QuiMerano nr15 2020

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“La mia rinascita dopo il Covid”

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VACANZE

SPORT

CULTURA

Pronta la nuova scuola interetnica

Si torna in palestra

La musica invade tutti i quartieri

Ultimi ritocchi per le elementari italiane e tedesche a Sinigo

Lo Sportclub torna sugli attrezzi

Al via “Stasera chi suona?” con tante esibizioni live nei rioni

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Il sorriso di Hansi Giovanni “Hansi” Carli, scomparso improvvisamente qualche giorno fa all’età di 84 anni, era un amico dei giornali QuiMedia. Hansi era anche, e soprattutto, una persona buona dedita a condividere un po’ di gioia e buonumore con chi sta peggio, anche solo attraverso un gesto o un piccolo pensiero. Proseguendo una vera e propria tradizione familiare, portata avanti per anni con la moglie Dolores Corradini scomparsa nel 2013, Hansi trascorreva il suo tempo libero realizzando oggetti e presepi in polistirolo e compensato, da posizionare nel reparto di cure palliative dell’ospedale di Bolzano oppure presso la casa di riposo di via della Roggia, presso la quale svolgeva il ruolo di animatore. La sua idea era quella di rinnovare la consuetudine con la festa – a Natale Pasqua, Capodanno e Carnevale, ma anche ogni compleanno spesso “importante” – in casa di riposo. In tali feste Hansi si occupava della scenografia ma anche della conduzione; per questo non aveva nessun problema a travestirsi e imbracciare un microfono, per intonare le canzoni del caso. Per Hansi era importante dare la possibilità anche a malati e anziani di mantenere un collegamento con il mondo esterno. E all’interno dei servizi di volontariato promossi da Anteas Agas – che si occupa in prima battuta del

trasporto di anziani e malati alle visite mediche – il signor Carli aveva preferito spendersi nella trasmissione diretta di positività e letizia. Periodicamente Hansi veniva a trovarci in redazione, consegnandoci resoconti delle “piccole grandi feste” EDITORIALE che era riuscito a mettere in piedi in casa di riposo. Per noi era un volto amico e al contempo una conferma del radicamento del nostro giornale tra la gente. Alle notizie che il signor Carli ci portava abbiamo sempre cercato di dare il maggior spazio possibile, convinti che i nostri freepress debbano proprio servire a riverberare anche e soprattutto ogni aspetto solidale nella nostra vita comune. La qualità e la manutenzione del nostro tessuto sociale spesso infatti dipendono soprattutto dai tanti Hansi Carli che si danno da fare. Per dare; non solo per pretendere e ricevere. Hansi ci mancherà tantissimo, ma restiamo convinti che molti nostri lettori sapranno raccoglierne l’eredità.

QUIINTERVISTA A NAIMANA CASANOVA

“Canta che ti libera” Si definisce “interprete di opere altrui” la cantante Naimana Casanova, che da anni si esibisce con Christine Plaickner nel “Duo Jambalaya”. La passione per la musica nasce per Naimana nel coro delle voci bianche del Conservatorio di Genova e da lì in poi la accompagna nella sua vita. Oltre alla chitarra, la cantante suona anche il violino, il pianoforte, l’ukulele e l’armonica a bocca.

Cantare per la mia piccola Amelie. La volta più felice. Quando cantai la “Nedda” nel Gianni Schicchi di Puccini al Teatro Modena di Genova con la regia di Lorenza Codignola. Mi sono divertita da morire! Da bambina sognavo… di restare bambina. L’ultima volta che ho pianto.

Mentre rispondevo ad alcune di queste domande. Non sopporto … di dover pensare a cucinare ogni giorno. La mia paura maggiore. L’ascensore. La mia cantante preferita. Joan Baez. Il piatto che amo. Trofie al pesto genovese. L’oggetto a cui sono più legata.

La cosa che più mi piace di me. Che in qualche modo mi rialzo sempre. Il mio principale difetto. Avere il desiderio di fare troppe cose. L’incontro che mi ha cambiato la vita. Un maestro di musica alle superiori che mi fece fare dei vocalizzi e mi disse di provare a studiare canto lirico. La mia gioia più grande.

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La mia chitarra. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa quando… ho realizzato la regia di uno spettacolo. Il mio motto… Canta che ti libera. Dove mi vedo tra dieci anni. Non mi vedo neanche tra un mese: con l’arrivo della mia piccolina vivo il presente più che mai. La persona che ammiro di più. Mia nonna Lauretta. Per un giorno vorrei essere… una ballerina di danza classica. Il mio più grande rimpianto. Non aver accettato una produzione teatrale che forse mi avrebbe portato a una certa carriera. Un sogno nel cassetto. Creare uno spettacolo teatrale musicale ed esserne la regista. L’errore che non rifarei. Aver per qualche anno smesso di credere in un sogno. Il dono di natura che vorrei avere. Un’elevata capacità mnemonica.

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STORIA DI COPERTINA

LA TESTIMONIANZA

“Io, sopravvissuto al Covid dopo la terapi La storia e la testimonianza di Davide Leuzzi è una di quelle che non verranno facilmente dimenticate in questo 2020 dominato dalla pandemia scatenata dal Covid-19. Dopo essere rimasto intubato all’ospedale di Merano per diverse settimane, oggi può raccontare la sua disavventura a lieto fine tra sofferenze e paure, amore e gratitudine. E il monito che vuole lasciare è uno solo: non bisogna mai abbassare la guardia. // Di Francesca Morrone Davide Leuzzi, come si sente oggi, dopo questo brutto periodo? A quasi tre mesi dalle mie dimissioni, gli ultimi esami confermano che il Covid ha lasciato pochi segni sui polmoni, mentre ho perso elasticità muscolare, sono sempre stanco e sento i muscoli contratti nonostante la fisioterapia. Quando è cominciata la sua disavventura con il Covid? Quando mi hanno ricoverato era il 18 marzo, anche se i sintomi sono cominciati qualche giorno prima; sentivo freddo, dolori muscolari, stanchezza e poi febbre. Quando ha avuto la certezza che poteva trattarsi del Covid?

Quando la mia compagna mi ha preparato il pranzo, credo fosse pasta con il tonno, e io non sentivo né odori né sapori. Il palato era completamente indolenzito e insensibile, poi la febbre a 40, l’antipiretico che non faceva effetto, la carenza di ossigeno, le difficoltà respiratorie. A quel punto è scattato il ricovero d’urgenza con l’ambulanza. E dopo? Non ricordo più nulla o quasi.

Davide Leuzzi

Avevo delle forti allucinazioni, vedevo dei bambini biondi che si trovavano con me in terapia intensiva. Mi hanno messo subito il casco, ma è servito poco perché i miei polmoni erano già compromessi. Poi a un certo punto la voce di un medico che mi diceva che mi avrebbe intubato e da quel momento in poi il buio… Quanto tempo è rimasto in terapia intensiva? Ho trascorso 19 giorni in terapia intensiva di cui 15 intubato. Dopo l’estubazione ci sono voluti alcuni giorni prima di tornare


STORIA DI COPERTINA

Ero il primo a credere che colpisse solo gli anziani e le persone con patologie pregresse. Non sottovalutate questo virus: non è uno scherzo e si rischia davvero tanto pendenti sottoposti agli accertamenti medici.

ia intensiva” in me. Ero stordito e avevo ancora delle allucinazioni. Che cosa riesce a ricordare di quel periodo? Ero costantemente sedato e pieno di tubi che attraversavano il mio corpo; come ho già detto non ricordo nulla, ma il livello allucinatorio era davvero impressionante, reale. Ho sognato di essere rapito e di essere trasportato in un centro massaggi thailandese gestito da un cubano. Vedevo piccole figure aggirarsi per la terapia intensiva. Dove pensa di aver contratto il virus? Ho pensato ad alcune situazioni di possibile esposizione al contagio anche se non posso avere nessuna certezza scientifica. Prima che fosse annunciato il lockdown in tutta Italia mi sono recato a Valeggio sul Mincio per comprare una moto; il collega e amico che viaggiava con me è risultato però negativo al tampone. Ovviamente dopo la notizia del mio ricovero, l’azienda per cui lavoro è stata sanificata e i di-

Perché proprio lei? Guardi, ancora oggi sono incredulo e non riesco a spiegarmelo. In azienda ero quello che cercava di tranquillizzare gli animi agitati; ripetevo che noi non eravamo a rischio e che solo gli anziani e le persone con patologie pregresse venivano colpite. Chi avrebbe mai detto che uno come me, sano, giovane e robusto, avrebbe avuto la peggio? Nonostante tutto, mi ritengo una persona fortunatissima e ringrazio la mia compagna per aver intuito subito il mio stato di salute e allertato i medici. Tra l’altro la mia compagna che mi ha assistito da subito non ha mai avuto sintomi e fortunatamente non si è mai ammalata. Che cosa ha fatto quando è tornato a casa? Innanzitutto ho ricevuto una sorpresa meravigliosa: il calore e la gioia dei miei vicini di casa che mi hanno accolto con un applauso dal balcone. E poi a dirla tutta, ho voluto brindare timidamente con una goccia di Rum Millenium Riserva, una bottiglia che avevo conservato per un’occasione speciale. E questa lo era davvero.

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rischia davvero tanto. Ho pubblicato sui social la mia storia proprio per dare testimonianza delle complicazioni che il Covid porta con sé: epatite virale, blocco renale, polineuropatie, polmonite bilaterale. Il Covid scatena così tante patologie che è necessario proteggersi e proteggere la salute degli altri.

Cosa si sente di dire alle persone che ancora oggi tendono a sottovalutare il rischio di infezione? Che non è uno scherzo e che si

Com’è cambiata la sua vita dopo aver vissuto tutto ciò? Cerco di pensare alla salute, alle gioie della vita, ai miei affetti e a lasciarmi il superfluo alle spalle. Penso alle persone a cui voglio bene, alla mia compagna, agli amici e anche a tutto il personale sanitario dell’ospedale di Merano che mi ha salvato la vita.

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SINIGO

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ELEMENTARI

Tutto pronto per la nuova scuola interetnica

La nuova biblioteca

SINIGO Nella nuova scuola elementare di Sinigo si stanno facendo ormai gli ultimi ritocchi per l’arredo dei locali e a settembre l’edificio sarà pronto per ospitare gli alunni per il nuovo anno scolastico 2020 / 2021. “I lavori della scuola di Sinigo sono pressoché ultimati. Entro il 31 luglio verranno completati gli ultimi interventi all’interno dell’edificio, cosicché la scuola elementare in lingua tedesca di via Damiano Chiesa e quella in lingua italiana di via Nazionale potranno essere trasferite nel nuovo stabile di via Piedimonte”, ha chiarito l’assessore Stefan Frötscher. Una struttura interetnica “La realizzazione della nuova scuola elementare a Sinigo è uno degli investimenti più importanti effettuati nel settore dell’edilizia scolastica nel corso di questa legislatura. Si tratta di

Rossi. La spesa complessiva è di 7,4 milioni di euro. Limitare il traffico Per smussare le potenziali conflittualità fra i diversi utenti della strada e consentire il regolare accesso scaglionato degli scolari, la Giunta ha deciso l’altro giorno di realizzare nella strada di accesso al nuovo centro scolastico una zona a traffico limitato, alla quale potranno quindi accedere, da piazza Vittorio Veneto, solo i residenti, i proprietari e il personale docente provvisto di permesso di transito. Inoltre verrà eliminata la fascia di parcheggio attualmente presente a monte della strada. “Piazza Vittorio Veneto offre sufficiente spazio per parcheggiare ed effettuare brevi soste per far scendere bambini e bambine. Gli ultimi metri fino alla scuola potranno quindi essere percorsi a piedi e in sicurezza”, ha spiegato l’assessora alla mobilità Madeleine Rohrer. Pedibus, nuove linee A settembre verrà inoltre attivato a Sinigo uno dei tre nuovi percorsi del Pedibus richiesti dai genitori, ovvero quello dal supermercato M-Preis di Sinigo fino alle nuove scuole elementari di via Piedimonte. Il progetto Pedibus ha preso le mosse nell’autunno del 2017 e ha riscosso molto successo fra gli utenti e i loro famigliari.

Una classe

un’opera che ha anche un forte valore anche simbolico, perché ospiterà, in un unico edificio, cinque classi di lingua tedesca e otto di lingua italiana – con una biblioteca, aperta anche alla popolazione, una palestra e una mensa in comune. Questa struttura interetnica sarà

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La palestra

un modello per il futuro. Siamo lieti, assieme alla popolazione di Sinigo, che i lavori si stiano avviando alla loro conclusione”, hanno ribadito il sindaco Paul Rösch e il vicesindaco Andrea

Per ulteriori informazioni su questo servizio e sui nuovi percorsi i genitori interessati possono contattare il Servizio mobilità del Comune (rene.rinner@comune. merano.bz.it).


MERANO

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LE AGEVOLAZIONI

Ritornare in classe con il piede giusto MERANO Nel corso della sua più recente riunione, la Giunta comunale ha deciso di non aumentare, per l’anno 2020/2021, le tariffe delle scuole per l’infanzia: è una delle misure contenute nel pacchetto di misure varato dall’esecutivo per favorire la ripartenza. Nel settore delle scuole dell’infanzia l’amministrazione comunale meranese applica da anni un sistema tariffario graduato che tiene conto della durata della permanenza dei bambini nelle scuola (tempo normale, prolungato e breve) e della situazione finanziaria della famiglia. Sono previste peraltro agevolazioni anche per il secondo e il terzo figlio. Agevolazioni tariffarie È vero che la tariffa standard media applicata dal Comune di Merano (76 euro) risulta fra le più alte di tutto il territorio provinciale. Si tratta però di una retta che viene pagata dal 62% dei genitori. Tutte le altre famiglie possono contare su agevolazioni in varie forme. Il 38% dei bambini pagano le tariffe più basse, fra 23 e 54 euro. “Le esperienze maturate con questo sistema tariffario sono positive – ha dichiarato

famiglia”, ha sottolineato l’assessore Fröscher. Quanto costa la gestione Gli introiti derivanti dalla riscossione delle tariffe coprono comunque solo una minima parte (19,94%) dei costi di gestione delle strutture, che complessivamente ammontano a due milioni di euro. Per la gestione delle scuole materne la Provincia concede un contributo di oltre 200.000 euro. Dei rimanenti due terzi dei costi si fa carico direttamente il Comune. la direttrice dell‘Ufficio scuole Alice Bertoli – perché consente di aiutare le famiglie con un reddito inferiore o con più figli.” Pagamento sospeso Per sostenere la popolazione in questo periodo di crisi, la Giunta comunale ha deciso di esentare le famiglie dal pagamento della retta mensile delle scuole materne da settembre fino a dicembre 2020. Il provvedimento costa al Comune 300.000 euro. “Si tratta di un importo che facciamo risparmiare alle famiglie meranesi. Dopo i difficili mesi appena passati vogliamo dare un segnale forte e chiaro che la città di Merano sostiene la

La preparazione all’anno scolastico Per garantire alle direzioni scolastiche, agli insegnanti, agli scolari e alle loro famiglie maggiore chiarezza e certezza nella pianificazione delle varie attività, a maggio gli uffici comunali competenti hanno iniziato a coordinare i lavori di preparazione del nuovo anno scolastico. Per i necessari accorgimenti l’esecutivo ha stanziato, oltre al budget ad hoc stanziato ogni anno, ulteriori 300.000 euro. Partendo dal presupposto che l’attuale situazione e le vigenti prescrizioni (distanziamento, pulizia dei locali, entrate

e uscite scaglionate degli scolari) rimangano invariate, i tecnici hanno effettuato alcuni lavori di adattamento all’interno delle scuole e individuato nuovi spazi, esterni agli istituti, in grado di ospitare classi e gruppi. Per quanto riguarda il sostegno delle lezioni a distanza, è previsto un bonus per le famiglie che hanno difficoltà ad acquistare pacchetti di connessione internet stabili, e si stanno acquistando pc portatili e di tablet da concedere in comodato alle scuole e alle famiglie bisognose.


MERANO

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VERDE PUBBLICO

SICUREZZA

Un semaforo per la via Zuegg Il platano malato

QUEI PLATANI ERANO MALATI MERANO Lungo la Passeggiata d’Estate sono stati tagliati due platani cresciuti al confine con via San Giorgio, all’altezza dell’incrocio con via Cavour e all’altezza del bar Palma. All’ultimo controllo le due piante hanno evidenziato gravi sintomi di deperimento: “Un fungo del legno ha fatto marcire i rami principali e parte del tronco delle due piante in questione. Gli alberi si trovano a pochi metri da via San Giorgio, che è molto trafficata: se dovesse cadere sulla strada una pianta o un suo ramo le conseguenze potrebbero essere gravi. Un intervento di potatura non rappresenta una soluzione adeguata, perché il fungo ha colpito anche i rami delle chiome e alla fine degli alberi resterebbe ben poco. In autunno, al posto di entrambi i platani, verranno messe a dimora due piante più giovani”, ha spiegato la direttrice della Giardineria comunale Anni Schwarz.

STORIE DAL MULTIVERSO

MERANO Quell’incrocio è troppo pericoloso, e le lamentele si erano fatte sentire. Così, nei giorni scorsi l’assessora alla mobilità Madeleine Rohrer ha incontrato il presidente del rione Wolkenstein Paul Zipperle, il presidente del rione Marlengo Florindo Giorgione e i firmatari di una petizione che sollecita il Comune a realizzare un ulteriore attraversamento pedonale di via Zuegg, all’altezza dell’accesso alla nuova farmacia. All’incontro hanno preso parte anche i componenti dell’unità speciale per la mobilità e i responsabili della ditta Sanin, che cura su incarico del Comune la segnaletica stradale. Nel corso del sopralluogo è stata valutata la possibilità di realizzare un nuovo impianto semaforico in via Zuegg, di fronte alla nuova farmacia, così da aumentare la sicurezza dei pedoni che attraversano in quel punto la strada. “In questo tratto di via Zuegg la situazione è piuttosto comples-

Il tratto di via Zuegg dove si potrebbe realizzare un nuovo impianto semaforico

sa”, ha fatto osservare Rohrer. “Il nuovo attraversamento deve collegare aree pubbliche, mentre l’accesso alla nuova farmacia è stato realizzato su terreno privato. Inoltre l’attuale superficie carrabile è così stretta che le auto – quando due veicoli si incrociano – e i pedoni non trovano spazio le une accanto agli altri. Tutti i presenti si sono quindi trovati d’accordo sulla necessità di verificare innanzitutto la disponibilità dei privati a mettere a disposizione del Comune – per l’installazione del nuovo semaforo – parte dei loro terreni”.

IN BREVE LAVORI IN CORSO, DIVIETI IN VIGORE Per lavori di posa di cavidotti per la media tensione fino all’8 agosto in via Pollinger – da via Santa Maria del Conforto a via Hagen – sarà in vigore il divieto di circolazione. Per lo stesso motivo e nello stesso periodo sarà in vigore il divieto di circolazione anche in via Zingerle, da via Maia fino a via Vigneti. L’accesso dei frontisti è consentito a seconda dei lavori.

LA SATIRA

Roberto Tubaro

Esistono infiniti universi paralleli nei quali gli abitanti sono unione di due o più personaggi a noi già noti

Raul Caramösch è attualmente Sindaco di Merano e di Bolzano. “City manager del Mondo”, come lui ama definirsi, è riuscito, dopo anni di battaglie, ad abbattere le barriere tra i due comuni altoatesini grazie al supporto della sua lista “Indipendente Verde di centro-sinistra” e grazie ai numerosi libri scritti sul turismo escursionistico.


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QuiBolzano, QuiMerano, QuiBassaAtesina di messaggi politici elettorali In ottemperanza alle disposizioni dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Agcom e in occasione del referendum popolare del 29 marzo 2020 per la riduzione del numero dei parlamentari, le testate QuiMedia (QuiBolzano, QuiMerano e QuiBassaAtesina) mettono a disposizione appositi spazi e allegati per la pubblicità elettorale.

Il listino prezzi è disponibile in sede con supplemento elettorale del +20% Termine per la prenotazione sulle testate QuiMedia e la consegna dei materiali deve avvenire entro 7 giorni lavorativi prima dell’uscita e contestualmente dovrà avvenire il pagamento. Il pagamento deve avvenire obbligatoriamente prima della pubblicazione. Qualora il pagamento non avvenisse prima della chiusura dei giornali, QuiMedia non pubblicherà l’inserzione. Il materiale deve essere fornito in formato PDF e dovrà indicare sia il nome del committente che la dicitura “messaggio elettorale“. Saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti nei termini indicati, nel rispetto delle condizioni stabilite in questo annuncio. Il criterio di accettazione delle prenotazioni si basa sul principio della progressione temporale. Il documento analitico concernente la pubblicazione dei messaggi politici elettorali sulle testate sopra indicate è depositato presso la segreteria di redazione di QuiMedia. Le richieste in merito alla pubblicazione, preventivi e modalità di pagamento vanno indirizzate a QuiMedia via A. Volta 10, 39100 Bolzano Tel. 0471 081 583 pubblicita@quimedia.it

Il “mobility point” in stazione

MERANO Nell’ambito del progetto Interreg Mentor, è stato attivato il “mobility point”, che viene allestito per dieci venerdì fino al 18 settembre dalle ore 15 alle ore 20 nei pressi dell’uscita del sottopasso della stazione ferroviaria. Si tratta di un’iniziativa mirata a fornire ai cittadini informazioni sui servizi di mobilità bike sharing, car pooling, sulla piattaforma mobility.meran.eu e sul bus a chiamata che verrà sperimentato in riva al Passirio. Chi agli stand informativi si iscriverà al servizio gratuito di bike sharing riceverà un buono per un gelato. Presso il mobility point meranesi e ospiti potranno sottoporre i loro mezzi a pedali a un check up completo: un team di meccanici professionisti controllerà le bici effettuando, se necessario, piccoli interventi di riparazione. Nel caso si rendessero necessarie riparazioni più impegnative, i ciclisti riceveranno un buono sconto del 10 per cento da utilizzare nelle officine che aderiscono all’iniziativa. Una bicicletta sottoposta a regolari controlli e interventi di manutenzione – questa la convinzione dei meccanici – viene utilizzata più spesso di un mezzo a pedali trascurato e ogni cittadino che preferisce la bici all’auto contribuisce ad alleggerire il traffico nelle strade cittadine e a tutelare l’ambiente. Attuando il progetto Mentor, Merano intende testare forme innovative di mobilità e renderle accessibili online tramite la

piattaforma mobility.meran.eu, che verrà ulteriormente ampliata e integrata con una funzione di routing. L’obiettivo di coniugare diverse forme di mobilità sostenibile (treno, bus, bike sharing, car pooling) e di favorirne l’utilizzo multimodale risponde a una filosofia della mobilità come servizio ormai diffusa a livello mondiale. Il servizio gratuito di bike sharing a Merano è stato attivato in ottobre: gli utenti possono prendere a nolo una city bike del Comune per cinque ore. Tutte le informazioni a riguardo sono disponibili alla pagina internet www.comune.merano.bz.it/ Bikesharing. Già operativo è anche il car pooling (uso condiviso di automobili private tra un gruppo di persone). Formando gruppi di viaggio, aziende o intere zone produttive possono risolvere il problema dei parcheggi e assumere un ruolo pionieristico nell’ambito delle mobilità sostenibile, risparmiando così tempo e denaro. Ulteriori informazioni alla pagina carpooling.bz.it.


