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Pesticidi nei parchi gioco

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BRONZOLO

SALORNO

BRONZOLO

I sogni di Miss Südtirol

Ceolan premiato in Canada

L’ottantenne batte tutti

Televisione e cinema per Johanna Ciech

Prestigioso riconoscimento per il libro di fotografie

L’agefactor-run ribalta la classifica

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Graﬁca: QuiMedia

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Delegare è comodo Delegare è comodo, ma molto spesso deleterio. Il concetto di delegare è figlio del nostro secolo ed legato alla democrazia. Ma l’ultima evoluzione di questa pratica collaborativa è diventata un’altra cosa, comportando un deficit di responsabilità. Spesso la libertà di scelta provoca la deresponsabilizzazione dai propri doveri. Mi riferisco in particolare all’ultima discussione in merito alla decisione del Ministro all’Istruzione Valeria Fedeli di consentire l’uscita da scuola ai ragazzi di 14 anni solo se accompaganti da genitori, nonni o comunque un “grande” fidato. Ciò è conseguenza della legge che tutela i minori, preoccupandosi della loro incolumità. L’idea di per sè corretta, ma è sarebbe ttuabile solo in un mondo ideale che consentisse ciò a madri e padri, nonché ai nonni qualora presenti ed attivi. La realtà della vita non è questa in una società che chiede anche alle donne di lavorare a tempo pieno, rendendo anche non facile il fatto che in una famiglia sia solo un genitore a lavorare. Insomma: si è praticamente impossibilitati di andare a ritirare i ragazzi. Ma a questo si aggiunge anche un’altro interrogatico: quando inzia la responsabilizzazione dei giovani? Ebbene: comincia quando loro si devono confrontare con orari e abitudini esterni

alla famiglia. È proprio in quel momento che il ragazzo comprende l’importanza della sua autogestione. Per evitare le pressioni la ministra ha deciso di delegre la responsabilità alle famiglie. Ma la società in cui viviano dovrebbe avere più rispetto per i ragazzi, che quanEDITORIALE do escono da scuola necessiterebbero di persone che vigilassero sulle le strade che percorrono e gli autobus che prendono. Così come è vero che gli autisti dei bus dovrebbero guidare più piano. Se penso a come sfrecciano a Bolzano giù per Via Rosmini o come ripartono da piazza Domenicani, non voglio nemmeno immaginare come si possano muovere a Roma. Forse più che delegare allora la parola d’ordine dovrebbe essere “aiutarsi”. Se la scuola è un diritto, lo è anche l’andarci e il ritornarci in sicurezza. Ma sia le famiglie che la scuola non possono essere responsabili di tutte le variabili che si possono incontrare nel tragitto casa-scuola. Mentre a garantire l’organizzazione sociale e delle infrastrutture dovrebbe essere invece proprio il governo.

QUIINTERVISTA A CORNELIA DELL’EVA Una laurea in Lettere e Filosofia, il lavoro giornalistico in radio e negli uffici stampa di Curia e Università, l’esperienza nello staff del presidente Kompatscher e la scelta di fare la libera professionista. Non è noioso e neppure scontato il percorso di Cornelia. La cosa che mi piace di più di me stessa. Il coraggio di fare nuove esperienze. Il mio principale difetto. Non saprei quale scegliere... Da bambina sognavo di diventare... Una scienziata. Poi una prof. di matematica. L’errore che non rifarei. Penso che li rifarei tutti. Banalmente: da ogni errore ho imparato tanto. La persona che ammiro di più. Ammiro le persone che inventano nuovi sentieri, sulla terra e nella vita. Un libro da portare sull’isola deserta.

Un percorso non scontato Visto che è deserta... “Biografia del silenzio” di Pablo d’Ors. Il capriccio che non mi sono mai tolta. Un viaggio lunghissimo, di sei mesi o più. L’ultima volta che ho pianto.

Recentemente, a una festa con gli amici più cari. Mi sono emozionata. Il colore che preferisco. Ultimamente il verde. Il fiore che amo. Girasoli nel campo, tulipani gial-

li in un vaso in mezzo al tavolo di cucina. Il mio piatto preferito. Purè di patate. Ma fatto con le patate vere! Il mio pittore preferito. Marc Chagall. Non sopporto... Che il tempo scorra sempre veloce. Dico bugie solo... Per dire bugie ci vuole una memoria di ferro. So di non averla. Il giocattolo che ho amato di più. Un leoncino di peluche. Il mio motto. Abbiamo tutti due vite. La seconda comincia quando ti accorgi di averne una sola. Il mio primo ricordo... Mia mamma che avvolge mia sorella di pochi giorni in una coperta, per portarla a casa dalla clinica. Nel mio firgorifero non manca mai... Burro e uova per fare una torta per colazione.

STORIA DI COPERTINA

LO STUDIO Il parco Rio Nero - Schwarzenbach di Ora

Alpini Ora

Pesticidi, i parchi sono sicuri? Il Dachverband ha analizzato l’erba di 71 parchi gioco altoatesini: in 29 sono state trovate tracce di veleni. La Bassa Atesina è risultata la zona più virtuosa: solo nel parco Marconi di Laives sono stati trovati pesticidi. Ma l’analisi va presa con le molle. Vi spieghiamo il perchè.

BASSA ATESINA “Andiamo al parco a prendere un po’ d’aria”. Lo abbiamo detto tutti ai nostri figli pensando – giustamente – di fare il loro bene. Ma se l’aria che andiamo a respirare al parco non fosse buona? O peggio ancora, se contenesse dei veleni? Il dubbio – legittimo – se lo sono posto i protezionisti sudtirolesi (Dachverband) che hanno effettuato uno studio sulla presenza di pesticidi nei parchi gioco altoate-

sini. Complessivamente ne sono stati analizzati ben 71, distribuiti in tutto il fondovalle, dove cioè sono dislocate le coltivazioni intensive, soprattutto di mele. I risultati non sono stati dei più incoraggianti, visto che in ben 29 parchi l’erba analizzata presentavano tracce (a volte anche molto marcate) di pesticidi. La nota positiva è che i risultati in Bassa Atesina sono stati i più virtuosi di tutta la provincia, mentre la maglia nera è andata alla Val Venosta. “Va fatta però una precisazione im-

portante”, ci tiene a puntualizzare il direttore del Dachverband Andreas Riedl. “Il fatto che nell’erba di un parco siano state trovate tracce di pesticidi non significa affatto che quel parco sia inquinato e che quindi vada chiuso perché pericoloso. I dati che abbiamo raccolto, benché siano stati rilevati con un metodo scientifico da un organismo specializzato, non possono certificare in nessun modo che un’area sia inquinata. E nemmeno che non lo sia. Noi ci siamo limitati a fare una fotografia della

situazione in un dato giorno (nel maggio scorso, ndr), prelevando diversi campioni di erba da ciascun parco, che poi abbiamo fatto analizzare. Quindi il valore che abbiamo riscontrato vale solo per quel giorno. Se le analisi le avessimo fatte il giorno prima o il giorno dopo, i valori avrebbero potuto essere anche molto diversi da quelli che abbiamo certificato”. La “fotografia” del Dachverband vuole quindi essere uno spunto di riflessione prezioso per valutare se i parchi dove giocano i nostri bambini siano luoghi sicuri e sani, o meno. I parchi gioco infatti, così come le scuole e gli asili, sono classificati dalla giunta provinciale come zone sensibili e vanno quin-

S. Giacomo - Nicolussi

S. Giacomo - v. Wagner

Pineta - v. Brennero

Laives - Sottomonte

Egna - v. Boniﬁca

Egna - Parco delle Oche

Laghetti - Pinara

Laghetti - v. Dante

// di Marco Cortese

STORIA DI COPERTINA

di protetti in modo particolare dai pesticidi. Per questo esistono delle limitazioni temporali nonché di distanza minima per l’utilizzo di queste sostanze sulle piazzole adiacenti. La politica sostiene di aver adottato quanto previsto dalle leggi vigenti su livello europeo e nazionale. Ma queste regolamentazioni in pratica funzionano? E soprattutto: le normative attuali sono sufficienti a garantire la protezione efficace delle zone sensibili? “Noi abbiamo fornito uno spunto basato su un dato oggettivo, ma relativo: non sta a noi sostituirci agli organismi deputati ad effettuare i controlli e a stabilire se un sito sia inquinato o meno. E tantomeno vogliamo incolpare nessuno se un determinato parco è risultato positivo ai pesticidi. Certamente la vicinanza a campi e frutteti trattati chimicamente può rappresentare un fattore di rischio, ma la contaminazione e la deriva dei pesticidi può anche non provenire dal frutte-

to attiguo. La causa potrebbe essere ad esempio un giardino privato nel quale il proprietario ha spruzzato del veleno per proteggere le sue rose dai parassiti...”. Analizzando i valori raccolti in Bassa Atesina, i dati emersi lasciano abbastanza tranquilli. Ciò significa che gli agricoltori della Bassa sono più virtuosi dei loro colleghi del resto dell’Alto Adige? “I valori della Bassa Atesina sono i più bassi dell’Alto Adige, ma lo ripeto ancora una volta: si riferiscono a un determinato giorno e quindi non forniscono nessuna certezza assoluta e generale. I motivi possono essere molteplici. Potrebbe essere che in Bassa Atesina ci sia più attenzione nell’uso di pesticidi. Ma potrebbe anche essere che il vento dell’Ora del Garda contribuisca a disperderli più velocemente. Ripeto,non possiamo fornire nessuna certezza, solo una fotografia dello stato dell’arte in un determinato giorno. Andando nel dettaglio di quel gior-

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I parchi gioco analizzati Paese/Frazione

Parco

Laives - San Giacomo

Parco Nicolussi

Laives - San Giacomo

Via Wagner

Laives - Pineta

Via Brennero

Laives

Parco Marconi

Laives

Via Sottomonte

Ora

Parco giochi Rio Nero - Schwarzenbach

Egna - Villa

Via Bonifica

Egna

Parco delle Oche - Gänsplätzen

Egna - Laghetti

Pinara

Egna - Laghetti

Via Dante

no, emerge chiaramente che su dieci parchi analizzati in Bassa Atesina (si veda l’elenco nella tabella a fianco), solo uno ha fatto riscontrare valori positivi. Si tratta del parco di via Marconi, che presentava tre sforamenti molto pesanti per quanto riguarda la dodina (un funghicida che può provocare tossicità orale acuta, irritazione cutanea, irritazione agli occhi, acuto rischio di messa in

pericolo delle acque), il fluazinam (un altro funghicida che può provocare sensibilizzazione cutanea, danneggiamento della vista, tossicità acuta per inalazione, tossico per la riproduzione, acuto rischio di messa in pericolo delle acque) e cipermetrina (insetticida che provoca tossicità acuta orale, tossicità acuta inalatoria, irritazione delle vie respiratorie e acuto rischio di messa in pericolo delle acque).

LAIVES – SAN GIACOMO – PINETA

SOLIDARIETÀ LAIVES Domenica scorsa una delegazione del Comune di Laives, guidata dal sindaco Christian Bianchi e da gli assessori Claudia Furlani e Giuliano Vettorato ha consegnato i fondi raccolti per la realizzazione del progetto “Casa di Ancarano”. “Si tratta di una cifra molto importante, pari a 59.000 euro, frutto di un anno di lavoro congiunto tra l’amministrazione comunale e tutte le associazioni di Laives, che si sono impegnate tantissimo per ottenere tutto ciò. Siamo andati personalmente per consegnare questo risultato nelle mani della popolazione, certi che questi fondi vadano a destinazione senza intermediari o rischi di dispersione”, dice il sindaco Bianchi.

“Alla inaugurazione della struttura, il prossimo anno, chiederemo alle associazioni di Laives di venire con noi, visto che adesso la situazione è ancora molto precaria”, ha aggiunto Bianchi ringraziando tutti coloro che si sono impegnati per arrivare a questo risultato. Ovvero: Laives per Amatrice con Daniela Tombolato; Viva Laives Viva con Roberto Pretto, Associazione don Bosco con Claudio Fauni, Bee Festival con Dragutin Drago Doderovic, Croce Rossa con Monika Schivari, Oktoberfest con Tonino Gencarelli, Circolo operaio di Pineta e Franz & Bepi, Venerdì lunghi con Elda Paolazzi e Roberto Ceol, Live Muse con Emilio Insolvibile, Circolo Culturale Pineta con Tina

59mila euro per Ancarano Feller e Mara da Roit, Carnevale di Laives con Cesare Zenorini, Alpini di Laives con Gianni Ruggirello e Igino Vettorato, Hotel Ideal con Dieter Frasnelli, Medici nel Mondo, Fondazione Cassa di Risparmio, Filodrammatica con Bruno De

Bortoli e Loris Frazza, Centro Revisioni Bolzano con Angelo Fontana, Round Table con Matteo Bruccoleri, Elki con Julica Sarto, Ferruccio Ruzzon e le scuole di Laives, Upad con Renzo Gerolimon e tanti altri cittadini privati.

ECONOMIA LAIVES Capire fino a che punto siano radicate le pari opportunità tra le aziende del territorio e quanta importanza danno le imprese alle donne lavoratrici. Questo l’obiettivo del sondaggio promosso dal Comitato pari opportunità del Comune di Laives, in collaborazione con la Libera Università di Bolzano, corso di laurea di Statistica. Promotori del progetto sono Ingrid Joris e Paolo Zenorini, mentre ad occuparsene concretamente sarà Sara Boni, studentessa della facoltà di Economia

Aziende, sondaggio sulle pari opportunità che ha preparato un questionario da inviare nei prossimi giorni alle circa 400 aziende di Laives, San Giacomo e Pineta. Le risposte verranno raccolte in forma anonima e, una volta elaborate, saranno illustrate pubblicamente nella prossima primavera. “Non solo numeri statistici e eco-

nomici ma si tratta soprattutto di un’analisi sociale. L’intenzione è infatti di creare una mappatura dei lavoratori, analizzando forze e debolezze del sistema dal punto di vista femminile – ha spiegato Patrizia Daidone, presidente del comitato – Le domande riguardano in particolar modo gli orari di lavoro, la

conciliazione tra lavoro e famiglia, i congedi ma anche le prospettive di reclutamento futuro.” “Al questionario – ha precisato l’assessora Daniela Vicidomini – sarà allegata anche una lettera di accompagnamento del Comune in cui invitiamo tutte le aziende a partecipare. È importante infatti raccogliere il maggior numero possibile di risposte per avere un quadro dettagliato della situazione e predisporre così in futuro misure socio-economiche ad hoc a sostegno delle donne e delle famiglie”.

