima. Che fare? Famiglia e insegnanti devono essere consapevoli che, per il benessere psicologico e per il futuro del ragazzo, è importantissimo avere una diagnosi il più precoce possibile. Anche


se non basta… sapere di avere qualcosa di “diverso” dagli altri non sempre li aiuta ad accettare la situazione. Quindi il ragazzo va accompagnato a conoscere e comprendere il suo DSA. La depressione, l’ansia, la rabbia, gli atteggiamenti oppositivi o di rifiuto e di disturbo, possono essere superati solo agendo sul benessere psicologico, che dipende dal sentimento di sicurezza e autostima del ragazzo. Che va, appunto, “costruito”. In che modo? Intervenire creando situazioni in cui il ragazzo con DSA sperimenti l’autoefficacia, la propria capacità

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Studio: Via Raffaele De Cosa, 61, palaz. A3 - Ostia - Tel. 06.563.398.60 Studio: Galleria n°24 Le Terrazze Casal Palocco Tel. 06.50.91.52.79 - 06.50.91.21.02 Studio: Via Gino Bonichi, 111 - Acilia - Tel. 06.52.35.07.70 Studio: Via Torgegno, 65F - AssoMedical - Infernetto - Tel. 06.92093203

di apprendere e risolvere problemi. Mediare il senso di competenza, scoprendo e valorizzando le loro abilità, poiché i ragazzi con DSA hanno una normale intelligenza che permette loro di sviluppare abilità creative e talora geniali nei campi più svariati (ricordate le Intelligenze Multiple?): dall’arte alla grafica, dall’architettura all’ingegneria, alla musica, alle attività pratiche e naturalistiche, nonché competenze sociali intra e interpersonali. Che possono condurli, nella vita, dove essi vorranno arrivare.

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T ablet consiglia

di Cristina Ippoliti

Yoga in gravidanza.

Benessere per corpo e mente La gravidanza è un ottimo momento per sperimentare nuove vie, cercare nuove esperienze, approcciarsi al proprio corpo in un modo differente. Tra le tante visite e i numerosi appuntamenti, la vita che procede senza rispettare nuovi tempi e bisogni diversi per ogni mamma e pancione, è difficile godersi questi mesi. Un periodo così medicalizzato, e pieno di vecchie credenze, in cui la natura diventa un qualcosa da cui difendersi, il cambiamento del corpo un elemento imprescindibile da temere e da cui difendersi saldamente. Eppure esistono diverse strategie positive per ritagliarsi degli spazi tutti per sé. La pratica dello Yoga può essere una di queste strategie. Conoscere altre mamme, un ambiente rilassato, approcciarsi alla meditazione e alla cura del corpo come puro flusso di energia e ricongiungimento con la MadreTerra. Volenti o nolenti, tutti facciamo parte di questo mondo, ognuno di noi è un piccolo tassello connesso ad un altro, al mare, al vento, al sole, al verde, alle foglie. Yoga può essere anche l’occasione per lasciarsi andare, e scoprire nuovi orizzonti sterminati dentro di sé, all’interno della propria anima. In quanto lezione di accettazione del cambiamento, cosa ci può essere di meglio in un momento lungo un anno, nel quale ogni giorno, ogni settimana, ci si sente diverse, si hanno esigenze differenti. Accogliere una nuova vita dentro di sé, non riconoscere più il proprio corpo, accettare di dover dare alla luce e perdere quella unicità. Dare al mondo. E poi adattarsi ad una nuova vita, che renderà irriconoscibile la nostra precedente, come la conoscevamo. Il tentativo è quello di affrontare le cose con serenità, cercando di approfondire la conoscenza di se stesse e del proprio corpo mentre si attraversa una fase di profondo cambiamento. Durante i nove mesi il corpo femminile si prepara ad accogliere una nuova vita e anche la mente procede di pari passo. Lo Yoga e la meditazione possono rappresentare un momento da dedicare soltanto a se stesse durante la gravidanza, un’occasione per rilassarsi e per prepararsi ad un parto il più possibile sereno e senza ansie.

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Dal punto di vista “sportivo”, la pratica delle asana, ovvero delle posizioni, rafforza le braccia, le gambe, le spalle e i fianchi. Tutte quelle parti del corpo che contribuiscono a supportare il peso del pancione e che in generale necessitano di essere tonificate. Niente di sconvolgente o di innaturale. Non si tratta di faticare, non vi spaventate. La vostra elasticità sarà aumentata in maniera esponenziale, in quanto il vostro bacino si prepara al parto. Difficile immaginare di dare alla luce durante una lezione di Yoga, solo perché accucciate in modi che precedentemente credevate impensabili. L’unico rischio che correte è quello di superare i propri confini mentali, e scoprire nuove potenzialità dei vostri muscoli. Toccare la propria pancia, immaginare a colori il liquido che ospita il vostro bambino. Osservare le sue reazioni di fronte alle vostre. Il respiro. Come tralasciare questo “dettaglio”, che ci appare così scontato. Abbiamo mai respirato, davvero, profondamente, riempiendo la pancia, espirando lentamente, osservando il nostro corpo, l’aria che entra ed esce, bocca, narici, e ancora pancia. Niente rilassa quanto imparare a respirare. Aumentare continuamente di peso, cambiare baricentro ogni settimana, resistere agli urti dei consigli non richiesti, richiede equilibrio. E quindi asana e meditazione in sala, per riapplicare la stessa pace nella vita di tutti i giorni. Il dolore del travaglio potrà essere affrontato mediante le stesse tecniche di respirazione, nel tentativo di controllare il dolore grazie al diaframma e alla vocalizzazione. E se tutto questo non bastasse… Quei nove mesi non torneranno più, anche con un altro figlio non saranno mai uguali. Saranno per sempre unici e irripetibili. Perché privarsi anche di una singola esperienza? Provare per credere. Vi lancio una “provocazione”… Mai sentito parla di Yoga in Fascia? Fate una piccola ricerca online. Non è detto che dopo il parto dobbiate abbandonare lo Yoga… A voi scoprire come fare…



ufficiale e di quella del suo fan club su Facebook, Sara Papa, pane amore e fantasia seguita da più di 40.000 persone che dialogano postando ricette, immagini, consigli, suggerimenti e anche confidenze legate alla panificazione. Perché ti batti tanto per la buona alimentazione e soprattutto contro l’uso della farina 00? Quello che faccio è trasmettere il buon cibo di una volta. Siamo quello che mangiamo, dimmi come mangi e ti dico come stai! Attraverso l’alimentazione sappiamo come stiamo. Il cibo che troviamo oggi è industrializzato e non rispetta i processi naturali. Dove possiamo trovare alimenti sani e prodotti eticamente? Oggi grazie ad un click possiamo acquistare tutto quello vogliamo, alimenti sani e di produzione italiana. Volendo possiamo comprare attraverso i gruppi di acquisto o andando dal contadino se abbiamo la fortuna di averne uno vicino. In qualunque super o ipermercato ci sono degli ottimi Reparti BIO e gluten free, per cui preferiamo prodotti DOP. Quale messaggio vuoi far passare con il tuo ultimo libro Il pane della vita. Il messaggio che voglio far passare con il mio libro “il pane della vita” ? Il pane è il primo alimento dell’uomo. Mi ha colpito una frase di una mia allieva che ha detto: potrebbe anche essere il pane della morte.. perché lei è celiaca!