MERANO

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MUSICA NEI QUARTIERI

E adesso vediamo chi suona stasera “Stasera chi suona?” è il titolo del progetto musicale che arricchirà la programmazione culturale di questa particolare estate meranese. Cinque appuntamenti dal 31 luglio al 4 settembre, in cinque diversi quartieri della città, voluti fortemente dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Merano e organizzati da Mairania 857 in collaborazione con i rispettivi comitati di quartiere e altre realtà culturali meranesi. Cinque serate dove la musica, dal pop all’hip hop dal soul al jazz, uscirà dai consueti luoghi del centro cittadino per arrivare direttamente al proprio pubblico nel cuore di altrettanti rioni meranesi, dove alcuni ben noti musicisti della scena musicale locale si esibiranno, in spettacoli a cielo aperto. Il primo appuntamento è per venerdì 31 luglio in piazza San Vigilio, nello spazio presso il bar Patrizia. Si inizia alle 19.30 con due brevi interventi di musica e danza hip hop, il primo a

Camilla Guerrini e Christian Kröss

cura di “Ascolto Giovani”, il secondo dell’associazione “Only Dance”. Alle 20.30 sul palco allestito per l’occasione salirà il duo “All Eyes On”, costituito da Camilla Guerrini e Christian Kröss, che offrirà all’ascolto un excursus di brani classici del rock, pop e soul, tra cui pezzi di Stevie Wonder e Sam Cooke, riarran-

giati in chiave acustica (due chitarre e voce). La rassegna si sposta il venerdì successivo, 7 agosto, presso il parco Pappalardo di Sinigo, dove Christine Plaickner (flauto, piano e voce) e Rolando Biscuola (chitarra) saranno impegnati a partire dalle ore 20.30 con un proprio repertorio di brani strumentali e canzoni in quattro

lingue. Dopo la pausa della settimana di Ferragosto, si riprende venerdì 21 agosto al rione Santa Maria Assunta: sempre con inizio alle 20.30 Davide Fiorenza alla fisarmonica e Samir Amato alle percussioni proporranno le loro accattivanti improvvisazioni musicali a 360 gradi, mentre il 28 agosto al parco Marlengo (ore 20.30) la cantante Greta Marcolongo incontrerà il chitarrista Steve Nicli per presentare un viaggio tra swing proveniente dagli Stati Uniti e tradizione melodica italiana. Venerdì 4 settembre “Stasera chi suona?” toccherà infine il quartiere Wolkenstein, dove il cortile della scuola Galileo Galilei offrirà lo spazio ideale per gustare il jazz frizzante e coinvolgente del sax di Helga Plankensteiner e del piano di Michl Lösch. La serata sarà introdotta alle 20 da una performance di danza classica e jazz curata anche in questa occasione dall’associazione “Only Dance”.

Dopo 20 anni un Premio Claudia Augusta NUOVO Il Premio Claudia Augusta per tesi di laurea si aggiorna e parte la nuova edizione 2020.

Novità dell’edizione 2020 sono una nuova valutazione delle tesi (a seconda del livello triennale, magistrale, dottorato, master, ecc…) e la lingua inglese accanto a quella italiana.

Si tratta di un’iniziativa che negli anni ha incentivato la ricerca su aspetti locali, ha contribuito a far conoscere e soprattutto utilizzare i servizi della Biblioteca Provinciale Claudia Augusta, costruendo dei solidi legami con un pubblico giovane e molto preparato. Il Premio Claudia Augusta è concepito per acquisire le tesi di interesse locale per aggiornare e sviluppare la sezione di “letteratura grigia”, fuori dai canali tradizionali, ma di livello accademico. Il termine di consegna per quest’anno cadrà venerdì 9 ottobre 2020 alle ore 12 presso la Biblioteca Provinciale Italiana Claudia Augusta in via Marconi 2 a Bolzano.

Per informazioni: T. 0471264444 - info@bpi.claudiaugusta.it - www.bpi.claudiaugusta.it

Cresci insieme alla tua Biblioteca!

Grafica: QuiMedia

“Praticamente da quando è nata, la Biblioteca Provinciale Italiana Claudia Augusta ha deciso di investire sui giovani e di incoraggiarli non solo nello studio, ma anche nella conoscenza del proprio territorio, ideando un premio per le tesi di interesse locale, che ormai è una consueta tradizione da quasi due decenni. Quest’anno abbiamo voluto cambiarlo, rinnovarlo. Il bando prevede delle novità che permetteranno a molte persone di iscriversi e consegnare le proprie tesi” – queste le parole dell’Assessore Giuliano Vettorato per presentare il NUOVO Premio Claudia Augusta.


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MERANO

ALTA TENSIONE

Addio tralicci: il futuro è nell’interramento interessato attraversa quindi il territorio dei comuni di Lagundo, Caines, Marlengo, Merano, Rifiano e Tirolo; in particolare gli interventi si riferiscono al tratto dall’intersezione della strada statale delle Palade a Marlengo, ai piedi del monte Tramontana, fino a Rifiano, un po’ a nord dell’incrocio con Caines. La linea prosegue quindi verso passo Giovo in direzione della val di Vizze. Un tratto della linea aerea sarà interrato nel sottopasso da Merano in direzione della Val Passiria, nel nuovo traforo di Monte San Benedetto. Le demolizioni interessano in totale 50 tralicci esistenti e 10,4 chilometri di linee aeree. Ad esempio, nel comune di Marlengo saranno eliminati 3,3 chilometri di linee aeree e 16 sostegni, andando a liberare una superficie da destinare a zona per nuovi insediamenti. Nel comune di Lagundo verranno meno tratti aerei per 3,1 chilometri e 16 sostegni. Nel comune di Tirolo saranno smantellate linee aeree per 2,2 chilometri e 11 sostegni, in quello di Merano saranno eliminati 3 sostegni e poco meno di un chilometro di tratto aereo.

MERANO Addio tralicci, finalmente: nei giorni scorsi a Tel è stata firmata la convenzione della Provincia con i Comuni di Lagundo, Marlengo, Merano, Caines, Rifiano e Tirolo e Alperia Greenpower per finanziare l’interramento della linea dell’alta tensione nel Meranese. Un grande passo avanti per tutti i residenti locali che verrà compiuto con un progetto all’avanguardia studiato nei minimi dettagli. Dal traliccio 154 della linea San Leonardo-Marlengo, nel comune di Rifiano, al traliccio 231 della linea Marlengo-Mezzocorona, nel comune di Marlengo, si estende l’area interessata

dall’intervento. L’intera conca del Meranese sarà così liberata da una linea ad alta tensione 132 kV e un tratto di circa 10,4 chilometri di linea ad alta tensione sarà interrato nel nuovo traforo di Monte San Benedetto a Merano. Inoltre, come fortemente richiesto dal Comune di Marlengo, grazie allo smantellamento dei tralicci si libererà una nuova area da destinare all’insediamento, che andrà a creare degli spazi per nuovi insediamenti. L’attuazione del progetto ha un impatto positivo sulla qualità della vita, del paesaggio e della sostenibilità ambientale in una zona ad alta densità turistica.

Qualità di vita e sostenibilità “Aver riconosciuto le opportunità che si prospettavano ha fatto aprire sinergie e prodotto un progetto che garantisce vantaggi a tutto il territorio”, ha affermatoFlavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima, che ha illustrato i dettagli progettuali degli interventi, la cui idea era sorta già nel 2005. Nello specifico il progetto riguarda la linea aerea ad alta tensione nel tratto che va dal traliccio 154 della linea San Leonardo- Marlengo, nel comune di Rifiano, al traliccio 231 della linea Marlengo-Mezzocorona, nel comune di Marlengo. Il tratto

Più terra per gli insediamenti La nuove costruzioni prevedono 3 nuovi sostegni, tratti aerei per 560 metri e tratti in cavo per 8,6 chilometri. Nell’area interessata dagli interventi, nei comuni di Lagundo, Tirolo, Merano e Caines vi saranno solo tratti in cavo. Un ulteriore tratto di linea aerea ad alta tensione che scorre sopra l’abitato di Marlengo sul Monte Tramontana per una lunghezza complessiva di 2,5 chilometri è in fase di interramento. Collega la centrale di Marlengo con Mezzocorona, dal sostegno 219 al 226. Il Comune di Marlengo finanzia l’intervento in proprio con un investimento di circa 3,5 milioni di euro, anche provenienti dai fondi ambientali.


MERANO

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La panchina viaggia

ri della città con il coinvolgimento attivo dei comitati di quartiere e della popolazione. Dopo essere stata sistemata in via Monte Tessa, presso il quartiere Wolkenstein, la panchina è stata portata nell’atrio del liceo Gandhi all’inizio degli esami di maturità. Quello della violenza contro le donne è stato infatti uno dei temi approfonditi nel corso dell’anno scolastico dagli studenti che hanno partecipato al progetto. Le frasi incise sulla panchina sono state scelte dai ragazzi del liceo Gandhi e della Fos, la scuola superiore per le biotecnologie e il turismo che, opportunamente formati e sensibilizzati da esperte del settore, hanno accompagnato il progetto con suggestive performance ogni volta che la panchina è stata collocata in un nuovo sito. Le classi sono state seguite dagli insegnanti Laura Mautone e David Augscheller.

RETE ANTIVIOLENZA

Le componenti della Rete antiviolenza accanto alla panchina rossa

Prosegue il viaggio itinerante della panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza maschile contro le donne: all’inizio di luglio è stata sistemata sulla passeggiata

Lungopassirio, accanto alla passerella Lenoir. Inaugurata lo scorso 25 novembre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle

donne davanti al palazzo comunale, la panchina dopo due mesi di “sosta” in via Portici ha intrapreso la prima tappa dell’itinerario che la vede sostare nei diversi quartie-

CLUB EST OVEST

Una serata dedicata alla lettura Mercoledi 5 agosto, ore 19.30 presso lo spazio country del Club Est Ovest a Merano andrà in scena il prossimo LiteraturClub: introdotti da Sonja Steger, interverranno con le loro opere Carmen Gesmundo, Mugdin Cehaic, Sara Pirri, Luciano

Palestro, Nina Sadeghi, Roberto Marino, Enea Bonato e Angelo Magro. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la libera associazione “lettera 7”. Il sodalizio è attivo nel mondo della cultura con presentazioni di nuovi auto-

ri, bookcrossing, performances e libere letture dei suoi autori storici alle promozioni di eguali eventi presso le biblioteche e librerie della regione. Ultimo evento importante al quale collabora, “Un Parco di Libri”, promozione della lettura attraverso presentazioni e laboratori creativi in collabora-

zione con la biblioteca Claudia Augusta e L’associazione scrittori di Bolzano.

BENEFICIENZA

In gita con il Rotary

KANTEA S.R.L. promuove i CORSI FSE GRATUITI di specializzazione professionale finanziati nell’ambito del PO FSE 2014-2020 della Provincia autonoma di Bolzano - Asse 1 Occupazione

PROGETTISTA AUTOCAD E BIM PROFESSIONALE PER L’EDILIZIA SOSTENIBILE

Da sinistra Diego Vianello, Paul Rösch, Erwin Troger e Stefan Frötscher

Settantacinque bambini meranesi di età compresa fra i 6 e i 13 anni – suddivisi in cinque gruppi e seguiti da tre accompagnatori – avranno la possibilità di trascorrere gratuitamente un’intera giornata sulle montagna di Merano 2000: è questo il dono che il Rotary Club Merano ha voluto fare

ai bambini delle famiglie bisognose in questa estate segnata dal Covid. Il voucher comprende la corsa di andata e ritorno in funivia, una corsa con l’alpin bob e un pranzo presso il rifugio Piffinger Köpfl. Inoltre i partecipanti otterranno in omaggio una bandana.

DIGITAL MEDIA SPECIALIST ADDETTO/A MECCATRONICO DELL’AUTORIPARAZIONE PER VEICOLI IBRIDI ED ELETTRICI Destinatari: 12 giovani sotto i 30 anni, non occupati, residenti o domiciliati nella Provincia autonoma di Bolzano Durata e periodo: 800 ore (di cui 280 di stage in azienda) da settembre 2020 ad aprile 2021

Informazioni e adesioni: www.kantea.it Mail: segreteria@kantea.it - Telefono: 0471 975313


ALTOATESINI NEL MONDO

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IL PERSONAGGIO

Valeria, cosmopolita per pura passione

Valeria Opre è nata a Caserta, da madre kosovara e papà macedone. La famiglia si è trasferita a Bolzano quando aveva sei mesi. Oggi ha 23 anni, parla quattro lingue e vive a Vienna, dove si è laureata in scienze politiche e, dopo aver trascorso il primo semestre di quest’anno a Singapore, sta per laurearsi in economia. “Nella mia famiglia il bilinguismo c’è sempre stato: i miei genitori parlano entrambi almeno due lingue. Io ho parlato prima l’albanese, l’italiano invece all’asilo – racconta Valeria –. Imparandolo, io e i miei fratelli abbiamo influenzato anche quello dei miei genitori. All’inizio era strano e, anche se a ripensarci mi vergogno, non ero contenta che si sentisse il loro accento. Ora invece lo adoro.”

Al terzo anno ti sei iscritta anche a economia. Perché questa scelta? Ciò che studiavo a scienze politiche era interessante, ma per lo più teorico. Mi mancavano gli strumenti per contestualizzarlo, per riuscire a capire meglio i meccanismi che ci sono dietro certi sistemi. Per un anno, quindi, hai frequentato due corsi contemporaneamente. Com’è stato? In un certo senso erano complementari: è capitato che studiassi cose simili nello stesso periodo, e così le vedevo da prospettive diverse. Era anche faticoso. Una volta ho dato tre esami in un giorno, due da una parte e uno dall’altra. E le facoltà si trovano in edifici diversi. Puoi immaginare...

Buone vacanze dal team

La redazione rimarrà chiusa per ferie. Ci rivediamo nelle vostre case giovedì 20 agosto!

Lo scorso semestre sei stata a Singapore... Avevo seguito un corso di sinologia e mi ero appassionata alle culture asiatiche. Quando ho avuto questa opportunità, l’ho colta. Per tutti sono una bolzanina che vive fuori, ma per me ormai Vienna è casa: vivo qui da quattro anni. Però a ventidue anni devi muoverti, scoprire. Puoi sempre tornare da dove sei partita, non perdi nulla. E sei andata dall’altra parte del mondo. All’inizio fa paura. Arrivi in questa città che ha sei milioni di abitanti ed è diversa da qualsiasi altra città tu abbia visto; tutte le persone che conosci stanno

dormendo perché da loro sono le tre di mattina. Sei davvero totalmente da sola in un posto sconosciuto. Come sei cambiata imparando nuove lingue e vivendo in paesi diversi? Rispetto a qualche anno fa sono cambiata molto. Ma lo facciamo tutti, no? Soprattutto a quest’età. Io mi sento al 100 per cento italiana, al 100 per cento albanese, eccetera. Sembra una risposta contraddittoria, ma non lo è. Non smetti di essere qualcosa perché diventi qualcos’altro. Puoi essere tutte queste cose insieme, e ciascuna è una parte di te che si aggiunge alle altre.

Alex Piovan

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Contattaci 0471 081583 pubblicita@quimedia.it I quindicinali che ti informano

Grafica: QuiMedia

Valeria Opre

Il tedesco, invece? L’ho imparato davvero a Vienna. Ho deciso di andare all’estero perché durante l’adolescenza non mi sentivo del tutto me stessa qui. Ho sempre lavorato, mi piace l’idea di aiutare la mia famiglia e di essere indipendente, perciò spostarmi non è stato un problema. Riconosco il mio privilegio e, come i miei genitori, l’importanza di sapersi adattare. Credevo che avrei fatto giurisprudenza, invece ho preso scienze politiche.


SENZA CONFINI Paolo Bill Valente scrittore, giornalista (e altro ancora)

PUNTI DI VISTA

Mendicanti: un facile bersaglio che porta (pochi) voti Ci sono temi che sarebbe meglio non trattare in campagna elettorale perché l’orizzonte del voto ne falsa la percezione. Non si sa più se si vuole risolvere un problema, attirare l’attenzione di qualcuno o racimolare un pugno di voti. Uno di questi temi è quello dei mendicanti che periodicamente divengono oggetto di provvedimenti comunali. Premettiamo che l’uso di sistemi invasivi e violenti per chiedere l’elemosina va perseguito e sanzionato. Per farlo basta applicare le norme già esistenti. Allo stesso modo è certamente da combattere qualsiasi forma di sfruttamento o di racket. Però: se ci sono indizi di questi fenomeni bisogna fare una denuncia

alle autorità competenti le quali dovranno indagare, trovare e punire i colpevoli. Altrimenti parlare di racket e sfruttamento senza andare a fondo della questione diventa a sua volta un’azione illecita. Non va nemmeno strumentalizza-

to il fatto che ci sono gruppi di mendicanti che vengono da altre città e si organizzano per raccogliere l’elemosina. Organizzarsi non è un reato. Che cosa vuol dire infine che il modo di chiedere l’elemosina è “molesto”, se non ci sono comprovabili atti di violenza? Anche la pubblicità che ci insegue ovunque e persino la campagna elettorale possono essere assai moleste. Che fare dunque? La cosa di per sé è abbastanza semplice. Chiedere l’e-

lemosina è un diritto riconosciuto. Il cittadino se vuole può dare qualcosa e se non vuole può non dare niente. Puntare il dito verso una categoria di persone in evidente stato di difficoltà (e associarla a gruppi di criminali) non è un comportamento politicamente giustificabile, men che meno in campagna elettorale. Difendere i cittadini da chi infrange la legge è compito delle pubbliche autorità. Invece di occuparci di chi ci chiede qualche spicciolo all’angolo della strada, a volte forse con toni troppo insistenti, perché non ce la prendiamo con quelli che, zitti zitti, ci tolgono, senza chiedere, spazi vitali (altro che spiccioli) nei campi del sociale, della sanità, dell’istruzione, della ricerca, dell’ambiente?


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SPORT

SPORTCLUB MERANO

Ora le ginnaste risalgono sugli attrezzi MERANO La sezione di ginnastica

artistica femminile dello Sportclub Merano finalmente è potuta rientrare in palestra e salire sugli attrezzi dopo ben quattro mesi di stop. È stato un periodo molto lungo e difficile, e come lo hanno affrontato le atlete meranesi lo racconta Clio Rossetto, vice caposezione dello Sportclub. Clio, come vi siete organizzate con gli allenamenti appena l’accesso in palestra non era più possibile? Purtroppo, abbiamo dovuto bloccare tutti i corsi scolari a prescolari. Per quanto riguarda le squadre agoniste invece, il nostro team di allenatrici è stato fantastico perché subito si è organizzato a preparare un programma di mantenimento che le nostre atlete potessero svolgere tranquillamente a casa. Abbiamo inviato dei video tutorial per spiegare tutti gli esercizi e i movimenti che dovevano svolgere, e quotidianamente rimanevamo in contatto con loro. Successivamente, abbiamo iniziato a fare gli allenamenti in videochiamata, grazie anche all’aiuto, al sostegno e alla pazienza delle famiglie. In che modo avete gestito l’intera situazione? All’inizio è stato molto strano, perché ovviamente lavorare ognuna da casa propria e correggere le ginnaste attraverso uno schermo non sempre è stato semplice, ma in quella situazione ci siamo adattate. Abbiamo cercato in tutti i modi di rendere gli allenamenti più divertenti possibili, in quanto trattandosi comunque di bambine, non sempre svolgere esercizi di mantenimento per loro era coinvolgente. Abbiamo giocato molto con la fantasia, cercando di simulare, quanto più possibile, Noemi Longo

alcuni attrezzi che usavamo in palestra utilizzando per esempio mattarelli, libri, bottiglie d’acqua, cuscini, di tutto e di più. Questo ovviamente anche per cercare di mantenere la squadrae per far sentire le nostre ginnaste meno sole.

La giovane promessa Giada Filippi

Tutte le gare e gli appuntamenti sono stati rimandati a data ancora da destinarsi. Come avete motivato le ragazze ad allenarsi senza inseguire un obiettivo? In generale tutte le nostre ginnaste sono state molto brave e anche se davanti a loro c’erano molte incertezze sul futuro, hanno stretto i denti e senza troppe lamentele hanno continuato ad allenarsi. Ci hanno sorpreso soprattutto le più piccole (8-10 anni), che hanno capito quanto fossero importanti anche quel tipo di allenamenti per poter tornare più in forma che mai quando poi sarebbe

stato il momento. Abbiamo cercato in tutti i modi di motivarle e stimolarle giorno per giorno, offrendo loro sempre nuovi input e variando il più possibile i programmi di allenamento. La voglia però di ricominciare dal vivo era molta: quando avete potuto svolgere il primo allenamento di nuovo insieme? Finalmente, verso i primi di giugno, abbiamo potuto svolgere i primi allenamenti all’aperto, rispettando ovviamente tutte le disposizioni e il distanziamento sociale necessario. Grazie all’ospitalità del bike team dell’Asm, abbiamo potuto riprendere i nostri allenamenti presso il bike park di Maia Bassa. Ancora una volta, quindi, abbiamo rivoluzionato il nostro metodo di lavoro e adeguarci agli spazi e alle attrezzature disponibili.

Clio Rossetto

Abbiamo un protocollo specifico da seguire che è stato elaborato dalla direzione dello Sportclub e in seguito adattato in base alle linee guida della Fgi (Federazione Ginnastica d’Italia). Alcune delle regole riguardano ad esempio il numero limitato di persone all’interno della palestra, il distanziamento di almeno un metro, l’utilizzo delle mascherine da parte degli istruttori, la sanificazione della palestra e molte altre. Ci siamo organizzati in modo da poter rispettare tutti i regolamenti e finalmente riprendere con la nostra attività.

Chiara Caobelli

Quando siete rientrate in palestra? Dopo lunghe attese, protocolli da sviluppare, richieste e numerosi passaggi burocratici, i primi di luglio abbiamo ricevuto il via libera e abbiamo potuto fare rientro nella palestra Savoy di Merano. È inutile descrivere la gioia di tutte noi, ginnaste e allenatrici, nel poter risalire sugli attrezzi.La ginnastica artistica senza attrezzi è come il nuoto senza la piscina: anche se durante il lockdown abbiamo trovato altre soluzioni di allenamento, risalire sugli attrezzi era per noi fondamentale. Non avendo una nostra struttura, l’aiuto dell’assessora allo sport Gabriela Strohmer e del vicedirettore della scuola professionale Savoy Enz Peter, sono stati fondamentali per poter accedere alla palestra scolastica. A quali disposizioni dovete attenervi per l’utilizzo della palestra?