LAIVES – SAN GIACOMO – PINETA

IN BREVE

STRUTTURE LAIVES Ci sono strutture di cui non ci si accorge dell’esistenza fino a quando una qualche emergenza non ne rivela l’importanza. Una di queste è sicuramente il nuovo serbatoio idrico in caverna realizzato a monte di Laives, e che è entrato in funzione nei giorni scorsi dopo diversi collaudi e analisi sulla salubrità dell’acqua. “La nuova struttura, composta da due grandi vasche da 3500 metri cubi, è 30 metri più alta di quella precedente, quindi l’acqua in discesa scorrerà con una pressione maggiore di circa tre bar su tutta la rete – sottolinea il vicesindaco Giovanni Seppi – per questo motivo si ricorda a tutti gli utenti, così come già fatto in passato, che è necessario sostituire i riduttori di pressione”. Secondo le stime degli esperti, il nuovo serbatoio consentirà di fronteggiare il fabbisogno idrico della città fino al 2050. La struttura funge anche da riserva idrica antincendio per la galleria della variante

PIANOPIANO FORTEFORTE

Il maxiserbatoio è in funzione

Ultimi concerti della rassegna pianistica Pianopiano Forteforte, organizzata da Musica In Aulis e dedicata al compianto maestro Sergio Maccagnan. Giovedì 9 novembre alle 20.30 al teatro delle Muse, sarà la volta della pianista francese Marina Di Giorno, mentre il 16 novembre la rassegna sarà chiusa dal duo pianistico composto da Laura e Beatrice Puiu (Romania).

CULTURA LAIVES Primo evento culturale al Café lettera 7 di via Marconi gestito da Roby Marino. Protagoniste della serata, le poesie, molto eleganti, di Nina Sadeghi (anche in lingua persiana), Morena Ferraloro e Dario Molon. Presenti anche diversi giovani che si stanno avvicinando alla letteratura

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LAIVES – SAN GIACOMO – PINETA

COOP

Finalmente a casa

PINETA Per 32 famiglie di Laives si è finalmente realizzato il sogno di una casa di proprietà. Nei giorni scorsi sono infatti stati consegnate le chiavi degli alloggi realizzati nella zona Toggenburg 2 di Pineta dalle cooperative edilizie “Casanova”, “Casa Territorio” e “Cristallo”. Si tratta di condomini costruiti con la certificazione energetica Casa Clima A, quindi con standard qualitativi decisamente elevati. Per completare definitivamente la zona Toggenburg 2 mancano solo due cooperative per altri 24 appartamenti. Si tratta della “Rosengarten” e della “Monticolo”,

che proprio qualche settimana fa hanno posato la prima pietra rispettando i tempi del progetto. Tra poco più di un anno anche questi alloggi dovrebbero essere ultimati così la zona Toggenburg di Pineta avrà assunto la sua configurazione definitiva.

da ogni parte d’Italia) Poliseno si è classificato al settimo posto assoluto nel Campionato Italiano Amsci F1 2017. Poliseno è il pilota di punta del Mini Car Club Bolzano con sede a Laives che organizza e gestisce, da ormai circa 40 anni, l’attività hobbystica degli automodelli radiocomandati a scoppio scala 1:8 pista. L’attività sociale si svolge attualmente sul miniautodromo situato a Mattarello/Tn con un proprio Campionato sociale su 7 gare. Gli automodelli sono delle vere riproduzioni in piccolo delle Formula 1 con molteplici regolazioni di assetto, gomme,ecc. e sono spinte da un motore di 3,5 cc. con poten-

ze fino a 3 Cv per 2.400 grammi di peso e possono raggiungere velocità prossime ai 120 km/h. Accanto a Poliseno altri due piloti di Laives si stanno mettendo in luce: si tratta di Daniel Silvestri che ha vinto il campionato sociale 2017 seguito a ruota da David Zanchetta.

RADIOMODELLI

Poliseno sugli scudi LAIVES Ottimo risultato per Brian Poliseno alla terza prova del Campionato italiano di auto radiocomandate. Il pilota di Laives si è infatti piazzato al quarto posto sulla

pista internazionale Rosati di Gubbio (PG). Grazie a questo ottimo piazzamento (maturato superando l’agguerrita concorrenza di una sessantina di piloti proveneienti

Brian Poliseno

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BRONZOLO – VADENA

Johanna è la più bella d’Alto Adige BRONZOLO Sguardo sbarazzino, sorriso seducente e l’aria della ragazza della porta accanto. Johanna Ciech, diciannovenne di Bronzolo, è la nuova Miss Südtirol. Per la prima volta una ragazza del paese conquista il titolo di reginetta della provincia. Per di più in un’edizione speciale, quella numero 25 del concorso organizzato dal giornale della domenica Zett. Un successo che potrebbe anche cambiare il futuro (almeno quello prossimo) di una ragazza che ha superato solo pochi mesi fa l’esame di maturità, ma che non ha ancora deciso cosa fare da grande. La notorietà cadutale addosso all’improvviso, le interviste, gli impegni “mondani”: in pochi giorni il mondo di Johanna è cambiato radicalmente. Ora sta a lei fargli prendere la piega che Johanna Ciech

più ritiene giusta. Da qualche giorno sei Miss Südtirol. Ma tu ti senti la più bella dell’Alto Adige? È una cosa che non si può dire. Ognuno ha il suo gusto. Ci sono tante belle ragazze. Io mi sento bella, carina. Ma secondo te cosa ti ha fatto vincere. Cosa piace di te? Il sorriso. Gli altri mi dicono sempre che ho un bel sorriso. E che fa vedere quanto sono simpatica. Raccontaci la tua elezione a miss. Abbiamo fatto prove per tutto il giorno: eravamo stanchissime. Trucco, capelli... E po eravamo tutte agitatissime. Ma è stata un’esperienza molto bella. E poi avevamo vestiti bellissimi... È stato molto divertente, ma allo stesso tempo anche triste, perché qualcuna di noi doveva essere eliminata, arrivando alla fine ad essere solo in tre. E poi è arrivata la tua elezione. Ci contavi? No, non me l’aspettavo proprio. Quando ho sentito il mio nome sono rimasta scioccata. Non dirmi che come tutte le miss sei scoppiata a piangere... No, solo qualche lacrima di gioia!

Cosa è cambiato dopo la tua elezione? È cambiato l’atteggiamento degli altri nei miei confronti. Le persone mi vengono incontro e mi vogliono parlare, tutti mi conoscono. È strano. Prima ero una ragazza normale, Adesso tutti vogliono qualcosa da me. Vengo invitata a belle manifestazioni. Sfilate. È un mondo che ti piacerebbe continuare a frequentare? Vorresti lavorare nella moda o in televisione? Sì è un mondo che mi piace molto. Mi piacerebbe lavorare in televisione, magari nella moderazione del telegiornale. Oppure lavorare con bambini. Quest’anno dovrò rappresentare l’Alto Adige ed essere presente a tante manifestazioni. Così avrò modo di conoscere questo mondo e anche di farmi conoscere. Ti sei diplomata da poco. Cosa avevi deciso di fare in futuro? Non avevo ancora deciso: non sapevo cosa fare. Adesso ho un anno per fare nuove esperienze: in fondo è stato un bene che non avessi ancora deciso... Sei sportiva? Sì. In inverno faccio sci e patti-

Johanna Ciech - Foto Stol

MISS SÜDTIROL

naggio. In estate tennis e nuoto. Avevi già fatto concorsi di bellezza o lavorato come modella? Come modella molto poco, avevo partecipato a Top model 2013. Ho fatto una parte in un film austriaco “Die Kinder der Villa Emma” (I ragazzi di Villa Emma, ndr) . È basato su una storia vera legata agli ebrei. Abbiamo registrato a Nonantola, un paese vicino a Modena. Io ero la figlia del podestà e ho dovuto girare sette scene. Quello del cinema è davvero un altro mondo: è bellissimo. Mi piacerebbe davvero avere la possibilità di poterci entrare nuovamente.

Marco Cortese

IN BREVE TONI MARCI MA FRESCHI Sabato 11 novembre alle 20.30 nella sala polifunzionale di Vadena andrà in scena lo spettacolo “Toni marci ma freschi”. Si tratta del nuovo spettacolo dei comici trentini Gabriele Zanon, Marcello Morgese e Franco Toniolatti, che arriva dopo la ribalta televisiva ottenuta con il talent comico “Eccezionale Veramente” andato in onda su La7. Organizza il Centro culturale di Vadena. L’ingresso è libero.

COS’È IL COUNSELOR Cosa è il counseling? A chi è rivolto? Quando è il momento di cercare un esperto in questo settore? Troverete tutte le risposte a queste e altre domande il pros-

simo 16 novembre alle 20 presso la Biblioteca comunale di Vadena, dove avrete la possibilità di incontrare due esperti del settore, Giovanni Di Mambro e Hannelore Rizzoli, due agevolatori nella relazione d’aiuto individuale e di gruppo. Organizza la biblioteca di Vadena.

ATTIVITÀ FLOWERS Novembre è un mese decisamente intenso per il gruppo giovani Flowers di Bronzolo. Le attività settimanali prevedono: giochi di ruolo (lunedì), torneo videogiochi (mercoledì), ping pong calcetto e gastronomia (venerdì). Venerdì 10 film horror, venerdì 17 palestra, venerdì 24 aperiflowers. Sabato 18 novembre pranzo al centro, sabato 25 novembre “Officina delle idee”.

RASSEGNA LA COMEDIA La compagnia filodrammatica San Martino porta in scena BERTOLDO

Teatro San Giacomo sabato 11 novembre ore 20:30 ASSOCIAZIONE TEATRALE

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ORA – EGNA

PROTEZIONE CIVILE

Soccorritori al Bletterbach BASSA ATESINA Andare in montagna, anche nei luoghi apparentemente sicuri, presenta sempre un certo rischio. Basta un attimo per andare incontro ad incidenti anche tragici, come dimostra per esempio il caso del visitatore che ha perso la vita dopo essere precipitato in un dirupo al Geoparc Bletterbach. Proprio il Bletterbach è stato teatro di una simulazione di un’operazione di soccorso che ha visto coinvolte diverse associazioni della protezione civile, le quali hanno cercato di migliorare la coordinazione, la collaborazione e la comunicazione tra loro in caso di emergenza. Rintracciare escursionisti, mettere al sicuro persone ferite e fornirle un primo soccorso: questi erano i contenuti della simulazione d’emergenza pianificato dal Soccorso alpino della Bassa Atesina. Oltre ai soccorritori alpini , vi hanno partecipato i vigili del fuoco di Aldino, Redagno e Olmi, l’unità cinofila di soccorso e il Soccorso alpino della Guardia di finanza. Nell’occasione è stata posta una particolare attenzione aduna buona comunicazione tra i diversi soccorritori in modo che, in caso di emergenza possano operare nel modo più veloce e coordinato possibile.

Il Geoparc Bletterbach negli scorsi anni ha invece continuato a investire nella sicurezza dei suoi ospiti, mettendo a disposizione elmetti agli escursionisti e posizionando degli avvisi di sicurezza alle entrate della gola, chiudendo il Bletterbach in caso di temporali o dopo piogge forti ed

elaborando piani di emergenza e di protezione civile. “Oltre a queste misure però è decisivo che in caso di emergenza i soccorritori possano collaborare il meglio possibile per aiutare alle persone disperse o ferite”, sottolinea il presidente del Geoparc Bletterbach, Peter Daldos.

“Per questo motivo ci teniamo molto a ringraziare a tutti coloro che si mettono a disposizione partecipando a delle prove per migliorare gli interventi comuni, dato che si tratta in gran parte di volontari che sacrificano il loro tempo libero”, conclude Daldos.

MUSICA

Melodie armene EGNA/ORA Ha riscosso uno strepitoso successo, anche in termini di presenze, il concerto dell’Ensemble Eskeniangeli che si è tenuto nel centro parrocchiale di Egna. Evento unico, per un gruppo che ha sede a Basilea, e che per la prima volta si è esibito in Alto Adige. Composto e condotto da Angelika Zwerger al violoncello, Shant Eskenian al violino, Tamar Eske-

nian al flauto traverso e shvi, John Martling all’arciliuto, l’ensemble ha eseguito pezzi che richiamano le melodie armene tradizionali e pezzi antichi in un connubio con la musica classica. Tra gli autori eseguiti ci sono: Komitas Vartabed, Mesrob Mashtoz, Grigor Naregatsi, Sdepanos Sunetsi, Johann Sebastian Bach, Nicola Matteis e Georg Friedrich Händel. Si tratta

di musiche evocative, dal fascino antico, di riflessione, che avvicinano al silenzio interiore. L’Ensemble Eskeniangeli conta su un’esperienza musicale notevole, ricchissima di numerosi riconoscimenti ed esibizioni in diverse località europee. Si distingue per la costante dedizione alla musica armena ed alla trascrizione per violino di pezzi risalenti al periodo tra il XV e il XVII secolo. In apertura di serata la coordinatrice Petra Anhof e l’assessora alla cultura, Carla Nones hanno presentato il gruppo, mettendo in luce anche alcuni passaggi della storia armena. All’evento, promosso dal comitato di educazione permanente, hanno preso parte diversi amministratori dei Comuni di Egna e di Ora, paese di origine della violoncellista.

