portfolio 2016

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Portfolio Stella Armeli


Stella Armeli

Milano 30/01/1989 Italy +393205568703 stella.armeliiapichino@gmail.com Skype: stella.armeli tumblr: http://stellaarmeli.tumblr.com/ issuu: https://issuu.com/stellaarmeli


Presentazione

Esame di stato

Collaborazioni

Mi sono laureata a Ottobre di quest’anno nella facoltà di Architettura di Ferrara con la tesi in pianificazione territoriale “limes|limen, progetto di valorizzazione del parco dell’Oreto”. La tesi affronta i temi della pianificazione alle diverse scale cercando di adottare un approccio flessibile rispetto a piani e programmi esistenti con l’obiettivo di rivalorizzare un’area importantissima sia dal punto di vista ecologico che culturale per la città stessa. Al termine di questa esperienza sono diventata parte del gruppo di ricerca Paesaggi Culturali coordinato dalla professoressa Francesca Leder, mia relatrice di tesi. Da Novembre di quest’anno faccio parte del collettivo Paesaggi Migranti che si sta occupando di realizzare per il 2017 un workshop di architettura e design centrato sul tema del territorio e del paesaggio a Pennabilli (RM). A Gennaio ho conseguito l’abilitazione alla professione di architetto a Firenze. 2016 Gennaio Abilitazione alla professione di Architetto 2015 Novembre-continua Membro del collettivo Paesaggi Migranti 2015 Novembre-continua Membro del gruppo di ricerca Paesaggi Culturali presso Università degli Studi di Ferrara, coordinato da Francesca Leder

Studi

Workshop

Concorsi

Pubblicazioni Competenze informatiche

Competenze linguistiche

2015 Ottobre Laurea Magistrale in architettura Università degli studi di Ferrara “limes|limen, Progetto di valorizzazione del Parco dell’Oreto a Palermo” Relatrice: Francesca Leder Secondo relatore: Nicola Marzot 2013 Aprile Spazi indecisi, Manifatture Knoss (Lecce) Gilles Clément 2012 Marzo ERODING TIME | Northern Light Observatory (Rovaniemi, FInland) ArchMedium_Universitat Politècnica de Catalunya (UPC), Design and Architecture Aalto University_Helsinki finalist project 2013 Marzo “La città degli scambi, tra ricerca e didattica” - Gabriele Lelli progetto selezionato “Friction” s.o. 2d 3d grafica

OS X | Windows Autocad Rhino, Sketchup Adobe (Photoshop, Illustrator, Indesign)

Inglese Francese Spagnolo

buona conoscenza scritta e parlata ottima conoscenza scritta e parlata di base


limes | limen

Progetto di valorizzazione del Parco dell’Oreto


Abstract Tesi di laurea gruppo di lavoro: Stella Armeli e Grazia Mappa relatrice: Francesca Leder secondo relatore: Nicola Marzot

Il Parco dell’Oreto è un territorio di confini e ne conserva le contraddizioni: E’ il Parco più grande della città di Palermo ed è completamente inaccessibile; è un brandello ma conserva un’unità territoriale unica data dalla sua natura di ambito fluviale; è completamente inglobato dalla città ma ne costituisce allo stesso tempo il limite, infine, si definisce parco ma parco non è. Si tratta di un territorio principalmente agricolo da sempre deputato allo scopo produttivo, vocazione che unita alla morfologia, ne hanno permesso la sopravvivenza fino ad oggi, superando, non senza danno, la smisurata espansione edilizia de- gli anni 70. Pur rimanendo riconoscibile la sagoma del fiume, questo territorio risulta massimamente minacciato non solo da una proliferazione edilizia che non conosce fine ma, soprattutto, dall’esclusione dalle dinamiche economiche e sociali. A partire dal 2002 si sono gettate le basi per l’istituzione del Parco dell’Oreto attraverso un protocollo di intesa fra i comuni di Palermo, Altofonte e Monreale, in collaborazione con l’Università di

