Quella che vi vogliamo raccontare è una storia che vorremmo non fosse così speciale. Vorremmo raccontarvi come per ciascuna di queste donne sia stato facile diventare chi è diventata e fare ciò che ha fatto…
È invece una storia di ribelli, di donne che con il loro coraggio hanno cambiato il mondo.
È la storia di Cleopatra, ultima regina d’Egitto, ed è la storia di Ipazia, filosofa, matematica e astronoma in un mondo dove già si era deciso che lo studio era solo per gli uomini, così come la storia di Ada Lovelace che nel 1800 divenne la prima programmatrice di computer, e quella di Marie Curie che vinse ben due premi Nobel.
È la storia delle donne che finalmente acquisiscono il diritto al voto grazie alle lotte di Emmeline Pankhurst e alle suffragette inglesi, è la storia delle donne che si fanno strada in ambienti lavorativi considerati maschili: Amelia Earhart nell’aviazione, Junko Tabei nell’alpinismo, Samantha Cristoforetti nell’aeronautica.
Frida Kahlo, Shirley Temple, Miriam Makeba, Coco Chanel, Maria Lai, le cui storie sono così lontane nel tempo e nello spazio ci raccontano che in un mondo ostile all’emancipazione femminile, l’arte può essere il modo per far sentire la propria voce. La voce di una ribelle.
Come quella di Malala, che rivendicava solo il diritto di andare a scuola e quella di Greta Thunberg e dei giovani ambientalisti di tutto il mondo.
La nostra voce.
La tua voce.
Questa, è una storia che speriamo possa essere monito, memoria e ispirazione, per noi sul palco e per voi che ci guardate.
CLEOPATRA
Divenne regina d'Egitto a 18 anni. Era intelligente, colta e ambiziosa. Abbiamo immaginato di intervistarla in un momento delicato: il suo esercito e i soldati di suo marito, il generale romano Marco Antonio, sono stati da poco sconfitti dagli uomini di Ottaviano, il figlio adottivo di Giulio Cesare.
-Perché Ottaviano le ha dichiarato guerra?
«Ottaviano odia Marco Antonio, perché vuole governare da solo su Roma. Ma ha preferito dichiarare guerra a me, perché sono una donna e non sono romana. Di questi tempi, non è facile per una donna ricoprire un ruolo di comando».
-Mi creda, non sarà facile neppure fra duemila anni... Ma lei com'è riuscita a raggiungere una posizione così importante?
«Sono figlia del faraone Tolomeo XII. Per prendere il comando, quando nel 51 a.C. mio padre morì, ho dovuto sposare il mio fratellino, Tolomeo XIII».
-Era piuttosto giovane: come ha fatto a guidare da sola uno Stato tanto grande e ricco?
«Ho scelto di collaborare con i Romani e di usare intelligenza e diplomazia. Mi sono preparata a questo ruolo fin da bambina, studiando come una matta: adoro la retorica, la geometria, l'aritmetica, l'astronomia e la medicina. Ho letto poemi, tragedie e commedie greche, so dipingere, suonare la lira, cantare e andare a cavallo. Ma soprattutto conosco le lingue: 8, tra cui il greco, il copto e il latino. Non sono bella come dicono, ma quanto a cultura non mi batte nessuno! Ed è con il mio modo di parlare che conquisto chi mi sta di fronte…»
IPAZIA
Ipazia nacque intorno al 370 ad Alessandria d’Egitto e fu una importantissima matematica, filosofa ed astronoma, considerata oggi un simbolo dell’indipendenza della donna e della libertà di pensiero.
Figlia del filosofo Teone, è proprio grazie a lui che ebbe la possibilità, a quei tempi non scontata, di istruirsi fin da bambina.
I suoi studi furono rivoluzionari: arrivò a formulare ipotesi sul movimento della Terra ed è molto probabile che cercò di superare la teoria secondo la quale la Terra era al centro dell’universo.
Fu inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio. Tradusse e divulgò molti testi classici greci, ma sopratutto fu un’insegnante eccezionale. Fu proprio la sua crescente fama come insegnante a metterla sotto l’occhio critico della società del tempo e purtroppo, in un clima di fanatismo, di ripudio della cultura e della scienza in nome della sempre più diffusa religione cristiana, Ipazia venne uccisa nel marzo del 415, lapidata in una chiesa da una folla di fanatici.