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ALPINI

I due “veci” della Seconda Guerra Mondiale di nuovo insieme ad Egna EGNA L’emozionante incontro della scorsa estate tra i due reduci del secondo conflitto mondiale, Isidoro Carlotto, classe 1919 di Egna e il suo commilitone di Capriana, Mario Capovilla, classe 1922, ha avuto, come promesso dai rispettivi gruppi alpini, un bel seguito. Le penne nere di Egna hanno organizzato un pranzo conviviale presso la sede di via Campo Sportivo, a cui hanno partecipato una ventina di rappresentanti dei due sodalizi e alcuni familiari. I due “veci” hanno potuto serenamente condividere i loro ricordi tra un immancabile bicchiere di rosso

e il pranzo preparato dal collaudato team di cuochi, allestito per l’occasione dal capogruppo Claudio Cimadon. La fisarmonica del figlio di Mario ha allietato l’evento tra le innumerevoli emozioni rievocate nel ricordo delle tragiche vicende avvenute 73 anni fa nelle trincee nei pressi di Lavis tra bombardamenti e rappresaglie. Inutile descrivere la soddisfazione dei direttivi dei due gruppi di Egna e Capriana che da oggi, grazie a Isidoro e Mario si sentono ancora più uniti e che sicuramente troveranno altre occasioni per incontrarsi di nuovo.

IN BREVE GITA ALLA MOSTRA DI TOULOUSE-LAUTREC Le biblioteche Edidae di Egna e la comunale di Salorno organizzano per sabato 25 novembre un viaggio culturale al Palazzo Reale di Milano per visitare la mostra “Il mondo fuggevole” dedicata a Henri Toulouse-Lautrec.

ACLI

I volontari ringraziati con una gita ad Asolo

Il costo è di 35 euro e comprende le spese di viaggio e l’ingresso alla mostra con visita guidata. Prenotazioni presso la biblioteca Endidae (0471820299) o presso la biblioteca comunale di Salorno (0471 884664).

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EGNA Sono stati una cinquantina, tra soci e simpatizzanti, i partecipanti alla gita ad Asolo, nel Vicentino, organizzata dal circolo Acli di Egna, quale ringraziamento a tutti i volontari che si sono adoperati nelle feste e nei numerosi eventi organizzati dall’associazione nel corso del 2017. La mattinata ha dato la possibilità di visitare liberamente il bel borgo veneto ai piedi delle prealpi bellunesi. Gradite le visite del centro storico e alla collegiata per ammirare le opere e gli affreschi al suo interno, alla chiesa di San-

ta Caterina ed alla rocca, fortezza del XII secolo e simbolo della città, situata sul Monte Ricco. Dopo il meritato, abbondante e gustosissimo pranzo presso un ristorante di Castione di Loira, la comitiva si è spostata nella vicina Bassano del Grappa con una breve incursione nel centro della cittadina e un’ultima tappa al famoso Ponte degli Alpini sul fiume Brenta. Il rientro dell’allegra truppa nel capoluogo della Bassa Atesina è avvenuto nella consapevolezza e nella soddisfazione generale di aver trascorso una bella giornata in compagnia.

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ORA – EGNA

CORSA IN MONTAGNA

Sinner d’oro LAGHETTI. Organizzata dal Gruppo Sportivo Lenti e Veloci si è svolta a Laghetti la 6°prova del campionato provinciale Fidal di corsa in montagna che assegnava il titolo nelle varie categorie giovanili. L’impegnativo circuito ricavato dalle strade e sentieri della frazione con partenza e arrivo presso il parco della Pinara, ha visto

al via ben 107 atleti di 11 società provenienti da tutta la provincia. Buone le prove degli atleti di casa, culminate con la sorprendente vittoria di Anna Sinner nella categoria Esordienti 3 femminile, peraltro al suo esordio nelle competizioni. “È stata anche per noi una lieta sorpresa” – ha commentato il presidente del sodalizio

biancoazzurro Michele Bazzanella – siamo contenti di come sono andate le cose sia a livello sportivo che organizzativo, aiutati anche da una bella giornata autunnale. Non posso che ringraziare il direttivo e tutti coloro che ci hanno dato una mano prima, durante e dopo lo svolgimento delle gare”. Le classifiche di giornata vedono le vittorie di Nika Kerschbaumer (SG Schlern) su Magdalena Pichler tra le Esordienti 1, di Lea Perathoner, al fotofinish su Nele Kerschbaumer (entrambe SG Schlern) tra le Esordienti 2 e della già citata atleta di casa Anna Siller tra le Esordienti 3. Tra le più grandicelle, dominio assoluto per Sophia Strattmann (Südtirol Team) tra le Ragazze, mentre nella categoria Cadette ha avuto la meglio Martina Falchetti (Atletica Gardenia)

sulla favorita Lisa Kerschbaumer (SG Schlern). Infine, tra le allieve, conferma vincente per Emma Graber. Tra i maschietti, nelle categorie Esordienti 1 e 2, dominio del S.G. Schlern con i propri atleti Renè Rider e Hannes Mayerl. Tra gli Esordienti 3 si è imposto Niklas Thaler (ASV Deutschnofen), mentre nella categoria ragazzi ha prevalso il favorito Ivan Dominici (SAB) sul combattivo Leo Pichler (ASV Berg). Infine, tra i cadetti Samuel Demetz (Atletica Gherdeina) ha imposto il suo ritmo fin dall’inizio ed ha portato a casa la sua sesta vittoria su 6 gare disputate. Tra gli Allievi Luca Clara, alla sua seconda gara, si è imposto facendosi notare come un atleta di futuro interesse.

PATTINAGGIO

Talenti sul ghiaccio

Soﬁa Samodurova

EGNA Grande spettacolo alla Würth Arena di Egna in occasione dell’ultima tappa dello ISU Junior Gran Prix, rassegna di caratura internazionale di pattinaggio artistico riservato agli junior, ragazzi e ragazze tra i 13 ed i 16 anni, giunti nel capoluogo della Bassa Atesina da tutti i continenti. L’esemplare organizzazione della locale Young Goose Academy ha attirato allo stadio del ghiaccio un folto pubblico che ha potuto ammirare le entusiasmanti esibi-

zioni degli atleti che, possiamo tranquillamente scommettere, rivedremo sul palcoscenico mondiale e olimpico della disciplina nel breve giro di qualche stagione. E gli azzurrini si sono fatti onore in tutte e tre le specialità con risultati di assoluto prestigio culminati con la vittoria in campo maschile dello junior lombardo Matteo Rizzo, della Icelab di Bergamo che ha fatto risuonare l’inno di Mameli davanti ad un colorata platea entusiasta. Ottima anche la prova del campioncino locale Daniel Grassl, meranese classe 2002, in forza alla locale Young Goose Academy e allenato da Lorenzo Magri che, nonostante l’emozione di esibirsi sul ghiaccio di casa, ha mostrato un pregiato programma con una bellissima coreografia. In campo femminile, dominio russo con Sofia Samodurova che precede la collega Alena Kostornaia. Buona presta-

zione delle tre azzurre in gara, tutte tra il 10° ed il 20° posto. Stesso esito nella danza a coppie dove i russi Arina Ushakova e Maxim Nekrasov hanno sbaragliato il campo seguiti dai connazionali Sofia Polishchuk e Alexander Vakhnov. Anche in questa categoria, bene le due coppie azzurre, entrambe nella top ten.

Matteo Rizzo

VKE

“Settimana Sharm” e festa di ﬁne anno EGNA È in pieno svolgimento la settimana di animazione bambini durante le ferie scolastiche, organizzata dalla sezione Vke di Egna. Anche quest’anno grande partecipazione con oltre 40 bambini iscritti. I bambini stanno trascorrendo quattro giorni di puro relax, con giochi, letture, lavori con la creta, caccia al tesoro e per i più grandi è prevista anche una mattinata di pattinaggio alla Würth Arena. Alla fine ci sarà una grande festa per tutti i soci Vke a chiusura di

un anno ricco di tante attività organizzate dall’associazione per fare stare insieme tra di loro tanti bambini. Ci saranno giochi e una gustosa merenda per tutti i bambini presenti, i quali potranno anche partecipare ad un laboratorio di mosaico con vetro, proposto da Sabrina Barcatta e un laboratorio sul pane proposto da Silvana Beati. Con l’occasione il direttivo ringrazierà tutti coloro che hanno aiutato e collaborato affinché queste iniziative fossero realizzate.

SALORNO E CIRCONDARIO

FOTOGRAFIA

Ceolan premiato in Canada per “Racconto d’inverno” SALORNO Prestigioso riconoscimento per il fotografo di Salorno Albert Ceolan che ha vinto il primo premio nella categoria “Mountain Image Award” del prestigioso Banff Mountain Film and Book Competition di Alberta, in Canada. Ceolan, unico italiano ad essere arrivato in finale nelle 8 sezioni del premio, ha vinto grazie al suo libro fotografico “Racconto D’Inverno - Eine Wintererzählung”. Giunto alla sua 43a edizione il Banff Mountain Film Festival è un evento in cui i riflettori sono puntati sui migliori film e libri di montagna del mondo con autori internazionali, registi, alpinisti, climber ed esploratori provenienti da ogni angolo del globo. Queste le motivazioni che hanno indotto la giuria a scegliere tra tante opere proprio il libro di Ceolan: “Immagini spettacolari, armoniosamente disposte, che fluiscono le une nelle altre con continuità, accompagnando il lettore in un

viaggio attraverso le diverse sfaccettature dell’inverno... dalla bellezza di una natura incontaminata a forme di ghiaccio stravaganti”. Racconto d’inverno”, è un libro fotografico in cui Ceolan propone una selezione di immagini scattate in quella che probabilmente è la stagione più magica e misteriosa dell’anno. “Con questo libro, il primo di una collana dedicata alle stagioni sulle Alpi, spero di far capire che il mondo che ci circonda è una fantastica sorgente di bellezza e di cose meravigliose che aspettano soltanto di essere viste e/o scoperte”, spiega il fotografo. “Si tratta di cose semplici, alla portata di tutti. Io non scio, non arrampico, non vado praticamente neanche in funivia (ho paura), l’unica cosa veramente importante penso sia quella di rallentare e di guardare con occhi molto più curiosi del solito, ciò che ci circonda. Chiun-

que abbia a cuore il mondo, la sua natura, non può rimanere indifferente alla bellezza e all’arte magica e spontanea che troviamo attorno a noi e che tocca corde molto particolari, libere da intellettualismi che in questo caso non servono. Spesso si dice che le stagioni non esistono più – conclude Ceolan – , ma io penso che, soprattutto per quanto riguarda la montagna,

questo non sia vero. Esistono ancora, eccome, forse siamo noi che non riusciamo più a vederle e a considerarle tali. E a godere delle bellissime cose che ogni stagione ci porta in dono”. A breve Albert Ceolan presenterà “Racconto di Primavera”, seguito ideale del libro premiato, cui in futuro si aggiungeranno anche due libri dedicati all’estate e all’autunno.

LA CONFERENZA manente di Salorno. L’assessora Lidia Faustin ha ribadito come l’iniziativa vada considerata in un’ottica di prevenzione ed abbia rappresentato una preziosa occasione per tutti, quindi anche per genitori ed educatori, per ottenere informazioni utili, al fine di contrastare un fenomeno sempre preoccupante. Guerreschi ha illustrato la strategia basata su un metodo americano che sta ottenendo proficui risultati grazie al fondamentale supporto dei giovani e delle scuole. Un ruolo imprescindibile in questa pratica è stato attribuito, non solo alle scuole e agli adolescenti stessi, ma anche alle loro famiglie.

Il gioco patologico SALORNO Davanti ad un pubblico attentissimo, in una sala gremita presso il “Noldinhaus” di Salorno, Cesare Guerreschi ha tenuto una conferenza sul disturbo da gioco d’azzardo negli adolescenti e negli adulti. Psicologo clinico e psicoterapeuta, fondatore e presidente della Società Italiana Intervento Patologie Compulsive, Guerreschi è anche autore di numerose pubblicazioni, che trattano il tema e le varie forme di dipendenza in questo senso. L’evento è stato organizzato dal Comitato per l’educazione per-

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SALORNO E CIRCONDARIO

SANT’ORSOLA POCHI Il tempo instabile e nuvoloso non ha intimorito i pochèri che hanno festeggiato la loro patrona Sant’Orsola. Una ricorrenza davvero sentita nella piccola frazione che ogni anno attira molti turisti e paesani sicuri di poter gustare come da tradizione le ottime castagne di Pochi in una fantastica cornice autunnale di boschi d’ottobre con colori sgargianti. L’affluenza anche per questa edizione è stata notevole e le associazioni organizzatrici Filopochi, Pochi ‘89 e Toatnroscht Tuifl - sono rimaste molto soddisfatte. Dopo la messa, tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di intrattenersi per il pranzo a base di polenta carbonèra, gulasch e canederli mentre nel pomeriggio non sono mancate le deliziose frittelle di mele e la tradizionale castagnata con i marroni pochèri. Nel programma della festa anche la presentazio-

Pochi festeggia la patrona ne del nuovo gruppo di castanicoltori di Pochi, nato grazie al progetto Leader, programma di sostegno dell’Unione Europea, che ha come scopo la promozione di iniziative di sviluppo rurale per valorizzare il territorio. Grazie a questo progetto è stato creato anche il marchio “Marroni dei Pochi” allo scopo di identificare e dare valore a questo prodotto locale di grande qualità. Alla manifestazione per la patrona erano quindi presenti i vari stand dei castanicoltori di Pochi, dove poter acquistare i loro marroni, magari dopo averli gustati in compagnia durante la festa. Da non dimenti-

care anche la presentazione del nuovo “Comitato Komitee Pochi Buchholz”, che farà non solo da portavoce dei problemi della frazione, ma avrà anche il compito di creare occasioni in cui ritrovarsi e

trascorrere momenti di convivialità. La festa si è conclusa in serata con un bilancio davvero positivo che ha gratificato organizzatori e collaboratori.