Sara Zanetti


SPORT

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NUOVE TENDENZE

Anche in Alto Adige è arrivato lo Spikeball

Michele Berlanda

Dall’Austria a Bolzano Ne parla Michele Berlanda, ventiduenne bolzanino che sta frequentando l’università a Graz e che avendo importato il roundnet dall’Austria a Bolzano assieme ad alcuni suoi amici e compagni di studio, è probabilmente uno dei precursori di questo gioco in Italia. “Lo spikeball o, meglio, il roundnet è uno sport nato già negli anni Novanta in America ma che si è diffuso sempre più rapidamente solo negli ultimi anni”, racconta Berlanda, che prosegue illustrando le regole di base: “Nello Spikeball ci sono due squadre di due giocatori ciascuna e lo scopo del gioco è far rimbalzare la pallina sopra la rete avendo a disposizione fino a tre passaggi. In pratica è un po’ come una pallavolo dove invece che far passare la palla al di là della rete ce la fai rimbalzare sopra. La cosa che rende particolarmente interessante il gioco secondo me è che, appena si batte, il campo diventa a 360 gradi per tutte e due le squadre, senza quindi limiti o invasioni: così aumenta la dinamicità del gioco.” Quanto alla diffusione nel capoluogo altoatesino: “Lo spikeball a Bolzano, o almeno all’interno della

Gli atleti dello spikeball a Bolzano

nostra community è arrivato l’estate scorsa, dopo che io e altri ragazzi che studiavano a Graz (Giacomo Pilotti, Marco Convento e altri) lo avevamo scoperto lì, visto che in Austria, in Germania e in altri Stati europei inizia a essere abbastanza diffuso sia come gioco ‘da parco’ sia come sport a tutti gli effetti, con squadre ufficiali e tornei internazionali. Di certo però era già conosciuto in provincia, visto il grande numero di studenti altoatesini che studia appunto in Germania e Austria. Tra l’altro uno dei due campioni europei del 2019, che ha giocato per la squadra del Roundnet Club Graz, è di Bressanone.” Un club in espansione Il Roundnet Club Bolzano/Bozen, la community di cui parlava Berlanda, nel frattempo, si sta sviluppando sempre più: “Sta crescendo molto velocemente, e se l’anno scorso eravamo solo un gruppo ristretto di amici, si sono aggiunte mano a mano persone che ci hanno visti sui social, tramite conoscenze comuni o direttamente al parco. Ora il nostro gruppo Whatsapp conta circa 80 persone che vengono più o meno regolarmente tutte a giocare al parco. Inizialmente eravamo quasi solamente ragazzi, ma nell’ultimo periodo sempre più ragazze si sono aggiunte e ora la community ha anche un suo lato femminile”. E uno sguardo va inevitabilmente al futuro: “L’intenzione, dopo il successo dell’anno scorso, era di fare richiesta per formare una società sportiva a tutti gli effetti. Credo proprio che sarebbe stata la prima in Italia – dice – come già ce ne sono all’estero, ma il Covid ci ha costretto a rimandare il tutto. Per il momento siamo quindi solamente una comunità di persone che la prendono più o meno seriamente, ma con niente di ufficiale. Ci organizziamo pratica-

mente tutti i giorni in cui fa bel tempo per giocare sui prati del Talvera e abbiamo aperto da poco una pagina Instagram (@roundnet_club_bz) per sponsorizzare lo spikeball all’interno della provincia e la nostra comunità all’interno del mondo dello spikeball.” La scorsa estate Michele Berlanda e i suoi amici hanno organizzato un torneo sui prati del Talvera: “È stato un torneo non ufficiale a cui si sono presentate quasi solamente squadre

della nostra community, più qualche squadra dal resto della provincia, compreso il campione europeo – racconta –. I riscontri che ho ottenuto sono stati molto positivi e stiamo lavorando per organizzare qualcosa di più grande a inizio settembre, magari con qualche partecipazione internazionale o perlomeno dal resto d’Italia ad inizio settembre… normative permettendo.”

Gabriel Marciano

Il Pradeles è un ristorante situato a 1750m sul Passo Furcia, presso la stazione a valle della cabinovia Ruis. Esso rappresenta in estate la meta prediletta per tutti gli amanti delle passeggiate. La cucina unisce sapori ladini e italiani, ma su ordinazione siamo pronti ad accogliere ogni vostra esigenza. Rilassatevi sulla nostra terrazza al sole.

Pradeles Ristorante Str. Furcia, 25 Pieve di Marebbe - San Vigilio Tel. 0474 506084

Grafica: QuiMedia

BOLZANO Quattro giocatori, due contro due, una rete rotonda simile a un trampolino poggiata a terra e una pallina dal diametro di circa 5 centimetri che vi viene fatta rimbalzare sopra di tocco, come se si stesse giocando a pallavolo. Non serve nient’altro per divertirsi giocando a roundnet, conosciuto principalmente come spikeball. E infatti dalla scorsa estate anche a Bolzano, soprattutto sui prati del Talvera, questo sport – del quale a settembre, in Belgio, saranno disputati per la prima volta i campionati mondiali – ha iniziato a spopolare.


FOTO GALLERY

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TUTTI I COLORI PER L’AMBIENTE Durante la mattinata di giovedì 16 luglio oltre 40 bambini hanno dato libera espressione alla loro creatività disegnando con gessi colorati sulla pavimentazione stradale di via Garibaldi in occasione del “Festival del gessetto nella giornata mondiale dell’ambiente”, promossa dal comitato di quartiere Maia-Mais in collaborazione con Urania e Upad.

Didascalia


SPECIALE VACANZE IN QUOTA foto: IDM Alto Adige / Helmuth Rier

VACANZE IN QUOTA

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Qui la scelta non manca di certo: appassionati di escursioni, arrampicatori e scalatori troveranno in questa zona le migliori condizioni per dedicarsi alle loro attività preferite nella più assoluta spensieratezza. Mentre il fondovalle invita a lunghe passeggiate, chi ha più tecnica e condizione, può ambire a scalare le vette delle Dolomiti della Valle Isarco seguendo le orme di Reinhold Messner. È in questa zona, infatti, che il più celebre scalatore di tutto il mondo svilup-

In Val di Funes sulle orme dei più grandi scalatori È il regno della tranquillità, delle dolci colline, del verde e del profumo di fiori d’alta montagna. La val di Funes è la regina, e la sua corona è il Gruppo delle Odle. Ed è in questa pace che gli appassionati di escursioni possono dare sfogo alla loro voglia di camminare. pò la sua passione, conquistando le sue prime cime quando era ancora un ragazzo. Che si tratti di

un’escursione nei prati o di una scalata al Sass de Putia, la Val di Funes è capace di donare le mi-

gliori opportunità di esplorare e vivere al meglio il meraviglioso mondo delle Alpi altoatesine.

• La Malga Gampen è una nota meta escursionistica per tutte le stagioni. • Gustose specialità della casa preparate con prodotti di propria coltivazione. • Terrazza panoramica baciata dal sole e prato per bambini. • Ci potete raggiungere in poco più di un’ora di cammino da Zannes.

Val di Funes - Tel. 348 272 15 87 / 0472 840 001 - www.gampenalm.com


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SPECIALE VACANZE IN QUOTA La magnifica vista sul Gruppo Puez-Odle nel cuore delle Dolomiti

Alta via in memoria di Günther Messner

Definirla un’“escursione” è un po’ irriverente, ma è di una tale bellezza paesaggistica che non possiamo tralasciarla: il panorama sulle pareti nord delle Odle e sull’imponente Sasso Putia è straordinario. Sono necessarie due premesse: la via ferrata viene proposta come “escursione” solo agli alpinisti davvero esperti, con passo sicuro e che non soffrono di vertigini; a tutti gli altri consigliamo di munirsi dell’attrezzatura necessaria. Chi non è un “campione”, deve prevedere un tempo di percorrenza di circa 7 ore. Suggeriamo, quindi, di pernottare presso l’accogliente Rifugio Genova, che sorge in una posizione magnifica. La durata supplementare della discesa da qui a Zannes è di circa 1

ora e mezza. Dal parcheggio ci si tiene a sinistra e si attraversa il rio Caseril, lungo il quale si sale finché il sentiero “Herrensteig” non devia verso sinistra. Si attraversa il pendio coperto da un rado bosco e si arriva ai prati del Covelo, dove ha inizio la via ferrata. Da qui il sentiero è indicato e tratti relativamente pianeggianti s’alternano a passaggi assicurati e ad alcune scale. La gita di circa 20 minuti alla cima del Tullen, la più elevata delle Odle di Eores, è un’allettante possibilità che schiude un panorama mozzafiato. Alla prima diramazione del sentiero, ci si tiene a destra e si scende su quello che conduce dalla forcella di Putia al Rifugio Genova.

Tempo di percorrenza: 6 ore ½–7; Dislivello: 1.300 m in salita, 660 m in discesa; Periodo migliore: Dall’estate all’autunno; Punto di partenza: Parcheggio e/o fermata dell’autobus “Zannes” a Funes; Accesso stradale: in auto o autobus pubblico da Chiusa alla Val di Funes fino a Zannes in fondo alla valle.

Il leggendario anello del Kalfin

LA LEGGENDA DELL’ANELLO DEL KALFIN Il nome “Aferer Geisler” (Odle di Eores) è piuttosto recente: si presume che sia comparso intorno al 1900 sulle cartine militari austriache, dove si trova anche “Ruëfen”, quello utilizzato dalla popolazione locale per indicare parti della catena di montagne tutt’intorno al Tullen. A est di questa cima svettano il Monte Confin e il Wälscher Ring, la centrale delle tre, su cui si trova il leggendario anello del kalfin, che presenta un diametro di circa 10 centimetri, una sezione trasversale quadrata con angoli obliqui ed è inserito nell’anello di un chiodo da roccia, a sua volta fissato nella pietra con del piombo. Secondo la leggenda, nei tempi più remoti, la nostra regione era

Benvenuti al Rifugio Genova Il rifugio è stato costruito nel 1898, sorge nella prateria alpina a 2306 m. È la partenza ideale per piacevoli passeggiate o anche per escursioni impegnative in alta quota. L’aria di montagna mette appetito, soprattutto dopo escursioni e gite alpinistiche. Entrate nella nostra accogliente “Stube” e gustate i piatti tipici sulla terrazza soleggiata. Siamo aperti dal 15 giugno al 13 ottobre 2019, orario continuato.

Rifigio Genova - Schlueterhuette

Via Berger 32, Funes Tel. rifugio: 0472 670072 - Tel. in valle: 0472 840389 Cell. 347 2667694 - www.schlueterhuette.com


Malga Casnago

Il percorso più bello per arrivarci parte da malga Zannes e passando per S. Zenone (Tschantschenon), camminate sul sentiero delle Odle (Munkel-Weg) per arrivare direttamente sui prati verdi sotto le Odle. Da noi trovate la cucina tipica altoatesina. Serviamo piatti di tradizione contadina.

ancora interamente coperta dal mare, da cui svettavano solo singole cime. Su queste rocce erano fissati dei forti anelli in metallo, a cui i marinai potevano assicurare le loro navi: uno di questi si trovava a Funes e veniva chiamato “anello del kalfin”. Con il passare del tempo, il livello dell’acqua cominciò a diminuire, la regione si prosciugò e l’anello, ormai inutile, venne dimenticato. Ma un bel giorno, un pastore alla ricerca di alcune pecore smarrite vide delle strane impronte di calzature con chiodi insolitamente grandi. Seguendo questa traccia, arrivò a un cocuzzolo e vi trovò l’anello. Dal momento che, battendoci sopra, emetteva un suono squillante, decise di estrarlo: se fosse stato d’argento gli avrebbe fatto guadagnare molti soldi. Tuttavia, quan-

do cominciò a battere, sul Sasso Putia s’innalzò una colonna di fuoco, accompagnata da scure nuvole di fumo. Il pastore, spaventato a morte, si precipitò a valle. L’anello è ancora là, magari avete voglia di andare a cercarlo… Infine, l’ormai inevitabile frecciata alla scienza: oggi, si ritiene che quest’anello in bronzo marchi un confine, il presumibile punto d’incontro dei Comuni di Funes, Luson e Longiarù. Il termine “Kalfin” deriva dal ladino “colfin” o “confin”, che significa “confine”. Altri anelli simili devono trovarsi sopra Flitz e non lontano dal Sasso Putia. Tratto dal libro: A caccia di leggende Alto Adige - Dolomiti Athesia- Tappeiner Verlag ISBN 978-88-7073-927-5

Grafica: QuiMedia

la cucina altoatesina con pietanze tradizionali e piatti tipici. Serviamo piatti di tradizione contadina, che si distinguono nella qualità dei prodotti e delle spezie utilizzate. Assaggiate le specialità tipiche e percepite la Val di Funes in tutti i suoi sensi!

Via Magdalenaweg 1 Val di Funes Tel. 0472 840158 www.gschnagenhardtalm.it

» Baita di nuova costruzione » Piatti tipici fatti in casa come speck, formaggio, burro, torte e strudel » Aperto da inizio maggio a fine marzo

Tel. 0472 671311 - Tel. 0472 840563 Cell. 380 7908439 - www.zanserschwaige.com

Grafica: QuiMedia

Il percorso che vi porta alla malga è uno spettacolo e una volta arrivati potrete vedere i prati verdi e l’highlight della Val di Funes: le Odle, che s’innalzano maestosamente dietro la nostra baita, un panorama indimenticabile. Alla fine della camminata vi aspetta

MALGA CASNAGO

0472 670978 - www.glatschalm.com Ci trovate su una radura, proprio sotto le pareti nord delle maestose montagne Geisler. Nella nostra locanda alpina “Glatschalm” potete davvero rilassarvi: sarete circondati da boschi di abete rosso in un clima mite alpino, potrete gustare le pietanze tipiche della Val di Funes.

Grafica: QuiMedia

Situata in Val di Funes a 1.996 m. Soleggiata terrazza, Specialità culinarie fatte in casa con torte e piatti tipici tirolesi, Campo giochi per famiglie e un grande prato. Gradita la prenotazione.

Tel. 339 604 46 85 - www.geisleralm.com


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foto: Filippo Galluzzi

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Klausberg: adrenalina pura in quota co La vertigine del vuoto, l’adrenalina prima del lancio, il battito cardiaco che accelera e poi il salto nel vuoto, ma in completa sicurezza e senza alcun timore di potersi fare del male. Chi ha provato almeno una volta l’ebbrezza di una teleferica troverà a Klausberg pane per i suoi denti: un nuovissimo impianto, inaugurato proprio pochi giorni fa, che riesce a trasportare i più coraggiosi per centinaia di metri da una parte all’altra della montagna ad altissima velocità facendo loro oltretutto gustare le delizie di un panorama senza eguali. foto: Filippo Galluzzi

Si dice che in tempi moderni, i primi percorsi delle teleferiche risalgono alla seconda metà del Ventesimo secolo, in Australia, dove venivano utilizzate per rifornire di viveri le popolazioni che abitavano nelle zone più impervie delle foreste; la merce poteva così viaggiare su una carrucola, che scorreva veloce e sicura tra gli alberi, raggiungendo la sua destinazione. Lì, dall’altra parte del mondo, vengono chiamate ancora oggi “flyingfoxes”,ma ormai questo tipo di impianti – che vengono chiaramente utilizzati solo a scopo ricreativo – vengono comunemente chiamati Zipline, così come erano state chiamate

per la prima volta negli Stati Uniti e in Canada. Un tuffo nel vuoto Ed è proprio con questo nome inglese che Klausberg ha voluto battezzare la novità di questa stagione: con questo nuovo impianto si può attraversare la cosiddetta “Brugga Klomme” in volo d’aquila. Partendo dalla Kristallalm, ci si cala ad alta velocità verso l’Almboden “atterrando”

[ Parco giochi [ Terrazza

Fam. Hofer - Tel. 0474 652265 - Kleinklausen 8, Cadipietra

Grafica: QuiMedia

[ Specialità altoatesine


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giganti della preistoria sono infatti ospiti del mondo avventure sul Klausberg. Dall’aggressivo Utahraptor al pacifico carnivoro vengono esposti 10 dinosauri in grandezza naturale, come il vulcanodonte, il triceratopo, il ceratosauro, lo stegosauro, il dimetrodonte e naturalmente il famoso Tyrannosaurus rex. Con la cabinovia del Klausberg, insomma, è possibile intraprendere un affascinante viaggio nella storia dell’evoluzione.

Niederhofer Alm

In picchiata lungo la pista Le attività di questo parco dei divertimenti per bambini sono gratuite, a eccezione delle corse sull’Alpine

Skiarena Klausberg: Enz Schachen 11, Cadipietra/Valle Aurina Tel. 0474 652155 - www.klausberg.it

Aperto da maggio a ottobre tutti i giorni 9 alle 18. Ci potete raggiungere partendo da S. Giovanni, Cadipietra o da Lutago. Dal parcheggio “Sandbichl” sopra S. Giovanni, comodamente a piedi in 30 min. anche con passeggini e biciclette. Petra e Alois vi aspettano

Vi offriamo dolci fatti in casa e giochi per bambini

Grafica: QuiMedia

Un parco per le famiglie Già, il Family park: questo complesso dedicato alle attività per il tempo libero è situato su un pascolo alpino a 1.600 metri di altitudine ed è raggiungibile a piedi, in mountain bike o con la cabinovia Cadipietra. Dalla stazione a monte di Klausberg, una passeggiata di circa 15 minuti conduce oltre la malga Kristall, fino al Family Park.

Coaster “Klausberg-Flitzer”, la pista estiva di slittino su rotaia, un’altra attrattiva per gli appassionati di adrenalina: sono le montagne russe alpine più lunghe e spettacolari d’Italia. Chi ama la velocità e le manovre spettacolari, ha a disposizione un percorso lungo 1.800 metri con una velocità massima di ben 40 chilometri orari, saliscendi e giri di della morte di 360 gradi, ma senza paura: la velocità la regola il pilota durante l’intera discesa azionando il freno per rallentare. Sul Klausberg i bambini possono godere di un ulteriore spettacolo davvero unico, rappresentato dal Dinoland. Il tirannosauro e gli altri

(inserzione pubblicitaria)

S. Giovanni - Valle Aurina - Tel. 349 8667488

La malga gourmet Kristallalm a Klausberg in Valle Aurina vi offrirà squisiti attimi dedicati al gusto e al sapore: stuzzicanti aperitivi nella K-Lounge, enogastronomia tradizionale nell’antica Stube, dinamico Après-ski in perfetto stile sudtirolese, eventi esclusivi e divertimento assicurato per tutta la famiglia.

Grafica: QuiMedia

direttamente nel Family park.

vanni arrivate comodamente anche con la carrozzina in circa 30 minuti. I nuovi gestori Petra e Alois Steger e il loro staff vi vizieranno con prelibatezze locali e fatte in casa. Non vedono l’ora di darvi un caloroso benvenuto!

Foto: Filippo Galluzzi

on la Zipline

Giace immersa nel verde del Parco Naturale Vedrette di Ries/Aurina ed è una destinazione amata da tutti gli escursionisti. Potete raggiungerla da San Giovanni, da Cadipietra/Klausberg o da Lutago. Dal parcheggio del maso Sandbichl sopra San Gio-

Tanta natura e belle passeggiate Ma Klausberg è anche sinonimo di natura e belle passeggiate. Per gli amanti dell’acqua le gite fino al piccolo e idilliaco laghetto Klaussee della Valle Aurina sembrano cucite su misura. Presso le cascate, raggiungibili persino con una miniescursione di pochi minuti a piedi, tutto si fa più rumoroso.

La Kristallalm, presso la stazione a monte del comprensorio sciistico Klausberg, vi conquisterà con il suo fascino unico e frizzante!

Kristallalm Klausberg - Tel. 0474 6514 32 - info@kristallalm.it - www.kristallalm.it


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Sul Seceda partendo da Col Raiser

Prati verdi dai quali sembrano staccarsi come dal nulla massicci imponenti, che poco prima dell’imbrunire arrossiscono mostrandosi in tutto il loro romanticismo: il Seceda è situata sul versante soleggiato della Val Gardena, nel bel mezzo del Parco Naturale Puez-Odle e il panorama che si può ammirare dalla cima comprende le Dolomiti e tutte le montagne dell’Alto Adige – dall’Ortles alla Vetta d’Italia, sino alle Dolomiti del Brenta (Adamello) in Trentino. Il luogo perfetto per abbandonarsi a lunghe e piacevoli passeggiate. Camminare in quota e fermarsi per una birra, un panino o un gelato: sul Seceda è una possibilità adatta a tutti, un’escursione semplice che permette di raggiungere le tante malghe presenti sulla montagna. Da malga a malga Punto di partenza di questa passeggiata è la stazione a monte della funivia Col Raiser sopra Santa Cristina. Passando vicino alla malga Odles, camminando su una larga strada sterrata si segue il segnavia numero 4A in direzione nord.

Continuando a salire verso nord e passando vicino al piccolo lago Lech da Iman, dopo tre quarti d’ora circa si raggiunge il rifugio Troier. Da qui un sentiero non segnalato conduce in una decina di minuti

Quasi sessant’anni di ovovia Nel 1963, dopo una lunga e puntigliosa progettazione, venne costruito il primo impianto Col de Raiser dal signor Luis Schenk. Si trattava di una bidonvia biposto che impiegava 20 minuti per raggiungere la stazione a monte. Nel 1976 venne rinnovata e potenziata.Nel 1988 l’impianto venne trasformato in un’ovovia a 8 posti ad agganciamento automatico, la prima 8 posti in Europa. L’idea

di costruire la stazione a monte sotterranea era a quei tempi futuristica. Nella 2008 l’ovovia venne modernizzata e aperta, dopo solo quattro mesi di costruzione, a luglio con maggior comfort con le tecnologie più avanzate e una velocità d’esercizio di 6 metri al secondo.

CAFFÈ RISTORANTE VAL D’ANNA A ORTISEI IN VAL GARDENA AI PIEDI DEL SECEDA Fermatevi sulla nostra ampia terrazza soleggiata direttamente, vi vizieremo con specialità tipiche della cucina altoatesina, con primi piatti italiani, insalate, zuppe e vari piatti del giorno.

Grafica: QuiMedia

Siamo aperti fino al 11.10.2020

Str. Val d’Anna 39 - Ortisei - Tel. 0471 798643 - info@valdanna.com - www.valdanna.com


verso ovest fino alla baita Daniel. Da qui, seguendo il segnavia 1A si prosegue in leggera salita fino a incrociare il percorso numero 6, che si segue fino alla baita Curona e infine fino alla Sella Cuca (una mezzoretta). Dalla Sella Cuca si segue il segnavia numero 2 in direzione nord - est e dopo 20 minuti si arriva alla Ütia de Fermeda. Dal rifugio Fermeda lungo il sentiero numero 2 dirigersi verso est e lungo la via fatta in salita (numero 4A) si ritorna alla stazione a monte della funivia Col Raiser.

