Documenti e studi 21

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«Subito aggiungo a conforto di tutti, […] che in questo singolare viaggio noi non siamo soli, perché con noi c’è lo stesso Dio che ci guida e sorregge e non ci abbandona mai, e ci incita sempre ad andare avanti, e quando noi stoltamente prendiamo la via del male, tra gli altri mezzi, si serve del rimorso della nostra coscienza per richiamarci sulla via del bene»39.

Il vivere secondo i dettami della coscienza, corrisponde al viaggio di cui parla il vescovo di Piazza Armerina, ed è anche il primo passo, che provoca tutti gli altri, verso la conoscenza di Dio. «Fatto però questo primo passo, gli altri vengono come conseguenza logica […] come esigenza dello stesso essere, perché l’uomo è fatto per Dio, tende a Dio, non può avere pace e felicità che in Dio»40.

Per pervenire alla conoscenza chiara di Dio e per fare esperienza della sua realtà, diventa condizione indispensabile intraprendere il viaggio del nostro essere interiore; dobbiamo precisare un concetto fondamentale in questo discorso: la conoscenza di Dio è possibile perché Dio ce ne rende partecipi e perché Egli è in noi; se non fosse nella nostra mente e nel nostro cuore, ogni speranza di conoscerlo e di amarlo sarebbe vana41. «Noi non conosceremmo Dio, se non l’avessimo conosciuto prima di conoscerlo, non l’ameremmo, se non l’avessimo amato prima di amarlo. Noi, dicono gli scolastici, conosciamo Dio conoscendo la verità, amiamo Dio amando il bene, perché Dio è la prima verità e il primo bene; solo è da aggiungere […] che questa prima cognizione è oscura, questo primo amore indeterminato: Sicché […] occorre fare il viaggio del mondo del nostro essere interiore»42.

Il procedimento di cui stiamo parlando, definito da mons. Sturzo «itinerario verso Dio», non sempre sortisce l’effetto sperato circa i singoli individui: sempre lo ottiene, invece, circa la società: infatti se ci sono persone che non hanno una conoscenza reale, essenziale e minima di Dio, non c’è popolo 39 40 41 42

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Ibid., XIV. Ibid., XII. Cfr. ibid., XV. Ibid., XV-XVI.


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