N. 3 20 marzo 2015
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Nuovi impulsi per un mondo possibile Dal 24 al 28 marzo, a Tunisi, si terrà il prossimo Forum Sociale Mondiale: il più grande incontro planetario di movimenti altermondialisti. Sono attesi migliaia di partecipanti, rappresentanti di organizzazioni, ONG, sindacati, politici e giornalisti. Vi prenderà parte anche una folta delegazione svizzera. «Ci andrei non solo una, ma mille volte!», esclama convinta Josée Martin, segretaria generale di E-CHANGER / COMUNDO, l’ONG che (assieme ad Alliance Sud) coordina la delegazione elvetica che parteciperà all’FSM di Tunisi. Una sessantina di persone, rappresentanti di associazioni e sindacati, giornalisti e politici, seguiranno gli incontri del Forum, oltre a visitare diversi progetti della cooperazione svizzera nel paese nordafricano. Sorto nel 2001 a Porto Alegre, in risposta agli incontri di Davos, l’FSM è ancor oggi il più ampio spazio di riflessione della società civile a livello planetario. A Tunisi sono attese migliaia di persone, gli eventi finora registrati sono già più di 1700, con temi che spaziano dall’ambiente alle migrazioni, dai diritti umani all’economia, fino alle nuove forme di cittadinanza (vedi il sito internet fsm2015.org). «Il pianeta brucia – spiega ancora Josée Martin – nonostante gli sforzi dei movimenti sociali, qui e al Sud, le disuguaglianze aumentano sempre più, con il loro bagaglio di fame, di distruzione ambientale, di sfruttamento di bambini, donne e migranti e di sfollati in fuga dalla guerra e dalla miseria. Per questo è importante partecipare all’FSM, per informarsi e dibattere sulle alternative possibili, respirare la vita e la speranza, conoscere le battaglie in corso e la forza dei cambiamenti che si possono suscitare. È il più grande spremi-meningi mondiale! Come movimento, noi di E-CHANGER /COMUNDO sosteniamo i progetti di emancipazione dei movimenti sociali al Sud. Possiamo anche contribuire per portare qui i messaggi più validi e stimolare la solidarietà con i loro obiettivi di lotta. Testimoniare all’interno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e al nostro pubblico le forze che operano altrove sul pianeta significa contribuire qui, in Svizzera, a far conoscere e a mobilitare tutti quelli che s’impegnano per un mondo rispettoso dei nostri “partner” al Sud, della natura e degli esseri umani». Eppure, sono in molti a chiedersi, anche a sinistra, se abbia ancora senso partecipare al Forum Sociale Mondiale. Luc Recordon, consigliere agli Stati del Canton Vaud, pronto a partire per Tunisi, quasi › Continua a pag. 14
Monitoraggio ore
Adesso c’è un regolamento sulla registrazione del tempo di lavoro › Pag. 9
Ritrat to
Anche i giovani trovano il loro spazio nel sindacato
Lot te sindacali
› Pag. 11
Le pressioni continue producono un modello di lavoro malsano › Pag. 13
CCL Posta
Raggiunta un’intesa! Buone prospettive per i dipendenti della Posta. È stato trovato un accordo tra Posta SA e sindacati. Ora il testo deve essere approvato dalle rispettive assemblee e se tutto va bene il 30 aprile si passerà alla ratifica. › Pagine 6 e 7
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Forum Sociale Mondiale
un contratto mantello per tutti i dipendenti della posta
SERVIZI PUBBLICI A REPENTAGLIO
TISA: verso una deregolamentazione su tutti i fronti Il nuovo accordo di scambio sui servizi (TISA), negoziato a lato dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), sconvolgerà la vita di intere popolazioni: liberalizzazione dei servizi pubblici, liberalizzazione a oltranza dei servizi finanziari… Il rullo compressore TISA potrebbe deregolamentare quasi tutti i settori, tra i quali anche posta e telecomunicazioni. Si tratta di un accordo commerciale di cui pochi parlano e che è stato negoziato nella più assoluta segretezza: l’accordo sul commercio dei servizi (ACS) o Trade in Services Agreement (TISA). Viene attualmente negoziato tra una cinquantina di paesi tra cui quelli dell’Unione europea e la Svizzera. Questi paesi, tra i più ferven-
ti difensori della liberalizzazione, stanno attualmente discutendo l’apertura del “mercato dei servizi” alla concorrenza internazionale. Istruzione, sanità, trasporti, posta, telecomunicazioni, radio, televisione e servizi finanziari... tutto è sul tavolo dei negoziati. Senza che i cittadini o i parlamentari abbiano voce in
capitolo. Questo potrebbe rappresentare la fine dei servizi pubblici, dell’acqua, dell’istruzione o della sanità, la fine di qualsiasi volontà di regolamentare i mercati finanziari o di proteggere i dati dei cittadini. Insomma, un ostacolo inaudito all’esercizio della democrazia e al funzionamento › Continua alle pagine 2 e 3