




a cura di FRANCESCO CEREA
prefazione di KEVIN QUATTROPANI, FRANCESCO WALTER
contributi di
KLAUS ANDEREGG, LOUIS CARLEN, FRANCESCO CEREA
PETER CLAUSEN, ROLAND FLÜCKIGER-SEILER, JONATHAN INNIGER
ADRIAN KRÄUCHI, JOSEF LAMBRIGGER, DAVID PFAMMATTER
OLIMPIA RATTO VAQUER, ADELINE ZUMSTEIN
Josef Lambriggerformò il con ne con il Vallese francofono. Gli Alemanni immigrarono nel Goms attraverso il Grimsel. I toponimi che terminano in -ingen, come Reckingen, Gluringen ecc., non sono altro che la continuazione del -ingen nell’Oberland bernese, come Meiringen ecc. UnterGoms con Ernen fu anche stabilito dagli Alemanni, che diedero i campi nomi tedeschi regali come Fäld, Moos, u Egge ecc. Anche la latina Aragon venne germanizzata in Ärne – Ärnen – Ernen. Il nome Aernen compare per la prima volta in un documento del 1510. I distretti del villaggio di Ernen hanno tutti nomi di derivazione alemannica: Hengert, Biel, Strahle, Ägerte, u der Flüe, Lärchgassa, Michlig schrota. La migrazione degli Alemanni da nord a sud non si fermò a Goms. Nel XII secolo la popolazione di lingua tedesca era diventata così numerosa che avanzava sui passi Arbola e Gries no al comune di Formazza in Italia e vi fondarono le colonie Walser.
Arnen (sottolineato in rosso), in una carta geogra ca dal titolo Descriptio Valesiae in Helvetia da una incisione su rame tratta dall’ Atlas Minor di Bertius, stampata ad Amsterdam da J. Hondius nel 1618. Collezione privata.
signorili amministratori: i maior del goms
Josef LambriggerQuando re Rodolfo III di Borgogna cedette nel 999 la contea del Vallese al Vescovo Hugo, Ernen e il Goms ottennero anche un nuovo signore fondiario nel vescovo di Sion. Al ne di consolidare e garantire i propri diritti signorili, il vescovo doveva cercare di impossessarsi del maggior numero possibile di terreni perché solo chi controllava la terra avrebbe potuto sostenere la propria supremazia e prestigio per un lungo periodo di tempo. Quanta più terra poteva concedere in a tto, tanto più le persone dipendevano da lui o addirittura lo servivano senza godere di molti diritti. Inoltre, c’erano anche dei contadini liberi che potevano disporre a piacimento dei loro beni, come un certo Conon, glio di Gontram sul Biel (supra Buele) di Ernen che nel 1265 ereditò un terreno dalla madre Mathilde a “Murchum” che poi vendette a Ernen per quattro libbre all’ecclesiastico Wilhelm de Geynsmetdum. Anche la bassa nobiltà del villaggio di Niederernen, con i signori de Platea (dell’Hengart), Bogner e Troler acquisirono una certa reputazione. In particolare, i nobili cavalieri
la Tour del 1364-1370, i compatrioti si schierarono dalla parte del vescovo. Tolsero al conte di Savoia diversi castelli e borghi e costrinsero Anton de la Tour a rmare un trattato di pace. L’8 agosto 1375 però questi invase a tradimento il castello della Seta (Savièse) con l’aiuto di qualche servo e gettò il vescovo e il suo cappellano oltre le mura giù nell’abisso di roccia. I vallesani giurarono vendetta per l’assassinio del vescovo, scon ssero Anton von Turm, distrussero il suo castello a Niedergesteln e posero ne al dominio della
Veduta delle rovine del castello de la Tour-Châtillon, in tedesco Gestelnburg, nel villaggio di Niedergesteln. Secondo la leggenda la famiglia dei baroni Zurlauben, emigrata a Zugo nel XV secolo, discenderebbe dai baroni von Turm. Costoro furono una potente dinastia feudale, che venne scacciata dal Vallese nel 1384 con la distruzione del loro castello. Incisione di M.me Jourdain su disegno di Jean-JacquesFrançois Le Barbier (1738-1826). Immagine tratta dai Tableaux de la Suisse, ou voyage pittoresque fait dans les treize cantons et Etats alliés du Corps helvétique, Paris 1780-1788. Collezione privata.