ADALOVELACE
Quella di Ada Lovelace è una storia non comune per le donne del suo tempo, perché non solo le venne permesso di imparare la matematica, ma addirittura fu la sua famiglia ad incoraggiarla a farlo e, con il suo incredibile lavoro, ci ha dimostrato cosa possono fare le donne quando gli viene data la possibilità di esprimere le proprie capacità. Il suo preziosissimo contributo lo diede collaborando con il matematico Charles Babbage, arricchendo notevolmente i suoi studi su una rivoluzionaria invenzione: la macchina analitica (un'antenata del computer). Ada mise a punto un algoritmo che può essere considerato come il primo programma informatico della storia. In poche parole, se Charles Babbage è l’inventore dell’hardware (il primo computer), Ada Lovelace è l’inventrice del software (il primo programma).
MARIECURIE
Passata alla storia come “madre della fisica moderna”, nacque nel 1867 a Varsavia.
Il percorso da studentessa di Maria non fu facile: a soli 15 anni visse la frustrazione di non poter frequentare l’Università di Varsavia, che non ammetteva donne, e per poter proseguire gli studi, dovette cambiare il suo nome in Marie e immatricolarsi presso l’Università di Parigi, dove finalmente potè liberamente (e con ottimi risultati!) studiare fisica, chimica e matematica.
La sua carriera come scienziata la portò a conoscere Pierre Curie, che a quel tempo era immerso in una serie di esperimenti sulla radioattività. Si sposarono e portarono avanti una lunga serie di ricerche. La loro collaborazione fu esplosiva: scoprirono due nuovi elementi chimici (il Radio e il Polonio) e Marie, insieme allo scienziato Becquerel e allo stesso Pierre Curie, ricevette il Premio Nobel per la Fisica, diventando la prima donna della storia a essere insignita di questo riconoscimento. Grazie a ulteriori approfondimenti sul Radio, inoltre, l’anno seguente ricevette il suo secondo Premio Nobel, questa volta per la Chimica.
EMMELINE PANKHURST
Nata a Manchester nel 1858, Emmeline Pankhurst sin da ragazza aveva deciso di “non farsi da parte” e di impegnarsi per una causa che al tempo in pochi reputavano meritevole di interesse: i diritti delle donne. Era una donna brillante, riusciva a coinvolgere le folle con entusiasmanti discorsi e con arguti scritti.
Organizzatrice di proteste, era sempre in prima fila alle manifestazioni. Fu l’ispiratrice del movimento delle “suffragette” che si batteva per l’ottenimento dell’estensione del voto alle donne. Un movimento lodato nei libri di storia oggi, e invece criminalizzato, diffamato e attaccato al tempo.
Da leader, Emmeline Pankhurst fece di se stessa un’arma politica: accusata di minacciare l’ordine pubblico, fu arrestata più e più volte (ben dodici solo tra il 1913 e il 1914!), ma nonostante questo, prevalse in lei la volontà di opporsi.
Emmeline Pankhurst morì a 70 anni, il 14 giugno 1928, poche settimane prima di vedere con i propri occhi l’ultima vittoria di una battaglia lunga una vita. Il 2 luglio del 1928, infatti, il Parlamento britannico approvò il Representation of the People Act, la legge che estese il diritto di voto delle donne equiparandolo a quello degli uomini.
COCOCHANEL
Nata nel 1883 in Francia da una famiglia di umile estrazione, Coco Chanel può essere considerata l'esempio perfetto di donna che si è fatta da sé e che è riuscita ad affermarsi grazie al suo talento e al suo enorme carisma. Orfana di madre, fu durante il suo soggiorno nell’orfanotrofio che imparò a cucire, ricamare e stirare. Dopo il periodo trascorso nel collegio femminile, la cui austerità influenzò profondamente il suo pensiero, trovò lavoro come sarta. Ma aspirava a qualcosa di molto più grande e si prefiggeva di raggiungerlo con ogni mezzo a sua disposizione. La sua vita iniziò a cambiare nel 1909 quando, grazie all’aiuto di un amico, aprì la sua prima boutique (e successivamente una seconda) iniziando a entrare nell'esclusiva scena della moda parigina.
Grazie al successo delle sue boutique, Coco propose numerose novità nella moda femminile, che rivoluzionarono il modo di vestire delle donne, incoraggiandole ad esempio, ad utilizzare i pantaloni.
Passando attraverso i due conflitti mondiali, Coco riuscì sempre a reinventarsi, riscuotendo sempre quell'enorme successo che dura ancora oggi.
AMELIA EARHART
Sono tanti gli aerei dispersi a partire dal XX secolo e sommersi nelle profondità degli oceani. E soprattutto tanti gli aviatori morti di cui non furono mai ritrovati i corpi. Tra questi spicca Amelia Earhart, icona femminista che scomparve nel Pacifico nel 1937. Amelia, nata nel 1897 in Kansas, sin da piccola aveva mostrato un carattere avventuriero e indipendente e un grande interesse nei confronti di quelle donne che avevano avuto successo in attività tradizionalmente considerate maschili.