Palermo. L’obiettivo principale del protocollo era l’inserimento e la classificazione del parco fluviale dell’Oreto all’interno del Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve. La pianificazione attiva al momento sul territorio, così come lo studio di fattibilità del Parco tengono conto dell’andamento longitudinale del parco stesso, così come questo si sviluppa seguendo il corso del fiume. Il fiume tuttavia attraversa territori estremamente antropizzati e da essi stessi viene attraversato. Il contrasto originario tra spazio naturale e spazio urbano è reso più acuto qui dalle mille interferenze reciproche, dalla stessa difficoltà di tracciare un confine netto tra l’ordine della natura e quello dell’uomo. Dare una lettura trasversale del territorio ha significato riconsiderare i confini [limes] attuali del parco in termini non solo di limiti e margini rigidi ma, soprattutto per l’elasticità che questi possono assumere andando così ad intercettare affinità ed elementi all’interno del territorio e divenendo quindi soglie e accessi [limen].


Il Parco dell’Oreto come infrastruttura ecologica L’ambito di inquadramento generale coincide con il sistema ecologico della Piana e dei Monti di Palermo di cui il parco dell’Oreto costituisce una Core Area. La lettura longitudinale del Parco mette a fuoco le questioni legate alla sua natura fluviale interpretandolo come elemento di unione fra i due sistemi cornice del paesaggio palermitano: i Monti e la Costa. Il Parco attraversa per intero la città lasciandosi da questa attraversare, vedendo così diminuire il suo grado di naturalità dalle sorgenti fino alla foce, una fra le aree più inquinate di Palermo. La lettura trasversale individua negli elementi di frammentazione del territorio costituiti dalle grandi arterie viarie la scansione in tratti del Parco stesso. In ogni tratto sono individuate caratteristiche interne ai confini e rapporti di relazione con i brani di territorio circostanti. I quattro tratti individuati a questa scala saranno gli ambiti di approfondimento della tesi: ambito collinare, agricolo, urbano e della foce.


Leggere il territorio Lettura longitudinale Torrente Sant’Elia

Sistema dai monti alla costa

Fiume Oreto

argini cementificati

Sistema interconnesso di aree Rete Ecologica Core Areas Buffer zones Corridoi ecologici Sistema infrastrutture e servizi Piana di Palermo area costiera area montana

La rete ecologica come sistema infrastrutturale comprende al suo interno l’approccio strettamente ecologico che ha dato vita alla direttiva Habitat e l’approccio amministrativo territoriale. I due approcci devono essere sviluppati in un’ottica interscalare in cui la componente ecologica stabilisce le linee guida di area vasta e la componente territoriale amministrativa gli interventi alla scala locale.

Lettura trasversale Grado di naturalità molto alto

molto basso

Sistema dei montie delle Aree Naturali Protette

Incidenza aree protette nel territorio provinciale 28% della sup. provinciale totale

Stato di conservazione eccellente

ridotto

Più di un quarto del territorio provinciale è parte dei siti rete Natura 2000, coincide per lo più con il territorio montuoso della provincia. Nel caso di Palermo data la conformazione dei monti, gli ambiti tutelati circondano la città in tutte le direzioni. Livello di pianificazione: Provinciale Piano Territoriale Provinciale

Sistema del territorio coltivato

Incidenza aree agricole e forestali all’interno del SIC 31% Arboreti, frutteti e vigneti 15% Terreni agricoli 2% Colture cerealicole

Pressione antropica nel SIC dati Ispra

Circa il 50% del SIC è occupato da aree agricole sottoposte a pressione antropica alta e molto alta. A causa dell’edificazione diffusa sulterritorio l’agricoltura del Parco si caratterizza principalmente come agricoltura periurbana. Livello di pianificazione: Comunale -Piano d’uso del Parco della Favorita -Progetto Life per il Parco agricolo di Ciaculli

Sistema dei Parchi

Disponibilità verde urbano per abitante Italia

30 m2 per ab.