Una visita al museo La stazione a monte dell’ovovia Col Raiser, poi, è sede di un piccolo museo privato che ospita dei dipinti delle Dolomiti. La particolarità di queste opere è che i pittori visitarono la Val Gardena ancora prima che il turismo fosse di grande importanza per l’Alto Adige. Lo scopo di questa raccolta privata è quello di riportare in valle i numerosi dipinti sparse per l’Europa. Alcuni pittori importanti erano stazionati in questa durante la prima guerra mondiale, per questo motivo molti dei loro dipinti sono testimoni della bellezza delle Dolomiti e della tragedia causata dalla guerra.

Parco Naturale Puez – Odle, S. Cristina T. +39 0471 792 089 www.colraiser.it

Il balcone panoramico si raggiunge in 30 minuti dalla stazione a monte dell‘ovovia

Sightseeing flights

Grafica: QuiMedia

Sul Rifugio Raiser Se si capita in zona, una tappa al Rifugio Raiser, poi, è quasi d’obbligo: per arrivarci ci vogliono quattro ore, ma nonostante la lunga percorrenza, l’escursione è adatta a tutti.

Dalla stazione a monte della cabinovia si prende il sentiero numero 4 per prati e boschi in direzione Rifugio Firenze; dopo una ripida (ma corta) salita si arriva al Lago Iman ai piedi della Cima occidentale delle Odle, la Torre Fermeda. Si passa per il Rifugio Troier sull’Alpe del Seceda, e poi dunque alla stazione a monte della seggiovia del Seceda a 2.500 metri di altitudine. Una volta in cima al Seceda fino alla croce di vetta (2.519 metri), ci si posiziona al centro del punto panoramico e si scoprono i nomi delle cime circostanti sulla tavola panoramica, oltre a un panorama ineguagliabile su tutta la Gardena. L’occhio spazia dall’Alpe Rasciesa, a quella di Siusi, dal Sassolungo al Sasso Piatto, il Sella, il Gruppo delle Odle e del Puez ed anche la Val di Funes con le Odle di Eores e il Putia. La via di ritorno alla stazione a monte della Cabinovia Col Raiser può essere intrapresa sui sentieri 1° (più difficile), 2 e 4A.

una giornata indimenticabile al Col Raiser: visitate Il balcone panoramico „Dolomites UNESCO“ ed i laghetti sull‘Alpe di Mastlé

• Piatti tipici preparati con prodotti del nostro maso • Grande terrazza • Parco giochi • Piccolo parco con animali domestici

Tel. 338 7910872

Info & booking +39 331 8877 888


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SPECIALE VACANZE IN QUOTA Castel Freienthurn

Rio di Pusteria, fra storia e natura

Rio di Pusteria, il cui simbolo è senza dubbio la Chiusa di Rio, si trova all’ingresso della Val Pusteria e vanta il titolo di “comune mercato” dal 1269. Le mura antichissime, le residenze signorili e i palazzi mercantili sono testimonianze della lunga storia di questa fiorente cittadina sudtirolese.

binovie accompagnano gli amanti delle escursioni, della mountain bike e chiunque voglia godersi l’a-

castello medievale che si trova in pieno centro. Venne costruito come una casatorre nel 1269 da Friedrich von Rodank e nel XVI secolo venne ampliato con l’aggiunta di nuove ali. Nel 1856 i conti di Preu cedettero il castello alle Suore Terziarie Francescane di Bressanone che vi fondarono un istituto per l’istruzione delle ragazze non abbienti, l’Istituto del Sacro Cuore, che è attivo ancora oggi.

◆ Punto di partenza per escursioni, scalate e arrampicate ◆ Splendida terrazza al sole ◆ Specialità tipiche tirolesi, piatti di selvaggina, dolci e coppe gelato

Grafica: QuiMedia

Un castello in pieno centro Fra queste, il Castel Freienthurn, un

Oltre trenta malghe e rifugi L’area vacanze vanta oltre trenta malghe e rifugi tradizionali; due ca-

foto: Idm Alto Adige /Alex Filz

Forte da sempre di una posizione strategica lungo un’importante arteria stradale, Rio di Pusteria è il centro dell’area vacanze sci & malghe, premiata già come miglior destinazione in Alto Adige: con il bus si raggiungono in un attimo la Val di Valles, la soleggiata Maranza, l’Alpe di Rodengo-Luson e Spinga con i suoi antichi masi, tutte mete in cui vale la pena fare una gita. Inoltre, da Rio di Pusteria parte la funivia per Maranza, il treno per la Val Pusteria e il bus per Bressanone.

Maranza - Valle Alta Fossa Tel. 0472 520277

www.grossberghuette.com


SPECIALE VACANZE IN QUOTA arriva a Valles, al grande parcheggio a 1396 metri di quota. Si continua a piedi sulla strada (segnavia 17) toccando la Kurzkofelhütte (1422 metri); si supera poi il ripido gradone arrivando al parcheggio superiore (1700 metri) e poi in in piano al rio e alla Fane Alm (1739 metri). Ci vogliono due ore di cammino per arrivarvi, e si ritorna sulla via dell’andata.

foto:Christoph ChristophFederer Federer foto:

Mostra di minerali

L’alba dai monti Per chi ha voglia di alzarsi presto e affrontare i boschi al buio (con la lampada frontale ben allacciata, s’intende) ci sono le escursioni

ria pura in quota al punto di partenza di numerosi percorsi che consentono di scoprire la regione da vicino. L’Alta Via di Valles, per esempio, parte dalla stazione a monte di Jochtal: imboccando il sentiero 9 si attraversa il giogo “Valler Jöchl” fino all’Alpe di Sasso Rosso e al

a darle la forma attuale, ampliandola e fortificandola ulteriormente nell’arco di oltre vent’anni, nella seconda metà del XV secolo. Rimase seriamente danneggiata prima nel 1703 e poi, più seriamente nel 1809, quando fu presa, con grande sforzo e numerose perdite, dall’esercito francese. Da allora è in rovina. Alla fine del 1939, Mussolini diede ordine di fortificare i valichi alpini, tramite la costruzione del Vallo Alpino in Alto Adige. Anche presso la vecchia dogana è stato costruito lo sbarramento Chiusa di Rio, che comprende 5 bunker. Solo lo spostamento della strada statale al di fuori delle mura ha consentito, nel 1978, un restauro della struttura. Attualmente al suo interno è prevista una mostra.

all’alba, per vedere il sorgere del sole tra le montagne e osservare i giochi di colore che cambiano man mano che la notte diventa giorno. Una meta è la piattaforma panoramica degli ‘omini di pietra’ Stoaner Mandl, in cima al comprensorio di Valles / Jochtal. I primi 800 metri di dislivello possono essere superati con la cabinovia, e poco oltre la stazione a monte si raggiunge il punto panoramico degli ‘omini di pietra’, sorta di colonnine costruite dai contadini e dagli escursionisti, con i caratteristici sassi piatti che si trovano in gran numero sul posto.

Grafica: QuiMedia

La chiusa di Rio Pusteria chiudeva la val Pusteria ad ovest, poco sopra la confluenza della Rienza nell’Isarco, vicino al paese di Rio di Pusteria. La porta orientale è nota come porta Vandoies, quella occidentale come porta Rio di Pusteria. Si tratta di una costruzione fortificata risalente originariamente al XII secolo, quando era nota come Klause von Haslach (“chiusa di Haslach”). Fu costruita dai signori di Rodengo, ma già nel 1269 fu ceduta ai Gorizia. Quando, alla morte di Mainardo I di Tirolo-Gorizia, i suoi figli Mainardo II e Alberto si divisero i territori paterni, la chiusa divenne stazione di confine. La Pusteria poi passò totalmente sotto il controllo dei Tirolo. Fu Sigismondo il Danaroso

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Aperto da giugno a ottobre e da natale a pasqua. Cucina tipica, piatti caldi tutto il giorno!

Ochsenalmhütte

Rudi e il suo team vi aspettano!

Ochsenalmhütte 2070m - Valles - Tel. 348 2530954

HÜTTE

meransen

Passo del giogo Peachenjoch; poi si prosegue lungo la 9 fino alla Malga Almdorf Fane. La via del ritorno alla stazione a valle Jochtal avviene sul sentiero Milchsteig. Una gita alla Fane Alm Consigliabile anche una gita alla malga Fane Alm: da Rio Pusteria si

RIFUGIO

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2210 gitschb

Al rifugio Gitschhütte arriverete come ospiti e ripartirete come amici. La nostra struttura sorge ai piedi del Gitschberg, la montagna di casa di Maranza, incantevole borgo adagiato su un soleggiato altipiano. In una sosta gustosa degna di questo nome, non possono mancare pietanze tipiche altoatesine, lʼimmancabile grappino e una fetta di strudel di mele. Ci trovate a 15 min dalla stazione a monte di Gitschberg.

• Piatti tradizionali fatti in casa • Grande terrazza al sole • Panorama meraviglioso • Punto di partenza per meravigliosi percorsi escursionistici

ll rifugio Nesselhütte è la meta ideale per unʼescursione in famiglia con bambini. Lʼarea giochi fa battere forte il cuore dei più piccoli. Ci trovate allʼarrivo della stazione a monte di Gitschberg.

Maranza - Monte Gitsch - Tel. 333 695294 www.pichlerhuette.com

Grafica: QuiMedia

Grafica: QuiMedia

2107m

di Unterkircher Meinrad - Tel. 0472 520 280 - Cell 328 649 26 99 www.gitschhuette.com - gitschhuette@rolmail.net


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SPECIALE VACANZE IN QUOTA Vista sulla Val d'Ega da Obereggen

Escursioni tra Dolomiti e cielo a Obereggen e dintorni

Obereggen si è assicurato un posto in prima fila per ammirare il gruppo del Latemar, verso cui si sale con gli impianti che partono direttamente dal paesino. Non è solo la vista straordinaria sul Latemar, sui monti Corno Bianco e Corno Nero o sulla Pala di Santa a fare di Obereggen uno dei paesi di montagna e dei luoghi di vacanza più amati dai visitatori. Anche la meravigliosa natura che lo circonda e i sentieri che l’attraversano, la fioritura a perdita d’occhio dei rododendri e dell’arnica in estate, i prati ie i boschi di larici e abeti, che si allungano verso l’alto lungo i pendii dolomitici, rendono unico Obereggen. Le malghe nei pressi del paese e a monte degli impiani di risalita sono le mete perfette per una breve passeggiata.

In Val d’Ega la maestosità delle Dolomiti è letteralmente a portata di mano. A Obereggen si può ammirare da vicino il panorama dolomitico del Latemar. Oppure zaino in spalla ci si può mettere in cammino sui numerosi sentieri a cavallo tra la Val d’Ega e le valli di Fiemme e Fassa e avere la dolomia sotto i propri piedi. Dagli orizzonti dei Monti pallidi, che nel 2009 l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ai prati di Obereggen, la natura mostra le sue mille sfacettature. Da Obereggen si può partire anche per trekking ed escursioni più impegnative, che come tutte le uscite vanno però organizzate nel minimo dettaglio. Prima di partire è sempre bene conoscere la lunghezza del percorso e la sua difficoltà, scegliendole in base alla propria condizione e la propria velocità. Oltre alle proprie condizioni, vanno prese in considerazione le previsioni del tempo consultando il bollettino meteo. Fatte le dovute valutazioni, prima di partire è sempre bene informare qualcuno della propria meta e

dell’orario di arrivo previsto. Per le escursioni è sempre meglio partire di primo mattino e calcolare un margine di tempo sufficiente, in modo da rientrare prima dell’imbrunire. Se si riesce, è bene mantenere lo stesso passo durante il cammino. Scegliere una velocità di marcia moderata e regolare è un ottimo modo per camminare in montagna, così come prevedere parecchie pause, specialmente quando si è in marcia con dei bambini. Durante il tragitto, è bene osservare attentamente qualsiasi cambiamento del tempo. In più, i

gestori dei rifugi riescono a dare delle informazioni dettagliate sulla situazione meteo locale. Nel caso il tempo dovesse peggiorare, può essere d’aiuto valutare delle alternative che semplifichino e accorcino il percorso verso dei posti sicuri o verso il punto di partenza. Che sia brutto o che sia bello, mantenersi idratati rende il percorso meno faticoso. Le bevande più adatte sono acqua,tè o succhi naturali. Di seguito vi proponiamo due percorsi in alta montagna, piuttosto impegnativi. Nei pressi di Obereggen esistono però numerosi altri


SPECIALE VACANZE IN QUOTA

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Diversi sentieri si inerpicano fino alle cime del Latemar

Giro del Latemar Con questo impegnativo trekking si sale fino ai quasi 2.700 metri del rifugio Torre di Pisa, da dove ammirare un incredibile panorama dolomitico. Alla stazione a monte della funivia Oberholz, imboccare il sentiero n° 18: prima si sale lungo un pendio er-

boso, che diventerà poi detritico. Si passa nei pressi di una croce in ferro battuto, seguita da una serie di gradini in legno. Proseguendo si trova un brevissimo tratto di placche rocciose messe in completa sicurezza da un cavo passamano. Poco dopo si arriva a un primo punto intermedio: uno spiazzo terroso ai piedi delle pareti rocciose del Latemar. Da qui si sale in diagonale su un pendio di rocce disgregate fino ad arrivare sull’orlo di un circo detritico con grossi macigni. Dopo un paio di svolte si raggiunge una piccola forcella di accesso a una valletta rocciosa, quasi un labirinto circondato da guglie e pinnacoli e disseminato di grandi massi detritici: un ambiente caratteristico delle Dolomiti. Poco più avanti il sentiero piega sulla sinistra e rimonta fino ad affacciarsi sulla linea di cresta principale. Di fronte si apre il piccolo intaglio della forcella dei Camosci, alla quale si accede tramite uno stretto e incassato canalino. Una volta raggiunta la forcella, ci si affaccia sul maestoso anfiteatro del Latemar. Scendendo nella conca e seguendo

il sentiero 516, in circa mezzora si arriva al Rifugio Torre di Pisa, passando per un ultimo breve tratto di salita. Lungo il percorso si possono ammirare altre caratteristiche formazioni rocciose tipiche del Latemar, compresa la mitica Torre di Pisa. Il paesaggio che si può ammirare dalla vicina piazzola per elicotteri è incredibile e include la Catena del Lagorai, e il massiccio granitico

della Cima d’Asta. A sinistra si stagliano le Pale di San Martino con la loro fisionomia inconfondibile. Continuando ancora verso sinistra, il Civetta, il Pelmo e l’Antelao. Poi si vedono: Marmolada, Tofana di Mezzo, Piz Boè. Guardando ad ovest l’Ortler e il Cevedale seguiti poi dalle Dolomiti di Brenta. Dal Rifugio Torre di Pisa si scende sul sentiero 516. Il primo tratto di discesa è su un sentiero roccioso. Passati i primi tratti il sentiero, si fa più largo e meglio percorribile. Si incontrano dei gradoni di legno prima di un breve canalino roccioso. Superato questo, un piccolo ghiaione porta su una parte di sentiero ancora migliore. Scendendo con calma si nota sulla sinistra l’abitato di Predazzo. Una dolce sella erbosa precede un ulteriore tratto di discesa su ghiaia, scivoloso ma non pericoloso. In poco tempo si arriva all’incrocio con il sentiero n° 22, imboccandolo in direzione della seggiovia Oberholz si torna al punto di partenza.

Baita Passo Feudo Grafica: QuiMedia

Latemar.panorama Il punto di partenza dell’escursione, fisicamente impegnativa e adatta a escursionisti esperti, è presso la stazione a monte della seggiovia Oberholz. L’itinerario si snoda per 3,5 chilometri direttamente sotto le pareti rocciose e porta a varie stazioni d’informazione sulla flora e la fauna, sulla guerra di confine per il legno con la vicina Val di Fiemme e sulle caratteristiche della montagna comprese tutte le creature mitologiche. Inoltre, per godere del paesaggio nel più totale relax, lungo il percorso sono state allestite delle zone di riposo. Dalla stazione a monte, si prende il sentiero n° 18 che conduce alla piattaforma panoramica Latemar.360°. Da qui si prosegue sul sentiero n° 22 fino al Passo Feudo, dove ci si può anche fermare per una sosta al rifugio. Per il ritorno si può scegliere di ripercorrere lo stesso tragitto oppure incamminarsi lungo l’itinerario Latemar.Alp, che dal passo scende verso i prati. Ci si immette sul sentiero n° 504/505 fino alla malghe,si prosegue poi sul sentiero 9 fino alla baita Weigler Schupf e, passando per la malga Mayrl, si segue il segnavia 23 fino al punto di partenza.

foto: IDM Alto Adige / Alex Filz

percorsi nell’area del Latemarium, che sono adatti a tutti, bambini compresi.

Alla baita Passo Feudo, dotata di un panorama meraviglioso, potrete gustare un’ottima cucina tradizionale con un tocco di originalità. Raggiungibile dalla seggiovia di Obereggen con un’ora di passeggio.

Famiglia Felicetti Latemar Predazzo Tel. 347 9919582 baitafeudo@alice.it

Collocata a 1.830 metri di quota, nel cuore di Obereggen, baciata dal sole e coronata dalla maestosità delle splendide vette dolomitiche. Siamo aperti

Nova Ponente - Obereggen 34 - Tel. 348 458 7337 - www.epircher-laneralm.com

BRUNCH venerdì, sabato e domenica dalle ore 9. Su prenotazione

Grafica: QuiMedia

anche alla sera: mar. - giov. e ven. dalle 19 alle 22.


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SPECIALE VACANZE IN QUOTA

Il lago di Valdurna

Diverse mete suggestive aspettano gli escursionisti che si incamminano per la Val Sarentino partendo da Valdurna e San Martino (Reinswald). Delle malghe accoglienti sono raggiungibili anche dai più piccoli attraverso sentieri affascinanti. Più in alto le Alpi Sarentine custodiscono dei laghetti incantevoli e riservano delle chicche uniche anche per gli appassionati di storia e cultura. Laghi montani, sentieri a misura di bambino e luoghi unici nell’arco alpino a pochi chilometri da casa. La Val Sarentino ci offre moltissime possibilità di restare a bocca aperta, come quelle che vi proponiamo in questo numero. Una passeggiata rigenerante Percorrendo la statale della Val Sarentino per una quarantina di minuti, da Bolzano si arriva nei pressi di Valdurna e dell’omonimo lago.L’accesso alla piccola frazione di Sarentino che si affaccia sul lago è limitato al traffico.

Santa Croce di Lazfons

foto: IDM Alto Adige / oooyeah.de

Camminando alla scoperta della Val Sarentino

Per raggiungere il paesino e il lago (non balneabile), basta però lasciare l’automobile nel vicino parcheggio e incamminarsi per 300 metri di strada. Se, invece, si preferisce fare un’escursione più lunga, con pochissima fatica si raggiunge la malga Seebalm. Dal parcheggio si costeggia il lago e si gira a sinistra, verso il piccolo centro abitato di Valdurna. Superata la chiesa del paesino, si gira a destra seguendo la strada asfaltata fino a quando a destra di questa si dirama una strada forestale. Si prende la strada forestale e, dopo un’ora e mezza circa di cammino, si arriva alla malga Seebalm. La malga è gestita e dispone di un parco giochi per bambini con un trampolino. Per tornare a Valdurna si può percorrere a ritroso il percorso dell’andata. Dal parcheggio, inoltre, camminan-

Grafica: QuiMedia

2.130m IL PIACERE DEL PALATO AD ALTA QUOTA! RESTAURANT | BISTRÒ | APRÈS SKI

Area sciistica ed escursionistica Reinswald

Reinswald 84 - Val Sarentino (BZ) - Tel. 0471 095 585 - info@pichlberg.it - www.pichlberg.it


SPECIALE VACANZE IN QUOTA

In alto, tra natura e cultura Dalla stazione a monte della cabinovia, che da San Martino porta al Pichlberg, è possibile partire per numerose escursioni, anche piuttosto lunghe, come quella che tra le vette delle Alpi Sarentine Orientali porta al lago Getrum e verso la Croce di Lazfons, dove sorge il santuario più alto d’Europa. Dalla stazione, superato il rifugio Pichlberg, si segue l’ampio sentiero (n°11) che in un’ora scarsa porta alla malga Getrum (2.094 m). Dalla malga è possibile poi raggiungere il lago Getrum (2.368 m) oppure si può salire al rifugio Santa Croce di Lazfons (2.296 m). Oltrepassando la malga e incamminandosi sul sentiero 8A in circa 50 minuti si arriva al lago Getrum. Questo lago alpino di medie dimensioni si estende sul versante orografico destro della malga, in un avvallamento al di sotto del Plankenhorn e della Cima Getrum: oltre alle due cime dal lago si può ammirare un incantevole panorama sul paesaggio alpino circostante e sugli alpeggi ad alta quota. Dal lago si torna alla malga percorrendo a ritroso il sentiero dell’andata. Per andare al rifugio Santa Croce di Lazfons, invece, dalla malga si prende il sentiero 7. Si sale alla forcella sul crinale (Lückele, 2370 m),

e si scende al rifugio Santa Croce di Lazfons, dove sorge il santuario più alto d’Europa. Sono molti i pellegrini che raggiungono il santuario legato al culto dell’icona del Cristo Nero, la cui storia precede quella del rifugio. L’attuale chiesa neogotica, un’immagine nota della Val Sarentino con il tetto in tegole rosse, venne costruita nella seconda metà dell’Ottocento

per sostituire la piccola cappella preesistente. Dopo una sosta al rifugio, è possibile tornare a valle percorrendo la via dell’andata. Da malga Getrum si può tornare anche a piedi a San Martino, percorrendo il sentiero 7A verso i mulini di San Martino. Nel tragitto che segue il flusso del ruscello si scende a valle superando alcuni mulini ad acqua.

SeebAlm Valdurna

Tel. 346 6027936

Vi aspettiamo tutto il giorno con piatti tipici dell’Alto Adige e dolci fatti in casa. Parco giochi per bambini. Un’ora e mezza di passeggiata dal parcheggio di Valdurna per raggiungerci.

Un piccolo paradiso. Cucina calda. Orario continuato. Aperto fino al 27 settembre. Manuel e il suo nuovo team vi aspettano!

Grafica: QuiMedia

I giochi della montagna Se a Valdurna non mancano le occasioni per rilassarsi nei pressi del lago o in malga, nella zona di San Martino (Reinswald) c’è un intero percorso naturalistico pensato appositamente per avvicinare i bambini al mondo della montagna. L’Urlesteig, che prende il nome dagli “Urlelockn”, due laghetti lungo il tracciato, è un itinerario interattivo, diviso in sei parti. Sui sei tratti di percorso che partono nei pressi delle stazioni a valle e a monte della cabinovia, così come nei pressi delle malghe della zona, i bambini possono sperimentare e conoscere meglio l’ambiente montano. Le singole parti di itinerario hanno dei tempi di percorrenza diversi, che variano dalla decina di minuti all’ora intera, e possono quindi essere affrontate in escursioni più o meno lunghe. Ciascun tratto, inoltre, è dedicato a un tema diverso: l’acqua, la fauna, la storia e la cultura, la flora, le forze della natura e il prato di montagna sono i fili conduttori dei percorsi. Divertendosi i bambini possono imparare qualcosa in più sulla natura e sugli usi e costumi della Val Sarentino: pos-

sono per esempio scivolare con la zattera sulla superficie di un piccolo specchio d’acqua, cercare la via d’uscita nel labirinto di pino mugo o arrampicarsi su una libellula gigante. Oppure possono ascoltare i racconti dei pastori e conoscere la storia degli “Urlelockn” su percorsi a misura di bambino, accessibili e vicini ai punti di ristoro.