Il pane della Vita

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La base è sempre la stessa: farina, acqua, lievito, ma i tipi di farina che si possono adoperare sono innumerevoli, così come gli ingredienti che possono essere aggiunti. Il pane si arricchisce e diventa ricco di proprietà benefiche, oltre che di gusto. Dobbiamo riconoscere a Sara Papa il merito di aver creato una sensibilità diffusa per la sana alimentazione. E lo ha fatto con semplicità, umiltà e una grande passione. La televisione ha fatto conoscere Sara Papa al grande pubblico degli appassionati di cucina; per un anno ha partecipato con la sua rubrica a “La prova del cuoco” su RAI 1 e ha realizzato circa 100 puntate della fortunata serie “Pane, amore e fantasia” su Alice TV. Ha un contratto come esperto tecnico-scientifico per la trasmissione “Geo&Geo”, in onda su RAI 3 e viene chiamata in qualità di ospite in varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Con Gribaudo ha pubblicato nel 2010 Tutta la bontà del pane (che ha venduto oltre 20.000 copie), In cucina con Sara Papa, nel 2012 Pane, dolci e fantasia e nel 2015 Lievito madre vivo ed il Pane della Vita 2017 con moltissime copie vendute. La coinvolgente vitalità di Sara Papa si misura anche dal successo della sua pagina

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Cosa possiamo fare per alimentarci meglio? Dobbiamo prediligere prodotti italiani, bisogna tornare ad alimentarci in modo semplice, infatti nei miei libri spiego come mi ha insegnato la mia mamma a panificare con il lievito madre vivo. Partiamo dalla qualità: cosa sai tu di un campo di grano? la domanda è proprio questa cosa c’è in un campo di grano? Recentemente c’è stata una crescita esponenziale di intolleranze ed allergie al glutine, e malattie auto immuni. Il Glutine è un complesso proteico contenuto in molti cereali: frumento, farro, segale, orzo, kamut ecc. È composto da due proteine: Gliadina e Glutenina. Fra le due proteine è la Gliadina quella a cui la stragrande maggioranza delle persone sviluppa una reazione di intolleranza allergica. La maggior parte delle farine non sono controllate (come quelle prodotte in Canada ad esempio) e contengono pesticidi che noi mangiamo attraverso il primo alimento che consumiamo: IL PANE. È dunque legittimo chiedersi se esista una relazione tra i nuovi metodi di coltivazione e l’aumento delle intolleranze e sopratutto dobbiamo chiederci se sappiamo davvero in cosa consistono i nuovi metodi di coltivazione. Il grano che cresce in un campo non matura tutto insieme. Proprio per ovviare a questo “problema” i produttori immettono prodotti chimici che inducono processi innaturali causando una rapida maturazione ed essiccazione attraverso l’uso di diserbanti 10/15 giorni prima del raccolto. Quanto è conta la competenza tecnico scientifica? Mi documento sempre, studio libri di scienza degli alimenti, nulla è improvvisato. E lo faccio perché mi piace, sono la prima ad essere curiosa vorrei dare un valore aggiunto alle persone che seguono le mie rubriche e leggono i miei libri. Come possiamo scegliere le nostre farine? Prediligiamo tutto ciò che proviene dal nostro territorio, la cui coltivazione è regolamentata dalle norme italiane e usiamo grani macinati a pietra. Andate sul mio sito www.sarapapa.eu troverete tutte le informazioni per orientarvi nella giungla del grano! Siamo tutti in grado di prepararci il pane in casa? Certo! Basta comprare i miei libri (sorride)! “ Il lievito madre” ed “Il pane della vita”.



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Sulla bontà “peccaminosa” la dice lunga il suo nome… È la classica chocolate cake che si vede nei film americani, quella che ci fa venire una gran voglia di cioccolato! Golosissima “liscia”, diventa un dolce estremamente raffinato se nella farcitura e nella decorazione esterna vengono usati lamponi freschi. Questa ricetta è un mix effettuato dalla sottoscritta fra una della “divina” Nigella Lawson e un’altra passatami dalla mia preziosissima amica Ina, mamma e cuoca eccezionale! Che dirvi se non…enjoy!

Ingredienti:

250 g di burro 315 di zucchero 125 di cacao amaro 100 di latte 7 uova 18 g di lievito per dolci 5 g di bicarbonato 200 g di farina 00 Sbattere uova e burro aggiungere poi lo zucchero, il latte, il cacao, la farina e infine il lievito ed il bicarbonato. Distribuire l’impasto in due teglie dal diametro di 20 cm (imburrate ed infarinate) ed infornare a 170 gradi per 30 minuti circa.

Glassa al cioccolato

125 ml acqua 30 g zucchero di canna muscovado (è quello aggiunto di melassa) 175 g burro a cubetti (vi consiglio il burro tedesco o bavarese) 300 g cioccolato fondente di alta qualità spezzettato

Procedimento:

far bollire l’acqua con lo zucchero e il burro a cubetti. Appena arriva ad ebollizione il composto, inserire il cioccolato spezzettato, aspettare 1-2 minuti e poi mescolare fino a che si ottiene un composto vellutato ed omogeneo. Durante la fase di raffreddamento mescolare di tanto in tanto. Se la consistenza è troppo morbida, porre in frigo per un’oretta.

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Ed ora assembliamo: spalmiamo la glassa fra un disco di torta e l’altro (se viene molto alta potete anche dividere ulteriormente i dischi a metà). Coprite con l’altro disco e divertitevi con la glassa restante ad effettuare la copertura della torta. Potete scegliere uno stile casalingo “casual” oppure decorare con sac à poche per un effetto “pasticceria”. Il risultato finale strabilierà comunque tutti, soprattutto dopo il primo assaggio!

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T ablet incontra di Lorenzo Sigillò

Arriva nella capitale un evento di indiscutibile fascino,

Lo Spirit of Scotland - Rome Whisky Festival

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Torna per il sesto anno la kermesse di due giorni dedicata al mondo del Whisky ed al suo way of life, sempre più attesa dagli appassionati e dagli amanti del prodotto. Ecco quindi che le emozioni dei procedimenti di produzione e invecchiamenti, quanto delle storie e le ispirazioni del whisky, vivacizzeranno il Salone delle Fontane dell’Eur il 4 ed il 5 marzo. È senza dubbio il più importante festival di settore italiano, sotto la direzione artistica di Andrea Fofi e dei due whisky consultants Pino Perrone e Rachel Rennie. Il Festival, nato nel 2012, è cresciuto negli anni in modo esponenziale, al punto tale da poter essere annoverata tra i Festival internazionali di maggior rilievo. L’edizione 2016 ha portato 4mila visitatori, con oltre 200 brand presenti e quest’anno i numeri sono destinati a salire ancora. Non solo esperti quindi, ma anche curiosi e neofiti saranno i benvenuti per scoprire la meraviglia di questa storica bevanda. Produttori, distributori ed esercenti sono pronti ad accogliere come ogni anno vecchi e nuovi visitatori. Notoriamente poi, il Rome Whisky Festival riunisce le tante anime di tradizionali scozzesi, rye irlandesi, bourbon americani e molto altro. Ogni anno l’organizzazione di Spirit of Scotland e relativi uffici stampa svolgono un lavoro eccezionale per tenere lontano il Festival dalla mercificazione del prodotto, mantenendo ferma la classe e la tradizione che contraddistingue questo mondo. Saranno sempre tante le iniziative in serbo, per chi muove i primi passi fino a solleticare esperti e professionisti: eventi, degustazioni, masterclass, seminari sulla mixology, ospiti internazionali, cocktail bar, tornei tra bartender, area gourmet e tanto altro. Tra le masterclass attesissime quelle di alcuni brand come Isla of Jura, Dalmore e Wemyss Malt. Dai cereali fermentati ai tipi di botte alla torba, alle distillazioni sono tante le varianti che si possono affrontare durante i viaggi che appassionano da generazioni gli amanti dello spirito scozzese. Non a caso saranno riproposti i felici accostamenti con prodotti alimentari pregiati e selezionati nell’area gourmet, dalle ostriche al salmone scozzese, dal cioccolato all’haggis. Nonché le riproduzioni di pub come luoghi di intrattenimento grazie a noti locali romani e milanesi come Jerry Thomas Project, Argot, Freni & Frizioni, Madeleine, Propaganda e Litro. Rimanendo nel mondo della ‘miscelazionÈ, curiosità anche per i seminari di bartender di fama internazionale come 30 Erick Lorincz (American bar Savoy Hotel di Londra), Filippo Sisti, (anche

barman di Carlo Cracco), Fabio Bacchi (fondatore ed editore del magazine specialistico BarTales), e Luca Cinalli e Gabriele Manfredi (Oriole cocktail Bar di Londra). Ed ancora, ci sarà il seminario Mezcal Vs Whiskey(y), che vedrà in una sorta di scontro a quattro rispettivamente Roberto Artusio e Cristian Bugiada dell’Agaveria La Punta da una parte e Antonio Parlapiano del Jerry Thomas e Pino Perrone. Sabato immancabile appuntamento con il Balan & Partners Mixology Contest, torneo ad eliminazione diretta in cui 8 bartender selezionati da una Giuria di eccezione, si contenderanno il titolo a suon di cocktails e preparazioni realizzate utilizzando distillati presenti a portafoglio Balan e combinazioni personali. Infine ricordiamo che come ogni anno in occasione del Festival, verrà presentato il nuovo imbottigliamento ufficiale in serie limitata di Spirit of Scotland - Rome Whisky Festival (anche in vendita presso lo shop), mentre sarà allestito uno spazio dedicato alle bottiglie vintage e rare frutto del lavoro di collezionismo di un amatore del settore che ha lavorato anche a Londra per Whisky Auction. Tablet ha raggiunto Pino Perrone, il whisky consultant del Festival che ci ha concesso una breve intervista in esclusiva. LS: Dopo il successo di cinque edizioni, cosa vi aspettate da questa nuova edizione del festival? PP: Penso che ogni manifestazione che si rispetti cerchi perlomeno di bissare il successo dell’anno precedente. Noi abbiamo tutte le carte in regola e la sensazione che quest’anno si possa fare persino meglio dell’anno scorso, che di per se fu un gran successo. Questo grazie ai feedback che abbiamo avuto nel frattempo attraverso i corsi e le degustazioni e la richiesta di nuove aziende a partecipare al nostro festival. Il whisky piace ed é trendy, inoltre rimane il miglior distillato esistente, parer personale s’intende, ma non isolato. Il programma intero lo trovate comunque al sito www.spiritofscotland.it LS: Quali saranno gli eventi da non mancare in questi giorni? PP: Da non mancare è la partecipazione stessa al festival. All’interno del quale le cose da fare saranno molteplici. Come non partecipare ai seminari dei barman fra i più quotati del momento? Oppure alle numerose e interessanti masterclass o ‘percorsi degustativi’, come più semplicemente andrebbero chiamati. Ricordo che questi ultimi sono alla portata di tutti. Non spaventiamoci del termine anglosassone che in questo caso è abusato.