nobiltà. I tempi degli aristocratici maior erano niti anche nel Goms. A poco a poco si impoverirono, rinunciarono ai loro titoli nobiliari e tornarono ad essere semplici contadini. A capo della decania arrivarono uomini del popolo, non più nominati dal vescovo ma eletti dalla gente.
Tra Ernen e Münster ci fu sempre una certa rivalità. La sede della nobile carica di maior si trovava a Ernen. Tuttavia, anche Münster sapeva come assicurarsi dei privilegi. La maggior parte dei trattati e degli accordi non furono rmati soltanto da rappresentanti di Ernen, ma anche da delegati di Münster. Così avvenne nel 1346 con il trattato dei Waldstätten e nel 1362 quando il vescovo Tavel riacquistò la libertà dopo mesi di prigionia e a seguito di grandi concessioni al popolo del Goms. Forse quelli di Münster in quel periodo strapparono al vescovo il privilegio di poter eleggere il proprio Maior. Perché mentre dal 1367 al 1370 il donzello Wilhelm Mermetten fu maior di Ernen, a Münster nel 1368/69 il maior fu Johann Borter. Questo portò a creare nella decania due giurisdizioni e due tribunali che non avrebbero mai più formato una totale unità. Sebbene dal 1367 ci fossero due maior nel Goms le due parrocchie erano unite su questioni legate alle tasse e ai tributi per il vescovo. Nel 1374 i “sindaci e procuratori” della parrocchia di Ernen con Selkingen e i comuni della parrocchia di Münster si lamentarono della poca chiarezza nell’incasso delle
“Tellen”: scadenze poco chiare, impossibilità di e ettuare il pagamento in caso di scarso raccolto, gli importi delle tasse, le variazioni della situazione patrimoniale, le scadenze annuali o biennali. La controversia fu risolta il 12 novembre al cimitero
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Ernen fu la cosiddetta Kapuzinerhaus del 1511 che spiccava con la facciata laterale ai margini del villaggio. Un’ulteriore di erenza nella costruzione delle case è rappresenta dal piano adibito a salone situato tra la cantina e il piano abitativo: nel Goms superiore è generalmente costruito in legno, nel Goms inferiore troviamo dal XVI secolo dei piani adibiti a sala con pareti in muratura. Il più antico (anno 1557) piano in muratura adibito a salone che ancor oggi possiamo ammirare si trova nella frazione di Moss a Fiesch mentre altri imponenti esempi della ne del Cinquecento si possono trovare oggi nei villaggi di Ernen e Mühlebach. Secondo la descrizione di Stumpf ci sono esempi più antichi dell’inizio del XVI secolo anche se questi non sono pervenuti no ai nostri giorni.