E. N.

BAMBINI

Obiettivo mobilità più sostenibile Uno sguardo sul 2037 IL GIOCO

I racconti di Sofia pubblicate su QuiMedia consentono di vincere ricchi premi. Come sarà la nostra vita fra vent’anni? I ricercatori di EURAC Research aprono una finestra sul nostro futuro, attraverso un grande gioco proposto sulle pagine di „Dolomiten“Magazin, la App di Stol ed i giornali QuiMedia. Protagonista del gioco è Sofia, una bambina di 8 anni e che vive a Bolzano. Sofia è stata creata da EURAC Research, impersonando la curiosità dei ricercatori che non smettono mai di porsi domande, proprio come i bambini. Sofia mangia pizza e gelati e le piace sfrecciare con lo skateboard d’estate e con gli sci d’inverno. Ma Sofia ha una particolarità: vive nel 2037 ed quindi è una bambina del futuro, anche se riesce a comunicare con noi attraverso smartphone e tablet e grazie alla “realtà aumentata”. Nell’arco di un mese e mezzo

Sofia descrive il suo (ovvero il nostro) mondo fra vent’anni, illustrando singoli aspetti della sua vita. Ad esempio: come fa la spesa? Dove abita? Come fa a curarsi se si ammala? La casa di Sofia - come possiamo immaginare - è piuttosto “automatica”. Se lei sceglie l’attrezzatura adeguata, infatti ha bisogno di poca energia e non inquina l’ambiente. Ma come funziona il gioco legato ai racconti di Sofia? Il tutto è molto semplice e al contempo molto moderno. Accanto ad ogni racconto pubblicato (vedi pag. 16) si trova un marker ed ogni lettore che avrà installato la APP di STOL potrà puntarvi la fotocamera del suo smartphone o tablet. Immediatamente Sofia apparirà in 3D grazie alla realtà aumentata, ponendo una domanda al lettore. Che se risponderà correttamente potrà concorrere all’estrazione di ricchi premi. Un’occasione da non perdere. No?

SALORNO Ha riscosso un bell’interesse la Settimana della mobilità organizzata dall’amministrazione comunale di Salorno, con l’obiettivo di sensibilizzare genitori e bambini a sostenere l’idea di una maggiore vivibilità del centro del paese, specialmente in concomitanza con gli orari di entrata e di uscita dalle lezioni della scuola elementare. Nell’occasione è stato organizzato un “pedibus” con partenze delle “colonne” dei bambini da vari punti del paese, accompagnati da amministratori e genitori, rigorosamente a piedi. Sono poi state coinvolte tutte le classi della scuola elementare italiana e tedesca con l’idea di vivere gli spazi del centro. È stato approntato un percorso di educazione stradale con i consigli della polizia municipale, sono stati

organizzati giochi in piazza in collaborazione con il Jugendienst Unterland di Egna, e sono stati distribuite mele per una merenda più sana alla presenza del sindaco Roland Lazzeri, e dei membri della giunta comunale. In occasione della manifestazione è stata chiusa per due giorni la strada davanti alla scuola elementare in piazza Municipio in coincidenza con gli orari di entrata e uscita degli alunni, con la collaborazione della stazione Carabinieri di Salorno e della polizia municipale di Egna. L’atto conclusivo dell’iniziativa, che ha riscosso molto interesse tra gli adulti, è stata una giornata informativa sulla mobilità con mezzi elettrici, con possibilità di provare auto e biciclette elettriche in piazza Cesare Battisti.

SALORNO E CIRCONDARIO STORIE

Agnese e Attilio, 70 anni insieme SALORNO Un traguardo davvero invidiabile quello di Attilio Girardi e Agnese Plank che il 25 ottobre hanno festeggiato ben 70 anni di matrimonio. A fare loro onore in questo giorno speciale figli, nipoti e pronipoti ma non solo. Diverse visite e telefonate di auguri sono giunte anche da parte di conoscenti e amici, che hanno fatto davvero piacere ai coniugi Girardi. Correva l’anno 1947 quando i due fidanzati hanno pronunciato il fatidico “sì” nella chiesa Sant’Andrea di Salorno davanti a don Luigi Colmano. “Ci siamo sposati alle quattro e mez-

zo del mattino – racconta Agnese – io indossavo un bel tailleur e una camicetta bianca perché al tempo erano davvero poche le spose che potevano permettersi il tradizionale abito bianco.” Si è trattato di una giornata ricca di bei ricordi e forti emozioni per Attilio e Agnese, che durante i festeggiamenti del loro anniversario hanno raccontato diversi aneddoti del matrimonio e non solo. “Subito dopo la cerimonia in chiesa siamo partiti col treno per Merano, abbiamo visitato la città e fatto delle foto insieme dal fotografo”, ricorda Agnese parlando della

VIABILITÀ

Statale 12 più sicura con il nuovo tracciato

SALORNO Era attesa da anni e ora finalmente la variante alla Statale 12 a sud di Salorno è finalmente realtà. La Statale 12 a sud della zona industriale e artigianale di Salorno passa vicino alle pareti verticali della Chiusa ed è da sempre soggetta al rischio di caduta massi a causa della particolare situazione geologica (rocce instabili di dolomia). Per rendere più sicura la circolazione la Provincia ha deciso di spostare la strada verso l’argine dell’Adige, realizzando un nuovo tracciato lungo 1,4 km. Il nuovo tratto stradale è stato inaugurato dagli assessori provinciali Florian Mussner e Christian Tommasini e

dal sindaco Roland Lazzeri. Lo spostamento della Statale 12 a Salorno inizia a sud della zona industriale e artigianale, in corrispondenza di una cava. Di fronte si sviluppa il nuovo tracciato stradale, che giunge fino all’argine dell’Adige per poi seguire l’andamento del fiume fino ad allacciarsi alla strada esistente. Per attraversare la Fossa Porzen sono stati realizzati due ponti con travi prefabbricate in cemento armato che rispondono ai criteri antisismici: il primo ponte denominato Fosso Porzen ha una luce di 30 metri mentre il secondo, Salurner Klause, ha una campata più piccola di 19 metri.

sua luna di miele durata un solo pomeriggio. “Al nostro rientro in serata abbiamo cenato con parenti e amici per festeggiare le nostre nozze.” Una vita insieme dedicata al lavoro e alla famiglia, in cui i coniugi Girardi hanno saputo affrontare gioie e difficoltà con la forza dell’amore che li unisce e il rispetto reciproco. Un augurio di un cammino ancora lungo insieme colmo di serenità e felicità.

Erica Nardin

TEMPO LIBERO

AMBIENTE Bottarin Roberta

Stamattina mia mamma non ha neanche dovuto svegliarmi, mi sono alzata da sola. A scuola stiamo parlando dell’acqua e oggi siamo andati in val di Mazia. Io sono sempre contenta quando andiamo in gita, perché mi piace poter vedere quello che impariamo in classe e me lo ricordo meglio! Durante il viaggio la maestra Anna ci ha raccontato tante storie interessanti. Ad esempio, sapevate che l’Alto Adige con tutti i suoi ruscelli, fiumi e laghi è una delle regioni più ricche di acqua della Terra? Abbiamo 4.859 corsi d’acqua e tutti assieme sono lunghi 9.600 km. A Mazia ci hanno accolto due ricercatori del centro di ricerca Eurac Research. Si chiamano Giacomo e Georg. Ci hanno raccontato che negli ultimi 30 anni alcune cose sono cambiate: le estati sono diventate molto più calde e gli in-

verni più miti e piovosi. La nostra prima tappa è stata il rio Saldura, vicino a una piccola centrale idroelettrica che è stata chiusa perché con il passare del tempo i ghiacciai si sono ritirati e ora il rio porta molta meno acqua. Giacomo ci ha mostrato come raccogliere campioni di acqua dal torrente. La abbiamo analizzata subito in un laboratorio mobile e con il mi-

Con il supporto di:

La mia acqua croscopio stereoscopico abbiamo riconosciuto larve di insetti, vermi e crostacei. Poi siamo andati alla stazione meteo. In ogni momento i ricercatori possono leggere sul loro computer i dati che hanno raccolto. Contemporaneamente un satellite della Nasa osserva la val di Mazia dall’alto e manda i dati ai ricercatori. Le informazioni sull’umidità del suolo sono importanti per fare previsioni meteo attendibili e tenere sotto controllo il rischio di inondazioni. Mi ha affascinato vedere tutti gli strumenti che usano i ricercatori. Alla fine eravamo stanchi morti, ma anche molto felici di aver visto e provato tante cose nuove.

Cosa ti affascina della ricerca sull’acqua?

formazioni sulla qualità dell’acqua: più ce ne sono, migliore è l’acqua.

Già quando studiavo biologia ero affascinata dalla limnologia, la scienza che studia le acque continentali, perché i corsi d’acqua possono raccontarci molte cose. Molti pensano che in un fiume tutto scorra via, ma non è così.

In Alto Adige ci sono 800 piccole centrali idroelettriche che producono il 3% dell’energia idroelettrica provinciale. Quale è l’impatto di queste centrali sull’ecosistema dei ruscelli?

Come è il lavoro di una studiosa di acque? Una studiosa delle acque preleva campioni per analizzarli dal punto di vista chimico. Poi vengono esaminati i piccoli organismi che vivono sul fondale del fiume tra le rocce e i sedimenti. Spesso si possono vedere a occhio nudo e danno in-

Tre domande a … Roberta Bottarin studia le acque ed è vice direttrice del centro di ricerca bolzanino Eurac Research.

I nostri Partner:

Non abbiamo ancora studi di lungo periodo per poterlo dire con certezza. In val di Mazia ogni mese abbiamo raccolto campioni di acqua e due anni fa è stata installata una piccola centrale idroelettrica. Per noi ricercatori sarà emozionante confrontare i risultati. Se si vedranno effetti ecologici seri, bisognerà valutare l’utilità di queste piccole centrali.

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RICERCA Biobanca EuracResearch

La biobanca di Bolzano conserva migliaia di campioni biologici per scopi di ricerca

Soﬁa al centro di salute Mancano tre giorni alla visita che farò con la mia famiglia nel centro di salute. Non vedo l’ora, perché lì i medici sono davvero simpatici! Ci sono anche dei bei giochi, una spalliera su cui arrampicarsi e indovinelli difficili da risolvere. Ai medici interessa controllare il nostro stato di salute, ma le visite sono proprio divertenti! Anche il prelievo del sangue non è stato male l’ultima volta, ho sentito solo un po’ di bruciore, ma è passato in fretta. Poi i ricercatori del centro di salute hanno analizzato il sangue della mamma e del papà e hanno “tirato fuori” il DNA. Le provette le hanno conservate in un frigorifero freddissimo in

una stanza che si chiama biobanca (vedi box) dove ci sono tanti altri frigoriferi pieni di provette. La biobanca è come un’enorme cassaforte dove vengono custoditi campioni di sangue di tante persone in modo che i medici e i ricercatori li possano prendere e analizzare. È importante perché in questo modo i ricercatori possono sempre confrontare i campioni per capire cosa ci fa ammalare o come possiamo rimanere sani. Poi oggi abbiamo delle tecnologie che ci aiutano a scoprire cose che venti anni fa – nel 2017 – nessuno sapeva! Mio nonno è sempre molto scettico quando parliamo di salute e

Come funziona: > Scarica e apri l’App STOL > Scegli la rubrica “Soﬁa“ dal menu > Scannerizza Soﬁa in “QuiMedia“ > Rispondi alla domanda > Registrati e vinci fantastici premi

di medici. Lui dice che una volta bastava un unico medico e lui ci andava solo quando non stava bene. Per me non è così. Al centro di salute c’è una squadra di medici e ricercatori che controllano regolarmente la salute mia, della mamma e del papà. Per esempio, alcuni anni fa dal DNA del papà hanno visto che ha un rischio più elevato di infarto e che è possibile che anche io lo abbia. Per questo adesso tutti mangiamo cose molto sane – come la frutta e la verdura – e ogni fine settimana andiamo in montagna o a fare fondo. E poi andiamo regolarmente al centro di salute per fare le visite. In questo molto il rischio diminuisce tantissimo e noi stiamo proprio bene! Evento: Ci incontriamo nel Centro Commerciale Twenty, venerdì 3 novembre, dalle 10 alle 14

All’Ospedale di Bolzano si trova la più grande biobanca di ricerca dell’Alto Adige. Qui, a una temperatura compresa tra meno 80 e meno 198 gradi Celsius, sono conservati più di 600 mila campioni di sangue, urina e DNA di persone residenti in Alto Adige. A questa temperatura i campioni possono essere conservati molto a lungo, senza che si deteriorino. La biobanca è strutturata come una biblioteca con la differenza che al posto degli scaffali ci sono frigoriferi dove sono custoditi campioni biologici. Per i ricercatori di Eurac Research la biobanca è molto importante perché permette di analizzare, ad esempio, il DNA di persone malate e confrontarlo con quello di persone sane.

In questo modo i ricercatori possono scoprire le cause delle malattie o capire che effetto abbia la malattia sull’organismo. Questa è la base per sviluppare terapie più efficaci e promuovere la salute. Grazie ai numerosi campioni che contiene, la biobanca è anche uno specchio della popolazione altoatesina e del suo stato di salute.