LS: A che livello di passione siamo in Italia con la cultura del Whisky in Italia? PP: Siamo a un ottimo punto, nel senso che chi si è appassionato lo è fortemente. Mancano ancora molti all’appello, però. Ci interessa attrarre a un consumo consapevole le persone che comunque avevo scelto di bere sostanze alcoliche, perché lo facciano nel migliore dei modi. Dal momento che è un fenomeno che non si può non tenere in considerazione, che si beva esclusivamente per puro piacere edonistico. Il nostro compito è proprio quello di divulgare come possa essere gratificante quest’approccio. LS: Cosa possiamo promettere a chi verrà al Festival? PP: Che si divertiranno, per prima cosa, e che non si annoieranno. Le occasioni non mancheranno: al nostro festival ho sempre conosciuto molta gente nuova e che meritava di essere incontrata. Io sono dell’organizzazione e quindi potrebbe essere ovvio. Ebbene, ciò è accaduto anche a molte delle mie amicizie. Ci sono stati persino incontri che si sono successivamente trasformati in storie d’amore! Galeotto il whisky. E poi prometto che assaggeranno moltissimi ottimi prodotti che lasceranno il segno. Slainte! Pronti quindi a scaldare i cuori tra single malt e blended per assaporare gli inimitabili aromi scozzesi e non allo:

legna da ardere a partire da 9 euro fino a 15 al ql

Pino Perrone,

Spirit of Scotland - Rome Whisky Festival 4 e 5 marzo 2017 Salone delle Fontane dell’Eur via Ciro il Grande 10

Biglietto: Intero: 10 euro - da diritto al bicchiere serigrafato del Festival, alla racchetta porta bicchiere e alla Guida Ridotto: 7 euro - per accompagnatori che non bevono o per i bambini sopra i 12 anni e non prevede le upgrades del biglietto intero. Le degustazioni saranno a pagamento e il sistema sarà quello dei gettoni del valore di 1 euro ciascuno. Il prezzo di ciascuna degustazione sarà a discrezione di ciascun espositore. Per informazioni: www.spiritofscotland.it - info@spiritofscotland.it tel. 06 50081251


S istema Binario di Simona Gitto

Missioni su Marte: facciamo il punto della situazione

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Come ricorderete, non sono nuove le “peripezie” del Pianeta Rosso tra queste pagine. Tempo fa avevamo parlato della possibile (ed effettivamente realistica) intenzione di sviluppare la coltivazione di tuberi (patate, nello specifico) su Marte. Matt Damon ce ne aveva dato prova in The Martian, e io non mi dilungherò oltre sull’argomento, lasciandovi il piacere di andarlo a rileggere sul numero di Maggio dello scorso anno del mensile. La coltivazione di patate, un progetto reale, ha ancora adesso l’obiettivo di facilitare la produzione di cibo sulla Terra, per renderla poi possibile anche su Marte, in un futuro prossimo. Oggi, invece, parliamo d’altro. Marte resta l’unico protagonista, ma stavolta nessun tubero è coinvolto. La Nasa sta approntando una nuova missione sul pianeta, ma l’obiettivo è ben più eccitante: cercare tracce di vita biologica. Questo si propone la missione Mars 2020 Rover, il cui intento è facile da decifrare già a partire dal nome stesso: l’atterraggio su Marte avverrà nel 2020 e ad occuparsi delle analisi di eventuali composti organici sarà un rover. Indicativamente il mese di lancio sarà Luglio, dato definito durante un seminario svoltosi a Monrovia, in California, durante il quale sono stati scelti anche i papabili tre siti di atterraggio del rover, al quale viene affidato un compito difficile: raccogliere almeno 20 campioni di roccia in circa due anni. Il Mars Reconnaissance Orbiter (sonda spaziale polifunzionale in orbita dal 2005) sta aiutando la Nasa a definire i luoghi più idonei all’atterraggio del rover, ma possiamo dire di avere già la rosa dei vincitori. Il cratere Jezero. Il primo sito è quello che ha messo d’accordo tutti, all’unanimità. Più di 3,5 miliardi di anni fa alcuni fiumi avrebbero rotto gli argini del cratere inondandolo. Ne è prova la presenza di alcuni minerali argillosi osservati in fase d’analisi sul letto del lago, evidenza, forse, di condizioni favorevoli alla vita microbica sul pianeta. Il cratere Gusey. Più precisamente parliamo delle Columbia Hills all’interno di questo cratere, già note agli esperti a seguito della missione Spirit del 2010. Dalle analisi di Spirit è risultato che in corrispondenza di queste colline, in passato, delle ipo-

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tetiche inondazioni potrebbero aver originato un lago. Alcune sonde ne avevano accresciuto la possibilità con il ritrovamento di rocce idrotermali molto simili a quelle presenti sul nostro pianeta. Il più grande fautore di questo sito? Matthew Golombek, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa: “è l’unico luogo su Marte dove è presente un’antica sorgente idrotermale confermata”. Syrtis Major. È il clima ed essere interessante nel caso di questo Golfo di Sirte marziano (ovviamente il nome è ripreso dal nome del Golfo del Mediterraneo). Caldo e umido a causa dell’attività vulcanica, in questo golfo le sorgenti calde sotterranee potrebbero aver sciolto i ghiacci superficiali favorendo la proliferazione di organismi microbici. La scelta di questi siti è certamente frutto di analisi e studi. Dato lo scopo della missione, la scelta è ricaduta su tre luoghi che rispettassero i criteri di operatività ottimali per il rover, ma che presentassero anche elementi di interesse scientifico: devono aver avuto condizioni ambientali tali da sostenere la vita; presentare una certa varietà di rocce, terreni, significativi processi storici geologici e ambientali (e interazioni con l’acqua). È normale il fatto che da otto possibili siti di atterraggio si sia arrivati a tre soltanto. Tra gli esclusi, citiamo invece Eberswalde, antico delta di un fiume, il cratere Holden, quello di Mawrth Vallis e Melas. Per molti scienziati è un peccato sia stato scartato il Nili Fossae, un gruppo di graben concentrici nella stessa zona del Syrtis Major che presentano grandi quantità di silice e argille e non solo. Pare, infatti, che in questo particolare sito siano state trovate tracce di gas metano, originatosi a causa di processi geologici ma che potrebbe avere anche un’origine biologica. E questo era in effetti il dato significativo. L’intero fulcro della missione è quello di individuare tracce di vita sul pianeta rosso. Se ne occuperà il rover, che partirà da Cape Canaveral nel 2020 a bordo di un lanciatore Atlas V, e una volta atterrato su Marte, svolgendo indagini geologiche in situ, valutando anche le condizioni di abitabilità dell’ambiente in previsione di future missioni umane. Che sicuramente ci saranno, anche se non troppo presto. Ma sono certa che ne riparleremo fra qualche anno.