Palermo 14 m2 per ab.

Distribuzione dei parchi rispetto al Parco

La maggior parte dei parchi e dei giardini della città si trova a Nord. A sud dell’Oreto gli spazi verdi coincidono con le aree agricole e probabilmente con quel 40% di arredo urbano segnalato dai dati Istat. Livello di pianificazione: Comunale Piano del verde_non adottato


La riserva orientata Il primo ambito di intervento, coincidente con il tratto che va dal km 8 al km 12 del Parco, ricade all’interno del comune di Monreale. Si tratta del rilievo collinare Meccini individuato dalla Carta Habitat come area ad alto valore ecologico per la presenza di specie arboree autoctone scomparse nelle altre aree della Piana a causa dell’espansione edilizia e dell’agricoltura. L’ambito risulta minacciato negli ultimi anni da una proliferazione edilizia incontrollata. Il primo intervento che si propone ha carattere normativo e prevede l’apposizione di vincolo di Riserva naturale orientata per l’intera area. Lo stato di fatto del rilievo permette l’identificazione di tre nuclei di edificato; la proposta consiste nella demolizione dei manufatti incongrui e nella riconversione in strutture ricettive di supporto alle attività escursionistiche del Parco per quelli recuperabili. Si prevede inoltre il recupero dell’ex tracciato ferroviario e dei manufatti ad esso collegati che al momento si trovano in stato di degrado e abbandono.

Lettura della Carta Habitat individuazione delle aree interessate d a specie vegetali ad alto valore ecologico

Lettura dei piani visivi individuazione dei rischi connessi allo sviluppo edilizio e riconoscimento degli ambiti da proteggere

Nord Est verso Monreale

Est verso Palermo

Ovest verso l’interno

campagna abitata periferie centro storico mare

campagna abitata centro storico monti

campagna abitata monti centro storico


Intervenire alle diverse scale La candidatura a Riserva Naturale Orientata

La campagna come buffer zone della riserva

Candidare Cozzo Meccini a Riserva Naturale Orientata per poterne tutelare il patrimonio ambientale di riconosciuto valore ecologico.

Connettere i centri e il Parco

Le aree agricole costituiscono di fatto dei presidi sul territorio. incentivando l’agricoltur a a discapito del settore costruttivo si incentiva la cura e l’attenzione al territorio.

Proteggere il paesaggio

I manufatti valutati adatti al ripristino potranno essere utilizzati come rifugi e come punti di vista privilegiati da cui osservare il paesaggio.

Costruita fra 1924 e il 1935 collega Palermo e Camporeale non venne mai utlizzata, ad oggi è una strada percorribile. Nel Piano Territoriale Provinciale se ne prevede il recupero e la conversione in pista ciclabile.

Valorizzare il costruito Definizione una Buffer Zone in prossimità delle aree perimetrali del Cozzo Meccini in modo da determinare una fascia continua di “rispetto” del Parco, tramite la piantumazione di specie autoctone.

Creazione di percorsi pedonali e ciclabili che connettano i due principali centri di Altofonte e Monreale attraverso la Riserva.

Rifugi e punti di vista panoramici

L’ex strada ferrata, una pista ciclabile di 65 km

Segnaletica e percorsi

Si identificano tre gruppi di edificato presenti su Cozzo Meccini corrispondenti all’area di accesso e ai tre rilievi maggiori. All’interno di ognuno di questi gruppi si effettuerà un indagine valutativa dello stato di fatto dei manufatti presenti.

Centri informazione e noleggio bici

La messa in evidenza dei percorsi avverrà tramite la colorazione della staccionata. Lungo il percorso vengono posti dei totem segnaletici a indicare le specie vegetali presenti e gli elementi del paesaggio che circondano il viaggiatore, nonchè la distanza dagli ingressi.