Decise che sarebbe diventata pilota dopo la sua prima esperienza di volo e solo due anni dopo ottenne il brevetto. Negli anni venti e trenta realizzò numerosi record: fu la donna che volò all’altitudine e alla velocità maggiori allora raggiunte, ad attraversare l’Atlantico e a pilotare, in solitaria, tra Oakland e Honolulu, e tra Los Angeles e Città del Messico.
Nel 1937, progettò la sua più grande impresa: compiere il giro del mondo. Impresa che purtroppo non la vide mai arrivare a destinazione: dopo un ultimo contatto radio, l’aereo fu dato per disperso e il 5 gennaio 1939 l’aviatrice fu dichiarata legalmente morta.
FRIDAKAHLO
Frida Kahlo nacque nel 1907 in una famiglia di artisti, ma fino all'età di 18 anni non mostrò alcun interesse per il mondo dell’arte. Tutto cambiò quando subì un gravissimo incidente le cui conseguenze furono terribili per lei: Frida rimase immobile per tre mesi e subì trentadue operazioni, ma questo non le impedì di appassionarsi alla pittura, una delle poche attività che poteva svolgere in quella situazione di immobilità.
Grazie a uno speciale cavalletto infatti, riusciva a impugnare il pennello mentre era distesa a letto e uno specchio le permetteva di vedere se stessa. I primi quadri che dipinse furono quindi degli autoritratti, perché, come affermò lei stessa, «passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio».
Nel tempo, Frida Kahlo si affermò nella società, impegnandosi politicamente e diventando un riferimento per il movimento femminista.
La sua passione per la vita e il suo desiderio di libertà, sebbene minati dai suoi gravi problemi fisici, possono essere riassunti in queste sue stesse parole: «Piedi, perché li voglio se ho le ali per volare?».
SHIRLEYTEMPLE
Shirley Temple nacque nel 1928 in California e sin da piccolissima (a tre anni la portarono a fare il suo primo corso di danza) dimostrò il suo enorme talento. Iniziò a recitare pochi anni dopo e già nei primi anni Trenta del Novecento, Shirley fu un fenomeno conosciuto in tutto il mondo. Non fu facile per lei affrontare il mondo dello spettacolo americano del tempo, un mondo fatto di uomini adulti che pretendevano tantissimo da lei, che era solo una bambina. Era una bambina però estremamente talentuosa, testarda e una gran lavoratrice e riuscì ad imporre la sua personalità in tutti i set e con tutti i suoi colleghi. Per quattro anni di seguito è stata la star di Hollywood più pagata (e aveva solo 9 anni!). La sua carriera di attrice terminò quando divenne adolescente e da lì in poi decise di impegnarsi politicamente, diventando ambasciatrice ONU per gli Stati Uniti.
MIRIAM MAKEBA
Nacque nel 1932, nera e poverissima, in un Sudafrica che era (ed è tuttora) terra di forti contrasti: tra la massima povertà e la più scintillante ricchezza, tra la sabbia e i diamanti, la schiavitù e la libertà. Tra il bianco e il nero. Era il Sudafrica dell’apartheid, a causa del quale i neri si ritrovavano sotto le direttive di un governo coloniale britannico che decideva del loro futuro, senza possibilità di votare per poter cambiare la situazione. In questo difficile contesto, Miriam Makeba coltiva la sua passione per la musica fino a diventare una professionista. Riscuote un certo successo, dando voce alla realtà sudafricana, motivo per il quale entra nel mirino del governo tanto che, una volta che Miriam uscirà dal Sudafrica per una tournée mondiale, non potrà più farvi ritorno: scoprirà infatti che il suo passaporto non è più valido. Ritenuta pericolosa, la sua voce disturba il regime. Troppo gravi i fatti che Miriam potrebbe rivelare al mondo tornando al suo Paese che, in pratica, la esilia.
Miriam continuerà così a far sentire la sua voce, per tutta la sua vita, e sebbene da lontano, sosterrà il suo popolo.
Nel 1986 le viene conferito il Premio Nobel per la pace.
JUNKOTABEI
Junko Tabei nacque nel 1939 nella provincia giapponese di Fukushima e crebbe in una famiglia relativamente povera e molto numerosa.
Cominciò ad appassionarsi di montagna e alpinismo quando aveva solo 10 anni, durante una gita scolastica durante la quale salì per la prima volta sul Monte Asahi (quasi 2.300 metri di altezza!). Da adolescente cominciò a fare diverse cose che erano poco accettate nella società giapponese di allora, come per esempio gestire un club per donne specializzato di alpinismo: «La maggior parte degli uomini giapponesi della mia generazione si aspettano che la donna stia a casa e faccia le pulizie», disse in un’intervista.