Tablet Bike

di Luca Santagà fb avventure in bici

La primavera dietro l’angolo Anche quest’ anno, all’ affacciarsi delle prime timide giornate di sole, mi capita di pensare che con un po’ di fortuna quest’ inverno ce lo siamo messo alle spalle. Non che la trovi una stagione sgradevole, intendiamoci, il freddo mi piace, ma per la professione che ho scelto, indubbiamente le cose si fanno un po’ più complicate. Il mio lavoro consiste infatti nell’ organizzare e condurre escursioni in mountain bike, attività che trovo ogni giorno sempre più gratificante. È un lavoro che all’ apparenza puo’ sembrare semplice, tutto divertimento. Certo mi piace molto, e mi ritengo fortunato, ma come tutti gli sport praticati per professione, presenta alcuni aspetti che possono sfuggire. La pianificazione, i sopralluoghi, la manutenzione continua alla quale viene sottoposta una mountain bike che praticamente non si ferma mai, assorbono più tempo ed energie di quanto ci si possa aspettare. Per questo, è fondamentale, avere una bicicletta affidabile e performante, ed è altrettanto importante, mantenerla in perfetta efficienza. Vorrei approfondire con voi il primo di questi due aspetti e se posso, dare qualche suggerimento a chi intendesse acquistare una mountain bike e cimentarsi per la prima volta in questo meraviglioso sport. I fattori da considerare quando si sceglie la bici “ideale” sono molteplici, indipendentemente dall’ uso più o meno intensivo che intendiamo fare del nostro mezzo, e per essere più esauriente mi avvarro’ dell’ aiuto di un esperto. Massimiliano Rosato è il titolare di Axabike, il negozio di bici che è il punto di riferimento di zona per chi, come me, ha fatto della mountain bike la propria passione e gli ho rivolto qualche domanda. Con pazienza, Mino mi ha fatto una sorta di vademecum, una guida all’ acquisto che vorrei condividere con voi. Il primo parametro da prendere in considerazione per la nostra scelta, è il materiale con il quale è costruito il telaio: deve essere d’alluminio, che è un materiale robusto e leggero oppure se vogliamo una bici più sofisticata, in fibra di carbonio. Il secondo parametro è l’allestimento, quindi la qualità di tutti i componenti: forcella, freni a disco idraulici, cambio, ruote, ce n’è per tutti i gusti, e ovviamente per tutte le tasche. Oltre che sulla robustezza e affidabilità, la qualità della componentistica influisce enormemente sul peso finale, a vantaggio dell’agilità e dello sforzo che si compie in salita. Gli ammortizzatori: full suspended o front, a seconda della prevalenza dei

Massimiliano Rosato

percorsi che sceglieremo, se vogliamo cimentarci in qualche discesa ripida e accidentata o si prediligono itinerari più scorrevoli, magari con tratti asfaltati. Diverso il discorso per quanto riguarda la scelta della misura: 27,5 oppure 29. Non parlo ovviamente della taglia, mi riferisco alla misura espressa in pollici delle ruote; queste mountain bike sono effettivamente molto diverse tra loro: le 27,5 più agili e maneggevoli, e le 29 che sviluppano più facilmente velocità elevate e sono per questo più adatte a lunghi percorsi su strade sterrate. Veniamo ai costi: per avere una mountain bike fruibile, cioè una bici che non da’ problemi si parte dai 400/450 euro, cifra che può salire ben oltre i 10000 euro per bici da competizione. A mio avviso, il giusto compromesso, si ottiene scegliendo un prodotto che possa essere sviluppato, quindi orientarsi non proprio su un modello “entry level” ma su una base migliorabile nel tempo per quanto riguarda la componentistica: mano a mano che la nostra esperienza aumenta le esigenze si modificano. In questo modo, plasmeremo la nostra bici come ci pare, poco alla volta. Dopo qualche mese, la guarderemo e a stento la riconosceremo... Infine, un cenno all’ attrezzatura: prima di tutto il casco, mai andare in MTB senza. Il mercato ne offre una gamma pressochè infinita, dai 20 euro in su, deve essere omologato, avere la visiera che protegge gli occhi dal contatto con i rami, bisogna cambiarlo in caso di urto (anche se sembra nuovo) e deve essere sostituito periodicamente. Gli occhiali: indispensabili, per tenerci al riparo da eventuali insetti, dalla polvere e, dai sassolini che sollevano le ruote. Pantaloncini imbottiti, scarpe con il bloccaggio, maglie traspiranti, guanti, completano la nostra attrezzatura. Ora non vi rimane che provare. La mountain bike è un’ avventura, una nuova sfida, che possiamo affrontare ad ogni età, basta avere voglia di scoprire mondi nuovi, che ci aspettano più vicini a casa di quanto immaginiamo. Il consiglio giusto, per parafrasare un famoso spot, non ha prezzo. Quelli che con passione e competenza ho visto dispensare da Mino a tante persone, che spesso poi ho incontrato in bici, sono stati preziosi anche per me... Spero lo siano altrettanto per voi!


Tendenze

di Giuseppina Montaruli

Il trucco in primavera Ciao a tutte. ità di realizzare look molto semplici nei toni neutri del tortora, panna beige e Oggi vi parlerò della moda trucco primaverile di quest’ anno. marrone creando un effetto smokey abbinati con colori scuri . Le tendenze passeranno da colori sobri ed eleganti sui toni del marrone, dell’ Consigliata anche la matita per ingrandire gli occhi all’ interno delle ciglia avorio per il giorno, sino ai colori forti come il fucsia. Non tramonteranno le inferiori dall’ ocra al rosa pelle. Importante il mascara che abbia uno scovolino nuance dei colori pastello, ombretti dalle sfumature del lilla, rosa e avorio, e per intensificare anche le ciglia inferiori. Io consiglio un nuovo mascara new l’arancione che esalta una tinta calda, il verde che va dal verde petrolio fino entry di artdeco che ha i principi della cheratina e all ‘aloe e che aiuta le al greenery, passando su una nuance che va al verde menta, al celeste e al blu proprie ciglia ad infoltirsi e a nutrirle. intenso.Il giallo allegro ed estivo, un colore che sarà adatto a chi ha gli occhi La base del viso naturale, usando dei blush rosati o degli illuminanti sugli scuri e pelle abbronzata e dedicato alle giovanissime o come punti luminosi zigomi. che illuminano lo sguardo. Il rosa nelle sue eccezioni delicate e romantiche Infine i rossetti, che vanno dalle tonalità rosate e aranciate e i fucsia. Alcuni dal colore pallido al rosa vibrante. stilisti hanno proposto anche delle paillettes sulle labbra, ma sinceramente le Il lilla adatto soprattutto ha chi ha occhi verdi e nocciola, da scegliere e com- vedo troppo esagerate. Si possono usare dei gloss leggermente brillantinati binare al look che si desidera, per dare profondità allo sguardo. L’oro non tra- da utilizzare su dei rossetti naturali. monterà in quanto utilizzato su pelle abbronzata, ideale sia di giorno che di Insomma la primavera porta spensieratezza dai colori pastello e nel trucco c’è sera, un ombretto che sta bene a tutti i colori dell’iride. la massima ispirazione! Non perdete la voglia di farlo e se vorrete qualche Padrone sarà anche il nude, variando da nuance neutre, rosate e dorate che si consiglio in più vi aspetto nel centro Somawell. abbinano su ogni tipo di pelle. Il vantaggio di questi colori che da la possibil- Buon trucco a tutte!!! Giuseppina Montaruli - Visagista - Freelance c/o Centro Estetico Somawell - Parchi della Colombo - 349/7861613 giusymont@gmail.com


di Daniele Romani facebook.com/ostialove1 e-mail: ostialove@gmail.com www.ostialove.it

La chiesa di Regina Pacis timore che il dipinto “potesse urtare la sensibilità dei fedeli”, il parroco decise di oscurarlo alla vista. L’artista regalò il murales alla chiesa nel 1978, dopo aver incassato il parere favorevole dalla commissione Arte Sacra del Vaticano.

Giulio Magni (1859 – 1930) Giulio Magni, l’architetto progettista della chiesa Regina Pacis, nacque a Velletri il 1 novembre 1859. Fu avviato, dal padre Basilio, noto storico dell’arte, agli studi di arte e architettura. Nel 1890 fondò l’”Associazione artistica dei cultori dell’architettura” con Basile, Koch, Ojetti, Piacentini, Pistrucci e Sacconi. Nel 1895 si trasferì in Romania e partecipò con successo a importanti concorsi nazionali, progettando e realizzando edifici pubblici e privati. Forte di queste significative esperienze Giulio Magni si stabilì a Roma nel 1904 e un anno dopo partecipò al concorso per la costruzione del palazzo del Parlamento a Roma. Dal 1906 fece parte della Commissione edilizia del Comune di Roma. Nella Capitale realizzò il Ministero della Marina (1911), alcune case popolari a Testaccio (1903-1914), villa Marignoli (1907), il villino Almagià (1910), villa Pacelli in via Aurelia, ed altri villini.