Grafica: QuiMedia

do per un’ora e mezza è possibile fare il giro del lago su sentieri pianeggianti. Ci si incammina sulla stradina chiusa al traffico in direzione dei masi fino al ruscello emissario del lago. Da qui si costeggia su strada il lato ovest del lago, arrivando fino all’estremità nord dello specchio d’acqua. Una volta attraversato il secondo ruscello (Grossalmbach), si torna al parcheggio attraverso il bosco, camminando verso sud sul sentiero pianeggiante sulla sponda orientale del lago.

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Reinswald Sarentino Tel. 0471 095708 Cell. 346 3897211 info@pfnatschalm.it www.pfnatschalm.it


SPECIALE VACANZE IN QUOTA foto: Racines Turismo / Manuel Kottersteger

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Vacanze per tutta la famiglia in Val Racines, Val Ridanna e Val Giovo ESCURSIONI PER L’INTERA FAMIGLIA A RACINES Allacciatevi gli scarponcini...si va in montagna! Vacanza significa anche famiglia. Godetevi il tempo in famiglia e scoprite insieme la natura, che non manca mai di offrire avventure. La vasta rete di sentieri escursionistici di Racines offre molteplici possibilità di effettuare escursioni in famiglia, perfette per ogni età. La natura incontaminata dell’Alto Adige riserva molte sorprese. Numerose malghe e rifugi invitano a

A tu per tu con la natura! Vacanze con la famiglia a Racines, Ridanna e in Val Giovo significa trascorrere un sacco di tempo all’aria aperta in mezzo del verde. Grandi e piccini si divertono su prati fioriti, si godono i bei sentieri in mezzo alla natura, scoprono l’ambiente “montagna”, si immergono nella foresta e nell’acqua e esplorano le miniere sotterranee a Masseria. Una vacanza veramente piena di emozioni.

minerali preziosi nell’acqua bassa e scoprono i sistemi di macinazione e separazione del minerale. Nella “Casa di Biancaneve” e nella “Galleria di Biancaneve” si possono immergere nel mondo delle leggende e dei racconti di Monteneve.

per gli amanti della cultura. Il museo offre, tra l’altro, un’esperienza unica per i bambini. Il tour “Miniera Junior 2020” è davvero una caccia al tesoro. I bambini imparano a conoscere i diversi tipi di minerali e il loro impiego, vanno alla ricerca dei

Sentiero a piedi scalzi Vivere la natura nel senso più autentico della parola: è questo l’obiettivo del sentiero a piedi scalzi che si sviluppa per circa 400 m nella Valle di Racines. Passeggiare a piedi nudi nella natura sperimentando tutte

una sosta per gustare le specialità della zona. La natura vi attende! Mondo delle Miniere Ridanna Monteneve Il Mondo delle miniere di Ridanna Monteneve è più di un’attrazione

Wasserfalleralm

1903m

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Grafica: QuiMedia

Specialità: arrosto di agnello, primi fatti fatti in casa, formaggio grigio e burro, parco giochi per bambini, ogni anno sagra della malga.


SPECIALE VACANZE IN QUOTA consentono di conoscere meglio l’affascinante flora e fauna del posto e soddisfano la sete di sapere di tutti gli amanti della natura. Punto di partenza: Stazione a monte della cabinovia di Racines-Giovo. Tempo di percorrenza: 45 min. Dislivello: 50 m+

Attività per bambini

le sensazioni che suscita il venire a contatto con materiali differenti come l’erba, la sabbia, la ghiaia, il marmo di Racines, diversi tipi di legno e naturalmente il sottobosco in tutti i suoi aspetti. Scoprire le differenze tra materiali ruvidi e piacevoli al tatto, mantenersi in equilibrio e godere degli effetti benefici di un massaggio naturale di riflessologia plantare con pietre calde e acqua fredda lungo il percorso Kneipp nel Rio Racines. Camminare a piedi nudi è una sensazione stimolante ed estremamente salutare per giovani e anziani, che tonifica l’organismo e le difese immunitarie. Novità: vicino al sentiero a piedi scalzi c’è la nuova zona Kneipp. Punto di partenza: Racines di Dentro, Maso Pulvererhof (2 km dopo

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movimento in cui si possono acquisire forza e agilità. Nell’arrampicata, non solo possono sentire la parete di arrampicata, ma anche se stessi, la comunità e imparare ad agire in modo autodeterminato. Esponendosi a rischi calcolabili nella verticale, sperimentano il successo e il fallimento e imparano anche ad affrontarli. Info e prenotazione: Racines Turismo

Racines Turismo Via Giovo 1 - Tel. 0472 760608 www.racines.info - info@racines.info

Malga Stadlalm Benvenuti alla malga Stadlalm, che vi aspetta tutto l’anno su una quota di 1.640 m, nell’idillio del fondovalle di Lazzago nella Val Ridanna. Vi offriamo una bellissima terrazza soleggiata e i simpatici padroni di casa vi vizieranno con piatti tipici altoatesini e buone grappe. In gita con i bambini? Sull’adiacente parco giochi, i piccoli potranno sfogarsi e giocare all’infinito mentre vi godete bei momenti di relax. Grafica: QuiMedia

Ogni lunedì: La magia dell’acqua. Una breve passeggiata dalla stazione a monte di Racines al sentiero “MondoAvventuraMontagna” ci porta a incontrare a ogni passo il “Pfeifer Huisele”. Il malizioso stregone è venuto alla luce quasi 400 anni fa a Vallettina e ha sparso le proprie malizie in tutta la zona. Aveva anche il dominio sull’elemento acqua – anche se nella maggior parte dei casi le sue stregonerie erano destinate al fallimento. Dopo giochi ed esperimenti emozionanti rientreremo al punto di partenza. Ogni giovedì: Avventura d’arrampicata per tutta la famiglia. La verticale comporta molte sfide per grandi e piccini. Arrampicata – per i bambini un’esigenza di base e una forma di

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l’hotel Larchhof). Tempo di percorrenza: 20 min. Difficoltà: facile MondoAvventuraMontagna Dalla stazione a monte della cabinovia Racines-Giovo si dipana un suggestivo sentiero ad anello con un dislivello di 50 m, adatto anche a carrozzine o passeggini e percorribile dalle famiglie in circa 45 minuti. Il percorso escursionistico è intervallato da numerose attrazioni e meraviglie della natura: il mondo delle formiche e delle marmotte, gli animali della fattoria da toccare e accarezzare, i giochi d’acqua, il pinguino gigante, sorprendenti strutture da arrampicata, magnifici punti panoramici e le malghe per il ristoro! In diversi punti sono dislocati pannelli informativi che

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Grafica: QuiMedia

Orari cucina: martedì - domenica: 11.30 - 14.00 giovedì - sabato: 18.30- 20.30 lunedì chiuso

Grafica: QuiMedia

Ogni giorno trote fresche del proprio laghetto, grande terrazza al sole e cucina calda tutto il giorno


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foto: IDM Alto Adige / Harald Wisthaler

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A Fundres il piacere del genuino Il paesaggio costellato da masi rustici, custodi di antiche ma vive tradizioni, e la calda cordialità dei suoi abitanti donano a Fundres un fascino tutto particolare. Se si sente il bisogno di rallentare il ritmo per ritrovare i piccoli piaceri della vita, questa è la meta giusta. Scoprire il Sentiero dei Masi Ma Fundres non è solo un tipico paesino di montagna immerso nel verde, è anche un luogo di cultura e tradizioni da scoprire e vivere. A tutti coloro che desiderano conoscere le tradizioni della Val di Fundres e in particolare

Una valle incontaminata, lontana da ogni tipo di luccichìo artificiale, abitata da gente ospitale che vive in stretto contatto con la natura, e grazie anche al fresco clima di montagna è un’apprezzata meta per le vacanze: è la Valle di Fundres, un luogo idilliaco che si dirama dalla Val Pusteria all’altezza di Vandoies di Sotto per trasportare i propri ospiti in un mondo puro. la sua cultura contadina, il consifglio è di fare una passeggiata sul Sentiero dei Masi. Si tratta di un sentiero tematico di sette chilometri, adatto anche alle famiglie, che passa per diversi masi contadini e artigiani, alcuni dei quali visitabili. Sarà una buona occasione per osservare da vicino la vita quotidiana e il lavoro dei contadini di Fundres: si può scoprire il lavoro del feltro, antiche pratiche artigianali ormai quasi

dimenticate, un antico forno per il pane, un giardino aromatico e molto altro ancora. Come arrivarci Per la via dei masi di Fundres si parte dal parcheggio Dun. Sul sentiero numero 17 si percorre un breve tratto in salita e poi a destra si imbocca il sentiero 13A. Si prosegue per un tratto e a sinistra sul numero 13 e poi 18 fino alla malga Egger – Bodenalm, dove

c’è anche un caseificio. Dopo la malga si continua per un breve tratto sul sentiero, poi si gira a destra e si cammina attraverso il pendio fino al sentiero numero 13. Qui si prosegue fino ad incrociare l’alta via di Fundres. Si svolta nuovamente a destra, per un breve tratto in direzione della forcella Kuhscharte e dunque sulla nuova strada forestale, che conduce fino alla baita Gampiel Alm, dove si apre una vista

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35 Il Picco della Croce con il Lago Selvaggio

Lungo l’Alta via di Fundres Nota anche oltre confine è l’ Alta Via di Fundres, bellissima escursione plurigiornaliera di 4 - 6 giorni da Vipiteno a Falzes, attraverso il cuore dei Monti di Fundres. Come spiegano gli esperti del sito www.riopusteria.it, al contrario delle tanto visitate cime sopra i 3.000 metri della catena principale alpina a nord e delle celebri Dolomiti a sud, le creste di ardesia e gneis dei Monti di Fundres sono ancora un’area isolata e poco conosciuta. Sebbene il panorama dai Tauri fino all’Ortles sia magnifico, solo raramente gli escursionisti si avventurano fino alle cime di queste montagne. In un paesaggio incontaminato con antichissime rocce solitarie e monti dai fianchi ripidi e verdi

la presenza dell’uomo è piuttosto rara ed è proprio in questo che consiste il fascino particolare di questa regione. L’Alta Via di Fundres è un percorso di moderata difficoltà che consente di attraversare in alcuni giorni la regione montagnosa locale e di ammirare un paesaggio ancora incontaminato. Pura avventura fra i monti Considerata la lunghezza del percorso da Vipiteno a Brunico e l’altitudine oltre i 2.000 metri nell’assetto del territorio non è sempre stato possibile seguire sentieri esistenti. I segnavia (un punto bianco su disco rosso) e gli ometti in pietra consentono di orientarsi nelle aree in parte prive di sentieri. Inoltre, non è stato possibile evitare del tutto i passaggi aperti, soprattutto per quanto riguarda gli attraversamenti dei pendii erbosi di Fundres, sempre molto ripidi. I lunghi tratti tra gli scarsi bivacchi e le semplici malghe con dormitorio, i cambiamenti repentini delle condizioni meteorologiche con la formazione di nebbie vicino alla cresta principale e le aree esposte fanno dell’attraversata dei Monti di Fundres un’autentica avventura. È assolutamente indispensabile avere già esperienza, non soffrire di vertigini e possedere una buona condizione fisica. Non si esclude la presenza di

neve fino a fine luglio e da metà settembre. È possibile ritornare a valle in tre ore al massimo seguendo i sentieri appositi chiaramente segnalati lungo l’Alta Via, ad esempio nel caso in cui le condizioni atmosferiche peggiorino rapidamente. Attenzione all’attrezzatura L’attrezzatura necessaria per percorrere l’Alta Via nel tempo ottimale di una settimana deve comprendere, oltre all’abbigliamento per ripararsi dalla pioggia e dal freddo e a buone scarpe da trekking, un sacco a pelo per i pernottamenti nei rifugi e nei bivacchi, una carta topografica e una bussola, visto che l’area percorsa è in parte ancora poco conosciuta. I bastoncini telescopici sono

molto utili soprattutto negli attraversamenti e quando si affrontano discese ripide. Chi preferisce alimentarsi con i prodotti delle malghe, può ridurre la lista delle provviste da portare con sé. I tre bivacchi dislocati lungo il percorso, il rifugio Bressanone, il rifugio Passo Ponte di ghiaccio e il rifugio Lago della Pausa sono aperti da fine giugno a metà ottobre, anche se la maggior parte dei tratti è percorribile anche nel tardo autunno se il tempo è stabile e non ha ancora nevicato. Le indicazioni iniziano a Vipiteno e terminano a Brunico, poiché la lunga tratta quotidiana di Brunico è più facile da affrontare in discesa. Ovviamente l’Alta Via è percorribile anche nella direzione inversa.

Punto di partenza ideale per numerose escursioni. I bambini potranno giocare in grandi prati e vedere da vicino gli animali. Vi offriamo un meraviglioso panorama, la tradizionale cucina altoatesina nella tradizionale stube e tanto relax.

Fundres - Tel. 338 4858383 - ww.gampielalm.com

Grafica: QuiMedia

panoramica sulla valle di Fundres e sull’Alpe di Rodengo fino al Sas de Pütia. Da qui si scende per un tratto la strada forestale fino ai masi Egger e si torna dunque a Dun, prima sul sentiero numero 13 e poi, a sinistra, bisogna imboccare il sentiero “Alten Weg” per ritornare al parcheggio. Per coloro che amano camminare, comunque, non c’è che l’imbarazzo della scelta: da consigliare sono le escursioni al Lago Ponte di Ghiaccio ed al Rifugio Ponte di Ghiaccio. Gli alpinisti più esperti possono invece scalare la Punta Bianca (3.371 metri).

A giunio solo sab. e dom. Dal 1.07 fino al 22.09 siamo aperti tutti i giorni. Dal 20.09 in poi aperti tutte le domeniche fino al 18.10.2019


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SPECIALE VACANZE IN QUOTA

Alla scoperta dei paesini attorno al lago di Carezza Quando si parla di Carezza, il pensiero vola subito a quel lago color smeraldo ai piedi del Catinaccio e del Latemar; ma è anche una frazione del comune di Nova Levante, una piccola perla che conta poco più di un centinaio di anime e che si trova a 1.069 metri di quota a soli pochi chilometri da Nova Levante. Piccoli paesi, gioielli incastonati fra le Alpi che offrono tutta la freschezza e la genuinità che si ricerca in una vacanza. Il favoloso mondo del Rosengarten / Catinaccio, il favoloso Lago di Carezza, la storia e le leggende che aleggiano attorno a questa zona rendono Nova Levante e i suoi dintorni un luogo dal sapore mistico, dove ogni passo sembra una conquista verso il “mondo delle vacanze”. Il paese di Nova Levante (1.182 metri) si estende da 850 metri sul livello del mare fino a raggiungere i 2.842 metri d’altitudine. Dal Passo di Costalunga (1.600

metri) fino al Catinaccio è possibile scoprire la straordinaria natura del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, con gli scarponcini ai piedi o in sella alla bicicletta. E per chi non vuole rinunciare alla cultura, un tour delle strutture religiose locali è d’obbligo: la prima chiesa cristiana di Nova Levante risale probabilmente all’XI secolo. La leggenda narra che i primi abitanti del luogo si erano insediati “Im Loch” e sul “Zischgl” (due zone del paese),

dove avrebbero voluto costruire una chiesa. Alla fine preferirono però convertire in chiesa un antico tempio pagano, che già esisteva sul luogo in cui si trova la chiesa attuale. Questo edificio viene citato nei testi storici appena nel 1298, e nel 1365 si parla di una “cappella di Sant’Ingenuino”, santo presentato come patrono di questa chiesa (e anche uno dei patroni del vescovado di Bressanone). Evidenti lavori di ristrutturazione si possono datare alla prima metà del XVIII secolo, mentre risale al 1827-1828 la realizzazione di una chiesa nuova, poi interamente smantellata (fatta eccezione per il campanile) nel 1965 e sostituita da una struttura nuova. L’attuale chiesa parrocchiale fu consacrata nel maggio 1967 dopo due anni di lavori. Si tratta di una costruzione moderna, caratterizzata dalla bassa navata laterale e dal tetto a falde assai spiovente. Il campanile parrocchiale, alto 37 metri, è la struttura architettonica più antica del luogo.

Il bosco dell’armonia Attorno al lago e al Latemar si estende per un migliaio di ettari un bosco di abeti rossi che, oltre a segnare i locali confini, è utilizzato per ricavare (in modo del tutto controllato: il bosco è gestito dall’Azienda provinciale foreste e demanio secondo criteri ecosostenibili) del legname pregiato. Si tratta di un legno sano e compatto, definito come “legno armonico”. Presenta anelli di accrescimento molto ravvicinati tra loro ed è perfetto per la costruzione di strumenti musicali. Una tipologia di abete che si sviluppa grazie a condizioni particolarmente favorevoli: altitudine (poco superiore a 1.500 metri), venti deboli e scarso irraggiamento solare. Non si tratta dunque di un semplice bosco, ma una vera e propria riserva di legno armonico che accoglie ogni anno tantissimi esperti maestri liutai provenienti da ogni angolo del mondo.

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TRENTINO

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Tutti gli appassionati di montagna conoscono le Dolomiti di Brenta, che sorgono nell’idilliaco Parco naturale Adamello-Brenta. E certo per questi non è sconosciuto neppure il Cevedale, all’interno del Parco nazionale dello Stelvio, che con 3.769 metri di altitudine viene anche chiamato il tetto del Trentino. E poi c’è il Parco naturale di Paneveggio-Pale di San Martino, il regno dei cervi. Insomma: il Trentino in estate è un vero e proprio ventaglio di offerte capaci di soddisfare ogni palato, da

L’estate in Trentino: un’esperienza sensoriale Lasciarsi trasportare usando tutti e cinque i sensi, annusando il profumo di pulito dei prati d’alta quota, gustando l’acqua delle sorgenti e i frutti dei boschi, rinfrescandosi nei laghetti e perdersi nell’infinito dei Monti pallidi. Tutto questo è il Trentino: un’esperienza sensoriale. chi cerca il fresco delle alte vette delle Dolomiti, a chi vuole concedersi una pausa mediterranea

in uno dei tanti laghi. E per gli sportivi di ogni età, poi, la scelta non manca: dall’arrampicata alla

mountain bike passando per il rafting e il windsurf, la parte più difficile è capire che cosa si vuol fare.

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Una coperta e un prato: torna il pic nic

L’ApT Val di Non presenta “Una coperta sul prato”, un progetto da vivere tutto all’aria aperta e dedicato all’universo del picnic. L’idea è quella di valorizzare i tanti spazi verdi presenti in Val di Non per godersi l’aria aperta mentre si degusta un ottimo menù proposto dai ristoratori locali. Ben 19 ristoranti della Val di Non hanno infatti aderito al progetto adattando i loro piatti forti al formato picnic; l’elenco completo si trova nella pagina dedicata al progetto www.visitvaldinon.it/picnic dove viene anche spiegato come partecipare: “Basta prenotare il menù che più è di tuo gusto, passare a ritirarlo e poi puntare diritto ad uno dei grandi prati che ti consigliamo.

Il progetto dell’ApT Val di Non vuole portare tutti alla riscoperta del piacere del picnic: “Abbiamo passato mesi difficili ed è ora di rilassarsi: il vero relax è un sano e gustoso pic nic nel verde, circondato dalle persone che si amano. Dedicare del tempo a se stessi, alla famiglia, agli amici e godersi il sole e l’aria fresca di montagna.”

VISITE GUIDATE TUTTI I GIORNI CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Il Palaghiaccio di Fondo è aperto al pubblico tutti i fine settimana di agosto SABATO 20.30-22.30 DOMENICA 17.30-20.00 Per info: Coop. Smeraldo, tel. 0463 850000 smeraldo@fondo.it

Per il resto della giornata saranno il verde dell’erba e il blu del cielo limpido a farti compagnia!” Assieme al menù gourmet d’asporto verrà consegnata una pratica borraccia da riempire alla fontana e una morbida coperta rossa: è questo il regalo dell’ApT ai propri ospiti per augurare una vacanza spensierata in Val di Non. Partecipare è molto semplice: si seleziona uno dei ristoranti che aderisce all’iniziativa e si sceglie uno dei prati consigliati leggendo le indicazioni per raggiungerlo. Si contatta il ristorante e si prenota il menù d’asporto, poi si passa a

Natura e Avventura nel Canyon Rio Sass di Fondo! UN'ESPERIENZA UNICA PER TUTTA LA FAMIGLIA IN COMPLETA SICUREZZA! Info e prenotazioni: Coop. Smeraldo - Borgo D'Anaunia - Trentino tel. 0463 850000, smeraldo@fondo.it, www.canyonriosass.it


Gli appuntamenti

L EGA N E IL P A H O!!! T R APE

Martedì 4 agosto Azotomania presso Località Plaze – Dermulo (Predaia) Martedì 11 agosto Teatro Scienza - Ape Rina presso Dos di Pez - Cles

Grafica: QuiMedia

Martedì 18 agosto Science Snack presso Pra’ da Stagn - Malosco Martedì 25 agosto Science Training presso Località Plaze – Dermulo (Predaia) Martedì 1 settembre Teatro Scienza - Ape Rina presso Località Palù – Rumo

ritirare il menù e ci si avvia verso il proprio prato. “Tutta la valle - suggerisce l’ApT - è adatta per un picnic sotto un pino o tra i prati. Noi ne consigliamo comunque quattro che saranno sempre curati ed in ordine: Dos di Pez e la terrazza panoramica a Cles, Loc. Plaze sulle sponde del lago Santa Giustina, Loc. Palu’ a Rumo ai piedi delle montagne delle Maddalene, Loc. Prà da Stagn nel bosco sopra il borgo di Malosco.”

SEMPLICEMENTE ESPERIENZE DELIZIOSE Un ristorante che ha l’intenzione di distinguersi per la continua ricerca degli ingredienti di altissima qualità e per la fantasia che ogni giorno il proprietario impiega nella preparazione dei piatti.

www.pizzeria-folon.com

ApT Val di Non 0463 830133 - info@visitvaldinon.it www.visitvaldinon.it

CI TROVATE ALLA PARTENZA DEL CANYON RIO SASS

IL PROFUMO DELL’ERBA, UN PRANZO SPECIALE E UNA MORBIDA COPERTA ROSSA. Rilassati e assapora la magia di un picnic nella natura. Pensiamo a tutto noi. Prenota il tuo menù preferito in uno dei ristoranti aderenti, ritira il tuo pranzo goloso e raggiungi il prato che più ti fa sognare. Nel pacco, oltre al tuo pasto gourmet, troverai una soffice coperta e una bottiglia riutilizzabile con la buonissima acqua della Val di Non. Sono i nostri omaggi per te!