SPORT

AGEFACTRO-RUN BRONZOLO Vedere un ultraottantenne sul gradino più alto del podio e l’atleta col miglior tempo “retrocesso” all’undicesimo posto in classifica fa davvero un certo effetto. E non perché i cronometristi siano impazziti. È il risultato della prima agefactor-run, la corsa organizzata dall’Us Bronzolo, che da quest’anno ha preso il posto della storica Maratonina dei Tre Comuni, arricchendola di una variabile impazzita: il fattore età. Grazie a una formula matematica che tiene presente il fattore biologico, i tempi degli atleti con più di 30 anni sono stati ricalcolati e “riaprametrati” in base all’età, che quindi non costituisce più un ostacolo. Ciò nonostante è stata una grandissima sorpresa la vittoria dell’83enne Bruno Baggia, il quale ha concluso i dieci chilometri del tracciato in 51.26, ma il cui tempo, dopo l’applicazione della

sia col tempo reale che dopo l’applicazione dell’agefactor. In questo modo la Pircher ha vinto definitivamente il circuito podistico Top7. L’agefactor si è dunque dimostrata la variabile impazzita che ha reso questa gara davvero unica nel suo genere. Soprattutto molto apprezzata da chi è un po’ più avanti con gli anni, visto che così può competere ad armi pari con i più giovani. “Era proprio questo il nostro obiettivo – commenta soddisfatto il presidente dell’Us Bronzolo, Mario Guarda – e sono molto soddisfatto di questa prima

formula agefactor, è pari a 29.35. Baggia, per la sua età, è ancora molto in forma ed è stato varie volte campione del mondo dei master. Khalid Jbari, che ha tagliato il traguardo per primo in 31.35, in virtù dell’agefactor si è quindi ritrovato all’undicesimo posto in classifica. In campo femminile Petra Pircher ha ottenuto due vittorie:

edizione dell’agefactor-run. Certo, come per tutte le novità ci sono alcune cose da migliore, e vedremo di farlo nella prossima edizione. Ma ripeto, siamo molto contenti perché credo sia stata una bella manifestazione, come dimostra anche l’apprezzamento da parte di concorrenti”. Già un dato la dice lunga sul suc-

Un 80enne batte tutti cesso dell’agefactor-run: i concorrenti sono stati 466, molti di più delle ultime edizioni della Maratonina dei Tre Comuni, dove gli iscritti erano tra i 200 e i 300. Merito anche della formula che annulla l’handicap dell’età e mette tutti concorrenti sullo stesso piano. “Questa formula premia la passione, che c’è a tutte le età. La volontà di correre la possiamo avere tutti, le gambe purtroppo dopo una certa età non girano più come in passato. In questo modo possiamo competere tutti alla pari. Sono davvero contento che questa formula sia piaciuta: ancora una volta Andrea (Isoppo, ndr) ha avuto una bellissima intuizione e sono sicuro che sarebbe stato contento del successo e del gradimento di questa prima edizione della gara che aveva ideato e che aveva iniziato ad organizzare poco prima che ci lasciasse”. Si tratta di un’intuizione che l’Us Bronzolo ha voluto portare avanti proprio nel ricordo di Isoppo , contando di renderla sempre più attraente. “Per il futuro il nostro obiettivo è di migliorare il tracciato per

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renderlo più veloce. Quello di quest’anno era un percorso un po’ nervoso. Non voglio fare polemiche, ma il fatto di non aver potuto passare per la zona Cervo (strada privata non concessa dai contadini proprietari, ndr) ci ha spiazzato e penalizzato. Quel tratto di strada di poche centinaia di metri sarebbe essenziale per completare l’anello tra i Comuni di Bronzolo, Vadena e Laives”. Al di là dell’aspetto sportivo, l’agefactor-run è stata un successo organizzativo. “Per organizzare la gara hanno lavorato circa un centinaio di volontari. Dietro un evento di questo tipo c’è tantissimo lavoro e non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata la grandissima e bella collaborazione con numerose associazioni locali, oltre ovviamente alle amministrazioni dei tre Comuni coinvolti”. La manifestazione ha avuto anche un bellissimo sapore di solidarietà. “Il ricavato, tolte le spese, sarà devoluto alla missione di Kipengere, in Tanzania, altro progetto portato avanti con amore da Andrea”.

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La norma “territoriale” è variabile da zona a zona e quindi non può essere ben definita a priori nelle Condizioni di Polizza generali di un prodotto RCA. Pertanto in caso di incidente, la Compagnia va a coprire il sinistro anche in caso di non montaggio dei pneumatici adeguati alla Normativa. Le eventuali difficoltà di indennizzo riscontrate si determinano quando l’effettivo sinistro ha avuto seguito da una guida non conforme alla tipologia di strada. Ad esempio: strada ghiacciata, so che non ho le gomme invernali e guido lo stesso provocando un incidente. Oppure quando le autorità stradali dopo un sinistro provocato, accertano un Verba-

Pneumatici invernali: polizze RC Auto in convenzione Come ogni anno a metà novembre un ordinanza segnata con precisi cartelli stradali prevede l’obbligo di montare i pneumatici invernali o tenere le catene da neve a bordo in strade comunali e provinciali. le in contrasto con la tipologia di pneumatici espressa nel libretto o (cosa peggiore) l’usura degli stessi. La Compagnia si fa garante in ogni caso dell’indennizzo per il danno arrecato a terzi ed eventualmente si rivarrà sul proprio assicurato. Per questo è importante che la gommatura delle autovetture sia

adeguata e corretta! Sara Assicurazioni Agenzia di MERANO promuove delle condizioni particolari di sconto e Garanzie in caso di pneumatici invernali montati da Pneustirolo in qualità di partner convenzionato per la gestione dei sinistri stradali. La promozione scadrà il 15/04/2018.

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Gomme invernali: il vademecum Fra poche settimane, il 16 novembre, scatta l’obbligo di montare le gomme invernali; una normativa disciplinata dall’articolo 6 del C.d.S. introdotto dalla legge n.120 del 29 luglio 2010. Ma in Alto Adige, e soprattutto per chi vive fuori dai centri urbani, si tratta di un cambio dettato da ragioni di sicurezza: in inverno gli pneumatici estivi non garantiscono una tenuta di strada ottimale, anche se il manto stradale non è coperto dalla neve. Le principali differenze tra pneumatici estivi e invernali stanno nel battistrada di diverso disegno e nella diversa mescola: il battistrada infatti ha un diverso rapporto tra pieni e vuoti, che permette un maggiore drenaggio dell’acqua riducendo così il fenomeno dell’aquaplaning, un au-

L’inverno, piano piano, sta arrivando: anche se i primi fiocchi di neve sono ancora lontani dal cadere dal cielo, le temperature si stanno abbassando, e l’asfalto si fa sempre più duro, quando si guida. Il volante sembra diventare più rigido, l’assetto sembra reggere meno le curve: è ora di cambiare le gomme, e montare quelle che ci permetteranno di affrontare la stagione fredda con sicurezza e… senza incorrere in sanzioni. mento della capacità di trattenere la neve, poiché il grip ottenuto tra neve e neve è più grande del grip ottenuto tra neve e gomma. Quando le temperature scendono, la mescola dei pneumatici estivi tende a cristallizzarsi, abbassando drasticamente l’aderenza. In quelli invernali invece le mescole restano elastiche ed omogenee, assicurando sempre il grip necessario. Infatti le mescole del battistrada dei pneumatici invernali sono composte da speciali polimeri che garantiscono grande aderenza in frenata e in accelerazione. Le gomme invernali,

per essere a norma, devono avere impressa la sigla M+S (Mud and Snow, ovvero fango e neve) sul fianco. La sigla M+S indica infatti pneumatici adatti a percorrere terreni battuti e irregolari. Insieme alla sigla è presente anche un fiocco di neve con una montagna denominato Snow Flake, ad indicare che il numero invernale è adatto a strade di montagna. Circolare senza gomme invernali quando vige l’obbligo è punibile con una sanzione pecuniaria che varia in base al tipo di strada che viene percorsa: nei centri abitati è

prevista una multa minima di 41 euro, mentre fuori da centri abitati si parte da un minimo di 84 euro. In autostrada la multa nel caso in cui si circoli senza dotazioni invernali quando è in vigore l’obbligo va da un minimo di 80 ad un massimo di 318 euro. Le sanzioni vengono applicate dopo 30 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo. L’agente può anche intimare il fermo del veicolo fino a quando non sarà dotato di mezzi antisdrucciolevoli. L’inosservanza comporta una multa di 84 euro e la decurtazione di 3 punti dalla patente. Se la sanzione pecuniaria

SPECIALE CAMBIO PNEUMATICI consentito installare sulla propria autovettura: il libretto di circolazione infatti riporta le misure consentite, ma non ci dice quali pneumatici siano effettivamente installati in quel momento; a seconda dell’equipaggiamento e degli optional scelti al momento dell’acquisto della vettura i cerchi montati sotto la propria vettura possono variare in diametro. Ed è importante ordinare pneumatici con il diametro identico ai cerchi correntemente installati, a meno di non aver scelto di sostituire anche i cerchi. E poi bisogna prestare grande attenzione al codice di velocità. Infatti quando un pneumatico ruota sviluppa calore, sia per l’attrito con il suolo, sia per la flessione che subisce ruotando. In autostrada ad una normale velocità di crociera ruota tra 700 e 900 volte al minuto, continuamente flettendo quando tocca il suolo; ed è proprio il calore che condiziona le prestazione e la durata del pneumatico. Con un codice di velocità inferiore è più flessibile sulla spalla, flette di più, si scalda di più e dunque si consuma maggiormente. Chi percorre pochi chilometri l’anno e dunque non è disposto a spendere soldi per acquistare un secondo treno di gomme per l’inverno, può optare per dei pneumatici “all season”, un compromesso buono per tutte le stagioni. Il loro battistrada è una via di mezzo tra quelli delle gomme invernali e delle estive; al centro ci sono gli intagli e le lamelle, e le parti esterne sono più piene, assicurando l’appoggio in curva sull’asciutto. Col caldo, però, si consumano prima delle gomme estive ed è per questo che sono consigliabili solo a chi viaggia poco ed possiede comunque un’auto piccola.

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viene pagata entro 5 giorni dall’accertamento, comunque, si ha diritto ad una riduzione del 30 per cento. Sanzioni più pesanti sono previste per chi, dopo un mese dalla scadenza del periodo in cui vige l’obbligo, circola ancora con gomme invernali con indice inferiore a quello indicato sul libretto. In questo caso il rischio è una multa che va da 422 a 1.682 euro e la sanzione accessoria del ritiro del libretto di circolazione con obbligo di revisione del veicolo. Il consiglio, per evitare brutte sorprese, è quello di acquistare gomme invernali con indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione: in questo caso è possibile circolare tutto l’anno senza incorrere in sanzioni. Attenzione però alle prestazioni su strada delle gomme invernali, che con le alte temperature si riducono notevolmente compromettendo la sicurezza. Per scegliere i pneumatici bisogna controllare che siano omologati (bisogna cercare nel fianco una “e”, maiuscola o minuscola, seguita da un numero), ma soprattutto che rispettino le misure indicate nella carta di circolazione dell’auto. Quasi sempre sono previste più “taglie”, ma bisogna attenersi alle dimensioni indicate nel documento: 205/55 R 16 indica un battistrada largo 205 mm e un fianco alto il 55 per cento di 205 millimetri, abbinato a un cerchio di 16”, per esempio. La velocità massima permessa dal pneumatico e indicata da una lettera. Per gli invernali si può scendere fino al valore “Q”, che corrisponde a 160 chilometri orari. In sintesi, bisogna controllare bene il libretto di circolazione per verificare le misure di pneumatici che è

ZONA VURZA

Zona Vurza, servizi per imprese e privati Alle porte di Laives, facilmente raggiungibile da Bolzano. La zona produttiva Vurza sta diventando sempre più un punto di riferimento importante sia per le aziende che per i privati cittadini che cercano una soluzione professionale alle loro più svariate esigenze. Nata già diversi anni fa, in questi giorni la zona produttiva Vurza sta finalmente arrivando al suo complemento. “La vicenda della zona Vurza è un po’ travagliata – spiega il vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Laives, Giovanni Seppi – ma finalmente stiamo arrivando alla sua conclusione. Proprio in queste settimane abbiamo ultimato il nuovo l’accesso da dietro il parcheggio del Brick System

Posta tra San Giacomo e Pineta, quindi raggiungibile in pochi minuti sia da Bolzano che da Laives e da tutta la Bassa Atesina grazie alla vicina variante alla Statale 12, la zona produttiva Vurza è stata completata di recente e offre ora un ricco e variegato ventaglio di servizi, sia alle aziende che ai cittadini.

che consente di migliorare sensibilmente la viabilità e la facilità di entrare nella zona produttiva”. Come mai ci sono voluti così tanti anni per completare la zona? “Innanzitutto perché è una zona produttiva che è nata e si è sviluppata in quattro tempi diversi e con competenze diverse. Al suo interno ci sono infatti quattro distinti settori, l’ultimo dei quali non è comunale, ma di interesse provinciale. Quindi non è stato facile riuscire a uniformare il tutto, creando un insieme il più omogeneo possibile. In ogni caso i lavori di urbanizzazione sono terminati da anni e le aziende che si sono insediate in zona Vurza possono contare su infrastrutture decisamente funzionali e all’avanguardia. Penso

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ad esempio alla fibra ottica, che è stata realizzata da Edyna utilizzando le infrastrutture della corrente elettrica. Alcune ditte si sono già collegate alla fibra e mi hanno riferito che sono molto soddisfatte”. Con il completamento della zona di interesse provinciale, la zona Vurza è praticamente terminata. Tutti i lotti sono stati assegnati? “I terreni disponibili sono stati tutti messi a disposizione. C’è chi ha costruito la sede della propria azienda e chi utilizza il terreno come deposito. Solo nella nuova zona di interesse provinciale sono arrivate una quindicina di ditte, tra quelle insediate e quelle in affitto, oltre a due consorzi, quello dell’Apa e quello della Cna. La zona è quindi in continua evoluzione, ma la cosa

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incoraggiante è che molte delle aziende che si sono insediate vanno a gonfie vele e alcuni hanno già iniziato ad ampliare quello che avevano costruito originariamente”. La zona Vurza è collocata in posizione strategica, tra San Giacomo e Pineta, a due passi da Laives. Qual è la sua importanza per la città? “La Vurza è la seconda zona produttiva della città. La zona storica a Sud, verso Bronzolo, è caratterizzata dalla presenza di grandi aziende e quindi ha una natura prevalentemente industriale. Nella zona Vurza, invece, hanno trovato la loro collocazione soprattutto imprese artigianali e realtà imprenditoriali. Hanno quindi due identità diverse che si completano l’una con l’altra. Per l’amministrazione comunale è sicuramente una grande soddisfazione vedere che tante aziende hanno trovato casa a Laives. Molte sono arrivate ex novo e la soddisfazione più grande è vedere che qui da noi hanno trovato il contesto ideale per crescere e svilupparsi. Avere aziende apprezzate e che lavorano bene è importante per tutta la città. Significa creare posti di lavoro e avere un’economia che funziona e che produce reddito. E questo è un vantaggio importantissimo per tutti. Da non sottovalutare, inoltre, il fatto che grazie alla presenza delle numerose aziende che si sono insediate in zona Vurza, i laivesotti - e perché no anche i bolzanini - possono contare su un’offerta molto importante e variegata di servizi a livello professionale a due passi da casa, in posizione facilmente raggiungibile grazie anche alla vicina variante alla Statale 12.