Studiò per diventare insegnante e si laureò in letteratura inglese a Tokyo, ma poi preferì tornare alla sua passione, l’alpinismo. Nel 1969 fondò il Club di alpinismo per donne, il cui slogan era: «Andiamo a fare una spedizione all’estero, da sole».
Nel 1975, a 35 anni, Tabei completò la sua ascesa più importante, quella del Monte Everest, e nel 1992 divenne la prima donna a scalare le “Seven Summits”, le cime più alte di ciascun continente.
Fino all'età di 73 anni Junko raggiunse ogni estate la vetta del Monte Fuji, a 3776 metri.
SAMANTHA CRISTOFORETTI
Samantha Cristoforetti è un'astronauta e aviatrice italiana. Ha trascorso 369 giorni in orbita, sfrecciando a 27.000 km/h attorno alla Terra.
È la prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia
Spaziale Europea (ISS) e la prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale.
Le sue due missioni più importanti a bordo dell’ISS sono state Minerva e Futura, grazie alle quali detiene il record europeo e il record femminile di permanenza in orbita in una singola missione.
Astrosamantha è senza dubbio una delle figure di ispirazione più potenti degli ultimi anni. A tutti i suoi innumerevoli meriti, va aggiunto quello di aver fatto appassionare i più giovani (e soprattutto le più giovani) non solo allo spazio, ma alle discipline STEM e alle scienze in generale.
MALALA YOUSAFZAI
"Da quando i talebani erano saliti al potere, la nostra scuola non aveva un’insegna e la porta in ottone decorato, che spiccava nel muro bianco di fronte al deposito di una segheria, non lasciava intravedere nulla di ciò che accadeva all’interno.
Per noi ragazze quella porta era come una magica soglia che portava al nostro mondo speciale. Appena entrate, ci toglievamo subito il velo, come quando un soffio di vento spazza via le nuvole per fare posto al sole.
È difficile immaginare che qualcuno potesse vedere in tutto ciò una minaccia. Eppure, fuori da quella porta di ottone non c’era chi, come i talebani, pensava che le ragazze non debbano andare a scuola."
Malala è una giovane pakistana, sopravvissuta ad un attentato da parte dei talebani: un proiettile l’ha colpita alla testa proprio mentre andava a scuola. La sua unica colpa era quella di rivendicare il diritto allo studio per tutte le ragazze pakistane.
Malala oggi vive con la sua famiglia in Inghilterra e si batte costantemente perché tutti i bambini possano avere un'istruzione.
Nel 2014 ha vinto il premio Nobel per la pace insieme
all'attivista indiano Kailash Satyarthi "per la loro
battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’educazione''.
GRETA THUNBERG
Greta Thunberg ha 20 anni e già da diverso tempo è conosciuta per essere la voce dei giovani ambientalisti di tutto il mondo. Il suo “Skolstrejk for klimatet” (sciopero della scuola per il clima) fu la prima di tante azioni di protesta messe in atto dalla giovane per sensibilizzare i governi di tutto il mondo sul tema del cambiamento climatico, come per esempio i Fridays For Future, venerdì in cui studenti di tutto il mondo, giovanissimi, anziché andare a scuola si ritrovavano per manifestare per l’ambiente.
Nel 2018 a soli sedici anni, si ritrova in Polonia a parlare per la prima volta davanti ai leader mondiali dell’urgenza di trovare una soluzione per arrestare i danni climatici: "E’ tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui di fronte a voi. Dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite tutti da me per avere speranza? Ma come osate! Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre vuote parole. Eppure io sono una persona fortunata.
Le persone soffrono. Le persone stanno morendo. Interi ecosistemi stanno crollando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e le favole della crescita economica infinita."
MARIALAI
Maria Lai, nata a Ulassai nel 1919, è stata un’artista sarda che è riuscita a creare un legame tra la tradizione sarda e l’arte contemporanea, trasformando le azioni quotidiane della vita in Sardegna in arte.
Uno dei temi centrali della sua opera era la tessitura: Maria considerava la vita come un insieme di relazioni da tessere, una trama di fili che unisce e crea armonia tra le persone.
Proprio in Sardegna realizzerà parte delle sue opere più importanti, tra queste ricordiamo “Legarsi alla Montagna”: un’opera viva attraverso la quale, utilizzando un nastro azzurro e facendolo passare di mano in mano e di casa in casa per un giorno intero, legò fisicamente e simbolicamente la comunità di Ulassai alla montagna che sovrastava il paese.
Riuscendo a coinvolgere l’intero paese, Maria annullò i conflitti tra le persone, creando nuove relazioni tra i paesani. Il nastro azzurro rappresentò per il paese la salvezza, e un nuovo inizio.
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