Gradita prenotazione!

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Situato sulla riva del Lago Smeraldo

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Grafica: QuiMedia

I ristoranti si impegnano a confezionare il menù picnic con materiale biodegradabile e riciclabile. Ai partecipanti viene chiesto di riporre sempre gli imballaggi nel sacchetto che verrà fornito con il kit e di differenziare i rifiuti

portandoli a casa per essere poi conferiti al Centro raccolta materiali di cui l’ApT fornisce gli orari di apertura. Questo progetto valorizza tutti i luoghi immersi nella natura e invita gli ospiti a riscoprire il piacere del picnic all’aria aperta. Il progetto inoltre si arricchisce di una preziosa collaborazione con il MUSE: tutti i martedì vengono proposte una serie di iniziative di animazione dalle ore 14 alle 15.

Via lago Smeraldo, 18 Fondo (TN) Tel. 0463 831385

Orari: Tutti i giorni dalle 11.30 alle 14.00 e dalle 18.30 alle 22.00

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ESTATE 2020… prenditi una giornata di relax!

Aperto tutti i giorni: 10 - 21 Sabato e domenica: 10 - 19

Quel fianco che precipita sulla Val d’Adige, sopra il passo della Mendola è uno degli scatti più popolari per chi vi si reca per una gita; il panorama dal punto più alto è davvero impressionante: si vedono le vette del Gruppo del Brenta a sud-ovest, il gruppo dell’Ortles ad ovest, le Dolomiti ad est e se il tempo è bello e la visibilità ottimale lo sguardo può cogliere anche molte altre cime. Una piccola torre panoramica, chiamata anche Bait del Prinz in onore dell’Imperatore Francesco Giuseppe I, invita a scoprire il tutto da ancora più in alto; per

arrivarci basta seguire i cartelli stradali per il Penegal una volta arrivati al Passo Mendola. Sul Monte Roen Una delle tante piacevoli escursioni che si possono compiere sul passo Mendola è quella che porta alla Cima del Monte Roen attraverso Malga Smarano. L’itinerario si snoda lungo il sentiero Sat 500 con partenza dal Passo Mendola. Il sentiero inizia come carrareccia per poi stringersi e farsi più ripido e raggiugnere il Rifugio Mezzavia; prosegue alternando tratti ripidi a tratti meno pendenti fino alla radura dove sorge la Malga di Romeno. La parte finale per raggiungere la cima del Monte Roen corrisponde con il tratto più ripido ma la fatica viene ripagata dal-

Rifugio Mezzavia

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Grafica: QuiMedia

È una sorta di ponte fra il Trentino e l’Alto Adige, uno splendido centro turistico vegliato dall’imponente monte Penegal e abbracciato da immense foreste di alberi. Il Passo della Mendola con i suoi 1363 di quota è una terrazza sulle Dolomiti orientali, sulle cime del Gruppo Brenta, sull’Ortles e sulle Alpi Passirie. Da qui si parte alla volta di una vasta scelta di esursioni per esplorare i dintorni e lasciare l’occhio libero di spaziare dall’alto, riuscendo a cogliere panorami mozzafiato.

foto: www.merano-suedtirol.it

Dal Passo Mendola verso l’infinito


Alla conquista del Penegal Un’altra proposta, adatta a tutti, anche alle famiglie con bambini, è proprio sulla cima del Monte Penegal. Arrivati al passo Mendola ci si avvia lungo la strada che porta a Ruffrè nella Val di Non. Dopo un parcheggio, nei pressi di un grande albergo in disuso, inizia il sentiero che conduce verso il Penegal. Bisogna seguire le indicazioni del sentiero numero 500, quello marcato in rosso-bianco. Si raggiunge il “piccolo Penegal”, e dopo un quarto d’ora di cammino si arriva a “conquistare” la vetta del Penegal a 1.737 metri di quota. La vista dal Monte Lira E il sentiero numero 500 è il protagonista anche dell’escursione che dal Passo porta al Rifugio Mezzavia e il vicino punto panoramico Monte Lira. Partendo dal parcheggio, dopo una ventina di minuti si raggiunge il Rifugio Genzianella. Da qui si continua sul sentiero numero 2 in direzione “Roen Stube”; si scende leggermente fino alla stazione a valle della seggiovia, e successivamente il sentiero sale lungo la pista e l’impianto di risalita. Una volta raggiunta la cima mancano poche centinaia di metri fino al Rifugio Mezzavia: da qui

Le origini Originariamente sul Passo della Mendola sorgeva soltanto un ospizio per viandanti ma con la costruzione della strada, terminata nel 1885, la località si aprì al turismo. Durante la Belle Epoque il passo fu un’elegante e rinomata stazione turistica frequentata dagli Asburgo. In seguito al collegamento viario che facilitò il traffico delle carrozze, il Passo Mendola ebbe il suo momento magico, al punto che la cosiddetta “Austria felix” scelse per i momenti di relax i suoi alberghi signorili e sontuosi. Il Passo Mendola si può raggiungere anche utilizzando un’ardita funicolare a cremagliera su rotaia. La funicolare, costruita tra il 1903 e il 1904, è ancor oggi esistente (ristrutturata negli anni ’90) e ha festeggiato di recente il centenario. È la più lunga e la più ripida d’Europa: supera in soli 12 minuti un dislivello di 850 m con una pendenza del 64 per cento: in estate è utilizzata spesso dai ciclisti che non vogliono ascendere i duri tornanti della strada di 16 chilometri che sale fino al passo.

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la spettacolare vista che si ha dalla cima. Il rientro fino alla Malga di Romeno non coincide con l’andata, ma scende lungo le praterie del Roen fino a Malga Smarano per poi collegarsi alla Malga di Romeno tramite l’ombroso e pianeggiante sentiero 528/A.

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13 giugno, aperto tutto tutti i giorni Dal 1Dal giugno al 6 ottobre aperto i giorni con orario: 9.30-12.30/ /14.30-19.00 14.30-19.00 Orario: 9.30-12.30 In omaggio una guida in lingua italiana o tedesca che racconta la storia del giardino e la sua composizione.

si gode di una vista stupenda sui dintorni, dalla Bassa Atesina fino a Bolzano, le Dolomiti e la Catena Principale Alpina, nonché il Lago di Caldaro. Per la salita ci vogliono circa due ore, ma per il ritorno al parcheggio, percorrendo il sentiero numero 500 in discesa, basta un’oretta di cammino per raggiugere il parcheggio in tutta comodità.

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In Val di Non trovate spazi aperti e tan Con la sua forma ampia, la dolcezza dei suoi pendii e una natura amica da vivere in libertà, godendo di spazi aperti vasti e ariosi, la Val di Non, nel cuore del Trentino occidentale, sembra fatta apposta per una vacanza rilassante e piena di sorprese.

sconfinate aree verdi, tra laghi dalle acque cristalline, misteriosi canyon da percorrere a piedi e un patrimonio storico-artistico con i castelli più belli del Trentino. In Val di Non c’è tantissimo spazio e tutti possono trovare con grande semplicità un modo per farlo proprio, con la certezza di muoversi in un territorio accogliente e scoprire qualcosa di autenticamente locale. Che regala emozioni forti, ricordi da tenere con sé, la sensazione di aver conosciuto veramente un luogo. Le occasioni per stare bene attraverso un dialogo tra le proprie

La valle alpina, nota per le sue mele DOP, le prime ad aver ottenuto la certificazione in Europa, da sempre estranea al turismo di massa ed estremamente attenta alla tutela del proprio bellissimo paesaggio e alla sostenibilità ambientale, permette di godersi in totale tranquillità

LE CINQUE CHIAVI GOTICHE

E ALTRE MERAVIGLIE

“Un luogo magico. Terza tappa obbligatoria con il Lago di Tovel e il Santuario di San Romedio”

Arte e storie dell’antica borgata di Cles

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Le visite al percorso si svolgono nel rispetto delle misure anti contagio!

Particolare dell'opera Sant’Orsola con le compagne e Santa Caterina d’Alessandria di Luigi Vanvitelli

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SANZENO/ VAL DI NON UN ITINERARIO PENSATO PER VOI... CHE AMATE LA SCOPERTA Lasciate la macchina nel parcheggio antistante il Museo Retico - Centro per l’Archeologia e la storia antica della Val di Non... visitatelo perché ne vale proprio la pena. Proseguite imboccando il suggestivo Sentiero nella roccia che vi condurrà ai piedi dello splendido Santuario di San Romedio, dove potrete visitare anche il percorso espositivo permanente dedicato agli Ex Voto e alla storia di San Romedio. Fate ritorno a Sanzeno dove, nella Piazza centrale del paese, potrete accedere alla storica dimora gentilizia Casa de Gentili, palazzo storico del XVI secolo di proprietà del Comune di Sanzeno. Divertitevi a scoprire le bellezze del territorio nell’interattiva Val di Non Multimediale a piano terra. Proseguite la visita al secondo piano passeggiando tra gli spazi allestiti con l’arredo originale d’epoca e la mostra storico documentaria “L’imperatrice Elisabetta dalla storia al mito” aperta fino a domenica 30 agosto

nto verde in libertà passioni e la natura sono davvero tantissime: trekking in montagna tra malghe e alpeggi; escursioni in bicicletta; partite a golf con vista sulle Dolomiti di Brenta, patrimonio UNESCO; visite alle forre nascoste; uscite in canoa; relax con vista sul verde smeraldo di una meraviglia come il Lago di Tovel, nel parco Adamello Brenta. E saranno proprio queste bellezze a fare da cornice alle escursioni, alle passeggiate, ai momenti di sport o di relax, come ad esempio un piacevole picnic su un prato, assaporando, assieme alla famiglia, le gustose specialità

locali fatte di materie prime eccellenti, grazie al lavoro appassionato di produttori, chef e ristoratori che sanno coniugare in modo magistrale tradizione e creatività.

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Esplorando i bunker del Vallo Alpino Il Vallo Alpino (del Littorio) è un sistema di fortificazione militare costruito tra i primi anni ‘30 e il 1942 sul confine italiano dell’arco alpino allo scopo di impedire eventuali invasioni da parte di truppe nemiche. La sua caratteristica principale è la grande profondità. Le opere difensive, o bunker, non si trovano soltanto direttamente sul confine, ma si susseguono in numerose cinture disposte in file ordinate verso l’interno del territorio fino a quasi 100 chilometri. Questa profondità aveva lo scopo di rallentare l’avanzata delle truppe nemiche e rendere possibile la mobilitazione del proprio esercito.

Mostra di minerali “Dalla montagna – nella Montagna” Nascosta nel cuore della montagna, in uno dei tunnel segreti del Gampen Bunker si trova la suggestiva mostra di minerali del collezionista ed appassionato in mineralogia Toni Kiem. L’esposizione, unica nel suo genere, è costruita seguendo la sistematica della mineralogia. In vetrine appositamente progettate per le caverne del Bunker si possono ammirare circa 2.500 minerali provenienti da tutta Europa.

Il Vallo Alpino in Alto Adige comprende i tre settori : 13-Venosta, 14-Isarco e 15-Pusteria, che coprono i bacini idrografici dei tre grandi fiumi Adige, Isarco e Rienza/ Drava. Qui ai militari spettava il compito di respingere un eventuale attacco nemico provenienGrafica: QuiMedia

Il vallo alpino è suddiviso in 27 settori che si estendono dalla Liguria fino all’Istria. In ogni settore si trovano almeno tre linee di sbarramenti, ciascuna composta da bunker, postazioni per l’artiglieria, ostacoli anticarro, campi minati, blocchi stradali, ecc. Questi sbarramenti erano adattati al paesaggio locale, creando così un’unità funzionale tra paesaggio e architettura militare. I lavori di costruzione furono abbandonati ancora prima della conclusione, lasciando incomplete

grosse parti dell’opera, soprattutto nella parte più interna del territorio. Fortunatamente il vallo alpino non fu mai teatro di battaglie, e l’area alpina fu risparmiata dalla distruzione, lasciando intatte fino a oggi molte di queste opere difensive. Nel dopoguerra piccole parti del vallo alpino furono incorporate nel piano difensivo della Nato e mantenute operative. All’inizio degli anni ‘90, però, anche queste furono dismesse.

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LA TIPOLOGIA Questo bunker appartiene alla tipologia delle cosiddette opere in caverna. A differenza delle opere monoblocco queste sono sistemate all’interno di formazioni rocciose. Si scavano dei cunicoli nella roccia, che conseguentemente vengono rivestiti da una paretere lativamente sottile in calcestruzzo (20-30 centimetri). Solo quei settori dell’opera in caverna che si trovano nelle vicinanze della superficie di roccia e quindi direttamente esposte al fuoco nemico, sono fornite di pareti altrettanto spesse come quelle comunemente utilizzate nelle opere monoblocco (150-450 centimetri). I vantaggi delle opere in caverna rispetto a

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quelle monoblocco sono da ricercarsi soprattutto nella quantità più ridotta di materiale necessario alla loro costruzione, in quanto le pareti rocciose vengono sfruttate come rivestimento esterno protettivo, evitando un ulteriore impiego di materiale. D’altro canto, il lavoro per lo scavo dei cunicoli richiede maggiore manodopera. Inoltre è più semplice mimetizzare questo

tipo di bunker, in quanto soltanto piccole parti dell’intera opera restano visibili all’esterno della roccia. Per la loro posizione strategica le opere in caverna sono situate spesso sui fianchi di sbarramenti e quindi meno esposte al fuoco nemico. La loro posizione offre un altro vantaggio, rendendole difficilmente raggiungibili per le truppe nemiche.

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Grafica: QuiMedia

IL CAMPO DI TIRO Il campo d’azione dei bunker del vallo alpino non si limitava solo alle opere difensive, ma comprendeva anche tutta l’area coperta dalla portata delle sue armi, nella quale le truppe nemiche potevano essere sottoposte a un attacco concertato. Dal campo di tiro si comprende quanto i singoli bunker fossero dipendenti gli uni dagli altri: il campo di tiro di ciascuno era estremamente limitato, ma integrato e completato da quello dei

bunker vicini. I campi di tiro sono invisibili in tempo di pace, e possono essere riconosciuti soltanto sulle cartine militari come virtuali campi di battaglia. In Alto Adige il campo di tiro complessivo degli sbarramenti supera il 10 percento della superficie della provincia. L’“Opera N. 1” a Passo Palade è l’opera difensiva più grande di tutto il vallo alpino in Alto Adige. Vi sono altri bunker paragonabili a questo per quantità e potenza di fuoco, ma nessun’altra opera è stata sviluppata così fortemente in lunghezza e altezza come questa. La forma dell’opera è determinata dalla propaggine settentrionale del Monte Mais nel quale fu inserita. La propaggine del monte è attraversata dal bunker per tutta la sua lunghezza, larghezza e altezza. Le misure totali dell’opera dovevano essere di 1.000 metri circa in lunghezza, 200 metri circa in larghezza e circa 160 metri in altezza.

A

te da Nord e diretto a Sud. Questo aspetto evidenzia la profonda diffidenza provata dal regime fascista nei confronti dell’alleato tedesco. Tutte le strade, le linee ferroviarie e tutti i terreni percorribili con mezzi militari furono bloccati da sbarramenti, solitamente posizionati in luoghi strategici, come le biforcazioni delle valli, strozzature o dislivelli, per sfruttare al massimo il territorio a vantaggio dell’esercito. In questi tre settori furono costruiti in tutto 26 sbarramenti, che avrebbero dovuto contenere quasi 400 bunker. Le strutture più vicine al confine sono per lo più complete o comunque molto avanzate, mano a mano che ci si allontana dal confine verso l’interno, maggiore è il numero delle opere incomplete. Una volta abbandonati definitivamente i lavori di costruzione in Alto Adige, nel 1942, l’esercito provvide comunque a mimetizzare i bunker. Gli sbarramenti sono ben inseriti nel paesaggio e, grazie alla mimetizzazione elaborata, praticamente invisibili. Solamente in alcuni sporadici casi si arrivò ad armare le opere difensive.

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SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

Quattro itinerari portano i cicilisti più o meno esperti alla scoperta dell'altopiano

In mountain bike sull’Altopiano della Ognuno dei 4 itinerari ,tutti dotati di apposita segnaletica con il logo “Predaia MTB”, si sviluppa su strade dal fondo asfaltato, cementato e sterrato. Il percorso numero 1 è il più lungo (50 km) e ha anche il dislivello maggiore, mentre il numero quattro è il più breve (15 km) e pianeggiante. Tutti e quattro gli itinerari sono circolari e hanno inizio a Palazzo Nero a Coredo. Il nome di questo palazzo, edificato come sede giurisdizionale nel XV secolo per volere del principe vescovo Giorgio II Hack, deriva con buona probabilità dal colore lasciato dalle fiamme dei numerosi incendi appiccati nel corso del Quattro-

L’Altopiano della Predaia in Val di Non è il posto ideale per una gita in sella alla mountain bike, grazie alla sua conformazione. Tra i prati e i boschi del balcone che si estende dal Corno di Tres fino al Monte Roen, sono presenti 4 itinerari per mountain bike di lunghezze e difficoltà diverse. Tutti i percorsi sono stati identificati dal Patto Territoriale della Predaia in collaborazione con il Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della Provincia di Trento. cento. La sua fama è però legata a un processo per stregoneria, al termine del quale nel 1614 furono mandate al rogo dieci donne nella piazza antistante. PERCORSO 1 (50 km / 1400 m di dislivello in salita) Da Palazzo Nero si seguono le indicazioni per il percorso “Predaia

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Grafica: QuiMedia

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MTB Numero 1”. All’inizio si sale leggermente fino al bivio per il Santuario di San Romedio. Qui il tracciato scende fino al ponte sul Rio Verdès. Da qui, è possibile fare una deviazione sulla sterrata pianeggiante sulla sinistra e raggiungere il santuario, da cui fare ritorno sullo stesso tragitto. Proseguendo diritti al ponte, si risale la lunga Val

di Verdès, la si aggira e si raggiunge la località “Sette Larici”. Da qui si imbocca la strada in direzione Malga di Coredo in salita costante fino alla località “Val de Lama” per proseguire poi in piano fino al Rifugio Predaia “Ai Todes Ci”. Da qui inizia una ripida discesa cementata che porta velocemente fino al Rifugio Sores. Seguendo sempre l’apposita segnaletica si procede in discesa fino alla località “Lovere”, dove il percorso si sovrappone per un tratto al n° 3 e raggiunge in discesa l’abitato di Vervò. Qui il tracciato si separa e scende sul fondo di una valletta dove inizia la salita fino al bivio per la Malga di Vervò,

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Predaia raggiungibile dopo un dislivello di circa 50 m. Si procede su falsopiano per poi imboccare una ripida discesa che porta fino a Castel Thun. Dal castello si scende fino al torrente Pongaiola dove ha inizio la risalita verso Vion. Da Vion il percorso 1 prosegue pianeggiante fino alla località “Tre Confini”, dove si sovrappone nuovamente agli itinerari 2 e 3 e riporta a Coredo. PERCORSO 2 (35 km / 700 m di dislivello in salita) Da Palazzo Nero a Coredo si seguono le indicazioni per il percorso “Predaia MTB Numero 2”. Si sale leggermente in località “Dossi”, si raggiunge il parco giochi di Tavon e si prosegue fino al bivio per il Santuario di San Romedio. Qui il tracciato scende fino al ponte sul Rio Verdès. Dal ponte si prosegue diritti lungo la Val di Verdès, la si aggira e si raggiunge la località “Sette Larici”. Qui si imbocca per un breve tratto la strada asfaltata che porta al “Predaia Park”, per poi svoltare a destra e scendere in località “Credai”. Seguendo la segnaletica n° 2 si prosegue nel bosco pianeggiante per poi risalire il pendio e tornare alla strada asfaltata che riporta al Predaia Park e poi scende fino al Sores Park. Si procede poi in discesa fino alla lo-

PERCORSO 3 (27 km / 725 m di dislivello in salita) Da Palazzo Nero si seguono le indicazioni per il percorso “Predaia MTB Numero 3” fino al bivio per il Santuario di San Romedio, da dove si separano gli itinerari 1 e 2. Seguendo le indicazioni si prosegue pianeggianti fino all’antica segheria veneziana in località “Due Laghi”. Da qui inizia una salita di circa 2 km che porta in località “Merlonga”. Proseguendo lungo le indicazioni si percorre il pianeggiante “Sentiero Panoramico” che porta a due terrazze con vista sui Due Laghi e sul Santuario di San Romedio. Un’ultima breve salita porta in cima al bosco per raggiungere poi in piano gli abitati di Smarano e Sfruz. Qui il percorso n° 3 si separa dal percorso n° 4 e procede in salita fino alla località “Lovere”, dove si unisce ai percorsi n° 1 e 2 e raggiunge in discesa prima l’abitato di Vervò e poi la località “3 Confini”. Infine seguendo la segnaletica si imbocca sulla destra la salita finale verso Coredo. PERCORSO 4 (15 km / 360 m di dislivello in salita) Da Palazzo Nero a Coredo si seguono le indicazioni per il percorso “Predaia MTB Numero 4” fino al bivio per il Santuario di San Romedio, dove si separano gli itinerari 1 e 2. Seguendo le indicazioni del percorso n° 4 si prosegue pianeggianti fino all’antica segheria veneziana in località “Due Laghi”, da dove inizia la salita di 2 chilometri che porta in località “Merlonga”. Da Merlonga si seguono le indicazioni “Predaia MTB Numero 4” che coincidono con il pianeggiante “Sentiero Panoramico” e che portano a due terrazze panoramiche con vista sui Due Laghi e sul Santuario di San Romedio. Un’ultima breve salita porta in cima al bosco per raggiungere in piano prima il paese di Smarano e poi quello di Sfruz. Qui il percorso n° 4 si separa dal percorso n° 3 e in discesa raggiunge il centro di Coredo.

Grafica: QuiMedia

calità “Lovere”, dove il percorso si sovrappone per un tratto all’itinerario n° 3 e scende verso l’abitato di Vervò. La discesa continua fino alla località “Tre Confini”, dove si imbocca sulla destra la salita finale che affiancando Castel Bragher riporta a Coredo.

