Claudio Cristina opere visive

ISBN: 9791282018005
Giugno 2025
Claudio Cristina nasce nel 1953 a Siracusa ed inizia giovanissimo il suo
apprendistato nella bottega del padre Rodolfo, noto pittore degli anni 1970/80, sensibile poeta dei colori e della cultura siciliana.
Seguendo i trasferimenti del padre docente, completa gli studi superiori a Roma.
Trasferitosi successivamente a Milano, frequenta i corsi di pittura all’Accademia di
Brera sotto la guida di Domenico Purificato.
Alla morte prematura del padre torna in Sicilia, per occuparsi dell’Azienda di famiglia, e contemporaneamente completa gli studi laureandosi in architettura al Politecnico di Milano.
Dopo alcuni anni decide di lasciare
l’Azienda per dedicarsi di più alla pittura, cominciando a partecipare ad esposizioni collettive e personali.
Espone per la prima volta nel 1977 al Circolo Endas di Palermo.
Seguono altre mostre collettive e personali, sia in gallerie private che in sedi istituzionali.
Nel 2001 la città di Palazzolo ospita una sua personale nella Sala Verde del Palazzo Comunale.
Nell'ottobre 2007 espone presso la Galleria Margutta Design Jewelry a Roma, nel 2008
alla Galleria Roma di Siracusa, nel 2009 alla Galleria
Intermediarte Atelier di Pesaro, quindi a Milano alla Galleria degli Artisti.
Dice di se stesso: «sono solo un pittore e niente più, che ama la lirica, la musica classica e il teatro antico, perché senza cultura non esiste una società civile».
Attualmente vive e lavora a Pozzallo.
Claudio Cristina è un pittore che mi è piaciuto da subito. Perché ha uno stile che esalta il colore e la luminosità del narrato evocando ed enfatizzando il naturale dinamismo dei protagonisti dell’opera d’arte, siano essi paesaggi, nature morte, protagonisti della sua vita personale oppure la sua Sicilia Orientale, piena di mediterraneo e di natura. Da profondo conoscitore dell’isola quale sono, affermo che è proprio la Sicilia Orientale con i suoi chiaroscuri che ha spesso ha ispirato e rafforzato il talento cromatico e la tavolozza naturale del Maestro Cristina. Si chiamiamolo maestro, lo merita davvero, perché ci trasmette uno stile unico, dolce e deciso allo stesso tempo, che riesce a farci sognare.
Claudio Cristina is a painter that I liked immediately Because he has a style that exalt the color and brightness of the artistic tale evoking and emphasizing the natural dynamism of the protagonists of the arwork, whether they are landscapes, still lifes, protagonists of his personal life or his Eastern Sicily, full of Mediterranean and nature. As a profound connoisseur of the island, I affirm that Eastern Sicily with its chiaroscuro, has often inspired and strengthened the chromatic talent and the natural palette of Maestro Cristina. Let's call him maestro, he really deserves it, because he rewards us with a unique style, sweet and decisive at the same time, that manages to make us dream.
Dino Marasà
Quando un pittore ha una formazione pittorica congiunta a quella architettonica ci si accorge subito. Difatti, guardando, per esempio, la pittura di Le Corbusier - o per gli astrattisti Malevitch, Tatlin ed El Lissinskji - vediamo, in quel purismo, come le composizioni abbiano una loro struttura ben configurata.
È il caso di Claudio Cristina, architetto e pittore, poiché nelle sue nature morte, nei suoi paesaggi e nelle marine esprime tutte le sue capacità compositive pur non inventando immagini rigide come forse richiederebbe l’architettura. Ma la natura morta particolarmente non è mai un semplice ritratto di oggetti o di cose naturali (frutti, verzure, fiori e fiorami o animali), poiché sapiente “composizione” che nella sua storia, dal tardo ‘400, s’è venuta ad imporre. E le nature morte di Claudio Cristina - sono articolate
in maniera da dirsi una versione sempre rinnovata dei temi. Sicché non essendo dei semplici rifacimenti prodotti con uno schema scelto o convenuto, Cristina adotta una libertà compositiva variata secondo il soggetto e riposta nella sua “naturaleza”, come dicevano i grandi pittori seicenteschi di natura morta.