Agli ingressi del Parco e all’interno di Altofonte e Monreale verranno posti i noleggio bici e i centri informazioni utilizzando spazi inedificati e strutture leggere o inserendosi all’interno di fabbricati di proprietà pubblica inutilizzati.


Il Parco Agricolo La storia di questo tratto del fiume è la stessa che ha riguardato in modo forse ancora più accentuato tutta la Conca d’Oro. Dall’introduzione, a metà del ‘700 della coltivazione degli agrumi, la situazione rimane sostanzialmente invariata fino al secondo dopoguerra quando con la crisi dell’agrumicoltura, l’agricoltura diventa un fattore economico secondario, mentre il settore delle costruzioni cresce sempre di più. In appena 30 anni si consuma la trasformazione da paesaggio agrario a paesaggio urbano. La superficie edificata si triplica tra il 1955 e il 2002. Il territorio produttivo della valle dell’Oreto si consuma con ricadute gravi non solo per l’ambiente e il paesaggio ma anche per il mondo culturale e sociale che ne stava alla base. Oggi l’agricoltura potrebbe operare come elemento di ridefinizione del territorio, nella direzione opposta, se venisse riconsiderata in termini strutturali. Il progetto di questo ambito prevede l’intervento a più scale: l’obiettivo è la creazione di un parco agricolo della città che riconosca nelle realtà già costituite e nel nuovo parco agricolo dell’Oreto i suoi capisaldi. Si procede quindi con l’individuazione degli elementi che storicamente hanno costituito la struttura della Conca d’Oro prevedendone per alcuni il recupero funzionale e per altri la rifunzionalizzazione. La realizzazione del Parco si deve, inoltre, necessariamente basare sulla stesura di regole condivise dall’amministrazione, rappresentante della comunità, e degli agricoltori, rappresentanti di interessi particolari sul territorio.

Analisi del valore ecologico e paesaggistico dell’area

Lettura della Carta Habitat individuazione delle aree agricole a confronto con gli spazi urbanizzati

Obiettivo

Il Parco agricolo periurbano Creazione di un Parco agricolo che circondi la città con elementi principali il Parco di Ciaculli, il Parco dell’Oreto, e ill Parco della Favorita.

Linee guida

Progettazione inclusiva

Valorizzazione del patrimonio R i c on o s c i m e nto del patrimonio culturale non solo in termini di edifici e complessi architettonici ma, soprattutto di conoscenze ancora oggi utili e vantaggiose per la produzione agricola.

Espansione del Parco A partire da un percorso partecipativo, stabilire delle regole condivise dagli agricoltori e dall’amministrazione per la gestione delle aree agricole periurbane.


Intervenire creando reti La struttura del Parco Agricolo Ambiti

Gestione

I parchi agricoli

Confederazione italiana agricoltori

Gli orti urbani

Agricoltura periurbana

Codifas, associazioni cittadini _

Patto di gestione condivisa delle aree agricole

Strategia di sviluppo del Parco Agricolole

impegni: -coltivare secondo metodologie ecocompatibili -adeguare almeno una parte del fondo a sistemi di irrigazione e coltivazione tradizionali -consentire il passaggio di percorsi ciclopedonali lungo il sistema viario agricolo anche attraverso la propria proprietĂ .

Stabilire le regole del Parco

Finanziamenti europei

Marchio certificato

Percorsi

agevolazioni: -assistenza per l’accesso ai finanziamenti europei -unità operative sul territorio di assistenza tecnica -possibilità vendita diretta dei prodotti