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La dedica alla Madonna “Regina della Pace” fu scelta perché l’edificio fu concepito durante lo svolgimento del primo conflitto mondiale. L’idea di realizzare a Ostia una chiesa di grandi dimensioni, proporzionata all’entità del centro abitato, fu proposta al cardinale Vincenzo Vannutelli, già nel 1916, dall’ingegnere Paolo Orlando. Successivamente presentò il piano al papa Benedetto XV, il quale approvò l’opera e promise un contributo di L. 100.000. Il progetto fu affidato a Giulio Magni, stimato architetto di impostazione classicheggiante, già autore del Ministero della Marina sul lungotevere a Roma. I lavori iniziarono il 21 giugno del 1919. In un primo tempo la realizzazione dell’opera fu affidata agli Agostiniani ma poi, a causa dei pochi fondi di cui quest’Ordine religioso disponeva, l’intervento e la successiva gestione passò ai Pallottini. Il 14 novembre del 1926 avenne la cerimonia della copertura del tamburo della cupola alla presenza del cardinale Vannutelli, dell’ingegnere Orlando e dei rappresentanti della Camera dei Deputati. Due anni più tardi, nel 1928, il cardinale, novantenne, consacrava l’edificio non ancora completato e con le impalcature sulla cupola e sul campanile. Le cinque campane, che per l’occasione furono sistemate sul sagrato e appese a una struttura lignea, furono realizzate con la fusione dei cannoni austriaci della Prima Guerra Mondiale. La chiesa, che sorge su un’alta duna sabbiosa, 7 m sul livello del mare, ha uno stile eclettico neoclassicheggiante, ispirato al manierismo e agli edifici dell’antica Roma. Si accede da un vasto piazzale di forma rettangolare separato ai giardinetti circostanti da muretti perimetrali in laterizio alternati a balaustre bianche in finto travertino. Una scalinata, in asse con via Angelo Celli e via degli Acilii, collega il sagrato con corso Regina Maria Pia. Originariamente tale cannocchiale visuale proseguiva, volgendo le spalle alla facciata della chiesa, verso la rotonda dello stabilimento Roma, mettendo in relazione le due emergenze: la cupola dell’edificio religioso e la cupola dell’edificio laico emergente dal mare. L’edificio, impostato secondo lo schema delle chiese della Controriforma, non ha un aspetto rigido. I volumi sono addolciti da cornici e modanature in travertino che delimitano il rosso caldo della cortina in cotto delle pareti. Il rivestimento è caratterizzato da riquadrature eseguite a spina di pesce, ghiere di archi, cornici e paraste. La navata centrale, lunga oltre 50 metri e larga 21, è ritmata da una serie di semicolonne e due paraste d’angolo di colore grigio. Nelle lunette sono aperte sei finestre semicircolari, tre per ogni lato, con degli elementi verticali di separazione. Gli archi sono a tutto sesto e imitano come struttura e decorazione quelli delle chiese del XVI secolo. L’altare a destra del transetto è dedicato a San Vincenzo Pallotti. Sulla parete di fondo c’è, sotto un pannello di cartongesso, un grande murale realizzato dal pittore Mario Rosati. Proprio un anno fa con il

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T ablet sport a cura della redazione

Anche il quad racing ha la sua stella

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Carla Gamboni ragazza nata a Roma e residente nel X Municipio, la ragazza della porta accanto! Il Gamboni Motorsport racing team ha da molti anni una grande esperienza nell’ambito delle corse motoristiche, dapprima con i successi nel motocross di Massimo Gamboni, poi numerose vittorie ottenute nell’ambito dei rally, con l’equipaggio Gamboni-Scardovi, e da alcuni anni a questa parte con le partecipazioni ai campionati nazionali e internazionali con i quad la cui pilota di punta è la figlia d’arte Carla Gamboni. La passione di Carla “Carly#30” per i motori scaturisce alla tenera età: “ha imparato prima a guidare che a camminare“ dice sempre la madre, infatti a quattro anni ha il primo approccio alla guida su un go-kart, una sorta di battesimo che sarà solo l’inizio di un grande percorso come pilotessa. A 7 anni il passaggio, per gioco, ai quad e poi man mano la passione ha fatto il resto portandola a schierarsi per la prima volta nel 2010 al cancelletto di partenza del trofeo centro Italia e l’anno seguente direttamente al campionato Italiano quadcross. Da quel momento l’adrenalina della gara è diventata una sorta di “droga” della quale non si può fare a meno, che abbinata ai duri allenamenti, ha portato a vari risultati di grande rilevanza come la vittoria, nel 2012, del trofeo centro Italia nella categoria Young e il secondo posto all’esordio con il ktm 500cc nella classe superiore. I risultati più importanti sono giunti poi nel 2015 con il secondo posto nel campionato italiano e internazionale supermarequadcross, mentre nel 2016 la tanto attesa vittoria del Campionato Italiano Racing quad nella categoria femminile, finalmente formatasi dopo tanti anni in cui Carla era l’unica ragazza schierata al cancelletto in mezzo a solo uomini. Grazie ai risultati ottenuti, per la sua determinazione e grinta con cui li ha conseguiti, la FMI Federazione Motociclistica Italiana ha deciso di inserirla nella delegazione italiana che ha corso in Inghilterra per il Connor Smith Memorial nel 2014 e nel 2015, mentre nel 2016 è stata invitata a rappresentare l’Italia all’evento Internazionale che si tenuto in Cina che ha visto la presenza di piloti provenienti da tutto il mondo. Il 2017 sarà un anno intenso ed i programmi sono molti: con la partecipazione al Campionato Internazionale Supermarequadcross, il Campionato Italiano Quadcross e il Campionato Italiano Racing Quad, ai quali bisogna aggiungere i diversi eventi nelle maggiori fiere italiane EICMA, Motodays e Motorshow, mentre a livello internazionale: la partecipazione al Connor Smith Memorial in Inghilterra, la prova del mondiale endurance del Pont De Vaux in Francia e la gara internazionale in Cina. Il 22 gennaio è ufficialmente iniziata la stagione agonistica del quad italiano, con la prima tappa, di tre gare, del campionato internazionale e nazionale di super mare quadcross, che si corre in concomitanza del campionato internazionale di super mare motocross. Questo campionato si svolge interamente sulle spiagge italiane, su un percorso provvisorio che viene smantellato il giorno dopo lo svolgimento della gara. La gara del 22 di gennaio si è svolta presso Fregene e ha visto sul secondo gradino del podio di giornata e di campionato Carla Gamboni, portacolori del GamboniMotorsport racing team che ha sede ad Acilia, nel nostro municipio. La giovane pilotessa romana ha difatti terminato in terza posizione la prima gara di giornata e ha vinto la seconda e ultima gara di giornata, grazie ad un’ottima partenza che l’ha portata da subito al comando e che le ha fatto acquistare sin dai primi giri un distacco importante sugli altri avversari. Vi terremo aggiornati sui risultati ottenuti durante la stagione 2017.

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L’ avvocato risponde a cura dell’avvocato Federica Lorenzetti lorenzettiavv@gmail.com

La responsabilità dell’ex amministratore di condominio che non riconsegna i documenti. Salve a tutti e ben ritrovati. In questo articolo vi voglio parlare delle responsabilità configurabile in capo all’ex amministratore di condominio quando ometta o si rifiuti di consegnare la documentazione al condominio e/o al suo collega che lo ha sostituito. Tale circostanza, difatti, per quanto grave (e spero anche molto rara) laddove si presenti, potrebbe arrecare un grave danno ai condomini i quali devono sapere di avere il diritto di richiedere all’ex amministratore inadempiente tutti i documenti ritenuti necessari e come, in caso di mancato riscontro, si possa far valere il proprio diritto non solo in sede civile ma anche in sede penale. Precisamente, all’atto di cessazione del proprio incarico, l’amministratore di condominio è sempre tenuto a riconsegnare i documenti e la cassa immediatamente o, comunque, entro un breve lasso di tempo, soprattutto se sollecitato dal Condominio.

Tale previsione l’ha confermata la Corte di Cassazione che, con sentenza numero 38660/2016 la quale ha cristallizzato la condanna per appropriazione indebita di un amministratore di condominio, il quale, anche dopo essere stato revocato, aveva ritenuto a sé documentazione (libri contabili etcc…) ed anche somme di denaro. Vi ricordo come l’appropriazione indebita sia quel reato commesso da chi, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropri del denaro o della cosa mobile altrui, della quale abbia, a qualsiasi titolo, il possesso. Dunque è oramai prevedibile una tutela contro un ex amministratore inadempiente non solo in sede civile, per richiedere eventuali risarcimenti dei danni patiti dal Condominio in ragione dell’omissione della consegna della suddetta documentazione, ma, anche, in sede penale a titolo di appropriazione indebita.