Perciò questa intuizione obiettiva del comporre è presente non solo nelle nature morte ma si estende anche nei paesi e marine del pittore. Realizzati con la ruvidezza che impone un colore vivo e tagliente: la luce accecante siciliana; l’amenità di certi luoghi messi a confronto con la rigogliosità della natura, creano dei contrasti coi quali imporre una originale versione; un proprio “linguaggio” individuale. Claudio Cristina, già avviato al dipingere sotto una guida esperta come quella del padre Rodolfo, ha si guadagnato in “metodologia”, ma presto si è staccato dalle prime forme espressivo - linguistiche tutte adagiate per esempio sul colore - massa I paesaggi e le marine sono la immagine più schietta di questo uso cromatico adoperato secondo quell’impressionismo frastagliato che libera tanta pittura da schemi troppo rigidi ma che Claudio Cristina, coordina in spontanee creazioni. Le sue marine in particolar modo.
Sono i grandi nordici, sopratutto com Van Ruysdael, ed i veneziani Canaletto e Guardi - ma già Carpaccio - che ci insegnano quanto siano difficili i paesaggi marini; sono poi i preromantici inglesi - Turner su tutti - che ci insegnano cosa sia una marina e quanto sia difficile coglierla nei suoi aspetti. Sono gli impressionisti che ci danno un mare trasformato in giochi di luci (Monet sopratutto) o in tante macchie (Seurat particolarmente). Perciò oggi non si scorgono più quelle marine a specchio (Guardi) o tempestose (Turner e Courbet), ma si formano delle impressioni marine; delle frastagliature di colore che rimpastare e riposte con estro formano la “marina” contemporanea.
Lo stesso dicasi del paesaggio tutto ardente di colore. Ma qui il discorso porterebbe lontano. La pittura di Claudio Cristina, che sebbene abbia già una sua impronta certamente supererà quegli scogli che tutta l’arte nel suo farsi richiede, ha in sé queste caratteristiche che si colgono in tutta la loro evidenza. Sono opere che portano con o loro sottili tratti di una bellezza non circoscritta ad un soggetto ma ad una interpretazione del mondo naturale che sebbene abbia le sue lontane radici è inesauribile. Non è facile comporre la natura morta come non è semplice dipingere una marina od un paesaggio generale.
Il colore è sempre il sicuro protagonista della pittura ma tante volte può anche trarre in inganno poiché la composizione cromatica se ti abbaglia per un certo gusto, può ingannarti per la pittura vera cioè nella creatività. Allora abbiamo dei pittori che ostentano grandi colori ma poca o nulla arte.
Questo non è il caso di Claudio Cristina poiché nella sua pittura si scorge, anche con molta semplicità, un corretto equilibrio tra un uso prorompente del colore na insieme a questo una sicura vena creatrice ed una capacità di comporre e distributore masse e volumi, campi e prospettive secondo una correttezza indispensabile alla pittura.
Questi canoni o regole da quanti pittori sono rispettato oggi? Crediamo da pochi poiché con la illusione che si possa dipingere stravolgendo la tridimensione a vantaggio della bidimensione o di privare la pittura delle sue leggi visive, sono rimaste poche quelle opere che possono fregiarsi con il nome di arte. La improvvida questione se l’arte sia astratta o figurale non fu che un pretesto mandato in giro da chi conosceva poco la metodologia storiografica poiché se la storia dell’arte si svolge lo è perché ci sono linguaggi artistici diversi privi di una adesione stilistica piuttosto che un’altra Claudio Cristina non si pone questa distinzione e dipinge sicuro di dare con le sue opere quello che in definitiva è il compito della pittura: dipingere immagini secondo quella veduta fantastica che il pittore ha e che potrà continuamente migliorare e mai negare.
Armando Brissoni
ISBN: 9791282018005