Adeguamento dei fondi agricoli

La mappatura degli elementi

individuare

connettere

utilizzare

stato di fatto

intervento

usi integrati

sequenza percorsi ingressi elementi Interventi di recupero

esempio gebbia ripristino funzionale


Il Parco Urbano Procedendo dalle sorgenti verso la foce, questa porzione di Parco è compresa tra Viale Regione Siciliana e il Ponte della ferrovia. Si tratta di un ambito territoriale che ha una natura in evoluzione, in cui lo spazio disegnato dall’attività agricola è soggetto ad una decisa invasione da parte della città costruita in continua espansione. Nonostante si inserisca in un contesto fortemente urbanizzato, il parco conserva al suo interno la connotazione agricola che da sempre ha identificato questo territorio. Le parti di costruito presentano delle vaste aree residuali, soprattutto nelle aree più periferiche di edilizia popolare di matrice aperta, mentre sono scarse nei tessuti urbani ottocenteschi più densi. Questi residui derivano spesso dall’abbandono di un’attività precedente e giungono ad oggi come spazi indecisi, senza un nome e privi di qualunque intenzione da parte dell’amministrazione comunale. La strategia progettuale dell’ambito si articola su tre linee di intervento. La prima, il rafforzamento interno, riguarda il riconoscimento del valore storico-naturalistico del Parco, mirando a renderlo per prima cosa fruibile e attraversabile. La seconda, la segnalazione sui bordi, ha l’obiettivo di rendere visibile e riconoscibile il Parco intercettando le aree di risulta a margine e dotandole di spazi per la comunità La terza, l’espansione del parco, procede nel tempo tramite l’acquisizione di spazi di risulta quali parcheggi, cortili aree asfaltate cercando di “entrare nella città” e di creare una rete diffusa verde.

Analisi dello stato di fatto dell’area

Lettura della Carta Habitat individuazione del Parco e delle sue aree di espansione nei quartieri popolari.

Sistema dei Parchi Urbani

Linee guida -rafforzamento interno

Obiettivo Creazione di un Sistema dei Parchi Centrali che circondi la città coinvolgendo sia parchi pubblici esistenti che i giardini delle ville aperte al pubblico

-segnalazione sui bordi

-espansione in città

Riconoscere il valore storico testimoniale e naturallistico del Parco rendendolo fruibile ai cittadini

Rendere visibile il Parco intercettando le aree vuote a margine e dotandole di spazi per la comunità.

L’espansione del Parco procede nel tempo tramite l’acquisizione di spazi residuali quali parcheggi e cortili con l’obiettivo finale di creare una rete verde diffusa nella città


Intervenire in città La struttura del Parco Urbano

Gli elementi

ingressi

ingresso gebbia, torre attraversamento

segnaletica

raccordi

strumenti

L’attivatore: centro di quartiere

Interazione sui margini

giardino bosco playground centro di quartiere

servizi di quartiere

scuole

Espansione in città

campo da gioco orto didattico

recupero degli spazi residuali

attività piazza alberata parcheggio

proiezioni!

aule lettura!

campo gioco!

concerti e feste!

da

residenze giardino campo da gioco


Il Parco dei gasometri L’ultimo tratto, quello della foce, si inserisce in una zona di margine fra il centro storico e la prima periferia. Adiacenti al parco, si distribuiscono una serie di vuoti urbani e spazi di risulta che si avvicendano dal fiume verso l’interno della città, si tratta per lo più aree dismesse e legate all’attività produttiva. Il progetto tiene conto, a questo proposito, di quali sono le strutture post industriali da riconoscere e valorizzare in quanto monumenti architettonici, e quali invece, poiché prive di particolare pregio morfologico o identitario, demolire. Il fine, dopotutto, rimane la progettazione di un parco naturale, uno spazio aperto il quale, nel suo tratto più urbano, si declina attraverso una serie di funzioni pubbliche e complementari. Il lungofiume dell’Oreto: la proposta è quella di sfruttare lo sviluppo lineare di questo vuoto urbano per determinare un lungofiume pedonale che connetterebbe il quartiere prossimo alla stazione dei treni con il lungomare. L’intervento prevede un serie di demolizioni, seppur di non elevata entità, finalizzata creazione di uno spazio aperto continuo. Il bosco in città: l’area si presenta come un grande vuoto incolto e abbandonato. E’ candidata a diventare una sorta di “fulcro” verde all’interno del nuovo sistema di spazi pubblici che il progetto vuole generare; un “Bosco Urbano” che possa essere manifesto, in senso quasi metaforico, dell’identità verde del Parco dell’Oreto. L’area dei gasometri: l’area in questione presenta un livello di complessità molto alto, ed è l’unica che può godere di una identità riconoscibile per via del suo passato industriale. La sua posizione all’interno della città è strategica, poiché entra fisicamente in contatto con tutti i principali attori urbani presenti in questo tratto: Villa Giulia, l’Orto Botanico, il lungomare e quindi il Foro Italico. E’ proprio in quest’ultima area che si sviluppa il progetto dell’ingresso al Parco. Il progetto si pone come livello 0 dello sviluppo dell’area permettendone per prima cosa la fruibilità e cercando di sfruttarne la visibilità su scala cittadina.