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L’appuntamento per il giubileo della kermesse è da giovedì 9 a domenica 12 novembre presso Fiera Bolzano. Il motto della manifestazione di quest’anno è “Vivere con gusto”, con in primo piano arredamento raffinato, alimentazione equilibrata, stile di vita sano, aspetto curato e le ultime tendenze della moda. Oltre 350 espositori su 15.000 metri quadrati di superficie espositiva costituiscono la Fiera d’Autunno. Solo nel settore “Home” oltre 100 espositori con un’enorme varietà di prodotti e le migliori possibilità di confronto, nonché convenienti prezzi fiera, sono pronti ad accogliere tut-

Da 70 anni la Fiera per vivere con gusto È la fiera storica del Trentino Alto Adige, visitata ogni anno da oltre 40.000 visitatori. Dal 1948 la Fiera d’Autunno è uno degli eventi più attesi dell’anno per informarsi e fare acquisti. ti coloro che pensano di costruire, ristrutturare o arredare la propria casa. Novità di quest’anno sono lo spazio espositivo VitaPlus dedicato a tutti coloro che desiderano rimanere attivi anche in età più avanzata e la Fiera del Volontariato.

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Al Touriseum il primo Vintage Market Merano

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L’11 e 12 novembre 2017 avrà luogo la prima edizione di un’iniziativa che mette al centro gli oggetti ed i vestiti prodotti nel ventesimo secolo. Il termine inglese vintage denota tutto ciò che è classico, vecchio e tipico e si riferisce in particolare ad abbigliamento, mobili e oggetti d’uso del periodo dagli anni ’20 agli anni ’80 del secolo scorso. A novembre 2017, per un intero fine settimana Castel Trauttmansdorff con il Touriseum sarà all’insegna del vintage. Dalle ore 9 alle ore 16.30, bancarelle selezionate proporranno moda storica, articoli decorativi e accessori di pregio, dagli occhiali da sole alle scatole per cappelli. Inoltre, dalle ore 12 alle 16 di sabato 11 novembre suoneranno Jack Freezone & the Swingin’ Ciccioli. Sarà anche possibile fare quattro salti sul parquet insieme agli Swing on! Südtirol. Domenica 12 novembre

dalle ore 12 a fare atmosfera saranno William T & the Black 50’s. Dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 16 grandi e piccoli potranno farsi acconciare e truccare in stile retrò da Alice the LongHair. Per la foto ricordo definitiva, in entrambe le giornate è disponibile un fotobox nel Touriseum. E chi voglia placare la fame, può provare i piatti vintage appositamente creati dal ristorante Schlossgarten. Oltre a un piacevole percorso attraverso i 200 anni di storia turistica del Tirolo, in questo fine settimana sarà possibile visitare anche la mostra temporanea “Sui passi, pronti, via!”. Inoltre, soprattutto per le famiglie, da non perdere l’Hotel Fantasia, dove grandi e piccoli possono indossare uno degli eleganti

costumi del guardaroba e gironzolare per le antiche mura di Castel Trauttmansdorff. Altro pezzo forte è il Gioco dell’Alto Adige, ovvero il flipper turistico più grande del mondo, per un tour lampo alla scoperta della regione turistica Alto Adige. L’ingresso al fine settimana vintage a Castel Trauttmansdorff costa solo euro 7,50 (gratuito sotto i 18 anni), ovvero il prezzo del biglietto di tardo autunno. Sono

inclusi la visita al Vintage Market, al Touriseum, alla sua mostra temporanea “Sui passi, pronti, via!” e ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, che in autunno mostrano uno dei loro lati migliori. Touriseum Museo provinciale del turismo via S. Valentino 51/a, Merano (BZ) tel. 0473 255655 www.touriseum.it

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venerdì 10 a domenica 12 novembre nella accogliente cornice di Trento Fiere, l’elegante salone espositivo accanto al MUSE a pochi passi dal Duomo di Trento. Venerdì l’ingresso è libero. Sabato e domenica l’ingresso è a pagamento. Ma il lettore può usufruire del coupon Ingresso ridotto offerto da Qui Media (tagliando in basso). Sabato pomeriggio e per tutta la domenica sarà possibile raggiungere Trento Fiere anche con il bus navetta gratuito dai parcheggi Monte Baldo ed ex Zuffo.

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Dal 10 al 12 novembre torna a Trento Centro, Idee Casa Unica. In 18 anni questa fiera rivolta sia alle famiglie che agli addetti ai lavori si è affermata come la più consolidata e qualificata fiera trentina per arredare, ristrutturare e costruire sostenibile.

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ging (utile per accelerare il processo di vendita degli immobili) ai modi per rendere connessa e sicura la casa, dalle nuove frontiere del costruire con il legno all’analisi dei mutui per scoprire le clausole capestro e starne alla larga, dall’aspirapolvere centralizzato al monitoraggio e depurazione dell’acqua di casa, fino ai sistemi innovativi per la climatizzazione residenziale. Per questa nuova edizione la manifestazione si svolgerà da

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I vini dell’Alto Adige: eccellenza e va Con appena 5.000 ettari di vigneti l’Alto Adige si posiziona tra i piccoli produttori di vino in Europa; in compenso vanta un’antica tradizione enologica. Il 78% della superficie collinare e di fondovalle è coperto da vigneti; il primato è detenuto dai paesi sulla Strada del vino. Scelta accurata delle uve, coltivazione secondo sisgtemi di qualità, invecchiamento in piccole botti di rovere, cuvèes di diverse varietà: l’èlite enologica conosce tutti i segreti per produrre vini di qualità. dal Lago di Caldaro ed il Gewürztraminer. L’80% della produzione vinicola altoatesina si fregia del marchio DOC. In provincia di Bolzano il profondo legame dei centri urbani con il vino è una realtà palpabile in grado di determinare il paesaggio stesso. I vigneti penetrano nei centri storici, disegnano i loro contorni, adornando dolci pendii e pianure. Ovunque si trovano filari di viti ordinatamente disposte come in un giardino disegnato ai piedi delle Dolomiti. La città di Bolzano ha un’antichissi-

Grafica: QuiMedia

Per i viticoltori altoatesini il miglioramento della qualità è un obiettivo costante, un dovere ma al contempo anche un grande piacere. Si tratta di una qualità che è possibile apprezzare direttamente presso molte cantine aperte al pubblico dove gli appassionati - guidati da esperti e nel corso di eventi dedicati ai segreti enologici - possono davvero conoscere e degustare a fondo le specialità della tradizione vinicola locale. Alle oltre 20 varietà prodotte i vini rossi concorrono al 65%, quelli bianchi al 35%. Nel secolo scorso in Alto Adige sono stati piantati vitigni Bordeaux e del Burgenland, ma sono sempre i vini tipici a raccogliere i maggiori consensi, primi tra tutti quelli ottenuti dall’uva schiava (apprezzati per il basso tenore di acidità), dalle uve che prendono il nome

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SPECIALE ALIMENTAZIONE secco ed entusiasmante. Fruttato, armonico, leggero con retrogusto delicato e persistente. Il Santa Maddalena è, senza dubbio, il vino simbolo dell’intenditore altoatesino. Questo “rosso affascinante ha una caratteristica molto particolare: viene vinificato per la maggior parte con varietà a Schiava, soprattutto Schiava Grigia e Schiava Nobile, alle quali cui può essere aggiunto anche un altro vino altoatesino, il corposo Lagrein o Pinot Nero, in quantità però non superiore al 10%.

patè di fegato d’oca e gorgonzola. È indicato anche come aperitivo o vino da dessert. Lagrein Le uve Lagrein maturano nella conca bolzanina e sui terreni ghiaiosi e fangosi alla confluenza tra l’Adige, l’Isarco ed il Talvera. L’antico vitigno autoctono rappresenta una varietà vigorosa e di grande resa. Si tratta di un vino corposo e ro-

busto, con un colore rosso rubino dalle sfumature lievemente violacee ed un sentore aspro-fruttato e morbido con aroma vellutato e morbidi tannini. È eccezionale con i piatti tipici della cucina locale, accompagnando ottimamente anche piatti di selvaggina, carne rossa e formaggi piccanti. Le uve dagli acini ovoidali, blu scuro tendenti al nero, producono un vino ricco di estratto, dall’intenso colore scuro, che ben si presta all’invecchiamento.

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e varietà ma tradizione di produzione e vinificazione, con più di 20 cantine vinicole che imbottigliano la preziosa bevanda ormai da tempi immemorabili. E il Lagrein ed il Santa Maddalena sono le vere e proprie icone di questo patrimonio. Santa Maddalena Almeno due dozzine di piccole e grandi aziende producono il Santa Maddalena a Bolzano e dintorni (zona di S. Maddalena, Santa Giustina e Coste). Ognuna delle versioni di questo vino è “personale” e di accentuato carattere, con aromi del tutto particolari, derivanti dalle diverse caratteristiche dei vigneti, dalla struttura del terreno nonchè dalla mano del maestro cantiniere. Il Santa Maddalena è un vino rosso

L’uva Schiava presenta numerosi varianti ed è coltivata nella zona di Bolzano, nei dintorni di Merano, sui pendii soleggiati ed ai piedi delle colline della Val d’Adige e nell’Oltradige. Si tratta di un vino adatto ad ogni occasione. Giovane e fresco, piacevolmente fruttato, asciutto e morbido, lievemente acido. Armonioso e delicato con toni lievemente marcati di ciliegia e mandorle amare. Le diverse varietà di Schiava dell’Alto Adige si armonizzano con i piatti più vari della cucina locale, dallo spuntino a base di speck fino all’intero pasto. La Schiava è una pregiata uva da tavola, nota anche con il nome di “uva di cura di Merano”. Gewürztraminer Si tratta di un vino ottenuto con uve aromatiche e dal bouquet di rose e chiodi di garofano. Deciso, secco e robusto, ha un gusto delicatamente speziato, con corpo pieno e retrogusto intenso. È ottimo se si accompagna a crostacei, gamberi ed aragoste ma anche a piatti con curry,

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SPECIALE ALIMENTAZIONE

Il formaggio: un mondo pieno di sapo I formaggi sono prodotti freschi o variamente stagionati ottenuti dal latte coagulato. Se prodotti con latte diverso da quello vaccino, i formaggi devono riportare l’indicazione della specie dell’animale (latte di pecora, latte di capra o latte di bufala). Ci sono sostanzialmente due metodi per produrre formaggio: con l’aggiunta di caglio, enzimi e fermenti derivati dall’abomaso del vitello o con l’aggiunta di colture batteriche e muffe. La suddivisione nelle diverse varietà di formaggi dipende dal tenore di sostanza grassa presente sul secco, dalla quantità di acqua e dal processo di lavorazione. natura è breve, andando dalle due alle quattro settimane. Anche i formaggi da taglio o formaggi semi-duri sono più morbidi e teneri dei formaggi a pasta dura, risultando più facili da affettare. Dal gusto delicato o deciso, vanno dal cremoso al saporito e per divenire stagionati richiedono dalle quattro alle sei settimane. Abbiamo quindi i formaggi a pasta dura, che dispongono naturalmente di una maggiore consistenza. Questi formaggi presentano un elevato tenore di massa secca.