Le assicurazione casa contro i furti: quali sono le coperture? Come viene determinato il premio? La parola all’esperto Massimo Minicucci

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La casa di proprietà è un bene immobile caro da tutelare, come anche tutto ciò che esso contiene: ad iniziare dal valore affettivo, per arrivare a tutti i legami materiali con oggetti e mobili dei quali ogni quotidianità non può fare a meno. Molte volte, però, la casa viene lasciata incustodita, poiché gli impegni lavorativi, o un viaggio, possono portare gli abitanti a stare parecchi giorni fuori: ladri e scassinatori potrebbero costituire un serio problema in questi casi, dunque è necessario prendere provvedimenti al riguardo. Non è possibile colmare il distacco affettivo dei beni materiali, di contro è conveniente assicurare tutti gli oggetti, in modo tale da coprire le eventuali spese a seguito di un furto. Che cosa comprende l’assicurazione casa contro i furti? Quali tipologie di danni e furti consente di coprire l’assicurazione? Come viene determinato il premio assicurativo per la garanzia dei beni domestici contro i possibili furti? Le informazioni dettagliate riguardanti la polizza casa contro i furti e gli esempi delle principali compagnie assicurative. Un focus sulle polizze a primo rischio assoluto. Le assicurazioni casa contro i furti sono caldamente consigliati per tutte quelle case particolarmente isolate, come nel caso delle ville di campagna, o situate al mare, come anche per tutti gli appartamenti che sono situati nei grandi centri urbani particolarmente affollati. Per informazioni e preventivi info@mmagroup.it https://www.facebook.com/mmagroupassicurazioni

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È primavera a cura della redazione

Prepariamoci ai lavori di manutenzione. La primavera alle porte è sempre sinonimo di rinnovamento. Ne è ormai un’ accezione direi. Una delle cose importanti a cui si tende pensare in questo periodo è la propria casa, che piano piano si apre alle giornate più luminose, all’aria più tiepida che entra dalle nostre finestre e che riossigena i nostri ambienti. Ci si guarda intorno e cominciano inevitabilmente a balenare strane idee di cambiamento. “non mi piacciono più queste tende”, “il colore delle pareti va svecchiato”, “i tessuti dei cuscini si sono lisi”, “metterei mano finalmente alla soffitta o alla cantina che odorano un pò di muffa”. E allora mettiamoci in movimento! Prendiamo carta e penna e stiliamo un vademecum dei lavori da fare e di cosa comprare. Poi andiamo dal nostro fornitore di fiducia e cominciamo a pianificare insieme una serie di interventi. Con il suo aiuto e la nostra manualità eccoci pronti a cominciare. Se volete cominciare con il rinfrescare le pareti, fatevi consigliare sulle nuove vernici in commercio, sempre meno tossiche ma a resa sicura. Lavabili, smalti, e tempere da esterno e interno. Fatevi illustrare anche sulle diverse tecniche di pittura, con alcune la vostra casa sembrerà nuova fiammante. Per scegliere i colori ci sono vaste gamme di possibilità. Fatevi fare al momento il colore che più desiderate. Con le vernici, soprattutto con gli smalti ad acqua di ultima generazione, potete anche far tornare in vita vecchi mobili, suppellettili e infissi. Esistono anche delle bellissime carte da parati, un prodotto da non sottovalutare. Su un infisso nuovo o verniciato di fresco andrebbero delle belle tende. Oltre alle classiche si possono trovare dei prodotti moderni e di classe che vi sorprenderanno. Rinnoviamo anche qui con la vasta scelta di tessuti che possiamo trovare dal nostro fornitore di fiducia e non dimentichiamo anche le fodere dei cuscini del salotto! Il design dei tessuti, e i tessuti stessi, è in continua evoluzione. Lasciati ispirare dalla moda del momento o dal genere di arredo che più ti si avvicina, ne rimarrete soddisfatti!

I punti meno frequentati della casa non vanno mai dimenticati ed eccoci quindi alle prese con gli ambienti della soffitta e della cantina. Durante la stagione delle piogge e l’inverno si accumula sempre tanta umidità che oltre a rovinare le pareti lascia un odorino di muffa del tutto sgradevole. Anche qui il nostro fornitore di fiducia può venirvi in aiuto consigliandovi degli ottimi prodotti per togliere le muffe e ridare luce e dignità a questi luoghi. Per tutte le abitazioni, in villa, vilino e appartamenti con balconi saranno necessari anche i lavori di recupero di balconi, inferriate e cancelli, con speciali vernici a lunga tenuta come le ferro micacee. Per poterti godere il terrazzo e il giardino a pieno durante l’estate, potresti pensare alla costruzione e montaggio di un gazebo o di barbecue, con una bella pedana. Da non trascurare in questi due ambienti la parte relativa al verde. Nuove piante e fiori sono a disposizione da questo mese nei migliori vivai. Ricordate poi di controllare i filtri di eventuali condizionatori per prepararli al funzionamento estivo, senza incorrere in inconvenienti allergici.


Mestieri

Dalla Rete il lavoro reale

Arrivano i wwworkers. L’occupazione in un click

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Più volte da queste pagine abbiamo evidenziato l’importanza di trovare alternative al posto fisso. Mettersi in proprio, fare impresa seguendo una valida idea e, soprattutto, le nuove tendenze, è ormai fondamentale. Per la serie “aguzzare l’ingegno”, il business oggi è sicuramente legato al web che molto spesso consente di lavorare in proprio raggiungendo tutto il mondo con un solo click. Lavorare in rete dunque e allora ecco una nuova figura: “wwworkers”, ovvero world wide workers, i nuovi lavoratori della rete. Indispensabile essere creativi, appassionati e intraprendenti. E sempre più spesso, in questo campo, è possibile contribuire oltre che al lancio/rilancio di se stessi, anche a lancio e rilancio del marchio made in Italy. I numeri? Secondo una stima i wwworkers, nel Bel Paese, sono già settecentomila e sono portatori di un nuovo modo di lavorare che agevola le start up di piccole e medie imprese in particolare in campo artigianale. Qualche esempio di wwworkers? Prodotti della terra o dell’ingegno. Più che made in Italy in realtà il fenomeno viene definito “live in Italy”, una definizione che mette al centro la territorialità, il legame ed il rispetto per le tradizioni più sane e più belle dell’Italia. Realtà legate al cibo e alla moda, tanto per citare due ambiti nei quali il made in Italy è favorito. Per saperne qualcosa di più http://www. wwworkers.it dove si possono trovare decine e decine di storie e quindi di persone che grazie alla rete e alla loro abnegazione, sono riusciti a sfondare. Altri numeri? Oltre il 60 per cento è ad appannaggio del mondo femminile. Mamme, donne, che in questo modo trovano il giusto connubio tra famiglia e occupazione. Per quanto riguarda l’età, il 42 per cento è composto di over 50. Perché la Rete non è sinonimo di gioventù. Secondo la ricerca di Manpower Group condotta tra 18mila datori di lavoro in 43 Paesi del mondo e presentata al World Economic Forum 2017 di Davos, oltre il 90 per cento dei datori di lavoro intervistati prevede che la propria azienda verrà impattata dalla “quarta rivoluzione industriale” nei prossimi due anni. L’83 per cento del campione intervistato ritiene che l’automatizzazione e la digitalizzazione del lavoro faranno crescere il totale

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dei posti di lavoro. Tra i 43 Paesi oggetto dell’indagine l’Italia vede il maggior incremento di nuovi posti di lavoro e quindi con un aggiornamento delle competenze e con una creazione di nuovi posti di lavoro prevista tra il 31 ed il 40 per cento. Sul web la comunità dei wwworkers si confronta continuamente e si rafforza dando ancor più significato al termine “fare rete”. Il web, si sa, è rapido, arriva ovunque e, in questo modo, è più probabile farsi conoscere e far conoscere il proprio ambito. Passando da una buona idea ad un click per poi arrivare ovunque e con qualsiasi mestiere o professione nelle mani: dal dog sitter al cuoco a domicilio, all’organizzatore di eventi al grafico. Un nuovo modo di lavorare ma sempre con la consueta raccomandazione: passione e preparazione.