individuazione e classificazione dei frammenti

Lettura della Carta Habitat individuazione del Parco e delle sue aree di espansione all’interno delle aree inutilizzate o sottoutilizzate inutilizzato attrattore

Aree degradate

Aree attrattive


Intervenire in cittĂ Accedere e connettere Parco dei Gasometri Bosco Urbano

Risolvere le problematiche ambientali

da spazio industriale a parco pubblico!

Lungofiume

da incolto a Bosco Urbano!

da vuoto urbano a Lungofiume!

Localizzazione

ottima

buona

ottima

buono

basso

ottimo

scarso

ottimo

ottimo

Potenziale economico

ottimo

Stato di fatto

buono

Fattori ambientali

buono


Eroding time concorso

Il concorso organizzato da Archmedium richiedeva la realizzazione di un osservatorio per aurore boreali e di una serie di strutture a servizio quali camere, ristorante e sauna. Si è scelto di utilizzare una planimetria frammentata in cui tutti gli elementi del masterplan si comportanto come elementi a sè stanti per sottolineare maggiormente l’aspetto meditativo e interiorizzante dell’esperienza dell’aurora boreale. Il progetto proposto si sviluppa a partire dall’immagine di un monolite esistito in un tempo mitico, senza coordinate. Gli eventi e la natura lo hanno mmodificato, scavato e eroso, ma non lo hanno eliminato.L’uomo, in quanto migrante, in assenza di punti di riferimento, ha sviluppato la capacità di costruire la propria mappa connessa alla forza della pre-esistenza e l’unico segno riconoscibile è suo, lasciato dal camminare.L’uomo simboleggia il tempo stesso che, come il processo di erosione, traccia un percorso e rende leggibile lo spazio, il luogo dove ogni giorno si celebra il rito dell’eterno vagare. Il progetto cerca di sviluppare questo concetto assorbendo il potere mistico dell’aurora boreale. gruppo di lavoro: Stella Armeli, Ambra Migliorisi



Darsena +1 modulo di progettazione

Il progetto riguarda il lembo di terra coincidente con l’antico alveo del fiume Po, che fu il sito di fondazione della città, divenendo nel Novecento area produttiva e oggi spazio in abbandono. L’obiettivo del progetto è dotare la parte meridionale della città di uno spazio pubblico con forte presenza naturale, in continuità con il parco fluviale, che attraverso il progetto Idrovia si sviluppa lungo il corso dei canali. L’area, occupata in parte da edifici dismessi, è caratterizzata da una parte da una forte connotazione antropica con una rilevante presenza del paesaggio costruito, dall’altra dalla presenza di “pezzi” senza connessioni apparenti che denunciano la natura ibrida del paesaggio. Il progetto che ne è scaturito ha l’obiettivo quindi di produrre un “luogo pubblico”. Si prevede la realizzazione di un parco pubblico e di un percorso pedonale sopraelevato sia lungo la darsena che nell’area dell’ex mof come collegamento fra i nuovi edifici che ospiteranno in parte funzioni dell’amministrazione comunale e in parte residenze. gruppo di lavoro: Stella Armeli



