024-032-PASTA
10-12-2009
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A CURA DI SERGIO GIUFFRIDA FOTO © 2009 ARCHIVIO I.M.T. E DOCTORMACRO
Pasta e Cinema? Ma mi faccia il piacere! Probabilmente così avrebbe risposto mangiando un ricco piatto di spaghetti l’indimenticabile Totò, principe della risata che, da napoletano verace, di pasta se intendeva, eccome! Sì, perché con licenza poetica, il cinema è la “pasta” di ogni spettatore, ingrediente essenziale del gusto e della fantasia non solo italiano, ma di tutte le età e condizioni sociali … Vediamo di approfondire questo legame enogastronomico e magico al tempo stesso. C’è una sorta di ideale file rouge che lega l’italianissimo prodotto della pasta dai melodrammi “napoletani” dei De Filippo alle commedie “romane” di Alberto Sordi fino a quelle più recenti come Spaghetti a mezzanotte per giungere infine agli importanti camei che la pasta riveste nel recente Baaria (2009) di Giuseppe Tornatore, in corsa per gli Oscar. La pasta da sempre è catalizzatore di fortissime quanto singolari alchimie emozionali. Da un lato, specie nei periodi sociali più disperati e “bui” dalla grande depressione americana ai grandi conflitti mondiali di cui un esemplare dopoguerra di fame e desiderio è ben rappresentato dal neorealismo italiano e non solo… basti ricordare l’intenso e drammatico Accattone (1961) di Pierpaolo Pasolini – è l’oggetto del desiderio che spettatori affamati sublimano sul grande schermo non potendo saziarsene nel quotidiano. Dall’altro diventa status symbol di una nuova visione del progressivo, grande cambiamento del gusto del palato… al cinema ma anche nel privato con star, starlette, produttori e
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