Città dei Mestieri e delle professioni di Roma e del Lazio Via del Sommergibile 11- Ostia Lido Tel. 06.5672763 – 06.671073150 municipio10@cittadeimestieri.lazio.it - ww.cittadeimestieri.lazio.it città dei mestieri e delle professioni Municipio X


N ati per leggere di Cristina Anichini

AFRIKA IS AFRIKA

Scorci di vita africana visti con gli occhi del ‘Doctor Vitto’, pediatra inquieto. AFRIKA scritta con la K come rafforzativo di una parola che rappresenta tanto, un tanto che molti di noi vogliono negare. Una terra importante, la terra in cui l’uomo è nato, volente o nolente. Una terra negata a chi la abita, una terra sfuttata, depredata, da sempre colonizzata, sulla quale chiudiamo spesso gli occhi perchè guardarla fa male, per la sua bellezza e per la sua tristezza. Parlare di Africa è sicuramente difficile, si potrebbe cadere facilmente nel banale. E allora come scrivere e descrivere un’esperienza forte come quella vissuta da Vito Sgro, medico pediatra in forza all’Associazione Medici con l’Africa? Così come meglio viene, in modo naturale, senza forzature, descrivendo il quotidiano, i fatti così come sono accaduti. Un diario rivolto al lettore che con estrema facilità si trova immerso nel tepore rassicurante della lettura. Nelle giornate scandite dagli impegni a cui il medico deve ottemperare per portare avanti la sua missione. Nei momenti di malinconia, ma anche di estrema gioia che questa terra ti offre. Si sente la lontananza da casa ma si sente altresì la vicinanza alla vita. La gente in Africa vive, e nella savana più profonda del Sud Sudan, come in molti altri paesi africani, sopravvive. Non si fa tante domande, non ha sovrastrutture, e ama, soffre, piange, ride come noi, ma lo fa con semplicità, con gli occhi dei bambini e delle loro mamme che vanno al presidio ospedaliero dal Doctor Vitto, così lo chiamano, che di fronte alle malattie, alle tragedie, agli scherzi della natura e agli sparamenti agisce con la lucidità e sicurezza del medico di pronto soccorso con il cuore aperto a tutti. Il dottore ‘inquieto’ che svolge la sua missione.

Vito Sgro, il Doctor Vitto, sta ripartendo per l’Africa. La destinazione è Tosamaganga, nella regione dell’Iringa in Tanzania con l’Associazione CUAMM Medici con l’Africa, dove spera di continuare questo viaggio nella scrittura e nel suo animo. Dopo 17 anni torna nel paese africano che per primo lo accolse ben 29 anni fa, dove è nato il suo primogenito Gianluca oggi venticinquenne. Torna felicemente alle origini lasciando per tre mesi i suoi pazienti per poi ritrovarli più ricco di prima. Vito ha anche un’altra figlia Maria nata a Roma, che insieme al fratello ama da morire. Il distacco da loro ad ogni partenza è un peso impornate. Il libro AFRIKA IS AFRIKA, edito da Herald Editore, è in vendita nelle librerie Origami e Arcadia di Casalpalocco. Parte dei proventi delle prime 500 copie vendute sono state devolute a “Infocarcere”, dalla 500° in poi, sarà l’Associazione con cui lavora il “Cuamm-Medici con l’Africa” ad esserne beneficiaria. Un invito all’acquisto ai nostri lettori. Il piacere alla lettura e a fare del bene.

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Quando mi è stato proposto dall’autore di parlare di questo libro, ne ho chiesta una copia che ho cominciato a leggere con il timore di imbattermi in una delle solite nenie smelense che parlano di Africa con il senso di colpa nell’anima, tipico di noi occidentali rei dello sfruttamento di questa terra meravigliosa. E invece mi sono piacevolmente sorpresa. In primis dalla formula diario, con appunti quotidiani dei fatti accaduti nella giornata, che al-

legerisce la lettura, ma soprattutto dall’assenza totale del senso di colpa. Il racconto dei problemi spesso pesanti di questo medico e del suo rapporto con il personale medico e infermieristico sia locale che straniero, è affrontato con la naturalezza più convincente di chi vive e osserva la vita così com’è, senza cadere in patetiche considerazioni. E ci si immerge nei drammi con apprensione e si gioisce con i canti e i balli che esorcizzano il brutto e il male. I rapporti umani in Africa non hanno secondi fini, si ha l’umiltà di presentarsi così come si è, con il proprio modo di essere, di apparire e di pensare.

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di Valentina Mele

89° edizione degli Accademy Awards.

Tra il sogno e la realtà.

E anche l’89esima edizione degli Accademy Awards è filata liscia come l’olio fino alla fine... o quasi. Ebbene sì, lo avrete già sentito in giro, alle 6,10 del mattino, quando era arrivato il momento culmine, il momento topico, quello che tutti aspettano, con un occhio chiuso e uno aperto ecco che Warren Beatty e Faye Dunaway proclamano come miglior film “La La Land”, come i pronostici avevano supposto. La La Land non ha raggiunto nessun record di statuette ma si è portato a casa quelle più importanti. Mentre osservavo tutto il cast, la produzione e i tecnici del film premiato salire sul palco e uno dei produttori ringraziare tutti, pensavo a questo film che in fondo non è il classico film da Oscar: è un film frivolo, visionario, sognatore; un film che sprigiona allegria e positività; un film che inneggia a combattere per il sogno nel cassetto. L’Accademy quest’anno ha voluto premiare i sogni e l’ambizione, pensando a tutto ciò osservo il televisore e noto Emma Stone sullo sfondo particolarmente sgomenta, il regista del film Damien Chazelle scomparso dal palco e l’agitazione che

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serpeggia tra i vincitori, lasciando l’ignaro produttore che sta ringraziando la madre per il supporto e già si immagina la sua bella statuetta dorata sul caminetto, perché in fondo i sogni si raggiungono anche nella vita, ecco una doccia fredda arrivargli addosso: c’è stato un errore. Il vincitore come miglior film è Moonlight, i presenters da 155 anni in due hanno letto la busta sbagliata. In effetti Warren Beatty era un po’ perplesso e ha esitato a leggere il nome che invece è stato prontamente proclamato da Faye Dunaway. Ma cosa è successo? Come è potuto accadere un tale errore? É subito spiegato, dall’attore stesso, che si è ritrovato in mano la busta della migliore attrice protagonista, ossia Emma Stone di La La Land e non sapendo che fare ha mostrato la scritta a Faye che invece ha letto solo l’ultima riga. E niente nella realtà i sogni non si realizzano così facilmente. Moonlight è un film con un cast principalmente afro-americano che ha come tematiche il razzismo, la difficoltà dell’infanzia nei sobborghi, lo spaccio di droga, l’uso di droga, l’omosessualità e il bullismo... adesso riconosco l’Accademy. Il povero Jimmy Kimmel, presentatore della serata, ha asserito e ha chiuso la


serata dicendo che era sicuro che avrebbe rovinato tutto, nell’ilarità e stupore collettivo. Procedendo a ritroso la serata è stata divertente e piacevole è iniziata con la vivacità e l’allegria di un sfavillante Justin Timberlake che è entrato nel teatro cantando la sua canzone “Can’t stop the feeling!” per il film “Trolls” candidata come miglior canzone. Non avrà vinto ma ha fatto ballare tutto il pubblico, compresa la sua bellissima compagna Jessica Biel che mi chiedo come abbia fatto a ballare in quell’armatura dorata al posto del vestito. Kimmel ha preso in giro per tutto il tempo Matt Damon che è stato spassosamente al gioco, ha fatto arrivare dal cielo caramelle, ciambelle e biscotti durante la serata, commentando che si trattava di una pioggia di pericolosissimo glutine, ha tweettato ad un Donald Trump socialmente silenzioso. Nella sua piccola introduzione ha insinuato solo un briciolo di politica chiedendosi “Come si fa a dire che gli Oscars sono razzisti adesso che c’è Trump?”. Tutta la serata ha avuto il tema del non razzismo, ed infatti questa è stata l’edizione con più candidati stranieri, perlopiù afro-americani: 18 candidature. Ricordiamo che l’anno scorso è nata una protesta fuori il Dolby Theatre proprio per i pochi esponenti di colore, e rubando una frase a Kimmel, questo è stato l’anno in cui dei neri hanno aiutato la Nasa, con il film Il diritto di contare, e i bianchi hanno salvato il Jazz, con il film La La Land. Vediamo un po’ di premi. Damien Chazelle ha vinto l’Oscar come miglior regia per La La Land, ottenendo anche il record come vincitore più giovane in questa categoria. Un tremolante, imbarazzato e barbuto Casey Affleck ha ritirato il suo premio come miglior attore protagonista, scrollandosi finalmente di dosso l’etichetta di “Il fratello di Ben”, ora è “Il vincitore di Oscar fratello di Ben”, che tra l’altro non ha mai vinto un Oscar come attore. Casey ha vinto per il ruolo in Manchester by the sea, prodotto da Matt Damon che avrebbe dovuto anche interpretarlo ma ha deciso di cedere il posto al fratello del suo amico di infanzia, per interpretare il ruolo di un cinese con il codino che non ha incassato neanche un soldo (quest’ultima frase è di Jimmy Kimmel). Il premio come miglior attrice protagonista, come ho precedentemente scritto, è andato a ad una splendente Emma Stone per il suo sensazionale ruolo in La La Land. Ha ringraziato, sull’orlo delle lacrime, Ryan Gosling per le risate sul set. Il premio è stato assegnato da un gongolante Leonardo Di