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Un’avventura per tutta la famiglia Il SoresPark è il parco avventura sugli alberi più esclusivo del Trentino, ubicato sull’altopiano della Predaia, adiacente al rifugio Sores in Val di Non. Ad attendervi più di 1500 metri di percorsi in altezza tra i rami di una maestosa pineta. Il livello di difficoltà è sempre crescente il che lo rende perfetto

per tutta la famiglia. Durante l’attività al parco troverete simpatici tranelli, giochi di logica e marchingegni unici per rendere la vostra

Solarium Predaia

esperienza ancora più divertente e adrenalinica. Per i più piccoli c’è un’intera zona del parco a loro dedicata, dove si divertiranno sui mini percorsi della lepre, dell’orso e degli altri animali del bosco. Il parco è aperto a giugno tutti i sabati e domeniche dalle ore 10 alle 18. Per i mesi di luglio, agosto

e settembre vi invitiamo a visitare il nostro sito: www.sorespark.it/orari (inserzione pubblicitaria)

Dal 18 luglio siamo aperti tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18 utlimo ingresso alle ore 16

Il ristorante Solarium Predaia è una struttura accogliente e con un’atmosfera calda nei colori e nella cordialità della famiglia Rizzardi, proprietari e gestori attenti. Il ristorante – aperto tutto l’anno nella zona adiacente alle piste da sci, spazioso e curato – è il cuore di questo bellissimo chalet di montagna circondato da prati verdi e boschi profumati nella località del Passo Predaia, immerso nella natura e nella pace più totale. La cucina del ibile iung ragg auto in

ristorante valorizza i prodotti locali e spesso anche di produzione propria, come ad esempio il formaggio. La famiglia Rizzardi gestisce anche due malghe molto conosciute dagli escursionisti che amano la val di Non. Malga Rodeza (malga di Tres) è aperta da giugno a settembre e anche d’inverno il sabato e la domenica. La malga di Coredo è aperta invece solo d’estate, da giugno a ottobre. (inserzione pubblicitaria) PIATTI DELLA CUCINA LOCALE VENDITA PRODOTTI PROPRI FATTORIA DIDATTICA TEL. 340

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Sul Cermis a piedi oppure in bicicletta L’Alpe Cermis è una montagna a misura di famiglia da vivere e scoprire; colori e panorami mozzafiato sono una certezza per tutti i gusti: per chi ama le lunghe passeggiate a piedi e per chi non vuole rinunciare alla propria bicicletta.

corso prevalentemente su strada sterrata, in alcune parti del sentiero si entra a stretto contatto con il bosco vivendo il suo magico silenzio e profumo. Da qui si ammirano le altissime Colonne della Casaia, degli abeti che si possono annoverare tra i più alti

della Val di Fiemme. Proseguendo il percorso, a un tratto appare il famoso “Pèzo del Gazolin”, un vero e proprio colosso dell’architettura boschiva: la sua altezza e diametro lasciano tutti a bocca aperta. Il rientro è previsto alla stazione di Fondovalle.

all’armonia e al fascino irresistibile della natura. Ritorno: lungo lo stesso percorso fatto all’andata, fino al Paion del Cermis. Rientro con gli impianti. La durata dell’escursione è stiumata attorno alle 4 – 5 ore; si raccomanda un equipaggiamento adatto a percorrere sentieri di montagna, scarponcini e impermeabile tascabile e qualcosa da mangiare, visto che non c’è un’area ristoro per il pranzo. Per chi non vuole rinunciare alle due ruote c’è la possibilità di sfruttare la propria mountain bike percorrendo dei tour del tutto particolari, come quello alla scoperta dei Monumenti Naturali; si tratta di un’escursione facile con un dislivello di 420 metri e una durata totale di un’ora e mezza. Una volta raggiunta la località Doss dei Laresi (1.280 metri) con la telecabina, si seguono le indicazioni “Alla scoperta dei Monumenti Naturali”. È un per-

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Località Doss dei Laresi

CAVALESE

Grafica: QuiMedia

Nel cuore della Val di Fiemme, l’Alpe Cermis a 2.230 metri di altitudine è un paradiso naturalistico ancora selvaggio fra boschi, laghetti alpini, aquile e marmotte, meta ideale per chi vuole trascorrere una vacanza sana e rilassante respirando aria pura e vivere a stretto contatto con la natura incontaminata. In estate la scelta dei percorsi di trekking è ampia e varia; uno fra questi è la gita ai laghetti di Lagorai. Si raggiunge il Paion del Cermis (2.230 metri) con gli impianti, poi si percorre il sentiero no L03 per il lago di Bombasel (2.268 metri) e dopo una breve sosta si prosegue sul sentiero no 6 fino al bivio segnavia no 316. Salendo lungo la vallata, la fatica è appagata dall’apparire all’improvviso dei Laghetti di Lagorai (2.270 metri): il loro colore azzurro chiaro come quello dell’acquamarina rimanda alla mente la purezza dell’acqua e il magnifico panorama circostante,

Grafica: QuiMedia

Agritur Malga Salanzada

Stazione intermedia Intermediate station

Raggiungibile anche in auto Reacheable also by car


SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

foto: Alice Russolo

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Val di Fiemme, solo sapore e stupore Gusto o bellezza? Assaporiamoli entrambi. C’è una mappa che solletica il palato e una mappa che orienta il tuo sguardo.

foto: F. Modica

La mappa “7 MERAVIGLIE E 4 PARADISI DI FIEMME” Passo dopo passo, in Val di Fiemme incontriamo 7 Meraviglie, 4 Paradisi e infiniti scorci di bellezza. Una mappa, offerta dagli uffici turistici, invita a raggiungere queste mete di estrema bellezza fra tramonti dolomitici, monumenti naturali e monumenti del passato. Dalla guglia dolomitica Torre di Pisa, all’oasi dei cervi e degli alberi della musica; dalle profumate biodiversità dell’Altopiano di Lavazé, alla Cascata di Cavalese. Per poi lasciarsi stupire dai laghi cristallini del selvaggio Lagorai e dalla pinacoteca e dai saloni affrescati del

Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. I piani alti della Val di Fiemme ospitano 4 Paradisi. Intorno alle quote 1.200 e 2.200, passeggiamo a Respirart, il parco d’arte più alto del mondo, e fra 3 parchi della fantasia che raccontano la natura attraverso il gioco: MontagnAnimata di Pre-

dazzo, il Giro d’Ali di Bellamonte e Cermislandia di Cavalese. La mappa “TRADIZIONE E GUSTO VAL DI FIEMME” Una volta appagata la sete di bellezza, ecco come soddisfare l’appetito. I formaggi della Val di Fiemme profumano di pascoli fioriti. La sua birra artigianale è a chilometro zero. I suoi speck sono affumicati secondo i metodi dei trisnonni. Ogni giorno si può scoprire un sapore diverso. Alcuni giorni anche più di uno. Chi preferisce muoversi in autonomia può lasciarsi guidare da un’altra mappa di-

stribuita dagli uffici turistici dell’ApT Val di Fiemme, quella di “Tradizione e Gusto”. Chi ama il racconto e la degustazione trova ogni giorno in calendario una o più visite guidate. Alcune sono gratuite e per altre è previsto uno sconto, grazie alla Fiemme Guest Card offerta da Hotel, B&B, Agritur e Residence convenzionati. 20 esperienze di puro sapore Sono più di 50 le esperienze settimanali offerte dalla card, di queste una ventina si lasciano assaporare. Per tutta l’estate, fino al 27 settembre, le visite guidate accompagnano da produttori, apicoltori, casari, viticoltori, micologi, allevatori e coltivatori. Bambini e genitori tornano a

Val di Fiemme, Trentino

Dove l’estate sa di buono Torniamo ad assaporare la natura. Segui la mappa “Tradizione e Gusto della Val di Fiemme” e scopri tutti i sapori autentici e genuini a chilometro zero.


In viaggio fra birra, vino e formaggio Fra le esperienze guidate della Val di Fiemme c’è anche un “Cheese Tour”, da percorrere a piedi o in bici, fra aziende agricole che hanno una missione in comune, quella di produrre il latte per generare il celebre Puzzone di Moena DOP. Intanto, gli appassionati di birra artigianale, di vino e di grappa degustano la Birra Artigianale

Grafica: QuiMedia

Aperto tutti i giorni fino al 6 settembre dalle 15 alle 18 Visite ed escursioni guidate su prenotazione

www.stava1985.it - Tel. 347 1049 557

Magnifica Comunità di Fiemme Il Palazzo, Museo Pinacoteca

di Fiemme al birrificio di Daiano e vini Cembrani Doc, fra cantine e distillerie. In Val di Fiemme il sapore a chilometro zero esplode anche nelle malghe e nei rifugi che puntualmente si affacciano su panorami dolomitici e scorci naturali d’incanto. Qui, è proprio il caso di dire… “l’appetito vien guardando”!

Nel centro di Cavalese si erge il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, antica residenza vescovile oggi adibita a museo. La struttura conserva le antiche prigioni e ospita eventi a carattere stagionale quali l’esposizione Il Realismo Magico nell’arte sarda, la collezione De Montis nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Beatrice Avanzi, e la mostra I giorni dopo Vaia attraverso le fotografie dei vicini di Fiemme.

(inserzione pubblicitaria) Grafica: QuiMedia

stupirsi per le piccole cose. Dalla passione per i semi dell’azienda agricola Fiordalisa di Capriana, ai mieli più rari dell’apicoltura “I Dolci Momenti dalle Dolomiti” di Castello di Fiemme, fino alla creazione di pozioni e bacchette “magiche” nei boschi della Val Cadino. Le parole sono nettare nei racconti dell’apicoltore che rivela la vita delle api, durante una vista al Parco della Pieve di Cavalese. La vita dei malgari esprime tutto il suo fascino fra i pascoli di Malga Sadole a Ziano di Fiemme e a Malga Sass di Valfloriana, dove un sentiero accompagna al “Zirmo dei Zochi Alti”, un pino cembro secolare con una circonferenza di 530 centimetri. Un’esperienza guidata invita a scoprire “La foresta vista dal fungo”. È l’occasione per comprendere l’importante ruolo del fungo nell’ecosistema. A Castello di Fiemme, accanto al Maso Corradini si può passeggiare fra 2.400 piantine di lamponi e altre piante di ribes, more, fragole e mirtilli. Il “Tour della fattoria” con le sue 8 stazioni interattive permette di vistare anche l’orto e la stalla del maso. C’è anche una visita aromatica nell’orto e fra i campi della cooperativa agricola e sociale “Terre Altre” di Masi di Cavalese. Qui si cammina tra fiori, alberi da frutto, spighe, ortaggi, erbe aromatiche e officinali.

“CENTRO STAVA 1985” La Fondazione Stava 1985 Onlus informa circa genesi, cause e responsabilità del crollo della discarica di miniera che il 19 luglio 1985 provocò una colata di fango che travolse la Val di Stava uccidendo 268 persone e causando ingenti distruzioni.

ApT Val di Fiemme info@visitfiemme.it - Tel. 0462 241111 www.visitfiemme.it

ORARI dal 1 luglio al 13 settembre dalle 14.00 alle 18.30 (chiuso il martedì) PER INFO: 0462 340812

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L’estate è dolomitica a Predazzo Museo Geologico delle Dolomiti Escursioni nella natura, spettacoli e laboratori all'aria aperta per vivere un'estate all'insegna della geologia. Scopri il programma su www.muse.it In collaborazione con

Comune di Predazzo

Special Sponsor

Museo Geologico delle Dolomiti. Piazza SS. Filippo e Giacomo, 1 - Predazzo. | @museogeologicopredazzo


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SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

Torna Orme: il Festival dei sentieri

Dal 11 al 13 settembre: arte, musica, teatro, incontri e spettacoli fanno vivere e danno anima ai sentieri. Due i concerti: venerdì l’omaggio a Morricone e sabato un emozionante viaggio nella musica di Beethoven, sul palcoscenico della natura. Il padre dell’ambientalismo, Henry David Thoreau, diceva che la salvezza del mondo è nella natura selvaggia. È questa idea di “ritorno” lento alla Natura – con la N maiuscola – che ispira anche la terza edizione di ORME Festival dei sentieri. La formula è semplice: portare nei boschi la musica, la cultura, il teatro, l’arte e soprattutto la voglia di vivere emozioni lì dove, se si sa ascoltare, non mancano mai. Ma quello più battuto a ORME 2020 sarà il sentiero della consapevolezza: ogni evento sarà or-

ganizzato per piccoli gruppi, per garantire sicurezza e “regalare” un frammento di Fai della Paganella in una vera e propria fusione tra uomo e territorio. IL PROGRAMMA Venerdì Si parte venerdì 11 settembre, alle 16.30, dalla faggeta di Fai, camminando nel Parco terapeutico del Benessere ispirati dal Sentiero del Respiro, alla ricerca di sensazioni antiche. È il “forest bathing”, l’immersione nella foresta, una disciplina che nasce da antiche tradizioni giapponesi, conferma-

te da recenti ricerche, che cerca il benessere attraverso micro sostanze volatili e l’esperienza stessa del contatto con la natura. Alle 21.30 sarà protagonista la grande musica, con l’Omaggio a Ennio Morricone: il buono il brutto e il cattivo nella natura, una camminata-concerto nel bosco e sotto le stelle ispirata alle colonne sonore realizzate dal grande e compianto Maestro. Un viaggio unico tra musica e cinema. Sabato Sabato mattina sveglia puntata molto presto per vivere l’alba in un dei punto più panoramici dell’altopiano della Paganella, la Croce di Fai, con colazione in malga.

Alle 9.30, Sulle orme degli animali, una piccola avventura in 5 tappe, assieme ad un naturalista, per imparare a osservare gli animali,


a riconoscerne le tracce e i suoni, anche a pochi passi dal paese. Alle 11, alle 14 e alle 17, la Passeggiata educativa a 6 zampe, con gli amici cani, condotta dall’istruttrice cinofila Sonia Sembenotti. Alle 11 saranno protagoniste le mucche con le antiche tradizioni della Desmontegada (“discesa dalla montagna”): vestite a festa, come vere e proprie regine dell’alpe, saranno sui prati di Fai, dove sarà allestito un grande pic nic con i prodotti locali.

Alle 16 teatro, musica e danza avranno come palcoscenico il bosco, con la compagnia Pantakin; come Alice che attraversa lo specchio e cade nel Paese delle Meraviglie, così i Pantakin porteranno il pubblico in un mondo dove l’impossibile diventa possibile e la fantasia detta le regole. Alle 18 si camminerà assieme alla poesia di Dante Alighieri, con Mi ritrovai per una selva oscura, un incontro toccante con il sommo poeta e la meraviglia della Commedia, che raccontata e ascoltata nella natura ritrova tutta la sua magia. L’appuntamento ormai tradizionale del concerto del sabato sera sarà con Beethoven al “chiaro di luna”. Nell’anno in cui ne ricorrono i 250

anni dalla nascita, Fai dedica al suo genio un concerto spettacolo in cui ogni brano sarà introdotto e raccontato dal compositore e direttore della Gaga Symphony Orchestra, Simone Tonin. Domenica Domenica 13 si riparte all’alba, alle 5.45 con il Sentiero del risveglio, con il concerto dei corni alpini al sorgere del sole e colazione pic-nic. Alle 9.30 un altro appuntamento con gli amici a 4 zampe, con il trekking formativo con il cane, assieme a Sonia Sembenotti. Alle 11 spazio per l’energia vitale della natura con Il Dono: sentiero della meditazione, con lo scrittore e giornalista Leandro Barsotti e il musicista Giorgio Pavan. Il programma non finisce qui: durante le giornate di ORME ci saranno anche dei sentieri liberi, come la Caccia ai tesori di Fai o il Sentiero sulle tracce del Gigante, per adulti e per bambini. Tutti gli eventi di Orme Festival dei Sentieri sono gratuiti e a numero chiuso e, per garantire controllo e distanziamento, è obbligatoria la prenotazione entro giovedì 10 settembre. Per conoscere il programma completo e per iscriversi ai sentieri www.ormefestival.it (inserzione pubblicitaria)

+ di 20 ATTIVITA’ all’aperto e al coperto

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Vieni a scoprire i grandi carnivori delle alpi... troverai anche una fattoria didattica... un grande parco giochi... un punto di ristoro e un bellissimo baby point

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SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE foto: Ski Area Alpe Lusia - Moena - Bellamonte

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In mountain bike sull’Alpe Lusia Divertenti sentieri nel bosco, strade sterrate panoramiche, tour ad anello serviti dagli impianti di risalita: sono davvero numerosi i tragitti percorribili in mountain bike o e-bike sull’Alpe Lusia, e sono tutti spettacolari ed emozionanti. La scelta non manca né per i professionisti che vogliono trascorrere le vacanze allenandosi, né per chi vuole provare l’ebbrezza di percorrere una track sopra i mille metri di quota.

foto: Ski Area Alpe Lusia - Moena - Bellamonte

Da queste parti passano “quelli bravi”, o almeno quelli che passano più tempo con i piedi sui pedali che a terra: è da qui che si svolge la parte più impegnativa e tecnica della “Val di Fassa Marathon”, gara internazionale di mountain bike, una ripida salita di circa sei chilometri su sterrato che porta i concorrenti a raggiungere il punto più alto di tutta la gara a Le Cune, da cui si scende in direzione Passo Lusia per poi affrontare degli avvincenti single track tra i boschi. Ma l’Alpe Lusia è adatta anche per chi ha la passione per le due ruote ma non si allena ogni giorno, e per chi in realtà con la bicicletta va solo a far la spesa sotto casa ma vorrebbe per una volta provare l’emozione di percorrere

un sentiero di montagna, magari usando una bici elettrica. Una pista ciclabile in quota Le opportunità, dunque, ci sono per tutti; la strada sterrata che porta dal Passo Lusia a Malga Bocche, per esempio, si presenta come una comoda pista ciclabile in quota con una piacevole pendenza, ed è il luogo ideale per chi vuole familiarizzare con la mountain bike e immergersi nella natura. Si parte da Predazzo presso il parcheggio della piscina e si prende subito la ciclabile sterrata che segue il tor-

Nel cuore delle Dolomiti la novità si chiama CHALET 44 · Alpine Lounge all’arrivo della cabinovia Castelir-Fassane-Morea

Grafica: QuiMedia

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SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

Una frase su tutte può spiegare in poche parole cos’è Malga Pozza, “Il nostro insegnante è il nostro cuore”. Questo proverbio Cheyenne rispecchia la filosofia della nostra azienda, impegno e sudore non bastano, le nostre radici hanno una base solida: l’amore della famiglia e l’amore per la natura. Situata a 1860 m di altitudine, sull’alpe di Lusia, la Malga Pozza è in un piccolo angolo di paradiso, lontana ma vicina al tempo stesso dai grandi crocevia di montagna, essa riserva una bella sorpresa, dove rilassarsi e sopratutto rifocillarsi. La nostra azienda è allevatrice di bestiame e produttrice di vino, di fatto potrete trovare nel menù proprio la nostra carne di cui andiamo molto fieri, in quanto le nostre mucche, di

rente Travignolo fino al lago di forte Buso e poi Paneveggio. Giunti al centro visitatori di Paneveggio dopo aver percorso una salita non impegnativa (a parte una piccola rampa piuttosto ripida) si attraversa l’asfaltata del passo Rolle per immettersi sulla strada forestale che porta a malga Bocche / lago Bocche. La si percorre tutta e si arriva a malga Bocche, dove si imbocca una strada forestale che porta al passo Lusia. Da qui si scende sulla strada sterrata

razza Limousine, vivono un vita degna di esser chiamata tale e ovviamente i nostri vini bianchi e rossi. Come agriturismo cerchiamo il più possibile di acquistare prodotti a chilometro zero. La maggior parte del nostro menù, racchiude tutto il nostro amore per il cibo, dalla pasta fatta in casa, ai canederli, al ragù di cervo, agli Hamburger fatti da noi, per non parlare delle nostre costate e la famigerata Tomahwak da oltre 1500 grammi; che dire ancora, vi potremmo parlare di tutti i dolci squisiti fatti da noi: Sacher, Strauben e Kaiserschmarren. Non siete ancora convinti? Passate da noi e troverete sempre un sorriso ad accogliervi!

per circa tre chilometri fino a prendere un’altra forestale che riporta in quota e poi a Moena. La scalata più dura delle Dolomiti Ben più impegnativa, riservata a chi vuole spingere sui pedali e ha il fisico per permetterselo, è la scalata che porta a Le Cune, famosa per essere una delle più difficili delle Dolomiti. L’itinerario si apre sulla ciclabile di fondovalle fino a Moena, la sa-

vista del panorama: una distesa di vette che spazia dalle Dolomiti della Val di Fassa alle Pale di San Martino, fino alle cime del Lagorai. Da qui si procede in discesa verso il passo Lusia e poi per un tratto pianeggiante nella zona di malga Canvere, da dove ci si addentra nella foresta di Paneveggio. Si percorre il sentiero Marciò, scendendo verso Predazzo.

A G RI T U RI SM o

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Carne di produzione propria, utilizzo delle piante spontanee Pasta fresca all’uovo, vini di produzione propria

Sull’Alpe Lusia, la Malga Pozza offre un’invitante sosta ristoratrice fra sapori locali e un caloroso benvenuto, avvolti da panorami mozzaffiato, quete e relax. Raggiungibile con una semplice camminata dalla stazione della funivia Lusia.

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Cucina tipica trentina con prodotti locali e piatti anche per celiaci. Ristorante aperto tutti i giorni a pranzo. Cena solo su prenotazione. Abbiamo una vasta scelta di dolci di nostra produzione.