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˃ Carne salmistrata e affumicata ˃ Crauti e formaggio ˃ Carni e salsicce locali

˃ Diversi tipi di canederli e insalate

˃ Speck stagionato e affettati

˃ Pesce fresco tutti i giorni

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Grafica: QuiMedia

Come si classificano i formaggi? Vediamo ordinare le tipologie, elencandole una ad una, partendo dai formaggi freschi. Rientrano in questa categoria tutte le varietà che non richiedono stagionatura e possono dunque essere consumate fresche, come il mascarpone o la ricotta. Privi di crosta, si distinguono per un aroma delicato. Nei freschi ad una più alta percentuale di grasso corrisponde una maggiore cremosità del formaggio. Poi ci sono i cosiddetti formaggi teneri o a pasta molle, che hanno un maggiore tenore di acqua rispetto ai formaggi duri e da taglio e vengono fatti stagionare con muffe oppure lavati per favorire la crescita di batteri color rosso. In questo caso il tempo di stagio-

SPECIALE ALIMENTAZIONE servita su tagliere. Alle oltre 90 varietà di formaggio dell’Alto Adige ci pensano le 10 latterie che prerìlevano il latte da circa 5000 masi di montagna, quasi tutti a conduzione familiare, e gli oltre 70 caseifici. Mucca, pecora o capra? Da spalmare, tagliare o grattugiare? Fatto con latte acido, pastorizzato o magro? In Alto Adige c’è l’imbarazzo della scelta ed è solo una questione di gusti. Una cosa però è certa: il sapore naturalmente speziato del latte di montagna rende unico ogni formaggio altoateesino.

sapori

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Il modesto quantitativo d’acqua presente in questi prodotti li rende conservabili più facilmente e più a lungo. Mentre ad un maggiore invecchiamento corrisponde un gusto più marcato e intenso. La stagionatura in questo caso va dai tre ai diciotto mesi. L’ultima tipologia è quella dei formaggi a coagulazione acida.Ricavati dalla ricotta magra sono quasi totalmente privi di grassi. Un esempio è il Graukäse (il cosiddetto “formaggio grigio”), una specialità casearia tipica dell’Alto Adige. Il formaggio in Alto Adige In provincia di Bolzano il formaggio è parte integrante della cucina tradizionale. Del resto senza formaggio non esisterebbero né i tradizionali gnocchi al formaggio, né la tipica merenda altoatesina

Uno dei formaggi altoatesini più tipici e noti è il Graukäse. Il nome significa “formaggio grigio” e deriva dal colore della pasta, anche se in realtà la lavorazione non prevede aggiunta di caglio, che mancava nelle malghe più povere da cui trae origine. Il latte (vaccino), parzialmente scremato, viene riscaldato e fatto coagulare. La cagliata viene cotta, quindi pressata, sbriciolata e addizionata di sale, pepe, messa in stampi, fatta riposare e successivamente posta a maturare in cantina. Granuloso e irregolare, ha un sapore che è impossibile descrivere. Per apprezzarlo al meglio occore assaggiarlo insieme ad olio, aceto e cipolla. Il Sextner Bergkäse è un formaggio da taglio di tipo grasso, prodotto con ca. 50% MAT. GR/ES, da latte pastorizzato di alta qualità, proveniente da masi di alta montagna di Sesto Pusteria, privo di manipolazione genetica. Le qualità sensoriali del Sextner Bergkäse, che è un prodotto naturale, si diffondono appena dopo 10 settimane di stagionamento. La

forma di formaggio ha una buccia di colore che va dal giallo-grigiobruno al rossiccio. Il profumo della buccia ci ricorda il sottobosco, cantina e cuoio. Il taglio del “Sextner Bergkäse è liscio e di color avorio/giallo-paglia. La pasta è perforata da molti fori che raggiungono la grandezza di ciliegia. Di consistenza malleabile e al dente, si scioglie però in bocca e lascia una piacevole sensazione. Profumo e sapore sono piacevolmente dolci; nel formaggio prevalgono le note lattee che ricordano burro cotto. Il retrogusto di nota fruttata nel Sextner Bergkäse, che ricorda in modo particolare noci, rimane a lungo in bocca. Il Sextner Bergkäse lascia un’impressione generale armonica per quanto riguarda il profumo, sapore e consistenza. È particolarmente adatto come compagno di una serie di delizie. All’atto dell’immissione al consumo invece il formaggio “Stelvio” o “Stilfser” DOP, la cui stagionatura non può essere inferiore ai 60 giorni, ha la forma cilindrica con facce piane o quasi piane e scalzo

diritto o leggermente concavo e presenta le seguenti caratteristiche dimensionali: il peso varia da 8 a 10 kg, il diametro da 36 a 38 cm e l’altezza da 8 a 10 cm. La percentuale di grasso sulla sostanza secca nello “Stilfser” è uguale o maggiore al 50 per cento e il tasso di umidità non deve superare il 44%. La crosta deve presentare la tipica colorazione variante dal giallo arancio all’arancio marrone. La pasta, a struttura compatta e di consistenza cedevole ed elastica, presenta colorazione tra giallo chiaro e paglierino, con occhiatura irregolare di piccola e media grandezza. Il formaggio Stelvio DOP si presta molto bene ad essere fuso e consumato con la polenta. Ottimo l’abbinamento con lo speck e le zuppe di cereali. I vini più adatti per accompagnarlo sono quelli di media struttura, specialmente rossi (es. Pinot nero dell’Alto Adice e Schiava). Per le forme più stagionate si consiglia invece l’abbinamento con vini più importanti (es. Lagrein di Terlano, sempre per rimanere in Alto Adige).

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SPECIALE ALIMENTAZIONE

Molte alternative anche per l’intolleranza al lattosio In caso di severa intolleranza verso questo zucchero tipico del latte, il consumo esclusivo di alimenti senza lattosio appare una scelta obbligata. L’impossibilità di digerire il lattosio è dovuta alla carenza di lattasi, enzimi prodotti dalla mucosa del tenue in grado di scomporlo nei due monomeri che lo costituiscono: glucosio e galattosio. A causa di tale carenza, quando il soggetto intollerante assume quantità significative di alimenti contenenti lattosio, la quota di zucchero sfuggita alla digestione richiama liquidi nell’intestino per effetto osmotico (diarrea), e genera gas per intervento fermentativo della flora batterica locale. Il lattosio è il principale zucchero presente nel latte; di conseguenza, lo ritroviamo in concentrazioni variabili in tutti gli alimenti da esso derivati o che lo contengono come ingrediente. Le concentrazioni maggiori di lattosio si registrano nel latte, nello yogurt e nei latti fermentati, nei gelati, nei formaggi molli e nel burro.

La gravità dell’intolleranza al lattosio è proporzionale al deficit di lattasi. Si tratta quindi di un concetto relativo, poiché diversa è la quantità di lattosio tollerata dalla popolazione. Per chiarire il concetto con un esempio pratico: se una persona tollera senza alcun problema una tazza di latte al giorno, può comunque lamentare i fastidiosi sintomi dell’intolleranza al lattosio quando ne consuma un litro tutto d’un fiato. Similmente, alcune persone intolleranti al lattosio sopportano bene lo yogurt, alcune tollerano i formaggi a pasta dura, mentre altre si vedono costrette ad eliminare anche le più piccole fonti di lattosio. A quest’ultima categoria appartengono i soggetti affetti da intolleranza al lattosio primaria, dovuta ad un difetto congenito di lattasi e per questo presente sin dalla nascita. Gli individui fortemente intolleranti al lattosio devono prestare particolare attenzione anche alle fonti alimentari per così dire “nascoste”. Questo zucchero viene infatti addizionato come eccipiente a farmaci

ed integratori vari, e si ritrova - seppur in piccole quantità - in diversi prodotti alimentari. Tra questi ultimi ricordiamo: pane ed altri prodotti da forno, cereali trasformati come i corn fakes per la prima colazione, patate, minestre, margarina, carne e salumi, condimenti per insalate, caramelle merendine ed altri snack, gelati, cioccolato, carne tritata. Il latte di soia di per sé non contiene lattosio, tuttavia per la presenza di altri zuccheri tipici dei legumi può sporadicamente riprodurre i sintomi di una intolleranza al lattosio. Per difendersi dalle fonti “nascoste” di lattosio, è importante leggere attentamente la composizione degli alimenti stampata sulle etichette dei prodotti. Nella lista degli ingredienti, in particolare, bisogna appurare l’assenza di latte e lattosio, di siero, caglio e sottoprodotti del latte (l’acido lattico non è ottenuto dal latte ed è quindi idoneo al consumo). Pertanto, se uno di questi ingredienti appare in etichetta significa che il prodotto contiene

lattosio e per questo potrebbe risultare controindicato. Il condizionale è ovviamente d’obbligo, proprio perché la tolleranza al lattosio è variabile e dipende da ciascun individuo. Quel che appare certo è che i derivati del latte, ma anche i vari prodotti alimentari contenenti lattosio, sono fonti importanti di nutrienti. Per questo motivo, un consiglio importante è quello di individuare - mediante prove ed errori - la quantità di lattosio tollerabile. Se l’individuo intollerante vuole consumare occasionalmente alimenti ricchi di lattosio, può assumere nello stesso pasto preparati enzimatici a base di lattasi, come palliativo. Per quanto concerne il calcio, allo scopo di prevenire eventuali carenze, si può assumere il latte delattosato (solo se ben tollerato) ed aumentare il consumo di vegetali ricchi in calcio biodisponibile (ad esempio legumi, cime di rapa, cavoli e broccoli). Anche il pesce e le noci sono ottime fonti di calcio.

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Normalmente, il soggetto intollerante al lattosio sopporta il consumo di formaggi a pasta dura, perché particolarmente poveri di questo zucchero rispetto a quelli freschi ed ai latticini. Anche lo yogurt è tollerato da alcuni individui, dato che il lattosio in esso contenuto viene predigerito dai batteri; inoltre, gli stessi lattobacilli - in particolare alcuni ceppi probiotici contenuti in vari prodotti a base di latte fermentato

(Lactobacillus Acidophilus, Lactobacillus Casei, sp. rhamnosum, Lactobacillus johnsonii) - si sono dimostrati utili nel migliorare l’intolleranza al lattosio.

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DIRITTO PENALE

Skin needling

Per cancellare rughe e cicatrici si interviene con una biostimolazione meccanica anti-aging che ringiovanisce, illumina e cura la pelle senza dolore. La cute, tramite l’utilizzo di piccolissimi aghi, subisce microtraumi a causa delle continue perforazioni; così si innesca un meccanismo naturale di ripara-

zione dei tessuti, attraverso la produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina. Queste sostanze vanno a migliorare la tonicità, lo spessore e l’idratazione della pelle. Naturalmente la durata dei cicli è soggettiva. Le sedute di needling possono essere effettuate con almeno tre settimane di distanza l’una dall’altra. Il problema degli inestetismi cutanei può essere affrontato in maniera abbastanza risolutiva con la tecnica del needling. Cicatrici post acne, rughe e smagliature si attenuano visibilmente con qualche seduta: i micro aghi perforano la pelle e restituiscono alla pelle un aspetto più disteso e liscio che dura a lungo.

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OCT: tecnologia laser per lo studio della retina tempo). La Tomografia OttiL’esecuzione è semca a radiazione Coplice, veloce (10-15 erente è un esame minuti) e non necesdiagnostico non insita di dilatazione puvasivo che permetpillare. te di eseguire delle A Merano da qualche scansioni della retisettimana presso lo na utili per diagnostudio Menghini - Iori sticare numerose è disponibile l’Heidelpatologie retiniche e Dr.ssa Francesca Iori berg Spectralis OCT, del nervo ottico. uno dei più avanzati Con l’OCT si può OCT sul mercato. dare una precisa indicazione teraEssendo lo stesso OCT in dotaziopeutica, chirurgica o medica, a molne negli ospedali regionali, siamo in te situazioni retiniche. grado di dare continuità al servizio Pertanto questo esame è sempre anche sul territorio. più richiesto dallo Specialista di Rimaniamo a disposizione, buona fronte a patologie come la macuvista a tutti lopatia, la retinopatia diabetica, il Dr Iori, Dr Menghini glaucoma, edemi maculari o deficit visivi di origine retinica. Per ogni chiarimento e approfondimento Trattandosi di un esame digitalizsull’argomento la Dr.ssa Iori Francesca è zato consente il confronto con esadisponibile ai recapiti di Bolzano, tel. 338 7892426, e Merano mi ripetuti nel tempo divenendo esvia Carducci 43, tel 0473 222670 senziale nel follow-up (controlli nel

Diritto del coniuge alla quota del TFR Molte volte accade che dal momento della separazione o divorzio a quello in cui il coniuge lavoratore smette di lavorare e va in pensione passi un lungo lasso di tempo. Ciò comporta che spesso non venga preso in considerazione il diritto (pur previsto dalla legge) del coniuge titolare di un assegno di mantenimento (che però non si sia poi più risposato) ad avere una quota del TFR (trattamento fine rapporto o comunemente chiamata liquidazione) dall’altro coniuge, al momento del suo collocamento in pensione. Sempre che, ovviamente, detto pensionamento (o comunque fine del rapporto di lavoro) avvenga al momento o dopo la domanda di divorzio. L’ a r t i c o l o 1 2 - b is d e l l a 898/1970 prevede questo diritto e spiega anche che la quota esatta da versare all’ex coniuge è pari al 40% del TFR. Però attenzione: il calcolo va effettuato al netto degli acconti che il coniuge, durante la sua carriera, ha già percepito e, ovviamente, al netto della tassazione. Il motivo per il quale la legge sul divorzio prevede questo è che l’ex coniuge lavoratore, Hai una domanda da rivolgere al nostro esperto? Scrivi a redazione@quimedia.it La risposta verrà pubblicata nei prossimi numeri del giornale.

per poter realizzare l’obiettivo del trattamento fine rapporto al termine della sua carriera, si è giovato della collaborazione (anche se attraverso una collaborazione ed un sostegno esclusivamente all’interno della famiglia) e dell’aiuto dell’altro coniuge. Come detto: affinchè si possa ottenere la quota di trattamento di fi ne rapporto dall’ex coniuge è necessario che il richiedente (oltre che non essere passato a nuove nozze) sia divorziato e percepisca, dalla data del divorzio, un assegno di mantenimento. È importante però precisare che, se in occasione del divorzio si è stabilito non un assegno di mantenimento ma una “una tantum”, allora il diritto alla quota della liquidazione viene meno.