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Caprio che, tronfio della sua vittoria dello scorso anno, ha finalmente potuto presentare uno dei premi più importanti. In questa categoria una menzione va sicuramente fatta per la record woman Meryl Streep candidata per la 20esima volta, praticamente è una sfida con se stessa, ogni anno batte il suo stesso record di candidature. Si è meritata una standing ovation in quanto “mediocre attrice sopravvalutata” (come è stata “simpaticamente” definita dal neo presidente degli Stati Uniti). Se avesse vinto la Streep avrebbe raggiunto, dopo 35 anni, Kate Hepburn con 4 statuette vinte. Ci riproverà, sicuramente, l’anno prossimo. Miglior attore non protagonista è Mahershala Ali, per il film Moonlight, che è stato il primo premio ad essere annunciato, quindi la serata si è aperta con il primo vincitore afro-americano dalle origini islamiche. Miglior attrice non protagonista è stata Viola Davis, la prima donna nera a ricevere 3 candidature come miglior attrice che, in lacrime, ha dichiarato che gli attori celebrano la vita vissuta. Categoria particolarmente black quest’anno, con 3 donne afro-americane. L’Oscar per il miglior film straniero va a Il cliente di Farhadi che ha deciso di non partecipare, come protesta contro la legge di Trump sul divieto di ingresso di alcuni paesi musulmani. Niente statuetta in casa Disney, il miglior film di animazione se lo aggiudica Zootropolis, un film che esalta l’integrazione tra razze di animali diverse e che vuole essere un simbolo dell’umanità. Il premio come Miglior Sonoro arriva a Kevin O’Connell che dopo la sua 21esima candidatura per questa categoria riesce finalmente a portarsi a casa la stuatuina dorata, altro che Di Caprio. Noi, italiani, ci portiamo a casa il premio come miglior trucco e acconciatura con Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per il film Suicide Squad ma vediamo sfumare a Fuocoammare il premio come miglior documentario, Oscar che va ad un lunghissimo e americanissimo O.J: Made in America, un documentario che aveva già vinto il record per la sua durata: 7 ore e 47... secondo me i giurati dell’Accademy avranno visto la prima oretta e poi si saranno detti “parla di razzismo, di afro-americani diamogli l’Oscar e via!”. Miglior Cortometraggio di animazione porta l’Oscar in casa Pixar con Piper. Miglior cortometraggio è Sing. Miglior cortometraggio documentario è The White Helmets. Collen Atwood guadagna il 4 Oscar per i migliori costumi Il libro della Giungla ottiene l’Oscar per i migliori effetti speciali. La La Land si aggiudica la miglior colonna sonora, la miglior scenografia, la miglior fotografia, oltre agli altri 3 già menzionati. Moonlight vince anche come miglior sceneggiatura non originale. Un’edizione che passerà alla storia per l’errore finale, aggiungo che quando sono stati dichiarati i nominati ci sono stati degli errori: sono stati inseriti tra i migliori attori Tom Hanks e Amy Adams che invece non avevano vinto la candidatura. Quest’anno l’Accademy si è divertita con giochi di illusione. Un’edizione in cui la tolleranza, l’integrazione e la solidarietà sono stati i principali messaggi, nonostante la situazione politica sia rimasta ai margini. Un’edizione in cui i sogni hanno ceduto il passo alla realtà che sta a noi renderla migliore.

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S cadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Marzo 2017.

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Si rende noto che nel giorno 7 marzo 2017, si presenta in via telematica il CU 2017 (Certificazione Unica in sostituzione del CUD) sia per i dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e collaboratori.

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Lo Studio rammenta, che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 marzo prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Entro il 16 marzo dovranno effettuare il versamento coloro che essendo titolari di Partita Iva si trovano sotto un regime IVA mensile (febbraio 2017). Inoltre, coloro che presentano il Modello per la Dichiarazione Anno IVA 2016 e risultano a debito dovranno effettuare il pagamento entro il 16 marzo. Si ricorda che il 16 marzo scade il pagamento della Tassa annuale di concessione governativa per la tenuta dei libri contabili e sociali delle Società. Il 16 marzo non per tutti c’è il versamento della TOBIN TAX, l’imposta sulle transazioni finanziarie.

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Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 16 febbraio 2017), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il 20 marzo.

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Con la scadenza del 27 marzo coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat.

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Si rende noto che entro il 31 marzo scade il termine di presentazione dell’istanza all’Equitalia per avvalersi della definizione agevolata delle cartelle di pagamento di cui all’art.6, D.L. 22 ottobre 2016 n. 193 (Rottamazione delle cartelle di pagamento dal 2000 al 2016).

Si rinnova ai lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Gestione Badanti e Colf. • Successioni. Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma - 06/52352585 cell. 3333087137 - email: amdec@libero.it

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HYGGE STYLE La felicità è nelle piccole cose

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Avete mai sentito la parola Hygge?! Questa parola di origine Norvegese, il cui significato è “benessere”, apparve nella lingua scritta danese alla fine del XIX sec. diventando da quel momento parte integrante di questa cultura. È un termine che ha un complesso significato che ne rende difficile la traduzione. Tuttavia si tende a intenderla come: “accogliente”, “confortevole”, “intimo”. I Danesi ne hanno fatto uno stile di vita. E oggi, questa parola, è applicata a qualsiasi cosa e a qualsiasi luogo … potremmo aver sentito dire: Si può essere hygge dentro e fuori casa! Ma cosa significa?! Qual è il suo legame con la felicità? Cos’è esattamente? E...cosa c’entra con l’interior design? Hygge è soprattutto un modo di essere e, come detto, uno stile di vita. È condividere il proprio tempo con le persone care, facendo le cose che ci fanno star bene! È il piacere di una cena tra amici, di una cioccolata calda accoccolati sulla nostra poltrona preferita, di un mazzo di fiori all’ingresso, della luce soffusa di una candela …. il saper godere delle piccole cose. È questo, il segreto del popolo considerato dall’European Social Survery il più felice al mondo: l’aver capito come rendere speciale ogni momento e ogni luogo. Così, si può essere hygge dovunque, facendo una camminata in montagna o sulla spiaggia, un picnic al parco, un giro in bicicletta in un luogo tranquillo, rilassandosi su un plaid in un parco o organizzando un pranzo all’aperto non appena arrivino le belle giornate! Per i Danesi, gran parte della felicità ruota intorno alla casa dove, soprattutto nei mesi invernali a causa delle poche ore di luce, trascorrono la maggior parte del loro tempo. Così lo stile di vita hygge si riflette anche sul modo di concepire la casa che non è pensata per piacere agli altri ma, come dovrebbe essere, a se stessi: un luogo in cui si trova ciò che ci scalda il cuore! Quindi, noi come possiamo portare nella nostra casa il vivere hygge?! Non ci sono delle regole per vivere lo stile hygge. Ma l’obiettivo è creare un ambiente ospitale e confortevole, dove vivere fe-

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licemente da soli e in compagnia! La casa può rispecchiare questo stato di benessere attraverso l’uso dei materiali naturali, delle colorazioni, delle luci soffuse, dei soffici complementi di arredo: tappeti, moquette, cuscini e coperte. La scelta del colore è molto importante, sono consigliati il bianco e le tinte pastello che verranno riscaldate da oggetti e da mobili funzionali in legno. Quindi createvi degli spazi dedicati al relax, dove tenere fuori la tecnologia, almeno per qualche ora.Come un angolo-lettura davanti ad una finestra o ad un camino, [foto1] oppure un bagno con una vasca odorosa di sali ed essenze e circondata da candele. [foto 2] Spegnete la televisione e godetevi una musica in sottofondo. [foto 3] Bastano pochi accorgimenti per rendere la vostra casa e la vostra vita davvero hygge. Meik Wiking direttore dell’Happiness Research Institute di Copenaghen dopo aver passato anni a studiare la magia della vita danese ci spiega ora, con il suo li1 bro Hygge la via danese alla felicità, [foto 4] come portare un po’ di hygge nella nostra quotidianità, mostrandoci che la felicità, molto spesso, è nelle piccole cose! Se volete saperne di più scrivetemi un’email a creativaseriale@gmail. com 3


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