Ernen ai tempi di Johann Wolfgang con Goethe
Dopo una lunga pausa nei tempi della Controriforma, i viaggi conobbero un nuovo slancio poco prima del XVIII secolo. Nel corso del Settecento un viaggio non doveva più avere una giusti cazione “scienti ca”; si visitavano nuovi luoghi per piacere e per ampliare i propri orizzonti. Nacque il turismo nel vero senso della parola: il contenuto di un viaggio diventa più importante della sua destinazione. All’inizio del XVIII secolo era anche consuetudine che i rampolli delle famiglie nobili, soprattutto inglesi, intraprendessero un viaggio attraverso l’Europa, solitamente accompagnati da un insegnante, per completare la loro formazione. Di solito culminava in un “tour” attraverso la Svizzera. Nel corso del XIX secolo, dai termini “tour” o “grand tour” nacquero le espressioni turismo e turista. Verso la ne del XVIII secolo, diversi aristocratici e studiosi viaggiarono attraverso la Svizzera riportando le loro a volte euforiche impressioni. Insieme a pittori e poeti, essi furono responsabili del fatto che il paese di montagne e pastori nel cuore dell’Europa si trasformasse in una delle mete di viaggio per eccellenza. Importanti impulsi per la riscoperta dei paesaggi naturali ebbero inizio già nella prima parte del Settecento grazie al naturalista e docente universitario zurighese Johann Jakob Scheuchzer e dal poeta bernese Albrecht von Haller. Entrambi descrissero a modo loro la bellezza dei paesaggi alpini incontaminati e dei loro abitanti. Suscitarono così la curiosità di naturalisti, poeti e numerosi viaggiatori aristocratici che a loro volta andavano sempre di più alla ricerca delle bellezze del mondo alpino. Questo movimento ricevette un sostegno decisivo alla ne del XVIII secolo attraverso gli scritti dell’esponente del Romanticismo Jean Jacques Rousseau, in particolare grazie
Com’era il villaggio di Ernen ai tempi di Goethe?
Nei due secoli tra le visite di Stumpf e Münster, oltre che di Goethe, il villaggio si è notevolmente ampliato con numerose nuove costruzioni. Alla ne del Cinquecento furono costruiti nel centro del paese molti nuovi edi ci che consolidarono l’antico e ancora diradato patrimonio edilizio del tardo medioevo e dell’inizio del XVII secolo dando in gran parte al centro abitato l’aspetto attuale. Poco dopo la visita dei due umanisti nel Cinquecento, i due angoli esterni dell’Hengert erano de niti dall’odierna casa Stucky del 1556 e dalla Tellenhaus del 1576. Nel 1603, l’allora capitano generale Matthäus Schiner aveva fatto edi care accanto alla casa Zum heiligen Georg un nuovo edi cio rappresentativo che nel 1639, insieme alla casa di Helene Clausen-Guntern e Josef Jenelten, contribuì a delimitare l’angolo superiore dell’Hengert. Data la già forte concentrazione all’interno del borgo antico nel XVI secolo, la maggior parte dei nuovi edici signorili costruiti tra il 1630 e il 1700 si trovava già perlopiù alla periferia del villaggio. Tra il 1750 e il 1762, venne costruito in pietra il nuovo municipio della decania al centro del Grosser Hengert sul sito dove sorgevano due antiche case unite, una delle quali era il vecchio edi cio del tribunale della decania. In questo modo, attraverso questa apertura strutturale, nasceva l’attuale Hengert lungo il suo asse longitudinale, soltanto poco prima della visita di Goethe; in precedenza era diviso in una piazza tra la casa comunale (l’attuale scuola), il vecchio tribunale e un più ampio spazio aperto (forse un tribunale pubblico) tra questo e la casa Zum heiligen Georg. Il nuovo maestoso edi cio del tribunale doveva attirare l’attenzione grazie alla sua posizione centrale nella piazza trovandosi nel campo visivo di tutti i viaggiatori
in arrivo e, grazie alla facciata di pietra, fare una bella impressione poiché a quel tempo la gente non era ancora abituata a vedere edi ci in pietra nel Goms.