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luzione nel mondo degli occhiali da sole. Che ora si portano rigorosamente a colori. Favorite sono le tonalità pastello – tra rosa, giallo, azzurro, verde e rosso – o il degradé, anche a specchio. Unica regola? Have fun. And thanks Ottica Calderari: Via Sernesi 12, BZ 0471 977528 - www.otticacalderari.it

DECORAZIONI DELLA CASA

Il Natale Schullian Per chi ama decorare con cura e attenzione la propria casa, il Natale è certamente il periodo migliore per esaltare il lato creativo, addobbando ogni ambiente domestico. Per chi ama un Natale tradizionale, sono tante le proposte nei classici colori rosso, verde e bianco declinati nel tanto amato stile country, ricco di fiocchi, nastri, festoni di pino, ghirlande, alberi addobbati, stelle di Natale, decorazioni in tartan, cuscini a tema, luci e candele. Per un Natale più moderno e chic, la tendenza parla chiaro: tanto oro. Dalla tavola alle decorazioni per l’albero e la casa, sono molte le proposte dei principali brand del settore che mixano l’elegante color oro con il bianco. Preferite un Natale minimal? Allora la tendenza che fa per voi è certamente il Natale nordico che prende spunto dalla natura. In questo caso si prediligono decorazioni sempli-

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Ci sono tendenze che arrivano subito al cuore e che appena debuttano in passerella si riconoscono vincenti essendo nate per diventare vere e proprie manie. Talvolta favorita dalla nuova realtà see now buy now, le vere complici di questa nuova diffusione (semi) immediata di un trend sono modelle, celebrity e – of course! – il grande popolo del web. Dopotutto un post su Instagram raggiunge migliaia di fashioniste in tutto il globo in poco più di un minuto. Quanto tempo occorre, quindi, perché tutto ciò si trasformi in maxi fenomeno di stile? Poco, molto poco. ....la storia si ripete. Questa volta, però, c’è lo zampino di fashion blogger –– che hanno sfoggiato aviator multicolor in giro per le capitali europee scatenando una piccola rivo-

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SALUTE

Hai mai valutato la Chiropratica come cura? La Chiropratica può prevenire, ridurre o stabilizzare la degenerazione vertebrale, migliorando la postura e mantenendo le articolazioni, i nervi e i dischi vertebrali in salute. Il midollo spinale ed i nervi sono le vie di comunicazione tra il cervello e il corpo. Quando una o più vertebre della colonna vertebrale sono fuori dal giusto assetto, i nervi che scorrono attraverso la spina dorsale sono compressi e irritati. Questa condizione è nota come sublussazione vertebrale. Eliminando le sublussazioni attraverso il trattamento chiropratico, si riducono e si prevengono i fastidi dati dal sistema nervoso, lasciando così che gli impulsi mandati dal cervello riescano a ﬂuire correttamente nel corpo. I disturbi che si possono evitare

mantenendo sana la nostra colonna vertebrale senza farmaci, sono il dolore cervicale, dorsale e lombare, la sciatica, l’ernia al disco, la scoliosi e un’errata postura, ma anche mal di testa, vertigini, dolori e formicolii agli arti, cali di energia, affaticamento, dolori mestruali, insonnia, disturbi digestivi, coliti e allergie. La Chiropratica è inoltre consigliata a chi ha avuto incidenti e traumi quali i colpi di frusta, a chi fa sport agonistico e non, a chi è sotto stress. Può dare benefici durante e dopo la gravidanza, può mantenere alte le nostre difese immunitarie e può essere una buona prevenzione per i neonati e gli adolescenti. Il dott. Marcus De Luca è laureato alla prestigiosa “Life Chi-

ropractic College West” in California. Questa Università è riconosciuta dalla Federazione Internazionale della Chiropratica a livello mondiale. La Chiropratica è stata riconosciuta come professione sanitaria primaria all’interno della Legge finanziaria 2008 ed è attualmente in corso la creazione di un albo. Nel frattempo l’Associazione Italiana Chiropratici è in grado di fornire a chi lo richieda l’elenco dei Chiropratici con la preparazione e i requi-

siti necessari per poter esercitare in Italia. OFFERTA DI NOVEMBRE Chiamando entro il 17 novembre potrai prenotare la prima visita con trattamento per soli 60 euro (anziché 120 euro). Posti limitati. Non scordare di far controllare la tua schiena anche in assenza di dolore, perché il sistema nervoso potrebbe già essere irritato senza campanelli d’allarme. Prevenire è molto meglio che curare!

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SISTEMI DI PULIZIA

Il nostro tempo è prezioso

Con i nuovi ritmi di vita la nostra percezione del tempo è cambiata notevolmente, il che ci porta a riconsiderare molti aspetti della nostra vita quotidiana tra cui le pulizie domestiche.

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CULTURA E SPETTACOLO

ARCHEOLOGIA

Strade romane in mostra

Le pietre miliari in mostra a Fortezza

Dove passavano le strade romane nell’attuale Alto Adige? Che caratteristiche avevano? E cosa c’entra con Fortezza? Una mostra al Forte di Fortezza racconta la loro storia. Alle strade che attraversavano il territorio dell’attuale Alto Adige in epoca romana è dedicata la nuova mostra temporanea “Ponte tra Nord e Sud: strade romane in Alto Adige”, inaugurata sabato 21 ottobre 2017 al Forte di Fortezza. La sede dell’esposizione non è scelta a caso. Da sempre la zona di Fortezza è un crocevia tra nord e sud, vocazione questa che si è rafforzata

nei secoli. Nei pressi del Forte si incontrano infatti strada, autostrada e ferrovia del Brennero. “I temi del confine e dell’incontro saranno approfonditi nei prossimi anni dalla nuova mostra permanente del Forte”, ha sottolineato nel corso dell’inaugurazione Karin Dalla Torre, direttrice della Ripartizione provinciale Musei e dei Musei provinciali. Inoltre, come ha spiegato

la direttrice dell’Ufficio provinciale Beni archeologici Catrin Marzoli, “proprio nella zona si trova un tratto di strada romana lungo circa 140 metri oggi musealizzato e visitabile dal pubblico. Esso collega il ponte di Fortezza e i campi ai piedi del Blasbichl”. La mostra - che deriva da un’esposizione realizzata nel 2016 dall’Ufficio provinciale Beni archeologici e ora ampliata in collaborazione col Museo provinciale Forte di Fortezza – tematizza in primo luogo le tre strade romane che attraversavano il territorio altoatesino (due di queste si incrociavano proprio nei pressi di Fortezza). La più importante era la Via Claudia Augusta, che collegava area dell’alta Italia con la capitale della provincia Augusta Vindelicum (Augsburg) e fu fatta costruire dagli imperatori Druso e Claudio. Vi erano poi la strada della Val d’Isarco, che acquistò un significato militare

di prima grandezza a seguito della crescente minaccia dei “barbari” al confine settentrionale, e quella attraverso la Val Pusteria (allora parte della provincia romana del Noricum) usata come scorciatoia del collegamento tra Aquileia e la Rezia. Tutte e tre servivano al fitto commercio di transito che passava soprattutto attraverso il Brennero e Passo Resia e riforniva di beni di lusso e oggetti della vita quotidiana provenienti da sud i funzionari, i militari e la popolazione civile romana al di là delle Alpi. Nell’ambito dell’esposizione è possibile ammirare infine alcune pietre miliari (indicavano la distanza dal centro abitato successivo e servivano anche alla propaganda imperiale) oltre che oggetti venuti alla luce lungo le tre strade romane dell’Alto Adige. La mostra è aperta al pubblico fino a giugno 2018 tutti i giorni tranne il lunedì. Info: www.fortezza.info

TEATRO PER BAMBINI

TEATRO

CHI NON MUORE SI RIVEDE

> LAIVES | Ore 20.45 | Teatro Gino Coseri Nella sala di attesa di una piccola stazione abbandonata vive Cicerone, che non volendo più interagire con la società si è ritirato a “vita privata”. Gli fa compagnia un giovane disoccupato che vive vendendo qualsiasi la merce tipica dei vu’ cumpra’ made in Naples. Non sa nulla di Cicerone, che nella sua prima vita è stato insegnante di fi-

losofia e oggi vive riparando oggetti vecchi. Una sera d’autunno sul posto arrivano cinque personaggi: Diana e suo padre Giudice Palladino, Don Gaetano, un suonatore di banda e sua sorella. L’incontro casuale svelerà il motivo della scomparsa di Cicerone dalla vita pubblica e darà un senso alla sua attesa durata 35 anni...

NOVEMBRE

LA GALLINELLA ROSSA > BOLZANO | Ore 16.30 | Teatro Cristallo

NOVEMBRE Compagnia Teatro Mio - Vico Equense (NA) Commedia in due atti di Bruno Alvino Info: Filo Laives, Tel. 0471 952650, info@teatrofilolaives.it

Una gallinella rossa che vive in una fattoria con i sui pulcini è abituata a cercare grassi vermi sempre col pensiero di nutrire i suoi piccoli. Ma un giorno trova dei chicchi un uso diverso, un uso il cui risultato non è immediato ma che richiede lavoro, impegno, pazienza e che darà i suoi frutti. Accanto alla gallina, sempre laboriosa e tena-

ce, possiamo trovare il maiale, il topo, l’agnello, l’anatra, il gatto o altri animali della fattoria, ma tutti hanno un denominatore comune. Nessuno di questi animali aiuterà la gallinella a preparare la terra. Tutti troppo pigri o troppo impegnati a fare altro. Solo nel finale, quando il pane viene sfornato caldo e profumato vorrebbero mangiarlo...

TCP - Tanti così progetti. Biglietto intero 7 euro, Cristallo Card 5 euro, Ridotto2 + figli: 3,50 euro. Età consigliata: 3-8 anni

CULTURA E SPETTACOLO MUSICA

TEATRO

NOVEMBRE

LUCA BARBAROSSA in concerto > BOLZANO | Ore 21 | Teatro Cristallo Cantautore sopraffino, conduttore radiofonico divertente scanzonato, direttore artistico e trascinatore: Luca Barbarossa è davvero un artista poliedrico. Insignito del riconoscimento “A muso duro” del Premio “Pierangelo Bertoli” per essersi distinto nelle sue opere sui temi dell’anticonformismo e

dell’indipendenza intellettuale, il cantautore, accompagnato dalla sua band, proporrà al Cristallo un concerto dove rivisiterà alcuni suoi brani classici e farà ascoltare i pezzi del suo nuovo disco. Un concerto-evento per la musica italiana a Bolzano.

Racconti di Musica - Associazione L’Obiettivo Biglietto intero 15 euro, Cristallo Card 12 euro, Cristallo Card young 10 euro

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO di Luigi Pirandello > BOLZANO |Ore 20.30 (dom. ore 16) | Teatro Comunale Hinkfuss, un regista sperimentale e megalomane, tenta di mettere in scena uno spettacolo costringendo i suoi attori a improvvisare la parte sulla base di pochi elementi tratti da un breve racconto di torbida gelosia siciliana. Ma il conflitto tra regista e compagnia esplode inevitabilmente, mentre il pubblico rumoreggia perplesso: tra divertimento e discussioni sull’arte, gli attori riescono a cacciare Hinkfuss e continuano la recita da soli. Con risultati sorprendenti. Questa sera si recita a soggetto è un vero e proprio happening teatrale diretto da Marco Bernardi e interpretato, tra gli altri, da Patrizia Milani e Carlo Simoni che

9-12 NOVEMBRE

conclude la trilogia del “Teatro nel Teatro” di Pirandello, Premio Nobel per la letteratura nel 1934.

Info: 0471 301566 ∙ Biglietti: 0471 053800, www.teatro-bolzano.it

TEATRO

MUSICA

IN SETTE CERCAN MOGLIE

UTE LEMPER Songs for eternity > BOLZANO |Ore 21 | Teatro Cristallo

> BOLZANO | Ore 16.30 | Teatro Cristallo Oregon,1850. Nel profondo West Adamo Pontepee scende al villaggio dalla sua fattoria in montagna per vendere pelli, acquistare il necessario per l’inverno e - perché no?- anche prender moglie. Con questa scena e l’inconfondibile introduzione musicale la storia di Milly e di Adamo, dei sei fratelli di

quest’ultimo e del loro tentativo di far colpo sulle ragazze al ballo del viaggio, ma ha il suo culmine con un rocambolesco rapimento, al pari di quanto i Romani fecero con le Sabine secoli prima. Riusciranno i fratelli di Adamo,tra scazzottate, sparatorie e una valanga sfiorata per un pelo a trovare la propria sposa?

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Dal 1987 Ute Lemper, attrice e cantante berlinese, porta nel cuore la musica dedicata a compositori di origine ebrea, bandita dai nazisti, dapprima con “Entarte Music”, ora con “Songs for Eternity”. Dice la Lemper: “Si tratta di una collezione che deve essere ricordata per l’eternità”. E dalla quale nasce appunto il titolo del concerto. “Come tedesca nata dopo la guerra e sposata da venti anni con un ebreo di New York, sono molto sensibile e addolorata dalla storia dell’Olocausto. Mi sento responsabile e provo un desiderio oserei dire etico di onorare la cultura ebraica e di stimolare un dialogo su questo terribile passato”. Lemper propone una un programma unico, composto dalla

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22.11.2017

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LO SCHIACCIANOCI Der Nussknacker

Balletto in due atti di Ballett in zwei Akten von Amedeo Amodio dal racconto "Schiaccianoci e il Re dei Topi" di nach der Erzählung "Nussknacker und Mäusekönig" von E.T.A. HOFFMANN

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Ph Massimo Danza

musica di / Musik Piotr Ilic Caikovskij coreografia e regia / Choreografie und Regie Amedeo Amodio scene e costumi / Bühnenbild und Kostüme Emanuele Luzzati ideazione ombre / Schattenspiel Teatro Gioco Vita voce / Stimme Gabriella Bartolomei interventi musicali originali / Musikeinlagen Giuseppe Calà assistente alla coreografia / Choreografieassistenz Stefania Di Cosmo luci / Licht Marco Policastro primi ballerini / Solotänzer Anbeta Toromani e Alessandro Macario solisti e corpo di ballo / Solisten und Tanzcorps Daniele Cipriani Entertainment produzione / Produktion Daniele Cipriani Entertainment

INFO & TICKETS Biglietteria Teatro Comunale Kasse Stadttheater Bozen T 0471 05 38 00 info@ticket.bz.it ONLINE TICKETS www.ticket.bz.it

INFO Centro Servizi Culturali S. Chiara www.csc.tn.it

Stagione Danza del Teatro Cristallo in collaborazione con L'Obiettivo Die Tanzsaison im Cristallo Theater wird in Zusammenarbeit mit dem Verein l'Obiettivo angeboten

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LA STAGIONE DI DANZA BZ 2017 2018