comMonzuno laboratorio di costruzioni 2

La richiesta da parte del comune di Monzuno, piccolo centro sull’appennino emiliano, era quella di uno spazio coperto per svolgere attività sportive quali la pallavolo e il calcetto, l’economicità da tenere come linea guida. L’intento del progetto è la realizzazione all’interno dell’area Rondelli di un vero e proprio spazio pubblico a servizio della comunità non solo in occasione di eventi sportivi ma anche feste di paese e iniziative di interesse pubblico. E’ stata data come priorità l’accessibilità all’area dal centro del paese. L’accesso diretto ha permesso di gestire liberamente lo spazio al livello sottostante. In particolare ha significato la creazione di 32 posti auto coperti a disposizione degli utenti del campo sportivo, dei residenti e dei visitatori. A livello strutturale si è scelto di sfruttare le potenzialità della lamiera grecata in quanto materiale poco costoso e di facile trasporto. I tamponamenti della struttura sono in travi alveolari IPE 400 e pilastri HE 300, la lamiera ondulata laccata di bianco viene utilizzata per il rivestimento esterno mentre la lamiera gracata come elemento di sotegno del cappotto e del rivestimento interno. gruppo di lavoro: Stella Armeli, Grazia Mappa


Soluzioni tecnologiche

Chiusure verticali_Struttura in lamiera grecata, staffata al pilastro che funge da sistema portante sia per l’isolante che per il rivestimento esterno. Nel punto di aggancio fra due lamiere vengono posizionati due profili estrusi, a C ed a L, saldati tra loro con funzione di mensola.

Partizione orizzontale_Anche per le partizioni orizzontali si è utilizzato un sistema in acciaio e lamiera grecata. Struttura portante in travi e pilastri in acciaio che sorregge il solaio in lamiera grecata e cls armato.

Chiusura orizzontale_Copertura in travi reticolari spaziali composte da tubi schiacciati bullonati tra loro. Il moodulo piramidale ripetuto per tutta la copertura misura 2 m per lato. Sopra questa struttura viene posta la lamiera grecata coibentata e successivamente il tutto viene rivestito con pannelli di policarbonato alveolare che permettono di ricevere luce diffusa da nord.


Desparaction laboratorio di progettazion IV

Il progetto riconosce nel portico il luogo di frizione fra lo spazio pubblice e quello privato, in questo luogo di frizione avviene la maggior parte degli scambi. Il committente, la Despar, chiedeva di intervenire in un’area attualmente occupata da un cinema nelle immediate vicinanze della stazione centrale di Bologna. L’area non si inserisce all’interno del sistema del commercio individuato ma è tangente ad esso. Si è scelto quindi di attrarne i benefici attraverso il sistema di comunicazione visiva: questo si sviluppa a tre scale diverse con altrettanti edifici distinti. La palestra verticale sfrutta un tipo di comunicazione a lungo raggio semplicemente tramite la sua notevole altezza, entrando in comunicazione con l’intero quartiere. Il cinema è un elemento sospeso, compresso tra le preesistenze. L’aggetto di due metri sulla strada viene percepito come anomalia visuale. La comunicazione è qui a medio raggioe l’obbiettivo è il flusso di via indipendenza. Infine il supermercato interrato dialoga a un raggio molto ravvicinato facendo fuoriuscire a livello strada un ingresso preceduto da un piccolo bar a diretta dipendenza della Despar. L’omogeneità estetica di questi tre edifici li fa collaborare tra loro creando un unico sistema di comunicazione a diverse scale. Questi tre edifici entrano in contatto fisico tra loro nello spazio del supermercato: il cinema e la palestra si innestano in esso creando dei piccoli spazi commerciali automatizzati che seguono orari e hanno un target diverso da quello del supermercato principale. gruppo di lavoro: Stella Armeli, Emiliano Martino, Maddalena Spagnolo



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