Grafica: QuiMedia

Baita Ciamp dele Strie

lita inizia sulle rampe di Someda prima, e sul falsopiano di malga Passerella poi. Dalla stazione a valle della cabinovia si inizia a sudare davvero: l’ascesa diventa di colpo più pendente fino al rifugio Valbona e malga Pozza, e prosegue ancora più impegnativa fino al traverso finale. Le fatiche terminano a Le Cune, ma i quadricipiti si rilassano alla

Grafica: QuiMedia

Malga Pozza

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Località Campo, Bellamonte - Predazzo (TN) Tel. 339 8685080 - 339 8229274 - info@ciampdelestrie.it - ciampdelestrie@email.it - www.ciampdelestrie.com


SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

fotos: visitvalsugana

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NA - LEVICO TERME

Tutti in spiaggia in Valsugana per godersi i Dove si va in spiaggia quest’anno? In Valsugana. Non è una battuta, è tutto vero: in questa zona del Trentino si può vivere le sensazioni del mare pur essendo lontani dalle coste grazie all’offerta dei laghi di Levico e di Caldonazzo, che anche per il 2020 sono stati premiati con l’ambito riconoscimento europeo della Bandiera Blu. E per chi invece preferisce la “classica” vacanza in montagna non c’è problema: la catena del Lagorai, una delle aree a maggiore naturalità del Trentino con bellissime escursioni a piedi o in bicicletta, visto che l’area vanta la bellezza di 80 chilometri di pista ciclabile e 300 di percorsi per Mountain bike in quota. Balneabili da maggio a settembre, i laghi di Levico e Caldonazzo sono davvero la meta ideale per trascorrere una vacanza rilassante a stretto contatto con la natura, praticare sport acquatici e fare delle piacevoli passeggiate sul lungolago e sulle montagne circostanti. I laghi dispongono di spiagge libere alberate dotate del servizio “spiagge si-

cure” con la presenza di bagnini in modo continuativo nei mesi di luglio ad agosto, nonché di stabilimenti balneari attrezzati. Acqua calda a Caldonazzo Il lago di Caldonazzo è il lago più grande appartenente interamente al Trentino; grazie alla sua posizione (450 metri slm), è uno tra i laghi più caldi del Sud

Europa (come anche il Lago di Levico). Si estende per oltre 5 chilometri quadrati e ha una profondità media di 26,5 metri (profondità massima: 49 metri). Non mancano poi i locali ed i ristoranti che animano le serate estive con buona cucina, musica e divertimento. Da non perdere lo spettacolo di fuochi d’artificio sparati sul lago, organizzato

tradizionalmente a Ferragosto. Sulle sue sponde si trovano i paesi di Caldonazzo, Calceranica Al Lago, la frazione San Cristoforo al Lago (comune di Pergine Valsugana) e Tenna. Il Lago di Caldonazzo si presenta poi come il paradiso degli sport acquatici in Trentino: è possibile praticare numerosi sport come lo sci nautico, la barca a vela (anche per portatori di handicap), il nuoto, il windsurf e la canoa. Durante la stagione estiva vengono organizzati numerosi eventi sportivi che portano in Valsugana atleti e spettatori nazionali

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SPECIALE TRENTINO DA SCOPRIRE

il “mare” in montagna e internazionali. Tra le manifestazioni sicuramente da ricordare le gare tra le imbarcazioni “Dragonboat”, le gare di nuoto mezzofondo, le regate organizzate dalle associazioni locali, e le Finali Nazionali di Canoa Giovani che si tengono a settembre. Anche la pesca è uno sport molto praticato sul Lago di Caldonazzo, famoso soprattutto per la pesca al coregone. A San Cristoforo, sulle rive del Lago di Caldonazzo, è stata istituita una “Bau Beach”. Gli amici a quattro zampe avranno quindi a loro disposizione uno spazio adeguato. Sia a terra che in acqua è obbligatorio l’utilizzo del guinzaglio, e la spiaggia per cani è identificata da apposita segnaletica. A Levico come in Norvegia Esteso per oltre un chilometro quadrato e con una profondità massima di 38 metri, il Lago di Levico è il secondo lago più esteso della Valsugana, e ricorda molto nella sua conformazione un fiordo norvegese. Le sue sponde sono per lo più caratterizzate dal verde dei boschi, dove si possono fare numerose passeggiate rigeneranti, tra cui la suggestiva Via dei

Pescatori. Sulla sponda est del lago, dove si affaccia la città storica di Levico Terme, sono presenti due stabilimenti balneari attrezzati e una spiaggia libera. Da visitare il Biotopo Canneto di Levico, un’ansa protetta ricca di vegetazione perilacuale, lungo le rive meridionali del lago. Anche per il 2020 le spiagge dei laghi di Levico e Caldonazzo sono state premiate con l’ambito riconoscimento europeo della Bandiera Blu della Fee (Foundation for Environmental Education), che attesta la qualità delle acque di balneazione e i servizi offerti nelle spiagge, negli stabilimenti e nelle località di Levico Terme, Caldonazzo, Calceranica Al Lago, Tenna, e Pergine Valsugana (San Cristoforo) afferma ancor di più l’impegno nella promozione di un turismo sostenibile del territorio della Valsugana, che nel 2019 ha raggiunto l’importante obiettivo di essere la prima destinazione al mondo certificata per il turismo sostenibile secondo i criteri del Gstc. Spazio a chi cerca la montagna E per chi vuole trascorrere del

tempo in montagna? Nessun problema: la catena montuosa del Lagorai separa la Val di Fiemme dalla Valsugana, tutta

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la zona è costellata da sentieri poco affollati, itinerari poco conosciuti, che attendono solo di essere battuti.

Esprimi la voglia di libertà…

…libera la mente…

Orgogliosi di vivere e ospitarvi nella prima destinazione al mondo dove il turismo sostenibile è certificato secondo i criteri del GSTC

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VETRINA

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Mediazione

BalconORTO

I parassiti #3

Mediazione infra aziendale In questa edizione vorrei riprendere un argomento a me caro prendendo spunto dal quesito di un lettore: “Gentile dottoressa ho letto i suoi articoli e avrei una domanda da porle. Ho una piccola azienda con 15 dipendenti e dopo il lockdown, durante il quale ho dovuto mandare una parte dei collaboratori in cassa integrazione, si sono create tensioni all’interno della mia azienda, dovute anche alla mia scelta di lasciare a casa durante il periodo predetto alcuni dipendenti. Cosa mi consiglia?” Caro lettore, spesso succede che cambiamenti organizzativi, come potrebbe essere la descritta fase di lockdown con disparità di trattamento tra dipendenti, portino a uno squilibrio all’interno di un nucleo organizzativo. Durante l’assenza dei dipendenti potrebbero essere stati fatti cambiamenti organizzativi, dovuti a esigenze di mercato e necessarie per il funzionamento dell’azienda. Il fatto è che ogni cambiamento all’interno di un sistema o di più sistemi, modifica lo stesso e può avere conseguenze positive, ma a volte anche negative. Nel caso in questione le modifiche hanno portato tensioni. Queste tensio-

ni possono compromettere la capacità di lavoro della sua azienda. Mi sembra di capire che il suo obiettivo è quello di ristabilire le dinamiche all’interno del nucleo organizzativo per tornare a fare funzionare l’ingranaggio “inceppato” dell’azienda, senza dover rinunciare a un collaboratore o una collaboratrice preziosi. In questo caso le proporrei un percorso che possiamo anche chiamare di mediazione organizzativa, che prevede il procedimento naturale di una mediazione adattato alle esigenze intrinseche del sistema azienda. In questo percorso sono fatti salvi i principi cardine del procedimento, ovvero l’imparzialità e terzietà del mediatore, nonché la riservatezza delle informazioni raccolte. Attraverso questo percorso cambiano ovvero si modificano le dinamiche all’interno del sistema, sciogliendo le tensioni, aumentando il benessere del personale e della redditività.

Hai una domanda da rivolgere alla nostra esperta? Scrivi a redazione@quimedia.it La risposta verrà pubblicata nei prossimi numeri del giornale.

Avv.ta Dott.ssa Stefania Calabrò Bolzano

Aleurodidi (farfalline bianche o mosche bianche): insetti di 1-3 mm. Il loro corpo è ricoperto da un sottile strato di pruina cerosa simile alla farina. Si annidano, solitamente, nella pagina inferiore delle foglie nutrendosi della linfa. Causano ingiallimenti e indeboliscono le piante fino a farle morire. Colpiscono cavoli, melanzane, pomodori, angurie, meloni e cetrioli, ma anche piante ornamentali. Le farfalline compiono parecchie generazioni all’anno, con cicli

Tuta Absoluta (minatrice o tignola fogliare), approdata in Spagna nel 2006. Questo lepidottero si insinua abilmente tra le pagine della foglie, creando delle vere e proprie gallerie molto lunghe chiamate “mine”. Compie sette/otto generazioni all’anno, specie nel sud Italia, ma è presente su tutto il territorio. I danni sulle pagine superiori sono visibili a occhio nudo, mente le larve si rintanano nei lati inferiori e sempre all’interno delle foglie.

variabili in base alle temperature. Sono molto aggressive per le piante ospiti. Difficile difendersi per il susseguirsi delle nascite e per l’accavallamento dei vari stadi di sviluppo. Producono la melata, che ricopre le foglie di una pellicola appiccicosa, che non fa respirare i tessuti. I macerati ed il piretro naturale sono del tutto inutili. Sconsiglio tuttavia di ricorrere al piretro chimico a base di piretroidi, deltametrine, cipermetrine, pymetrozine e imidacloprid o ad altri insetticidi sistemici. Rimedi: 1) La contromisura naturale si attua con l’impiego di parassitoidi oofagi specifici, come l’imenottero Encarsia formosa (anche fuori serra); 2) Insetticida biologico Botanigard 22wp a base di spore di Beauveria bassiana; 3) Olio bianco invernale e olio minerale bianco estivo, che agisce per soffocamento: diluire 5 ml di olio minerale in 500 ml di acqua, agitare bene e vaporizzare tramite spruzzino esclusivamente la sera, dopo il tramonto, lontano dagli insetti impollinatori – Carenza per l’uomo: minimo 20 giorni. Fondamentale: non utilizzare il prodotto su piante in fiore!

Questa caratteristica rende difficile ogni tipo di controllo tramite macerati e insetticidi (sistemici esclusi). Sui balconi la tuta si limita a colpire le foglie, mentre in serre e campi coltivati è già capitato che le larve più mature si concentrino sui frutti, determinando blocchi di crescita e di invaiatura, marciumi e malattie fungine. Colpisce soprattutto pomodori, agrumi, ulivi e viti. Rimedi: 1) rimozione manuale delle foglie colpite; 2) rete anti insetti, a maglie strette; 3) confusione sessuale tramite appositi feromoni (nelle serre); 4) trappole cromotropiche di colore nero (nelle serre); 5) trappole a elettroluminescenza, che però non sono selettive e che uccidono anche insetti utili; 6) Bacillus thuringiensis (varietà kurstaki e aizawai), un insetticida biologico a base di batteri sporigeni estremamente selettivi in grado di uccidere esclusivamente le larve di lepidotteri, non quelli adulti. È totalmente innocuo per gli impollinatori e anche per le coccinelle. Carenza per l’uomo: 3 giorni.

Donatello Vallotta


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Presso il centro diagnostico Tecnomed di Trento si eseguono esami di diagnostica per immagini in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale anche per i residenti in provincia di Bolzano, entro pochi giorni dalla data di prenotazione e con la consegna del referto in breve tempo. Tra gli esami eseguiti con impegnativa: risonanza magnetica aperta ad alto campo - l’unica in regione - con o senza mezzo di contrasto, ecografia, mammografia con Tomosin-

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La sicurezza è all’ordine del giorno in tempi come questi: ecco perché i cittadini anziani e le persone sole sono nel posto giusto al servizio telesoccorso della Croce Bianca, per ottenere un aiuto veloce e competente 24 ore su 24 con la semplice pressione di un pulsante. Ma questo sistema di chiamata d’emergenza è destinato anche alle persone con disabilità e, in funzione del loro reddito, è addirittura finanziato o cofinanziato dalla provincia, il che significa che il cliente dovrà informarsi presso il distretto sociale. Mentre il telesoccorso a casa, come si dice, è l’ideale per sentirsi al sicuro tra le proprie quattro mura, il telesoccorso satellitare è rivolto a tutte quelle persone che viaggiano molto da sole, per lavoro o nel tempo libero - quando vanno a fare una passeggiata o un giro in bicicletta, o si recano al la-

voro. Nel peggiore dei casi, possono essere localizzate anche via satellite. Il cuore di questo servizio, o la centrale d’allarme di questo sistema, si trova presso la sede della Croce Bianca di Bolzano. Qui gli allarmi vengono ricevuti ed elaborati da personale specializzato in pochi secondi e, se necessario, inoltrati alla centrale di emergenza. Naturalmente anche il servizio tecnico del telesoccorso e telesoccorso satellitare è coordinato da Bolzano. Maggiori informazioni su questi due servizi, grazie ai quali sono già state salvate delle vite, sono disponibili sul sito www.crocebianca.bz.it. Durante l’orario d’ufficio dal lunedì al venerdì è possibile ottenere informazioni di prima mano sul servizio di chiamata d’emergenza domestica e mobile della Croce Bianca chiamando il numero 0471 444327.

NUOVO DIRETTIVO

Calò presidente dell’unione ciechi

Il presidente Valter Calò

Dopo l’avvenuta assemblea dei soci con elezioni delle cariche associative dell’Unione Ciechi ed Ipovedenti Onlus/Aps Alto Adige, negli ultimi giorni è stato eletto il nuovo ufficio di presidenza. Il dottor Valter Calò è stato confermato presidente sezionale insieme a Riccardo Tomasini, vicepresidente, e Monica Bancaro Scrinzi, consigliera delegata. Gli altri consiglieri sono: Nikolaus Fischnaller, Franz Gatscher, Magdalena Hofer, Melanie Kohler,

Ines Mair nonché Massimo Ninno. Il nuovo direttivo è rappresentato perciò da 4 donne e 5 uomini, rispettando pienamente le regole di genere imposte dal regolamento di attuazione. Quattro membri su 9 sono nuovi consiglieri; la più giovane componente ha 20 anni, mentre il più anziano 77, coprendo così tutte le fasce di età e le rispettive problematiche. L’organizzazione può quindi affrontare con nuova energia il futuro e continuare il suo lavoro a favore delle persone cieche e ipovedenti altoatesine. L’Unione ciechi e ipovedenti è a disposizione di tutte le persone con gravi disturbi visivi e dei loro familiari per consulenze e sostegno di

vario genere. Riunisce i minorati della vista di tutti e tre i gruppi linguistici, rappresenta e tutela i loro interessi, fornisce aiuto per l’espletamento delle pratiche di pensione e simili, procura ausili tiflotecnici e aiuta nella presentazione delle relative domande di contributo, si occupa sia della formazione professionale che dell’inserimento nel mondo del

lavoro e organizza soggiorni estivi nonché attività culturali. Per una consulenza o richiesta di informazioni i cittadini sono invitati a contattare l’ufficio dell’Unione sito in via Garibaldi, 6 a Bolzano, tel. 0471-971117, sito internet: www.unioneciechi.bz.it Per recarsi personalmente all’ufficio sezionale attualmente bisogna accordare un appuntamento. Il nuovo direttivo


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LA SCENA MUSICALE Paolo Crazy Carnevale musicofilo

LA STATALE 17

Quando a Bolzano c’era il Prog Un anno dopo, nel 1979 la bella storia di questa mitica formazione bolzanina era già giunta al capolinea, lasciando un vuoto notevole nel panorama musicale cittadino. “Mario e io – ci racconta Paolo Beltrami, che della Statale è stato tastierista – ci conosciamo fin da bambini, siamo sempre rimasti amici e fin da ragazzini abbiamo avuto questa fissa di formare un gruppo musicale e lo abbiamo formato, eravamo teenager e tutte le occasioni erano buone per intrufolarsi e suonare.” La determinazione e la passione per la musica del quartetto (gli altri componenti originali erano Carlo Girardello alla chitarra e Paolo Depaoli al basso) erano tali che, un po’ per avere occasione di suonare con strumentazione professionale, un po’ per poter assistere ai concerti, non esitava ad autocandidarsi come spalla quando qualcuno capitava a suonare in città: nel carnet della Statale 17 si ricordano quantomeno gli Area e Arti e mestieri, in occasione di un concerto al Cinema Cristallo. “Quando nella stessa location si esibì il Perigeo – ricorda oggi Mario Vitale – siccome abitualmente si tenevano un concetto pomeridiano e uno serale, nell’intervallo tra i due spettacoli convinsi Bruno Biriaco a farmi provare la sua batteria, col risultato di ritrovarmi a fare una jam col bassista Giovanni Tommaso e il pianista Keith Tippett che si esibiva prima del Perigeo.” Va da sé che con queste premesse il quartetto avesse delle aspettative. A forza di serate danzanti (spesso a base di cover che venivano cantate da Beltrami), La Statale 17 cominciò a farsi conoscere nell’ambito cittadino anche per le proprie interessanti composizioni strumentali di stampo progressive rock, il genere che andava per la maggiore. “ll nome del gruppo – prosegue Beltrami – non c’entra nulla con l’omonima canzone di Guccini. C’era un gruppo che si chiamava La Statale 108, facevano musica

C’erano almeno tre cose che Mario Vitale, batterista de La Statale 17 si era prefisso come obiettivo da ragazzo: registrare un disco, suonare in uno stadio e tenere un concerto in un teatro. A diciannove anni le aveva praticamente fatte tutte e tre! 1978: La Statale 17 in concerto allo Stadio Druso

2020: la band oggi

da balera a Bibione e Lignano ed erano bravissimi. Una volta abbiamo aperto per loro al Dolomiti. La scelta del nome fu in loro onore, però siccome avevamo una strumentazione sfigata abbiamo scelto il numero 17! Poi era l’epoca degli acronimi come PFM, BMS e pure non avendo mai fatto uso di allucinogeni il nostro acronimo LSD era molto suggestivo!” La svolta definitiva per La Statale arrivò grazie all’incontro con Walter Klotzner dell’associazione Contrapunkt: dapprima ci fu un concerto da tutto esaurito all’Haus der Kultur che originò la possibilità si registrare il pri-

mo LP in vinile di gruppi cittadini, non per un’etichetta di fuori, un disco condiviso insieme agli Emphasis, altro gruppo coevo, un lato per ciascuno: “Il disco con la più brutta copertina della storia del rock – commenta il bassista Marco Signorini –, io ero entrato nel gruppo al posto di Depaoli proprio nel periodo tra il concerto e la registrazione del disco, però per le sedute in studio lo chiamammo a collaborare in due brani.” “Eravamo giovanissimi – prosegue Vitale – e la fretta, l’emozione di fare il disco, forse non hanno aiutato a sfruttare al meglio

l’occasione che ci era offerta.” Aggiunge il tastierista: “La sala era stata affittata per sei giorni, tre per noi e tre per gli Emphasis, registrazione e missaggio, per di più il sedici piste era nuovo e quindi anche per Peter Ghirardini, il proprietario dello studio, si trattava di fare pratica.” Il risultato fu un disco che fotografava la scena musicale bolzanina di quell’epoca, assolutamente in linea con quanto si ascoltava e faceva in Italia, un disco tutt’ora interessante e ricco di buone idee, sorprendente visto che tutti i musicisti coinvolti erano studenti teenager. Poi fu la volta del concerto allo Stadio Druso (un open air condiviso con Emphasis e Otho Mollis) e quindi di quello al teatro di Gries; infine, a marzo del 1979, un breve tour regionale portò la Statale anche a Innsbruck, con concerti sempre applauditi e affollati. “Per l’occasione – ci dice Carlo Girardello - al gruppo si era aggiunto il sassofonista Sandro Miori, oggi insegnante di musica a Vienna, entrato in un primo tempo in mia sostituzione, quando sono rientrato nella band in occasione del tour per un breve periodo siamo stati un quintetto.” “Quello che avrei voluto fare era suonare la batteria tutta la vita – conclude Mario Vitale – ma mi è stato impedito, dovevo andare all’università e studiare medicina. E così è stato.” E aggiunge Beltrami: “Quello che ci mancava era una strumentazione professionale, il cui prezzo in quegli anni era meno approcciabile che non oggi. Se avessimo avuto un equipaggiamento all’altezza forse avremmo anche preso in esame l’idea di provare a vivere di musica.” Girardello e Signorini hanno continuato a rimanere nel circuito delle cover band per un po’, il primo suonando per un certo periodo anche con gli Emphasis e in tempi più recenti con Greta Marcolongo, Anna Bernard, Gigi Grata, Loris Anesi e Charlie Penner.


CULTURA E SPETTACOLO

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LA MOSTRA

La vita in città alla fine della Grande guerra Erano anni difficili, uno di quei periodi in tutto era cambiato e tutto stava cambiando; la Grande guerra era finita da poco, e certo non c’erano i mezzi – neppure quelli tecnologici – affinché il mondo si rimettesse in piedi e i cittadini potessero iniziare nuovamente una vita normale. Come si viveva a Merano in quel periodo? Qual era la routine della città nel 1920? Al Palais Mamming Museum è stata allestita una mostra che indaga la realtà cittadina e gli aspetti storici di quell’epoca, proponendo le immagini fotografiche della Collezione Ellmenreich. il titolo è “1920: Vaterland Österreich – Siamo in Italia!” Erano gli anni in cui l’ombra nera del conflitto si stava dissolvendo, ma allo stesso tempo un’altra perturbazione si stava affacciando sul’Europa, quella dei regimi dittatoriali. Il 1920 rappresentò la fine di un’epoca e al contempo un nuovo inizio. La circostanza fu ancor più evidente per l’Alto Adige, annesso all’Italia proprio nell’ottobre di quell’anno. Per Merano si aprì un periodo di notevole incertezza

e la città, rinomato luogo di cura, cercò di raggiungere nuovamente i successi dell’anteguerra. La vita riprese, malgrado la penuria alimentare, l’Amministrazione comunale procedeva non senza difficoltà, limitandosi a proseguire la gestione precedente. Molti prigionieri di guerra fecero rientro a casa solo anni dopo la fine del conflitto, era un’epoca in cui in tutto il mondo le teorie della psicanalisi di Sigmund Freud e

FINO AL

29 OTTOBRE

la teoria della relatività di Albert Einstein generavano in molti un senso di disorientamento. La permanenza di Franz Kafka nella Merano del 1920 passò pressoché inosservata: risiedette prima all’Hotel Emma e poi alla Pensione Ottoburg e da questi luoghi scrisse le sue rinomate “lettere a Milena”. Le locandine esposte nella mostra evidenziano la ripresa della vita sociale e culturale in quell’an-

no. Le opere d’arte rimandano agli artisti allora attivi a Merano: sono nomi lontani dalla fama e a cui, per la maggior parte, difficilmente sarà dedicata una mostra personale. La varietà degli oggetti esposti, accompagnati da testi brevi e di facile comprensione, mira a riportare in vita quei mesi complessi, proponendo una rievocazione accessibile a tutti.

MUSICA

CINEMA

5

11

AGOSTO

AGOSTO

“TUTTO SU MIA MADRE”

UNA SERATA IRISH FOLK

> MERANO | Ore 20.30 | Centro per la cultura

> BOLZANO | Ore 21 | Parco Delle Semirurali

Nell’ambito di Mercoledì Cinema “Almodóvar. L’enfant terrible del cinema spagnolo” organizzato da Mairania, verrà proiettato “Tutto su mia madre”, una delle più celebri e pluripremiate pellicole del regista. Un puzzle caotico e coloratissimo che, per incanto, si ricompone e che con frizzante levità scava nella profondità dei sentimenti. Un film al femminile

L’appuntamento con la Stagione Estiva Don Bosco lascia spazio alla musica folk con i Green Waves: cinque musicisti con la comune passione per la musica irlandese e per le contaminazioni etniche. Un itinerario nell’immaginario di questa terra in cui melodie vivaci e allegri paesaggi sonori si intrecciano a momenti di musica epica in cui rieccheggia lo spirito degli antichi Celti. Un concerto alla scoperta dei suoni d’Irlanda e della

Info: mairania857.org

e pieno di rimandi al cinema in rosa: dedicato dallo stesso regista a Bette Davis, Gena Rowlands e Romy Schneider e “a tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre”, come disse lui stesso. L’ingresso è libero.

sua tradizione musicale valorizzata da strumenti originali quali il Tin Whistle, piccolo flauto irlandese, la Uillean Pipe, il Bodhràn, tradizionale tamburo irlandese ed il Fiddle, il violino irlandese caratterizzato dall’esecuzione di più note con un unico colpo d’arco. Per la partecipazione è richiesta la prenotazione scrivendo a info@cooperativa19.it o chiamando il 0471 181 2274. L’ingresso sarà permesso solo con mascherina.


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