restauro di molte chiese, curandone alcune personalmente come quelle di Sion, Raron ed Ernen. Godendo dei favori di tre papi, ottenne da Giulio II, nel 1510, a vita, e da Leone X, il 6 luglio 1513, de nitivamente, l’immediatezza della Santa Sede per la sua diocesi, togliendo la diocesi
Ernen patria di vescovi e gran balivi 171
vallesana dal controllo dell’arcidiocesi di Tarantasia. Anche nella sua politica internazionale mirava, con una logica rigorosa, a garantire al Vallese la sua totale indipendenza nei confronti della Francia. Per de nire la sua controversa gura in questo cinquecentesimo anniversario dalla sua morte penso sia utile trascrivere le ancora attuali conclusioni del suo biografo, il professor Albert Büchi:
Agli occhi dei suoi contemporanei, passava per un eminente statista. Quanto a noi, vediamo in lui uno dei più grandi gli del nostro paese, e questo giudizio è confermato dagli storici, con poche eccezioni. La politica di Schiner, in cui utilizzava anche i più moderni mezzi di propaganda, fece acquisizioni durature. Il ri uto della dominazione francese in Italia, la conquista e il mantenimento del Ticino nella Confederazione, l’elevazione al soglio ponti cio di Leone X e Adriano VI, l’elezione di Carlo V all’impero: si tratta di eventi storici, di portata nazionale e internazionale, di cui Schiner ha avuto notevoli meriti. In ne, prima di molti altri, ha riconosciuto i pericoli che la Riforma rappresentava per la Chiesa e ha rapidamente misurato il signi cato politico del movimento. Più forte di qualsiasi altro svizzero, Matthäus Schiner ha segnato il corso della storia e ha dispiegato, lontano dagli stretti con ni del suo paese, un’attività politica che ha ottenuto un successo indiscutibile. La sua personalità impressionò fortemente tutti i suoi contemporanei, re e principi, papi e prelati, statisti e studiosi che tutti all’unanimità riconobbero il suo genio di statista e le sue eminenti doti. Per questo abbiamo tutte le ragioni per mantenere la sua e gie, nella memoria della storia, come
276 Roland Flückiger-Seiler, Peter ClausenMühlebach si trova a 1200 metri sul livello del mare e conta oggi circa ottanta residenti. Nel 2004 l’ex comune autonomo si è fuso con il vicino borgo di Ernen. Mühlebach è conosciuto per aver dato i natali al cardinale Matthäus Schiner (ca. 1470-1522), attivo nelle campagne militari di Milano all’inizio del XVI secolo. L’insediamento, che prende il nome dai müllinen (mulini), viene menzionato per la prima volta in un documento del 1215 in relazione alla famiglia nobile locale. Nel XVI secolo il piccolo villaggio vide Peter Zlauwinen, Martin Clausen e Matthäus Schiner, nipote del cardinale, ricoprire la carica di gran balivo del Vallese. Mühlebach è anche conosciuto come luogo natale della famiglia di scultori Bodmer, il cui rappresentante più importante è Moritz Bodmer (1618-1711).
L’abitato di Mühlebach è dominato dalla cappella arroccata su una collina a acciata su Zeneggen a ovest e sul
Mühlebach Foto Christian Guerra.Chastebiel vicino a Blitzingen a est. L’edi cio del 1676 è dedicato alla Sacra Famiglia. Nel XIX secolo, tuttavia, vi si venerava anche San Giuseppe, ra gurato sul letto di morte nell’altare laterale destro. L’insediamento con le tradizionali case a blocco segue il vecchio cammino del Goms che si snoda dal ponte sul Mühlebach no a una piccola depressione vicino alla collina della cappella. Questo è il centro del villaggio con il maggior numero di “case pagane” del Goms. Un totale di dodici edi ci sono raggruppati intorno alla casa natale del cardinale Schiner in una suggestiva posizione panoramica, tutti databili tra il 1389 e il 1501 con l’aiuto della dendrocronologia (lo studio degli anelli del tronco degli alberi). Poiché il villaggio nel corso dei secoli fu risparmiato da incendi e altre catastro , Mühlebach possiede oggi il più antico centro della Svizzera con costruzioni in legno. Nel nucleo del paese, vicino alla fontana superiore, si trova la più antica casa del Goms (casa n. 14) datata 1501. Nelle immediate vicinanze c’è la casa natale del